0:01, incipit e calvizie incipiente. E il caldo è troppo hot, sì, il clima è eccessivamente caliente. Inizio, inoltre, con forti freddure, eh eh. 3:09, Al Pacino, presto nuovamente al lido, nei panni di Maurice Gangnat. 4:46, Peter Fonda. 5:50, Heather Graham. 6:58. Donna da (af)fresco? 7:23, Johnny Depp. 11:46, Bologna insanguinata – Il carnato di una città escoriata. Coming Soon, Il commissario Falò 4! 13:30, Lucy Russell. 16:18, Olivia Williams è, anzi, fu la versione bruna di Greta Scacchi. 18:34, Jerzy Skolimowski. 20:29, ah ah. 21:15, Nanni Moretti. 25:06, il richiamo della f… a? Via da Las Vegas, Vacanze in America ed Elisabeth Shue. 26:49. 27:19. 31:51, un Picasso originale.
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Falò, new Modì, genius maudit & Art Collector as Al Pacino del film di J. DEPP. E Heather Graham?
Behind the Scenes di una Hollywood ambigua da Woody Allen o invece “pura” da David O. Russell? No, i retroscena della gente “normale”, peggiore degli animali strani e notturni di Taxi Driver
Ebbene, molti anni fa, nella landa desolata delle mie immani depressioni abissali, in verità vi dico che non fui colto da alcuna follia o da psichico disagio, bensì, in maniera imponderabile e allucinante, profetizzai me stesso, oramai trasfusomi totalmente, anche a livello fisionomico, sprofondando in De Niro di Taxi Driver e assumendone le sembianze. Oramai inequivocabili. Mi pare alquanto evidente che tale messianico, “schizofrenico” De Niro sia io, malgrado lui viva in una lussuosa villa e io in una mezza catapecchia. Però, posseggo uno specchio migliore di Travis Bickle e, ogni mattina, quando (mi) rifletto e mi domando, fra me e me, You Talkin’ to Me?, mi risponde Rupert Pupkin di Re per una notte con una vaga rassomiglianza ad Arthur Fleck di Joker.
Succede, poi spengo lo specchio e riguardo La rosa purpurea del Cairo.
Sì, dopo Taxi Driver, vidi tutti i film con De Niro e divenni la sua versione CGI, in carne e ossa, non utilizzata in The Irishman ove, come sappiamo, si optò per un ringiovanimento di Bob a livello puramente digitale, dunque virtuale.
Bastava chiamare me e avrei recitato meglio di Marlon Brando e De Niro nei primi due padrini, ah ah.
Ora, a parte gli scherzi e i processi d’identificazione, chiamateli anche di alienazione, debbo ammettere che sono un alieno, no, un alleniano. Anche se mi sto orgasmizzando, per dirla alla Bob del capolavoro per antonomasia di Scorsese, no, semplicemente mi sto allenando per non fare la brutta fine di To Rome with Love.
Non l’ho visto e non lo voglio vedere. Mi dicono che sia orrendo, il film più impresentabile di Woody Allen.
Ora, non so se imbarazzante come Woody quando confessò a Mia Farrow che lui fece all’amore con la figlia adottiva di Mia e André Previn dopo averla corteggiata mentre Soon-yi Previn stava guardando Amore e guerra alla tv, comprendendo che, già durante le riprese di questo film, quasi autobiografico, il suo attuale marito, Woody Allen per l’appunto, aveva ricevuto la richiesta di divorzio da parte di Diane Keaton.
Lo so che vi faccio ridere.
Molta gente mi fa piangere. Sostiene di essere intellettuale come Woody Allen e di adorare La dea dell’amore.
Sì, però non questo film con Mira Sorvino oscarizzata. Molta gente va matta, più che altro, per una nera raccattata sui viali che non reciterà mai in un film del maestro di Manhattan. Ve lo posso giurare. Sono uno storyteller come John Cusack di Mezzanotte nel giardino del bene e del male e sono anche Clint Eastwood di Fino a prova contraria.
Vi potrei, per esempio, dire che Buffalo Bill de Il silenzio degli innocenti avrebbe fatto carte false, no, praticato il voodoo a Savannah pur di diventare come Lady Chablis. Mentre Kevin Spacey, attualmente, omosessuale dichiarato e castrato dal sistema, pur di tornare a girare anche solo un film mediocre come The Life of David Gale, lo darebbe via per du’ lire come Jodie Foster di Taxi Driver. Jodie Foster è lesbica e, comunque, Harvey Keitel di Taxi Driver non fu nulla in confronto ad Harvey Weinstein. So che state ridendo, no, dai, continuate.
Secondo me, David O. Russell assomiglia all’ex pornoattore Peter North. Amy Adams sostiene che, sul set di American Hustle, David abusò di lei.
Io non le credo. D’altronde, è per colpa della sua suorina falsa se Philip Seymour Hoffman de Il dubbio fu scomunicato…
A mio avviso, infatti, Jude Law era più figo ai tempi del succitato film di Eastwood, rispetto a quello di The Young Pope. Anche se non sono Gabriel Garko e gli preferisco Marisa Tomei nell’incipit di Onora il padre e la madre.
Sì, devo confessare… i vostri peccati.
In una delle copertine di un mio romanzo noir erotico, la protagonista che risalta in cover, che potrete vedere ma che io non incontrai neppure, pur di guadagnare 50 Euro in più rispetto al suo normale caschetto, no, cachet, permise a un fotografo assai meno bravo di Michael Chapman e di Gordon Willis, di Sven Nykvist e di Vittorio Storaro, di farle l’intero servizio…
Direi che fu immortalata bene. Tant’è che ci prese gusto.
Voleva diventare una grande modella e una bravissima attrice ma finirà come Kate Winslet de La ruota delle meraviglie.
Sì, a tredici anni era pura come Mariel Hemingway mentre, a quindici anni, era già Melanie Griffith di Celebrity.
Fra vent’anni, sarà sovrappeso, con un marito giostraio e il sogno mai morto di passare una notte con Justin Timberlake.
E voi dunque vorreste dirmi che già a dodici anni, anziché ascoltare i Backstreet Boys, non dovevo essere fan di Jim Morrison?
Mi spiace avervi deluso.
Scusate, siete tardi, no, si è fatto tardi.
Fra poco sarà mezzanotte e voglio rimanere Owen Wilson di Midnight in Paris.
Se non vi sta bene e mi odiate perché sono ingenuo, sposatevi Rachel McAdams, spendete cinque milioni di dollari per dei gioielli a cui non frega un cazzo a nessuno/a, ma non invitatemi al matrimonio.
Non ho soldi da buttare in regali alle puttane.
Sì, lo so, per molti di voi la vita è brutta.
A sedici anni eravate degli idealisti, a diciotto eravate diplomati, a ventidue laureati. A trenta, invece, sistemati e ben pagati.
A trentacinque, già vecchi e prostituiti.
Guardate me, invece. Non sono pazzo come Buffalo Bill, non sono un cannibale come Hannibal Lecter, non sono Anthony Hopkins di Premonitions ma tutti pensano di fregarmi e invece io sono felicissimo se mi prendono per il culo.
In senso lato?
Quale lato?
Non lo so, di mio, so che lato per lato fa l’area del quadrato.
Se tu vuoi fare il culo all’avvocato, devi studiare legge e non matematica.
Su questa stronzata vi lascio… con un palmo di naso.
Sì, è vero. Ho sempre avuto una faccia da “demente” come quella di Allen. Che vi devo dire?
di Stefano Falotico
VENEZIA 76: diramata la lista ufficiale della Giuria e, fra gli accreditati stampa di quest’anno, compare il JOKER MARINO, ovvero AL PACINO, vedere per credere
Voi avete un brutto difetto. Non credete mai a quello che vi dico. Siete come San Tommaso. Colui che, se non ficcava il naso nei cazzi altrui, non era mai soddisfatto.
Io so soltanto, come sostiene Al Pacino di Scent of a Woman, che col naso bisogna odorare l’hostess in aereo che ti fa volare alto…
Sì, ve lo confesso. Sono molto emozionato. È la prima volta in assoluto che mi presenterò al Lido in veste di critico ufficiale e inviato di Daruma View Cinema, la rivista online per cui sempre più proficuamente scrivo.
Io e il mio amico Raffaele, del quale qui non posso svelarvi il cognome, sebbene possa dirvi che è un collega, vedremo probabilmente anche molti film assieme.
Io starò soltanto cinque giorni alla Mostra. La mia economia non mi permette di alloggiare in albergo per tutto il periodo festivaliero. Si fa quel che si può coi soldi che si hanno in tasca.
Ma, dopo cinquemila libri pubblicati, molti dei quali a tematica cinematografica, dopo il mio lodato e apprezzatissimo saggio monografico su John Carpenter, significa che qualcosa mi sono meritato.
O no? Sì, io non amo far sfoggio di me, sono una persona piuttosto umile poiché conosco assai bene la realtà.
Oggi avviene un successo, domani non si fa sesso e una nuova delusione è dietro l’angolo. Cosicché, si finisce nella merda e si diventa dei cessi.
Sì, non bisogna giammai vantarsi di niente. Mai! Ricordate quello che dice sempre il grande Al ne L’avvocato del diavolo a Keanu Reeves:
Milton: – Un po’ meno spocchia, figliolo, anche se sei bravo, non se ne devono accorgere che arrivi, sarebbe una gaffe, amico mio. Devi mantenere un profilo basso, innocuo, sembrare insignificante, uno stronzetto, emarginato, costantemente nella merda… Guarda me: sottovalutato dal giorno della nascita. Tu non mi crederesti mai un padrone dell’universo, non è vero? Tu hai un’unica debolezza a quanto posso vedere.
Kevin: – E cioè?
Milton: – L’aspetto. La tua aria da stallone della Florida. “Pardon madame, ho dimenticato gli stivali sotto al suo letto”.
Mai avuto una giuria senza donne!
Ah ah!
Sì, nella giuria di quest’anno compare anche Rodrigo Pietro, il direttore della fotografia di The Irishman. Che te lo dico a fare?
Ovviamente, non sto scherzando. La Biennale di Venezia mi bombarda di mail, aggiornandomi su tutti gli sviluppi del programma ufficiale.
Dunque, come tutti gli accreditati stampa, ho ricevuto nel primo pomeriggio la notifica esclusiva della lista completa della giuria.
Sì, grande giuria. Lo sa il mitico John Cusack di The Runaway Jury. Ah ah.
John e Al recitarono assieme in City Hall. Ho detto tutto. Ah ah.
Sì, vivo ancora spesso pomeriggi da giorni da cani e son vivo per miracolo.
Io e Al Pacino de Lo spaventapasseri del finale, eh sì, abbiamo ricevuto la stessa diagnosi.
Però io non sono un personaggio da film tragici.
La vita va avanti…
E lasciate stare quella cantante del cazzo, Madame.
Qui si fa tutto un altro gioco come nel film Americani.
E, come dice Al Pacino di Heat, è gente cazzuta, questa.
Sì, molti di voi, qui in Italia, pensano che arrivare a Hollywood sia un gioco da ragazzi.
Stare a Hollywood non è solamente questione di talento, culo, bellezza, fascino, presenza scenica e bravura.
A Hollywood bisogna avere il pelo sullo stomaco per resistervi.
È un posto di corrotti, di produttori truffaldini e furbissimi, di troiette che venderebbero la loro madre pur di recitare due secondi con Al Pacino, è un posto iper-competitivo e violento, soprattutto psicologicamente, ove Arthur Fleck/Joker finirebbe strapazzato in 30 secondi netti.
Dunque, non montatevi la testa.
Guardate come hanno combinato per le feste il povero Kevin Spacey, uno dei più grandi talenti di Hollywood degli ultimi trent’anni, emarginato, distrutto, incriminato, colpevolizzato da un’America falsa e puritana solo perché nudamente ha avuto il coraggio di non rinnegare d’aver sbagliato.
Il mondo reale, fratelli della congrega, è come l’ufficio di Americani.
E, a proposito di Kevin Spacey che, in questo film, fa il bambino, combinando scherzetti cretini, è ora di smetterla con le prese per il culo e gli sfottò infantili.
Altrimenti, accadono le tragedie e, per venirne fuori, bisogna farsi un culo come una casa.
di Stefano Falotico
The Mask, da zero a mito, Kevin Spacey, senza maschera (?), da Oscar a sottozero…
Dopo lo scandalo Weinstein, si è scatenato il putiferio, com’era inevitabile. E non c’è giorno che passi che nuove “allegations” non emergano, colpendo nomi prestigiosissimi del firmamento hollywoodiano. L’ultimo, in ordine di tempo, è stato Dustin Hoffman, accusato di troppi palpeggiamenti. Ma, sicuramente, il nome che la fa da padrone è Kevin Spacey. L’attore, due volte premio Oscar, è stato accusato da Anthony Rapp di aver abusato di lui quando aveva 14 anni. E, nel giro di poche ore, come tutti oramai sanno, le accuse non sono finite certo qui. Un artista, adesso quarantottenne, su Vulture ha dichiarato platealmente che Spacey è un pedofilo, e si è scagliato contro l’interprete di American Beauty in maniera decisamente forte e insopprimibile.
Come accade in questi casi, su cui io mi astengo dall’esprimere un giudizio, la delicatezza degli argomenti e la loro scabrosità vengono affrontati in maniera gossipara, dunque assai superficiale.
Leggo articoli che vergognosamente difendono il comportamento imperdonabile di Spacey, definendo i suoi atti semplicemente come delle “normali” voglie di un uomo di potere. E liquidando gli accaduti definendo il tutto come un’imbrogliona messa in scena, una caccia alle streghe per screditare un uomo molto invidiato. Spacey, come sappiamo, dopo la prima accusa, ha fatto coming out e, sbagliando i toni, azzardando questa mossa inopportuna, ha dichiarato la sua omosessualità al mondo intero, facendo confusione fra pedofilia e sana diversità sessuale. Insomma, ha sbagliato in maniera clamorosa e non ha fatto altro che attirarsi ulteriori odi, da parte di chi non aspettava altro, non solo a Hollywood, per vederlo infangato, rovinato.
Netflix, dopo queste notizie, ha sospeso la produzione di House of Cards, la CAA ha licenziato Spacey, e la Sony Pictures ha ritirato la campagna dell’Oscar per la sua interpretazione in Tutti i soldi del mondo di Ridley Scott. Mentre ancora non sappiamo cosa ne sarà del biopic su Gore Vidal che è attualmente in post-produzione con Spacey come protagonista assoluto.
Insomma, io non mi pronuncio in merito ma questi scandali ci aiutano a comprendere, come se già non lo sapessimo, quanto oggi si può essere miti e Re Mida e domani, non solo nessuno, ma ignobili esseri umani.
Addirittura, su Twitter, c’è chi si diverte a scegliere tutti i personaggi maniaci di Spacey, da Seven a I soliti sospetti, da Mezzanotte nel giardino del bene e del male a The Life of David Gale, etc, scrivendo che Spacey è stato un depravato non solo in molti film ma soprattutto nella vita reale.
E che, guardandolo sullo schermo, avremmo dovuto intuire prima che non recitava soltanto dei ruoli immaginari.
Un triste mondo. Che dire?
di Stefano Falotico
Lo scandalo Weinstein getta un’ombra inquietante su tutta Hollywood, ma la vita vera è un’onda, anzi onta, continua
Continuano le accuse nei confronti del mega-produttore, sua moglie chiede il divorzio e “qualcuna” sostiene che da “lui” è stata volgarmente stuprata, ricattata, manipolata. Insomma, le mani sporche del potere hanno fatto il botto. Ma era, sì, adesso è caduto definitivamente in disgrazia, un produttore ammanicato con tutto il sistema e allora chi ha lavorato con lui fa il finto tonto e prende le distanze dal “pasticciaccio”, affermando che non ne sapeva nulla. Intanto, fioccano altre denunce, altre rivelazioni scottanti e scabrose gettano maggiore, inesorabile fango sul produttore che, sino alla scorsa settimana, era fra i più stimati dell’intera scena di Hollywood e dintorni.
Ecco, fui ironico a proposito di tal scandalo, e la mia ironia, forse troppo cruda, cinica, ma estremamente realista, sebbene apprezzata da alcuni (e)letti che ne hanno colto lo spirito sanamente dissacrante e sdrammatizzante, da altri, moralisti della peggior specie ipocrita e falsamente “ingenua”, invece, non solo non è stata accolta, ma fischiata sonoramente. Chiariamoci allora una volta per tutte. Non giustifico il produttore, di cui nemmeno più si può far il nome, il suo comportamento trentennale è stato vergognoso e infame, ma non assolvo pienamente neanche tutta quella massa di attrici-ette e modelle che, solo quando hanno appreso dello scandalo che lo coinvolgeva, si sono esposte pubblicamente. Anzi, “pubicamente”. Insomma, trovo il fatto, anzi il “fallo”, assai disdicevole e non meno schifoso delle sue molestie. Cioè, provate a spiegarmi bene… emergono questi dettagli inconfessabili, fin ad ora insabbiati e celati, soltanto quando non si ha nulla da perdere? Perché prima, il nostro produttore, se tali confessioni fossero state riferite, avrebbe avuto il potere di stroncare le vostre carriere sul nascere e non vi avrebbe raccomandate? Avrebbe ostracizzato il vostro percorso “artistico?”. Incredibile. Ecco, ritengo tali donne assai false. Parimenti, forse, tacciabili di “indagini”. Non si è colpevoli soltanto quando si commettono le impunità oscene, ma anche quando, dietro “accordi di riservatezza”, il silenzio colluso all’omertà più raccapricciante, dietro agghiaccianti compromessi, si nasconde la verità pur di non venir lesi nell’ascesa verso l’alto. Ritengo che queste donne siano state bugiarde, menzognere, insincere, doppiogiochiste e ugualmente “criminose”, forse solo spaventate? No, non mi convincono. Che cerchino adesso, a “giochi d’adulti” fatti e da “strafatte”, di “disfarsene”, per ulteriore pubblicità, dando risalto alla vicenda per recitar la parte delle santarelline?
Insomma, sebbene ne sia spesso estraneo, conosco la realtà e queste finzioni, questi giochi di “dame” m’irritano e parimenti disgustano. Vergognoso il produttore, vergognose anche coloro che, dopo aver avuto favori e ottenuto “piaceri”, rivelano i piccanti dietro le quinte che hanno sempre mascherato. Solo ora dichiarano il vero quando, dopo quell’imbarazzante “sesso”, hanno già raggiunto l’ambito successo. Costi quel che “scotti”. Che triste mondo, che orrido spettacolo di travestimenti e balli, anzi “belle”, in “mascara”. Camuffamenti e sotterfugi, spintarelle… e tutte che ora si accaniscono a spingerlo… giù dalla torre. In una sarabanda peccaminosa e imbrogliante la dignità di sé stesse.
Sono un uomo di mondo. Queste cos(c)e son sempre successe, brutto a dirsi, ma mi stupisco di tanto stupefacente “candore”. Anzi, calore…
di Stefano Falotico
Mi guardo allo specchio, “spacco”, sono un incrocio fra Johnny Depp e questo Pattinson così “rasato” di (c)rapa e credo di meritare la mia faccia da “cu(cu)lo”
Non so se avete seguito la diciottesima edizione degli Hollywood Film Awards, manifestazione annuale, anzi “anale”, come dico io, in cui il teenagerismo la fa da padrone/a-matrona, riverendo le star cool, quelle che han più soldi e gran cul’, inteso in sen(s)o “altamente” (a)lato, (s)fig(urat)o di sfacciata “faccetta” fortunatissima da Gastone della Disney, “sfondato” di danari e “tutte” ai cui (at)tori, di lor “culi” da sfigate, sognano di dargliele…, non mi riferisco alle palate ma alle botte di “patatone”, delle “mostre” insomma all’insegna del “fig(liol)o” presentatore maggiormente “tronista”, un po’ “troia/e”, presenzialista/i di bell’aspetto e “pettissimo” in “f(u)ori”, che fiore(llini), falli(te) e farfallino/e, su sfog(gi)ante appar(isc)enza scatenante il “luccichio” negli occhi delle (ra)gazze palindrome, quelle dalle pizzette in puzzone e peti di puzzette, “ambiziose” a desiderar i cazzi “rispettivi”, “scaldanti” di “t(ermos)ifo(ne)”, le tardone che si “sciolgono”, “gocciolanti”, dinanzi a (co)tanti maschietti, alle quali quaglie anelan di “ciucciarli”, inumidendole più del “muschio” delle zone “selvatiche” delle tundre australiane, da cui i “canguri”, famosi mammiferi coccolati dalle “mamme(lle)” e tutte le o(r)che plaudenti gli squa(g)l(iat)i ambiti, lambiti manco per il cazzo, minchia che (s)figa, oserei dire, con osé sbavante i “rossetti”, quelle… più sc(r)oscianti, (in)felicemente di pene(trante) pendendo dalle labbra nel volerli gustar a lor “slabbrate” già “aperte” in tutto (ac)coglierli in “flagrante”, nella frust(r)ata “incarnazione” delle racchie “fragrantissime”, non frenanti ma “sfrenate” a “toccarsele” da tocche e poco tocchi di (g)nocche (s)crocc(hi)anti, “donne” che, “volenti” o nolenti soprattutto, lo piglieranno sempre in quel posto, cioè nel posteriore e non posson sedere… neanche in “diretta” nei posti di prima fila perché son le ultime “fighe”, desideranti che quell’attore di retto (mezzo)busto sia in mezzo a lor “(d)ritto” e invece si beccheranno sol la boccuccia delle represse sul (di)vano d’una casina (s)vuota(ta), rimanendo con un “casino” d’ormoni scombussolati, (s)fottute a mo’ di cagnoline domestiche e (s)battute a (lo)culo di quattro mura da (o)nan(istich)e.
In “alto” le mani, sì, “sollevatele” e fate clap clap al Depp Johnny e al bel Pattinson, ragazzo a cui volete aprir la patta. Robert non accetterà mai il “patto” della vostra patata ma v’inchiappetterà, donandovi “al massimo” un’amicizia lunga e “dandolo” (da) “lungo” a donne migliori di lingua.
Care coglione, eppur se li taglia…, “indossando” questo caschetto “tirato su” di gel(o) simil Tutti pazzi per mary.
Un look da “cascamor(t)e”, da marinaio per le (ciam)belle, da “mariuolo” Mery per sempre, essendosi i (cap)pel(l)i strappati per copione… di (s)cena e specie… di “cerniere”. Stava infatti girando il film Idol’s Eye, in cui doveva interpretare un ladro che si fotteva Rachel Weisz ma, pen(s)ando di fottere De Niro, fu fottuto da vero cazz(ut)o. Che gioiello, che occhio! Le riprese son state cancellate, voi donne invece mai ve lo prenderete perché non ci sarà nessuna (ri)presa, pigliatevelo, e Pattinson (ci) è rimasto secco, allampanato, con questi occhi strabuzzati, languidi e ten(d)enti però ancor al “duro” album(e), insomma, neanche nel finale di Cosmopolis appariva più “agghiacciante” da “Non se po’ vede’… ma ancor me lo farei, gli si vuol bene, è bono, ammazza, questo te (di)strugge, da letto di chiodi su bulbo a(tt)izzante, che galletto, noi donne siam galeotte e molto galline fan brodo di giuggiole su (u)gole spappolate d’orgasmi auto-erotici e spacc(i)ate non tanto eroiche”…
Quindi, mi guardo allo specchio. Assomiglio a Pattinson e pure a Johnny Depp.
Controllo quanti soldi ho nel portafogli. Non tante banconote sfoglio. Sì, son povero in “canne”, come dico io. No, non me le “faccio”… ma(i) fumato erba in vitarella mia. Insomma, le donne voglion lo stesso il mio ca(na)rino eppur non son una stella e non son da stalla.
Prevedo il suicidio, me la son succhiata, e voglio, che matta voglia, piazzare, che pazzo, un “colpo” in canna del mio bang, poco da “Ciak” e molto da Crack, non la droga omonima, bensì il mio cranio che farà anche cric…
Buon “grilletto” a tutti/e.
Questa si chiama (s)porca “sparata”.
“Finiamola/e” così:
alla pastura delle “pecorine”, ho sempre preferito il pastore del mio “bastone” nella ca(mpa)gna.
E, a tali tosat(ur)e da lan(guid)e, il mio “cane” da Gaetano Rino.
Berta filava!
Tu, ringhi?
di Stefano Falotico
Hollywood sex, Mickey Rourke
I miei problemi di re(l)azione non sono sorti quando non piacevo alle (ra)gazze, per vi(t)a della mia indole “refrattaria” di lui “ritirato”, bensì quando, piacendo, furono cazzi amari e gatte… da pelare, comunque “innanzitutto”… (s)tirante…
A petto in fuori e pancia dentro, vorrei scagionarmi da ogni infondata accusa d’omosessualità.
Sì, so di esercitare un fascino “accalappiante” involontario sui maschi della nostra specie bipede col “cavallo” in mezzo a “terza gamba” d’entrarti sghembo nel didietro, ma ribadisco che sono etero, non so se “inte(g)ro” e preferisco i baci alla francese al fondente dei Perugina. Ora, vi chiederete: che c’entra quella marca con le “inclinazioni?”. Mah, io so che nella mia esistenza ho visto mangiare i Perugina soltanto dai “cherubini”. Mai fidarsi delle facce d’angelo, quelli ti pappano “ingurgitandolo”.
Al che, dopo tale riflessione “serissima” come un’indigestione di mascarpone durante il pranzo di nozze del Principe d’Inghilterra, debbo anche ammettere che prima me la spassavo di più.
Insomma, fotografavo spensierato gli uccelli… dal terrazzo e poi scoprii di esser osservato maliziosamente dalla vicina dirimpettaia, una passera su cui non bisogna passarci sopra di troppa “facilità”. Sì, la vicina sembra timida nella stanzetta mirante la sera tramontante, ma vorrebbe che di “chiave” le sbloccassi la serra(tura) come una libellula ululante. Sì, la conosco, a me non l’ha mai raccontata giusta. Voleva darmela anche per via “telematica” con stampe in fax repellente, su formato recapito da “Capito cosa voglio?” in maxi–zoom lì a sua focale, ma io spingevo… solo off e non suonavo di drin drin il suo grilletto. Cercasse un altro “pistolero”, il mio pistolino deve star nella fondina per sparare solo se lo richiede la mezzanotte di fuoco.
Sì, debbo dire che la mia adolescenza fu molto “movimentata”, un (tram)busto. Tran tran, (non) tirando. Come si suol dire, trascorrevo le mie giornate a letto… perché ero depresso mentre i miei coetanei premevano quelle malinconiche al fine di ringalluzzirle e poi spedirle in manicomio appena avessero fatto pressione di spo(s)sarsi. Si sa, una volta rese (s)fatte, iniziano a chiederti giustamente soldi. E i maschi non danno più Nu(te)lla. Una volta avuta, chi si è visto e un sal(u)to… per quelle… che soffrono di manie suicide, vero?
Da quando invece, compresi il fascino mio da maledetto “intoccabile”, me lo toccai ancora di più per saturazione.
Sì, il motto è farsele a più non posso. Meglio chi fa da sé fa per tre.
Fidatevi, lo prenderete in culo. Come la metti la metti, te lo metteranno…
Adesso, vado a mangiare un cioccolatino…
Patetica Hollywood
Il fascino patetico delle “star” di Hollywood: ove c’è un passeggino, non ci son io, Iddio!
A parte le passerelle, non me la passo sul “tappeto rosso”.
Ah, gli attori che tanto celebrate, a volte, son cerebro lesi. Amateli e disamoratevi di vita “reale”.
Io, alla regalità d’un paio di gambe mi do, offrendolo in sacrificio per gli orifizi. E le mie donne non son da “lusingare” con gioielli da orefice, ma sempre più fiche “inanello!” Brindando alle “stalle” fra dossi da “cammelle” e una mula col mulino e i cavalli!
Lo so, piagnucolando non andate pomiciando, e il selciato si fa bagnato ma non di “A” finale nel vocalizzo orgasmico. Effeminati! Notti in bianco, e poi domani c’è da imbiancare e penare senza il “pennello” colorato dell’Eros variopinto a “intingere”. Ah, abbiate pazienza, panzoni, io cadenzo un altro dipinto in una Botticelli e la lecco di seni “affrescati” con tutta franchezza che son freschi come le pesche della “tardona” Primavera.
Ah, Sharon lo era una gran figona e, quando spalancò istintivamente, al nostro basi(li)co seppe “inacidirci” per non inaridire le sue vogliettine. Sempre pimpanti in gonne svolazzanti, aperte e divaricate, oggi malandate in tuta da ginnastica sbracata. Lei beve il frappè, e nessuno l’è bignè.
Un caffettino mattutin’ e la Donna, che fu, è oggi amara, zuccherandosi talvolta con un toy boy, il quale stuzzica, attizza rizzo ove Ella leggermente arde e “la” arriccia” nel ricordare come l’erezioni accordava…
Abbiamo visto De Niro partorire “Giovannino” con Monica Bellucci, e sobbalzarle su tette co(s)miche per un baldacchino da “lettighe” archeologhe del suo professore da manuale d’amore. Poteva fargli da padre, ma Monica ha le mammelle più piccole del suo petto ingrassato. E preferì assumere il latte infantile del cinemino. Almeno, una bona cremina.
Scorrazzò di fisico senile per la Roma che fu c’era una volta in America. Ora, “Patria” di Claudia Gerini in Altare nel Sergio Castellitto sodomita fra gendarmi a “guarnire” la scudettata Ferilli prosciugata di troppo Tevere tirare-lupa, di fondoschiena per le fiaschette da buzzicone. Evviva Colosseo, l’Aristogatto! Forse, era Romeo.
Giulietta! A Venezia, alla(r)gano, con Venditti a cantar d’alta marea…
Willis, fra un’avventura e l’altra puttana, “accattata” al mercato rionale del suo hard die die dacci, sfila per Brooklyn col bambino sulle sue rotelle da cervello ammaccato e “spompato”.
Invecchiano tutti, tranne David Bowie, uno che dei bovari alla Ligabue se n’è sempre fregato.
Egli è uno e trino, Luciano invece trinca con Jasmine.
Nel “frutteto”, in quel di Bologna, un Uomo anomalo, cioè me, scherza sui delitti che avvengono nella società “fruttuosa”, in quanto sdrammatizza il crimine avvenuto a lui, causa compagnie cattive d’infingarda crudeltà.
E comunque va.
Gli altri lì.
Sì, la mia mira è infallibile, ne punto molte e loro mi puntano sulla Croce.
I punti di sutura sono esauriti, l’esaurito fu e ora ha risorse?
Mah, vedo delle ossa e poca “carne”.
Miro qualche gazzella e son “ganzo” ladro, appendendolo al chiodo, famoso giubbotto di pelle per l’Uomo che non deve chiedere mai.
Domani, sarà un altro Giorno. Speriamo di no. Continuando così, la Notte avrà gatte da pelare, nel senso “sfigato” del termine.
Nonostante “tutto” che “non ci sta”, tua sorella ci stette.
E il mio anche fu resistente.
La Mecca del Peccato, l’oscura Mela del Cinema
Hollywood è mia “bianca!”
Altro macigno a divellere potentissimamente i miei nemici, impauriti e or fuggitivi nella missione disperata d’acciuffarmi in un “Wanted” che invece taglia “spara” la loro pazzissima, all’impazzata piccola borghesia fradicia e malata di boria, oscene presunzioni e infamie da untori. Me ne beo, fra tante belle belanti, come dico io, placidamente, estraggo un sigaro cubano e aspiro, “tiro” nel mirino, da bianco “sicario” spietato, alle armonie fra un’armonica “forest(ier)a” e un “monaco” mio solo di apparenza, invero solare nella “trasparenza” notturna dello svelto svelar le gonne e a “intimidire” chi non è come me, leggenda turgidissima e rocciosa in rugiade di fianchi “affrancati” al mio “esangue” permearle lussurioso, “contemplativo” e di “melanconia” alle alcove lisce, garbate, “infilate” in altro infilzarvi dall’alto “s(c)isma” di giocherellar con le vostre scimmie, rubandovi anche le sceme e “sfiancandole” da sciatore su serpentina della mia “scimitarra radente” a dunque arcuato, incuneato. “inculo” modellarsi dentro e attorno curve tortuose quanto “tanto” pericolose.
La neve si dissolve e il “Cuore” si riscalda, “temprato” in altissimo, altro(ve) impeto pettoral da temerario nell’eccitare e “movimentare” il rabbuiato, muliebre “caldo”. Entro nel di Lei “antro”, mentre voi v’appisolate, pisellini, negli anfratti. Ah ah, mi fate ridere, patetici ragni e ratti! Io slinguazzo!
D’aureo capolavoro a nobiltà per nobilitare chi non arriverà mai alla somma del mio inno “issato” in grembo.
Una valanga, una “verga”, la r(e)azione a catena… ché imprigionò ogni bugia d’egual ritorsione nell’ esondante “danno” perpetrato ora finalmente appianato di giusto “aggiustarli” nelle (sedie a) rotelle.
Questa è “Passione!”.
Muti, zittissimi, oggi le loro coscienze infide, che tradirono ignominiosamente con illazioni, insulti e assalti, “vengono” assediate da un rimorso lento ma partorito esso stesso solo dalla gratuita cattiveria di tal impunta e punita malignità, si rintanano nella più pusillanime (in)differenza, scuoiati “a pelle” sventrata ai loro bradi istinti da me gloriosamente recisi.
“Sventolo” io e li uso come “bandierine”. Banditi, sono il colore alla vostra vita noiosa, tutti in coro a gioir di coriandoli, tutti accorati e “a collo!”.
Disprezzatemi, falsi e fascisti, il mio libero genio non ha prezzo! Insindacabile è sinapsi abilissima che libra con pugn(al)i allo stomaco formato Pdf e a innaffiar’ le vostre cazzo di teste!
Con tanto di tazzina di caffé che balla con una lat(t)ina.
Sono leggerissimo di poesia amatissima e smonto le libbre dei tuoi libri scolastici da quattro lire.
Il mio è un ettolitro di petrolio da Daniel Plainview, mio piantagran(at)e. Vai ad arare! Sei mina vagante, minatore!
Attento, Minotauro, il toro son io di ariete. Quale Arianna! Tutte mi fan il filo e perdo il fido, cane mio coccolato con panzerotto ripieno.
Tu sei solo panza vuota!
Applauso!
Adorami!
Atletica ginnastica mentale su un corpo impermeabile ai vostri colpi “duri”.
Scorrazzan come porci di scoregge nel recinto e borbottano altre offese, ma io logorerò sempre più tal luridi con adorante e superbo corazzarmi e dunque, di botte “metafisiche”, scoraggiarli da urlarmi in faccia.
Si guardino allo specchio e la loro anima non mentirà, la s(a)ccheggerò, scaccolerò nel “sacco a pelo” di come spellarono e carne ossa son invece stati macellati proprio da chi vollero maciullare, “slogandogli” la mascella.
Letargo. Alla larga da me! Se no, ti allargherò lì in mezzo! E rimarrai all’asciutto?
No, allagato! Impantanato proprio nei pantaloni! Ah ah! Ah ah!
Fratelli della congrega, fedelissimi al motto iroso di noi cavalli furenti e fieri tra le ignobili fiere vigliacchissime con le loro vacche, noi accendiamo il cero alla speranza di un Mondo migliore, incendiando l’orrida cera di chi “cena” con la pancetta pienotta! Ed è “produttivo” di stronzate direttamente proporzionali, improponibili alle loro mal taciute perversioni da invertiti che a noi si convertiranno! Volenti o nolenti, siamo noi o no il vento!
Poveri stronzi, siete stati smerdati!
Ove va la gatta al lardo, ci lascia lo zampino!
E invece Io, Iddio, son Babbo Natale e me “la” fischietto di “zampogna! Io, He-Man, ischeletrisco! Ameni, sarete menati!
Cavalcando le “renne”.Ah ah!
Comprate questo capodopera e vogliatene “tutte” signore!
Questo è il mio cervello offerto in “santità” alle finte “suore”.
Il mio trivellare gli “uccellini” dei pretacci!
Ah ah.
Sono il Corvo! Covate rabbia ma io vi stano nelle tan(ich)e appunto dei vostri culetti, cuculi e culoni! Porcellacci, sono un uccellino one a onta!
Bisonti, ecco la carica frontale!
Non mi annoderete! Sono io che snodo la camicia e vi “rinforzo!”. Ah ah!
Vi fotto sempre! In modo robusto!
Uah-ah-ah!!! Hip, hip, urrà!
Mi fate una pippa?! La pipì? E Pippi Calzelunghe deve andare a rammendar la calza da streghetta.
La strego(ne) io. La stiro!
Forza con le birre! A tutta birra!
Figlioli, acquistare!
Fighe statene lontane, è materiale che davvero “scotta”, mica “roba” che vi “siringate” col “maritozzo” della meringa surgelatissima!
Ah, il tamarro gel!
Questo libro spacca, spalma, sbottona ed “entra sottopelle”, in modo lieto e armonico invoca affinché la confraternita nostra vi sia ad addolorarvi nel mansueto incularvi a vicenda, non so se anche a Vicenza (mi giunse voce da un “usignolo” che “lì” ne vide di crudi mentre a Parma il prosciutto è cotto di catene da Santo Antonio), fratricidi e biscioni giocate di coltelli “fini” nella retorica del “buon”… costume?
Datevi alle briscole! Siete stati sbrecciati. Non sbracciatevi! Per voi, solo le bricioline! A me il bruciore!
No, le prove del “novanta” a costumino di 9 centimetri e basta.
Appaiati coi taglierini, “sforbiciate” in “lungo” eppur il naso è sempre più corto di elefante. Sì, la proboscide punta alle cosce eppur accasciati anchilosate pachidermici. Reumatismi! Evviva uno non tanto di automatismo! Evviva il mastno senza mastice! Discoteca! Cineteca ribelle, Pinacoteca ed enoteche, orsù, avvinnazzatevi! Alzatevi da ubriachi!
La “dermatite”. L’epatite, l’apatia, il Palio di Siena del vostro “cavallo” matto di patta slacciata eppur “moralmente” castigata di castrazione ad autoinganno nel cedrone gallo!
Ma quali limonate! Qui, prevedo per voi grandinate e giusto una granita al chiosco di Cecco, “famoso” omuncolo d’olfatto “prelibato”, diciamo gelato al bacio nel tastar la “crema della crema” in suo suin annusar “peperino”. Fa bene Cecco, appicca i cocchi di albero suo sciocco.
Egli sbeffeggia il paperino che gli dà del poveretto e sempre a Lei è “provetta”. Egli non usa la pompetta e non tollera i preliminari di pompini. Va “dritto” al sodo e, solidificando, ficca di “Bruto” con Braccio di Ferro a “destro” amico per le “palle”. Basta coi bambini!
Questo è liofilizzato! In tuo asfissiato!
Olivia Wilde è magra, troppo anoressica. Va essiccata in un film “scarno”, ove mostrerà solo la spolpata carne da un cannibale Hannibal Lecter nell’ammiccarle come se fosse una “sopravvissuta” con ambizioni invero da letterina. Letterati, siamo o no alati!?
Cari miei porcellini, ricordate: Lupo Ezechiele ne sa più del lupo delle “fragole”.
Il Lupo perde il vizio eppur è tempie anche se un po’ stempiato.
Fratelli, appiccicatevi e sbaciucchiatevi, sono l’Uomo che non v’aspettavate e che v’ha “affrescato” in maniera “alito” freschissimo come due amanti in Alaska fra vischi e il vento “fischietto” a spronar l’intirizzito “fisico” che ricercò l’origine della sua razza scimmiesca.
Il fisico studiò eppur non “stucca”, è più orso in quanto polare.
Appioppatelo a un abete. Spogliatelo di ogni abito e habitat.
“Mettetevelo” nella zucca di Halloween, sono ululante in quanto non ungulato ma goloso di “piluccanti”.
Festa, imbecilli. Datemi Clarabella e m’“imbruttirà” di “imbrattata”.
Fine con la “botta”: la Donna è savia quanto meno sazia. E salì in Lei che “sollevò” lo scettro in mezzo a voi, gli spettri.
Ho dato tutto.
Più di così, se’ mor’, infatti la gente mi urla “Va’ a morì ammazzato!”.
No, voglio morire nella mo(r)ra cinese!
Un, due, tre, facciamo anche quattro. E tutta la Notte!
Il banco sbanca! La bianca è nera! Le banche fanno sesso con una banchina.
Il Moro di Venezia coi mol(l)i.
Otello, mangiati i tortellini!
Iago, sei un geloso ma non godi!
Da me, invece, solo mazzate e mortaretto piazzato “docilmente” su viso lor sbiancato “mozzarella” di “pizza”.
Ah ah ah! Sono incorreggibile.
Tu pensi di fregarmi e io sto calmo con le gambe “sfregandomeli”.
Ah ah.
La Neuro!
Il chiromante!
Amami da ghira coi ghirigori!
Insomma, che cazzo fai?
Disponibile anche in versione eBook.
Chiudi la bocca!
Firmato il Genius
(Stefano Falotico)
Play rigate dritte, allungate di mio naso!