Parafrasando il titolo di un celeberrimo film di Woody Allen e adattandolo, diciamo, al vostro essere assatanati, vergherò qui, con candidissima omissione, no, ammissione della mia ancora invincibile purezza che non abbisogna né di altre confessioni né d’inutili abluzioni, tutto il travaglio partorito e, oserei dire, generatosi dopo che, sessualmente nascituro ma soprattutto duro nella prima ragazza che mi sverginò nella supercazzola prematurata con scappellamento a destra, venne, no, avvenne un casino che me lo introdusse, no, me lo disossò, no, me lo dissanguò, no, m’indusse, finite che furono le molte compenetrazioni da ossessi dei nostri entrambi sessi spolpati, spompati e spossati, congiuntisi, molto untisi ma non coniugatisi nel matrimonio, ovvero non sposati, ad addentrarmi alle origini uterine della nostra umanità animalesca per la quale, secondo l’istinto primario della suzione mammaria e anche materna, tutti i maschi, anche quelli dalla carnagione colore bianchissima come i latticini, si affidano al Vaticano, no, vaticinano la vag… a. Il che mi condusse a sprofondare a Prénatal e a Bim Bum Bam, no al pre-Big Bang di tale disumano pianeta delle scimmie.
Secondo il biologo Stanley Kubrick, no, Kubrick fu “solo” il regista di 2001: Odissea nello spazio, no, secondo Stanley Miller, non so se anche andrologo o pediatra ontologico, non so se pneumologo, astrofisico attorniato da super fighe cosmiche o uno che amò scoprire il vuoto pneumatico prima dell’esplosione atomica del primo uomo di Neanderthal, detto primate, in una milf, no, in una mammona, no, in un Mammuth, no, in una primitiva mammifera pelosa con gli estrogeni, ecco, secondo Miller, la vita sulla Terra si originò per via di scariche elettriche precipitate in uno stagno.
Per dimostrare la sua teoria, oserei dire fangosa, quasi sporcamente cremosa come l’eiaculazione più focosa, Miller creò artificialmente un brodo primordiale in forma quasi microscopica. Sottoponendolo a insistite “radiazioni” quasi elettromagnetiche, notò che, a distanza di qualche orgia, no, ora, nel brodo si svilupparono degli organismi unicellulari. I quali, crescendo intellettivamente, migliorarono raffinatamente il loro uccellare nel farsi più elegantemente, comunque fornicando assiduamente con tutte le bestie con più cellule e anche con più cellulite senza neanche riflettere alle conseguenze neppure per un solo istante.
Insomma, nulla cambiò, ancora oggi gli uomini e le donne pensano sempre a quello/a infinitamente.
Sì, tutto partì nell’acqua e ancora tutto parte da lì. In fallo, no, difatti le femmine, quando sono eccitate, si bagnano, ribollendo effervescenti.
Così facendo, il Velociraptor maschile entra nella loro grotta per appiccare il fuoco con tanto di finali graffiti. Similmente a come gli ominidi, dopo aver fatto i predatori, sì, dopo essere andati a caccia, dipingevano le pareti in maniera grezza e pure gretta. Poi, le donne divennero più sofisticate e più garbate come Garbo Greta e gli uomini migliorarono i loro primigeni, barbarici spruzzi pittorici, affrescando come Michelangelo non solo i “vasi di terracotta” di Demi Moore di Ghost ma anche la Cappella Sistina, un capolavoro cosmogonico. E ho detto tutto, miei uomini e donne calorosi e macrobiotici.
Questa è la verità, non ce ne sono altre. Lo capirete a scopo da ritardat(ar)i, no, a scoppio ritardato poiché le altre sono care, stanno anche con le cariatidi purché costoro possano pagare loro i migliori dentisti per curarle dalle carie e comprare loro i divanetti anti-acari, miei esseri eucarioti che foste fottuti, ah, mie conigliette, no, miei conigli da carote.
Da tale pseudo-evoluzione, saltarono fuori pure i Beatles.
Banda ecumenica che cantò la bellezza dell’amore universale, capeggiata da John Lennon, il quale si accoppiò con una giapponese semi-naturalizzata americana, e formata dal belloccio Paul McCartney, dal metafisico George Harrison e dallo scimpanzé Ringo Starr.
– Stefano, a te piacciono le donne?
– Non tanto.
– Allora, ti piacciono gli uomini.
– Per niente.
– Sei misogino e misantropo, dunque.
– No, ho letto troppi libri di un altro Miller, Henry. Sono un uomo da Tropico del Cancro, non da brasiliane ai tropici. Quelle fanno venire l’AIDS.
– Ma come mai non vai matto per le donne?
– Alle donne piacciono gli uomini. E gli uomini sono per la maggior parte matti.
– Quindi, sei un eremita.
– Sì, vivo in una spelonca al freddo e al gelo. Sono un cavernicolo ma non uso la clava.
– Come mai sei arrivato a questo agghiacciante processo evolutivo?
– Perché le canzoni di Ed Sheeran piacciono a tutto il mondo. A me paiono false.
A proposito di cazzate, a me il film Ghost parve fin dapprincipio una boiata.
Non ci crede nessuno che Demi Moore volesse il compianto, ahinoi deceduto non solo nel film, eh già, Patrick Swayze, così tanto da non desiderare più nessuno.
Demi Moore è una conclamata, innegabile donnaccia di malaffare. Nemmeno l’interprete della sega, no, saga di Die Hard riuscì a curarla dalla sua an(n)ale ninfomania sesquipedale.
Così come, allo stesso modo, in questo mondo nessuno riesce ad alleviare la mia malinconia ancestrale.
Per quanto mi concerne, senza neppure slacciarmi la cerniera, a mio avviso potete anche andare tutti a farvelo dare nel culo.
Odio le cerimonie, son uomo di acrimonia e forse sono pure un angelo e domani un demonio.
di Stefano Falotico