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Buona Pasqua con una settimana d’anticipo, evviva il Cinema di Eastwood e di Michael Mann, super video futurista


13 Apr

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Eh, io lo so che non conoscete il significato della parola futurismo. Non è la fantascienza. Bensì un termine accostabile al Cinema di Michael Mann. Veloce, lisergico, romantico, rombante. L’incarnazione di Colin Farrell di Miami Vice.

Anche quest’annata cinematografica sta finendo. Qual è stato il miglior film dell’anno?

Green Book che ha vinto come Best Picture agli Oscar? Ottima pellicola.

No!

Mi pare ovvio che il migliore film dell’anno, senza esitare un istante, parafrasando Robert De Niro di Heat, sia The Mule di Eastwood.

C’era bisogno di chiedermelo?

Un film straordinario. Con un’accelerata, impennata emozionale, dunque emozionante, nell’ultima mezz’ora da commuovere anche un cuore di porfido, oh oh, miei perfidi.

Anche se l’ultimo, vero capolavoro di Clint rimane Gran Torino.

Un’opera monumentale. Contro ogni forma di razzismo, di bullismo, di violenza. Di prevaricazioni.

Io non sopporto molto Marco Mengoni. Mi dà l’idea sempre di essere un fighetto da De Filippi.

Ma devo riconoscere che la sua ultima canzone è molto, molto simpatica.

Peraltro, come già dissi ieri, che film Ali…

E quei coglioncelli per ragazzine col ciuccio, molto ciucce dei Backstreet Boys?

Oh, secondo me questa, bando alle ciance, spinge.

So che voi nichilisti fancazzisti che vi credete chissà chi, oh lo so, lo so, lo so, insomma, sottolineo da sapiente, dite che è oscena.

Perché siete dei falliti.

E degli invidiosi.

È così.

 

La leggenda narra che il giorno di Pasqua si celebri un uomo che risorse.

Almeno, fratello, questo è quello che ho imparato a catechismo.

E tu, pivello sciroccato d’un Johnny Boy/De Niro di Mean Streets, ma che cazzo stai facendo?

Non voglio catechizzarti ma ti do un consiglio, coniglio. Non fare più lo stronzo.

Guarda lì quel babbeo. Va in giro e picchia le gente. Ma com’è messo?

Tradisce le persone, prende per il culo.

Ma che si fotta!

E quell’altro invece? Guarda che spettacolo orripilante.

Va sempre a messa, impeccabilmente. E il lunedì mattina è già lì, tutto sorridente e menefreghista, che sfotte i barboni, gli handicappati, i diversi e poi va a gozzovigliare. Ma suonategliele.

Sì, lo so. Sono insopportabile.

Come dice il mitico Al Pacino alla sua donna:

– Perché tu preferisci la normale routine: scopiamo e poi perdi il dono della parola.

– Perché devo tenermi la mia angoscia, la devo proteggere, perché mi serve, mi mantiene scattante, reattivo, come devo essere.

 

D’altronde, I ponti di Madison County è uno dei film più belli di sempre.

Se tu dici che è patetico, le possibilità sono soltanto due, “muso nero”: o sei ipocrita o sei un monaco.

E io non sono queste due cose.

 

di Stefano Falotico

TOP TEN Al Pacino


05 Nov

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Ebbene, oggi parliamo di Alfredo James Pacino, indubbiamente, e sfido chiunque a smentirmi, uno dei più grandi attori della storia del Cinema.

Quali sono a mio avviso le sue dieci più grandi interpretazioni?

Partiamo col dire che è difficile trovare, nella sua filmografia, una brutta interpretazione. Semmai, ovviamente, con l’andare dell’età, di ruoli migliori gliene sono stati offerti sempre meno, quindi negli ultimi vent’anni è incappato in film assai mediocri e abbastanza invedibili. Eccezion fatta per i suoi superbi lavori per la HBO.

Anche se, come sapete, il prossimo anno, quando compirà la bellezza di settantanove anni, uscirà con i due film più attesi in assoluto della stagione, vale a dire The Irishman di Scorsese e Once Upon a Time in Hollywood di Quentin Tarantino.

Mica male per un vecchione, eh eh. Che poche settimane fa si è messo assieme a una che potrebbe essere la sua nipotina. Ci dà, Al, ancora un mandrillone!

Dunque Al, nonostante l’inesorabile trascorrere del tempo e nonostante non sia più quello di una volta, ha ancora il suo ottimo perché.

Ma passiamo alla classifica. Otto nomination all’Oscar ma, scandalosamente, solo una statuetta. E nel suo carnet può dire e vantarsi di essere uno degli attori con più candidature ai Golden Globe di sempre, ben diciassette!

La sua migliore performance, a mio parere, è quella di Cruising. Specie nella seconda fase della sua carriera, Al è stato famoso per i suoi lunghi monologhi, vedi L’avvocato del diavolo e Ogni maledetta domenica. Gigioneggiando a briglia sciolta. In Cruising, invece, parla poco, è molto sulle sue e comunica quasi esclusivamente attraverso lo sguardo.

Come diceva Marlon Brando, un grande attore non ha bisogno di troppe parole. È nella forza del suo sguardo che si vede la potenza recitativa.

Al secondo posto, il mitico, terrificante Michael Corleone della saga de Il padrino.

Al terzo e quarto posto, Scarface e Carlito’s Way.

Quinta posizione per il suo Vincent Hanna di Heat.

Non so se ci avete fatto caso, eccezion fatta per Il padrino, ho citato sino a questo momento tutti film per cui è stato oscenamente ignorato dagli Academy Awards…

Settimo posto per un film del quale non parla più nessuno: Lo spaventapasseri.

Dunque ci mettiamo Sonny di Quel pomeriggio di un giorno da cani.

Passiamo al magnifico Donnie Brasco.

E finiamo con Seduzione pericolosa. Ah ah.

Come? E che fine ha fatto Scent of a Woman? No, secondo me non entra fra le prime dieci posizioni.

Se non vi sta bene, andate a fare in culo. Uahh!

E ora sparatevi pure questo video!

 

di Stefano Falotico

Si nota che ero un “maniaco” di De Niro? 3 è il numero perfetto, non cinque come Igort


22 May

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Ebbene, a quanto pare stanno cominciando le riprese di 5 è il numero perfetto, con Toni Servillo nei panni del guappo Peppino Lo Cicero.

Ora, chi è il guappo? Letteralmente significa camorrista ma il termine viene utilizzato soprattutto per definire una persona di bassa estrazione sociale particolarmente stronzetta, volgarona, spavaldamente sfrontata. Sfacciata e disinibita.

Dunque Servillo è “perfect” per il ruolo. Questo napoletanaccio, ah ah, che è amante della mondanità romana, che ha sbertucciato Berlusconi con esiti discutibili, che ora è appunto protagonista di questo film che sarà diretto proprio dall’autore futurista del fumetto omonimo, Igor Tuveri, in arte Igort.

Forse verrà fuori una stronzata.

Ecco, andate a cercare nel net, troverete vari siti che scrissero che in tempi non sospetti si pensò anche a De Niro per questa parte, e si voleva Johnnie To alla regia. Non mento, andate a controllare su Google.

De Niro che, proprio in quel periodo, era associato anche a Frankie Machine da Winslow per Michael Mann.

Io dissi subito che De Niro “guappo” in un film italiota era impensabile poterlo avere, e ci voleva un produttore forte per fargli accettare il film. Mi diedero del coglione e, come sempre accade, i coglioni erano gli altri.

Igort, questo futurista, sì ma non quello del movimento artistico-politico fondato dal Manifesto di Marinetti, e neanche uno che ama il Cinema adrenalinico, romantico, “velocizzatore” di Mann, il creatore di Miami Vice.

Io su De Niro so tutto, conosco anche le rughe che ha sul basso ventre. E quante volte va in bagno nell’arco delle 24h.

Si nota che, soprattutto nel 1995, ero “impazzito”… per lui? Sì, una copia da vedere e rivedere, una nel caso si rompesse la VHS, che si sa è ed era facile all’usura, una per il detto non c’è due senza tre.

E ai due lati il Frankenstein di Branagh e lo Sleepers di Levinson.

Ho detto tutto…

Se volete, vi vendo le due copie “cadauna” all’asta. Prezzo stabilito: 100 Euro. Così, con quei soldi mi compro dieci Blu-ray. Ah ah.

Eh sì, ci sono i guappi che spendono i soldi in cocaina e zoccole e ci sono i falotici che li spendono “a puttane”… Per il puro piacere della visione. Ma quale visone, signora! Da me non avrà nessuna pelliccia, io vendo cara la mia pellaccia. Ah ah.

 

di Stefano Falotico

Tom Sizemore, ritratto di un grande attore o di un ratto


10 Aug

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Possiamo attualmente ammirarlo nel revival di Twin Peaks, ove al solito fa la parte di un viscido speculatore e affarista senza scrupoli, tanto che voleva ammazzare il povero Dougie Jones per mera malignità del suo animo corrotto. Ma da tempo, a parte chi è fanatico degli straight to video, era assente. Lo ritroviamo qui, sciupato, col volto tumefatto dalle rughe, con “rivoli” di pazzia che gli saltellano negli occhi. Un uomo, un perché. Dopo essere stato un caratterista d’eccezione in pellicole di culto degli anni novanta, come Natural Born KillersHeatStrange Days e Salvate il soldato Ryan, i molti problemi con la droga e con la giustizia, come si evince dal papiro alle sue “malefatte” dedicatogli da Wikipedia, l’hanno fatto precipitare nel più “losco” anonimato. Ma quest’uomo, ricordiamolo, nei suoi giorni “splendenti” scopò Elizabeth Hurley e Juliette Lewis, due che soprattutto all’epoca erano annoverabili fra le tope più scopabili, appunto, di Hollywood e zone “zoccolanti”. Dunque, inseriamo foto che lo ritraggono all’apogeo del suo mai arrivato, vero e proprio, (suc)cesso.

 

di Stefano Faloticoheat01 02343262 rc39

Gold & Collateral Beauty Trailers


08 Sep

Mentre Chris Nolan ha intervistato De Niro, Pacino e Mann più cast quasi al completo e Kilmer Val rimbambito e appesantito, per la rimpatriata di Heat versione deluxe, sono usciti due filmati niente male, anche se questo Gold, nonostante il McConaughey in sovrappeso, pare poco ispirato e già noioso.

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Ricordiamo che Heat è un capolavoro, mentre questi due mi sembrano lontani dalla parola bellezza.

 

The Academy presented a screening of "Heat" on Wednesday, September 7, 2016. Pictured (left to right): Director/Producer/Writer Michael Mann, Actor Robert De Niro, Actor Al Pacino and Moderator Christopher Nolan.

The Academy presented a screening of “Heat” on Wednesday, September 7, 2016. Pictured (left to right): Director/Producer/Writer Michael Mann, Actor Robert De Niro, Actor Al Pacino and Moderator Christopher Nolan.

 

Vendicatore cinematografico


20 May

Il Cinema estivo, sette film senza tempo ma di atmosfere eterne, quasi d’etereo (ecto)plasma qual sono, reincarnato o forse scarnito perché fanciullesco resterò e non m’arresto…

di Stefano Falotico

 

Stand by me, sarà la mia estate migliore da blues brother, nonostante il “caldo” (s)premente son rimasto un diverso, vige l’urlo sempre in me della forestale latenza da “disertore”, sì, meglio il deserto…

 

Alle ore 1.02 di tal mattina bolognese, un po’ “albina” e po’ appunto di qualche ora dopo l’alba grigia, a causa della nebbia fitta su mie fitte non smaltite, gastriche insomma da insonnia ancor perdurante, dopo aver aperto Facebook e aver preso nota della Parietti (ex) nazionale imbruttita senza trucco da vecchietta ché nessuna “oca” più tira di scosciate che “spinsero” catodiche su sgabello al cardiopalma, vengo contattato, non so se con tatto, da un mio amico totalmente “denudato”, seppur la sua foto principale del profilo, aggiornata di barba da uomo rude e trasandata, non s’allinei col messaggio chat che presto m’inviò, prima di “partire”…, lasciando ogni traccia sparire. Non vorrei si sia, invero, sparato ma abbia mentito, raccontandomi la vecchia storia dell’uomo “duro” che, rottosi il cazzo della società sempre più dura ed esigente, decide d’intraprendere un selvaggio viaggio, cioè l’oblio nelle terre più “nere”, dette anche morte e ricordate che la notte è lunga purtroppo… chi vivrà, non vedrà nulla perché le tenebre c’hanno oscurato nella chiusura più sigillante, castrandoci nel blackout “sempreverde” ma senza interruttore d’emergenza della Beghelli. Eh sì, il mio amico si dà il ton(t)o, anzi la tonalità a foschissime tinte, della botta di vita da uomo “riaccesosi” ma io scorgo, fra le sue righe, il crepuscolo malinconico via via spegnendolo per un “atterraggio” aspergente lassù da fu terreno secco e, nell’aldilà, scomparirà del tutto. Prevedo una tragedia, devo evitare il lutto, ma non opterò per la “lista nera” bensì per uno spam. Lo spam scuote, lo spam fa da defibrillatore per chi lancia messaggi allarmanti mascherati da vitalistiche euforie. No, non credo alla sua versione, quindi meglio dargli la scossa perché non mi disturbò ma è troppo disturbato e solo un pazzo non leggerebbe nel suo messaggio un suicidio annunciato.

– Stefano, sei in linea?

– No, ho perso la linea anni fa, quando divorai me stesso. Da allora, non riesco a smaltire i suoi 21 grams di troppo, ed è “grasso che cola”. Comunque, dimmi pure. Stavo mangiando del purè come tarda colazione, tra una forchettata e l’altra ci sta la chiacchierata.

– Volevo dirti che sei un grande. Te lo dico perché da oggi sparirò da Facebook. Mollo tutto. Troppe delusioni e non devo più dimostrare nulla a nessuno. Ho qualche soldo da parte e girerò il mondo per un po’…

– Ecco, per un po’. Una volta finiti i soldi, come farai a pararti il popò?

– Ah, questa è una cagata, Ste. Mi arrangerò in un modo o nell’altro.

– Attivo o passivo?

– Cioè? Non capisco.

– Sui viali, come ti “presterai” al “miglior offerente?”. Dandolo o prendendolo? Non è che oltre a prostituirti, senza una lira ma (im)bucato, io veda sinceramente altre s(ol)uzioni possibili. A meno che tu non voglia far la fine di Dondolo? Il nano di Cenerentola. Sì, in effetti molte “balie” (te lo) mantengono basta che, come loro personale gigolò, qualche volta faccia… tu con loro il giochino dell’altalena, basculante ma mi raccomando (e)retto.

– Ah ah, dai, hai sempre voglia di “schizzare”. A parte gli scherzi, no, mollo davvero.

– Devo usare i tamponi per le orecchie o devo abbassare la cornetta?

– Che dici?

– Guarda che il peto echeggia di maggior rimbombo nel cavo telefonico. Non senti la puzza ma i timpani si rompono. Se ti sei rotto, non rompere me.

– Ah ah, “brum brum”.
Fine lapidaria della conversazione. Sarà una lapide e memoriali dopo il funerale?

Silenzio di “tomba”. Già.

 

Sì, ultima “botta”.

Più morto che vivo? Non ci son dubbi, solo nel cimitero i (ci)pressi.

 

Qui, in verità, c’è poco da stronzeggiare e da ridere. Sempre più giovani, sfiancati da una società (cor)rotta, frenetica, spaccante le palle, vola… talvolta giù dalla finestra. La classiva svolta, certo, più che altro giravolte a tuffo nel vuoto.
Io, che sono il Signore Dio tuo, vi rivelo che le peggiori profezie si sono avverate.

In questo declino della società, i giovani, svalorizzati e mangiati vivi, o partono in senso (a)lato, leggasi s’ammazzano, o decidono di viverla come madre natura li ha fatti.

Dio mio!

Rendiamo grazie… agli “adulti” che tal società han (de)costruito.

Sentite condoglianze, chi si è visto si è visto, chi no, chi può, chi non ce la fa, chi non ha altro da fare.

Se non altro è stato un viaggio.

Senza ritorno…

Rimangono le memorie…

E, come cantava Rino Gaetano, il cielo è sempre più blu.

Di mio, prevedo che Interstellar di Nolan sarà un grande film anche se potrebbe rivelarsi un buco nero.

E, viaggiando, incontreremo un alien(at)o più umano.

Stand by Me

Battiato e la stagione dell’amore viene e va.
A te va?

Ah, era meglio quando si era bambini.

 Into the Wild

Interstellar

Tornerò.

Siamo sicuri? Come si suol dire, non è che lo perderemo fra le stelle con la testa fra le nuvole?

Mission

La scena di De Niro che scala come Sisifo lo strapiombo fra le cascate e si redime è una delle più grandi scene della storia del Cinema.

L’ultimo dei mohicani

Epico, Michael Mann.

Prendere il classico di Fenimore Cooper e renderlo quasi un action con finale mozzafiato. In ogni senso.

The last of the mohicans, dopo lo scempio del cattivone, fissa negli occhi il nemico e gli trancia il capo.

Interceptor

Spazio-tempo siderale, nessuna era, barbarie, modernità e futurismo da età della pietra.

Vendetta devastante.

Alla fine, lo ammazza fuori campo.

Collateral

Altro capolavoro di Mann. Tutto in una notte. Quando scopriamo che il buon taxi driver è più spietato del sicario Cruise, scoppia la furia.

Come se, a tarda notte, udissimo dei colpi al portone e abbiamo intravisto un fantasma che svanisce nel nostro incubo peggiore.

 

“Heat” di Mann, calore di mani!


20 Aug

Heat, videorecensione: reportage al “calore” di una giornata “indimenticabilissima”, molta bile e anche un salto nell’immondizia da bidone, almeno c’è scappata la figa(ta)… anche la faccia(ta)

 
La carriera letteraria del Falotico è un Daniel Plainview de Il petroliere. Emersi dal pozzo nero per espandermi a macchia d’olio. Ah ah! Salvo complicazioni, causa fortunosa di “miracolo” e annesso “a rotto della cuffia l’inascoltabile, ”indimenticabile Antonello Venditti” che mi turba in radio, a cui preferirò sempre irradiare di mio Pacino mischiato con un De Niro da all night long! Bang! E anche il radiatore della mia macchina scassata in mezzo a questo Mondo “solare” ma senza raggi neuronali.
Io sradicai il “ragno” e di pari morsa fui mossa strategica! Ah ah!


Appena mi accorgo che mi sto rilassando troppo nel dormir sugli allori, mi reco in quel della Torre Asinelli, ubicata in centro del culo di Bologna, assieme a due “amici” che odio, Stefano Accorsi e Pasotti Giorgio.
Essendo Accorsi leggermente più simpatico per via del nome omonimo, non lo rendo “anonimo” in memoria dei posteri. Mi spiego meglio. Saliamo le scale che conducono in “alto”. La “piazzetta” dell’“attico” è “disabitata”. Solo noi tre, il Buono, cioè me, il Brutto, Accorsi che però sta con Laetitia Casta (stia “bona”, altrimenti solo la sagrestia, altro che sangria francesina, cintura strizzata!), il Cattivo, il “figo” semi-castrato Pasotti, un mezzo bassotto che, nonostante sia penoso, sta “salendo”, soprattutto nel collezionismo di “carne”. Sì, oggi si fidanzacon una vacca dello spettacolo, domani in un filmetto sbattuto lì. Lo vedremo a prezzemolino. Va fatto a pezzi. Ma quale pezzo d’uomo è mai costui? Al che, lo piazzo nel mezzo di “comunella” con Accorsi, gli sputiamo sul visetto e, “buffetti”, lo gettiamo giù per un volo “libero”, incluso urlo “emiliano”, cioè “Socmel, Dio bonin, finirò come un tortellino in brodo”.
Al che, Accorsi e io andiamo al bar del corso, ove io strappo i corsetti dei pants d’una da corsette in Via Indipendenza nel tradimento a suo marito di “cornetto” e “ripieno cremoso”, “pendendolo” torridissimo di “vasca” a diagonale della decumana nell’ano perpendicolare, e lui stappa un bignè con un omosessuale in pantaloni aderenti simil Carrie Anne Moss di Matrix, una che di fisico attizza, di volto ambiguo ti rende androgino in un frame “immobile”, nello scatto (ir)reale che stava saltando addosso, regalandoglielo”, ed è rimasto invece immortalato nello stop su “mozione” di sfiducia al tuo “frammentato” di “Chi cazzo è questa, una Donna di uccello volante, me lo mozzicherà?”.
Sì, Stefano lo lascio col “lascivo”, un mezzo debosciato con la “S” strascicata da bolognese DOC “alla besciamella”, io mi credo Al Pacino. E faccio bene. Anche il ragù. Pacino non è originario di Siracusa né di Ragusa, i suoi vengon da Palermo e il “mio” ti viene “vulcanico” come l’Etna di “Tieni qua la lava dello sperma”. Canto con Beppe Maniglia vicino al Nettuno, prendo una scema che applaude e la gonfio di polmoni da “scaldabagno” col forcone. Emulando Beppe, cantante “pompato” su muscolo “dilatatore” e infil(z)ante.

Perché incastrai De Niro nelle mie iridi. Sono freddo, meticoloso, e mi affeziono solo se il mio… può sganciarsi in 30 secondi netti quando m’accorgo che è troppo cagna. Una così va sfinita subito, altrimenti finisci male.
Sì, in questo film, De Niro s’impunta col traditore, poteva scappare e scoparsela per sempre. Invece, per manie vendicative da “perfezionista maniacale” come a proverbiali suoi puntigli attoriali, cazzeggia troppo di ripicca e si becca da Pacino il due di picche. E pure il finale commovente, quasi gemendo.

Problemi col Kindle, meglio di un Kinder con la “R” moscia dei bimbetti “dolci” come da educazione di genitori “buonisti”

Sì, la generazione attuale crebbe con Nicole Kidman ad adorarla. Ma, perdendosi in fantasie, ha perso pure Nicolina e le affiliate women semi-monche. Sul canale “di scolo” 66trombato di Sky, programma “Appuntamento al cupo”, danno in onda puttane su cui inonderai. Se non ti piace, c’è il Dvd di Kids, Larry Clark per uno da Clerks, come te, nerd del caz’.

Recatevi su Amazon.it, e comprate “Lucifero è vergine”, opera del Falotico, naturalmente.
C’è però il però, non il Perù né Piero Pelù, di un Much Ado About Nothing, la clausola “rompiballe”, detta papale papale ti scassan per boicottarti.
Vengo contattato dallo staff, che mi segnala il “contenuto” della revisione:

“Abbiamo notato che alcune parti del Kindle son già presenti nel web. Provengono dal suo www.geniuspop.com/blog”.

Poi, confermo e loro: “Allora, va bene, il sito è suo”.

Io: “Gentili saluti, sì, il sito è mio e tua sorella, con me, non si contiene come il fiume dell’Amazzonia”.

In poche parole, la vita è come Heat di Michael Mann. (S)fatta di relazioni interpersonali, depistaggi, chi ti fuorvia, i furbi che te lo voglion ficcare, traditori, donne balorde un po’ da fottere e un po’ da farti piangere, casini, puttanate, io sparo a te se mi dai il fucile perché quella fedifraga non m’ha dato la figa e non ha rispettato la “patta”, lotte intestine, “patatine” e ketchup,  inseguimenti, sospetti, “Porco Giuda quant’è bona Ashley Judd!”, una pistola scarica e tuo marito come Danny Trejo, il che sarai una palindroma. Fidati.

Al che, ascolto il programma cinematografico condotto da Guido Bagatta

Cambio “stazione”, Guido perse il treno dalla nascita, ecco le ragioni…

Solo una, sua moglie non lo ama e adesso s’è dato alle colonne sonore d’associare a “Secret Garden” di Jerry Maguire.
Anch’io amo Springsteen. Ma c’è una differenza fra me e Guido. Lui è Renee Zellweger, io sono la palla da football.
Comunque, Jerry Maguire è l’unico film decente di Cameron Crowe.
Per gli altri, han utilizzato sempre i Pearl Jam. Cattive an(n)ate.
Se scelgo il Boss è perché incula Eddie Vedder con il mignolo del “catarro” roco, davvero rock, senza “alternative” di “chitarrine” mielose. Quando si suona, si carica. Lo sa Patti Scialfa. Di Notte, Bruce diventa rossa Luce.
Il resto è una stronzata. Fidati. Beccati la musica della minchia e non la userai.
Sì, il Mondo è peggiorato. Si è rallentato di ritmi. Siam passati, rimanendo in ambito italiano, da Luigi Tenco a Mengoni. Fra i due malinconici, scelgo uno coraggioso. Luigi si suicidò, Mengoni da me otterrà solo che lacerati coglioni.
Poi quell’altro ritardato, Jovanotti.
Adesso il tormentone estivo è la conchiglia…
Di mio, voglio pulire Sandra Bullock a mo’ di Demolition Man con la conchiglietta.

Questo sono io, uno Stallone. Beccati la “leggera”, ché io spingo pesante son “spumeggiante”.
Beccati la piuma, io la rimpinguo sotto il piumino.

Ecco il “bambino”.
Puro come il duro, idrocarburi e carboidrati e Lei s’idrata, dal freddo assiderante al sedere con la “serenata” e il mio “idrante”.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Heat La sfida (1995)
  2. The Canyons (2013)
  3. Motel (2013)

De Niro “heat” Pacino: who is better actor?


03 May

Invertiamo gli addendi, il risultato impossibile di risposta certa non cambia.

De Niro e Pacino e il loro cattivo rapporto col vecchio West


10 Mar

Cronenberg ci metterà lo zampino?
Sì, De Niro sarà Sam roniniano e Pacino un Serpico con la stella di latta, fra le sparatorie

Il Falotico non è male. Egli è contro il Male, e non racconta mai balle fra quelle di fieno, il che è buono, oltre al brutto e al cattivo. Osservate le sue movenze “monocole” da “bendato” su fondina federa(le), cacciatore di taglie e dunque bounty killer contro ogni ingiustizia sociale. Egli smuove le palpebre al sonno marlowiano su carisma alla Marlon Brando de I due volti della vendetta

Eh sì, il grande Bob è stato Jack Walsh, e Pacino il suo “piedipiatti” Vincent Hanna nella sfida da rivali e antagonisti “acerrimi” a chi sia il migliore della loro generazione.

Hanna, poliziotto duro come un macigno, che non sa gestire le sue relazioni amorose e con una figlia in prossimità del suicidio, una Natalie Portman prima che sbocciasse un po’ cigno nero, nella sua sessualità matura e non adolescenziale da complessata e intimorita, da polsi recisi del suo fiorellino, Hanna, non l’omonimo film di Joe Wright, nonostante le analogie “ribelli” della pargoletta selvatica e acerba, ma uno che, oltre alla “sparata” di Scent of a Woman, bracca Neil e gli dà filo da torcere. Heat, un capolavoro epocale, nessun Michael Mann sarà mai così denso e corale, così malinconico alla Peckinpah, un mucchio selvaggio di stronzi e stronzate, di donne fedifraghe, traditori, rapinatori Giuda, tavole calde col “ketchup” dei cazzi propri impazziti simil maionese.

Ma sia De Niro sia Pacino, a prescindere dalla grandezza loro indiscutibile, hanno una “pecca” nella filmografia da intoccabili mostri sacri.

Sì, Jack Nicholson lo fu nel western, anche Dustin Hoffman, per non parlare di Robert Redford.

Alla lista degli attori fighi su anni ’70 formato James Dean, mancano i loro “speroni” all’appello.

Guardare per credere:

 

Ora, che c’entra Cronenberg? Come i cavoli a merenda? No, come il cappero da ficcarti nella tua “marmellata”.


Ami Cronenberg? Allora sei uno space cowboy come Clint Eastwood nel Tommy Lee, l’ex amante di Pamela Anderson, Jones è solo Grace…

Ogni Notte, “aggiusto” il video porno di Kim Kardashian e poi lo “scarico” nel “Tubo”… delle spazzature. Voi, tra le fogne, ne rinvenite i “rimasugli” e morsicate questo fondoschiena mulatto “sbiancato” da Nerone, “uno” che bruciò Roma e in “lei” divampò

Non giriamoci attorno, “tutto” ruota attorno alle rotelle. Se ti “manca”, diventi picchiatello e usi solo il “martelletto”. Lo sa bene Roncato Andrea ad Acapulco ché la prima spiaggia a sinistra “glielo” rese “usurato”. Un disoccupato da usurai, nonostante appunto lo “usasse” nel fai da te “autonomo”. Egli lo slogò, di bava boccheggiò e poi, senza “affogarlo”, affogò.
“Cosa” voleva? La figa? No, lo stipendio per non dipendere dal “pene” penoso suo “senza palle”.

Sì, uomini e “maniscalchi”, lo so, desiderate le donne scalze. Ché scalzino il lavoratore frustrato in voi “domato”. Quando cala il tramonto, “qualcos’altro” monta. Il vostro lupetto, di giacca e cravatta, si snoda nudo per notturno “nuoto”. “Inumidite” i calori repressi e lei v’è “compressa”, come le pastiglie dei farmaci antidepressivi ad addolcire la rabbia che, salendo, non v’è ascendente d’ingegno “elevato” ma sempre più “prodighi” alla figliola vostra “prona”.

Marco Ferreri fu ferrato in “materia prima”, la carne della Caprioglio… Con un Castellitto senza ore di religione. Fellini, invece, allettò la sua pancia, “arcuando” la videocamera a “deformità” muliebri di mule dal culo enorme. Di Titta e tettone “Gradisca”. Amarcord… Federico era da manicomio, un pervertito onanista con “d(i)ritto” di guardare oltre il lecito, intimidì Masina Giulietta fin a rovinarla “spiritica”. Bastavano un paio d’aspirine per dimenticare i suoi tradimenti con Marini Valeria, la “bambola”.

Brass Tinto tinse Koll Claudia dopo la “chiave” in Sandrelli Stefania. Una “sorca” d’attrice che ha fatto… fortuna, una “bona”… sorte, mie “sorelle”.

Il Cinema americano è sempre stato pieno di voyeur, Hitchcock era troppo grasso per Kelly Grace, così usò il “binocolo” per “entrarle” nella finestra sul cortile. Sì, la corteggiò per anni ma s’innamorò, non corrisposto, di James Stewart. Tutt’ora, quest’intrigo interzionale è un caso irrisolto e misterioso dei loro “uccelli”.

Perfino Kubrick Stanley s’ossessionò nelle orge e trattò Nicole Kidman da Ilona Staller.

L’unico, che non s’è mai sputtanato, è David Cronenberg. Perfino in Crash fu “robotico” a spezzare le gambe a queste donnette. E le dissezionò da maschilista come lo stronzo James Spader, una faccia da pappone come poche.

Cronenberg sa la verità. Non è un falso romantico, “schizofrenicamente” delira videodrome con permeante Spider alla nostra eXistenZ. La vita è una history of violence, chi si rifugia nelle madonnine  è sol che blasfemo all’odore della sua anima.

E non comprenderà mai l’apoteosi rinascente d’una zona morta.

Sì, Tommy Lee è una merda. Tommy Lee Jones un “duro” che si scioglie, Eastwood un sergente, David è Golia.

Sì, la “donna” è come l’albicocca. Il “nettare” pretende, miei preti, la pesca

Lettera d’approccio ma riceverò un abbraccio, ho il braccin’ corto e son Popeye, “cari” Bruti poppanti, tu sei brutta e pure rutti ma sei da spingere… giù dal “balconcino”

Ora, 3 figli sono un problema insormontabile e ci differenzierà sempre un tuo aver già esperito e forse non più sperare mentr’io son disperato, arenato e non voglio allenarmi. Però, se tu allenterai la tensione di questo fresco seno florido a me dirimpetto, ecco che il “ma” potrebbe crescere d’onde anomale e mischiarci nel turbinante esser mio turbo ad accelerare e cambiare “posizioni”. Sopra io, dominando dal “basso” del ventre nostro agli ombelicali amori avventurosi e a mic(c)ia  “sventolante” la roccia nitida che saprai plasmare a tua immagine immagini-fica. Immaginalo… quest’attimo, com’“evolverà” e s’insidierà nel “fortino” tuo insederato, il “mio” forzuto “sforzato” di s-palle robuste nel Machete da Robert Rodriguez anche alla messicana, ché colombiane son pute le donne da “puntare” quando non festeggian solo la colomba ma “sfogliano” il “panettone”, sì, canditi libidinosi e a(tt)izzanti come il tizzone dell’an-no ch’augura un Futuro migliore.

Ove c’è la campagna, le mie “campane” suonan la carica, e m’ammattisco da cavallo folle, ché nessuna cernierà celerà il mio cane a difesa del Vi(ll)aggio. Paolo fu Paperino, oramai vendono solo le “topoline”, e Mickey Mouse?
Ah, PC cord al cervello senza less-ico. Rivogliamo Lassie! Quello che abbaiava per Liz Taylor!
Sono il tuo Steve McQueen, tu la mia “regina” ma non la carta igienica. Cowboy ti “recinto”. Toglimi la cintura, fatti mettere incinta, mia Cita! Guarda che “scimmia!”, mia scema!
Di patir, “emorroidale”, son già che stato scarnito da questo Mondo non più alla John Carpenter, oggi “(c)essi vivono” nel Male. Io sono ancora il Signore.

Il Signore è il seme (cum) in the mouth… of madness, army of darkness raimiano per amplessi anche sui rami.

Sì, sei flora batterica o famelica della mia fava zoo?

Torniamo a “bang” seri, figli di puttanazza.

Cronenberg sta preparando una pellicola di tal trama, ridotta all’osso di plot e pallottole secche come quando le cagate storte.

Il film s’intitolerà Il Grinta mangia il Ringo e dà la caccia al ragno Gringo.

La storia è questa: Pacino, nella parte del Gringo, rapisce la Donna del suo amico per la pelle, De Niro, Il Grinta.

La tiene in ostaggio e pretende un risarcimento per rinsaldare la vecchia amicizia andata a puttane. Appunto.
De Niro non ci sta che il suo ex amico dia della puttana a sua moglie, e non capisce le ragioni dell’estorsione. Rincasò per scoparsela, ma il letto non odorò coccole dopo gli duri zoccoli da carpentiere-falegname.
Sul cuscino, invece, una lettera firmata dal manigoldo Il Gringo:

“Ho sempre invidiato la tua vita con quella zanzara che ti fotti. L’altra sera, amico, ci siam scolati tre bottiglie di whisky ma devo dirtela tutta. Ero ubriaco e mi tirava. Le prostitute del saloon non mi piacciono, e neanche la matrona, grassa e viscida come una com(m)are amara calabrese. Tua moglie sì, m’è sempre garbata. Ho sempre voluto infilarglielo fra le gambe ma, per via del patto fraterno da brothers, e della patta tua da rispettare di blood, non me lo son mai permesso… Sarebbe stato un lusso che avrei pagato caro. Ma ieri ho acciuffato tre fuorilegge dalla taglia onerosa, così ho fatto cassa e bottino, e ho pensato di darle una botta(na). Tu, amico, sei uno che vuole solo la botte piena e la moglie, appunto, ubriaca. Lei, la sento, ha voglia di maschio da rodeo, c’è del calore dietro la sua apparenza da domenicale impecorita nel gregge degli ortodossi. A pecora, starà meglio.

Firmato il bastardo,
cioè Il Gringo, da non confondere con El Indio di Volonté.

Pace agli uomini di buona volontà…”.

Così, incazzato nero come Django, Il Grinta tornò a tirar fuori la “pistola”. E cavalcò le praterie di tutta l’Indiana, anche fra gli indiani, pur di scovare Il Gringo e ammazzarlo a sangue freddo.

(Qui interviene il genio di Cronenberg che dà di matto di mdp schizzata)…

Nel cammin di mezza via, incontra Elizabeth McGovern di C’era una volta in America. Sì, un Dante Alighieri alla Proust.

E, stavolta senz’alcun “stupro”, la corteggia e la sposa.

Poi, manda una lettera di commiato alla moglie, che ora sta con Il Gringo:

“Troia, vaffanculo! Non mi meritavi. Meritati Il Gringo. Auguri e figlie femmine…, tu sei donnaccia, quindi là in mezzo non c’è… un beneamato, Il Gringo è omosessuale. Sappilo. L’ho saputo prima d’incontrarti.
E, come vedi, l’ho inculato di nuovo”.

 

Il Gringo aveva fatto male i conti…, Il Grinta è sempre stato molto più dotato di lui.
In tutti i sen(s)i…

 

 

 

The End.

 

 

 

 

Ove va Morrison Jim va anche Tom, playlist “off topica” al topo Cruise, il “missile” del Dracula in 3D


23 Nov

La vita è heat, il calore dei sogni anche “perversi”

Ho una peculiarità per cui mi distinguo, sono incurabilmente “pazzo”, quindi vago, gli altri m’evacuano addosso, e io giochicchio, emulando l’ambiguo Kevin Spacey, con la sordina espressione “moderata” salvo poi graffiar di battuta tagliente dal sorrisetto che “lo” dice tutto, accattivandomi le simpatie. Sì, non sono cattivo, spesso reattività.

Una donna mi confida una Notte alla Michael Mann.
La blocco, subito, infilando lo sterzo nel suo sterno:

– Mi piace Michael, è un po’ come Douglas Mike. Egli si fonde nelle effusioni al neon, poi il suo Cinema acquista un’inaspettata black rain, brillante velocità, divampa solare, sì, sprazzi di Sole e poi di nuovo “accasciato” di “spruzzi” nel letto.
– A proposito di letti. Ti confido questo sogno dilettevole. Un po’ “delittuoso”. L’altra sera, ho corteggiato un ragazzo a una “tavola calda“.
– Voleva limonarti di maionese o “dissanguarti” di ketchup?
– Voleva arrossarmi mentre stavo già sul giallo, in prossimità del rosso.
– “Rosso” sta per fighella bollente? O per farlo, ardente, nei posteriori in macchina senza i semafori dei guardoni della polizia?
– Ah, non essere spiritoso.
– No, volevo solo animarti di seduta spiritica. Siediti qui, vicino a me, sono il “povero” Diavolo. Ma potremmo indemoniarci, animando un po’ la serata. Ricorda: ove va la manina, qualcosa non s’ammaina e “tiri” fuori dalla manica il manico.
– Ah, che manigoldo? Ingordo!
– “Menamelo!”.
– Prima il sogno, poi la realtà.
– Ci sto. Basta che poi ci starai. Spero che ci “stia”, il mio è grosso, anche se son “basso” alla Tom Cruise, “collateralmente“, si rivela però “pistolante”.
– Sì, dopo ce “la” spariamo.
– Cosa?
– Il coso nelle mie cosce.
– Ma stai già scosciando.
– Dai. Ecco. Ieri, ho avuto una fantasia. Era buio, e un lupo mi toccava, fino all’orgasmo ho pensato si trattasse di Max Cady, invece era Vincent Hanna.
– Hai scambiato il Bob per Al. Capita. Però, caspita…, sei passata dal cattivo al buono nel giro di un amplesso.
– Al non è buono.
– Infatti, il bono era l’altro.

Ora, chiedo venia per questa play “fuori programma”.
Avevo promesso, come da richiesta, una al Giorno.
Come la mela. Non più di una, toglie il medico di torno.
Se poi ne mangi “troppe”, ti prende il diabete.
Ma le calorie zuccherose potrebbero accalorare la banana.

Finirei con Argento, il cui Dracula è stato “acclamato” di pollice su.
Ho pronta, invece, una sceneggiatura profumo “cenetta” per le “boiate” che sta girando: Nel boschivo, tutti schivarono Dario che si dà arie da regista serio ma che stroncherei come uno gnomo, e la figlia Asia “schiferà” tutte le pallottole ai vampiri.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Heat La sfida (1995)
  2. Strange Days (1995)
  3. Collateral (2004)

Genius-Pop

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