Il ritratto di questa nostra Italietta canterina, bonacciona, per le bone, i bo(vi)ni e i bonazzi, fintamente combattiva, finemente orrenda, dunque spaventosamente squal(lid)a, ove imperano ancora le melodie facilone, sbraitanti il solito patetico lamento, in cui si urlano le romanticherie per donne credulone, le cosiddette principessine sempre depresse, lagnose, tanto rivoluzionarie a p(a)role quanto sempre in cerca del maschione protettivo che le consoli, le mantenga, le copra di coccole, che cacche, donne poi in caccia che sostengono di disgustare il Calcio ma son sempre incazzate, sia nel senso di rabbie malinconiche da frust(r)ate sadomasochistiche e sia scalcianti per un ometto che le (s)fotta, prima infatti, di fallo loro e son affari vostri, le fotte e poi non se le caga, inculandosele, facendole (sor)ridere con battutine da battone/i che sono.
(Magni)fiche, splendide quanto un cazzo fritto. Fidatevi, Max Cady/De Niro aveva ragione.
Ascoltassero Bruce Springsteen e si svegliassero da questi Mengoni della minchia. Già la faccia, come il culo, la dovrebbe dir lunga su questo acclamato mieloso-ipocrita che di furba lingua, ripeto, specchiante la filosofia Uomini & Donne di tal vostra, non mia fortunatamente, Italietta di derelitti, di (e)rettili da ritmi frocetti, da fighettine col culo parato ché poi son i primi a frignare, appunto, da me può prenderselo/a in quel posto.
Personalmente, preferisco una musica più allineata alla mia verità, ché è la sola (im)possibile. Ma quali soli(tudini) merdose.
La vita non è un troione come questo Mengoni.
La vita è un guerriero della notte alla Walter Hill.
Il resto è la ruffiana Italia di teste di cazzo.
di Stefano Falotico