Sì, non c’è partita fra questo bambagione di Leonardo e Gioacchino.
Sì, cocchetti e ochette, qui parliamo di un Phoenix col labbro leporino. Mica di un DiCaprio col sorriso da bambino.
Dai, suvvia. Leonardo. Vi siete giocati il cervello. Pure Tarantino ora s’è fissato con questo piccolino.
Su Facebook ho scritto che, rispetto a lui, è più bravo Brad Pitt.
Mi pare ovvio che sia così. Guardate Brad ne L’assassinio di Jesse James per mano del codardo Robert Ford e poi ne riparliamo.
Quindi, sfatiamo subito l’invidia. Brad, già lo dissi, è bello e pure bravo. Anche simpatico. Non me ne frega niente che sia stato con cinquemila donne. E che piaccia a tutte tranne a quella. Invero, le piace eccome ma è ipocrita e dice che ama un attore tedesco di origini curde. Ché fa più intellettuale. La smettesse subito. Ammetta le sue voglie e non se la tiri.
Sì, una donna che vuole spacciarsi per intellettuale, cita sempre quel danese, Mads Mikkelsen. Suvvia, è la brutta copia di Christopher Walken con la mascella di Schwarzenegger.
Brad merita che gli stringa la mano, sì, sì, sì. A Leo invece do un po’ di panettone coi canditi. Ah ah.
Per questa mia uscita, su Facebook si è scatenata la faida.
E io, con sigaretta in bocca, mi son fumato tutte le stronzate. Ridacchiando a mo’ di Bob De Niro.
Io so la verità, filistei. Ah ah.
Fra le maggiori cazzate, ho letto che Brad è bello e Leo un grande attore. Ma de che?
Sapete perché The Departed, Shutter Island, The Wolf of Wall Street e aviator vari non sono dei capolavori?
Perché Leo li ha rovinati. In The Wolf… come dicono a Roma, non se po’ vede’. Un mezzo pappagallo che si agita, declama senza un briciolo di savoir–faire.
Sento dire che in The Aviator era da Oscar. Ma de che?
Ha trasformato Howard Hughes in uno storpio e peraltro non è Kevin Spacey de I soliti sospetti. Qui, sì, che c’era la camminata claudicante.
Non so quanti soldi abbia sborsato a Scorsese per far sì che lo utilizzasse in cinquemila film. Invero solo 5. Presto 6 con Killers of the Flower Moon. Per fortuna, ci sarà pure Bob.
Secondo voi, l’ho sparata grossa? Perché?
Ora, ditemi, qualcuno di voi ha in casa il poster, che ne so, del suo Jack di Titanic? Non parlo delle donne nostalgiche che rimembrano quel loro piccolo grande amore da ex adolescenti che sbavavano per Leo.
Parlo a voi, uomini. Ammesso che lo siate. O ancora armeggiate di sogni che vorreste, oh sì, veleggiassero a prua e invece non sono a poppa.
Eh no. Un oceano di frustrazioni nuoto, no, noto io nelle vostre anime immalinconite che, ogni giorno, disperatamente si danno slancio retorico per non confessare l’atroce verità dello specchio.
Ecco, una volta uno psichiatra, uno di questi capoccioni boriosi, sfacciatamente mi disse, scostumato e arrogantissimo, che io non avevo coscienza della mia immagine allo specchio.
E io, come Silvio Orlando, gli risposi: – Ha parlato Brad Pitt!
Ché non sarò mai il Presidente della Repubblica. E chi vorrebbe esserlo? Un uomo serissimo, tutto imbalsamato, lentissimo perché deve scandire ogni sillaba. Sì, poiché si rivolge a ogni classe sociale, deve enfatizzare ogni sua intonazione come se fosse sul pulpito a predicare messa. Nella pia osservanza e nel totale rispetto anche del più ignorante che possa comprendere appieno ogni sua parola ampollosa.
Sì, i discorsi del Presidente sono noiosissimi. Prevedibili. Neanche il Papa è così barboso. Almeno il Papa predica per il bene utopistico del mondo e perfino ci crede.
Il Presidente, invece, non è investito di nessuna missione religiosa ed evangelizzatrice. È spesso un imbonitore, un paciere dei disagi della Nazione e seppellisce molte verità sotto una coltre di frasi fatte a buon mercato.
No, non fa per me. Io sono un tipo ruspante che stappa lo spumante e dunque, spumeggiante, dice le cose come stanno. E non mente soprattutto mai dinanzi a sé stesso. Riconoscendo i propri limiti per apportarvi migliorie. Per studiare la parte e indovinare nuove vie. Oh sì, lagnose zie!
Non s’imbroda, se ne frega dei falsi elogi se son soltanto carezze sciocche che ti blandiscono per tenerti buono e ipocrita. Dico pane al pane, vino al vino, non credo nei miracoli divini, bensì nella mia mente sopraffina. Se non fosse stato per la mia mente, oggi sarei davvero internato come demente. Totalmente incatenato come molti, ahinoi, alla commiserazione e all’isteria, alla nevrosi, alle vostre psicosi, alle vostre gelosie, alle vostre idiozie. Grazie invece al mio acume, al mio ingegno, alla mia creatività dirompente, ho frastornato i poveretti che pensavano tante spiacevoli cose su di me. Appunto, smentendoli con classe sconfinata.
Io do pepe e sale.
Sì, Leo non sarà mai De Niro. Perfino in The Departed, in molte scene con Vera Farmiga, trovo la sua recitazione forzata, caricata. Innaturale. E troppe volte ammicca beffardo come il Bob in maniera disturbante e ridondante. Di Bob ce n’è uno solo. Lui è Johnny Boy, il più grande “matto” del mondo. Perciò the greatest, talento innato. Genio puro.
A volte la gente, mi chiede: ma se sei così bravo, perché non lo dimostri? Facci vedere!
Sono stufo. Non sono dio, non ho bisogno di dimostrarvelo. Dio infatti bisogna venerarlo a prescindere.
Come diceva quell’uomo miracoloso: chi ha orecchie per intendere, intenda, chi non mi crede è solo un povero cristo immisericordioso.
Stringetevi un segno di Pace e che la Madonna v’accumpagn’.
E questo Joker ha trovato forse davvero l’erede di Travis Bickle.
Uno che dice a tutti la verità, a costo che gl’imbrattino il viso. Gli urlano che deve andare a lavorare e lui se ne frega. Lo vogliono ricoverare con accuse infamanti, prescrivendogli cure psichiatriche ma lui non sa che farsene delle cure.
Per cosa? Per sposarsi una, festeggiare San Valentino, guardare partite di calcio e timbrare il cartellino? E poi tradirla con un’altra civettuola raccattata chissà dove? Che se ne fa degli amori da canzoni di Giorgia. O Laura Pausini? Non è un Antonacci, è un marcantonio diavolaccio.
Oppure fingere di essere felice cosicché il prossimo possa ridere da beota, pensando che il mondo è bello ed evviva Salute e benessere? No, non ci siamo capiti. Questo è uno spettacolo mai visto!
Ed è forse la storia della mia vita. Incarnata dal grande Phoenix.
Un uomo sincero. Siamo stanchi dei buonismi, invero siamo stanchi di questo mondo.
Doveva finalmente nascere uno che vi ha mandato ove volò il nido del cuculo.
Così è, la seduta è tolta.
Il judge ha deciso: Leonardo non vale un Da Vinci mentre Gioacchino è uomo da veni, vidi, vici. Di nessuno è il vice, in realtà niente vinse, è un vinto, uno che non è interessato ad Alice, neppure a Federica ma ha la pelle del viso colorata come una pernice.
E mangia anche i Pernigotti. Insomma, questo è proprio un duro giovanotto, mica un Jovanotti, miei uomini da Chinotto.
Stavolta abbiamo fatto davvero il botto. Giù, botte.
Sì, suonati cari, suonatemele.
Datemele sul popò, evviva il Genius-Pop.
di Stefano Falotico