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La Mecca del Peccato, l’oscura Mela del Cinema


01 May

Rar(efatt)a perla inarrivabile dei suoi inarrestabili mutamenti a sfrecciare come un poliedrico Batman dalla versatilità profumata nel suo fascinoso mantello “odioso”, ah ah!

Hollywood è mia “bianca!”

Altro macigno a divellere potentissimamente i miei nemici, impauriti e or fuggitivi nella missione disperata d’acciuffarmi in un “Wanted” che invece taglia “spara” la loro pazzissima, all’impazzata piccola borghesia fradicia e malata di boria, oscene presunzioni e infamie da untori. Me ne beo, fra tante belle belanti, come dico io, placidamente, estraggo un sigaro cubano e aspiro, “tiro” nel mirino, da bianco “sicario” spietato, alle armonie fra un’armonica “forest(ier)a” e un “monaco” mio solo di apparenza, invero solare  nella “trasparenza” notturna dello svelto svelar le gonne e a “intimidire” chi non è come me, leggenda turgidissima e rocciosa in  rugiade di fianchi  “affrancati” al mio “esangue” permearle lussurioso, “contemplativo” e di “melanconia” alle alcove lisce, garbate, “infilate” in altro infilzarvi dall’alto “s(c)isma” di giocherellar con le vostre scimmie, rubandovi anche le sceme e “sfiancandole” da sciatore su serpentina della mia “scimitarra radente” a dunque arcuato, incuneato. “inculo” modellarsi dentro e attorno curve tortuose quanto “tanto” pericolose.

La neve si dissolve e il “Cuore” si riscalda, “temprato” in altissimo, altro(ve) impeto pettoral da temerario nell’eccitare e “movimentare” il rabbuiato, muliebre “caldo”. Entro nel di Lei “antro”, mentre voi v’appisolate, pisellini, negli anfratti. Ah ah, mi fate ridere, patetici ragni e ratti! Io slinguazzo!

D’aureo capolavoro a nobiltà per nobilitare chi non arriverà mai alla somma del mio inno “issato” in grembo.

Una valanga, una “verga”, la r(e)azione a catena… ché imprigionò ogni bugia d’egual ritorsione nell’ esondante “danno” perpetrato ora finalmente appianato di giusto “aggiustarli” nelle (sedie a) rotelle.

Questa è “Passione!”.

Muti, zittissimi,  oggi le loro coscienze infide, che tradirono ignominiosamente con illazioni, insulti e assalti, “vengono” assediate da un rimorso lento ma partorito esso stesso solo dalla gratuita cattiveria di tal  impunta e punita malignità, si rintanano nella più pusillanime (in)differenza, scuoiati “a pelle” sventrata ai loro bradi istinti da me gloriosamente recisi. 

“Sventolo” io e li uso come “bandierine”. Banditi, sono il colore alla vostra vita noiosa, tutti in coro a gioir di coriandoli, tutti accorati e “a collo!”.

Disprezzatemi, falsi e fascisti, il mio libero genio non ha prezzo! Insindacabile è sinapsi abilissima che libra con pugn(al)i allo stomaco formato Pdf e a innaffiar’ le vostre cazzo di teste!
Con tanto di tazzina di caffé che balla con una lat(t)ina.

Sono leggerissimo di poesia amatissima e smonto le libbre dei tuoi libri scolastici da quattro lire.

Il mio è un ettolitro di petrolio da Daniel Plainview, mio piantagran(at)e. Vai ad arare! Sei mina vagante, minatore!
Attento, Minotauro, il toro son io di ariete. Quale Arianna! Tutte mi fan il filo e perdo il fido, cane mio coccolato con panzerotto ripieno.
Tu sei solo panza vuota!

Applauso!

Adorami!

Atletica ginnastica mentale su un corpo impermeabile ai vostri colpi “duri”.

Scorrazzan come porci di scoregge nel recinto e borbottano altre offese, ma io logorerò sempre più tal luridi con adorante e superbo corazzarmi e dunque, di botte “metafisiche”, scoraggiarli da urlarmi in faccia.

Si guardino allo specchio e la loro anima non mentirà, la s(a)ccheggerò, scaccolerò  nel “sacco a pelo” di come spellarono e carne ossa son invece stati macellati proprio da chi vollero maciullare, “slogandogli” la mascella.

Letargo. Alla larga da me! Se no, ti allargherò lì in mezzo! E rimarrai all’asciutto?

No, allagato! Impantanato proprio nei pantaloni! Ah ah! Ah ah!


Fratelli della congrega, fedelissimi al motto iroso di noi cavalli furenti e fieri tra le ignobili fiere vigliacchissime con le loro vacche, noi accendiamo il cero alla speranza di un Mondo migliore, incendiando l’orrida cera di chi “cena” con la pancetta pienotta! Ed è “produttivo” di stronzate direttamente proporzionali, improponibili alle loro mal taciute perversioni da invertiti che a noi si convertiranno! Volenti o nolenti, siamo noi o no il vento!

Poveri stronzi, siete stati smerdati!

Ove va la gatta al lardo, ci lascia lo zampino!

E invece Io, Iddio, son Babbo Natale e me “la” fischietto di “zampogna! Io, He-Man, ischeletrisco! Ameni, sarete menati!

Cavalcando le “renne”.Ah ah!

Comprate questo capodopera e vogliatene “tutte” signore!

Questo è il mio cervello offerto in “santità” alle finte “suore”.

Il mio trivellare gli “uccellini” dei pretacci!

Ah ah.

Sono il Corvo! Covate rabbia ma io vi stano nelle tan(ich)e appunto dei vostri culetti, cuculi e culoni! Porcellacci, sono un uccellino one a onta!

Bisonti, ecco la carica frontale!

Non mi annoderete! Sono io che snodo la camicia e vi “rinforzo!”. Ah ah!

Vi fotto sempre! In modo robusto!

Uah-ah-ah!!! Hip, hip, urrà!

Mi fate una pippa?! La pipì? E Pippi Calzelunghe deve andare a rammendar la calza da streghetta.
La strego(ne) io. La stiro!

Forza con le birre! A tutta birra!

Figlioli, acquistare!

Fighe statene lontane, è materiale che davvero “scotta”, mica “roba” che vi “siringate” col “maritozzo” della meringa surgelatissima!

Ah, il tamarro gel!

Questo libro spacca, spalma, sbottona ed “entra sottopelle”, in modo lieto e armonico invoca affinché la confraternita nostra vi sia ad addolorarvi nel mansueto incularvi a vicenda, non so se anche a Vicenza (mi giunse voce da un “usignolo” che “lì” ne vide di crudi mentre a Parma il prosciutto è cotto di catene da Santo Antonio), fratricidi e biscioni giocate di coltelli “fini” nella retorica del “buon”… costume?

Datevi alle briscole! Siete stati sbrecciati. Non sbracciatevi! Per voi, solo le bricioline! A me il bruciore!

No, le prove del “novanta” a costumino di 9 centimetri e basta.

Appaiati coi taglierini, “sforbiciate” in “lungo” eppur il naso è sempre più corto di elefante. Sì, la proboscide punta alle cosce eppur accasciati anchilosate pachidermici. Reumatismi! Evviva uno non tanto di automatismo! Evviva il mastno senza mastice! Discoteca! Cineteca ribelle, Pinacoteca ed enoteche, orsù, avvinnazzatevi! Alzatevi da ubriachi!

La “dermatite”. L’epatite, l’apatia, il Palio di Siena del vostro “cavallo” matto di patta slacciata eppur “moralmente” castigata di castrazione ad autoinganno nel cedrone gallo!

Ma quali limonate! Qui, prevedo per voi grandinate e giusto una granita al chiosco di Cecco, “famoso” omuncolo d’olfatto “prelibato”, diciamo gelato al bacio nel tastar la “crema della crema” in suo suin annusar “peperino”. Fa bene Cecco, appicca i cocchi di albero suo sciocco.

Egli sbeffeggia il paperino che gli dà del poveretto e sempre a Lei è “provetta”. Egli non usa la pompetta e non tollera i preliminari di pompini. Va “dritto” al sodo e, solidificando, ficca di “Bruto” con Braccio di Ferro a “destro” amico per le “palle”. Basta coi bambini!

Questo è liofilizzato! In tuo asfissiato!

Olivia Wilde è magra, troppo anoressica. Va essiccata in un film “scarno”, ove mostrerà solo la spolpata carne da un cannibale Hannibal Lecter nell’ammiccarle come se fosse una “sopravvissuta” con ambizioni invero da letterina. Letterati, siamo o no alati!?

Cari miei porcellini, ricordate: Lupo Ezechiele ne sa più del lupo delle “fragole”.

Il Lupo perde il vizio eppur è tempie anche se un po’ stempiato.

Fratelli, appiccicatevi e sbaciucchiatevi, sono l’Uomo che non v’aspettavate e che v’ha “affrescato” in maniera “alito” freschissimo come due amanti in Alaska fra vischi e il vento “fischietto” a spronar l’intirizzito “fisico” che ricercò l’origine della sua razza scimmiesca.

Il fisico studiò eppur non “stucca”, è più orso in quanto polare.

Appioppatelo a un abete. Spogliatelo di ogni abito e habitat.

“Mettetevelo” nella zucca di Halloween, sono ululante in quanto non ungulato ma goloso di “piluccanti”.

Festa, imbecilli. Datemi Clarabella e m’“imbruttirà” di “imbrattata”.

Fine con la “botta”: la Donna è savia quanto meno sazia. E salì in Lei che “sollevò” lo scettro in mezzo a voi, gli spettri.

Ho dato tutto.

Più di così, se’ mor’, infatti la gente mi urla “Va’ a morì ammazzato!”.

No, voglio morire nella mo(r)ra cinese!

Un, due, tre, facciamo anche quattro. E tutta la Notte!

Il banco sbanca! La bianca è nera! Le banche fanno sesso con una banchina.

Il Moro di Venezia coi mol(l)i.
Otello, mangiati i tortellini!
Iago, sei un geloso ma non godi!

Da me, invece, solo mazzate e mortaretto piazzato “docilmente” su viso lor sbiancato “mozzarella” di “pizza”.

Ah ah ah! Sono incorreggibile. 

Tu pensi di fregarmi e io sto calmo con le gambe “sfregandomeli”.

Ah ah.

La Neuro!

Il chiromante!

Amami da ghira coi ghirigori!

Insomma, che cazzo fai?

Disponibile anche in versione eBook.

Chiudi la bocca!

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

Play rigate dritte, allungate di mio naso!

  1. Bomber (1982)
  2. Ronin (1998)
  3. Carnage (2011)
  4. Il petroliere (2007)
  5. The Fighter (2010)
  6. All’ultimo pugno (2013)
  7. Malavita (2013)

Genius-Pop

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