Al Cinema italiano “odierno”, odioso, preferisco “Nocturno” e un Dracula al bijou!
Il “Cinema” italiano? Oramai una merda. Castellitto è un mediocre e viene invece considerato l’erede dei grandi “tragici” commedianti di un Tempo. Per forza, abbiam dato “valor” da “critica” a Selvaggia Lucarelli, una che con le tette ficca “stellette”, allattando la massa “lieta”, asciutta e (s)contenta. Claudia Gerini viene considerata “attrice” solo perché il suo culo, in ogni senso, si sta ingigantendo. Tutto qui? Mi par poca cos(ci)a. Se proprio dobbiamo buttarla “alla buona”, recuperiamo Gloria Guida. Se dobbiamo avvitarci in filmucoli ridicoli, quasi quasi è preferibile Alvaro Vitali. Almeno, non scassava la minchia e le sparava grosse, peto e ripetizioni da “scolaretto”. Non faceva ridere però scoreggiava “di classe” incorreggibile, appunto, rispetto a questi “elegantoni” falsi di oggi. Platinati, da rotocalchi, finzione totale della piattezza fiction. Nel Cinema bisogna farselo, non inchiappettare il pubblico “abbonato” e da rabbonir con bonus di bonazze e menate varie per tramar italioti fra un po’ di peste, tamarri, omosessuali somari alla Bova, pestaggi da pasta al pesto, corna coniugali e sempre i congiuntivi con riprese “ravvicinate” pseudo-documentaristiche al volgar che va per la maggiorata su Filippo Timi già rincoglionito e Giannini ridotto a “doppiare” appena (non) appare.
Insomma, vado a cucinare. Almeno, il filetto non è un filmettino.
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Il culo di Claudia Gerini e il cinemino italiano inculato
Tania Cagnotto è bona!
Cari drughi pretendo sincerità e durezza di clockwork lemon. Tania Cagnotto è bona! Keanu Reeves lo fu!
La profetica rivelazione del “pasoliniano” Stanley Kubrick s’è avverata, e vivete nello scontento un tanto al “culo”. Ché io smaltisco chili e non m’appesantisco di vostra pedante etic(hett)a
Sì, per essere “accettati” da questa società di bestie, incominciamo a utilizzare la stessa strategia “carnale”, ché a viver carnascialeschi se le (s)passan tutte. Sì, uccidiamo ogni sen(s)o fiabesco e imbarbariamoci per le “barboncine”, utilizziamo la stessa p(r)osa volgare e otterremo una “fornace” senza “lavaggi mentali”. Andiam in giro a cantar come Biancaneve col “nano” più pornografico, viviamo “felici e contenti”, ché la vita è una e di fighe ce ne son a iosa. Non far lo sfigato e il permaloso, fai il lecchino e di smancerie sii maniaco.
Ché se non sei maniaco, ti sciacqueran con ammoniaca, prima l’ammonimento, poi l’espulsione con tanto di “rosso” a timbro della radiazione anche al PH puro per dissanguarti a viscere delle loro brame.
Puttanieri e zoccole, chi è fra voi il più bel “tipo” del reame? Quello che non sbaglia un “colpo”, va “dritto” e sa come farsi… valere. Se una donna toppa, la prendete per il popò, se un topolino “sba(di)glia” lo imbalsamate e lo tappate, appunto, di vostra bava imbavagliante.
Io son genio paperin e ti fotto sempre, mio strafottente. Stavolta, hai incontrato chi (te lo) sfonda. Dammi un’altra offesa e ti strappo la festa, quaquaraqua. Basta con Nonna Papera!
Sì, scriviamo come loro, (s)parliamo allo stesso finto “manierismo”. Di cerebrolesi saremo allegri nei muscoli aridi ma massaggianti all’olio.
Di “flessioni” non rifletteremo mai ma carnivori affetteremo chi è da “compatire” per le sue fitte.
Io ti servo la “frittata”, mio cervello impanato in pantalon da mascalzoni miei impantanati. Tu, Balanzone hai sposato una coi pantacollant ma sei sicuro che la tua vita non sia già andata nel viavai?
Di mio, posso dire con sfrontatezza che vollero punirmi di “frontale” perché ero, sono e sarò il Principe per (sua) ec-cellenza. Attentarono anche al mio uccello.
Ma come potete toccare… ah ah, continuo a tamponarli. E a (s)fregarmele.
Se vi disturbo, tu continua a stuprare e riceverai la bisc(i)a “clandestina” del mio Cobra. Sono nato serpente, non mi attengo ai “comandanti”, a sonagli ti appendo al “chiodo”.
Se vi fosse sfuggito, annotatelo sul taccuino, per il prossimo acquisto. Io son aquilotto e non m’adatterò mai a questa lattante società analfabeta di poppanti, in quanto bevo latte “galoppante” di mio stronzo in farneticazioni “offerte” a vostro stuprarmi, ché vi stiro e sturerò sempre le orecchie. Io sono l’elefante e, di fanfara, fenomeno per chi mi giudica minuscolo ma di muscolone t’entro nelle mutande
Io addento, vi sventro e mai bandiera bianca sventolo in quanto s’avventarono e io sventai tal “vanitosi” col mio ancor più schiumoso e carnoso ventaglio.
Se non stai buono, ti lego coi bavagli e ti spedisco a calci in culo tramite postale vaglia. Ogni sera, “fornico”, avvolgendola di “tagli” e macchio tutte le “tovaglie”. In quanto vettore contro i dottori, civetta sul comò formato gigolò per le figliole, ché bocca di rosa mette l’amore nei miei sudori.
Siete indietro, non capite ad oggi De André, come potete pretender di capir come vi penetro nel didietro?
Comprare e bevete tutti, questo è il mio nettare a segno di “pece”: http://www.amazon.it/Arancia-meccanica-ebook/dp/B00E3CZX9Y/ref=sr_1_1?s=digital-text&ie=UTF8&qid=1374755748&sr=1-1&keywords=arancia+meccanica
Ascoltate la voce del Signore, che vi guida funambolico per prati sereni, ove germogliar di nuovo e, dopo esservi di Cuore auscultati in me “ungulato”, osservate le unghie smaltate di Tania Cagnotto, campionessa non di nuoto come la Pellegrini ma abbiate fede… è una figa plurima per sesso nel piumino, per notti immerse d’arsure a bruciarglielo in sue acquoline.
Stenditi Tania, attingi alla mia sete, assatanata sei dietro quel visino d’angelicata, so che vergine non sei da tantissimi… e sfido chiunque eterosessuale a non volerti di “trampolino” a tuoi quadricipiti femorali e mio “fegato” così a te “lustrato” d’ossa “dorsali”.
Sì, sono l’orso, sono come Bud Spencer, pseudonimo di Carlo Pedersoli e appunto ex nuotatore “metrista” del suo merl(uzz)o.
Bud ne ha per tutti, non va fatto incazzar’. Altrimenti si arrabbia con Terence Hill e non saranno teneri di Trinità. Vale a diredi spaccarti in tre e “a spaccata” di Tania che, quatta quatta, desidera invero non il podio ma il mio… podismo ad acquattarsi nei sollazzanti “schizzi”.
Ah, equatoriale ha gambe equine, cavalla del mio in mezzo al cavallo, purosangue campionessa per “bastoncini” del Capitan Findus, spezzatino al mio “filetto” di Platessa, famoso “sottomarino” di manina che è di 50 cm ma, se stimolato da Tania, può “allungarsi” a doppie proporzioni per altra calda, ustionante razione.
Tania Cagnotto è la mia Uma Thurman, sono Carradine di Kill Bill.
Dio ti benedica e si tuffi da “povero” Cristo nel Giordano di Cagnotto Tania, atleta dalle pose plastiche con tanto di mie bollicine alla Pulp Fiction.
Sì Tania è tanta, e affogo in questa figona “scostumata”, ah che costumino, in slanciato fiondarmi di giravolte e capogiri(ni) sguazzanti, aderenti al suo bikini “water” nel senso “acquatico” del mio che sprizza gioia e del fazzoletto da “sciacquone”.
Tania asciuga le mie lagrime, le “confeziona” in questo misto di carta igienica, “finemente” ricucita per aprirla su densa cremosità. Quando il ralenti cadenza le sue imprese, salto dentro il (WC?) Net di tutti i suoi più attizzanti video scaricabili. E la imprimo, anche se arriva seconda. Vengo in tre secondi.
E son mondiale nell’Eurosport. Con tanto di “Yahoo” e soprattutto “Wow!” su urletti incontenibili nel divanetto a mio divaricato Sky di gran finale da meritarmi la medaglia d’oro. Ah, in quella piscina c’è il mio pesciolino come la piovra e Lei, prima di risalir in superficie, superfichissima, da me è “provata” sul delfino d’amplessi affannosi e d’apnea cardiaca per l’orgasmo del sommozzatore. Siamo sommergibili, e la vostra bile è da buo(n)i. Io sono l’anaconda, il serpente bo(i)a per un altro giro in vasca. Esca ed esce tutto.
Sì, Tania è per i cazzoni veri, come John Travolta, Samuel L. Jackson e Bruce Willis del Tarantino. Io tendo la tela, sfoglio il suo telaio e la ribalto con tanto di tirato e Lei aspirante ad attillata “dialogica” monster su uccello per la cura medioevale, e diventa una nerona alla mobster Wallace Marcellus. La palpeggio, non finge mai, gode davvero “appieno”. Con i suoi polpacci pienotti avvinghia a modo di conchiglie a tenaglia del salivar fra le cosciotte, queste caviglie ad abluzione d’altre instancabili erezioni. Volteggia in tutte le posizioni, mi provoca e io m’eccito dinanzi a questo bocconcino per salsa d’hamburger. Che ketchup, che sco(r)pa(ccia)ta!
Talvolta, mi ri-fiuta per farmi impazzire coma la maionese.
Al che, le urlo: “Volevi fottermi? Dì un’altra volta, cazzo, ti sfido. Cazzo!”.
La mia esplosione blaxploitation non gradisce ma stuzzica per altre furenti eccitazioni. Fa la puttanella biondina da spiaggia, appunto, come Bridget Fonda di Jackie Brown nel suo ammiccante “Vuoi scopare?”.
A “maestrale” entro in poppa nella sua pru(gn)a polposissima ma la ritenzione idrica causa l’eiaculazione precoce. Ah, colpa delle astinenze.
Da allora, è Lei che mi prende per il culo… sono il suo Gara Louisss… fa la “dottoressa” con la “r” moscia e fuma la mia “sigaretta”, tatuandomi la “s” minuscola poco da Superman.
Ma io son bastardo senza gloria e Stuntman Mike. Bono come Brad Pitt e misogino alla Kurt Russell Jena Plissken.
Tania è solo una pischella e ha bisogno d’una che la spinga di pistoni e pisellone, ché acceleri di “pistola” e la schianti, tamponandola per il suo squirt da Tampax.
Insomma, Tania va messa a novanta e premiata d’orgoglio patriottico, come ogni italiano che (non) si rispetti.
Tania è tonica e io, senza bon ton, tuono. Quando gliele suono, Lei “stona” senza cellulite perché non sa da che parte sta arrivando la chitarrina a volume alto.
Ma melodiosa me la dà e io son radioso.
Sono il t(r)uffatore!
Tania, voglio tuffarmi e affumicarti! Tu Cagnotto, io al largo ad allargartele sul mio “pneumatico” canotto con tanto di canottiera e bagnino da Chinotto, in quanto sono il cane con la bava e tu, umida, sii amido di burro m(ed)usa.
Ah, senti questo mare in burrasca. Proteggiti dalla tempesta nella grotta della scrotale sacca.
Sii marsupiale, sii “buia” per mie palle (s)comparse.
Ah, la costellazione di Orione. Ah, ecco la “solare” protezione.
Ecco ove metto il “becco”.
Beccatelo, batti il ferro finché è rovente. Poi, t’ingravideranno e solo chiatta salterai senza il mio boato ma in baita come tutte le rimbambite sulle spiagge.
Sono di “bronzeo”, ripeto sono uno stronzo. Ma anche tu, col tuo sorrisetto, non scherzi.
E dunque, prima di divenir una cozza, liscia sii UVA di vulvetta a mio prepuzio violetto.
Basta con l’orgoglio da tricolore. La voglio olimpica di calore. Odoralo. Altro che iridato.
Dai, la tua a me va data. E subito. Prima che cali il tramonto.
Quest’anno comunque, Tania Cagnotto d’Argento a parte (e che posteriori), segnerà il ritorno “in grande stile” di Keanu Reeves, dopo anni trascorsi a gigioneggiare da scemo in vacanza sabbatica.
Promette “faville”. Non solo un film “sognato” da dieci anni, una tamarrata sesquipedale che “assume” il peggio del Cinema “chiappa” (sì, nessune cappe ma molto d’accopparlo di “fioretto”, altra specialità olimpionica su cui “sforbicerei” nella Vezzali) e spada, ma anche l’esordio come “regista”.
Mah. Ecco perché Wolverine viene considerato un capolavoro. In mancanza del Keanu bello e dannato che fu, accontentiamoci men-o (e ci va grassa) del grosso Hugh Jackman.
Secondo me, se James Mangold continuava a girare film intimisti ne avrebbe giovato il Cinema umanista.
Qui, abbiamo uno Hugh Jackman allupato e a cazzo duro.
Mah, il dubbio rimane.
Comunque, in memoria del Keanu oramai defunto, citerò per voi tre Reeves che, volenti o nolenti, son ottimi.
Indovinateli.
Sì, Keanu ha lavorato con Bertolucci prima di rendersi un ebetuccio. A quei tempi, era un adolescente cresciutello da Hermann Hesse, un Siddharta.
Poi, gli diedero i soldi e imbolsì. Da cui la recitazione da stallone della Florida de L’avvocato del diavolo. Altro pastrocchio da salvare solo per un Pacino mostruoso, letteralmente goethiano e non, e per le “gote” di Charlize Theron a cui comunque preferirò sempre la rossa Connie Nielsen.
Utah oggi è andato. Sarò cinico ma, se devi concludere in “bellezza”, meglio un ultimo mercoledì da leoni alla Swayze. Che ora è ghost dopo il Cancro. R.I.P.
E pace all’anima nostra. Il Keanu figo di questo film s’è fottuto, travolto dall’onda anomala della rottura alle nostre palle.
A Selvaggia Lucarelli continua a piacere. Sì, fra imputtaniti ci s’intende. Da me, solo che pugni. Sono il surfista ai porci con le tavole imbandite.
Ho sempre considerato questa saga una Sega. Meglio il Mega Drive. Ci vuole il “trattino” fra Alfa e Omega? E la regola del menga? Bonalè, come scrive un barista bolognese con tanto di cartello e “avviso”: “Non si fa credito ai comunisti, perché sono un nazista e da me bevon solo le troie di bicchierini, sbirri piedoni dei più fascisti, e ariane di buon vino nell’ano, la mia è osteria numero vincente a chi più tira di birra tremenda”.
Almeno, se devi giocare, gioca con Carrie anche alla De Palma. La tua prossima Moss qual è?
Che cosa? Annalisa? Ma quella è losca. Da me, solo una Xbox alla Kickboxer di Van Damme.
Fra l’altro, proprio di Vandamme, oltre a questo, è in lavorazione il remake di Bloodsport.
Già. I tempi son peggiorati. Un Tempo, appunto, avevamo Jean, oggi abbiamo Claudio Baglioni rifatto.
E su tale stronzata, v’inculo.
Si sa, il canarino sta nelle tane e salta addosso a Tania Cagnotto. Non c’è la rima ma attento alla gatta.
Ah ah!
Firmato il Genius
(Stefano Falotico)