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Elegante De Niro Intoccabile che compare alla sfilata di Armani e conferma Madoff per la HBO


24 Jun

Sì, a Milano era presente anche Lui, L maiuscola di eleganza e classe superbe. Cioè, Robert De Niro, accompagnato dalla moglie che, dopo la sfilata di alta moda a celebrare uno stilista mito, autore degli abiti de Gli intoccabili, ha sfilato Egli stes(s)o in centro, fotografato dai paparazzi e discutendo brevemente dei suoi progetti.

GOOD FRIENDS: Robert De Niro and Giorgio Armani go way back and the Oscar winner showed his support to the designer by attending his namesake show on Tuesday. “It feels right,” De Niro said simply and with a big smile about wearing Armani for so long. “There are a number of  projects I am working on, but first I will play [Bernie] Madoff on HBO,” said the actor.

After the show, Armani once again cautioned against “the easy, excessive game of provocation” of a number of designers. “It’s counterproductive,” he said, touting fashion that “you want to see worn by your brother, your brother’s friend or a professional who doesn’t want to look old, and wear more contemporary clothes.” Armani said he was very pleased he had received an unexpected  phone call from Italy’s president of the Chamber, Laura Boldrini. “She said she appreciated my work and how it represented Italy.” Asked by one reporter about Milan, Armani said he adored it, as it was a “small big city. The locales are all easily accessible, handy, but it’s also an important city where people work hard.”

 

 

Il Mondo è pieno di ingiustizie, e i criminali vanno combattuti


06 Jun

Il caso Stefano Cucchi è un’altra vergogna del nostro “sistemino” di bugie, ipocrisie, omertà e “silenziatori”. Il nuovo Che Guevara! Sono io, dammi una rivoltella e ti rivolto la “frittata!”

Scocca l’ira in aula, i parenti della vittima accusano i carnefici assolti, i mass media sciacalli per lo scandalo col quale vendere solo la propria “reputazione” sui giornali, al fine della “medaglia al valore” di chi è più bravo in lacrime da coccodrillo…

le forze dell’“ordine” provan a contenere la rissa, qualcuno urla “Sei solo chiacchiere e distintivo!”, i medici sono “intoccabili”, le verità si ribaltano, lo zibaldone permetterà ai mostri di scorrazzar a piede libero su sorrisino “zabaione”, peraltro “immune” in altre “munizioni” e botte “punitive”, sedazione, il giudice prende cento gocce di Valium per reprimere, di complesso di colpa, il suo aff-r-ettato “verdetto” allucinante, i berretti verdi incitano alla guerriglia, intervengono i marines per fermare il Carlino di Marina Ripa di Meana, in preda alla rabbia l’Italia abbaia, ma tanto passerà tutto sotto silenzio, un’altra volta, oramai è andata via una vita, chi ripara il danno? Era solo un daino! Figli di puttana!
La vendetta serve? Ci vuole Carter del migliore Sylvester Stallone. Quando il “martelletto” decreta un arbitr(i)o assurdo, il giustiziere della Notte è Charles Bronson.

Righteous Kill. Sì, come Pacino che, disgustato da tanto schifo, diventa egli stesso demiurgo “elevato” a sparare, non solo di monologo. Per ripulire il Mondaccio dalle merdacce. Morirà ammazzato, ma sarà un eroe (non) infetto.

Pigliamo Goodfellas di Scorsese. Ray Liotta, un “impostore” o forse un ragazzo di vita, dopo essersi assoldato alla manovalanza invalida del crimine, guarda lo spettatore, si alza dalla poltroncina e mette alla berlina chi è “bellino”.

Gigioneggia da grande pavone. Passa per coglione ma, almeno, fa il Saviano sia per salvarsi e sia per non perdonarli.

Salve, non sono Henry Hill ma atletico alla Terence dell’accoppiata con Bud Spencer, di cognome omonimo, specie in Altrimenti ci arrabbiamo, ove non sono teneri coi “tenenti duri”.

Sono qui, a testimone di me stesso, dopo un infimo “terzo grado”, inventato per puro “sfregio” da una famiglia di mafiosetti che, non tollerando il mio stile di vita, “anomalo” e “sbagliato” perché non allineato al lor modo di concepirla “goliardici” e di frivolezze “scacciapensieri e da cacciatori delle topine” (eh sì, della feccia da fogne), voglio proprio confessare tutta tutta la verità, come un “bimbetto” che caga nel vaso di “nasini”.

Dinanzi a tali ottusi, seduti di fronte a me, l’indicherò successivamente con pari “indagine” additante, posso orgogliosamente asserire, nel mio camminar a testa alta, che ci troviamo di fronte a dei criminali della peggior specie. Quelli che celano i “cadaveri”, nascondono le prove, e dopo vanno a festeggiare…

“Codesti”, già “pluralizzarli” mi par un eufemismo troppo decoroso dirimpetto, io proprio la rettitudine morale, ai voltagabbana (col “gabbiano” allegretto nei “grilletti”…) vorrei sputare in faccia, ma m’arrestereste, consegnandomi alla previdenza sociale.

Quindi, di tutta mia elevatezza, contro i boriosi, verserò le loro lagrime amare in un versetto “satanico”, a memoria dei posteriori, ah ah, e al fine che tali crimini bestiali non avvengano più in futuro. In quanto garante delle purezze e di chi non si svenderà mai dietro pezzi di carta per attestare il suo “valore”. A differenza dei qui presenti, avvezzi a sparlare dietro i “culi” parati.

Pensate che a questi spacciatori… non solo di finto intelletto, interessi davvero ciò che si presume abbian studiato, ottenendo “nullaosta” per il “lasciapassare”, non tacciabile di porcata assurda?

No, insistettero, per farmi il “sedere”, nella mentalità fascista m’appunto incontrarono una “merda” egualmente “omicida”. Non adopero il punteruolo ma la punta della biro.
Bianco assassino premeditato ma su cui mettere i puntini sulle i, depurandoli dai brufoli.

Avvocato, l’arringa a questi da “merendine” con le “meringhe”, mi lasci il Diritto, in costituzion(al)e robusta e sana, di pronunciarla a viva voce da me.

Ecco, “annotiamone” uno. Il suo nome è M., un povero idiota sfruttatore del prossimo, arrivista e “cinico”.

Dopo aver “usato” una persona come “tassista”, dopo tutta la mia benevolenza, una mattina si sveglia, credendosi più “cresciuto” e inizia una psicologica guerra.

A base di ricatti, provocazioni sulla sessualità, persino intimidazioni al suicidio e al delinquere, per il suo infantile delirio da “vincente”. Ha vinto che? Vigliaccone!

Venga consegnato alle carceri, assieme alle cretinette sue “amichette”. Almeno, in gattabuia ne avrà da “pelare” di “patatine”.

Sull’altro, soprassiederei. Trattasi di disturbato totale con manie di “grandezza”, elevate quanto la chitarrina del suo plettro a carezzar scemotte sotto il plaid del poi prenderle a pedate. Nel “Finché la vacca va, lo lascio andare…”.

Invidioso cronico, all’epoca del “liceo”, tormentava coloro che riteneva “sfigati”, alludendo, di telefonate minatorie e infamie sempre dello stesso “cavo”, che fossero malati di “schizofrenia”.

Prendendo contatti con chiunque, nel metter questa “pulce” nell’orecchio.
Divertendosi da “matti”, quando poi ne alterava la pazienza. Schifoso pazzo!

La madre, invece, è una frigida complessata che avrà scopato solo l’unica volta che ha messo al Mondo tali obbrobri. Fra l’altro, questo inseriamolo “socialmente” all’“integrazione” asessuata di tal frigida annacquata, in quel frangente non godette neanche. Cazzi suoi!

Non soffrì neanche quando li partorì dall’utero, in quanto anestetizzata senza bisogno di “insensibilità” nelle zone già bassissime del suo cervellotico “organo” monotono.
Eh sì, una professoressa da canzonetta per “pigliarla”… come “viene”.

Il marito è un disgraziato. Sognava di scoparsi Moana Pozzi ma rimase nel pozzo. Per di più, voleva far neri gli extracomunitari ma io passerei col rosso davanti alle sue strisce, non solo pedonali.

Sì, un “drogato” di nostalgia in quanto sua moglie “Algida” e i figli degli “stecchini” da gelato Sammontana.

Spogliamo nudi i nazisti!

 

Finiamola con le ingiustizie. Il troppo stroppia e ora ti spacco le ossa!

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L’Italia è Selvaggia Lucarelli


06 Mar

 

L’urlo lancinante, insopprimibile, quasi “insopportabile” degli idioti!


“La prenderò larga”, come avviene con le mie donzelle, che io “orlo” a “suffragio universale”:
taluni biechi personaggi, che (conta)miranono la mia libertina indole “
untouchable”, raccontando frottole per cavarsi da impacci del tribunale, mi “tributeranno” delle grida come Billy Drago gettato in pasto al vuoto da un Kevin Costner intransigente e “rigidamente morale”

“Capitolo 1”, col grassetto, col rossetto di loro che “la vendono”, col neretto a bruciarle

Orsù, son Brancaleone per le giraffe: in marcia, miei “prodi”, “erti” da (e)rettili, marciamo da marci e “ovuliamole” queste marce, ingravidiamo ogni “cos(ci)a” a bollarle di marchi!

Che vestito indossi? Che taglia è? Un Armani di marca? Te la “fai” col Marcantonio?
Bene, sgozzate quest’incravattato coi taglierini, afferrate la 
“(g)riffa e “graffiatela” da uomini-armadio. Raffaella Carrà faceva cagar’!

Ecco i “sogni nel cassetto!”. Ve “li diamo” noi!

Puttana, levati la sottana! Puttaniere, beccati il “cannone!”.
Stronzo, ti smerdo!
Fancazzista, ti sfanculo!

Renato Zero
! Venditi! Basta con Antonello Venditti, buono solo a “incipriarsi” la bonazza Ferillona Sabrina di “cappella” al “coppolone”. Evviva la “pummarola!”. “Sughino” nelle poltrone “sofà” coi “fusilli”.

Quanto sei bella Roma quand’è sera (che Antonello “canta” da quann’ è seer’ mentre “la insedera”)
quando la luna se specchia
dentro ar fontanone 
(sotto la Luna, Venditti “schizza”)
e le coppiette se ne vanno via,
quanto sei bella Roma quando piove

Quanto sei bella Roma quannè er tramonto (aho, stronzo, er pupon’)
quando l’arancio rosseggia
ancora sui sette colli
e le finestre so’ tanti occhi,
che te sembrano dì 
(alba chiara Vasco Rossi…) quanto sei bella (come il cazzo…)

Oggi me sembra che
er tempo se sia fermato qui,
vedo la maestà der Colosseo
vedo la santità der cupolone (
e di Francis Ford Coppola, no?)
e so’ più vivo e so’ più bbono
 (eh, come no…)
no nun te lasso mai
Roma capoccia der mondo infame,
na carrozzella va co’ du’ stranieri
un robivecchi te chiede un po’ de stracci (
eh sì, Venditti straccia tutti, certo…)
li passeracci so’ usignoli;
io ce so’ nato Roma,
io t’ho scoperta stamattina

Te e quella buzzicona della Ferilli “scudettata”-sculettante-tettona-surrogante, rimanendo “in tema” di “cinepanettoni”, vedete d’andarlo a prender’ Inter… cul’ (infatti, tifo Manchester United…).

E tu, Carlo Verdone, finiscila di ascoltare Eric Clapton. Basta, non meriti il mio clap clap, oramai non più.
Sei “lento” più di Eric, dammi “retto”, spingi “forte” come Erik Everhard, “spacca” la “mula” del “suono”. Sei un italiano medio, di biancorosso e “verdognolo” di rabbia.

Io sono Hulk!

Sì, Alberta Chiappini, mostrami le chiappe! Sotto il “balcone!” Vai “rifatta”. Fat(t)ela “santa”, c’è il conclave, “eleggetela” infilzandola da “lanzichenecchi”, anche voi, checche! E tu, Rita Rusic, l’Elizabeth Hurley “nostrana” con amante Mastro Lindo, ama invece Banfi Lino, egli è medico in famiglia, mia “figa”. “Terrone” da “superfiche” non delicate come la tua.

Più che la Madonna dell’Incoronata, sì, le tue gambe son da coronarie ma, una volta che (ci) “entri”, ca(pri)cci poi, ammalato “sessualmente” (causa marmittoni di tuo “esercito” ed “esercizio ginnico” da “manovre” alla Edwige Fenech, la vacca degli anni settanta “a novanta” su Jerry Calà “abbronzatissimo” nella Parietti), degli “accidenti”: “Cazz’ ameri!”, pronunciato meridionalmente, “a mezzogiorno”, come Zagaria Pasquale! Come, appunto, “a puntino-a punta” di De Sica Christian, uno non tanto “cristiano” con l’ex di Troisi Massimo (non quel “burino” di Decimo Meridio da fossa dei leoni…), nella doppia parte di Cesare Proietti (un po’ Gigi, anche Sammarchi di voglie “Samarcanda” da Roberto Vecchioni) e Lando Marcelli (un po’ Buzzanca di panza…, sotto la panca, la capra crepa, sopra la panca, la capra campa…).

Sì, Rita mostri la “rucola” tua al mare e, onda su “unta”, la “cremina” ti “sbrodola”. La pioggia dorata, la “doccia” rinfrescante sapore di “noci di cocco”, per musica “estiva” ad “ambient” col “pino silvestre” che tu “addobbi” di “palle” come l’abete di Natale.
Eh sì, vai in vacanza all’Abetone, ove Alberto Tomba “slalomava”, gustandoti di “discesa libera” con tanto di Colombari Martina. Lo so, Cecchi Gori piangeva a di-rotto nervoso, rosicando per la tua “neve”.

Sì, il tuo “habitat” è la “giungla” della tua “foresta”, e ogni maschietto “Yeti”, poco cheta, tu allupi, tra le fronde del pineto.

Iettatrice! Meretrice! “Meritatela tutta!”.
Come te “lo inietta” lui, mia inetta, neanche Davoli NinettoUccellaccio e “uccellino”.

Sì, credete nell’Annunciazione dell’“arcangelo” ma è da D’Annunzio Gabriele che dovete “attingere” se volete che l’usignolo non sia estinto. D’Annunzio non era uno stinco, infatti era autoerotico anche di rotte “costolette”. “Erto!”. Ercole!

Ascolta, ascolta. L’accordo
delle aeree 
cicale (la “famosa”, affamata Heather Parisi nell’Hilton Paris)
a poco a poco
più sordo
si fa sotto il pianto
che cresce;
ma un canto vi si mesce
più roco
che di laggiù sale,
dall’umida ombra remota


Umidità, Sole “salato”, arsa e “deserta” ecco il (mi)raggio del mio “bacio”.

In poche parole, “detta” come va “data”, come dico io anche quando non lo “do”, l’Italia è un “paesello” di zoccole!

E da riceveranno solo un “Viva Topolin’! da Full Metal Jacket!

Rinunci a Satana? Rinunzio! Meglio Nunzio!

Rinunci a Sara? Rinuncio e “lo annuncio” ad Annunziata senza fedi nuziali!

Rinunci alla dichiarazione dei redditi? No, denuncio i miei “reni”. Non c’è nessun reddito!
Hanno confiscato anche il mio “roditore!”.

Capitolo 2

Se in America va forte il porno, in Italia c’è un Uomo masochista nel suo “snuff movie”… a me frust(r)ante

Uomini elefantiaci, infanti e nonnetti, dementi e saccenti, insipienti e saponi, evviva l’adolescenza “indolente” e protratta. Perché puoi “tirartelo” e “allungare il brodo”

Sì, l’altra sera discussi con un mio amico poeta, Raimondo, in merito a un meruitevole futuro altro libro sul Cinema.

Pignolo e “scrutatore”, volle appurare se davvero son scrittore o millantatore:

– Stefano, si dice “Gli hai visti” o “Li hai visti?”.
– No, tu mi vedi?
– Come si dice?
– Cosa? Il visto? Non lo so, tu mangi le ostie o prendi il nulla… osta? Insomma, sei uno da oche o da ostriche?
– Insisto…, non girare la fritta-ta. Come si dice?
– “Li hai visti”, vedi?
– No, che dovrei vedere?
– Non saprei. Ma è il Tempo di “mandarti” nell’avverbio più lungo “perifrasi-frastagliata” della “lingua” italiana alla Boccaccio sboccato. “Aiutino”: se vado precipitosamente, potrei rallentarlo d’altre lettere?
– Sei un filosofo?
– No, suono la fisarmonica.
– Sei un suonato, quindi?
– Meglio dell’insalata.
– Sei acido?
– No, “acetone”, eufemismo dell’uccellone.
– Insomma, un “maccheronico”.
– No, un agonico.
– Ciao.
– Può darsi.
– Sei titubante nei saluti?
– No, è tutta salute? Io saltello.
– T’è saltato il cervello?
– No, qualcos’altro…
– Oddio mio! No! Te l’hanno amputato?
– Non mi piacciono le puttane.
– Allora, cercatene una “brava”.
– Infatti, non ce n’è…

Ora, vi chiederete: e lo snuff movie dov’è?

Come dov’è?

“Li avete visti” voi?

Sì, infatti sono l’unico che è rimasto all’asciutto.

Ho detto tutto…

Capitolo 3

Se tu ami Sam Raimi, allora sei uno zombi. Meglio dei morti viventi

Fine e inizio.
Tutto qui.

– Come? Tutto qui? Ma non c’è svolgimento.
– Infatti, ci saran solo capovolgimenti di fronte.
– Cioè?
– Sei da cimitero. Ribaltatelo. Forza, “ficcatelo”.


Capitolo finale “dedicato” a imbecilli la cui vita è finita

Mio padre, come il sottoscritto, è identico a Tom Stall

Sì, un povero pazzo, di natura immonda ebefrenica, tentò, con pedissequo sghignazzare, di perseguitar a “fini perseguibili” il mio “bislacco” e giocondissimo modo di star al Mondo.
Essendo colui che vivrà e visse a collo e “a culo”, rispettando il benessere della mia anima, d’allevare con l’ipocondria tipica di chi è al di sopra delle quotidiane rivalse e dei poco valorosi “validi”.

Io rappresento la totale “invalidità” a codesti che non mi rappresentano niente, e non intendo, proprio per nulla, ammutinarmi per ammutolirmi alla loro ipocrisia muta. Io son alato e alleato agli angeli, che guarnisco e a cui fornisco il carburante del “lievito”. Gli altri son d’evitare. E, se me “lo” permettete, anche da evirare, seduta stante. Stessero seduti. Non si muovessero. Alla prossima mossa e moina falsa, altre monetine dovran sborsare se ancor non ammetteranno quanto son noiose “borsette”.
Che effeminati, bravi a “redarguire” e far i dirigenti. Io, invece, esigo il “mio dritto” che non sta buono e non si calmerà mai.

Sì, di mio padre, costoro devono aver equivocato un po’ tutto.

Solo perché svolse lavoro impiegatizio, pensarono di trovarsi di fronte a Peter Sellers. Primo, sciaguratissimo “granchio”. Ché “sgranchirà” molto “perbene” le loro bugie a gambe corte.
Sì, spezzerà quelle ossa da quaglie, per sedie a rotelle “allineate” al “picchiatello” delle picconate ai “testoni”.

E dire che eran di “testicoli”. Quanto testoline…
Mio padre, prima di fermarsi a contemplare la Bellezza dolce, era uno “scapestrato”. Ascoltava la musica del Cuore, su teschio ambulante del crocifisso nel pettorale, e non rispettava i caporali.
Bensì “fruiva” delle “vulve”, da lupacchiotto.

Molti ritardati s’accanirono da cagnacci per “scacciarmi” via i “demoni”.

Ma il demone è come mio padre, come me.

E, presto, saranno “palate”.

Uomo avvertito, mezzo salvato?

No, tanti “saluti e baci”.

– “Meglio porco che fascista!”.
– Chi l’ha detta questa? T’interrogo Stefano.
– Guglielmo Tell.
– Sei un ignorantone.
– Sì, scusi, è di Guglielmina mentre preparava i tortellini.
– Mi vuole provocare?
– No, la voglio scopare.
– Come ti permetti?
– No, te lo metto e basta. Silenzio, troietta.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Il Grande e Potente Oz (2013)
  2. Moby Dick. La balena bianca (1956)
  3. The Untouchables – Gli intoccabili (1987)

 

Mezzanotte e va la ronda di Sean Connery alla Lino Banfi: “Sentimi Al Capone! Ti spezzo la noce del capocollo!”


28 Nov

Un tepore si discordò ma non vuole dimenticare le orrende, balzane pazzie d’una famiglia orripilante che, presto, sarà appesa parimenti omicida alle loro folli pretese che tutti pendan, dipendenti, dalle loro labbra

Fui molto scrupoloso d’avvertimenti, ma il figlio insisté e sarà punitivo della “blasfemia” più sua recidiva.
Quando l’invidia non vuole ammettere il suo reato, preferisce spesso nascondere il cadavere d’altri oltraggi, seppellendo la verità sotto nuove (ah, ma puzzano) coltri di bugie, perseverando di coito e sadisticamente “goder” del Mal inflitto.

Eppure, secondo ogni favola di Collodi che si rispetti, tal “emerito” doveva imparar prima la proverbiale lezione: errare è unamo, perseverare è diabolico, soprattutto se sbagli i conti (anche in tasca, visto che presto sborserà non pochi quattrini…) e ti “diverti” a raccontare di cotte e crude(ltà) dinanzi al Diavolo in persona. Pinocchio sfotte il tuo nasino, mio Lucignolo con le tue “cicaline”.

Pinocchio è uno di cui volesti, violento, indagarne l’arbitrio che si ribellò al tuo falso moralismo da “Padreterno” e già ti mise in guardia, recandosi sotto casa tua solo per chiedere legittimamente una tua dichiarazione di gravissima colpevolezza.

Ma l’angelo fu picchiato d’offese raccapriccianti, perfin il padre, difensore d’”ufficio” del figlioletto reo ma non confesso, intervenì a frenar la giustizia, rigirando il coltello nella piaga e “implacabilmente” raggirando pure la “legge”. Che burattinaio.
Perché esiste una logica inconfutabile fra chi nasconde la “refurtiva” nello scheletro degli armadietti.
Se l’agnello vessato e “sacrificato” tramutasse in lupo, è consigliabile non andar nella tana dei lupi che lo costrinsero, di ricatti, alla “ricotta” del loro “pelo”.

Sì, se azzardi di troppo coraggio, un branco ancor più affamato potrebbe assalirti con maggior veemenza, e arrivare anche a denunciarti, perché sei tu il “disturbato(re)”.

Così, dall’ignoranza della caccia alle streghe, da superstizioni che marchia(ro)n il prossimo dell’oscurantista superstizione secondo cui le persone libere sono tacciabili di “schizofrenia” per l’omertosa conservazione “a lunga scadenza” della scemenza crassona e pasciuta di massa, cademmo tutti in tribunale.

Per reazioni al vile “assaggio”, tali vassalli, coperti dal “potere” sociale che “privilegia” sempre le ragioni di chi è coperto dietro i “pezzi di carta” (ad “attestar” le loro testardissime testone molto ottuselle), rischiaron di sbattere il savio in “manicomio”, solo perché “senza prove” esigé che tal porci non sporcassero più, di lorde menzogne e calunnie, una giovane e ben più viva coscienza, ma si prostrassero (in)tagliati alle “atroci” gran “crostatine” dell’aver alzato la cresta.

Ma il matto vero proseguì nella sua ostinazione.

Il sano di mente fu (mal)trattato per appurare che non (si) fosse sbagliato.

Gli anni trascorsero, e il matto continuò a ridacchiar di gusto, fiero d’aver soddisfatto il delirio d’aver fatto “impazzire” una persona troppo grande rispetto alla sua carne da frivolo stupratore delle verginelle.

Sì, costui passò l’adolescenza da sanguisuga, profittandosi di tutti. Dinanzi ai suoi professori, egli stesso s’”ammaestrava” di “furba” scaltrezza per ottener il passaporto che gli avrebbe dato “diritto” alle passerine. Che “glielo” accordavano da stonato che sognava Seattle ed è ancor da paparino, che paperini.
Si sa, in questa società, con una buona “laureetta”, di “aureola santissima”, puoi facilmente guadagnare tutte le “bone”.

E poter “affliggere” quelli “cani”, “buoni come il pane”.

Ma, nel suo progetto criminoso, gli eran sfuggiti troppi particolari, elementi che non van mai trascurati se si vuol compiere l’assassinio perfetto.

Innanzitutto, “Una passeggiata perfetta”, chiara, lapalissiana, incontrovertibile opera “sleeper” a ficcargli un paletto nel suo “cuoricino”, pietrificato a vita nel leggersi così, come la “Gioconda”, ritratto del suo specchio vergognoso proprio “bellino”.

Varie cartelle cliniche a rinchiuder ora “lui” nella clinica.
Che cazzo urla?

Perché, prima che possa immaginarlo, sarà chiamato a deporre. Ah, ma non era così a(r)mato il nostro “fiore all’occhiello” di suoi “fori?”. Forza, ti danzo attorno.Ti piace il “lento?” O il ritmo martellante?

Eh sì, caro fornicatore, credo che diventerai “magrissimo” nel forno crematorio.

Con “mutata” stima, il “muto”.

Che, eternamente, t’ha inculato “al muro”, mio mulo.

Chiaroveggenza, per evitare la lobotomia scappai dal “cuculo” di McMurphy, divenni il Jack Nicholson di Qualcosa (non) è cambiato perché la mia misantropia verso i miei coetanei stolti fu fraintesa per “fobia sociale”, e m’ammalai, di meccanismi di difesa compensative delle ossessioni “disordinanti”compulsive, al che, propulsivo chiesi tre giorni per la verità, non riuscii a dimostrare che ero un genio “idiotizzato” da dei cretini ebetissimi e mantenni però solo la promessa. Cioè, uno ad uno, tutti me li son fottuti, tali deficienti

Psicopatici, pedofili, “troie idrofile”, cinofili del filetto “sanguinolentissimo”, truculenti, non sono “deboluccio” nel vostro buco da “bucati” e, di “stuzzichino”, plano non piano, miei “paninari” appianai i torti, torcendovi il braccio di stesso “torchio”. Tordi, tontarelli, ecco il toro che sgranocchia i vostri torroncini. Vi butto giù dalla torre.

Basta, critici pagati a caro prezzo per pezzi che spezzan solo la vita del “Vorrebbero ma non possono, essendo degli Opossum che impararon a papparedella un est “latino” e ora son nel mio West di Tarantino. Ecco la rivoltella, bang, a terra(gno)”.

Sì, Django è tornato. Piantagrane, bombardieri e proprietari di piantagioni, non provate a scagionarvi di “zucchero di canna(ti)”, ecco, queste son le mie canne, fucilate eastwoodiane sparate a raffica.
Chi è quella? Tua moglie? A me non pare tanto figa, quindi le sparo.
Sì, è una che sparla solo come una pettegola. A te, invece, leccaculo e “braccio destro”, sarò mancino dei vostri “manici”. “Ammanicati” al mio “maccherone”, guarda come fuma bollente, dicesi pistolone contro te, mio “pistola”. Volevi recintarmi, ecco il cinturone, miei cinghialoni, io vi prendo a cinghiate.
Voleste arrestarmi per rendermi accigliato, io vi taglio.

Evviva Jim Morrison, mia origine mentale, che va da una Donna, le strappa anche il neo sulla terza natica dello “sgambetto”, e “inciampa” molto “involontariamente” nel Joker più ridente, “lì”, addentando-sbranando, abbranchiando!
Tutto tutto inchiappettando!

Sì, sono la Spanish Caravan dei Doors su spagnola “vaccara”. Allattami con quel seno, guarda come si “insinua”.
No, non voglio “inseminarti” né seminar il panico.
Ma “scimmiottare” con te.
Dai, dai, più forte.

Vai di cavallina, che c’importa delle varichine?
Questo è il “lavaggio” a 90 gradi.

Sono l’Uomo che unisce le mie baby a La Bamba.

E ballo, miei abbindolati.

Io boccerò voi e ora voglio altre “boccione”. Te, invece, “filerai” alla bocciofila. Sei palloso.

Io sono come Valens, non Ri(t)chie ma v’invalido.

Datemi del poveretto, basta che il “mio” sia provetto senza pompette, miei spompati.

Io faccio benzina, mettendo fire springsteeniano.

Datemi Katherine Heigl, la bionda, e diverrà rossa, datemi una rossa e arrosseremo.
Datemi quello e vedrà i sorci verdi.

Ecco, cosa significa farsi il culo. “Farvelo”.

Babbeoni, ecco il “babbo”. Ecco il regalo di Natale.
Ecco la “festività”.

Salutatemi quella “gran” megera di vostra madre.
Pare che, per salvarvi dall’ergastolo, stia battendo.

Non vi piaceva “sbattere?”.
Siete stati accontentati perfino da chi ha partorito la vostra demenza. Che sciagurata. Per rimborsare, deve “incassarli”.
Il loro padre, d’altronde, è sempre stato un puttaniere “affezionatissimo”

Più che Pinocchio, con questi qua, a cui faceva “pena” il mio genio, son stato un pene negli occhialuti miopi.

Buona vita a tutti.
Speriamo che il loro avvocato sappia difenderli alla grande, eviteranno forse la sedia elettrica, ma sotto i ponti dovran ripararsi dai tuoni.

Sì, l’unico Amleto sono io, non il “dottore della minchia” Marco Belelli, più comunemente conosciuto come divino Otelma.

Fra chi lo prende in culo, essendo Marco un gay della specie più cialtrona, preferisco Otello.

Ho detto tutto.
Io “zizzanio” da Iago.
E, da figo, inzucchero.
Perché, senza pagliaio, l’ago è il vostro rogo!

Applauso!

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Di nuovo in gioco (2012)
    Profetizzai che sarebbe stato un mezzo film.

    Clint è immortale in Walt Kowalski.

    Questo è un film falso, come il buonismo.

  2. Io sono leggenda (2007)
    Leggenda di che?

    Tu sei un Will Smith a cui te lo farò nero. Alì sono io!

  3. The Untouchables – Gli intoccabili (1987)
    E ora m’incazzo come Kevin Costner.

    In questa storia, mi pare che si sia andato troppo oltre.

    Vero “caponi?”.

    E pagherete…

    Andremo a casa del criminale e sputerà anche l’anima del suo “mouse“.

    Visto, far le smorfiettine? Musino?

  4. A History of Violence (2005)
    Carina casa, “fratello”.
    L’hai comprata con altre violenze?

    Ti ricordi di me? O volevi ottenebrarmi da “dolcetto?”.

    Ti ricordi quand’eravamo piccoli?
    Te lo ricordi vero?

    Ecco, comincia a tremare.

De Niro Screen Shots


13 Oct

Ecco, mi “giunge voce” che quest’anno lo (ri)vedremo in molte pellicole.

Signore e signori, annessi detrattori dell’ultima ora (im-parzialmente scontenti delle sue ultime prove attoriali), ecco a voi il più grande camaleonte della Storia del Cinema. E non solo.

Vi presento questo personalissimo slideshow di Mister Bob De Niro.

Qui, lo vediamo “sfilare” in una galleria di tanti suoi personaggi famosi. Che ve li cito a fare?

No, qualcuno ve lo “enumero”: Vito Corleone, Travis Bickle (già), Jake LaMotta, Harry Tuttle, Al Capone, Jack Walsh, Max Cady, Sam Rothstein, Conrad Brean, Paul Vitti.

 

Gli altri, provate voi. Sì, vi verranno in mente.

 

Giocate infatti con la memoria e accostate le sue rispettive, tante facce ai capolavori “elencati” nei vostri ricordi. Vedrete che (IMDb.com alla mano…), riuscirete a indovinarli tutti.

 

In questo video, sono comprese anche due imminenti interpretazioni, direttamente-prossimamente, appunto, da Being Flynn Red Lights.

 

Buona visione.

 

 

(Stefano Falotico)

Kevin Costner, il fascino “mocassino” di un attore nei suoi jeans di “marchetta”


02 Oct

A parte l’occhio alla “Timberland” (sì, Kevin ha, nel codice genetico del bulbo oculare, un paio di scarpe “comode”) e  una “bellezza” d’acchiappo immediato, Costner non è mai stato così “pessimo” come si “sparla” a (s)proposito

Mi ricordo che la figlia della mia vicina di casa, Cristina partorita da Angela, ne andava di voglia “matta”.
All’epoca avevo, su per giù, undici anni e mi “costrinse” a sorbirmi un “polpettone” di quattro ore “integrali”, il 7 volte premio Oscar Balla coi lupi.
Però, la “durata” del film veniva sempre (sub)ordinata-“discinta” al suo “languorino” ed era, per i suoi ormoni tardoadolescenziali da già impiegatina frustrata (piegatissima dal fidanzato “saldatore” che, fra l’altro, sebbene abbia “inseminato”, incinta non “gliel’ha dato”… almeno, la prole già “romanticuzza” da “Stranamore” non s’è propagata d’altri demoni sotto la pelle), “fermoimmaginata” nel “fotogramma” a raggi x dei suoi occhi “fragolosi” della scena in cui Kevin, il “lupo” ballerino appunto, afferra l’indiana per il (ca)pel(l)o e, sotto la tenda, di “cappella-pelliccia” poi “la” stende da ex Tenente ancora “sull’attenti”. John Dunbar, che si schierò di “soldato blu” contro Wayne e Buffalo Bill, perché capì che Dustin Hoffman, il piccolo grande Uomo, era un idiota nella società “civilizzata” ma, a (con)tatto con la Natura selvaggia, si trasformava in una “pistola incazzata” di duro “caratterino” difficilmente indomabile eppur “dominante” da maschio bestiale, fra praterie di “muschi” e un mustacchio da “Sotto la capanna, il capriolo a pecora te lo fa crescere di capriole e, sopra, di panne ti screpola“.

Per non “par(l)are” del “cul-t” del “suo” Robin Hood.
Quando il nostro “Principe” si spoglia, di fondoschiena amabilissimo dalla femmina in calore (sì, la parte migliore dell’uomo chiamato cavallo è il lato B del “sapiens penis“) nel laghetto, e la Mastrantonio “ammira” il marcantonio sognando la sua “foresta” di “arco”.

Sì, Kevin Costner era l’attore preferito di Cristina.
Ascoltava Claudio Baglioni…

Ho detto tutto.

Comunque, Kevin è stato frainteso solo perché si scopava delle bonazze e gli hanno voluto male.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. The Untouchables – Gli intoccabili (1987)
    Toccami e ti denuncio.
    La battuta più “agghiacciante” è questa, quando il pagliaccio Al Capone urla ad Eliot Ness: “Tu non hai un bel niente, buffon’!“.Sì, la fine che farà quel “montato” del portiere della Juventus a fine campionato.
  2. Terra di confine – Open Range (2003)
    Dopo Gli spietati, Costner gira un capolavoro con Duvall per sfide all’O.K. Corral.
  3. Waterworld (1995)
    Costner capì che Michael Douglas, sebbene basic instinct, non aveva sodomizzato bene Jeanne Tripplehorn.
    E allora “la” illiquidisce del tutto.
    Di scioglimento…Che mostro questo Kevin. Mentre fotte Jeanne, urla alla bambina Tina Majorino: “Me la inculo a terra!”.

    Lo shock sarà devastante, infatti quest’attrice l’abbiamo persa nell’intelligenza artificiale.

Alcuni graditissimi motivi, o momenti, per “denirizzarci”


04 Nov

 

A chi mi domanda perché mi “renardizzo” in Bob… be’, ammiratelo.
Estratti della sua perfezione, quasi imperfetto neo ch’abbacina.

 

Sam “Ace” Rothstein

 

 

Harry Tuttle

 

 

Jack Walsh

 

 

Al Capone

 

 

Shadow

 

 

Michael

 

 

 

Lo vedrete ancora, giusto un assaggino, non abbuffatevi, no, il Bob va “deliziato” in tutta calma, anche malinconica, come Lui.

 

 

Firmato il Genius

 

 

 

I gigioni…


26 Oct

 

Ah, c’è chi vive da Uomo e chi da topo, chi è un Gigio e chi è Gigi Sammarchi, il Giginho de L’allenatore nel pallone.

A loro, comunque, va il mio più vasto apprezzamento, perché furon mio “svezzamento”, in un modo, inequivocabile, o nell’altro(ve).
Chi è un Capitan Uncino, e chi ne fa da spalla come Tortorella Cino.

Il Topo Gigio è romantico, puro e non “infranto”, e da tale, qual è, gigioneggia “a man bassa” e anche di mano morta, “nanizzato” nel vederla “zecchina” più di chi conduce lo “Zecchino d’Oro”.
Un personaggio unico e intrepido, che si lascia coccolare dalle donne e se n’effonde nelle loro “fusa”, attorcigliato in sogni diletti o del “ratteggiar” nel loro godibile letto.

 

“Piccolo”, Egli “asineggia” campagnolo, “ciucciando” il suo “ciuco”.

 

 

   Un Gigino… che si “gingilla”.

 

 

Ma, come questi due qua, sa gigioneggiar “scolarizzando” tutti gli altri, imbattibile perché ama, anche Lui, il Cinema…

 

Sì, De Niro “caponeggiava” in questa frase raggelante…

Cos’amo di più nella vita? Cos’è che mi dà gioia? Il denaro? Il potere? Le donne?
Il baseball!

 

E Pacino, ancor più mefistofelico, “azzannava” il “povero” Keanu Reeves, così:

Vanità, decisamente il mio peccato preferito.

 

 

Io adoro questi “Gigioni“, e li “doro”.

 

Firmato il Genius

 

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