Il ringhio
Viviamo in tempi opachi, ove s’obnubilano i reati, camuffandoli dietro leguleie burocrazie a metter “ordine” con perentori ricatti ad abusare di “vantaggi” psicologici spesso accumulati grazie a tangenti, prevaricazioni morali, arrivismi mafiosi, collutazioni “politiche” alle s-palle dei “polli” da raggirare, prima di privilegi acquisiti da padri tradizionalisti nel perpetrare le irragionevoli ragioni “fondatrici” d’una società livellata su appiattimenti stantii, con la “forza” d’economia “encomiabile” della discendenza “nobiliare” e “rispettosa”, poi, “migliorati” di pezzi di carta “bianchissima” profumo puzza (sotto il naso e anche “sotto… b-i-anchetti”) “color” cioccolato “lattiginoso”, a peggiorare chi era partito “male”, a partorire “diagnosi”, perché semplicemente non si vuole che chi partì, appunto, “debole”, possa ribaltare le regole, soverchiandole di “sovversivi” atti giusti, presto liquidati ad etichettarle passibili di “pericolosità”. Il “detersivo” di pulizia “mentale”. Ah, si sa, la reattività, la reazione, la ribellione è da sedare, da “insederare” e da ammainare, ché non “degeneri” dalle “basi” solidissime (sì, infrangibili come sabbia tersa nel Sol marino di tal somari bambini “adultizzati” del “tosto” aspetto-pettoral’ “oral” in fuori… le palle e i “cannoli”) d’equilibri “avvalorati” da non leder con scosse elettriche da spegnere, irrigidendole nella radiografia a “celofanar” l’encefalogramma nei (dia)grammi su(ine) chimiche spicciole da reparto biologico delle cavie da laboratorio. Ove solo i più “indefessi” e conformisti “lavoratori”, ligi al dovere più falso, fascista e meschino, avran il permesso alla gioia del “Godo” e, chi s’eleva, è da “spappolar” per pazzo, “fuori di testa” o addirittura “criminale” perché ha solo avuto il coraggio, immancabile ai suoi geni valorosi, di non prostrarsi e prostituirsi a queste “torte di mele”, a queste creste che ti sbatteran in faccia solo la crostatin’ di marmellata. Allattati alle mammelle della suzione materialista, delle soluzioni d’azione “contraccettiva” a prevenire, minority report, il potenziale elemento “pericolante”. Che potrebbe far proprio crollare e ridurre al macero e in briciole le assolute, assurde convenzioni, oggi assunte per vere e indiscutibili. Ove la carnascialesca frivolezza è stata innalzata a “brillante”, incontrovertibile, unico modello di vita. Ove, chi non se n’attiene, è uno d’“attenuare”, da tener d’occhio, da “tenerezze” ad “addolcir” l’urlo rabbioso degli ululati suoi combattenti. Ah, meglio barricarsi nell’“invincibilità” dell’ottusa “civiltà” piuttosto che prender coscienza e mollar la presa e confessare, che fessi e soprattutto da fossa son loro, i “leoni”, meglio inveire d’altra subdola violenza, meglio tacere prima che deflagri l’averli colti in flagrante.
Ma vocine “dispettose” non ci stanno, perché sventolare bandiera bianca e “affrescarci”, appunto, in questa “fresca” tanto “ironica” presa per il culo?
I coglioni van addormentati, picchiati se “sganceranno” le bombe, abbindolati se non vorranno “abbottonarsi”, accerchiati se l’“oltraggio al pudore” fuoriuscirà dai ranghi della cernita vile, delle cerniere, del maiale col cavial’, che apparecchia la sua cenetta da “buona forchetta”. Ah, chi tira il forcone è da forca in tal nostra, di massa, “fornicazione”. Certo…
Seviziato perché denunciò i viziosi, strizzato perché stava aizzando.
Amputato perché non puttaniere da festini, non festeggiato perché da conciar “a festa” e impagliato da pagliaccetto da “bacetti”, ché non amò la “mondanità” di tali anali nei tavoli (s)quadra(n)ti im-banditi d’argenteria di “lusso”.
Smussati e smidollati nell’osso, ché non son “ossigenati” ma pensatori meno appariscenti della gran “maggior” parte della gente, i dementi.
E dunque io vado avanti, di stessa legalità, visto che i giustizieri “solitari” furon “ammutoliti”, bisogna alzare la voce di stessi pugni massacranti di (a)r(r)ing(a).
Buone le vostre aringhe?
Dopo tante sparatorie di sangue sparso, posso cospargervi di salsina sopra la vostra “salsiccia?”.
Proprio farsi un film, da Oscar.
Proprio a Roma, il 7 Dicembre, quando il mio calunniatore vedrà la faccia in Tv, una lagrima color sono nella merda, colerà dal suo dittatore.
Avvertii che il Principe sarebbe tornato. Per ammazzarlo nel modo più cattivo possibile.
Un grande Uomo, destinato a un Futuro luminoso, fu invidiato a morte da suo fratello.
E scontò una pena crudelissima per la sua scellerata vigliaccheria.
Il Gladiatore torna in sua arena, si cela con una maschera, se la toglie delicatamente e fissa il suo omicida.
Non solo non è morto, morirà qualcun altro. Con la folla a osannarlo.
Questa si chiama vendetta!
Firmato il Genius
(Stefano Falotico)