Sì, Matthew McConaughey è un attore premio Oscar. Dopo aver recitato molte parti da deficiente, da qualche anno a questa parte s’è impegnato a dovere nei ruoli da bel tenebroso. Ottenendo meritatamente l’Oscar e spopolando col suo Rust Cohle di True Detective.
Peccato che, dopo Dallas Buyers Club, su altri circa dieci film e più da lui girati, ne ha azzeccato mezzo.
Matthew, un tempo, le azzeccava tutte. Sì, da Sandra Bullock ad Ashley Judd, da Penélope Cruz a Janet Jackson, grazie ai suoi occhi languidi da texano poco di ghiaccio, tendente allo scioglimento degli estrogeni col solo ammiccamento d’un mezzo sopracciglio perfino acqua e sapone, faceva volare le donne per galassie poco metafisiche da Contact ma molto Interstellar da stallone coi piedi per terra, preferibilmente indossante gli stivaloni un po’ da troione.
Anche ora le azzeccherebbe, accarezzerebbe e le donne andrebbero matte per la mozzarella…
Ma Matthew ha messo la testa a posto e qualcos’altro solo in Camila Alves. Sì, ha preso la camomilla, come si suol dire, ah ah.
Una vecchia barzelletta, da me ricreata, recitava questo:
astrofisico dalla testa da super figo nucleare-galattico, laureato a Cambridge, dopo aver rilevato, grazie a calcoli pazzeschi e disumani, tre pianeti sconosciuti e dopo avere reinventato la teoria della relatività, dopo una vita passata fra i libri con la testa fra le nuvole, ha scoperto anche la figa.
Solo che ora non può tornare più indietro poiché le teorie di Einstein, secondo le quali, viaggiando più forti della luce, si può ringiovanire, sono valide matematicamente ma ancora non sono state concretizzate su un piano, diciamo, prettamente fisico e puramente tangibile. Ci spiace. Quest’uomo, elevatosi da tale pianeta delle scimmie, conosce la Fisica meglio di qualsiasi altro essere umano che nacque e che nascerà ma morirà senza conoscere il “Triangolo delle Bermude”. Poiché potrebbe, sebbene assai tardivamente, trovare una prostituta per assaggiare finalmente qualcosa più agganciabile alla materia ma è come Stephen Hawking. Detto ciò, Matthew ha scoperto invece Instagram. Grazie a un solo video di lui che parla come un ebete, ha ottenuto un milione di follower nel giro di poche ore. La maggior parte della gente, a meno che non spenda più soldi di quelli posseduti da Matthew, può anche recitare, nei video inseriti, meglio di Laurence Olivier nel declamare tutto Shakespeare dalla prima all’ultima riga, pur di farsi pubblicità, sperando di farsi una meno stronza di Desdemona ma rimarrà lo stesso cornuta. Molti uomini, anzi quasi tutti, diciamo tutti… vanno matti per Scarlett Johansson. Appena la vedono, qualcosa fra le loro gambe diventa resistente e tosto come l’armatura di Iron Man. Io, essendo un cinefilo incallito, dunque conoscitore di tutto il percorso di crescita di ogni attore e attrice, appena vedo Scarlett, mi torna in mente la Johansson di Ghost World e, dopo tre secondi, ritorno malinconico e moscio come John Travolta di Una canzone per Bobby Long. Sì, come Rust di True Detective, non sono propriamente un tipo da feste. Però mi manca un film con Scarlett, ovvero Crazy Night – Festa col morto. Deve essere sinceramente una grande stronzata come quella che avete letto in questo post. Se devo dirla tutta, molta gente erroneamente pensò che, dopo averlo fatto la prima volta, mi sarei sbloccato. Invece, da allora ho perso la mia magica pazzia e forse Motherless Brooklyn mi parrà solo un film palloso. Sì, il film di Edward Norton, pur ricevendo ottime critiche, a molti presenti alla Festa del Cinema di Roma non è affatto piaciuto. Poiché credo che sia troppo cupo nella società di Instagram.
No, io non rido mai. Nei miei video, rido spesso ma perché sono un grande attore, superiore sia a Norton che a McConaughey. Non si era capito? Allora, siete proprio più tonti di quello che pensavo.
Insomma, voi avete scoperto solo l’acqua calda. Ma non di Scarlett. E ho detto tutto.
di Stefano Falotico