Posts Tagged ‘Ghost’

L’amore vince su tutto: se Fedez forse non tradirà mai la Ferragni, il grande ROCKY BALBOA visse per Adriana e non la tradì neanche da morta, ci avevate mai pensato?


05 Oct

rocky tommy gunnstanzionerocky davide daltri

Alla Bacinotti, detta La Baci, preferisco la bici? Non credo.

Al bacio al cioccolato, comunque, preferisco il pistacchio.

Sceriffo Teasle: – E vorrebbe dirmi che duecento uomini contro il suo Marine sono nella posizione di non poter vincere?

Trautman: – Se ci manda tanti uomini non dimentichi una cosa.

Sceriffo Teasle: – Che cosa?

Trautman: – Una buona scorta di barelle.

Per quanto tempo, su R 101, Silvia Notargiacomo e Francesca Bacinotti leggeranno il gobbo gossiparo per illustrarci della storia d’amore (?) tra Fedez e la Ferragni?

Di mio, ho sempre considerato Ryan O’Neal un grande e Love Story un bel film, a differenza di Ghost.

Guardando invece Al Pacino in Bobby Deerfield, debbo ammetterlo, credetti di essere omosessuale come Gabriel Garko. Perché Al, in questo film, è più figo che in Crusing. Ah ah.

Anni fa, da Bruno Vespa, Vittorio Sgarbi litigò furiosamente con Garko. Invece, Elenoire Casalegno forse litigò con Matt Dillon di In & Out? Ah ah. Be’, se avesse litigato con quello de La casa di Jack, avrebbe potuto anche non bisticciarvi, diciamo. Tanto lui l’avrebbe ammazzata ugualmente. Se invece la Casalegno avesse incontrato il Dillon di Fort Washington, non si sarebbe arresa dinanzi alla schizofrenia di Matt e l’avrebbe lo stesso amato come Jennifer Connelly nei riguardi di Russell Crowe di A Beautiful Mind. Cioè, alla follia. Ah ah. Se la Casalegno avesse incontrato il Dillon di Singles, l’avrebbe lasciato dopo tre giorni e si sarebbe chiusa, non solo in casa, depressa a morte, riascoltando tutta la peggiore, dunque migliore musica grunge malinconica per ritrovare i(l) Nirvana. Invece, se avesse incontrato il Matt di Rusty il selvaggio, credo che sarebbe andata con suo fratello, cioè Mickey Rourke. Voi dite di no? Non diciamoci stronzate. Se la Ferragni avesse incontrato il Rourke dei primi anni ottanta, avrebbe lasciato Fedez dopo tre secondi netti. Peraltro, Rourke non stava messo male a soldi.

La Notargiacomo e la Bacinotti sono due donne molto sexy, la seconda però, anziché avere una voce calda e dunque radiofonica, come si suol dire, appena apre bocca, mette solo voglia di amare Piccolo Buddha di Bertolucci. Poi, se la vedi su Instagram, senza che lei minimamente fiati, è mozzafiato. Sì, ottime gambe, seno esplosivo, una bionda da leccarsi i baffi.

Ecco, dopo queste gustose freddure in puro stile Falotico, ne aggiungiamo un’altra. A 13 anni, dopo la licenza media, rimasi innamorato d’una delle mie ex compagne di classe delle medie. Lei s’iscrisse all’istituto per geometri, il Pacinotti di Bologna. Io, invece, dopo mille delusioni, amai da morire Al Pacino di Serpico.

Cavolo, ne so una più de L’avvocato del diavolo. Ah ah.

So farvi sempre ridere ed essere autoironico sulle mie sfighe. Sulle mie fi… e, sono molto serio. Ecco, cerchiamo di fallo, no, difatti… di mantenere un atteggiamento da duro… non lasciamoci intenerire da troppi ricordi da rompiballe. Ah ah. Credo di credere all’amore nonostante le inculate bestiali ricevute. E dire che non sono gay passivo. Ah ah. Neanche attivo. Tant’è che, qualche anno fa, vollero affidarmi all’assistenza sociale. Per fottermi di più? Ah ah. Sì, ci sono cosiddetti tutoralias educatori, che tradiscono le mogli con le ragazzine malate di mente da loro prese in cura, forse sotto gamba. Eh già, codeste ragazze, apparentemente sprovvedute, sputtanano tali pedagoghi della mutua e li fanno impazzire. Ah ah. Sì, infatti costoro sono sempre affiancati da uno psichiatra. Ah ah.

Sono uno dei pochi uomini che ama Pier Paolo Pasolini ma solo dal punto di vista del lato artistico e non del lato b, a differenza di Ninetto Davoli. Willem Dafoe interpretò Pier Paolo per Abel Ferrara. Massimo Ranieri invece per David Grieco. Scusate ma il Ranieri de La patata bollente non piaceva evidentemente ad Edwige Fenech ma forse sarebbe piaciuto a Giacomo Leopardi. Sì, diciamocela, la celeberrima Silvia di Leopardi fu usata a mo’ di copertura alla pari di Eva Grimaldi e Manuela Arcuri con Garko. Basta, fermatemi! Ah ah.

Uh uh, che diavolaccio che sono. Il mondo è pieno di maligni, non esiste solo il Maligno. E io ho un diavolo per capello. Ah ah. Molti anni fa, mi piacque molto Luisa Ranieri, poi compresi che era, fu, è e sarà un’attrice solo del cazzo. Ah ah. Luisa s’innamorò di Luca Zingaretti dopo averlo ammirato ne Il commissario Montalbano. Se l’avesse visto in Vite strozzate e ne Il branco, avrebbe cantato con Adriano Pappalardo di Ricominciamo. Ah ah. E Luca, consapevole di essere stato uno stronzo, avrebbe urlato a squarciagola con questa.

Credo di essere stato sempre molto più avanti rispetto ai miei coetanei. Ai tempi delle medie, infatti, mentre quelle della mia età adoravano Claudio Baglioni, io amavo questa canzone:

Nel ‘92, il Festival di Sanremo fu vinto da Valerio Mastandrea de La prima cosa bella. Cioè Luca Barbarossa, ah ah. Non so, comunque, se Paolo Virzì dedichi alla sua Micaela una canzone di Eros Ramazzotti oppure questa:

Comunque, Sylvester Stallone di Rambo è ascetico. Mentre quello della saga di Rocky è forse l’uomo più romantico di sempre. Non tradisce mai Adriana. Nemmeno da morta. Rocky non è soltanto una storia di sconfitta e redenzione commovente over the top. È la storia di un “fallito”. È la storia di un uomo, la storia di un uomo… come Il grande Lebowski. È la storia di un uomo che accetta ogni provocazione e colpo basso. Ma è una grande storia d’amore soprattutto, ripeto.

Ora, molti mi chiedono come abbia fatto a essere piaciuto e a piacere alla mia lei.

Risposta: – L’ho vista e le ho detto che volevo baciarla. Non solo baciarla, direi che mi sono spinto oltre…

– Eh, chi sei? Alain Delon?

– Alain Delon ha più di ottant’anni.

– Ma va’, va’. Chi sei? Una viene con te perché sei, saresti più bello mentre gli altri devono farsi il culo per essere amati?

– Significa che non amano, sono dei leccaculo.

Comunque, appoggiato dalla mia lei, sto terminando Bologna insanguinata. Libro di circa 300 pagine che disaminerà amori, imbrogli, reati, ipocrisie, delitti efferati avvenuti nel capoluogo emiliano che mi diede i natali. Un excursus mai visto, soprattutto letto, su Bologna e dintorni. Dall’Uno Bianca di Castelmaggiore a Villa Clara, da Marco Dimitri alla strage della Stazione Centrale, da Andrea Roncato a Pupi Avati, dalle scuole Guido Reni alle Salvo D’Acquisto, dai licei Galvani e Minghetti al Sabin e al Copernico, dal Righi a una che amò i Righeira ma non andò mai in riviera, dai suicidi indotti dal bullismo alle persone rinate grazie al loro devastante e ribaltante colpo inaspettato da gancio sinistro micidiale e geniale alla Balboa.

Nel frattempo, D. Stanzione, critico di Best Movie e mio amico, mi ha promesso che stasera mi manderà, in allegato PDF, su Messenger, la prefazione da lui curata del mio prossimo libro pubblicato dalla Kimerik Edizioni. Fenomeni e campioni, chi sono io? Nessuno. Sono uno che, per colpa d’imbecilli, si beccò una diagnosi totalmente sbagliata. Nessuno al mondo resiste a una mostruosità del genere. Nessuno tranne John Rambo.

Cari idioti, ora vi do una Bacinotti e un bacino. Siete felici o volete un altro mio (s)gradito regalino? E quella Notargiacomo la dovrebbe finire di parlare in radio solo di lasagne. Avrebbe bisogno di una besciamella e so io di cosa. Densa e granulosa. Dolce e cremosa. Oserei dire, voluttuosa e associata a qualcosa di grosso, diciamo, molto voluminoso.

 

di Stefano Falotico

francesca bacinotti

silvia notargiacomo

casalegno sgarbifedez ferragni

Come un GHOST à la Patrick Swayze, volteggio nell’arido mondo da risorto poeta romantico, evviva i balli proibiti


29 Oct

ghost swayze moore

Tu come stai? Vai in palestra? Sei ben tenuto? Però, ti fai ancora dai tuoi mantenere. Ma come sei ridotto? Sei penoso!

Tu invece, donna, quanto pensi? Soppesi, ti tieni in forma, fai i pesi? Ah, sei pesante! Peni? Guarda che, a forza di pen(s)are, la vita poi non si bacia più col volare e quel che io desiderio con te impennare, eh già, sta solo penando poiché, nel tormentato, resiliente mio trasognarti, fantasticarti e amplessi calorosi con te non concretizzare, sono oramai stufo e sfiancato.

Mi hai plagiato come un vado di terracotta, modellandomi nell’argilla del tuo buonismo. Lascia invece che delicatamente sfiori ogni centimetro della tua pelle e ti deflori.

Vedrai come la vita rifiorirà e tutto fuoriuscirà. Ah ah.

Baciami con ardore e tu, amico, reggimi il gioco o solo il moccolo. Che cosa? Io sarei un mongolo? Ma sì, evviva la Mongolia! Che vuole quella lì? Sta a pontificare sul mondo soltanto perché è psicologicamente monca.

Sì, se la suona e se la canta da sola da suora, ascoltando a tutto volume quella frustrata cronica di Alessandra Amoroso, la cantante delle capricciose voglie sempre ficcate nel congelatore.

Basta, non se ne può più di questa qui. È lamentosa e non ha niente di cui lamentarsi, invero.

È un’imbonitrice. Sì, lecca il suo pubblico di radioascoltatrici, consolandole con le sue “hit” dolciastre.

Comunque andare, Forza e coraggio, non vale Niente!

Sì, gli stress quotidiani della donna medio-bassa, l’Amoroso rabbonisce con le sue canzonette che illudono la povera gente. E non è manco bona! Non le sarò amorevole. Non la voglio come morosa nemmeno se mi regalerà sull’altare, come futura sposa, una mimosa. Sì, perché sono un uomo romantico più delle donne e non so che farmene di scopare a terra.

Che cosa? Donna, dovrei regalarti una rosa? Innanzitutto, impara la prima declinazione al plurale latino di rosae rosarum rosis e poi potremo riparlarne. Altrimenti, se lei un po’ non si acculturerà, io non gliel’arrossirò.

Suvvia, non si scandalizzi per questa mia frase onestamente sboccata, sfacciata e arrogante. Non arrossisca!

La prego! Me la dia. Forza, uomini, mettete su intanto una buona melodia.

Voglio un lavoro migliore, non posso stare a sfacchinare e a scrivere libri che sono farina del mio sacco se poi qui saranno gli altri a mietere il grano.

Sì, questi hanno solo un’infarinatura e m’han rifilato una fregatura. Ah, questa vita si fa sempre più dura.

Donna, mi curi da questa sofferenza. Lei, sì, che è così matura, mi sfiori con la sua bocca tenera e le sarò duro.

Voglio un Cinema dalla fotografia sporca, granulosa, un film super fantascientifico di nebulose, di razzi che svolazzano, di pazzi che non più le idee degli altri scopiazzino ma che, come cavalli matti, per l’appunto scopino da dannati e, se combineranno altre porcate, dovranno ammettere la verità senza più vigliaccamente scappare.

Datemi un vino d’annata. Io più invecchio più miglioro. Sono uomo che, fra i rimbambiti troppo stagionati, adora Vivaldi e la pizza Quattro Stagioni. Anche una pazza col salame piccante. Ah ah.

Avete sentito Normale?

È una bella canzone. Peccato che lo sia solo quando canta Ermal Meta.

Francesco Renga l’ha preso in culo anche da Ambra Angiolini. Ho detto tutto.

Sì, sono un fantasma.

Mi davate tutti per morto.

Invece sono solo moro, tendente al castano.

Siamo a fine ottobre, sono buone in questo periodo le castagne.

Mi deste del cacasotto ma a me piacciono le caldarroste.

Più calde sono e più sto a posto.

Più stronze sono e più m’incazzo. Alcune non le cago, molte mi danno della merda.

She’s Like The Wind!

Di me si può dire tutto. Che sia pigro, ipocondriaco, laconico a volte, perfino spesso da manicomio.

Ma indubbiamente ho un certo fascino.

Un fascino del cazzo.

Di mio, non crescerò mai.

L’importante è che cresca…

Comunque, a parte gli scherzi, Patrick Swayze era un mito.

Sì, mi spiacque molti che morì di Cancro.

Ma non ho mai capito l’espressione… poveretto, è morto.

Ah, prima o poi moriremo tutti.

Non era tanto povero, Patrick. Era pieno di soldi e riempiva perennemente qualcos’altro.

Sì, le donne, appena lo vedevano, urlavano: cazzo, è l’attore de La città della gioia.

Sì, Patrick spingeva di adrenalina come in Point Break. Ma, nella parte del medico in mezzo ai lebbrosi, è stato credibile quanto me con Demi Moore.

Ho detto tutto.

swayze dirty dancing

 

Sì, sono diventato un comico.

Che cazzo volete?

Ah ah.

 

di Stefano Falotico

Quando sono malinconico, cioè sempre, la gente che mi vuole bene non si preoccupa. Quando sono allegro, chiama l’ambulanza. Ah ah!


04 May

59188998_10213567296399622_2929662321485676544_n

Sì, c’è poco da ridere, non sto scherzando. Sembra come la storia di al lupo, al lupo invertita.

In quel caso, l’uomo chiedeva soccorso, allertando i suoi amici e gridando loro che stava per essere sbranato da un lupo affamato.

Tutti accorrevano per salvarlo dalle grinfie del terribile animale, salvo poi scoprire che lui era appunto già salvo, vivo e vegeto. E che nei dintorni non v’era nessun lupo.

Poi, quando il lupo ci fu davvero, l’uomo urlò nuovamente al lupo, al lupo ma tutti pensarono che si trattasse del solito scherzetto e l’uomo fu divorato dalla bestia feroce.

Sì, traslando appunto questa storia e capovolgendola, prendendola come metafora dei miei stati mentali finalmente col mondo più riappacificati, alla gente che m’ha conosciuto o, perlomeno, presumeva di conoscermi bene, questa mia metamorfosi in un uomo ridente, spingente, gioviale, piacente e molto piacevole soprattutto alle donne, sta molto dispiacendo.

Ma roba da matti!

Sì, a questa gente appare incredibile che io sia nuovamente florido come una rosa e che ogni donna voglia venire a letto con me senza che neppure fatichi a corteggiarla, regalandole bellissime rose più delicate delle sue cosce morbide e vellutate.

La gente è inorridita da questa mia fotogenia impressionante, n’è rimasta devastata, oserei dire allucinata.

E, non credendo ai propri occhi, vedendomi così visibilmente homo eroticus, prima pensa che io abbia fatto un trapianto di cornee, poi malevolmente desidera accecarmi, perfino incendiarmi più di come le loro donne, essendo da me questi qua resi perfino cornuti, m’infuocano ed esse stesse di calore bruciano arrossate. Ché, appena mi vedono, arrossiscono e quindi, gemendo, gioiscono.

Sì, dovreste vedere invece i loro uomini. Posseduti da rabbie inaudite da manicomio, s’accendono e urlano indemoniati.

Mi rincorrono per gli isolati come Keanu Reeves di Point Break per fermare la mia animalesca adrenalina molto malandrina da Patrick Swayze di Ghost.

Credo che siate arrivati al vostro punto di rottura, coglioni, mentre io arrivo sempre al punto G.

Ove ogni donna si scioglie e, scolante, si scotta (s)venente.

Sono un uomo dirty dancing mentre voi, belli miei, mica tanto, state soffrendo ne La città della gioia.

Sì, appena mi scorgete tra le frasche, urlate inverecondamente al lupo, al lupo!

Ma io, mi spiace deludervi, non perdo il pelo, anzi, mi son pure ricresciuti i capelli, ma soprattutto non smarrisco il vizio.

Dunque, vizioso e capriccioso, soddisfo ogni voglia capricciosa, spruzzando a tutte il mio gel delizioso.

Soffice e granuloso, corposo e cremoso.

Dicasi potentissima inculata. Comunque, a parte gli schizzi e gli scherzi, se mi fate la fine di questo qui, sono cazzi vostri. Sapete che me ne possa fregare?

 

di Stefano Falotico

 

swayze wong foo

Professione amatore, riceve a tutte le ore eccetto i festivi e i festini, con gli stronzi è invece solo punitore, pura Unchained Melody


21 Jan


00436704

striptease_ft_07gb03-3

SEA OF LOVE, Al Pacino, 1989

SEA OF LOVE, Al Pacino, 1989


ghost_ft_3100249822

Sì, la prenderei molto larga. Invero, spesso lo prendo solo in quel posto. Poche me le allargano e di conseguenza non si allagano eppur mi muovo con felino, basculante bacino, ricevo solo compassionevoli bacini ma ciò è alquanto inspiegabile perché mi pare ovvio che io possieda un fascino alla Pacino di Seduzione Pericolosa. Sì, sono un volpino di pelo bianco, forse un ermellino.

Invero, sto qui mentendo per farvi ridere.

Ora, chiariamoci molto bene. Spesso le sparo grosse e l’ira, quando mi assale in momenti di tremenda solitudine che non raccomando a nessun nemico, esce dal selciato, il mio corpo s’irrobustisce animalesco e vorrei prendere a pugni tutti, care pugnette, come il mitico Jon Bernthal di The Punisher. Adoro quest’uomo, un duro da roadhouse, altro che Patrick Swayze. Sì, son dispiaciuto che sia morto, Patrick. Ma, a parte Point Break, apogeo del suo carisma taurino da biondo con una criniera da leone, non è che valesse moltissimo come attore. La città della gioia doveva essere un capolavoro e invece mi son addormentato dopo quindici minuti. Patrick nella parte del medico è credibile quanto Rocco Siffredi nella parte della missionaria. Rocco non è da missionarie, Rocco va a zoccole, diciamocelo. Quelle non hanno missioni e lavori nobili da fare ma solo posizioni di malaffare. Che povero disgraziato. Che mentecatte queste meretrici che si prodigano per Rocco la trebbiatrice.

Io, peraltro, non ho mai capito perché alle donne è sempre piaciuto da morire Ghost. Una delle più grandi puttanate mai viste. Insomma, Demi Moore si faceva plasmare come l’argilla dal bellimbusto Patrick, lui veniva assassinato, al che lei si rivolge (adesso uso il presente in quanto Demi è ancora donna che ce l’ha tuttora benissimo presente e ancor li rende t-ergenti, poi pulisce tutto col detergente) a una medium Sister Act meno credibile di Vanna Marchi, una sorta di Mago Otelma col colore viola, quindi si fa carnalmente suora. Non trovandosi il rimpiazzo ma rimembrando il fantasmino dello Swayze nella strada notturna fiocamente illuminata dalla grazia scesa dal cielo.

Ma smettiamola con queste minchiate new age. Ché non sono né film romantici né paranormali, sono assurdità imbarazzanti. Ora capisco, essendo cresciute con questa roba dolciastra, perché siete delle maledette femministe falsissime. Ché poi, basta che appaia Brad Pitt di Vento di passioni alla tv e dovete chiamare lo spurgo. Un allagamento da Waterworld.

L’omo addà ess’ omn! Ah ah! Finitela! Adesso, se vai da una e le regali un mazzo di rose rosse, ti denuncia perché sostiene che sei stato troppo romantico e invece lei ama gli uomini che conoscono il dolore delle spine. Sì, lei ama gli uomini sanguigni, nudi e crudi, come Gesù Cristo sulla croce. Ed è per questo che siamo pieni di uomini schizofrenici. Pensano di piacere alle donne se emanano un sex appeal da uomini scarnificati che hanno patito, sofferto nello strazio di uno scannamento. Sì, le donne vanno matte per questi matti. Dicono che adorano fare le infermiere. E leccare tutto. Mah. Che macello, che mattatoio!

Salami, mortadelle, piselli, che bello il caramello!

Dico!? Ma che mondo è questo?

Peraltro, Demi Moore stava all’epoca con Bruce Willis ed era una tipa da Striptease. Non è mai stata attendibile manco per il cazzo. Neppure per quello di Ashton Kutcher.

Sì, torniamo al Bernthal. Quest’uomo con la faccia da campagnolo a cui assegnerei subito, oltre a un ottimo assegno, la parte di James Bond, sì, un Bond grezzo, con la sigaretta di traverso, permaloso, mezzo burino ma allo stesso tenero e friabile come un grissino, un muscoloso manigoldo non avvezzo alle buone maniere. Il quale, grazie soltanto al potere del suo naso tumefatto da pugile fallito di Grudge March, manda al tappeto ogni donna con tanto di occhiolino da vero figlio di puttana irresistibile. Che colpo, che montante! Colpisce! Altro che Daniel Craig, un inespressivo fantoccio da mettere sul comodino perché lo guardi, la sera tardi, e col suo viso da rincoglionito t’induce a contar le pecore. Sì, quando vedo Craig, mi s’ammoscia e mi scordo che Marisa Tomei ha ancora un culo micidiale, un’arma letale, un culo intramontabile e, come dico io, mobile e montabile. Rosso di sera, bel tempo si spera. Mora come Marisa e sorge, levante, a mezzogiorno nel darglielo potentemente ponente anche fra le pere sue prominenti.

Sarò pure un caprone ma Marisa è mia pecorina e, in Onora il padre e la madre, apre il film con un’inchiappettata da infarto. Che forma meravigliosa ha quel suo sedere focoso. Come una collina che soave digrada a valle e il toro munge il latte di tal figona mula.

Che poesia! Ah ah.

Sparatevi questo!

 

!

Anche questo.


Visualizza questo post su Instagram

Cult #thepunisher #jonbernthal

Un post condiviso da Stefano Falotico (@faloticostefano) in data:

Avete visto? Cioè, questo è un picchiatore pazzesco ma guardate con quale ammiccante dolcezza provocante protegge la barista dallo zotico e poi lentamente se la cucina suadente, la persuade nonostante la sua indole taciturna a fidarsi del lupo suo incarnato in lei già ardentemente, dunque scopano come in Twentynine Palms di Bruno Dumont. Insomma, questo Jon piacevolmente si toglie il montone, no, solo il giubbotto di pelle, lascia che lei lo monti, si sfila gli anfibi e se la incula lieve con lingua da abbrustolente rettile giammai viscido che la riscalda a fuoco lento da ogni neve di un’esistenza decadente. Scivolante e sbrinante nel pomparla con tosto glande. Mica un poppante.

Sì, un serpente magnifico, altro che il Re Lucertola di Jim Morrison, ché nessuno può smontare. Altroché!

Ci dà! Eccome. Questo è uno che spinge!

In questa seconda stagione, viene perseguitato dal Pilgrim. Un prete frustrato, sì, una specie di mezzo psichiatra più deficiente di Javier Bardem di Non è un paese per vecchi. Un miserabile alla Javert.

E, secondo me, tal Pilgrim piglierà tante mazzate in quella capa di cazzo che si ritrova.

Sì, io esercito un fascino da specialista alla Stallone sulle belle guaglione.

Su Facebook, ad esempio, oramai ho capito, grazie a Salvatore Aranzulla, come inviare allegati speciali. Sì, dei sedativi formato megabyte a quelle troppo accalorate che mi cercano anche quando sto guardando True Detective 3. Alle corteggiatrici, smoderatamente affamate, invio una gif.

Cioè questa.

 

giphy

 

 

Sì, scusate, ho anche altro da fare. Stasera, cara, non posso accontentarti. Voglio godermi un Pizzolatto.

Dai, suvvia. Troverai qualcun altro che ti rosolerà la “pizzaiola” nelle mutande e ti darà qualche pizzicotto.

Anzi, quasi quasi, adesso ordino una buona pizzetta.

Insomma, la faccenda è così.

Pensate che vi racconti sempre stronzate? Sì, alcune lo sono. Lo ammetto. Come quella per cui vi dissi che durai quattro ore, venendo tredici volte. Sì, era una balla enorme. Durai cinque ore e venni solo una volta. Che palle immani. Ammazza. Ah ah.

Ma altre no, non sono bugie, affatto. E, in questo casino totale, io sono il principe!

In primavera, tornerò di nuovo a Torino per girare, se tutto va bene, un cortometraggio, da me scritto, sì, la sceneggiatura è mia.

E ho detto tutto.

Insomma, figlioli, il Falotico.

Un uomo che, di primo impatto, potrebbe sembrare Viggo Mortensen di Green Book e non avreste mai sospettato invece che avesse la classe di Mahershala Ali.

Avete sbagliato. Può succedere. Mi spiace. Come si suol dire, siete cascati molto male.

Ahia, ahia, ahia.

Vedete di fare i bravi bambini. Non disturbate più il mio uccellino… sennò vi faccio neri.

E saranno cazzi molto, molto amari.

Cioè, come dice Lino Banfi, volatili per diabetici. Altro che Fracchia, pigliatevi voi le racchie. Sì, voleranno botte e calci a tutt’andare, così vi farò passar la voglia di fare gli educatori dei miei coglioni. Altro che zuccherini, miei zucconi.

Sono un grandissimo amatore, non un armatore, talvolta anche un pollo Amadori. Eppur tutte, impanate, me lo dorano con tanto di limone. Cazzo, ancora incontro però una che ha poca fiducia in me.

– No, non mi hai convinto. Io continuo a non darti una lira. Sei solo un pagliaccio che se la tira.

– E che me ne fotte? Basta che ti suoni, col flauto, la lira nella tua bella signorina. In tutto tiro, sai che chitarrina. Evviva la lirica, le donne con me diventano soprano, vengono sottosopra nonostante il mio basso tenore. Di vita? No, di corde vocali. A forza di fumare, sto perdendo la voce. Basta fare un respiro e i polmoni si dilatano. Basta invece che le donne inspirino, me lo aspirino, ed ecco che non serve più l’aspirina ma il flusso cardiovascolare va ch’è una bellezza nell’ingrossamento dei vasi dilatatori. Ah ah.

 

Ricordate: un cazzone di questo livello come me non lo trovate facilmente. Bisogna essere donne senza cazzi per la testa per amarmi.

 

 

di Stefano Falotico

TOP super f… di Hollywood e “dintorni”


05 Dec

Ashley Laurence Analisi di un delitto

Sì, più passa il tempo e più mi convinco di vivere in un Paese di ritardati. Di semi-tonti come Billy Bob Thornton di Lama tagliente. Persone piccolo borghesi molto pericolose, sospettose, indagatrici delle intimità altrui. Che prima si confessano, la domenica mattina, nelle basiliche e poi, giunta la sera, sono peccatori/trici, nani ignominiosi, diavoli tentatori, squallidamente ipocriti.

In Italia, mai nessuno vuole ammettere di essere un uomo e una donna come iddio li ha fatti. E si nascondono, regredendo agli spazi dolciari da torroncini di Natale, dietro idealizzazioni da Romeo e Giulietta di un sesso falso, caramelloso, da canzoni di Jovanotti e Annalisa.

Non sono misogino, o forse lo sono. Ma molte donne di questa Nazione tricolore m’inducono spesso a esserlo. Prima, da femministe retoriche, si celano dietro discorsi filistei, espongono le loro discinte grazie su Instagram, in un vivandare allegro-andante di sconce frivolezze da mentecatte esibizioniste, ambendo ovviamente a far luccicare gli sguardi arrapati del maschio di sana e robusta costituzione. Quindi, se qualcuno le approccia, malevole rinnegano il loro sfacciato puttanesimo, attaccando ogni virile avance un po’ sfrontata con indubbie offese del tipo… sei un fallito di merda. Speranzose invece di raccattare l’allupato riccone, questo sì davvero troione, per poter continuare a cazzeggiare su Instagram in pose palestrate di seni rifatti e culi abnormemente rassodati nell’aver rimpolpato questi lor solidificati, da molti uomini abbienti ficcati, sodi glutei nel sollevamento pesi di un culturismo senza cultura.

L’Italia è questa. Paese ad alto tasso di prostituzione e di finti santi che non tanto ogni tanto vanno a zoccole. Sì, non tanto ogni tanto che significa molto. Ma non lo ammetteranno mai per pudori e retroterra culturali mafiosi, per l’onore di una dignità bugiarda! Sì, non ci vanno ogni tanto, quasi sempre, e poi si fotografano in selfie di sorrisi di plastica con tanto di denti pulitissimi da Tantum… Verde!

Le donne sono fissate con questa parola odiosa che chiamano amore. L’amore è uno solo nella vita ed è quello pre-adolescenziale, puro e incontaminato. Il resto è un triste compromesso per cercare una scopata con qualcuno/a che possa capire i nostri mal di pancia e con cui, di sfoghi, possiamo condividere i nostri piagnistei.

Quindi, l’amore è una balla messa in giro da quell’impotente di Giacomo Leopardi.

Sì, in Italia vanno forte cantanti come Ed Sheeran e ancor impazza l’Unchained Melody di Ghost. Canzoni mercantili di massa per un romanticismo da baci Perugina.

Sapete… anni fa fui scambiato per la blasfema, invasata, “schizofrenica” Linda Blair de L’esorcista. Perché la gente non riusciva a spiegarsi il mio improvviso, devastante cambiamento.

Ai loro occhi apparsi per anni come Elijah Wood, l’Hobbit del cazzo. Invece, bando a ogni pudore, io son sempre stato McConaughey di Killer Joe.

E finalmente ebbi le palle di dirla tutta. Miei polli!

Basta, ero stanco di ragazzini fighetti e viziati che passarono la loro adolescenza su versioni di Latino e Greco e, nel tempo libero, anziché darci dentro, giocavano con Guybrush Ulysses Threepwood.

Vi è un’unica isola del tesoro e lo sa benissimo quel figlio di puttana di Gollum.

Ed è la figa fiorita, leccabile, amabile, godibile, trombabile, fottibile.

E dunque, qui ora, vi dirò alcune delle super fighe che rendevano liete le mie giornate da pompante in erba, miei poppanti. Fighe lisce, fighe vigorose, da spronarmi al calore più focoso, all’onanismo più ardimentoso.

Grandi passere!

Allora, un po’ a casaccio, stiliamo la lista delle gnocche sesquipedali.

Io ci piazzerei quella biondona di Shannon Tweed, regina dei softcore, vera matrona da monta.

Poi, Isabella Rossellini de La morte ti fa bella, col suo accavallamento mozzafiato. Roba che Alba Parietti si è sempre sognato. Invero, nella scena in cui, ignuda, s’immerge in piscina, è stata doppiata da una ancora più figa, Catherine Bell, apoteosi della femminilità più troia. Una di quelle donne capaci di spappolarti col solo potere della mammella sinistra.

Quindi, Ashley Laurence. Quella di Hellraiser. Una rara faccia da puttana eccitante al massimo. Infatti, nel film Analisi di un delitto, aveva già anticipato le scene porno interraziali che vanno oggi di moda.

Quando, davanti a quel negrone di Cuba Gooding Jr., si spoglia e mostra il suo culo ciclopico, oserei dire enciclopedico, dizionaristico. Sì, alla parola culo del vocabolario, dovrebbero mettere la foto del suo immane fondoschiena immenso. Culo da lei mostrato senza vergogna anche in Triplecross con Michael Paré. Un culo da paresi! Da appendere alla parete, come infatti fa Cuba. Cuba, che culo!

Dopo di che, naturalmente, l’altra vulvona di Polly Walker. Il suo culo in Otto donne e mezzo è da guinness dei primati. Infatti, se lo vedrete, diverrete un primate. Come gli ominidi dell’inizio de La pazza storia del mondo di Mel Brooks. Anche in Roma spinge parecchio.

Se invece non siete amanti dei nudi “artistici”, pigliatevi il film Dark Harbor col compianto Alan Rickman. Quando lei, sdraiata a letto assieme ad Alan, indossa solo le mutandine, diverrete degli alani.

E per oggi è tutto, credo che abbiamo già dato abbastanza.Catherine+Bell+2018+Hallmark+Channel+Summer+X6JmJlUMuXEl

di Stefano Falotico

Storie di Ghost(buster)s, è meglio l’acchiappafantasmi Bill Murray o Patrick Swayze? Forse, son meglio io, appaio-scompaio, al buio acchiappo e te lo ficco nelle chiappe


13 Dec

Murray Ghostbusters

In tal mattinata solare-plumbea-quasi piovigginosa-uggiosa sull’ermetico pen(sier)oso, ho afferrato il volante per il mio cornuto e, con qualche “cirro” pazzo, nonostante la rasatura pressoché a zero su cranio di “rapa”, da “caprone” mi son in(dia)volato, ascoltando l’autoradio sparata a tutto volume, fra omaggianti dediche dell’etere in deejay “svolazzanti” le canzoni sto(r)iche del da poco morto Pino Mango, un “moro” da “Mediterraneo”, classici degli anni ottanta e sognar un sabato ser(r)a di metter a novanta una ma, (sin)cera(mente), credo che finirà in bianco, sciolto, cagato male, sullo “storpi(at)o” in “stropicciarmelo” e al solito “beccarmelo” in quel posto. Notar, nel video, “sottostante”, voi, statele sopra, i sedili posteriori su cintura di sicurezza, attenti, (t)rombatori, al “toro”, al guida-tore, potrebbe accelerar di brut(t)o e farvi “partire” quella che vi state sbattendo su “sbandata” del “venirle” senza “airbag”, leggasi profilattico sal(t)ato in mio gridarti che dovevi “tirar” il freno “a mano”, cioè “alzarlo” ma riparar di (d)an(n)o perché, “schizzato” in “botta” precoce, sarà/fu/è un sinistro figlio, previo aborto.

Sei venuto dritto in diretta!

Questa si chiama testa di cazzo, stronza(ta) sesquipedale, “spinge”.

Son un uomo che se ne fotte, s(i)curo di me, non uso le sicure, a te piace quella scura? Fattela da negro, basta che non mi rompi i timpani in lei che “urla”, altrimenti ti tampono e saran cazzi tuoi, trombone.

“Cazzi tuoi” uguale inculate…

Ora, son un “duro”, miei vuoti a perdere, pneumatici.

Non son una donnetta da Ghost, insomma, il regista de L’aereo più pazzo del mondoah ah, voleva girare un film romantico? A me, quella storia strappalacrime, ove il (non) “moro”, biondo-castano-muscoloso Patrick, torna dall’aldilà per “darle” una lacrima sul viso da Bobby Solo, m’è sempre parsa una melassa di grana grossa. Comunque, Swayze, prima del Cancro, ce l’aveva grosso, da cui Point Break… “punto” e la rottura di palle, come accennai poc’anzi. Ricordate, uomini, ché siate d’oroscopo Vergine o tori in “gemelli”, state attenti all’ariete se non volete involontariamente ingravidarla con un figlio che poi vi chiederà l’aumento, ficcandovi nel didietro. Da cui il portabagagli di Pulp Fiction. Se il figlio scassa e non potete sbatterlo fuor di cas(s)a, ammazzatelo e buttatelo nel baule. Troverete una strada nel vostro “vicolo cieco”, lo potrete poi lanciare nel cassonetto e poi ammazzarvi, di sen(s)i di colpa in qualche zoccola dei cessi peggiori ché, “pen” che vada, una “pompa” allev(i)erà la (di)partita persa. Da cui l’IVA, “fiscale” fu quel figlio a ca(u)sa della mal calcolata “uva”. Fai benzina e non pen(s)arci.

Sapete la verità?

Alle unchained melody, ho sempre preferito Bill Murray.

Una faccia da culo come la mia.

Un uomo magico, your touch…

Entro in un bar, la barista pensa che io, per quanto riguardi i miei sentimenti, bari.

Al che, considerandomi un topo, vuol mettermi/mela al “tapp(et)o” e, nonostante un po’ “ci provi”, la topa non mi mette in trappola. Da ometto, glielo ho (o)messo? La domanda è d’uopo, la barista era vecchia ma fa(ceva) buon brodo, care galline. Caro uomo, vai a sbatter le uova.

 

– Falotico, lei è un sentimentale?

– Non lo so.

– Se non lo sa, lei, dovrei saperlo io?

– Io so solo che vuole che gliela st(r)appi. Mi raccomando, puttana, dopo essertelo “bevuto”, pulisci, però.

Guarda, ti offro un Euro come “anticipo” del far le pulizie. Che schifo, che popò, hai fatto anche la pipì.

 

Lei chiama la polizia, la polizia arriva in loco e i poliziotti la sbatton anche lor in cu(cu)lo.

Da cui l’ambulanza che porta la ninfomane in manicomio.

 

Cari miei, di “mio”, va da Dio.
Buonanotte.

 

Ah, scusate. Prima di prender sonno, controllate che vostra moglie non sia un fantasma.

Potrebbe sembrare lì con voi in carne e ossa ma, in verità, vi dico, che sta “cagna” con me di cane.

Comunque, vorrei davvero (s)finirla qui.

Incontro un’altra topina, una tipa, insomma, mi dice che abita perlopiù a Londra.

E mi chiede se voglio “venire” con lei nella capitale inglese.

Io, poco englishman, le d(ic)o che “vengo” anche qua.

 

Il dialogo fu questo:

 

– Vieni a Londra con me?

– No, veniamo Qui, Quo, Qua a mo’ di “lontre”. Da cui i manuali delle giovani marmotte.

Groundhog Day!

 

Lei non capisce un cazzo ma, “sostanzialmente”, lo indurisce in sua tener(ezz)a.

 

A “darla” tutta, questa vita è una mer(da).

Ma, alle maschere di Pirandello, ho sempre preferito toglierle il mascara di uccello al “mascarpone”.

 

 

di Stefano Falotico


 

 

 

 

Domani, primo appuntamento su Sky, canale 879, del Falotico


05 Feb

A volte, puoi diventare un mito dal nulla.
Quando vieni oscurato, e trai forza ed energia dalla fantasia, dalla mente e dalla tua anima. Questo, fedeli, è un attimo da Blade Runner alla Patrick Swayze di Ghost.

La commozione spero la tratterrete.

seScrivendo, Mercoledì 6 Febbraio ore 19.00, cioè domani.

Intanto, beccatevi questo ricordino:

Tears in the Rain, sono Rutger Hauer e rutto in faccia a chi investiga nel mio Cuore. Oggi androide, domani anatroccolo, ieri a coccolarla, nel Futuro un Ford furbo e volpe

 

Il capolavoro di Ridley Scott filtrato dalla mia ottica oltre, posizionata nel virtuoso mio “Falotico” mutar, parafrasandoMontale, di montaggio genialoide, possibilmente pioggia e stima a chi m’appoggia.

Stefano Falotico, il maudit per antonomasia, in quanto eccellenza, senza clemenze per i cattivi e cinefilo “ossessivo”. Egli scava fra le rovine della società, ne estrae ancor le miniere mnemoniche, vi ricorda Total Recall i film memorabili ed è il superbo essere anche quando scompare, poi di botto compie miracoli e bacia le fronti dei suoi figli delle stelle, spaziali, anche di “balle” alla Mel Brooks oppure alla Star Wars di lucasiana memoria.

Falotico incarna l’emblema dell’imprevisto di vista lunga, egli annusa il marcio e marcia per la sua strada, tutt’ora imbattuta mentre gli altri s’arrabattano e son, a trent’anni, già pigrissimi in ciabatte, persi fra rimpianti patetici, che non han neanche la poesia di Roy Batty.

Insomma, chi si vuol battere con me? Tu, battona, sarai subita sbattuta da uno che ti “merita”, ti mentirà coi soldi, lo sposerai per interessi e lo tormenterai di stress.

Fidatevi, conosco le donne. Di molte fui amante in notti luccicanti ma pretesero la bigiotteria e gli abiti di Laura Biagiotti. Ecco, a queste gianduiotte, consiglio di “fare” un viaggio allo zoo. Lì, troveranno pane per i denti del “domatore” e arachidi da racchie appaiate al teddy bear.

Di mio, la mia barba non è da Barbie, anche se Nicole Aniston la vedrei bene in zona Rick Deckard, detective delle zone “nere” e “turgido” della malinconia robotica solo dentro di Lei Shining.
Alludo forse a Kubrick “usato” da Scott? No, sono solo un lupo che si scottò, tu sconterai questa punizione: dopo averlo “ricevuto”, ti lascerò solo una ricevuta senza scontrino.

D’altronde, mi chiamano “Il saldatore”.
A volte, me la tiro da salvatore. Ma mancano i soldi nel salvadanaio, però, non è che farò la fine di Bobby Peru/Willem Dafoe di Cuore selvaggio? No, sono lynchiano, quindi mi districherò anche in mezzo agl’incubi delvelluto blu dipinto di blu. Quindi, chi mi darà un divano per giochi anali? Nessuno/a, meglio così.

Ripeto, come Blade Runner, son virtù eccelsa avanti mille anni, la cinesina sullo schermo gigante ammicca affinché la ficchi, insomma assomiglia alla pornostar Katsumi, alias alle volte Katsuni, “detta” come va data una suina per il “Telecazz’”.

Preferisco la mia macchinina gironzolante “fra le nuvole” e, nel caso ne avessi bisogno, opterò per un “bisognino”. Abito a Bologna, ciità degli Asinelli sempre tra-ballanti come la Garisenda. Butto tutti giù dalla torre, essendo torrido mentre una mi lecca il “torroncino”, eh sì, sono un Toro non solo zodiacale, e mescolo la panna nel crudo “tortellino”. Lo so, tendo alle “porcatelle”, sempre meglio degli sporchi. Io, almeno, son piccante e spicco. Fra l’altro, vanno imbavagliati e, se non basterà il “collare” alle loro emozioni liofilizzate, vaglieremo anche un Valium atraverso il loro tubo digerente dentro le loro vertebre invertite, direi evirate se vibreranno d’altre offese a un intoccabile come me.

Son io che tocco, senza “tangenti” e raccomandazioni, sono l’Uomo che non si crogiola né dorme sugli allori, per questo m’adorano.

Uh uh, che odorino mia Sean Young. Profumo d’un seno giovanissimo, m’è gioviale. Anche se questa Daryl Hannahè, come si dice in gergo, “d’annata buona”. Molto buona, buonissima.

Per concludere: se sei uno stronzo che m’accusa di dementia praecox nei suoi deliri in-castranti da Minority Report, io amplifico la mia percezione ipersensoriale da precog, e prega che ti strappi solo il ciuffo. Rimarrai col “riporto”.

Ora, faccia di merda, levati dal cazzo, perché sono anche Django ed esigo di rimanere un romantico anche sognatore.

Unchained Melody!

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Blade Runner (1982)
  2. Shining (1980)
  3. Il gladiatore (2000)
  4. Ghost. Fantasma (1990)
  5. Rocky II (1979)
  6. I predatori dell’Arca perduta (1981)
  7. Furia cieca (1989)

Il mio capolavoro letterario, “Noir Nightmare”


26 Dec

 Il “martire” Santo Stefano martella ora gli invidiosi e invita codesti vili a presentarsi l’8 Gennaio in quel di Roma ove rifulgerò

Prefazione “dolcetta” di onomastico a chi masticherà il proprio fegato, un po’ spappolato di stesse “palle” che ho tumefatto

In Questo Giorno castissimo di dolci baci e affetto sincero, ho pensato… perché non recapitare un “presente”, regal adorabile, dorato come il firmamento stellato sotto il qual nacque proprio ieri il Re, al nostro demiurgo, che ringrazio dal più profondo e sentito dell’anima?

Discrepanze dovute all’anagrafe della mia maturità, che non tollerò il pregiudizio ostinato “a pelle” di gente nella sua marcescenza, m’induce a rivolgermi accorato a te, figliol prodigo e illuminato d’egregia signorilità che merita le più altisonanti lodi e l’incenso mirabile della mirra, prostrata (prostata?) d’immane inchino perché genuflesso a cotanto uomo dotto, dispensator acuto di consigli davvero ammirevoli. Il “salvatore” che mai sfuma i contorni e adorna il grigiore d’euforia così “colorata” e “allegra?”.

Dunque, sebbene le lontananze han separato i destini in-crociati (forse delle dita di coloro a cui soverchiai le ottuse regole “castranti”) delle nostre vite, amico intimo e (in)fine d’affinità elettiva come Stanley Kubrick che incontra un “lord(o)” orchetto da parchetti alla Larry Clark, voglio donarti il promemoria che possa risplender di Luce enigmatica in quest’ignote nostre notti, tanto abbagliate da crocevia furfanti dietro “furbe” macchinazioni quanto me rigenerato e suadentemente abbacinato dopo i veleni della letargia che ne “silenziò” la voce, perché taciuta del peggior tacciarla.

Un rintocco ch’albeggia dopo questo fresco Natale, rinnovato nella rugiada nevosa di tal città “ardimentosa” dagli svelti “bombardamenti” cagionati dalla “superba visione oltre” delle deduzioni spicciole come la previsione meteorologica che aveva previsto “serena inquietudine” e fu invece travolta da una valanga a sommergere ogni altro scalfir la roccia indelebile d’un Uomo vertiginoso, al di là del mero e misero materialismo “forte”, Mida del suo “eremitaggio” vaga-Bond-o fra i tonti che invece gusteranno irresponsabili e “incolpevoli” le fette di torta im-bandite di frivolezza e carnale golosità.
Madornali precipitosità, uh che “precipitazione”, quanto l’attesa delusione invece sorprendentemente elusa dai più inaspettati colpi geniali.

Sì, una società, mio caro, che soffre alla radice delle psicosi più schizofreniche, ove ragazzini balordi, che avran sfogliato tre pagine di manualetti mentre “arrotolavano” le “ambizioni e-rette (rettili?) fumanti”, si professan già professori e minano le pacatezze altrui col più arrogante disprezzo semplice semplice che non calcolò altra più sofisticata raffinatezza, e vollero spaccar la sua elevata, spiccata coscienza per il deliro ad a-gogna-r il brado rimpicciolirla a immagine e somiglianza del più indecoroso lor sdegno. Ragazzini che vivono d’apparenze e maschere assai “notevoli” e “notarili”, a cui vien concesso il lusso di (cal)pestar le dignità del prossimo con l’abuso dei soprusi più illeciti.

Tu amico, mi conosci e sai ove costoro han mostruosamente sbagliato. Un errore imperdonabile, partorito dalla demenza “genetica” di genitori “perfetti” e soprattutto estranei, che han la licenza gratuita d’incendiare le libertà giovanili perché “infastiditi” dalle (s)manie.
Ed ecco che vedon maniaci dappertutto, imbrattano, infangano e spesso affondano, abbattendo le riscaturite nascite. Cristologiche o buddhiste.

Ma, talora, il teorema si scontra davvero con un Dio, e il loro pianto è “commovente” come il faraone egizio annichilito e implorante pietà dinanzi a un biblico “spartiacque” Mosè nella sua vendetta appunto divina.

Proprio suo “fratello”. Tanto osteggiato, tanto di “burle” schernito dal “dotato” che lo spodestò con classe mastodontica a ribaltarne la “sovranità”.

Dunque, carissimo mio consanguineo, sarai felice d’esserti estratto anche tu da questi immondi scempi della massa scema e, assieme al sottoscritto, brinderesti a Roma, la Capitale di Michelangelo, il “nightmare” più “bianco?”.

Buon Natale, dolce mio…, augurio in ritardo…, festeggia Stefano e non la befana di tua madre.

Un bel carosello e un “carrello”. I carri dei falsi vincitori non mi son mai garbati.

Ora, tal cavaliere oscuro, (in)dimenticato, balza qui in piedi, miei detrattori, miei ratti col rastrello e miei adoratori giusti:

Vi rinnovo a venir in massa a Roma in data 8 Gennaio.

Ché do io, adesso a voi, un sereno calcio in culo.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

    1.  Dalla Cina con furore (1972)
    2.  Lionheart – Scommessa vincente (1990)
    3. Over the Top (1987)
    4.  Il Cavaliere Oscuro – Il ritorno (2012)

Genius-Pop

Just another WordPress site (il mio sito cinematograficamente geniale)