Sognatore eccelso in feretri da tetraggini vostre di “santità” che io svelai in modo “sacrale”, udite udite, state zitti e, ammutoliti, ammanettatevi all’immagine (intro)flessa di orrendi riflessi da polpette!
Prefazione “intonata” alla smanceria del “manico” oggi di chi, ammainato, pretese che nascessi e, invece, ne son sue veci e fece, in quanto fui e sono mentre lor son “signori” di “fare” in “affari” ancor fetali e fetidi
L’orco favolistico, nero “pittato”, con sobrietà raffinatissima “tocca” le donne a tutti i “rintocchi”
Che io me ne freghi, è “cosa” ovvia e giusta, e mai m’aggiusterò. Tutte io le gusterò, essendo la mangusta che scarta le cozze e s’inebria in stelle marine dai costumini a me lo “scostumato” per antonomasia.
Perizoma strappato per l’erogena zona.
La mia nomea si “allunga” proporzionalmente al vostro invertirvi di bugie, io lo squalo che trasformo lo squallore del Mondo in friabile e sgranocchiante sapore. Vi mangio e anche le mungo!
Abisso biscione e a Lei che le abbassa.
“Infilo” il mio binocolo fra scroccarmi le (g)nocche e un seno mio d’albicocca, a cui lo appiccico di “(s)cotto”, eh già tutta “toccata”, per via delle frustrazioni femminili con mestruazione incorporata, corporalmente m’entra in groppa. Scivolando, liscia liscia, attizza il tozzo. Che tonno!
Cavalco di gran galoppo e a un’altra lo appioppo, mentre voi, tristarelli e “pudici”, vi nascondete in moralismi fetenti, respingendo anche i feticismi di Quentin Tarantino. Attenti! Uma Thurman non è per voi, Kill Bill sono io.
Con mosse da tarantola, ah, fra cipressi autunnali che io brillo di lucentezza, aggroviglio la Donna al “vagliarla” tutta tutta più ricevuta di “ritorno”. Sì, la attornio e di toro insacco, scappando col malloppo per altre a cui “affibbiare” tutto tutto il mio… accalappiarle. Al cappio le prendo, ancor di “cavallo”. E scorrazzerò per altro lanciar il razzo!
Come me le spupazzo e me le “schiaffano”, poi ritrose mi schifano ma, intanto, ho “dato”.
Mai con le zoccole ma schiocco con i diabolici zoccoli!
Sì, domestica annacquata, repressa da un marito impotente, ingurgitati il dattero ché io, esotico, mi do appunto senz’etica all’“etichettarle”. Smarco l’uomo che mi ripugna e snocciolo altre “prugne” con mia testa dura da cocco e “durissimo” di cioccolato dest(r)o. Ah, fondente si spalma fra le palme e nessuna “impalmate”.
Sbaverete miei “imbavagliati”. Sbagliate, non è colpa vostra, causa che il bersaglio non raddrizza la freccia rossa.
La galleria va percorsa.
Lasciandole, dopo la “scia”, coi palmi di naso ma un ottimo assaggio di bocca che annusa.
Defilato, infilzo e affastello l’arbustello abbrustolito fra giornaliste di mezzobusto e un orgasmo combustibilissimo alla faccia di chi, senza fica, di bile non (s)bollisce.
Con fisico da Roberto Bolle, bollo e ballo in mezzo a ragazzine di ballerine e latine di peperone.
Son il “papero” Gastone in ano da buco di culo, in senso nati(c)o con la camicia e anche “sbottonatino” da fortunato fra natiche del mio “fanatico” e il tosto “macrobiotico” del “bugiardino”.
Affannatevi! Questa è solo farina della mia sacca…
Ah, che birichino, quanti bei buchini per il mio bruco mentre voi brulicate alcolizzati anonimi e di colite a dar dei nomi. E il dardo non dardeggia in Lei da premere ove “arieggia”.
Non “smadonnate”, sverginatevi alla svelta e poi “rallentate” lo sc(r)oscio.
Son Falotico e non ne risparmio nessuna, offro alla cassiera lo scont(r)ato “incassare” il fiscale scontrino del mio “fisico”, sì, è dolce il caz’ come la cassata! Che cascate! Non son cazzate ma rizzate!
Cascamorti, scamorze, ecco l’Uomo che lo “rafforza”. Ed è allattato!
Spaccatevi le schiene, io nei fondoschiena affonderò con più loro muliebre “spezzarmelo” da pezzi che non sono altro. Fan le “affrante” ma spremo io le “olive” come al frantoio.
Tre che valgono la “candela”:
Valeria Cavalli
Quando la vedo, Lei non lo vede ma lo sente. Senzientissima all’insaziabile del sale…
Ancora accavalla e dammi il tuo posto al Sole.
Virginia Madsen
Sul suo seno non ci son parole da spendere ma pene da impennare! Lo sa Danny Huston, ex suo marito che, ogni “volta”, ce l’aveva “ustionato” e dannato. Quei capezzoli son sempre d’ottima annata.
Susanna Messaggio
Prima di urlare “Fottiti!”, sai benissimo quanto mi fottesti.
Ora, vacca, sculetta. Allegria!
Pericolo di “crollo”, allarmante sono “amorevole” di fiabe quanto fava a mela di voi smielati.
Chiamatemi Ismaele smidollato, “carne e ossa” a-l-men ti son fantasma, mio da malmenare in un balenar da “bianca”
Al mar, vado cantando e pilucco voi, gli allocchi senz’amore.
Idola(tr)o in quanto autentico e non ancor macchiato, macino pugni a vostre facce da “sberle”, ché più bello non belo come voi quando “abbellite” le “belle”, invero da sgraziati su grazie da “bestie”.
Prego, ne vuole un altro o posso inserirglielo di stantuffo così obbligherà° qualcheduno, ma non io, ai sociali “obblighi” per solleticarvi da “solid(al)i?”.
E affrontaste, sfrontati, il genio per “venirne”… macerati, abbattuti, eh sì, schienati, “puledri” miei tanto ostinati!
Sono stronzo più di voi, che v’adorate adornandovi di ruffiani amorucoli, da carrucole e rucola, con tanto di baruffe e occhietti buffi. Stuccate e mummificate anche una col trucco.
Il muratore è amatore!
Sono irriverente in quanto avventato e parsimonioso di sputi se sputtanarmi tu vuoi “amputarmi” in viso.
Sei un invidioso!
Tu e la tua puttana, in brodo di “giuggiole”, di coccole vi “acconciate” ma è soltanto sconcezza ad affronto del mio “frontale” non sciogliermi in tal patetiche ebbrezze. Di patate son bronzeo, talvolta mi sbronzo dopo lo “spruzzo”.
Sarò ebete o beota, perlopiù non abito fra chi è abitudinario ma arbitro delle mie dispute.
Cos’è normalità in tal Mondo di vanità?
Come ti ricordo quando eri “timido”, quasi soffrivi d’atimia ed era un bene non attrarti, tu polo “negativo” ma combattivo al magnete dei lati “positivi” da bicchierino mezzo pieno, anche penoso di “vuoto” pneumatico all’atomo del tuo invero inguaribile ematoma senza sincera empatia.
Dammi “retto”, ficcati Emma e “immettilo”.
Ti sarò (James) franco. Fai schifo. “Crescendo”, come tutti gli altri sei diventato. Millantatore e “rubacuori” con tanto di foto “segnaletiche” del “tuo” sdraiato in “lei” sull’attico.
Ce l’ha abbronzata o pallidamente profumata? Si stende o lo “rassoda” con l’aranciata?
Permettimi “fratello” di diseredarti nel sedere e di congedarti con un plateale assaltarti.
No, non ti salto addosso come la cretina che “cremi”, ma morbido entro pian piano, visto che m’avvistasti per disturbo della “quiete”. Sono raggiante come l’UVA, volpone aviatore per avvitarle.
Al largo, le allago! Allargale! Annegamento e godimenti! Affogare nelle foghe!
Oh, stupratore delle mie volontà, in tutta onestà (mia e non tua), pigliatelo là e buono sta.
Altrimenti più “buona” lei ne vedrà.
Con me, senza dubbio, nel “buio” verrà…!
Consulto psichiatrico
Mi reco di nuovo dallo strizzacervelli, uno nuovo che sa come “ammosciartelo”.
La sua diagnosi sbrigativa, dopo aver parlato che “Sta arrivando la stagione dei bikini e quanto strabuzzerà”, è stata questa, non tanto “estatica”:
accenni da socialfobico derivati da depressione bipolare con momenti di atimico tendenti al serenonegli attimi per cui, su percosse sono Filippo Timi e, dalla raucedine delle sigarette ne(r)vose su caffè amarognolo d’attorialità istrionica da pagliaccio, variabile mi accendo nei tuoni alla Al Pacino più sopra le righe, arrabbiato e poi al monologo dell’applauso da solo senza Sole e senza “rinsaldarlo” alla soldatessa delle “manovre”.
Ce la vogliamo dire?
La psichiatra non sarà mai me stesso.
Ho detto tutto.
Anzi no.
Indovinello: avete Naomi Watts e Nicole Kidman ma ne potete scegliere una terza.
Su chi ricade l’uccellino?
Su nessuna, perché è stato un sogno.
Al risveglio, un panorama “color” foglie morte…
Firmato il Genius
(Stefano Falotico)
- Il grande Gatsby 3D (2013)
Io ho letto tutto Fitzgerald, compreso “Tenera è la notte”.Questo film, viene annunciato così: “Io so chi è Lei signor ‘sti cazzi”.
Come prego?
No, non ho detto Gatsby, non devi scassar’ la minchia biondino.
Beccati ‘sta Mulligan e non entrar in guerra col Maguire.
Se no, so’ guai.
- Ender’s Game (2013)
Han Solo di rughe stellari e testa fra le nuvole della Star che fu. - Captain Phillips (2013)
Ho sempre preferito i bastoncini del Capitan Findus.E il mio “bastone”. “Marinò” ma è ciambella alle “marinare”.
Questo Tom Hanks contro i pirati somali è credibile come la triglia di non far a poltiglie proprio nessuno.
Annegatelo!