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Il Falò è ritornato di Backdraft da vero uomo Ombra, anzi, fu adombrato ma è di nuovo amato e follemente innamorato, dunque infuocato


05 May

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lovelove2Sì, in Fuoco assassino, il compianto J.T. Walsh interpretò un personaggio invero da nessuno rimpianto.

Cioè un bastardo corrotto nell’animo che, avvalendosi d’un insospettabile complice/piromane, ovvero Scott Glenn/John Adcox, volle bruciare tutta la Big Apple come Nerone.

In verità, mai fu accertato se Nerone rese Roma come un carbone. Sicuramente, il character di Walsh si dimostrò più pazzo di quello incarnato da Donald Sutherland. Un volpone fottutamente sbattuto e ben, dietro le sbarre, rosolato e affumicato. Diciamo pure da molti neroni inculato.

Di mio, non mi fido mai di chi beve solo il Negroni.

Oh, nella mia vita da saggio Donald Rimgale/De Niro, m’adombrai in una notte cupa ove forse, assieme a William Baldwin/Brian, oppure in compagnia di Edward Burns di 15 minuti – Follia omicida a New York, scoprii molti malfattori che vollero ardere ogni speranza giovanile. Incenerendo ogni sogno romantico più rosso e purpureo per mettere a ferro e a fuoco forse la casa di Ray Liotta di Cop Land.

Piaciute le sofisticate citazioni?

Vi piacciono invece le calde eccitazioni?

Burns… sì, sono un detective belloccio come Edward la cui sessualità, in passato, fu più ambigua di quella di Pacino di Cruising.

Eppur Steve Burns… Steve brucia e ama… anche Fuoco cammina con me. Pure I’m on Fire di Springsteen.

Ah ah. Ci sta l’esclamazione diabolica da Al Pacino! E forse un incandescente bacino per una donna che merita finalmente il mio amore prelibato, zuccherato come un morbido, cappuccino scottante che, dopo un’ardente notte di coccole e amplessi roventi, fa sì che la passione si ridesti ancora più affamata di dolci cornetti da mettere in testa agli stronzi cornuti che non sanno più gustare il ripieno di crema deliziosa da leccarsi… i baffi. Oh, dovete svegliarvi. Forza, vestitevi e giammai più dovrete denudarmi per ingiuriare la mia dignità, Io vi smascherai ed è giusto che la mia lei, svelta, nuovamente mi svesta.

Si fa festa?

In 15 Minutes, De Niro fu assassinato da due maniaci dopo che alla sua bella scrisse una delicata poesia d’amore in una sera già sul punto d’arroventarsi focosa finito che fu ed ebbe il lavoro duro e avventuroso.

Due porci l’assalirono, freddando ogni suo sogno caloroso, brutalmente l’assassinarono con far vile e bellicoso ma da Ed furono inchiappettati più di come Ed, con tutta probabilità, con le sue ex giocò poco a Scala 40. Bensì, a novanta, si divertì assieme a lei come un matto scatenato assai ardimentoso e infiammato. Ben accarezzato e vivamente accalorato.

Ed, uomo dalla brillantina fumante, dal ciuffo impomatato forse più di quello di Cameron Diaz in Tutti pazzi per Mary.

Ed stette con Heather Graham, donna di grande tette, e sta ora con Christy Turlington, donna che non si può vedere perché è talmente sexy che bisogna chiamare subito i pompieri.

Con Christy, Ed si spomp… a.

I cattivi oramai invece sono spompati. Non gliela fanno più a bruciarmi vivo con le loro offese da ragazzi precocemente, per l’appunto, bruciati. Anzi, cotti in padella, bolliti e fottuti completamente.

Ah, ragazzi fuori… che sognarono Seattle ma sono in zona Elephant. Tonti forte, cazzo. Almeno quel tipo bruciò non solo la sua vita quando fu adolescente.

Questi invece si spacciano per adulti ma in verità vi dico che non sono né sani né santi. Neppure capirono Last Days, sempre di Van Sant.

Si dichiarano vincenti e raffinati ma, a dircela tutta, non sanno neanche pronunciare il nome di Vincent Cassel.

È inutile che provino a fare i duri come Scott Glenn di Man on Fire.

Non si azzardassero neppure mai più a fare i neroni come Denzel Washington.

Sono solo dei poveri pivelli. Se vogliamo essere davvero cattivi, eh già, non hanno neanche dei buoni piselli.

Sono e rimarranno fermi a I soliti ignoti

Ah, io adotto invece sempre il metodo Fucimin come disse Totò.

Ovvero, qui reinvento la sua battuta, quindi bisognerebbe darsi al grande Cinema romantico di Michael Cimino.

Altro che Chris Walken de Il cacciatore, sto vivendo L’anno del dragone, non sono Jeff Bridges di Una calibro 10 per lo specialista e neanche Starman di Carpenter.

Non sono un Drugo, non sono né Bukowski né Lebowski, lo youtuber Matioksi è più giovane di me, all’anagrafe, di dieci anni ma sembra mio nonno

E sapete perché? Poiché a forza di guardare Lady Oscar, di ammirare gli Academy Awards, a forza di fare le belle statuite, siete diventati delle maschere di cera.

Prevedo per voi molte bamboline gonfiabili, miei palloni gonfiati.

Vai di matriosche, oh sì, mie oche, orchi e luride porche.

Ce la vogliamo dire senza se e senza ma, miei somari?

La mia lei è da vero falò delle vanità.

Mentre all’imbecille microcefalico che continua, sotto anonimato, a mandarmi missive in cui mi definisce di mente ritardato, la polizia presto servirà molte denunce con la seguente scritta:

Tenente, ha notato la lucina che le sta brillando? È l’indicatore del livello della sua carriera e sta lampeggiando sul rosso…

Poi, costui, secondo me non comprese mai neppure The Bad Lieutenant.

I cretini furono da me ben cotti a dovere. Ah, che bottane, questi qua.

La mia non è una semplice cotta, è proprio una bellissima botta. E spero che duri reciprocamente infinite notti.

 

di Stefano Falotico

 

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Il grande ritorno di Tom Hanks con Greyhound, il mio ritorno alla vita normale piena di femministe come in Grindhouse e di fascisti scimmie come in Greystoke


06 Mar

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Sì, Tom Hanks. Quest’uomo dal viso pacioso, uomo di buon cuore o forse uno che, dietro le fattezze leggermente infantili di Big, è certamente un gigante.

In Big, interpretò un uomo già fatto, non so però se strafatto, che regredì all’infanzia. Cioè, la storia della mia vita, fidatevi, una pazzesca sfiga.

Un uomo che, comunque, dopo essersi in maniera quadridimensionale ributtato nella mischia, ancora a Natale prepara il presepe col muschio, sperando che sotto l’albero arrivi regalatogli, forse da Bob De Niro di Paradiso perduto, un altro film della pornoattrice Brooks Mischa. Per essere Billy Bob Thrnton di Bad Santa.

Estasiandosi dirimpetto alle sue forme rotonde da teen pure milf, liberandosi in un tragicomico Eh, la madonna alla Renato Pozzetto.

Eh sì, Da grande voi che vorreste fare, ragazzi liceali?

Sì, siete stati sinceri. Vorreste farvi Mischa. Vi stimo molto. Non siete come quegli ipocriti che sbandierano ai quattro venti di avere un lavoro dignitoso, coprendosi dietro la maschera sociale e poi di notte vanno a puttane.

Sono un uomo che adora le donne e non sono affatto misogino come Kurt Russell di A prova di morte. Le donne mi saltano addosso, comunque, per distruggere tutta la mia carrozzeria. E io, pure a malavoglia, debbo recitare la parte del duro Jena Plissken, urlando poi come Jack Burton di Grosso guaio a Chinatown:

Basta adesso!

 

Per certi versi, la mia vita è attualmente identica a quella di David Lo Pan. Incontrai una ragazza dagli occhi verdi che adorò la cultura cinese e ringiovanii di brutto. A volte esagero e vengo scambiato per un mariuolo come Lupin. Sì, l’idolo del manga giapponese ispirato ad Arsenio dallo stesso cognome.

I maschi, gelosi che io concupisca le loro signore, allupandole non poco, mi urlano che faccio pen’.

Faccio benissimo, invece.

E m’inseguono dunque per le strade, di notte, per bruciarmi vivo come Freddy Krueger di Nightmare. Mi gettano addosso infamie, ah, questi infami. Vogliono darmi alle fiamme con l’arsenico!

Poiché, grazie al mio fascino eternamente giovanile come quello di Johnny Depp nell’appena menzionato film di Wes Craven, turbo i sonni non solo delle adolescenti in piena turbolenza ormonale, bensì sono anche l’incubo peggiore, sessualmente parlando, pure degli uomini sposati con donne che non hanno oramai più le mestruazioni.

Di mio, a parte le esagerazioni in puro stile falotico, sono contento che Kurt Russell, a prescindere dai suoi personaggi nella finzione spesso molto tosti e bastardi, sia un uomo serio. Sposato da decadi con Goldie Hawn.

Li rivedremo assieme in The Christmas Chronicles 2. So che a molti di voi intristisce vedere il loro beniamino di The Thing adesso invecchiato poiché voi non sapete rispettare l’anzianità.

Un uomo che, dall’alto dei suoi quasi settant’anni, eh sì, ha ora altro a cui pensare piuttosto che penare… sempre per quella cosa…

Deve pulire casa.

Invece, dovreste scappellarvi dinanzi a Kurt. Uno che conobbe benissimo il motto Finché dura siamo a galla e ora, vista l’andropausa, al massimo può tirarsela… da ex durissimo che fa il gallo.

Di mio, posso dire che la scorsa settimana mi scrisse, in chat privata su FB, una mia ex fiamma. Si chiama Backdraft? No, ha un nome proprio piuttosto diffuso. Ancora da me volle le fusa. E io ne rimasi confuso.

Mi guardai allo specchio e mi riconobbi identico a William Baldwin. Sempre di Fuoco assassino, miei lupetti.

La mia vita è un casino. Come detto, oltre al lavoro di pompiere, cioè spegnere gli incendi pericolosi delle zone boschive muliebri e delle mule, tiro a campare come meglio posso.

Devo tirare acqua al mio mulino, amici.

Perennemente annego, fottuto nella precarietà economica. Pochi soldi spendendo ma spedendo domande di assunzione anche alla suora di nome Assunta.

No, non voglio farmi monaco ma, come si suol dire, devo prendere quel che passa il convento.

Ma ci stiamo perdendo in stronzate peggiori di The Hateful Eight. Sì, Tarantino resuscitò pure Kurt ma i suoi ultimi tre film, sebbene scritti magnificamente, sono un Abuso di potere rispetto ai suoi Tempi migliori.

Sì, Tarantino crede di poter oramai fare quel cazzo che voglia e perse di vista, secondo me, il Cinema coi “controcazzi” di una volta, a proposito de Le iene.

Invece Tom Hanks continua a mantenere un profilo attoriale davvero impeccabile. Da distinto gentleman che non fu solamente un Falò delle vanità facilmente spegnibile.

Un fuocherello fatuo nient’affatto, diciamo, sebbene interpretò Joe contro il vulcano e, d’Insonnia d’amore, rischiò di bruciarsi per una biondina come Meg Ryan. Andò bene e, avvolti dolcemente in un magico sentimento quasi mai pateticamente sentimentalistico, di notte si scaldarono vicendevolmente anche se lei, a quei tempi, forse pensò ancora a Dennis Quaid. Che le inviò privatamente dei messaggi per cercare di riconciliarsi… C’è posta per te.

Ora, a parte i giochini e le analogie autobiografiche, so che a molti di voi non fa impazzire Tom Hanks.

Poiché sbrigativamente lo identificate solamente come il Forrest Gump di turno. E non vi risultò molto credibile nella parte del villain di Era mio padre. Ma provate, ripeto, voi a conservare una fiera dignità senza incazzarvi se interpreterete Sully e non riceverete nemmeno una misera candidatura a nessun premio importante. A me, sinceramente, girerebbero un po’ i coglioni.

Ma Ton Hanks non è uno che viva di titoli e referenze, di lauree e di riconoscimenti meritocratici. Non è mica una bella statuina qualsiasi. Insomma, parliamo dell’unico uomo nella storia del Cinema, assieme a Spencer Tracy, ad aver vinto due Oscar, cioè due stupende, dorate statuette, per due anni consecutivi.

Non è certo un viziato capriccioso che va imboccato e istradato al sistema come Leo DiCaprio di Prova a prendermi. Semmai, prostituendosi a un lavoretto demagogico asservito solamente a squallide istituzionali bolse e retrograde. Mi pare sacrosanto che continui a volare alto con la fantasia come Walt Disney di Saving Mr. Banks e che volteggi, finché potrà, come un Concorde.

Concorde, poveri cazzoni. Da non confondere con la città natia di Tom Hanks, ovvero Concord della California.

Ah, assisto a ragazzi dispersi nelle loro isole fintamente felici come Hanks di Cast Away.

Gente che, non possedendo il talento di Tom, insiste ostinatamente a crearsi alibi pur di non tornare coi piedi per terra. Gente oramai abbattuta e imbruttita, soprattutto nell’animo, dall’animosa guerra quotidiana spesso acrimoniosa e lacrimosa che non può essere riportata indietro nemmeno da Hanks di Salvate il soldato Ryan.

Eh sì, Houston, abbiamo un problema. Questi qui si sono allunati nel mondo fra le nuvole come in Apollo 13. Oppure, non solo persero il treno ma pure l’aereo come in The Terminal.

Sono solo dei gran pagliacci come Hanks di Ladykillers.

Ah, signora, vedo tanti ragazzi ridotti male. Pensi che vivono giornalmente un Inferno ma pensano di essere dei geni come Leonardo del Codice Da Vinci.

Disperatamente, vogliono darla a bere a me. Dicendo che dovrebbero dare a Cesare, cioè a loro stessi, quel che è di Cesare. Non li voglio come amici. Ma quale veni, vidi, vici!

In passato io tante volte vinsi poi, per molto tempo, fui un vinto. Basterebbe guardare le foto di quando ebbi diciott’anni per evincerlo.

Ora posso dire questo:

chiedo venia se attaccai molte gente ma non ebbi tutti i torti. Onestamente, presi troppe torte. Non solo in faccia. Fui emotivamente dissanguato.

Almeno, posso chiedere qualche vena? No, non sono venale, i miei furono peccati veniali. E non ho intenzione di donare il sangue all’AVIS. Perlomeno, lo donerei pure ma sono sangue blu, specie rara. Adesso abbiamo anche il coronavirus. Un tempo vi fu l’AIDS di Philadelphia.

Ecco, se andate da molte persone e chiederete loro quale sia il loro attore preferito, in pochissime vi risponderanno Tom Hanks.

Poiché Tom Hanks ha un volto troppo “normale” e insignificante, anonimo. Ai giovanissimi invece piacciono i duri come Tom Hardy, alle donne uomini sex symbol come Tom Cruise.

Invece, io credo che non puoi stare a Hollywood a grandi livelli se sei un coglione. Sì, molta gente guarda Tom Hanks e pensa… che faccia da pirla, che bambagione.

Per molti, insomma, Hanks è inesistente… quasi un demente con la sua faccia troppo da bravo ragazzo.

Chiariamoci subito su quest’aspetto. Per arrivare a Hollywood, non basta trascorrere otto ore in palestra al giorno ed essere dei fighi. Non sopravvivi in un ambiente di merde e figli di puttana come Hollywood solamente se buchi lo schermo e non solo quello…

– Scusa, Stefano. Pensi di essere come Tom Hanks?

– No. Ma nemmeno tu. Quindi, smettila subito di prendere per il culo la gente.

 

Morale: il mondo è un posto dove bisogna farsi il culo. Non soltanto quello di Rita Wilson, la moglie di Hanks. Che, secondo me, non è poi tanto male…

 

di Stefano Falotico

Quest’anno mi presenterò al Lido di mia grandiosa fiammata di ritorno, come il grande Billy Baldwin


02 Jul

accredito

Sarò al Lido in veste di critico. E mica tal dei tali. Con tanto di papillon sgargiantemente annodato al collo. Collo ubicato sotto la mia testa.

Testa che mai svendetti, che avercene…, giammai prostituitasi ai ricatti caudini dei cani, non avendo accettato io per nessuna ragione al mondo i compromessi ipocriti d’un sistema che, se non ti attieni alle tribali e triviali mode, anche editoriali, ti estromette e puntualmente tenta di frenare le tue idee nell’oscena speranza abietta di paralizzare e narcotizzare ogni tuo impulso creativo. Da questo mondo falso ancora fortunatamente non infetto.

La gente è invece inetta e dunque invidiosa e, se possiedi un talento, oltre a una bellezza da lasciar stecchita anche Sharon Stone dei bei tempi, fa di tutto per (in)castrarti robustamente. Calunniandoti a destra e a manca. A getto continuo. Addirittura, volendoti spacciare per demente.

Gente stupida, diffamatrice, gente da quattro soldi, come si suol dire.

La quale spera ancora, speronandoti, che, sulla base delle sue squallide provocazioni da personcine mentecatte, tu soccomba. Soffocato dalla solitudine, emarginato. Avvilito a morte, distrutto nella melanconia più nera e tetra. Macchiato falsamente della loro untuosa onta. E di tutte le balle che su di te sempre, impunemente, raccontano.

Augurandosi che tu possa intristirti irreparabilmente. Anelando che tu possa sprofondare nell’inferno delle tue peggiori ansie. Additandoti come un uomo delirante se soltanto t’azzarderai a opporti alla discriminazione sfacciata e fascista delle persone molto equivoche che sono sempre state, invero assai maligne, che ti azzannarono e azzannano psicologicamente. E desiderarono, con tutta la cattiveria e l’odio dei loro putridi cor(p)i, di spezzare ogni tuo vivo, ardimentoso, furente, geniale slancio, a differenza loro non marcio. Ah, c’è gente che vuole incriminarti come in Delitto e castigo. E farti passare i guai.

Si castigassero subito. Si cucissero le boccucce da malelingue. Si curassero il fegato amaro.

Per dimostrare che non si erano sbagliate sul tuo conto, ah, quante ne inventano. Cosicché, se dinanzi a tali vili affronti, dai di matto, costoro non vedono l’ora di esultare del loro misero trionfo.

La mia vita, sin dalla nascita, è stata invece improntata alla romantica libertà a testa alta.

E dirimpetto a uno così, mi spiace, ogni codarda crudeltà va a farsi fottere.

Ah, me ne starò con la gamba accavallata in sala cinematografica, avvolto dal grande schermo con a fianco una giornalista di rango e di ottime gambe…

Tutto ciò sarebbe da dire al cretino che, su YouTube, continua a scrivermi commenti offensivi nei quali mi dà del malato di mente. Insomma, questo è Donald Sutherland, anche J. T. Walsh di Fuoco assassino. Davanti ai piromani delle vite altrui, bisogna recitare la frase del grande Bob De Niro:

È una creatura vivente Brian. Respira, mangia e odia. L’unico modo per sconfiggerlo è pensare come lui, sapere che questa fiamma avanzerà da questa parte, quassù sulla porta e fin su sul soffitto non per via di una normalissima reazione fisica, no… solo perché lui vuole così. Alcuni pompieri sono posseduti dal fuoco e riescono a combatterlo sul suo stesso piano, ma l’unico modo per riuscire a ucciderlo è amarlo un po’, come lo ama Ronald.

Sì, i cretini vanno spenti subito.

Non scaldate gli animi, vigliacchi, vi siete bruciati da soli. Oh, che bel sole!

 

di Stefano Falotico

 

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William Baldwin poteva essere il più grande attore del mondo e io potevo essere De Niro ma rimasi nell’ombra, assalito dal fuoco assassino dei piromani?


01 Jul

baldwin backdraft

No, degli erotomani.

Ora, non so se lo stiate ammirando nella serie Too Old to Die Young. Secondo me, serie vicinissima al capolavoro assoluto. Sto parlando di William Baldwin, ovviamente, detto Billy.

Copia-incollando direttamente da Wikipedia, leggiamo tutti assieme appassionatamente quanto segue:

«Figlio di Carol Newcomb e Alexander Rae Baldwin Jr., è fratello dei noti attori AlecDaniel e Stephen Baldwin, conosciuti come i fratelli Baldwin. Si laurea in scienze politiche alla Binghamton University, dove ha fatto parte del team di wrestling. Considerato il più bello tra i suoi fratelli, ha iniziato a lavorare come modello, apparendo anche in alcune pubblicità. Dopo aver frequentato corsi di teatro, debutta sul grande schermo nel 1989 in Linea mortale e Fuoco assassino, venendo considerato un sex symbol anche grazie alle prestazioni ad alto contenuto erotico nei film Sliver con Sharon Stone e Facile preda con Cindy Crawford, benché ambedue i film non abbiano riscosso un particolare successo al botteghino».

Innanzitutto, essendo io il più grande intenditore di Cinema, oserei dire, del mio palazzo, intervengo di errata corrige.

Wikipedia infatti ha sbagliato. A scrivere questa sorta di prefazione riguardo la carriera del Baldwin, eh già, sarà stato un ragazzino di sedici anni nel doposcuola.

Perché ha scritto delle inesattezze, oserei dire, madornali.

Linea mortale e Fuoco assassino sono del ‘91.

Baldwin, invero, debuttò con una piccola parte in Nato il quattro luglio.

Detto ciò, dal 1991 a oggi, sono trascorsi 28 anni e, se la matematica non è un’opinione, Linea mortale e Fuoco assassino rimangono i suoi film migliori come attore.

Ho detto tutto.

Non che siano dei capolavori, tutt’altro. Ma in quest’annus suo mirabilis il Billy esplose come le case del film di Ron Howard.

Si spense però da solo, senza necessitare dei pompieri. Sapete perché si arse vivo? Poiché, accalorandosi troppo di calore, esal(t)ato come il tricticlorato, si montò la testa e forse anche Sharon Stone e Cindy Crawford e, da allora, (s)pompato al massimo, si sputtanò del tutto.

Segnali di questo suo pervertimento si ravvisarono già nel 1993.

Anno nel quale fu protagonista di Sliver. E torniamo a Sharon Stone, una che l’anno prima divampò nell’olimpo delle stelle di Hollywood, incendiando Michael Douglas in Basic Instinct.

Per anni, molte malelingue mi paragonarono al personaggio interpretato, appunto, da Baldwin in Sliver.

Sì, in effetti ammetto che era un periodo in cui mi piaceva farmi i cazzi degli altri. Essendo molto depresso, era però sostanzialmente la gente che mi spiava e sospettava di me.

Ah, non dovete fidarvi di molta gente. È guardona, adocchia di malocchio e pensa che tu sia un maniaco quando invece stai solo con le mani in mano.

In questo film, c’è Polly Walker. Per anni io divenni suo fan sfegatato. Ne ero innamorato, sfiancato, spappolato.

Guardatela in Roma e 8 donne e ½. Capirete perché quelle della mia età mi facevano ribrezzo. Non potevano competere con una milf così. Qui parliamo di un donnone che… ho detto tutto.

Ero gerontofilo o un uomo incastrato, dunque castrato, in un corpo da nerd?

Le maldicenze su di me si moltiplicarono, fui perfino scambiato per James Woods di Videodrome.

Quello che posso dirvi, col senno di poi, è che ero soltanto a pecora, emotivamente parlando. Nessuno comunque riusciva davvero a inchiappettarmi.

Baldwin, invece, è rimasto tale e quale, spiccicato a prima, cioè un attore e forse un uomo di merda nonostante un po’ di panza in più. Auto-fottutosi.

È veramente devastato in Too Old to Die Young. E non vi dico altro per non spoilerare.

Billy è stato inoltre con Jennifer Grey, quella di Dirty Dancing.

Ho detto tutto.

Be’, sì, se non fossi rimasto tra le fiamme della mia malinconia per molto tempo, oggi sarei davvero il De Niro italiano.

Ma va detto che conservo ancora un fascino da Donald Rimgale.

Insomma, ragazzi, se gente cattiva vi ha bruciato ogni speranza, non diventate hater.

Non fatemi la fine di Donald Sutherland…

Ne ho visti tanti… di ragazzi bruciati.

Non è da una bruciatura che si vede una (ri)cotta, figlioli.

Se è andata male con Jennifer Jason Leigh, fidatevi… andrà bene con un’altra?

No, non andrà per niente.

Eh sì, eh.

Capace che poi incontrate la Sacerdotessa della Morte, Yaritza.

Un consiglio dunque a ogni coniglio: non sognate le conigliette, non avete la giusta faccia da culo… di Baldwin?

No, la mia.william baldwin wikipedia donald sutherland fuoco assassino

BACKDRAFT, Robert De Niro, 1991

BACKDRAFT, Robert De Niro, 1991

 

 

di Stefano Falotico

 

 

TOO OLD TO DIE YOUNG: la realtà non è mai come la immaginiamo, come la sognammo, perfino come la disprezziamo


29 Jun

Yaritza

Ero pervertito, no partito assai prevenuto, come si suol dire, riguardo questa serie di Amazon Prime firmata da Nicolas Winding Refn. Pensavo che si trattasse della solita narcisistica, pretenziosa, autoreferenziale castroneria spacciata per qualcosa di arty in tipico stile Refn.

Regista da alcuni osannato, venerato, elevato in auge. Da altri sinceramente snobbato. Refn è un megalomane nella tradizione dei cineasti più folli e autoriali di cui il Cinema, sin dai suoi albori, è tuttora stracolmo.

Mi mancano alcuni suoi film e onestamente, come già scrissi, ho le mie riserve addirittura su quello che da molti viene considerato il suo intoccabile capolavoro, ovvero Drive.

Che, al di là della strepitosa track Nightcall, di alcune fiammeggianti riprese notturne, malgrado la recitazione piacevolmente catatonica, in stato di trance lisergico, di un impenetrabile e carismatico Ryan Gosling, difetta assai nel finale, essendo a conti fatti una scialba, oserei dire patetica imitazione di Takeshi Kitano in salsa danese-statunitense.

Detto ciò, Too Old to Die Young è una serie magnifica. La sto vedendo, rivedendo, vivisezionando. A prescindere dal secondo episodio, lunghissimo, soporifero e insostenibile, dal quarto episodio in poi ingrana finalmente la quinta, azzecca il giusto, calibrato livello fra adrenalinico intrattenimento e artistico godimento. Assecondato in ciò dall’ipnotica musica di Cliff Martinez, sorretto dalla performance d’un Miles Teller in stato di grazia (in)espressiva, illuminato dall’innocenza angelicamente conturbante di Nell Tiger Free, dalla briosa follia d’un William Baldwin ambiguo e forse incestuosamente onanista (guardatelo qui per non credere ai vostri occhi), dalla venustà soda, capricciosa, maligna di Cristina Rodlo nei panni della stupenda, diabolica Yaritza, dalla presenza ieratica e oserei dire quasi pauperistica di un tosto, immarcescibile, profetico loser, John Hawkes, il cui personaggio è un diseredato a metà strada tra un semaforo ove fermarsi per elemosinare, sì, è un semaforo man, e il tipo/topo affascinante poiché maledettamente barbone con la barbetta incolta e le rughe marcatissime, il viso incancrenito nella perenne ansia oscillante fra il nevrotico vitalistico e il nichilista fottutamente menefreghista, un uomo arcigno, spigoloso e acidissimo con la faccia imbattibile di un equivoco viscido.

Una serie nerissima spaccata sensualmente dai semi-cammei della bomba Jena Malone, figa liscissima. Una che nei film da lei interpretati raramente si spoglia ma a cui basta un movimento inaspettato dei suoi occhi iridescenti per irraggiarci di beltà scostumata, emanando sex appeal a pelle, fottendo in maniera subliminale, forse inguinale, ogni uomo che indubbiamente non può resisterle, illuminandolo da maliarda fatalona di sobrio, elegante eppur devastante erotismo accent(u)ato da un po’ di caldo, provocante rimmel per indurre tutti gli eterosessuali non solo all’indurimento erettivo, bensì soprattutto e sopra e sotto all’intorpidimento toutcourt per i maschi intimamente noir ed eternamente affascinati dalle femme fatale bastarde con le gambe lunghe in tailleur attizzante.

Una donna vera e chi dirà che, vedendola, rimane col braccino corto… è un Pinocchio che fa finta di non amare i suoi occhi, la sua gnocca da notti ove giocarle di grossa oca.

Sì, con lei il gomito da tennista si sviluppa più di quello di John McEnroe e, se non hai i soldi, lei ti lascia a secco. Spompatissimo. Comunque, per ricarburare basta un po’ di benzina e una normale pompa…

Non ci crede nessuno che non vorreste giacere con lei sin all’alba e dopo gli ululati fare i galli, eh già, il naso vi si allunga e anche qualcos’altro.

Comunque, William Baldwin, se già in Sliver fu l’incarnazione del riccone cazzone iper-voyeurista, qui ascende a idolo assoluto prima della sua dipartita grazie alla sua confessione orgogliosa da uomo traviato e debosciato mai visto. Roba che Kurt Russell e De Niro/Ombra di Fuoco assassino l’avrebbero bruciato vivo.

Baldwin, lo scorso mese, è uscito pure con Backdraft 2. Film che, nonostante l’apparizione di Donald Sutherland, hanno visto solo i suoi fratelli.

Kurt Russell e De Niro, appunto, hanno disertato non solo la suddetta boiata pazzesca, bensì la incendieranno perché rovinerà la reputazione del capostipite. Che, comunque, non era poi chissà che.

Chiariamoci, un buon film di Ron Howard, non certo da mettere al rogo ma neppure paragonabile a Inferno di cristallo.

E torniamo a Sliver, film ove le dinamitarde, esplosive gambe chilometriche di Sharon Stone sono quasi più alte del grattacielo ove Baldwin viene arso nell’anima in maniera atrocemente pirotecnica.

In Sliver vi è anche Polly Walker, la donna dal culo più bello della storia. Tornito, modellato delicatamente in forme geometriche oserei dire simmetriche, anzi, perpendicolari a qualcosa che dentro di lei morbidamente e duramente si appaierebbe volentieri in maniera orizzontale o forse verticale. Spingendo in maniera bestiale. Badate a cos(c)e importanti.

Come no?

Una che a quei tempi era capace di uccidere un uomo senza accoltellarlo, appunto, come Sharon Stone di Basi Instinct ma usando soltanto il tritaghiaccio del suo fondoschiena tagliente.

Guardate 8 donne e ½ e poi morirete…

Insomma, a tredici anni pensavo che sarei diventato astrofisico nucleare.

Invece ho scoperto che sono un figo abbastanza atomico. Romantico a cazzo mio.

Il problema è che molte donne non vedono questo.

Per forza, non vedono una minchia.

Sono talmente frustrate che leggono L’insostenibile leggerezza dell’essere. Che poi…

Secondo voi, Antonello Venditti ha mai letto Milan Kundera?

Macché, Antonello sta sotto il cupolone della magica Roma.

Cosa volete che ne sappia pure dell’Inter.

E, tra una Ferilli e una Leoffreddi, è tutta una grande bellezza… tra fusilli e penne puttanesche.

Insomma, Venditti cantò…

quando pensi che sia finita è proprio allora che comincia la salita.

Invece, io sono come Matthew McConaughey di True Detective, un pessimista cosmico a cui fa schifo pure Giacomo Leopardi:

quando pensi che sia finita, sai qual è la verità? È finita davvero?

No, ma è una vita di merda. Oggi va, domani no.

Un giorno morirò e risorgerò.

Sì, se credessi a dio e alla religione cristiana, miei falsi, poveri cristi.

O no?

Notate infine questa finissima, raffinata miniatura ove la ypsilon, ipsilon, la i greca in maniera isoscele si accorda a mo’ triangolare con qualcosa che spara nel grilletto di dolce mitragliare. O no?

yaritzafalotico

 

di Stefano Falotico

 

William Baldwin è un genio con le palle


19 Jun

baldwin too old to die young

Bambagioni e pappagalli, recitate a memoria questo pezzo prima di andare a dormire, anziché contare le pecorine, no, volevo dire le vostre smarrite pecorelle.

Io non mi vedo come tu mi vedi, proprio non mi vedo, non mi sento: post serissimo sulla follia umana

Parlerò di quello che leggerete per cognizione di causa.

Oramai sono esperto di psicologia più di uno psichiatra laureato a Cambridge. Sono la cartina tornasole di ogni disturbo psichico da me vinto, combattuto, ostinatamente annichilito. Insomma, sconfitto con tante fitte. Fritto.

Perciò ora mi sento svuotato e non tanto rizzo, no, ritto. Come un corridore, un maratoneta che ha percorso mille miglia, spingendo troppo a sciolta briglia. E, anziché esultare per aver tagliato il traguardo della sua vittoria personale, invece s’è dissanguato nello scontento più costernante e atroce. Sparendo nel vento, sparando a vuoto, eclissandosi ancora dopo tanto venoso, cardiaco battito esageratamente violento ché, per superarsi, ha ecceduto necessariamente di un impegno, di una concentrazione, perfino di un’elevazione impressionante per sé stesso. Soprattutto steso.

Come se a sé stes(s)o, sottovoce, nel ventre ventricolare dei meandri della sua anima straziata da tanta psicofisica fatica disarticolata, una volta raggiunto l’obiettivo prefissatosi, non credesse ai suoi occhi e rimanesse paralizzato da una sensazione di paradossale amarezza sterminata. Tumefatto, sfatto, putrefatto da un’universale disfatta, pervaso e allo stesso tempo imbrogliato, no, imbrigliato nello scioglimento emotivo più tremendo, addirittura stravolto nello “scoglionamento” sessuale così incredibile da lasciarlo spossato, senza fiato così come le gambe di Sharon Stone da farti prendere un infarto.

Ah, un tempo, Sharon fu fatata femme fatale e me n’infatuai. Ora la ripudio, malgrado io sia adesso sul podio.

Una per cui, appunto, dovevi superare mille scogli se desideravi approdare alla paradisiaca scogliera del suo Triangolo delle Bermude. E, quando valicasti mari e monti, dopo patibolari, sesquipedali fatiche da moderno Sisifo, distruggendo ogni hater con la svastica, passò troppo tempo e lei or è invecchiata. In spiaggia non si mette in topless e non le vedi nessun bikini da ex provocante birichina, è rugosa e affogata in un costume intero che non lascia nulla all’immaginazione calorosa. Sì, perché se immaginassi la sua nudità ardimentosa, preferiresti bambinescamente stare a moscio, no, a mollo con far innocentemente smorfioso.

Sono un uomo dissoltosi nella penombra rosa e nerissima, nella penosità e nella continua peluria, no, esistenziale penuria, vago come un lupo mannaro nella brughiera e, dinanzi a me, osservo pianure di scimmie che s’accoppiano nella radura, nella selvaggia natura.

Al che accendo una sigaretta e la bruciacchio nell’apoteosi della sua forza essiccante ogni mia residua, viva speranza, privo anche di ogni stimolo iroso, son ora barboso, barbuto come un lupo cazzuto, prosciugato nei polmoni dallo sforzo aspirante di essere cosciente, oramai, dell’inghiottimento perpetratomi da una società animalesca e porcellesca. Forse solo fottuta. Steso, stirato, completamente andato, disidratato, neanche me la tiro. Passeggio sconsolato, pigliando in giro le anoressiche che non vogliono mangiare nemmeno l’insalata, infliggendosi pene terrificanti, costipando, castigando, mortificando la beltà ridente dei loro cor(pi) invero ancora bisognosi di calor(i)e. Non sono dementi ma non hanno voglia semplicemente di qualcosa di ardente e al dente.

È tutto un carnaio, uno svaccamento collettivo fra uomini toreri e donne tornite, fra ragazzi taurini e adolescenti spaurite. Tra milf rifatte e nerd strafatti. Che (dis)umana frittata ch’è stata questa società, un’immensa cagata.

Così ancor sparisco, inabissandomi nell’equinozio invernale della mia depressione an(n)ale. Sì, ancora mi fotto da solo, preferendo l’’onanistica ammirazione del mio ombelico dinanzi a questi nudisti che fanno i fighi, invero sono soltanto nell’anima finiti.

Il naufragare non m’è dolce neppure al mare poiché odio la luce del sole come un vampiro avaro.

Tutti questi uomini in mutande sarebbero da spogliare del tutto. Queste donne senza dignità sarebbero d’appendere al chiodo del loro tamarro non tanto di qualità.

E così va.

Non va.

Ricordate:

molti uomini hanno una vita del cazzo e non hanno tempo per prendersi cura di vite altrui di merda.

Molte donne si/li consolano e, in questa consolazione buonista di massa, cammino a testa alta, pavoneggiandomi un po’ e subito oltremo(n)do.

La mia prima ragazza pensava di farmi del pene, no, del bene, scopandomi.

Questi sono i risultati.

Fidatevi.

William Baldwin di Too Old to Die Young è un genio.

Sua figlia diciassettenne è stata a letto col più stronzo di tutti. Lei glielo riferisce. Al che va dallo stronzo per antonomasia, il suo attuale boyfriend, e gli dice che suo padre vorrebbe conoscerlo.

Lo stronzo enorme è impaurito, preoccupato che il padre Baldwin possa farglielo a striscio, addirittura denunciarlo in modo tale da non fargliela passare liscia.

L’essere escrementizio si presenta a casa dell’eventuale, futuro suocero, un riccone annoiato a morte, il Baldwin. E chi sennò? Il ritratto vivente del pappone.

Baldwin, l’interprete di Sliver e Fuoco assassino, quello a cui hanno sempre detto che, anche se recitò con Kurt Russell e Bob De Niro, non varrà mai l’unghia del fratello maggiore, Alec.

Fissa lo stronzo nella pelle, nelle palle degli occhi senza battere ciglio, poi gli parla discretamente in privato con severo cipiglio. Lo stronzo è terrificato dalla possibile reazione del Baldwin stizzito. E lo stronzo rimane impassibile, in una parola zitto.

Baldwin gli si pone pressappoco in questi termini:

– Ti sei scopato mia figlia minorenne. Be’, che possiamo fare? A lei è piaciuto? Sì. A te pure? Sì. Tanto prima o poi doveva succedere. Lei è felice, tu sei un bel ragazzo come Elvis.

Dove sta il problema?

 

Una scena scioccante. William Baldwin è un grande.

Sì, il suo personaggio dev’essersi fatto un culo della madonna per arrivare dove è arrivato.

E a che è servito?  Il mondo è sempre uno schifo, la figlia una pazza viziata. Era meglio forse se fosse stato un caso umano.

Almeno avrebbe avuto la solidarietà penosa e compassionevole del novanta per cento dell’umanità, formata da irriconoscenti ritardati, da egoisti maniaci, da pervertiti mascherati dietro una facciata perbenistica da falsi e ipocriti dei miei coglioni.

E questo è quanto.

Il mare a me non piace, preferisco le rocce.

Anche le mie cosce.

di Stefano Falotico

La cattedrale di Notre-Dame si ricostruirà, abbiate fede, se invece venisse bruciato Taxi Driver? Addio anche a Ronin, chiamate Ombra di Fuoco assassino


16 Apr

notredame

Sì, Vittorio Sgarbi ha calmato gli animi. Son altre le tragedie che dovrebbero allarmarci. Molte parti della cattedrale andata in fiamme saranno ricostruite e restaurate.

È una chiesa molto antica ma al contempo abbastanza contemporanea.

Quindi, tutto questo fervore, quest’accaloramento va subito spento da Kurt Russell di Backdraft.

Vero pompiere che si accende come un fuoco quando subisce uno sgarbo. Diciamo che è un uomo di viva combustione. Energico, possente, che dà heat anche a Robert De Niro. Due che non sono mai spompati. Semmai…

Bob, un’ombra nella notte. Che, in Taxi Driver, s’immerge fra i diseredati come un Victor Hugo ante litteram– Ma alla sua sibilla Cybill non regala uno smeraldo. Non ha i soldi per donarle una vita da favola.

Ah, che perla, Taxi Driver.

Bensì Travis/Bob la conduce in un cinema porno in mezzo alla fauna peggiore del sottobosco metropolitano d’una New Tork infernale.

Un poeta dell’underground, un “gobbo” in mezzo a persone apparentemente più alte di lui, forse un Quasimodo, anche Salvatore.

Un esteta dell’ermetismo di pallida ipocondria della luna come uno dei migliori miei libri.

Taxi Driver, film immortale del quale dovete assolutamente avere tutti voi, sì, una copia deluxe.

Così come Ronin.

Sì, Ronin è ambientato a Parigi? Direi proprio di sì.

Placate dunque il dolore dei parigini, dando loro un bacio Perugina come le labbra dolci di Natasha McElhone.

Sì, a parte gli scherzi.

È un incendio rimediabile.

Decisamente peggio è quando vi riducete come Nerone. E, odiando il mondo, solo perché una Jennifer Jason Leigh da quattro soldi non vi si fila, diventate dei piromani come Donald Sutherland.

Pazzi irrecuperabili.

Dunque, spengiamo subito i bollenti spiriti. Ma quale gioventù bruciata!

Quindi, quando qualche stronzo vi vorrebbe far credere che la vostra vita è oramai disperatamente un’Apocalypse Now da The End di Jim Morrison, voi ballate attorno a tale malfattore con movenze da Re Lucertola.

Con sottile dileggio, cantategli poi questa:

backdraft de niro

 

di Stefano Falotico

Rendiamoci conto che esistono ancora attori come William Baldwin. Non vi lamentate se il mondo è triste


30 Mar

Questo è un tristo mai visto… che puzza!

Sì, è una generazione d’imbecilli. Lo è sempre stata. D’altronde, uno dei must della mia generazione di nerd idiotissimi era Fuoco assassino, quintessenza della retorica più trita e tonta, melodramma salvato solo dagli effetti speciali e con impresentabili scenette di montaggio incrociato prese in prestito dalla serie Baywatch, i cui primi episodi andarono in onda nel 1989. Ora, se Ron Howard doveva imitare il peggio dell’americanismo, ci è riuscito alla “grande”. Ecco, questo Backdraft è un film che se vedi a 13 anni può anche galvanizzarti, e io non so perché mi comprai pure il poster formato gigante da appendere in camera, ma fortunatamente non lo esposi mai al pubblico ludibrio. È un film di sfacciata romanticheria a stelle e strisce che ti lascia costernato e devi poi guardare tutti i film di Bergman per capire che stavi morendo avvelenato da tale sciocchezza e riequilibrarti in un po’ di sana malinconia. Un putiferio di luoghi comuni, un’esaltazione delle virilità più stupide da camerate di bamboccioni, con due degli attori più odiosi della storia del Cinema, in cui “primeggia” Kurt Russell, faccia da patatone che deve tutto a John Carpenter, ma su cui possiamo anche sederci a tavolino e discutere sulla sua effettiva bravura, perché come attore di genere e icona trash per Tarantino funziona, un uomo altamente da stimare perché è ancora sposato con una delle donne più sceme del mondo, Goldie Hawn. E già per questo ha tutta la mia ammirazione. Sopportare un’oca di questo livello e riuscire al contempo a girare film in cui mostri i muscoli, come lo scult Tango & Cash, è una prova di forza psicologica inaudita, altro che le cinquanta donne trombate da Ercole in una delle sue più grosse fatiche alla Lou Ferrigno. Quindi, sì, ci sta, Russell è un attore, più o meno. Ma è sull’altro “soggetto” che, soffermandomi col senno di poi, rimango basito, William Baldwin, apoteosi incarnata, come dico io, dell’esplosiva imbecillaggine, il prototipo facciale della fesseria e chi più ne ha ne metta di sinonimi che possano accordarsi con tal vivente baggianata. Vivente? Sì, io spero ancora per poco. Uno che ha provato pure a fare il figo, scopandosi Sharon Stone in Sliver e Cindy Crawford in Facile preda, due film più schifosi della sua faccia di culo.

Adesso, dopo anni passati a girare filmacci, anziché elemosinare all’assistenza sociale, unico servizio “sanitario” che accetterebbe un uomo che solo a vederlo ti sprona e stimola “vogliosamente”… a essere asociale, perché rappresenta il volto più stolto della razza umana, la simbolizzazione personificata dell’idiozia da me più ripudiata, ecco, dopo questo giusto dimenticatoio, avrà nuovamente i suoi 15 minuti di gloria perché sta girando Backdraft 2 “firmato” da un regista cazzone insostenibile. Insomma, l’originale era una boiata immane di un regista premio Oscar, figuriamoci che oscenità sarà questo seguito. Ma questo Baldwin ha mai avuto un seguito? Nel senso che qualcuno davvero se l’è inculato seriamente? Probabilmente qualche omosessuale che ama i musetti a culo di gallina e apprezza la versione più magra del fratello più talentuoso, Alec, tanto per sperimentare qualcosa di follemente lussurioso.

Insomma, basta. Chiamate il 118. Non dobbiamo permettere a questo qui di girare più nulla. Anzi, non deve proprio per strada girare. Ah ah.

Sono crudele e cinico? No, sono uno che non tollera William. Se lei lo tollera è perché ha una compagna intollerante e dunque si sfoga frustratissimo su questo coglione, da spettatore passivo e fottuto.

Insomma, tornando al Fuoco…, è un film che ha battute da terza elementare, del tipo… Tenente, ha notato la lucina che le sta brillando all’angolo dell’occhio? È l’indicatore del livello della sua carriera e sta lampeggiando sul rosso…

Giù tu… giù noi!

Non sono cazzate, non sono cazzate!

Che cosa ne faresti del mondo intero? Lo brucerei…

Roba di una banalità psicologica da lasciare esterrefatti. E lo sceneggiatore l’hanno pagato a peso d’oro.

Ora, mi soffermerei sul concetto di banalità.

Guardo una donna, io sono come Ombra, Donald Rimgale, un essere abbastanza ombroso, appunto, ma schietto che arriva dritto al punto, non so se G.

– Ciao, guarda, potrei invitarti a prendere un drink e potremmo sorseggiare i nostri reumatismi esistenziali e parlare di filosofia tedesca, anche se tu conosci un’altra filosofia seria che non sia tedesca? Sì, cazzo, Nietzsche era tedesco, ma insomma… ecco, potremmo fotografarci dei selfie e poi usare qualche effetto speciale per renderli dei quadri di Kandinskij, potremmo leggere un libro di Ballard e io, citandoti le curve pericolose della sua scrittura, crederei che voglio leccarti la figa solo perché conosco le prime cento pagine della Treccani.

– Ah, mio Dio. Leccarmi la figa? Come sei banale.

– Banale sarei stato se ti avessi corteggiato, dicendoti che scrivo libri per far presa sulle donne. Alle donne importa un cazzo delle cose che scrivo. Non solo alle donne, a essere sinceri. Sono onesto.

– Onesto un par de palle, stronzo!

 

Sì, e su quest’immagine vi lascio. Ci credereste che costui è miliardario? Se non ci credete, non avete capito nulla…

William Baldwin

 

 

di Stefano Falotico

Only the Brave il Trailer, basta con questa mediocrità, evviva i film folli, anche nella vita “reale”


21 Jul

Scorrono le immagini di questo film e rimango basito, perplesso… sarà la mia suscettibilità. Ah, che colpa, sì, andrò dal prete a confessare il mio odio per questo genere di film, a cui accludo molta umanità che se ne “compiace”. Vanno in brodo di giuggiole per queste storie “eroiche”, poco erotiche, “zampillanti” di cast stratosferici con attori pagati a peso d’oro per “gigioneggiare” tra fuoco e fiamme, lacrime, commozione telecomandata e qualche scorcio suggestivo di tramonti rosseggianti per far “divampare” un presunto pathos. Come se non bastasse, hanno infilato anche l’invecchiata e sempre più anoressica Jennifer Connelly, per dare un tocco “femminile”, addolorante come la Madonna della misericordia, alla storia.

Su Facebook, chiacchierando di questo genere di film, trovo qualcuno come me che detesta abbastanza quella ruffianata pomposa di Fuoco assassino, a cui il coglione Billy Baldwin vorrebbe addirittura dare un seguito, da girarsi il prossimo anno. Non ci bastava il primo? Sì, lodevole per i magniloquenti e fastosi effetti speciali ma con una trama ridicola (s)fatta di padri “coraggiosi”, di capitani spericolati, d’invidie Caino-Abele tra fratelli ardimentosi, appunto focosi, con “passaggi” e (s)cene di raccordo con una Jason Leigh “soft”, quasi core, prima che diventasse la zitella insopportabile ch’è oggi. Era meglio quand’era un po’ zoccola, un po’ acqua e sapone da “innaffiare” di “cremino”. Vale solo per il duetto De Niro-Sutherland, ché rendono sempre personali i personaggi che interpretano, anche quando sono macchiette stereotipate come in questo caso.

Film onestamente superati di una macchina hollywoodiana che produceva certe schifezze commerciali per esaltare il patriottismo della Nazione. Non a caso, questo Kosinski, dopo averci parzialmente illuso con le prime regie, girerà il seguito di Top Gun, altro spottone che esaltava l’edonismo reaganiano e serviva solo come trampolino di (s)lancio per Tom Cruise, altra incarnazione “attoriale” della mediocrità piaciona, altro bellimbusto che fra qualche anno, statene certi e “cere”, si sottoporrà alla chirurgia plastica per “tappezzare” di pezzi di culo la sua faccia di bronzo.

Ah, come sono stanco della mediocrità. Per fortuna, Lynch col suo Twin Peaks mi dà gioia di vivere, mi rasserena in quest’inquieto film di 18 ore delirante come pretendo sia il miglior Cinema e la gente pen(s)ante. Ah, ragionieri in doppiopetto che ti squadrano e ancor peggio vogliono inquadrarti dall’abit(acol)o che fa il mon(a)co… la loro visione miope da monocolo.

Sì, per quanto abbiano provato con metodi coercitivi, “castiganti”, castranti, incastonanti, a rendermi un casto(ro) come la massa lavoratrice e sofferente, mi sa che oggi prenderò in mano la guida della mia città e fantasticherò su vicoli “ciechi”, sapendo che la mia mente aperta, a differenza di “topi” con la mentalità chiusa, ha aperto varchi al di là della vi(t)a comune, anche provinciale e “denuclearizzata”, infiammandomi di fantasia nelle mie genialità sconfinatamente immaginifiche. Ah, fanculo le fiche.

Ricordate: bruciatevi, ragazzi, c’è sempre tempo per bere l’acqua.

Questa è una stronzata, non meno di queste puttanate di Hollywood.

 

Molta gente mi dà del pazzo, azzo. Preferisco rimanerlo. Almeno, quando vedo un sedere come si deve, so quelle che si deve fare. Si fottessero.

 

00449204

Boicottate facciadibronzo.net


21 Sep

Qui la legge finisce e comincio io, idioti! Muratevi in casa e blindate, rinforzate i cancelli, sfondo con un tir(o) micidiale!

Credo, in tutta fede, che dai sedici anni in poi giustamente disprezzo la società, e anche chi scrive che bisogna, al bisogno, usare i congiuntivi al posto giusto e pertinente quando soffre di congiuntivite, cioè il lor morbo da bavosi nei confronti del “gentil” sesso, tanto di galanterie “corteggiato” quanto d’ipocrisia, a mimica bugiarda, tradito con irriverenza caustica nelle salivari voglie.
Sì, son da murar vivi con dell’acido muriatico dopo aver scardinato ogni parete della lor imbecillità reazionaria. Che pretacci!
Oggi, prenderemo a modello un sito gestito da un gruppetto “corazzato” con tanto di avatar segnaletico “per metterci in guardia”. Si dichiarano giustizieri dell’entertainment.
E io sarò quindi, di contraltarini, Charles Bronson di Death Wish.
A me, onestamente, sebben vivaddio non li frequenti da tempi fortunatamente voltisi in mio favore e contro tal “favolisti” della violenza a man bassa, dei luoghi comuni su frasi fatte apprese a menadito nel malapena esser traballanti fra i penosi e il pene “virile” ostentato di boria “assassina”, paion indementiti più di quando, tonti, gironzolavan per Bologna “a spiccioli” mendicanti di fighelle da leccare e farsele in umido.
Sì, in effetti, sotto le Due Torri l’effetto “serra” si sente. Socmel, tradotto per la “Crusca” di questi topi di fogna in “Ciucciamelo”, espressione volgare affibbiata alle maggiorate, che va per la (Piazza…) maggiore anche presso i pseudo intellettualini pienotti di sé, e di “Sciii al posto di sì” da cui strascicata in Via Indipendenza con le vasche (per fortuna non amano Rossi Vasco), è come ca va sans dire senza l’orpello alla francesina. Insomma, sebben si celino dietro pezzi di “zona universitaria”, rimangon animali famelici da savane per la bonazza anche di Via Benazza, ubicata vicino al Mulino Bruciato, famosa trattoria ove tal troioni “lo(r)dan” le troiettine amichette con tanto di tortellini alla “panna”. Alla puttanesca di penne.
Che mi denunciassero e gli censureremo, d’hacker, il blog d’acari. Ecco la mia “carezzina”.
Questi stronzi han chiamato il sito facciadibronzo.net, nomen omen, questi son degli ominidi. Almeno, rispecchiano il non vedersi.
L’ultima loro “recensione” è da “buttafuori”. Stroncan sempre tutto per il “piacerino” al languore, davvero affettivo, di spezzar qualunque cos(ci)a che non “combaci” a tanto “egregio” solipsismo, grigissimo loculo simil Certosa di “Viva la gnocca e gli gnocchi della mammona, professoretta frigida per crescenze alla mortadellina su mammelle decadenti del salamino, il marito, impotente grasson come Balanzone e di flatulenze a garze tronfio da sgonfiar a mo’, e a mollo-mollargliele, del pallon gonfiato, oppure da bruciare come il vecchione di San Silvestro, rattristandolo con le canzoni di Vecchioni e gazze ladre d’Arancia meccanica”.
S’accaniscono contro Rush ma celebrano comunque l’ex Ron Howard, elevando in gloria Fuoco assassino. Sì, “tiratori”, ardete tal omicidi di backdraft e roteate lor intorno a orbite orculari come Apollo 13.  Più che “miopi”, son ciechi di cervello. Cecchini contro i diversi “uccelli”. Ogni persona, che a lor non va, l’accusano di essere John Nash, sono delle beautiful mind. Ripetiamolo, soffrenti di elevata demenza pura, patiranno nel punirli con destrezza della mia testa durissima.
E questo è solo l’anticipo. Presto, i loro colli (come i portici arrugginiti vicino alla basilica di San Luca) “decolleranno” a Seattle “spedisco i dentini da castoro e i cazzini da scoiattoli”, meta preferita d’uno dei due gemelli dei loro piselli da I soliti ignoti “eterozigoti” con tanto di gotine “arrossite” vicino al fiume “Hudson-Azz che male”, ove saran affogati di foche monache come quella puttanazza della lor genitrice amante di Manhattan.

Genius-Pop

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