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Franco Nero, un grande ad aver richiamato in servizio Benjamin L. Willard di Apocalypse Now? Eh no, Kevin… di The Life of David Gale…


04 Jun

franco nero spacey

don juan johnny depp

Per tutta la mia vita, pensai di essere Stefano Accorsi de La stanza del figlio, invece scoprii di essere Jung

Ora, a Cannes vedremo (voi, forse, io non posso andarvi…) Tre piani.

Ecco, Nanni Moretti ne sa di psichiatria e di istanze della personalità tanto quanto mia nonna paterna, ancora viva, sa dei suoi film. Cioè di quelli del regista di Io sono un autarchico. E ho detto tutto.

Sì, mia nonna ha sempre preferito Grecia Colmenares all’Es, all’Io e al Super… tu? Ah, Lex Luthor… V Superman? Ah, il superomismo. I maschilisti contro le femministe machiste. Senza h, esse sono come Maciste. Ah ah. Ah ah aspirata. Mi raccomando, donne di bocca buona! E gola profonda ansimante!

In passato, una tizia mi paragonò a Stefano Accorsi. Siamo infatti entrambi bolognesi. Sì, io e Stefano. Cioè la stessa persona? Ah ah.

In seguito al suo complimento, che però io presi per offesa, la lasciai e scaricai tutte le immagini, da Google, di Laetitia Casta desnuda. E ho detto tutto…

No, all’epoca, Stefano stava con Giovanna Mezzogiorno. Mentre io con chi stavo? Bravi. Ma allora siete dei geni, cavolo.

Sì, i più valenti e plurilaureati psichiatri della città felsinea mia natia tentarono di curarmi. Dopo pochi giorni di colloqui con questi tromboni (però, trombati e inculati, come si suol dire, da chi?) scoprii che erano frustrati come Marlon Brando di Don Juan De Marco… con Johnny Depp.

E ho ridetto tutto… Ah, fanno tutti i maestri d’amore, in verità conoscono solamente la teoria. In pratica, sono diventati psichiatri in quanto ex malati di mente e sessuali frust(r)ati. Sono difatti fissati col masochismo e coi traumi inconsci derivati da ex abusi rimossi. Mah.

Eh certo, per essere affascinati da Freud, certamente furono disturbati. Ne presero tante, eh già, di batoste. Lo presero, per dircela tutta, molte volte in quel posto. Sì, vidi uomini laureatisi in psichiatra, con una tesi su A Dangerous Method, finire ubriachi come Mickey Rourke di Barfly. Attraverso le ubriacature, diluivano ogni frustrazione. Mentre le rispettive mogli ubriacavano i loro amanti, amando nel rimanente tempo libero i film di Nanni.  Che nani, tali uomini affetti da onanismi, vale a dire seghe mentali e non. Verissimo, le loro donne traditrici, per non essere e apparire bagasce sino in fondo, avevano tutta la collezione in dvd dei film del Moretti. Si dovevano pur dare una calmata o un tono da intellettuali del cazzo, no?

Insomma, andarono tutti a parare su Faye Dunaway. E dire che furono sposati a una schizofrenica come Keira Knightley del film appena sopra citatovi. La curarono e, a mo’ di Fassbender, anche la in… arono?

Peccato che lei pensasse di essere la Knightley de La duchessa.

Io me la risi da matto/i e noleggiai Domino di Tony Scott. Piaciuta la freddura?

Comunque, Ulisse tornò a Itaca o a Troia? Siete dubbiosi? Quanto siete ignoranti! Be’, Ulisse andò con la maga Circe, con Nausicaa e con Calipso. Tornò a casa con una faccia di bronzo di Riace, detta altresì faccia da culo e di merda.

Nel frattempo, Penelope intessé la tela omonima o andò coi porci? No, coi proci? Ah, se la faceva pure coi froci? Capisco. Dai, su, era una brava donna. Leccava solo il Calippo.

Per colpa del mio affronto all’ordine psichiatrico, stetti per fare la fine di James McAvoy in Espiazione.

Sì, distrutti dalla mia grandezza, i capi psichiatri subirono una regressione infantile a mo’ di Saoirse Ronan.

Al che, inventarono una balla colossale per infangare la mia reputazione e spedirmi nella guerra delle quarantene… e dire che avevano tutti oltre i quarant’anni. Io assai meno. Dunque, furono pedofili?

Al che, in trincea guardai il film Hanna.

Sapete, in giro mi chiamano Django. Franco Nero è sposato con Keira Knightley di Espiazione in versione matura. Cioè Vanessa Redgrave.

Complimenti a Franco Nero.

L’unico che ha avuto le palle di scagionare Kevin Spacey da ogni falsa accusa puritana e moralistica figlia di un mondo bigotto e di Penelope. Ah ah.

Franco ha dato a Kevin, infatti, ne L’uomo che disegnò dio, la parte di un avvocato stronzissimo. Franco Nero è un genio.

Mentre io continuo a sostenere la mia tesi. Non di laurea. Ridley Scott fu, è e rimarrà un demente ad aver castrato e censurato Spacey da Tutti i soldi del mondo per colpa di quella storia lì… Ho detto Storia! Ah, che Odissea! E se Kevin si fosse suicidato? Che poteva fregare a Ridley? Lui sta con Gian(n)ina Facio!
Hai capito?

Uno, su Facebook, mi rispose: – Ha fatto benissimo. Doveva salvare il film, non ce l’aveva con Kevin.

 

Costui non ce l’ho più fra gli amici. Anche perché mi disse al telefono, urlandomi come Benito Mussolini: – Stefano, da adesso in poi, preferirei non parlarti, neppure su WhatsApp. Mi turbano i tuoi discorsi così troppo aperti sul mondo… Anzi, non scrivermi più. Sembri Johnny Depp di The Libertine. Però, ti tengo, ugualmente, su Facebook. Mi piace leggere i tuoi post. Sono intelligenti, arguti e provocatori, mi piacciono tanto. Mi offrono degli spunti…

Io, a questo qui, offrii invece degli sputi.

Concludo così.

Un tempo, assistetti a un pestaggio nullistico. Cercai di difendere il ragazzo picchiato a morte ma uno degli aggressori mi mise in guardia…: – Prova a toccarci e chiamiamo la polizia. Cioè le guardie. Guardati (al)le (s)palle!

La mia risposta: – Va bene. Così, oltre a quattro barelle per voi, tre poliziotti stanotte finiranno al traumatologico.

Finì che il ragazzo, pestato a sangue, fu medicato in ospedale.

Gli altri, purtroppo, malgrado i tentativi di salvarli nel reparto d’animazione, ora sono alla Certosa.

Non so se di Bologna o di Parma. Credo in tutte e due. Erano tanti, erano duri, erano forti, erano cazzuti.

Erano, ora non sono.

Decisi io.

E dissi, fra me e me, prima di distruggerli: così sia scritto, così sia fatto.

Parola di dio.

di Stefano Falotico

kevin spacey david galeSpacey Superman Luthor

Uomini e lupi, L’uomo lupo, Benicio Del Toro/Wolfman, Lon Chaney Jr. e il mito (?) della licantropia, anche clinica


30 Jan

cape fear de niro

La società cambia a vista d’occhio e torneremo alla normalità dopo il Covid e la sua relativa pandemia?

Ah, mi dolsi parecchio in queste quarantene protrattesi sin allo sfinimento. Ma fui in passato sfibrato sebbene nacqui raffinato, perfino crebbi incompreso e diffamato, perennemente affamato in mezzo a tanti morti di (s)f… ga, sì, morti nell’autolettiga, soccorsi dall’ambulanza in quanto già deperiti e defunti nell’anima, sì, dentro prematuramente imputriditi, sfiniti e in manicomio presto sbattuti, anzitempo (dis)umanamente finiti. Poi sedati, stigmatizzati, semmai tardivamente dimessi quando in verità vi dico che, fin dalla nascita, ebbero e conservarono sempre un atteggiamento dimesso. Recitando la confessione religiosa prima della santa messa (sana?), svolgendo lavori umili da messi e, sensualmente, malmessi. Sì, messi malissimo. Lionel Messi invece è benissimo messo, campione di razza pura. Non credo canina, sicuramente calcistica.

Secondo me, Messi non è solo argentino. Ogni cognome che finisce con la i è infatti d’origine siciliana, emiliana oppure toscana, dunque Lionel ha ascendenze italiche, è un ibrido, un oriundo, un uomo che non sa probabilmente coniugare il gerundio e non conosce il mundio. Ovvero, secondo il vecchio diritto germanico, il mundio è il potere domestico esercitato dalla famiglia oppure dai crucchi che lo sconfissero nella finale di Coppa del Mondo, vale a dire del campionato di Calcio per conquistare la Coppa… del nonno o di tu’ babbo morto?

Sì, Messi non è mai stato campeón del mundo.

Ma gioca nel Barcelona allo stadio Camp Nou. Mentre il Real Madrid gioca al Santiago Bernabéu.

Che c’entra questo coi licantropi?

C’entra poiché Messi è uomo dalla barbetta simile a quella di Wolfman.

Sì, in Messi sono ravvisabili i tratti lombrosiani, cioè enunciati dall’italiano criminologo Cesare Lombroso, fisionomici e anche fisiognomici, dell’uomo permaloso, ombroso quando gli avversari lo falciano, di falli, poco graziosi. Al che, Messi, assalito da rabbia cagnesca alla pari di un cane pastore tedesco, detto volgarmente cane lupo, diventa lupesco. Anche volpesco.

Da eterno golden boy apparentemente timido, vulnerabile e indifeso, bullizzato come Michael J. Fox di Voglia di vincere, ecco che Messi subisce una metamorfosi pazzesca e mette tutti i difensori a garrese in virtù dei suoi dribbling suadenti e micidiali da metaforica, animalesca zoofilia combattiva, no, paragonabili alle feline movenze leonine, no, alle imbattibili serpentine basculanti d’un distinto, egregio e quasi grigio alano dal signorile portamento assai elegante.

Ora, secondo il succitato Lombroso, chi possiede i tratti del volto assai marcati… è da Messi smarcato dopo averlo vanamente braccato? Messi è immarcabile e, a mio avviso, Lombroso fu un lebbroso ad affermare così superficialmente che ogni Michael Rooker di Henry – Pioggia di sangue si possa riconoscere dai lineamenti spigolosi del viso. Sì, Lombroso fu vergognoso, parimenti delittuoso, oserei dire criminoso a inventare tali fantomatiche teorie criminologhe del tutto aleatorie, quasi velleitarie, di certo scabrose e pericolose. Per esempio, dopo aver visto Henry, Nanni Moretti di Caro diario pensò orribilmente che il suo regista, John McNaughton, necessitasse di cure da psichiatra de La stanza del figlio. Se avesse invece visto e assaggiato il seno di Uma Thurman ne Lo sbirro, il boss e la bionda, avrebbe dimenticato in fretta Laura Morante. Non curandosi il fegato amaro, da notte in “Bianca”, tagliando in modo certosino un certosino, no, il Mont Blanc per addolcire le ferite del cuore e dell’anima, leccando amaramente un barattolo di Nutella in confezione gigante.

Sì, De Niro amò Uma Thurman non solo nella finzione.

E io rimasi disgustato quando, in Nonno, questa volta è guerra, Uma si appella a De Niro, definendolo papà. Tanto di cappella, no, di cappello? Di falsità a cui (sc)appellarsi.

Veramente, davvero tutto ciò ha dell’abominevole. È più schifoso di Nick Nolte di Cape Fear – Il promontorio della paura e dello stesso De Niro/Max Cady. Uomo, il Max, che si acculturò, partendo dalle avventure, per l’appunto, di Max il leprotto e poi diventando il lupus in fabula.

Nell’edizione integrale del film appena menzionatovi di Scorsese, Juliette Lewis si fa… leccare il dito da De Niro. Secondo me, esiste una versione meno allusiva. In cui Juliette si fa leccare… sappiamo cosa. Una cosa rosa?

Ma ebbe ragione Orson Welles ad affermare che le scene di sesso esplicite non funzionano nei film “normali”.

Di mio, comunque so che il ragazzino di Ken Park, dopo essere stato “imboccato” da Maeve Quinlan in una scena più spinta di quella fra Vincent Gallo e Chloë Stevens Sevigny in Brown Bunny, divenne presto uguale a Larry Clark.

Larry Clark di Kids docet e la Sevigny (ap)prese tutto subito in modo precoce? Allora, Larry soffrì, forse ancora soffre, di un disturbo non tanto dell’apprendimento, bensì dello “svenimento?”.

Vai immantinente, Larry, di ammosciamento?

Ah, la Sevigny. Donna per cui venire subito al sodo, cioè al liquido granuloso, donna svenevole, donna per cui svenire, attrice e femmina a cui non darei né do o darò una lira.

Sì, vedo molti uomini lupi mannari in cerca di cacciagione sui viali. Molti di essi vanno con tope, no, tipe alla Sevigny, donna che in alcuni momenti sembra pure una pura come Chloë Grace Moretz, in altri pare invece un maschione come Nick Nolte.

Siamo sicuri che la Sevigny non sia Felicity Huffman di Transamerica e poi siamo certi che Dustin Hoffman di Tootsie non fosse in verità Robin Williams di Mrs. Doubtfire?

Di una sola cosa sono cervo, no, sono certo. Lon Chaney Jr. è l’unico attore della storia del mondo ad aver interpretato l’uomo lupo, Dracula, Frankenstein e la Mummia.

Al resto non credo. Per esempio, non credo a Freud. Penso che avesse ragione de Niro. Sì, di Terapia e pallottole e di Un boss sotto stress.

Il complesso di Edipo è una stronzata inventata da gente come Billy Crystal.

È normale? Con quella faccia…

Di mio, sono trasformista come Chaney Jr., versatile come De Niro, polivalente come Robin Williams, dovrei riallenarmi alla polisportiva per non mettere su la panza di Russell Crowe di The Mummy e ai mammoni ho sempre preferito il Mammut e film da “Oscar” come Son & Mommy.

Inoltre, debbo esservi sincero. Al plenilunio, non divento come Anthony Hopkins e Benicio Del Toro di Wolfman e non vado in cerca di donne come Buffalo Bill de Il silenzio degli innocenti.

A volte, ho sonno, altre volte riguardo Non ho sonno di Dario Argento, rileggo un giallo di Carlo Lucarelli e in passato mi allupavo per Selvaggia.

Lucarelli? No, Selvaggia e basta. Non so a tutt’oggi il suo cognome. Me ne fotto. Se non vi sta bene, mettetevi a pecorella smarrita. Presto inculata.

Basta con le porcate, evviva le scrofe, no, le belle strofe e anche le prose prosaiche.

Comunque, Ana de Armas è una zoccola. Una lupa che però allupa! E questo è quanto. Ora, sbranatemi.

 

di Stefano Faloticofrusciojoe don baker cape fear frusciantefrusciante 2

frusciante

ana de armas

Cape Fear (1991) - Max Cady (Robert De Niro)

Cape Fear (1991) – Max Cady (Robert De Niro)

Il principe cronenberghiano vive al di sopra dei comuni mortali


10 Jun

racconti emiliani romagnoli

 

Sì, io sono un personaggio cronenberghiano, anche bergmaniano. Una metamorfosi kafiana oserei dire incarnata e non mi fregherete più poiché ora son anche maestro del fregolismo e me ne fotto…

Sono io l’autore del saggio monografico David Cronenberg – Poetica indagine divorante.

Capolavoro letterario-meta-cinematografico che, più che essere un saggio, rappresenta la mia poetica saggezza. Leggerete e finalmente mi crederete.

Fra pochi giorni, ovvero sabato sera, sarà presentata a Ravenna un’importante racconta antologica.

Ovviamente, in questa raccolta è contenuto un mio racconto, intitolato Disturbo denirante.

Plateale presa per il culo agli psichiatri che, essendo ciechi, addussero, eccome se dissero che soffrii di disturbo delirante.

Gli psichiatri non sono come Freud e Jung. Questi, sì, dei veri geni e degli attendibili luminari.

Gli psichiatri odierni sono dei fascisti. Si pigliano la laurea, imparando a pappardella due teorie della minchia, eh sì, son fissati con l’Eros, dopo di che sono distruttivi delle giovinezze in divenire, applicando loro il Thanatos. Anche farmaci chiamati Prozac, Atreios (famoso figlio di Troia) e Superbos.

Non vorrei fare di tutta erba un fascio ma loro si drogano di orge da Eyes Wide Shut e criminalizzano i giovani se non si vogliono adattare alla loro visione ammorbante di questo mondo ove pare che sia importante classificare ogni anima.

Li ho annichiliti. Esausti, hanno compreso, dopo avermi represso, che i malati di mente sono loro. Sì, a forza di stare coi matti, per deformazione professionale, si sono ammalati di grave depressione.

Essendo rincoglioniti e vecchi tromboni, colpevolizzano i giovani che trombano e accusano chiunque di soffrire di qualche patologia del cazzo.

Sì, loro stanno fermi immobili dietro una scrivania, simmetricamente monomaniacali a espellere con facilità sesquipedale diagnosi allarmanti ma, nell’altra stanza, la moglie riceve il porcello, no scusate, la parcella di un cliente più in gamba…

Sì, Stephen Lack di Scanners mi fa un baffo. Se uno psichiatra vorrà ancora fare con me lo strizzacervelli, stavolta non accetterò più nessuna compressione farmacologica ma diverrò molto cattivo come Michael Ironside. E il suo cranio esploderà come il teschio ambulante del suo morto demente.

Sì, chiamate per tutti questi capoccioni l’ambulanza. Li ricoveriamo di trattamento sanitario obbligatorio in quanto codesti saranno pure ricchi ma sono altresì ignobili. E vanno educati. Peccarono di squallida arroganza.

Vomitando idiozie da schizofrenici con troppa panza.

Christopher Walken de La zona morta mi stringe la mano. Tom Stall di A History of Violence è Madre Teresa di Calcutta in confronto a me.

Da quando do retta solo al mio cuore e alla mia mente, la vita va ch’è una bellezza, grandi donne mi vogliono ma, scusate, adesso devo mettermi calmo.

Donne, vi darò un tranquillante e anche una camomilla se esagererete con le richieste. Non sono James Spader di Crash.

Insomma, son sempre stato un prodigio della natura. I miei coetanei erano invidiosi a morte. E cercarono in ogni modo di farmi incazzare perché così, se avessi dato di matto, mi avrebbero continuato a trattare come il bimbetto-enfant prodige di Maps to the Stars. Ridendosela da matti, appunto.

È sempre piacevole assistere a come ora se la fanno nelle mutande neanche se avessero visto Viggo Mortensen de La promessa dell’assassino.

Ora, in tal mondo formato perlopiù da ritardati, mi pare giusto che frequenti gente con più sale in zucca e soprattutto donne con più cervello.

Sono Birdman e un uragano come quello di uno dei pochi premi Nobel più meritati di tutti i tempi.

Sì, sono un futurista, tosto come De Niro di Taxi Driver e sexy come Colin Farrell di Miami Vice.

Se siete invidiosi, sul canale uno stasera danno un film retorico di Bertolucci e un film tristissimo di Fellini.

Se non sarete soddisfatti, curatevi.

Se vorrete darmi un freno, io allora divento pure Bruce Lee.mortensen dangerous method

 

di Stefano Falotico

 

La semantica e la semiotica sono la distruzione dell’Arte e del Cinema


09 Jun

Fred Buscaglione

Mortensen Freud

Secondo la Treccani, cari cagnolini, questo è il significato numero 1, dico 1 e non trino, della semantica:

ramo della linguistica che studia il significato degli enunciati di una lingua o di un dialetto, come rapporto tra il significante e il significato di ciascun elemento e come relazioni reciproche tra i varî significati di una determinata fase cronologica (s. sincronica), e inoltre i mutamenti intervenuti in quei significati e in quelle relazioni in un determinato periodo di tempo (s. diacronica o storica).

Secondo invece un vocabolario del cazzo, per semiotica s’intende, ben intendiamoci, tutto ciò che è proteso verso questo giudizio teso della realtà:

nella filosofia del linguaggio, la ‘scienza generale dei segni’ comprendente le tre branche pragmatica, semantica, sintattica.

La smorfia napoletana, invece, è quella “scienza” appurata da anni, soprattutto da ani, di “arte di arrangiarsi”, di tirar a campare alla bell’è meglio, che attraverso il “recondito” significato delle cabale, dei numeri della tombola, cerca d’interpretare i sogni.

Cioè, dopo Freud e Jung, c’è la parapsicologia superstiziosa dei campani e degli uomini della città del Vesuvio, che decifrano l’inconscio per renderti felice al Lotto. Così puoi pagarti il mutuo e, non più triste, avrai potere economico per non essere dai soprusi zittito, non più muto nella ricchezza il tuo stato psicologico muterà.

Sì, la semiotica si avvicina persino alla psicologia. Vuole decriptare, che ne so, un libro e indagare sui processi creativi che l’hanno generato, addivenire al valore stesso della suddetta opera attraverso una detection psicanalitica, invero spesso solo sedativa. La psichiatria così come la psicologia non risolve niente. Risale alle origini della “problematica”, sviscerando le possibili cause che hanno indotto quella persona, che ne so, ad ammalarsi di grave depressione o ad assumere comportamenti ritrosivi, psicotici e alienati o poco allineati, ma in fin dei conti si rivela una verità, comunque parzialmente scremata come il latte che vi bevete, che a livello cognitivo razionalizza ogni alterazione mentale ma non può offrire nessuna curativa salvazione. Perché l’inconscio è materia, appunto, dei sogni. E per i sogni non vi è scienza che regga.

Così come per il Cinema. Ecco, fra qualche giorno pubblicherò un nuovo libro, Dopo la morte, libro da Donna che visse due volte miscelata/o a De Palma, pirandelliano e perfino carpenteriano.

Se piacerà a qualcuno, a questo qualcuno pensate freghi qualcosa sapere perché l’ho scritto, in quale stato emotivo l’ho (si può usare anche il congiuntivo abbia?… chiedo a voi, uomini che sempre rabbiosi abbaiate, pazienza abbiate!) partorito, quanti giorni, mesi o anni ho impiegato, non da impiegatino, nel portarlo a termine, perché in un capoverso uso un certo tono ironico e poi nell’altro invece adotto uno stile, sì, corrosivo ma serissimo, melodrammatico, a qualcuno importerà se l’ho scritto da sobrio, da ubriaco, sotto l’effetto di farmaci, in dormiveglia o sotto ipnosi, in stato catatonico, ebefrenico o percettivamente daltonico?

L’importante è che sia un libro del Falotico, unico nel suo genere in quanto non ascrivibile a nessuna categoria, la cui genialità non è diagnosticabile e materia d’indagini stronze e limitate. Perché spazio di qua e di là, sono ermetico e post-contemporaneo, romantico e pessimista, tragico e apocalittico, perfino apodittico, apostolico eppur non credo a Cristo, discepolo della mia anima finché non me ne separi, uomo che oggi si suicida e dunque si spara nel cuore trivellato da una donna a me traditrice, domani lo cucirò, e quella mi cucinerò, in deliri masturbatori, alternando frasi di rime baciate al cervello talvolta un po’ bacato, quindi inserendo emozioni trasfuse nel comunicarle a voi in totale remissione di ogni peccato giustamente da non demonizzare, tra afasiche malinconie, nostalgico furore, soavi cambi repentini di umore e lindamente asciutto come il più adamantino mio carnale e poi metafisico odore. Insomma, un capolavoro di ottimo sapore.

Perché la mia anima non si lava col sapone ma è sanamente corretto che decida di mettere un font nella cover e cambiarlo impercettibilmente nel dorso, poiché son uomo che a nudo torso fa la sua figura e non dà al prossimo elementi diagnostici per renderlo un cristiano non agnostico e anche rustico.

Non son uomo di sutura, ma di fronte che suda.

Voi spremetevi le meningi nelle aneddotiche inutili. A chi frega se per la parte di Henry Hill di Quei bravi ragazzi era stato scelto un altro attore e non Liotta?

Questo fregherà ai “dottori” e alle mignotte della cultura.

A me frega che funzioni.

Mi raccomando. Domani sera, danno per la trecentesima volta Cop Land. Sì, avevate già scritto un pezzo su questo film ma il vostro redattore vi chiede di scriverne un altro per l’occasione. Fra tre mesi, al prossimo passaggio televisivo, vi chiederà di dire ai lettori quanti peli del culo aveva Stallone quando l’ha girato. Voi, per pagarvi il culo, appunto, indagherete…

E diverrete sempre più fessi.

 

di Stefano Falotico

La psichiatria è un bluff! Plof!


13 May

Parentesi quadra(ta) ad accerchiare i porci della società “regolare” su diagnosi mie psichiatriche da tre secondi n-etti di taglio inferto ad accigliato immobilizzarli

Vi ho raccontato quando un emerito “psichiatra” bolognese mi sottopose una perizia “massacrante” che massacrai a mo’ e ma-cigno nero della “crocetta” nel suo scarnificato cervelletto d’ipofisi ad asfissia sua?

Bene, un certo Ari… sì, un mezzo ratto, lo trovate nell’albo d’oro dei suoi “curriculum” e anche cunnilingus da far le linguacce a chi non è “scioglilingua” al suo amare le linguine “an(n)ali” dello scoglio delle prostitute “freudizzate” in freddo delinquenziale, “bianco” leccar nell’inguine, volle “castigarmi” per incastonarmi dentro un baratto(lino… non so se di seta o suo assetato maniaco del “sesso”) di psicologia spicciola (sicuramente, “lui” non guadagna pochi spicciolini, essendo “capone” per far lavaggio del cervello a chi pensa coglioncello…).

Le sue domande, con tono “autoritario” da nazista del Quarto Reich, anche le quinte delle “pazienti” a lui meno paziente…

Mi costrinse a rispondere “di getto”, perché altrimenti la sua “macchi(n)a della verità” avrebbe potuto… “scoprirmi” di “maschera”, e poi nessun depot all’oscuro… di violenza mobbing.

1) Mi dica, non lavora, è un disagio nato da quando, e secondo quali circostanze preferì il castello dorato della sua stanza?

– Da quando preferisco il latte parzialmente scremato e non mungere, come lei, le vacche. Il mio “ostello” produce solo artigianato pregiato. Di ottime fatture senza confettini e “confetture”.

Il lavoro è un compromesso per la “pastorizia”, e lei è pastore di “latticini”, bontà delicata alle tettine non succinte ma di ciuccio succhiate.

2) Soprassediamo. Perché non si dà una mossa?

– La Tirabusciò è una che tirò il suo, a me è sempre sembrata Ninetto Davoli. Vada a inculare “omosessualmente” con più classe. Sono un Pasolini, non un ragazzo di vita.

3) Bene, la spedisco in manicomio. Si arrenda, ho carta bianca…

– E come diceva Totò, al suo popò, si pulisca il culo!

Lei ha preso la sua aff(r)ettata decisione. Mi attengo al suo “tenente”. Però, posso farle una domanda a cui deve rispondere istintivamente, non ci pensi troppo altrimenti me n’accorgo che (de)mente, ok?

1) Le sue puttane in quanti quattro e quattr’otto le fotte in varie parti “anatomiche” del biochimico “impastigliarle” con bavetta più bavaglio e bocchino nel buchino?

– Come, prego?

– Ah, è già scaduto un secondo. Ne ha altri due a disposizione e “(de)posizione”, si ricordi che non ci son due puttane senza tre da impostore.

– Come, prego?

– Altro secondo trascorso. Risponda, la prima porcata che le “viene”, forza, “emetta”.
Evacui!

– Non so.

Ecco, la risposta è esatta.

Ha oramai perso il conto delle sue “porcell(an)e”.
Al che, afferrai la “penna” e la inserii “socialmente” dentro…

 

A tutt’oggi, è a Lourdes sperando nella “salvezza” che nessun “Cristo” gli accorderà.

Anzi, i monaci del posto “miracoloso” lo stan “aprendo” ed egli prenderà la corda al cap(pi)o.

 

Invece Io benedico e son nelle acque “maledette” ove tutti gli stronzi faccio a fette, comprese le compagn(i)e di fettuccine al mio (ro)manzo lì galleggiante.

 

In galera, tutti!

David Lynch disse: “Le persone non cambiano, si rivelano”. In surrealtà, ha scoperto l’acqua calda, già Freud combinò danni, anni anali fa, con le sue discese regressive all’origine dell’ego…


19 Nov

… adesso pure darsi forza citando i suoi estratti nella condivisione “mondial-socialista-nazista-equilibrista” su Facebook, detto il bacillo dei bacini

Fra Lynch e Sigmund, scelgo moi, perché a me va

Sì, se Lynch girasse film che non gira dal 2006 anziché illuminarci con le sue sortite ritrite come il cucco del pescivendolo, non c’aizzerebbe a sospettare che soffra d’Alzheimer, perché pare che Laura Harring lo tormenti, “toccandolo” e turbandolo quando va in giro col trattore e pensa: “Il mio prossimo capolavoro, osannato dai critici, sarà Il bagnomaria della pentola a pressione del mio mouse. Immediato film da “cliccare” e da scaricare in streaming per un download del tonto il cui cervello, fritto da David, e-saltato in padella, schiamazzerà “entusiasta” un “Che cazzo voleva dire? Non so, m’ha fatto venir voglia di filmare la vicina di casa, la zoccola conclamata del palazzo, e addivenire alle ragioni erogene che l’han condotta a tutti quelli che, raggirandola d’astrusi dottori, eppur ci danno e lucidano la sua lindissima mente che partorisce, dalle sue grandi cosce, un eraserhead formato fantasma di Bob, l’elephant uccel’ che è nel velluto… viola. Poi, lavorare di montaggio per scremare i raccordi anulari non necessari”.

Lynch ne dice di stronzate, tanto tutti lo acclameranno anche se, mentre piscia, mescola la maionese per non farla impazzire coi suoi deliri.
Grideranno: “Un’esegesi dell’arte visiva, ombelicale alla dinamica pensante del genio pisciante!”.

Le mie non sono cagate. Miei scoreggioni, io so quando buttar fuori. Infatti, il mio secondo nome è “Furbetto”, l’Uomo che abbatte i furetti, smerdandoli.

Sì, non è che mi fa la fine di Freud, il nostro Lynch?
Uno che, analizzando, non ha beccato una sola annata e, suonato, neppure il suo ano. Tanto che cagò inutilmente delle teorie che poi non riuscì ad “evacuare” in “una” da “infilare”.
Che Freud fosse impotente lo sanno pure i muri.
Il muro, infatti, ascolta. Per questo si dice, quando uno urla: “Non far tremar i muri”.

Perché?
Perché potrebbero rivelarsi per quello che sono.
Cioè fracassarti il cranio in modo “parete acustica”.

Le persone non cambiano, mulhollandlynch.com sì, evolve.

Sì, ho avuto un solo problema nella vita. Nacqui mille secoli più avanti dei miei contemporanei. Non capendomi, apparvi io “indietro”. Ho dimostrato che sono dei primitivi, e indiscutibilmente son poeta e romanziere che saltella loro attorno, come un pugile che li ha messi a tappeto senza neppure sfiorarli.
Che “fiorellini”, eh? Amico, ti porgo la margherita dell'”amore”, su cui strapperai tal dichiarazione amletica: “M’ama o non m’ama?”.
La risposta te la do io: “Tua mamma amò eccome tanti maiali, e tu sogni il domani invece che badare al sodo”.

Secondo me, la vita si divide in due: “quelli” che vogliono scopare e fanno di “tutto” per ottenere il vantaggio, e quelli che se ne fregano delle gambe. E te le spaccano.

Io appartengo alla terza. Me ne fotto.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. INLAND EMPIRE (2006)
  2. Freud. Passioni segrete (1962)
  3. Rocky IV (1985)
    Se io posso cambiare, se voi potete cambiare, tutto il Mondo può cambiare (?).
    No, il Mondo non cambierà. I ricchi andranno sempre con le puttane e inventeranno un altro comunismo per combattere l’edonismo reaganiano.

    E io rimango un genio che, platealmente, con la folla plaudente, v’incula.

    Sono Ivan Drago?
    No, non credo ai draghi, a Rambo sì…

    L’ho detta tutta, mi son rivelato.

Genius-Pop

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