C’è ‘A Livella ma anche ‘A cunzegna di Totò, alias il Principe Antonio de Curtis. C’è la luna ma anche il sole, c’è la melanconia ma anche l’euforia. Io, a volte, sono da Circo Togni ma anche da Orfei, non sono un orefice ma sono rinato. Voi, invece, avete urinato? Ah ah. Presto, il mio libro sul (mio) Rinascimento. Diciamocela, son un uomo risorgimentale, epocale, oserei dire monumentale. Molti sostengono che io possieda una bellissima voce, spesso simile a quella del cantante dei Negrita. Mah, meglio un Negroni. Ho detto negroni, miei uomini traviati che non andate con le negrone. O no? Secondo me, sì. Ah ah.
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Nanni Moretti uscirà presto con Tre piani, peccato che dalla nascita non sia uscito dal suo Super Io da Henry – Pioggia di sangue, anche di romantiche lacrime
Basta!
Pensavo si fosse affiliato a Di Maio, il Nanni. Pensavo che avesse preso il reddito di cittadinanza, chiedendo a Salvini di censurare Henry. Credetti, ma sbagliai, che avesse pagato magnanimamente gli zaini della Invicta degli 80 Euro di Matteo Renzi a Jasmine Trinca, da lui scoperta, oddio, ne La stanza del figlio.
Sì, Jasmine è ancora schizofrenica come ne La meglio gioventù, come la ragazza di faccio cose, vedo gente di Ecce Bombo. Dunque, deve tornare a “squola” con la q per divenire un quadro aziendale di tale società che non ama più i pasticceri trozkisti.
Sì, Jasmine va rieducata e riprogrammata come Kate Winslet di Holy Smoke.
Kate Winslet, nell’appena menzionatovi film di Jane Campion, riuscì a depistare il percorso rehab da John Lone de L’ultimo imperatore di Bertolucci, regista che fu amatissimo da Moretti, poiché si spogliò dinanzi a Sport/Harvey Keitel di Taxi Driver. Il re dei papponi. E, come dice Travis Bickle, dei ruffiani, dunque degli ipocriti.
Kate, in una notte calda di cosce e zanzare alla Luciano Ligabue, si mostrò ad Harvey tutta ignuda e Harvey, dinanzi al suo seno, certamente più sodo e grosso di quello piattissimo di Margherita Buy, al buio gustò tutta la Winslet buona, animalizzandosi come un bue.
Insomma, la matta Kate lo fotté in ogni senso, in tutto il suo seno. Harvey perse il senno, qui parafraso Alessandro Bergonzoni, perciò si rivelò solo un grosso porcellone assai presuntuoso, molto unto, bisonte e cafone.
Poiché volle reprimere la giovinezza d’una figlia dei fiori nel (de)moralizzarla da tutor della minchia.
Sì, spesso anche a me succede soventemente d’incontrare, lungo YouTube, persone che vorrebbero bocciarmi, bloccarmi, imboccarmi, intubarmi e trombarmi.
Gente che, gelosa della mia libertà e della mia florida bellezza, mi dà del troll quando invero mi piace giocosamente viaggiare per il mondo con il trolley.
Visitando città a me ancora ignote che vanno da Noto, in Sicilia, sino a Milano, poi arrivano a Mirano, in provincia di Venezia, cittadina natia di Federica Pellegrini, campionessa di nuoto per cui sarei rana, poi principe di stile libero da vero sessuale pellegrino per tuffarmi in lei con salti carpiati da Tania Cagnotto.
Sì, cerco un centro di gravità permanente, eh già, cantò Nanni Moretti, no, scusate, cantò E ti vengo a cercare di Franco Battiato quando fu ancora bellamente autarchico… in Palombella rossa.
Un Nanni politicamente scorretto e controcorrente che a me piacque un sacco bello…
Poiché agguerrito polemista, incazzato anche sano fancazzista schierato apertamente contro un mondo d’ingiustizie. Delirante, sfigato mai visto, uno capace di leccare, insonne, un barattolo intero di Nutella, struggendosi per Laura Morante e sospirando nella sua anima, nel plenilunio alto, Con il nastro rosa di Lucio Battisti.
Comunque, adesso ho un po’ paura, adesso che quest’avventura sta diventando una storia vera, spero soltanto che tu sia sincera…
Di mio, che posso dirvi?
Inseguendo una libellula in un prato, un giorno che avevo rotto col passato quando già credevo di esserci riuscito, son caduto.
E non vorrei aver sbagliato la mia spesa o la mia sposa…
Sì, quando m’innamoro, non so più gestire le mie emozioni e divento come Stefano Accorsi, sì, sempre de La stanza del figlio.
La mia Laura Morante mi fa uscire di testa come Stefano/Dino Campana di Un viaggio chiamato amore.
Ma devo ringraziarla… i miei pezzi migliori li scrivo quando sono Innamorato pazzo come Adriano Celentano. V’è una forza, una disperazione, una potenza emotiva da lasciare stordito anche me.
Di cui si può dire tutto tranne che non possegga un Segni particolare, bellissimo.
Quando m’innamoro, divengo, poche volte vengo, un personaggio larger than life come il miglior Cinema di Lars von Trier.
Sono capace di seguire lo stream of consciousness delle mie Onde del destino.
Sì, l’amore rende ciechi e allora ballo con Dancer in the Dark.
Anche Dancing in the Dark alla Bruce Sprinsteen di I’m on Fire.
Molte persone invece s’istupidiscono come in un film e libro di Moccia con Riccardo Scamarcio e non possiederanno mai il carisma malinconico di John Wick 2.
Insomma, si castrano come Stefano Dionisi di Farinelli.
E sbraitano come Carlo Verdone di Maledetto il giorno che t’ho incontrato.
Nanni, comunque, il miglior film sulle tre stanze del figlio, no, istanze della personalità rimane Mulholland Dr.
Mah, di mio, che io mi ricordi, mi dissero a tredici anni che ero un genio.
Non diedi mai retta a una puttanata del genere.
Al che, ieri sera, feci ascoltare l’audiolibro, da me recitato, del mio nuovo romanzo a una platea di amici.
– Vai, spingi play.
Alla fine, tutti quanti mi picchiarono a sangue. Perché, purtroppo, lo sono ancora…
Se siete curiosi di ascoltare tutto l’audiolibro, dovete aspettare. Occorreranno giorni e ancora giorni affinché possiate ascoltarlo in forma integrale e ottimale. Se invece, nel frattempo, volete comunque leggerlo, anche in digitale, digitate La prigionia della tua levità su Amazon, IBS.it e sulle maggiori catene librarie online, dunque accattatevelo! Se invece non vi piace leggere, nemmeno le anime delle persone, e pensate che la vita sia un lavoretto e un sabato sera per far bisboccia, onestamente, potete anche andare a prendervelo in culo. Non m’impedirete di fare l’artista, no, non ho bisogno di essere medico, non m’indurrete al suicidio come fece il ragazzo poeta de L’attimo fuggente.
Dunque, nessun (rim)pianto, nessun pilifero impianto, mi sono ricresciuti i capelli. Abito al quarto piano e quella del settimo non ce la fa a prendere l’ascensore con me perché arrossisce e rimane imbarazzata poiché è l’unica super figa del quartiere che non riesce a rendermelo rizzo.
Su questa faloticata, vi lascio e ci sentiamo domani. Tanto, ce n’è sempre una. Ah ah.
Comunque, i tempi sono cambiati. Anche io, come no?
Per anni, fui Jack Nicholson di Qualcosa è cambiato. Poi, mi accorsi che esistono i pazzi. Sì, nella clinica di Qualcuno volò sul nido del cuculo, incontrai, oltre al d.o.c., ovvero il disturbo ossessivo-compulsivo, anche DOC di Ritorno al futuro. Vale a dire Christopher Lloyd.
Sì, Christopher mi disse che le mie mani non tremano più. Sì, mi curai dal Parkinson come Michael J. Fox.
Al che, chiesi a Chris se potesse spedirmi indietro ai tempi in cui Elisabeth Shue era più giovane e pure io.
Lui mi disse che la macchina del tempo esiste solo nei libri di Marcel Proust, a livello metaforico, e nel succiato film di Bob Zemeckis.
Mi consigliò però di dare lezioni di scrittura creativa a Danny DeVito.
Me la tirai da Billy Crystal di Getta la mamma dal treno.
L’avete mai visto questo gioiellino? Billy interpreta la parte del professore d’italiano che dà lezioni neanche se fosse Alessandro Baricco. Era ricco quasi quanto lui ma la moglie gli portò via tutto. E Billy, distrutto, si chiuse a riccio.
Al che, si trovò a insegnare a degli studenti peggiori di quelli di Paolo Villaggio di Io speriamo che me la cavo e di Michele Placido di Mery per sempre.
Prende su parola un tizio col suo elaborato, sicuramente una disamina degna del Nobel e del Pulitzer, certo…
Il suo romanzo s’intitolò Cento donne che vorrei scoparmi.
Non sto scherzando, guardate il film.
Sì, il mio prossimo romanzo sarà proprio intitolato così. Non siete curiosi di leggerlo?
Già, non sarà solamente una lista della spesa o del vorrei che fosse la mia sposa…
Credo che partirò da Sharon Stone. Dunque, in medias res della sua figa, no, della sua filmografia, ovvero partendo da Basic Instinct, cioè dalla sua, appunto, scrittrice Catherine Tramell, ripercorrerò in anale, no, in psicanalisi, no, in analessi il suo excursus di donna desiderata non soltanto da un maniaco voyeurista come William Baldwin di Sliver, bensì anche da Sam Rothstein/De Niro di Casinò.
Michael Douglas, in Basic Instinct, si chiama Nick Curran. De Niro scopò Milla Jovovich in Stone, appunto, di John Curran.
Poi, chiederò a un altro Michael, Michael Caton-Jones, il regista di Scandal e di Voglia di ricominciare, come mai girò il sequel orribile, Basic Instinct 2 ma pure un film malinconico più di Luigi Tenco, Colpevole d’omicidio, un film su un’ingiustizia, una pellicola dal titolo italiano che non rende giustizia al belllissimo titolo originale, City by the Sea. Ambientato, perlopiù, ad Asbury Park, la patria dei sogni perduti di Bruce Springsteen. Asbury Park, ove i fantasmi luccicano nelle notti più cupe e ove La messa (non) è finita. Poiché Nanni Moretti è bravo, molto bravo ma Tom Morello ancora di più. Cammino per istrada con aria sconsolata e, fra le stelle della luna alata, i vampiri mi chiamano the poet… Perché, che vi piaccia o no, i cani offendono ma i cantori esistono. E non vi è alcuna spiegazione razionale possibile.
di Stefano Falotico
Le immani differenze abissali fra i “vecchi” di The Irishman e i vecchi rimbambiti della nostra Little Italy
The Irishman non è un film sulla vecchiaia, puntualizziamo doverosamente.
Esigo silenzio e forse necessito anche di rivedere Silence.
In questa società, negligente all’ascolto delle frasi pronunciate da profeti come Pasolini, in questo caravanserraglio da carnevale ove tutti si pittano il viso da falsi Joker quando in verità vi dico che sono soltanto degli esibizionisti dei loro facilmente smascherabili trucchetti da mezze calzette, io uso solo il bagnoschiuma, repello il dopobarba e adoro tagliarmi le basette con un rasoio elettrico che fa pelo contro pelo alle vostre inestinguibili doppie punte. Quanto siete puntigliosi!
Vidi maschioni col mustacchio, eh già, leccare una donna più di un gelato al pistacchio soltanto per farle gustare il proprio yogurt… nello “sticchio”. Accipicchia!
Vidi poi costoro ficcare la testa a posto, come si suol dire, mettendo su famiglia ma, nel tempo libero, all’amante infilandolo di vedo-non vedo che io, appunto, ravvisai e ben avvistai. Ben vi sta!
Poiché non mi si può imbrogliare e so che tradiste non solo vostra moglie ma metteste le corna pure alla vostra amante poiché lei ama Gianna di Rino Gaetano ma a voi piace di più la sua brutta copia, Brunori Sas, uno che vorrebbe fare il Franco Battiato ante litteram ma scrive testi più banali non solamente di un neolaureato, bensì d’un illetterato del Bangladesh.
Sì, poi la dobbiamo finire pure coi Boomdabash. Conoscevo la tribù Apache, gente oramai (e)stinta che non lavò i panni sporchi in famiglia col Dash e non sa neppure chi sia il regista di Buffalo Bill e gli indiani, fregandosene delle occidentali satire da M*A*S*H.
Scusate, pausa da John Belushi con battute sulla “peluche”:
lo sa chi fa l’indiano come si chiama/i, forse come si chiavi, non da Altman bensì da Piccolo Grande uomo di Arthur Penn, la panterona del GF2?
Si chiama Ferri Mascia, una che uno prendeva e uno lasciava ne La casa nella prateria del suo seno non da valletta bensì da Vallelata per l’uomo nudo e crudo simile a Kevin Costner di Balla coi lupi che, di Open Range, la pasturò, pastorizzando di formaggio “alla pecorina” la popolana acqua e sapone tanto burina, appunto, mungendo di burrata le sue grosse tettone ma anche cavalcando l’imbattibile ignorantona grazie al suo peloso stallone.
Andiamo avanti…
Sì, Non è un paese per vecchi… l’Italietta.
Non è infatti vero che i vecchi siano rincoglioniti. No, assolutamente, di più.
Per esempio, acclamano Cristiano Ronaldo e compagnia bella. Adorano la Serie A e ancora tifano per Buffon, ex della Seredova. Cioè, spendono l’unico giorno libero della loro settimana lavorativa, ovvero la domenica, per ammirare giovani buffoni, a parte Buffon, che pigliano a calci un pallone e che, grazie all’accalorato tifo di tutti i coglioni, fanno le vacanze in Costa Azzurra ove, peraltro, si fanno sullo yacht tante mignott’.
Complimenti. La “CGI” del processo di ringiovanimento, attuato dai vecchi, è una de–aging peggiore dei libri di Marcel Proust.
Sì, il tifo calcistico è lo sport nazionale. Ovviamente. Sì, vai di nazional-popolare, uomini depressi bipolari! Forse solo fessi stupidamente ilari!
Tifoni… non solo del nostro Belpaese, bensì di quasi tutta la Coppa del Mondo di un’umanità ottusa, quindi sferica, formata da pneumatici dementi assai cafoni.
Questi qui, capisci, mia Ilaria D’Amico, no, amico mio, riempiono gli stadi e soprattutto di soldi queste troie ma disprezzano la nostra Generazione di fenomeni da Stadio.
Ferrei, mangiano il cioccolato Ferrero e duri come Ferri Mascia, eh già, ascoltano pure Tiziano Ferro.
Uno che, con canzoni oscenamente lagnose come In mezzo a questo inverno, riuscirà ancora per molte quattro stagioni, la pizza preferita dall’uomo medio-puttanone, a comprarsi tante griffate magliette di lana e cotone, pigliando tutti pel culo da furbacchione.
Poi, abbiamo ancora quel vecchione di Luciano Ligabue con le sue passatiste, quasi sessantottine, inascoltabili canzoni da gran cazzone. Uno che prima parlò di disagio giovanile in Radiofreccia e, da ipocrita volpone, ora vuole pure fare il figone in là con l’età d’addome piatto, i capelli brizzolati da George Clooney “de no-atri” ma scrive testi geriatrici ove si strazia e la gola strangola più di Dustin Hoffman de Il maratoneta nella scena della tortura dal dentista mascalzone. Cioè Laurence Olivier, attore scespiriano che sapeva, fra un monologo e l’altro, come riprendere fiato, anziché urlare alla Eros Ramazzotti, uno che abbisognerebbe di un laringoiatra.
Evviva invece Frank Sinatra!
Molti giovani comunque, ahinoi, dissero che The Irishman è un film lento.
Per forza, hanno venticinque anni e ne dimostrano settanta. Quando arriveranno a 103, forse, capiranno che Kirk Douglas nel cervello è più fresco e lucido di loro anche nell’uccello.
L’Italia è un posto ove la mafia sembra apparentemente scomparsa. Ma, a dirla tutta, qui da noi… se uno non saluta per distrazione, i vicini di casa gli praticano la castrazione. Sì, nelle riunioni di condominio decidono, ad assoluto plebiscito, che tale traditore vada quanto prima sbattuto in cantina assieme alle peggiori zoccole del palazzo scalcagnato più di un puzzolente scantinato, cioè tutte le condomine che usano soltanto, appunto, il Condom con l’amante che ha l’attico e se ne frega dei lamenti di Al Pacino di Quel pomeriggio da cani che, poco lontano, inneggia ad Attica, richiamando tutto il vicinato. Poiché l’amante è un finto trasgressivo “liberal” che fa sesso come Robert Redford de I tre giorni del Condor. Poi, queste brave mamme prendono il Concorde e sanno ogni dettaglio concordare senza conoscere invece che, in Home Alone, v’è uno che pare un bambino come Macaulay Culkin ma non lo può fregare manco Joe Pesci. Non solo di Mamma, ho perso l’aereo o il Bufalino di The Irishman, miei bufali da faide e western metropolitani. Costui lo chiamarono tutti Stefanino poiché sono ancora dei nani e, in maniera onanistica, si fecero un viaggio sulla vita di uno che, in realtà, è matto solo quando ammira un film di Scorsese e non vede l’ora che, il prossimo anno, zio Marty giri Killers of the Flower Moon. Per quanto riguarda il resto, come Bud Spencer, Io sto con gli ippopotami, sì, sono pachidermico a mo’ di Sly di Cop Land, ma non fatemi girare le palle, sennò sarete voi a perdere il senno, il seno e anche la faccia. Lo chiamavano Bulldozer e Bomber sono due dei miei film preferiti dell’infanzia. A esservi sinceri, la mia infanzia non è ancora finita poiché Fuga da Alcatraz è un capolavoro sconfinato.
– Cristo, che razza di infanzia hai avuto?
– Breve.
Sì, non dovete credere che io non menta, io mento eccome. Sono infatti malato di mente. Ho anche il cervello piccolo. Al supermercato, non so mai se scegliere le caramelle dell’Alpenliebe o una mentina balsamica all’eucalipto. Sapete che vi dico? Fatevi i pompini a vicenda, io lecco un Calippo e continuo a non sentire le vostre moralistiche filippiche e a non guardare la De Filippi.
Se invece, siete tristi perché Cameron Diaz si è ritirata, posso dirvi cheforse dalla vita volete una scema con la faccia di Nonna Papera e un discreto paio di gambe da The Mask.
Ma io sono stanco delle cubane, di Kurt Cobain, della Coin e pure del cubismo, delle cubiste e di film come In Her Shoes – Se fossi lei.
Anche perché a Nadia Cassini ho sempre preferito i mocassini.
Non sarò come Rupert Pupkin/De Niro di Re per una notte.
Poiché vissi-non vissi, diciamo sopravvissi nelle mie notti lontane dai vostri squallidi, pettegoli giorni monotoni (s)fatti di ero(t)iche fisse e di pseudo-intellettuali retoriche lesse.
E sono pure stufo della ripetitiva mia vita e vostra.
Fatevi il segno della croce, buon Pater Noster e ora, a mezzanotte e dintorni, lasciatemi in pace.
Altrimenti sono cazzi vostri.
Insomma, morale della favola nerissima: tutti pensarono di avere di fronte un debole e invece si trovarono dirimpetto al più forte.
Fa veramente molta, molta paura, cari miei mostri. E non vi basteranno punti di sutura.
Una paura oscura che vi siete andati a cercare finché morte tutti non ci s(e)pari a causa di questa fottuta fregatura che è stata la vita impartitavi al cul(t)o del più duro.
di Stefano Falotico
Il falò delle vanità: Everybody Needs Somebody, ballare!
Sì, quando siete nella merda, infognati e il mondo ce l’ha con voi, salite sul palco con tanto di Blu-ray del capolavoro di John Landis, no, coi Ray-Ban alla Dan Aykroyd e John Belushi. Due mattacchioni che hanno stile. Inforcando lenti pregiate comprate all’Ottica Avanzi. Uomini in effetti molto avanti.
Coi loro completi in giacca e cravatta di porca, impeccabile figura. Mica uomini da figuracce come voi, figuratevi. Voi siete sfigati e sfigurati dalla nascita, fidatevi. Due uomini che, anche nella sauna, conservano il loro inappuntabile look, non togliendosi mai appunto gli occhiali.
Voi, di stress e bollori manicomiali, frustratissimi solo perché la zotica segretaria non vi s’incula, vi dannate manco doveste riceverla in dono dalla Principessa Leila di Guerre stellari. Ovvero Carrie Fisher.
Ma sì, lasciatela stare. Non perdete tempo con queste fidanzatine perfettine, virginali e caste. Queste credono di essere le principessine sul pisello come nella celebre fava, no, favola di Hans Christian Andersen. Da non confondere con quel bambagione di Hayden Christensen, il pivello di Star Wars: Episodio II – L’attacco dei cloni.
Un consiglio, miei conigli. Non rompetevi le palle per le ex conigliette come Pamela Anderson. Sognavate con lei una vita da stalloni e invece siete cascati dalle stelle alle stalle.
Da cui il capolavoro demenziale di Mel Brooks, Balle spaziali. Invece che idolatrare Christopher Nolan, dovreste girare un film molto più obiettivo riguardo le vostre vite, cioè L’attacco dei coglioni.
E attaccatevi al trans, no, al tram.
Sì, siete i nuovi Fantozzi che prendono l’autobus ogni santo giorno. Ma soprattutto lì, puntuale come un orologio svizzero, platealmente lo pigliano. Ve lo pigliate tutto. Ma chi vi piglia?
Ci vuole piglio, siate blues e non cantate con Domenico Modugno. Ma quale blu dipinto di blu. La vostra vita è terragna e assai grigia. E io darei pure una botta in testa ai Negramaro e a quel Sangiorgi. Meraviglioso?
Ma è uno scemo retorico a iosa.
Date un po’ di rhythm alle vostre Soul come il mitico Ray Charles. A proposito, Ray, visto che era cieco, usava montature speciali della Ray-Ban oppure i suoi occhiali neri li indossava solo per darsi un tono di sintomatico mistero da Franco Battiato?
E la dovreste finire di cercare perennemente il vostro irraggiungibile centro di gravità permanente. Recandovi dagli psichiatri. Dei tromboni che vi rifilano solo delle pippe e fumano tutti la pipa a mo’ di poseur e imitatori di Freud.
Non impressionano nessuno. Vi diranno che siete depressi quando invece, onestamente, siete solo dei cessi. E presto, se non vi darete una mossa, prevedo lungimirante da uomo che ha appunto la lunga vista, eh già, una vostra vita neppure pazza da Qualcuno volò sul nido del cuculo, bensì sanamente ficcata nel loculo con tanto di alberi cipressi ad allietare l’atmosfera funebre. Cioè, più che deprimenti, siete dei morti dementi.
Siate invece amanti dell’horror e delle super fighe come Anna Falchi con le sue bocce mastodontiche, siate spumeggianti, ancora naturali e, sboccati, sbocciate. D’altronde chi se ne frega se siete stati bocciati, siate investigatori dei vostri incubi come Dylan Dog, ovvero Rupert Everett. Dellamorte dellamore!
Non fate gli schizzinosi. Dateci dentro.
Conosco gente che si è rovinata da sola la giornata soltanto perché le si era otturato il bidet. Be’, tutto qua il problema, merdosi? Basta prendere l’Idraulico Gel.
E questi laureati che non sanno manco parlare in italiano? Parafrasando Totò, ah sì, avete carta bianca per dettare legge sulla gente debole? E spazzatevi il culo!
Non fatevi fottere dagli psichiatri. Questi sono degli ingannatori e vi gettano fumo negli occhi, oltre a imbottirvi di farmaci che provocano vostri spaventosi cali della libido.
Sì, abbasso quell’idiota di Salvini, abbasso i nazisti, i fascisti, gli edonisti.
Io sono uno scrittore che leggono dieci persone, tu un disoccupato? Tu sei avvocato e tu invece non sei altolocato?
Ricordatevi, luridi figli di puttana: la vita è una sola, non ci sarà nessun paradiso dopo la morte.
Evviva i Blues Brothers perché loro vogliono vederla secondo le loro teste di cazzo. Sono fratelli forse gemelli di Roddy Piper di Essi vivono mentre voi, sofisticati dei miei maroni, acquistate le lenti a raggi x per fare poi come Alvaro Vitali, cioè per adocchiare ciò che sta sotto la sottana delle vostre supplenti di religione con le lentiggini! Siete lentissimi. Continuate nella notte di San Silvestro a mangiare le lenticchie. Sperando che il prossimo anno andrà meglio. E in un ano dolce, forse di Titti, che va invece dritto, strepitosamente infilato il salato zampone filante. Polentoni! E impotenti!
Lo so, vi tengo d’occhio.
E il mezzo pervertito sarei io, ipocriti e porconi?
Avete proprio scassato la minchia.
Senza soldi come farete ad andare avanti? Intanto pensate al didietro. Ma non rimuginate sul passato che v’ha trombato.
In un modo o nell’altro ce la faremo. Eccome. Basta con le vostre menate! Andate a darlo via, ah ah.
Io invece, assieme a mio fratello, danzo bellissimo come un indemoniato focosissimo.
Sì, io ballo pure il twist e mangio il Twix.
Ti dà fastidio?
Evviva gli orfani, sono in missione per conto di Dio. Basta anche col catechismo e le finte suore!
Coi bacchettoni! Io mangio nel mio banchetto, libero da ogni sporco branco e da ogni falso bianchetto, io sbacchetto.
E non mi chiuderete il becco!
Questa vi dovete beccare.
Sennò ve le suono in maniera ficcante!
di Stefano Falotico
Lou Reed, evviva il lurido mio!
Il mio omaggio a Lou Reed: sono orgoglioso di essermi vendicato e il massacro ci sta(va), video di murder incorporated, quello è il Boss e io odio i crimini omertosi!
Ora, lunga è la storia, crudele e mostruosa ché il calunniatore non s’arrese mai dinanzi alla purissima evidenza. E, di tenacia davvero “lodabile”, lordò perseverante per cacciar sempre negli altrui sederi. Lui, “emerito” da bocche di rosa, carnale “maschietto” con troppi “grilletti” nella testa, più bugiardo però di Pinocchio a invadere le altrui dignità con ingratitudine da lasciar rabbrividenti. A costui interessa(va) solo sgraffignare, e goder di chi, troppo d’indole arrossente, si ficcò… in testa d’umiliare. Che “egregia” nobiltà davvero di “nobiltà”. Un signore da metter “paura” anche a chi voleva murare.
Ma stavolta, dal cilindro del suo coniglio, pescò un duro che mai avrebbe lontanamente sospettato. Tanto architettò il suo omicidio, con “dosi” insistite di menzogne e ignobili appunto “congetture”, che lo iettatore è ora bianco come i denti da latte e nero nelle mutande.
Molte volte l’avvisai ma continuò d’altro volermi avvistare e “segnalarmi” per avviare un delirio tutto personale, da vetusta caccia allo “stregone” che proprio non poteva sopportare. L’invidia nasce dal nulla, si può invidiare anche un miserabile migliore di lui soltanto perché ha degli occhi affascinanti. E volerlo acce(r)c(hi)are d’odio e induzione allo spargimento di sangue. Ma il cattivo s’è dimenticato d’un particolare.
Il Buono non dimentica e il duello è di nuovo (ri)partito.
Dostoevskij sosteneva i riti delle inquietudini, di mio rimango Travis Bickle e non muto, anzi sono sempre più il mutismo fra mutazioni deniriane.
Parte prima: l’inculata va dosata con calma apparente
Io sento di antenne d’alienato. Sono antenato! Innatismo falotico sfanculante! Menefreghista a (s)fregarmelo!
In tanti attentarono ai miei equilibri psichici, che ho perseguito con abnegazione sacrificale durata offese banali di “Sei uno sfigato”. Ma nessuno è riuscito ad abbattermi. Anzi, più loro suonano la carica per spronarmi e più io mi (s)carico. “Celebre” batteria con “basso” versione chitarra melanconica su catarro e opacizzarmi “cieco” in cataratte per non vedere appieno l’orrore del Mondo.
Dostoesvkij, che detta fra noi era uno che abusava dei suoi masochismi più di Aldo Busi, una volta scrisse che si può incontrare per caso una persona e scoprirla quando meno te l’aspettavi. Sì, questa sua racchiude la sua (s)contentezza.
Fra Leopardi e Dosto, non so chi era più sognatore. Malati di pessimismo su farsi le seghe al “colpo di fulmine”. So per certo, ho le mie “fonti”, che venivan presto eiaculanti anche se onanisti. Per contenere tali “fontane”, riversavano la “tensione” in scritti vergati e mai sverginati. Un continuo farsi… male.
Di mio, so che ebbi solo una (s)figa nella vita, la bionda di Taxi Driver.
Sbagliai l’ultima mossa prima che me la potesse dare. Inizialmente, le avevo azzeccate tutte.
Il mio “tampinarla” orgasmizzante stava per raccogliere il suo “frutto”.
Poi, la condussi a vedere The Canyons al cinema.
Non è un porno, è lo specchio della società di oggi, una merda.
Se non le piace, si attenga alle letture buoniste e al ruolo della signorina Silvani di turno.
Ogni stronza ha la sua scrivania.
Cosa penso del Cinema di Paul Schrader? Tortura, angoscia, non molla l’osso, scarnifica, s’incula. Come me.
Capitolo 2: l’umorismo ci salva dalla gente comune, sono tutti umorali, cambiano sempre “amori”
La gente vive nell’ignoranza, son colui che scoperchia le frasi fatte e se le fa a fasi.
Afasia o apatia? Questa è consonante che fa, può alterare.
Vivo di allucinazioni, ieri fui Robert De Niro, domani anche.
Nel frattempo, devo andare dall’estetista. Prima, il mio neo piaceva, adesso si sono annoiati.
Buonanotte.
Capitolo 3: due più due fa tre? E il terzetto viene dopo il duetto? No, è un triangolo con un duo, senza picche ma di “spaccata”
Su questo titolo stronzata, chiedo di riflettere.
Domani, potreste (non) esserci. Quindi, non pensate troppo.
Gli uomini fanno sesso? Si sa, ma tua moglie non te lo dice.
Capitombolo
Capita d’incontrare chi te lo fa a strisce… pedonali, poi ti spacca di nuovo il cranio se non te l’ha ammaccato parimenti al tuo “pneumatico”
Capa tosta uguale tua testa a testicoli spappolati
Sì, McConaughey gira con Scorsese per Dolce & Gabbana. Per un paio d’inquadrature, riceve milioni. Se vado in giro io, in macchina, con quello sguardo da ebete innamorato, non mi lavano neanche i vetri e mi lanciano, più che una Johansson, vari ortaggi.
No, non credo nelle streets of dreams, meglio quelle fire di Walter Hill.
Insomma, agli ebeti, cioè il 90 per cento… una mogliettina e qualche trombatina da tromboni con delle prostitute a p(r)ezzo d’oro. Carati o cariatidi.
Di mio, ho qualche carie ma non ti sarò “caro”.
Adesso vado a masturbarmi, come Jena Plissken.
Firmato il Genius
(Stefano Falotico)