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A Rambo preferisco Rocky, alla moglie di Stallone le figlie


01 Aug

stalloneROCKY con Little Marie docet: la mia unica debolezza è non avere debolezze, è avere ciò che i ricchi, in quanto avari, non avranno mai neanche in primaverarambo stallone

 

Sì, devo cambiare le cuffie e il microfono. Inserire nuovi spinotti mentre Stallone la dovrebbe finire con gli spinoff di Rocky, ovvero Creed.

Infatti, a quanto pare, girerà il settimo film della saga su Balboa, il suo miglior personaggio in assoluto.

John Rambo è altrettanto iconico e riuscito ma è la versione cattiva di Rocky. M’ero già poco tempo fa espresso su questa sottile, antitetica eppur molto importante, imprescindibile sfumatura.

Rocky era un cane bastonato, anzi, spesso solo come un cagnaccio. Ma sarebbe finito peggio, cioè incagnito, se l’avessero fatto solo abbaiare, no, arrabbiare.

Lui avrebbe terminato di svolgere anche il suo lavoro da underdog riscuotitore di crediti, abbandonando ogni residua speranza da clandestino pugilatore e, a gran malincuore, si sarebbe ritirato con la coda fra le gambe, come si suol dire. Del tutto svalorizzato e screditato.

Probabilmente, emarginato completamente, osteggiato e vilipeso da una società cinica e spietata, totalmente ignudo, dirimpetto a una nuova provocazione smodata, villana e screanzata, avrebbe dato di matto e l’avrebbero ricoverato.

Prima l’avrebbero fortissimamente insultato, sì, in maniera inusitata, dunque, dopo averlo bloccato, bocciato, boicottato e dopo avergli infilato il bastone fra le ruote in ogni dove, l’avrebbero maltrattato, reputandolo un’ultima ruota del carro, brindando sul camion dei falsi, pagliacceschi vincitori col drink in mano.

A Rambo andava subito data una mano, non una lametta da barba per sgozzare ogni sua già bruciacchiata, decollata speranza. Decollò, voleste decollarlo ma non a picco colò. Anzi, in culo ve lo ficcò.

Rambo, dopo essere stato medaglia al valore, soldato rimpatriato e perfino ultra-decorato, fu dallo sceriffo stronzo, infatti, che scorretto fallo, psicologicamente sodomizzato.

Cosicché, ancora non guarito, bensì sguarnito d’ogni dignità in quanto atrocemente nell’onore e nell’amor proprio spogliato, avrebbero addirittura attentato ai suoi passati traumatici, risvegliandolo dal letargo e inducendolo a un’irosa esplosione scriteriata.

Presto sedata per ancor più servirgli una fottuta, bastarda, doppia inculata.

A Rocky Balboa invece, miracolosamente, una seconda chance fu generosamente data. Dal cielo gli fu fortunatamente addosso piombata e donata. Mentre a Rambo i cattivi vollero soltanto riempirlo di piombo. Altra sfumatura che, per nessuna ragione al mondo, andrebbe trascurata.

Sì, desiderano che Rambo fosse del tutto oscurato in quanto, vivendo lui da ascetico vagabondo un po’ troppo cogitabondo, forse anche tonto, i fascisti pensarono bene, anzi malissimo, di rimproverarlo, di spedirlo coattamente in cura solamente perché, nonostante fisicamente fosse assai muscolato, la sua barbetta era trascurata e Rambo girovagava a zonzo con aria da gonzo, malinconica e sconsolata. Voleva farsi solo una birretta, cuccarsi forse un’insalata per una discreta, serena mangiata. Invece gli stronzi vollero papparselo e inchiappettarlo.

Rambo non era certamente il primo venuto e sappiamo bene che si dimostrò un osso duro.

Lo stesso lo prese in quel posto ma almeno restituì pan per focaccia a quel panzone di Brian Dennehy, trivellandolo pure in maniera sacrosanta e assai cazzuta, in modo parimenti micidiale da pollo nel girarrosto.

Rocky invece, nonostante le iniziali, comprensibili titubanze poiché, dopo tanta sociale latitanza, umanamente credette che sarebbe stato controproducente rigettarsi nella mischia, rischiando ancora una volta una figuraccia, tergiversò. Rimanendo un po’ sull’introverso.

Pensò che, dall’incontro contro Apollo Creed, ne sarebbe uscito sfigurato, massacrato e, costernato, nelle costole spappolato, sarebbe rincasato ancora più incazzato.

Invece, contro ogni pronostico a lui sfavorevole, sì, perse ugualmente ai pugni, no, ai punti ma, se l’incontro fosse durato solamente dieci secondi di più, sarebbe stato lui ad alzare le braccia in segno di vittoria. Mica pugnette. Mica pizze e fichi, pizzicotti e fighelle. Ricotte.

Ecco, spesso nella mia vita, ho fatto cascare le braccia, invece, a tutti.

Sono stato la pecora nera in quanto non mi è mai piaciuto fare il bugiardo e campare d’ipocrisie figlie d’una mentalità laida partorita dalla gente di panza piena e perciò pure nel cervello assai larda.

A forza di ricevere a raffica botte pazzesche, sono oramai indurito e collaudato.

Invero, come girano le cos(c)e a questo mondo, lo compresi già dopo il servizio civile. Non feci il militare, cazzo, lì ancora maggiormente i caporali e i maggiori, di nepotismi, nonnismi e bullismi m’avrebbero fatto a sangue il culo, ma comunque me lo spaccai lo stesso, archiviando tutti i manifesti della Cineteca di Bologna ove prestai diligentemente il mio obolo da obiettore di coscia, no, di coscienza.

Ah, lavoravo cinque ore al giorno. Ma non servì a molto. Dopo circa un anno di servizio, ferie e permessi inclusi, guadagnai un cazzo. Roba che in un giorno, oggigiorno, una modella su Instagram, oltre ad archiviare sempre più followers nel suo carnet personale, becca sempre a ogni orgia, no, ora… un figo della madonna, che lei non è, da chiavare perché sa mostrare la carne e non abbisogna, dunque, di girare di locandine in bettole per trovare un lavoro da sguattera, da cameriera. Diciamocelo, la cameriera è una donna onesta eppur da molti trattata a pesci in faccia in modo disonesto. E non vuole la riscaldata minestra! Infatti, serve in una trattoria che offre ai clienti solo il caffè amaro.

Se non vi sta bene solo il caffè ma volete il tè, la cameriera vi sbatterà… solo fuori dalla finestra.

No, invece la modella d’Instagram vi serve sul piatto d’argento la sua carrozzeria dorata per onanismi vostri da uomini a cui, in quegli attimi bollenti, più della vostra salsiccia ottimamente rosolata, non darei mai in mano, appunto, qualcosa di fine e di porcellana. Le vostre mani, oltre che sporche, tremano e potreste rovinare un vassoio che vale dieci milioni di modelle intoccabili perché troppo belle.

Eh sì, mie porcelle, no, porcellini, sono Lupo Ezechiele e vi conosco perché io non sono un ipocrita che pensa che la vita sia solamente rose e fiori, baci Perugina e confetture di miele.

Già, qualche volta pure io me la tiro, lucidando tutta la mia cristalleria d’assaggiatore che sorseggia le migliori, femminili bellezze rosate come il vino più pregiato, ambendo a smaltarne le lor labbra con calorosa, densa freschezza masturbata e, da buona forchetta di codeste tutte da gustare, sognandone le linguette allo scoglio, speriamo non allo scolo, i baffi mi lecco. Che leccornia ma loro con altri mi mettono le corna. Insomma, stimolano le mie cornee ma sono delle zoccole senza cuore.

Alcune sono solo delle galline spennacchiate ma non è da questo che si giudica un cedrone gallo che da bianco lo fa diventare giallo e poi rosso con tanto di cresta cremisi e finale cremoso.

A parte gli schizzi, no, gli scherzi, Rocky è un glande, no, un grande.

Avete presente quando avverte Little Marie, l’attrice Jodi Letizia, riguardo alle ipocrisie del mondo adulto?

Rocky le dice che lei si comporta da mignottella e, così facendo, a lungo… andare, la gente, quella che mangia solo le tagliatelle, comincerà davvero a considerarla come tale se non si darà presto una regolata.

Sarà per sempre confinata, stigmatizzata e come puttanella etichettata.

Poiché la gente preferisce farsi un quadretto assai distorto del prossimo, un’idea più conveniente e sbrigativa. Per lavarsene le mani, appunto.

E non vuole mai rivedere le proprie (im)posizioni nemmeno se uno le smonta e smentisce pezzo per pezzo.

Per esempio, se uno viene troppo velocemente preso per pazzo, agli occhi di chi emise questo giudizio sveltissimo, senz’appurare nel profondo, quel ragazzo rimarrà sempre pazzo.

Può diventare pure Gandhi e queste persone diranno che fa Gandhi per far credere a tutti che in verità non è un pensatore libero ma un povero cristo che si spaccia per uomo elevato. Continuerà a puntargli il dito, imputandosi, urlandogli perfino che s’è sputtanato.

Poiché, se prima era pazzo, adesso manco usa il cazzo. Sì, sputtanato significa non andare a puttane.

Quante cazzate… la gente, Gesù mio.

Cosicché, se vi sarete/foste annoiati di una vita di balli e cani, no, canti, vi diranno che vi siete arresi, che siete degli vigliacchi e sopravvivete alla bell’è meglio in squallidi appartamenti e in fatiscenti auto-inganni. Ah, non mi incantate. In voi non m’incarnate.

Arriverà un cinquantenne a farvi la morale per puro, sadico gusto di farvi del male. Farvi e farvi, sempre farvi.

Vi dirà… che siete uomini senza dignità che si fanno soltanto gli atti impuri quando, in verità, lui fa ben di peggio.

Oltre a segarsi, quasi ogni notte va appunto ove sapete. A mignotte!

Però, ogni domenica brinda con moglie e prole, continuando a raccontarsi frottole, magnandosi anche delle dolci frittelle.

I suoi amici credono che sia un grande uomo perché è perfino un tosto lavoratore. Non sta fermo una sola ora. Ci dà!

E voi, giovani, continuerete a farvi fottere da una merda così.

 

Morale della favola:

aveva ragione Trautman quando avvertì lo sceriffo, dicendogli che gli sarebbe convenuto mollare subito la presa. Lo sceriffo continuò a fare lo smargiasso e a ridersela grassa…

E aveva ragione pure Apollo Creed quando, dopo trenta secondi di match, capì immediatamente che aveva di fronte uno più forte di lui.

Sì, vinse. Ma solo nel primo perché aveva più esperienza, si chiama vantaggio psicologico, appunto.

Nel secondo però perde perché Rocky è, appunto, più forte e s’è esperito duramente dopo il primo incontro.

Insomma, la gente vede assai bene, spesso finge di non vedere, dunque ti sottovaluta apposta, facendoti credere assurdità perché è consapevole che, se scopri la verità, hai due reazioni possibili.

o come Rambo scoppi oppure finiscono loro scop(pi)ati.

Perciò farà di tutto per buttarvi giù e distruggervi, ne inventerà sul vostro conto di tutti i colori per farvi passare dalla parte del torto.

Voi pazientate, resistete e aspettate il momento giusto.

Quando vi sentirete pronti, sferrate un mancino pugno pari ai loro colpi bassi e ai loro giochetti mancini.

Che vi devo dire? Sono un macigno, forse un nero cigno, forse arcigno, fui Lucignolo e anche Pinocchio ma le bugie hanno le gambe corte, i vostri nasi sempre più s’allungano e ce l’avete molto più di me corto…

Il cervello. Quell’altro… non m’interessa.

Come dice il grande Renato Pozzetto di Grandi magazzini, signora, so che il cane è castrato, non ho mica paura che m’inculi…

Sì, non possiamo continuare a farci coglionare da gente che guardava roba come Lui è peggio di me e La casa stregata.

Comunque, anche Stallone è un ipocrita.

Nel quinto Rocky, dice al ragazzo che è un cocone, per svegliarlo, mettendolo in guardia dal successo e dal sesso arrivati troppo in fretta.

Peccato che da parecchio, fra l’altro, Stallone stia con Jennifer Flavin. Una rossa praticamente identica a quella mentecatta che George Washington Duke dà come premio a Tommy “Machine” Gunn/Morrison.

Sì, la Flavin fa la bella vita, va tutti i giorni in palestra e se la tira da milf assai figa.

Ha trovato quel coglione di Stallone che si spacca la schiena per girare il prossimo episodio de I mercenari, così che in famiglia possano continuare a pagare le super bollette e saldare i bolli della Porsche, della Ferrari e forse anche della Mercedes.

Sinceramente, mi farei le figlie di Stallone.

Ragazze che potrebbero insegnarvi, fidatevi, molte più cos(c)e dei luridi tromboni maestrini che oramai nessuno s’incula e che soprattutto da una vita non trombano.

Questa è la mia dichiarazione di dignità con tanto di mandare a fanculo questa gente falsa con gl’interessi della presa per il deretano non solo a loro. Pure a quelle due gran fighe delle figlie dello Stallone italiano…

M’immagino la scena…

Stallone, come un Provolone, scopre che ho scopato il sangue del suo sangue. Al che si precipita sotto casa mia per spaccarmi la faccia. Suona potentemente al citofono. Non gli apro. Sfonda allora il portone come Rambo e sale le scale a velocità pazzesca pari alla sua corsa fra le montagne del quarto Rocky:

– Falotico, apri! O prendo a calci la porta?! Chi cazzo pensi di essere?

– Sono Oscar – Un fidanzato per due figlie.

 

 

Stallone, dinanzi a questa mia risposta velocissima e imprevista, rimane stordito, spiazzato, imbambolato.

Mentre lui resta istupidito per circa una settimana intera, io gli scrivo la sceneggiatura del nuovo Rocky.

Al che, apro la porta. Stallone è fermo lì come uno stoccafisso, da settimana immobile, senza cibo né acqua. Una situazione orribile.

Gli do un pugno.

– Signor Stallone, mi sente?

– Sì, scusi. Eccomi. Dove sono?

– Tenga, licenzi il cazzone screenwriter del nuovo Rocky e usi il mio script.

– Ok. Vuole che la paghi?

– No, bastano le sue figlie. Pensi, Sly, sono loro che mi pagano affinché faccia gli straordinari.

Veda ora però di non rompere più il cazzo.

 

Comunque, le figlie di Stallone sono tre, forse quattro.

Dove stava la terza?

Sempre con me? Dove cazzo vuoi che stesse?

E la quarta?

Nascerà.

Ah ah.

 

di Stefano Falotico

A proposito di The Italian Stallion, ovvero Sly: un tempo non mi risparmiavo e sognavo di essere Rocky Balboa…


27 May

saga rocky blu rayAdesso devo centellinare ogni spesa, anche quella del dentifricio della Coop, per risparmiare e potermi permettere, oserei dire, il lusso di comprarmi il Blu-ray di Rocky – La Saga Completa a prezzo scontatissimo di 13 Euro e 38, salvo… spese postali eventualmente gratis se mi abbono ad Amazon Prime.

Ho detto tutto. La mia vita è stata un franchise di sfighe a ripetizione, di spinoff e reboot ricalcati sulla solita trama con poche variazioni tematiche. Ovvero, ogni qualvolta credetti che si fosse accesa in me la spina, ogni volta che pensai d’aver imboccato la via della svolta, ecco che la gente noiosa e spenta, volendomi imboccare con le sue buoniste rose, adattandomi alla sua visione falsa, melensa e retorica, mi ha urlato che sono eternamente un brocco che nessuna ne imbrocca e imbroccherà, mi ha tolto pure le brocche d’acqua naturale, gridandomi che non sono e non sarò mai dotato di sufficienti, robuste spine dorsali (sì, non ce n’è solo una) per poter resistere in un mondo di bestie e dementi.

Sì, non ho mai preso ripetizioni da nessun insegnante. Però io posso dar lezioni a tutti.

Mi do, malgrado quest’inutile eppur lodevole virtù, solamente un altro paio di anni. Al cui scadere, no, non sarò miracolato come Re Artù, estraendo la spada nella e dalla roccia, bensì sarò in modo truculente infilzato dalla caudina forca di questa società medioevalistica e fetente. A partire dalla mezzanotte scoccata di quest’ultimatum datomi, altro che Cenerentola, avrò solo due scelte esistenziali e lavorative a cui abiurare come Andrew Garfield di Silence:

o andrò a elemosinare ai semafori oppure, essendo oramai fuori tempo massimo per insegnare, fuori dalla mia porta sgarrupata di casa, metterò su l’insegna con la scritta epocale e stoica come il celeberrimo underdog di Philadelphia interpretato da Sylvester:

stallone italiano sfiancato per colpa della crisi incombente, più che morto di figa, sta morendo di fame.

Per ovviare a un probabile suicidio immediato, diciamo coming soon, invisibile non soltanto sul grande schermo bensì pure alla tv locale, visto (da nessuno…) che se morirò non mi dedicheranno certamente un servizio tele-giornalistico ma mi daranno e regaleranno la patente di loser mai nato, sì, potrò salvarmi, reinventandomi come Rocco Siffredi delle periferie del sottobosco bolognese.

Uomo totalmente a pecora riceve gentili signori abbienti per luculliane carnalità abbondanti dalle 9 e mezza del mattino sino alle 20.00 di sera, da cui i film di Paul Schrader, American Gigolo, The Walker, eccetera, eccetera, previo almeno mezz’ora di pausa pranzo ove deve nutrirsi. Non di arrosto alla griglia bensì d’insalata rancida.

Sì, do merito a Sylvester, come ho più volte scritto, di aver tirato fuori dal cilindro questi due personaggi meravigliosi del Balboa e del Rambo.

Ma, a settantatré primavere, la dovrebbe finire di camminare sulla montée des Marches del Festival di Cannes, tirando in dentro lo stomaco certamente muscoloso e prominente, altresì grassottello, con tanto di toupet e quella finta topa di sua moglie, Jennifer Flavin.

Il machismo, caro Silvestro, è finito non all’ultimo giorno dell’anno scorso ma da quando il rambismo è passato di moda anche per Carlo Verdone di Troppo forte.

Aggiornati, suvvia.

Va sempre così per tutti. I giovani si ribellano alla generazione dei loro padri, alcuni si credono fichissimi, altri Tom Cruise di Fuori i vecchi… i figli ballano.

Quelli che si sono trovati meglio nella vita son stati quegli analfabeti che sono andati a lavorare a 14 anni e ora, a 35, sono dei puttanieri incalliti che se la godono da matti. E pigliano anche Kenneth Branagh per coglione.

Come scrisse il grande Allen Ginsberg:

(EN)

«I saw the best minds of my generation destroyed by madness, starving hysterical naked, dragging themselves through the negro streets at dawn looking for an angry fix, Angel-headed hipsters burning for the ancient heavenly connection to the starry dynamo in the machinery of night […].»

 

(IT)

«Ho visto le menti migliori della mia generazione distrutte dalla pazzia, affamate nude isteriche, trascinarsi per strade di negri all’alba in cerca di droga rabbiosa, hipsters dal capo d’angelo ardenti per l’antico contatto celeste con la dinamo stellata nel macchinario della notte […].»

 

Stasera, comunque trasmetteranno ancora per l’ennesima volta Momenti di gloria.

Musiche di Vangelis.

La mia vita non varrà forse una sega, no, saga. La vostra è veramente invece una mostruosità oscena.

Sì, la vostra esistenza è un Porno proibito.61110106_10213737070203861_5222764241496309760_n

di Stefano Falotico

porno proibito

 

Il “reboot” di Schwarzy proprio con Arnold: l’ossessiva, opprimente, indementita, imbarbarita, odierna, “diurna”, da urne, amena società di “oggi”, dunque primitiva


26 Oct

Vedremo anche Conan coi “muscoli” deperiti, “decadenti”, “detonanti” di Arnold Schwarzenegger a sessant’anni, ed è tutto vero

Notizia “scandita” di ieri, che lascia esterrefatti. Leggo “sconvolto”, impressionato dalla sesquipedale idiozia che la Universal Pictures sta partorendo. Infatti, secondo l’attendibile “Deadline”, sempre aggiornato in merito a ultime ore dei work in progress di ciò che, cinematografico, sta bollendo in pentola,  il nostro ex Governatore della California, adesso “nuovo come bilanciere l’ha fatto”, si sta ributtando a capofitto nella “Settima Arte”, dopo essersi appunto rinnovato di portentoso culturismo palestrato “senile” da chi non ci sta dentro le “rughe” del “cazzo duro-rinsecchito”.

Ecco, che vi piaccia o meno, Conan è uno dei miei film preferiti in assoluto, come tutto John Milius d’altronde. Un “pazzo” geniale che “inventò” una fantomatica terza guerra mondiale nell’Alba rossa dello Swayze più simpatico assieme a Point Break. Sì, Patrick, pace all’anima sua, è sempre stato più che altro un “bono” da Panarea, eh sì, le ragazzine voleva impan(n)arlo nel dirty dancing, anche quando “(at)torniò” Demi Moore d'”argilla” e poi morì ghost nelle fantasie erotiche della casalinga che pese dalle sue labbrona (già, “lo” soppesava quello dello Swayze, uno da trenta centimetri, “enorme” che andava sul “velluto” con poca leggerezza, “infilato” nello “sfilatone” abatantuonesco per i “tuoni” orgasmici del gentil sesso che si toccava immaginando, e m-ugolando, il suo “coso” prelibato nelle “illibate” notti solitarie delle loro “biancherie”).

Tornando a Milius, fu il creatore e il regista della saga Interceptor del Mad Max, uno dei migliori Mel Gibson prima del suo alcolismo poco anonimo, che l’ha costretto sul “lastrico”, causa denuncia miliardaria della moglie picchiata nella violenza domestica “artistica”, e si è ridotto ad accettare parti “defilate”, proprio da “pilates“. Anzi, dopo aver fatto il Ponzio Pilato, adesso è un attore-“Cristo” nella sua Passion più reale e amara come i “luoghi mistici” di Matera, capoluogo lucano di “gioie” davvero “macigne“. Arcigne, diciamo…

Tom Hardy ha ereditato la “parte”, speriamo non la (s)figa. Nel quarto capitolo, lo vedremo affiancato a Charlize Theron. Mi piacerebbe una (s)Cena “apostolica”, ma poco cattolica, di “tatto” nei fianchi di Charlize, sudafricana bionda che te “lo” suda. Hard-y è nomen “omen“. “Uno” così garantisce la “visione”. Incassi assicurati nel culo della Theron che non usa la “sicura”. Già, è “sicuro” che sarà un “siluro” di grilletto Magnum uscendo, ed entrando, dalle fedi e dalle federe.
Eh già, è un “fuorilegge”, un outlaw, mi(n)c(hi)a un federale. Eh?
Ah-ah.

Siamo partiti da Scwarzy, “prendedola larga”, “annacquandola” di Charlize…

Un panegirico sapor “romantico” del girino spermatozo(t)ico più “colto”, dunque coito-“cotto e mangiato“. Ah, che Parodi-a, che rider di brividini nel buchino, nel “budino” da “burini”, con del burro e salvia, nella “selva”.
Per approdare, dopo questi “abbordaggi”, in una breve analisi della “contemporaneità”.

Mio padre, ragioniere, trovò lavoro in G.D. dopo solo un anno di “curriculum“. Non faticò molto a “campare”.

I giovani del 2012, salvo profezia dei Maya che “risolverà” il problema apocalypticamente, sono davvero nella merda.

Si dannano, spediscono ogni loro risorsa, riciclano ma rimangono col triciclo, mentre Tarantino Quentin “copia” Sergio Leone e si spaccia per  “So’ (ermegliooo de’ te.

Quindi, secondo molti scrivo da Dio, ma molti mi schivano perché, senza basi economiche “forti”, un po’ fai “schifo”.
S’innestano pericolosi circoli viziosi.

Un Uomo guarda il peggior Cinema di Woody Allen e ride da “matto”. Qui, per il sottoscritto, la “trama” si sta facendo zelig, molto ingarbugliata. Per quanto possa apprezzare i discorsi intelligentoni di quei ricchi e depressi annoiati di Manhattan, adesso in “forma-to cartolina” a spasso per l’Europa, subentrano necessità via vi(t)a un po’ più realistiche.

Decisamente più obiettive per salvarsi senza troppi “brillanti” cazzeggi.

Morale della “favola?”.

Non ci son “cazzi” che tengano.
La mia prima ragazza “constatò-tastò” che “lo” avevo “parimetrico” a Rocco Siffredi.
Ecco, c’è una differenza fra me e questo “rock“.

Sono Al Pacino, non “svendo” il mio “talento” nelle boogie nights, e sempre maggiormente un Clint Eastwood. Cioè, credo nelle guide appunto morali e oneste.

E, per quanto possa “sfornare” romanzi a iosa di “rosette”, qui si mangerà solo veleno, altro che “pane”.
E non fornicherò neppure Rossella.

La mia (r)esistenza sarà un formicaio da sbavato “rossetto”, un po’ orsetto, molto “via col vento“.

Perché appunto, volente o nolente, ci sarà da farsi il culo dolentissimo, previo essere “violentati” dalle regole castranti della società.

Un ragionamento che non fa una (messa-predica in..) “piega”.
Dei “pantaloni…”.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Conan il distruttore (1983)
  2. The Addiction (1995)
  3. Midnight in Paris (2011)
  4. La rosa purpurea del Cairo (1985)
  5. Ombre e nebbia (1992)
  6. The Last Stand (2013)
  7. The Tomb (2013)
    “Finendo” su questo film, ho detto tutto…

Genius-Pop

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