Sì, non lascio oramai adito a dubbi, come si suol dire. Un uomo nerissimo, anzi noir.
Ecco, sono veramente stupido, no stupito di quello che è successo alla nostra umanità. Decerebrata, oramai andata.
Sì, dev’essere stata colpa dei Corn Flakes. Anche di quel gruppo metal di dementi, i Korn. In questa “colazione dei campioni”, lo so, vostro padre, saggio e moralizzatore, educatore ineccepibile, insomma Alec Guinness, vi diceva, dopo che li bagnavate nel latte e dopo qualche ruttino, dopo i vostri spassionati sorrisetti da ebeti: – Che la forza sia con te, figliolo. Crescerai sano e robusto e sempre tosto nell’arbusto. Sì, farai il mezzobusto, sarai giornalista seguito da milioni di rimbambiti che penderanno dalle fake news pronunciate dalla tua bocca ipocrita, tornerai a casa con un bel gruzzoletto. Accompagnando il dopocena nel far la scarpetta a una mogliettina in pantofole che saprà come rosolare la tua salsiccia dopo che berrai un buon vinello. E lo farete anche sul tinello, alla faccia dei coglioncelli.
Perché tu, ragazzo, giovane e forte, onore di questa nobile famiglia e dei suoi preziosi gioielli, terrai alto il casato e anche qualcos’altro, uscirai di casa sempre incravattato e ottimamente azzimato, da tante donne sarai corteggiato e, fra un gobbo e l’altro, mai t‘incupirai, prenderai per il culo quelli che giustamente mai questa vita capiranno, coi tuoi arditi insulti li offenderai e ingobbirai, altre te n’ingropperai mentre tua moglie, pensandoti in sala riunioni, berrà la grappa e non saprà mai che tu nel frattempo, mentre lei guarda Una giornata particolare, alla tua amante lo stai scolando ma non prenderai lo scolo perché da bravo scolaro hai imparato come tradir la somara con sane precauzioni. Attenzione, stai sempre accorto e allo stesso tempo lungo e dritto…
Sì, avrai una vita di sesso ardente e le amanti te lo ciucceranno come spaghetti al dente, darai fumo negli occhi e piglierai per i fondelli Pinocchio e Lucignolo nel mondo dei balocchi. Ah, mio cocco, tutte le cuccherai e poi, tornato a casa che sarai, una cioccolata calda scucchiaierai, ripetendo queste mie testuali parole a tuo figlio per crescerlo vigoroso e potente. Da uomo della RAI!
Questa è la vita.
No, non lo è.
La vita è vita. E finiamola con questi registi italiani orribili, patetici, con le loro storie risapute e sciapite, (s)fatte di amori lagnosi, di memorabili serate dimenticabilissime, di reumatismi esistenziali, di rimpianti, di giochi al rimpiattino e al pokerino, di amarcord e cari diari. Ma che è ’sta roba? Ma quale Nuovo Cinema Paradiso e Splendor! Ma quale Mediterraneo e Nirvana! Salvatores? Meglio Salvatore, pizzaiolo che preferisce il caffè della Nespresso a Marrakech Express, non si cura mai i Denti e rimarrà puro come mamma l’ha fatto, senza corrompersi come Abatantuono di Io non ho paura.
E che ne sa Gabriele dell’Educazione siberiana e di ragazzi invisibili?
Sì, io più che invisibile son stato spesso inviso, soffrii di Amnèsia e così sia. Amen. Basta, non me la menate, me lo meno da solo e, se non la finisci, ancor ti menerò.
Eh, poi abbiamo quell’altro troione da trattorie, Tornatore. Uno che ha sempre sbavato per Monica Bellucci, come tutti d’altronde, ma lei non gliela dava e allora l’ha santificata e allo stesso temp(i)o sputtanata, cornificata e prostituita in Malèna.
Rispeditelo a Baarìa quest’uomo delle stelle. Sì, dalle stelle alle stalle. Ah, non si può? Ma sì che si può, vedrete, è solo una pura formalità. Coi soldi che s’è fatto, troverà un appartamentino nella sua città natia.
Se non troverà casa, buttatelo in mare. Glielo do io La leggenda del pianista sull’oceano. Morirà affogato. I suoi amici e parenti, non sentendolo da mesi, chiameranno a casa sua, chiedendo alla sua badante:
– Stanno tutti bene?
E lei: – Sì, perché usate il plurale? Noi stiamo bene, solo Giuseppe è morto. Fra l’altro, forse è meglio il remake di Kirk Jones con De Niro.
– Cosa?! È morto? Maledetta! Sei stata tu ad ammazzarlo. Lo sapevo. Beppe non doveva assumere una sconosciuta.
– Sì, son stata io ad affogarlo. Un suo nemico, forse Sorrentino o forse Virzì, mi ha pagato bene. È stata la migliore offerta. Adesso, mi scusi, devo vedere il Papa.
– Il mandante dell’assassinio è stato un camorrista?
– No, un camionista.
Insomma, basta con questi De Sica, sia Vittorio che Christian, con questi falsi cristiani, Cristo santo!
Basta con Avati Pupi e il pupone, con Fellini e tutti questi felloni. Con questi femminoni e con questi principini, con Visconti e il Conte di Cavour, basta anche con Pasolini con la sua mania per i pisellini, ché poi, avendo questo vizietto, voleva spacciarsi per diverso, facendo l’intellettuale appunto del cazzo, basta con Moretti e tutte queste morette, basta un po’ con tutto.
Tutto, tutto è un tragico lutto.
Vogliamo un Cinema cazzuto, falotico, pornografico, erotico, psicopatico, una bella botta allo stomaco.
Un Cinema mozzafiato da rendere asmatica ogni vostra illusione alla Respiro di Crialese. Quella Golino è matta, il Falotico invece è proprio un’anima nera.
Ma che sono questi psicologi? Ti offrono la caramella e si pigliano le parcelle per poi andar con le porcelle.
Abbiamo bisogno di una storia devastante come un libro di James Ellroy.
Sì, un Cinema di troie, di bagasce e di asce, di femme fatali bastarde piene di lardo, di poliziotti lerci e guerci, di giustizie ribaltate e fottute, di battone spione, d’idioti asserviti al sistema inculati.
Abbiamo bisogno di una furia scatenata.
Che distrugga tutte le certezze del vostro mondo di frittate.
Trombate questo sesso borghese corroborato di amori da canzonette, di pietismi e compassionevoli sguardi, di competizioni e gare non solo scolastiche ma perfino sciistiche, di slalom e trabocchetti, di ricatti e proibizionismi, di religioni a vostra immagine e somiglianza, di bugie, d’imbrogli e sotterfugi, insomma d’idiozie. Di cretini e di scimuniti.
E ben vi sta!
Come una manna caduta del cielo. Mannaggia, puttana la madonna, evviva il lupo mannaro.
Al che, Skywalker mi sferra contro la spada laser. Se la ficcasse in mezzo ai suoi occhi da tonto. La Regina, peraltro schiattata, ma non quella d’Inghilterra che ha quasi cento anni e continua a grattarsela a Buckingham Palace, lo sognerà, modellando il suo vaso di terracotta, ascoltando melodie imbecilli da Ghost e ricordando i tempi dolci di quella lor ricotta.
Il mondo è sempre stato questo. Una gioia, un dolore, una disgrazia, amori sognati, toccati, spezzati e una musichetta per le mezze calzette.
E non voglio sentire altre falsità.
Ah ah!
Sì, siete come Don Rodrigo. Vi è piaciuto fare i signorotti arroganti? Sì, non sopportavate l’idea che quella passerona di Lucia venisse scopata da Renzo. Uno troppo sempliciotto per poter meritarsela e far sì che lei si maritasse con uno stolto del genere. Uno da maritozzi!
Allora, volevate rovinare la vita di Renzo, castrando i suoi sogni romantici o forse tagliandogli l’uccello.
Soltanto quando, in punto di morte, afflitti dal male impietoso e terribile della peste, tremando nel letto, avete meditato su tutte le vostre porcate e, prima di schiattare come maiali, avete fatto il pianto del coccodrillo. Finalmente riconoscendo l’orrore della vostra vita da stronzi mandrilli.
È la stessa cosa che capiterà a Salvini e ai fascisti. Sì, vi è andata fin ad ora molto bene. E allora non tollerate chi propone visioni alternative del mondo. E lo ricattate, dicendogli: – Ah, se sei sfigato è perché te lo sei cercato. E non ti sei mai davvero impegnato. Hai sbagliato. Quindi, arrangiati.
Sì, quando ci si trastulla nei privilegi intoccabili, ogni sofferenza e urlo di rabbia altrui lo spacciate per demenza. E ridete, ridete, ridete di grana grossa.
Poi, un bel giorno, vi capita ’na tragedia. Soltanto allora, dopo che perpetraste abomini e discriminaste chiunque con retoriche ricattatorie, comincerete a osservare la vita da un altro punto di vista.
Sì, immagino… adesso è tutto finito, vero? Tutte le vostre ambizioni, le vostre leziose lezioni da maestrini sono finite nel cesso.
E le vostre giornate trascorreranno nel ricordo malinconico di tutto quello che poteva essere e non sarà mai più.
Sì, vi ricordate quelli che reputavano la depressione una malattia immaginaria, un’ipocondria della gente limitata? Che dicevano: – No, lamentarsi non serve, non esistono sofferenze psichiche ma solo quelle fisiche. Voglio vedere se ti piglia, domani, un Cancro e ti rimane poco da vivere, come ti verrà subito il pepe al culo e voglia di far baldoria. Invece, stai lì, melanconico e mi fai ‘na tristezza immensa, povero idiota.
I tuoi, bello mio, sono solo sofismi. Solo inutile piangersi addosso. La vita ha una sola verità. Cioè quella che non esistono altre possibilità. Se soffri, significa che non sai adattarti, che hai dei limiti e fai dei tuoi limiti un fortilizio alla tua limitatezza. Crogiolandoti nel piagnisteo, nella metafisica idiota, nella spiritualità superflua.
Ora et labora e vedrai come la gente ti vorrà un mucchio di bene.
Invece, continua a dire la verità, ché io so ch’è la verità ma non si può dire, per carità, e ti strapperò le palle.
Avanti.
di Stefano Falotico