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L’idiota, tutto il resto è noia…, evviva ogni ammiratore di Bruce Springsteen come Frank Castle!


21 May

marvel punisher

Sì, ma poi…

Tutto il resto è noia. No, non ho detto gioia ma noia, noia, noia.

Così cantò il mitico Califfo, alias Franco Califano nella sua canzone capolavoro. Adoratissima dal regista Stefano Calvagna. Che la infila sempre nei suoi film girati con du’ soldi, film che si avvalgono di attori non professionisti, forse ragazzi pasoliniani migliori di tanti divi d’oltreoceano sopravvalutati e, sinceramente, assai esaltati.

Una canzone bellissima e al contempo dolorosissima. Poiché Franco, similmente ad Al Pacino di Scarface, forse si trovò a cena col suo migliore amico e poi sbottò contro la vita puttana.

Poiché gli venne il cosiddetto “sturbo”. Prendendo coscienza che lui fu ed è soltanto uno stronzo malavitoso, l’amico un libidinoso ingordo di peccaminosità a buon mercato e sua moglie una Pfeiffer stupenda ma fatta e strafatta…

Inoltre, fu geloso da morire del suo amico perché il suo amico vuole sbattersi sua sorella. Dai, suvvia, caro Tony Montana. Per una buona volta che tua sorella esce dal guscio, lascia pure che il tuo amico penetri (in) lei con qualcosa di duro e liscio.

Che poi… quella Mary Elizabeth Mastrantonio lì, ah ah, nel Robin Hood con Kevin Costner è una bella gatta da pelare. Subito, ammira il fondoschiena delicato e appena pulito di Kevin mentre, ignudo di (s)palle al vento, Kevin mostra il suo lato b tornito e lei si bagna più del rivolo della cascata là limitrofa.

Asciugando i pensieri proibiti nel fare la Lady Marian di sto par de palle.

Ah, Kevin però la bramò, infinitamente la amò e, alla fine, con la lama inchiappettò… lo sceriffo di Nottingham incarnato dal compianto Alan Rickman. Uno che, nove film su dieci da lui interpretati, lo prese in quel posto più di Harry Potter. Considerato un ragazzo tanto prodigioso quanto sfigato clamoroso.

Eh, basta poi con le potte… The Wolf of Wall Street emana più nausea sartriana ispiratrice delle atmosfere scorsesiane-schraderiane di Taxi Driver, cazzo, di uno squallido porno con James Deen.

Protagonista, si fa per dire, di The Canyons. Forse, l’unico film sbagliato di Schrader.

Una troiata peggiore di una gang bang che ricatta sessualmente Ethan Hawke di First Reformed affinché rinunci alla sua santa unicità e alterità meravigliosa pur di dimostrare di avere le palle da merdoso. Ma che roba è? Uccelli di rovo? Comunque, ad Amanda Seyfried, preferisco Rocco Siffredi. Almeno, Rocco va dritto al sodo, non vi gira intorno. Amanda, invece, pur di cogliere L’attimo fuggente, non so se Prima dell’alba, di Ethan Hawke, inscena una recita romantica più falsa di Laura Pausini.

Ne vogliamo parlare, no, no, scusate, di Laura?

Una divenuta famosa con Strani amori, accrescendo la sua fama, dunque anche la sua fame non solo per i soldi, magnificando La solitudine ed elevandola, per l’appunto, alla massima potenza. So io di cosa…

Mah, negli ultimi video sembra una pornoattrice araba.

Torniamo al Deen. Un povero disgraziato che, per scopare donne assai fighe ma al contempo annoiate a morte, dunque nell’animo loro corrotte più dei “potenti” che pagarono Moana Pozzi, usò questo nomignolo storpiato dal grande James Deen di Gioventù bruciata.

James, il mito della giovinezza eterna precocemente morta, non solo per colpa del suo letale, tristemente famoso incidente mortale.

Sono i cosiddetti adulti che spengono ogni Valle dell’Eden poiché, mal considerandosi esperti e cresciuti, col loro cinismo scellerato annientano ogni vivo ideale istintivo e sanamente passionale, annerendolo sotto la coltre odiosa e mortificante, per l’appunto, della loro saccente boria disgustosa da animali falsamente umani assai pericolosi.

Conobbi un tizio, per esempio, grande e grosso che si vantò soltanto della forza del suo glande. E questo sarebbe Il gigante?

Ma fatemi, per l’appunto, il piacere…

Provo pena/e per molti di voi, davvero.

La gente, in passato, pensò di me le stesse cose che pensò di sé stessa davanti allo specchio.

Cioè pensò che io mentissi nel vivere a cazzo mio poiché, secondo queste personcine, mi comportai come un bambino assai furbino. Rinnegando i miei desideri più intimi per fare lo scemo che non volle andare in guerra.

Infatti, fui obiettore di coscienza, non solo di cosce. Insomma, stanno così le cose.

Scherza coi fanti ma lascia stare i santi. Scherza con Fantozzi ma lascia stare Falotico.

Tornando a Mary Elizabeth Mastrantonio di The Punisher, no, a The Punisher e basta, vi ricordate che cosa disse Deborah Ann Woll/Karen alla fine della puntata n. 10 della prima stagione, intitolata La virtù dei perversi? Vi riporto il dialogo testualmente:

– Se Castle è un terrorista, allora io sono una vittima.

– Ah ah. Ih ih. Noi due sappiamo che non è la verità.

– Sì, hai ragione.

– Lui dov’è?

– In realtà, non lo so. Credi davvero che Castle sia uno che entri in un palazzo senza saperne uscire?

 

Ecco, Shutter Island è un altro film sbagliato. Poiché Scorsese vorrebbe dirci che ciò che successe al protagonista di tale pellicola fu una tragedia irrimediabile. E, quando pensi che una persona matta abbia finalmente fatto mente locale, scomponendo il suo “rebus” o anagramma a compensazione del dolore interiore cagionatogli dal trauma devastante, ecco che uno psichiatra medio e una persona inutile pensa fermamente supponente che ciò non sia possibile. Poiché vi sarà la ricaduta ancora più eclatante.

Diciamo anche che Leo DiCaprio è più brutto di me e assai meno intelligente. Diciamo perfino che la scena del “più bel complimento” fra Jack Nicholson ed Helen Hunt di Qualcosa è cambiato, ecco, io l’avrei così cambiata…

– La mattina dopo ho smesso prendere le pillole…

– Non capisco come possa essere un complimento per me.

– Mi fai venire voglia di essere un uomo migliore. Perché lo sono sempre stato. E This Must Be the Place è il film su un “gran pagliaccio” come Joker.amore amore 3 amore 2

 

di Stefano Falotico

La critica moderna, guidata dagli youtubers Joker Marino, Federico Frusciante, victorlaszlo88, Lorenzo Signore, Mr. Marra vs la Critica accademica


17 Jun

james-deanOra, saltate questo lungo preambolo se non amate l’autoironia, la Critica sui generis e passate al capitolo 2 che verte sulla questione enunciatavi nel titolo…

Comunque sia…

Lo spettatore amatoriale che critica i critici veterani è triste quasi quanto Paul Schrader che girò un film con James Deen e più moscio di Richard Gere de Il primo cavaliere?

Sì, ho scritto James Deen, non James Dean.

James Deen è la nemesi di James Dean. Tanto Jimmy fu la simbolizzazione, per quanto mitizzata volgarmente, romanzata, empiamente stilizzata della gioventù bruciata piena di palpiti romantici, d’eterna inquietudine combattiva, d’incandescente purezza sentimentalmente travolgente, ovvero l’incarnazione della rabbia giovane quasi appunto malickiana, oscenamente mistificata però dai cultori e fautori bassamente giornalistico-giovanilistici, appunto, cioè adulti rincoglioniti idolatri e nostalgici delle giovinezze lor perdute nella panza e nella corruzione da riempire e infangare di triti luoghi comuni insopportabili ché, a loro squallido ardire, è bello ardere e identificare in modo pressapochista nella distorsiva nomea iconica d’una idealizzata, forte, eterna sindrome da Peter Pan e nella stupida magnificazione bambinescamente cazzuta de Il selvaggio, quindi a erezione, no, elevazione di nostalgie ed elegie brandiane e coppoliane, Rumble Fish docet, santificanti e dunque limitanti, al solo scopo… mercantilistico e superficiale, agiografico e banale, semplicistico e oserei dire scandaloso, scostumato, vergognoso di alzar in auge quella… che è invero l’emotiva complessità di un periodo importantissimo della vita di noi tutti, cazzo, dicevo… mi son perso fra anacoluti dal costrutto sintattico più articolato di un infinito rutto brutto… in parole povere, James Deen, il pornoattore osceno, è un misogino edonista mostruoso e marcio, un sodomita violento e ai limiti della legalità delle donne comunque più vicine alla femminilità animale, quindi di Dean ha solo il nome.

Deen è uno sgorbio e ha storpiato pure il fantastico cognome del protagonista della Valle dell’Eden.

E The Canyons è un film impresentabile non perché io sia un moralista che fatica/chi a digerire l’idea che lo sceneggiatore de L’ultima tentazione di Cristo abbia ficcato… Dean nella sua porcata per rendere Autofocus la sua bischerata, no, capisco benissimo che dietro questa sua scelta di casting via sia un’idea meta-cinematografica pari quasi alla metafisica di Taxi Driver, comprendo appieno che, così facendo, Schrader abbia voluto eccentricamente omaggiare appunto sé stesso, essendo lui un calvo cineasta solipsista e calvinista, ossessionato dalla carne, da temi come il peccato, l’irredenta natura ambigua del sesso e dell’amore in una società andata a puttane più delle clienti di Woody Harrelson di The Walker o del super figo Richard Gere di American Gigolo, no, non è questo il punto. Nemmeno G.

Il grande Cinema è splendida finzione. American Gigolo è un bellissimo film proprio perché non c’era John Holmes a interpretarlo. Non so se mi stiate seguendo. Bensì appunto v’era Gere.

Forza, sveglia, non dormite da ghiri!

Un sex symbol, certo. Che peraltro sarebbe divenuto totalmente tale soltanto dopo questo film. Richard Gere, un celeberrimo donnaiolo incallito che è stato sposato a Cindy Crawford, l’unico stronzo di classe che poteva permettersi la lussuria, no, il lusso di essere il protagonista della pellicola All’ultimo respiro, remake neanche tanto malvagio, a darla tutta, no, a dirla tutta, di Fino all’ultimo respiro di Jean-Luc Godard, recitando spesso semi-ignudo in piscina assieme a quell’ex Femme Publique immane e stra-gnocca di Valérie Kaprisky, donna impudica e pubica, senza far rimpiangere del tutto l’originale puro.

Evviva le guerre puniche!

Ma Gere è un attore coi contro-coglioni, non schizziamo, poveri idioti schizofrenici, e soprattutto… non scherziamo.

Guardatelo ne L’incredibile vita di Norman oppure ne Gli invisibili. E capirete che, oltre al sempiterno fascino virile da piacione, v’è sempre stato molto di più, miei cazzoni.

Richard Gere è uno che ha sempre saputo eccome il fallo, no, fatto suo. Un attore con due palle così.

E qui ci vorrebbe, a gridarvelo in faccia, Mario Brega di Un sacco bello, così come urla infatti al figlio scemino che Don Alfio è uno di Chiesa che la sa lunga.

James Deen è il peggio del maschio, roba che Bobby Peru di Cuore selvaggio, cioè Willem Dafoe, vale a dire uno degli attori preferiti di Paul Schrader, neanche a farlo apposta, se lo tromba più velocemente di un’eiaculazione precocissima senza neppure cagarlo di striscio.

Paul Schrader, che film merdoso che è il tuo The Canyons. Per fortuna, ti sei rifatto con First Reformed. Sennò ti avrei spedito a fumarti un cannone…

Sì, un tempo, ai due giorni di leva, chiedevano ai ragazzi se amavano i fiorellini. A me chiesero come mai mi piacevano i tortellini ma non gradivo molto le bolognesi.

Se qualcuno rispondeva sì ma, alla domanda se gli fosse piaciuto fare il fioraio, rispondeva che, altresì, amava la natura colorata e bella eppure al contempo non si sarebbe mai sognato di fare il giardiniere contento o di vendere rose rosse alle donne innamorate non solo di Richard Gere per una vita apparentemente felice, ecco, a questo qualcuno prescrivevano la visita dallo psichiatra.

Io sono il Joker, anche Matthew Modine di Full Metal Jacket.

Se costui si opponeva a questa sorta di castrazione psicologica assurda, lo riformavano. Ma non rilasciandogli la patente di uomo troppo dolce ed educato, dalle buone maniere sensibili non pronto a un mondo guerrafondaio manieristico di fascisti-filonazisti, bensì lo rispedivano al mittente con la patente discriminatoria di frocio assai prossimo alla demenza.

Sulla lettera, diciamo, di dimissione non v’era scritto esattamente frocio bensì eufemisticamente lo si mandava a cubiste, no, a cubitali lettere, a quel paese poiché non ritenuto macho abbastanza e dunque adatto, oddio sto morendo, a una vita da duro che tutti incula.

È questo che ci ha insegnato la nostra Italia. Complimenti, valori di “sana e robusta Costituzione”.

No, non ho nulla da dissentire in merito. Come no? Infatti io ho svolto il servizio di obiettore di cosce, no, di coscienza.

Detto ciò, non traviate le mie parole, non travisatemi.

Tutto quest’ambaradan, questo pen(s)oso panegirico per arrivare a una questione che mi sta sinceramente più a cuore.

Sì, tutti questi damerini, questi (ig)nobili figli di papà di vent’anni che non se lo sono mai fatto a dovere, mi stanno sul culo.

Se avessi detto che mi stanno in un posto simmetricamente perpendicolare allo sfintere, mi avrebbero pure tolto la possibilità di obiettare e dire la mia. Vi pare normale?

A noi, critici e figli della generazione X, forse con una Lancia Ypsilon, uomini “Smart” insomma, chi spezzerà delle lance in nostro favore? Ah, non ci disprezzerete e dunque l’anima non ci spezzerete.

Vi faremo a pazzi, no, a pezzetti, a pezz(ent)i. Paz e devi avere Pazienza, anche Andrea…

Dobbiamo mettere i puntini sulle i e anche forse su quelle greche, non siamo probabilmente dei latinisti e amanti dei peplum ma forse adoriamo i piedi femminili, siamo feticisti di e come Tarantino?

Siamo misogini come James Deen o come Stuntman Mike di A prova di morte?

Odiamo gli attori cani, dunque non siamo dei cinofili, bensì solo dei cinefili?

La domanda sarebbe da porre al mitico Ignazio La Russa. Vi ricordate?

Incorre in un frequente lapsus il candidato di Fratelli d’Italia Ignazio La Russa mentre si rivolge a Luca Miniero, regista del film Sono tornato che ha come protagonista il Duce: “Un film troppo commerciale…”.

Alcuni sostengono che io meriti molto più successo E che i miei circa 370 iscritti al mio canale YouTube Joker Marino siano davvero pochi. E sul modello 730 abbia poco da recensire…

Ora, noi siamo bravissimi, in effetti. Spesso, lo dico orgogliosamente, siamo più intuitivi, colti e preparati di gente che scrive, dietro fior di quattrini, per quotidiani nazionali.

E mi riferisco naturalmente, oltre che a me stesso, ai succitati Frusciante, Victor, Signore, forse anche a Willy Signori e vengo da lontano.

C’è chi ha mille iscritti al suo canale e chi invece 100 mila. Chi invece ne ha tre, ovvero sé stesso e i suoi genitori. Io non sono invidioso di chi ha più di me. Chi fa da sé…

Dunque, lunga vita a Fede, nostri fedelissimi.

È meglio insomma Falotico, detto Falò delle vanità, oppure Francesco Alò?

È meglio Mereghetti o le sorelle Laura e Luisa, figlie di Morandini?

Chi è nato prima? L’uovo o la gallina?

E Falotico è una gallina dalle uova d’oro? Cioè, quasi (a) gratis, continua a fare le video-recensioni di film altissimi ma, se fosse andato, ogni santo giorno, al semaforo di Via Prati di Caprara, per elemosinare du’ lire, forse oggi avrebbe più soldi?

È un critico amatore pur non essendo un armatore, è un amante della più elegante Ars Amandi e un adoratore del Cinema bello, non bellico, quanto i migliori film di Elia Kazan? Oppure era meglio se fosse nato davvero come Antonella Elia?

O è invece un cazzaro, un casinaro, un coglione, per farla breve e sveltina?

Siamo tutti pirla in questo mondo?

E perché mai sfruttarono la virilità grandiosa del magnifico Richard Gere a uso e consumo delle donnette che hanno sempre utopisticamente sognato di vederlo nei panni di Lancillotto?

Tornando a La Russa, stamattina uno in radio, un lavoratore stacanovista e bravissima persona, a tale domanda fattagli, ecco, ha risposto così:

– Che cosa faceva nella vita jean-Jacques Rousseau?

– Russò.

 

Invero, non fu una domanda ma una barzelletta raccontata dallo stesso radioascoltatore che, finito di spararla, volle puntualizzare che lui, oltre che lavoratore duro, è un grande musicista.

Ci siamo capiti. Ho detto tutto. Noi siamo più bravi dei cosiddetti critici da cui tutti pendono dalle labbra ma forse ha fatto bene James Deen a buttarla in vacca.

Se proprio ci andrà grosso, no, grassa, potremmo pure campare con un mezzo stipendio ottenuto dalle visualizzazioni, ma non potremmo mai permetterci di avere la villa a Mulholland Drive.

Noi continueremo però, resilienza e Resistenza permettendo, ad amare alla follia Lynch, vedendo Naomi Watts e Laura Harring col binocolo e invece il Pinocchio Deen vedrà gnocche a tutt’andare, sgranocchiandosele, le gambe sgranchendosi, scrocchiandosi le nocche, pieno di balocchi, no, baiocchi.

Chi ha occhio, no, orecchie per intendere, intenda. Altrimenti, se non volete starci a sentire, c’è sempre la RAI.

Evviva noi, youtubers a cazzo loro, gli altri sono tutti troioni.

Perciò, arriviamo al punto cruciale, alla morale della fav(ol)a:

se James Dean interpretò Il gigante, se James Deen è un cane e La Russa un cinofilo, perché Falotico non può essere un cinefilo normale?

Dio can’!

 

di Stefano Falotico

01 Jan 1955 --- James Dean --- Image by © Sunset Boulevard/Corbis

01 Jan 1955 — James Dean — Image by © Sunset Boulevard/Corbis

Bale vincerà l’Oscar per Vice e Stallone, dal set di Rambo 5, pare proprio un trimone


03 Oct

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Sì, è uscito il trailer di Vice, pronunciato vais, che significa però vice. Qualcuno, dal titolo, potrebbe scambiarlo per Miami Vice. Altri invece, contadini del granoturco, lo pronunciano mais.

Sì, nella vita ci sono i vice più potenti del mondo e anche le divine commedie con la bionda più figa che ti tenterà e finirai all’inferno. Beatrice, cioè Bice di Folco Portinari.

Mah, nel mio palazzo non c’è neanche il portinaio. Al posto di Beatrice, abbiamo nel condominio Daniela, una che passa mezz’ora a guardare la buchetta ma aspetta da una vita qualcuno che la “imbuchi”. Non scoraggiarti, Daniela. Prima o poi qualcuno t’inculerà. Abbi fede…

Mai dire mai e mai dire Di Maio. Sì, disoccupati, avete ancora un’occasione nella vita per sfondare come Sean Connery. Non rassegnatevi a una misera esistenza “allevata” a terra. Siete dei terrestri e dunque dovete portare avanti la vostra dignità, nonostante i piccioni vi caghino in testa e gli strozzini picciotti non vi lascino neppure pisciare, castrandovi nei debiti.

Sì, non vorrete mica ridurvi come Stallone di Rambo 5. Più che un texas ranger, la versione ancora più triste di Chuck Norris. Eh sì, anche Sly è indubbiamente invecchiato e ha assunto la faccia di un mugnaio dell’entroterra pugliese.

Sì, un Sylvester molto silvestre che ha perso il fascino rozzo del selvaggio sexy che fu ed è ora a cavallo di uno stallone forse non italiano. E che indossa la stessa mantellina odiosa di Nanni Moretti in Caro diario.

L’unico vero duro immarcescibile è Christian Bale. In questo caso poco bellino ma imbruttito come Dick Cheney, un bel Cicciobello.

E, visto che l’Academy ama le trasformazioni fisiche spaventose, Bale quasi sicuramente vincerà l’Oscar.

Sì, per me rimane sempre un mezzo cesso d’attore ma è secondo voi bravissimo. Perché dimagrisce e ingrassa a dismisura a una velocità pazzesca.

Sì, io l’anno scorso pesavo venti chili in più. Adesso sono dimagrito notevolmente. Ma anziché vincere l’Oscar… devo andare dal cardiologo.

 

di Stefano Falotico

Venezia 74, Downsizing, First Reformed, The Shape of Water


01 Sep

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Genius-Pop

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