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A prescindere dai mostri sacri conclamati, da me amatissimi, RYAN GOSLING è il mio attore preferito, un grandissimo. Leggermente, però, inferiore a me, ah ah


08 Jun

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Ecco, da qualche mese a questa parte, sono grandiosamente impazzito per una donna.

Diciamo che, prima di ciò, fui pazzo e basta. Non amando neppure me stesso.

Sì, esistono invece pazzi che gli altri non amano bensì si amano alla follia. Cioè, il novanta per cento delle persone. Persone solipsiste, autocentrate, in una parola degli uomini svantaggiati e poco equilibrati.

Avete mai conosciuto, per esempio, un uomo o una donna che si prendano per il culo da soli?

Di solito, la gente è troppo seriosa, permalosa e non è per niente autoironica. Io mi salvai grazie alla mia straordinaria capacità di sdrammatizzare sulle mie immani sfighe in modo falotico. Riuscii a cavarmela per molto tempo anche in virtù del piacere autoerotico.

Che virtuoso…

Adesso, il nostro amore è stato conclamato, oserei dire acclarato, pressoché ufficializzato con tanto di mio video su YouTube pubblicato.

Nei mesi futuri, anzi, negli anni a venire, diverrà ancora più avveniristico. Mi auguro che questa magnifica storia d’amore stupefacente, oserei dire sbalorditiva, a metà strada fra la migliore science fiction, la dolcezza tra Harrison Ford e Sean Young di Blade Runner e la più inimmaginabile nostra bellezza senza limiti, continui, anzi prosegui (sì, proseguire è un verbo figo) a lungo con godibilissima letizia e caldissima lietezza.

Fra me e la mia lei strafiga bellissima (sì, lo è, pure io sono bello, quindi non cazzeggiate d’invidie), mi auguro che tale rarissimo sentimento perduri sensibilmente in maniera imperitura, altresì sperando vivamente che sia, sì, estremamente duraturo, sì, scorrevole e durevole come il mio membro fra le sue gambe friabili quando, dopo una mia trascorsa (r)esistenza durissima, m’intenerisco in maniera sciogliente eppur sempre tenendo assai duro infinitamente…

È emozionante essere innamorati, a vicenda non si aprono soltanto le gambe, In fallo, no, infatti… l’amore apre anche la mente in modo intrepido e roboante.

Sì, a parte gli schizzi, no, gli scherzi e le eccitazioni, no, qualche esagerazione, io e lei ci amiamo davvero, non vi sto raccontando stronzate. Lo facciamo sino all’alba e, dopo tante mie eiac… i, facciamo pure assieme colazione.

Da quando conosco questa donna meravigliosa, peraltro, i miei occhi sono cambiati improvvisamente in maniera deliziosa. Godo della vita in modo armonioso.

Il mio sguardo, per l’appunto, da incazzato duro in lotta perennemente col mondo, in modo repentinamente cangevole, è mutato in un’espressione adorabile, oserei dire angelica(ta).

A mio avviso, lei è molto più bella di Rachel McAdams de Le pagine della nostra vita. Mentre, secondo lei, io sono più figo di Colin Farrell della seconda stagione di True Detective.

Io le dico che esagera… anzi, le dico che possiede una venustà esagerata.

Per quanto io, come più volte ampiamente dettovi e confessatovi, patii un tremendo calvario in passato, a differenza di Colin/Ray Velcoro, non ho ancora però un figlio “handicappato”, forse soltanto bullizzato e non sono divorziato.

Non mi ubriaco, non mi drogo, qualche volta fumo e scopo. Soltanto con lei. Posso giurarvi su Cristo in croce che ci sbronziamo soltanto di amplessi e coccole mentre il materasso ondeggia sostenuto da ottime, resistenti doghe. A volte lei si bagna a dismisura, una diga… ma non si alla(r)ga più del dovuto.

Ci vuole classe ed eleganza anche nei momenti più orgasmici.

Io l’amo con enorme delicatezza, non peccando però affatto in quanto a forte potenza. Altrettanto, lei mi ama con opportuno calore e dolce irruenza. Dio mio, che ritmo allegro vivo, musicale, fatto di morbidezza alternata a gioiosa freschezza e tosta durezza, ah, quante tenerezze.

Comunque, trascurando tutti i segni e i lividi, i succhiotti e gli ematomi che, dopo ogni volta che facciamo all’amore, devo celare, cicatrizzandoli con improvvisati tatuaggi più grossi di quelli “indossati” da Ryan Gosling in Come un tuono, lei riuscì a sanarmi da ogni ferita imbarazzante.

L’amore induce a durezze entusiasmanti, diventi/a rizzante, l’amore provoca magica ebrezza frizzante.
Ebbrezza, invece, se dopo averlo consumato, assieme a lei bevi più di un bicchierino alcolizzante.

Io la provoco di brutto, lei è innatamente provocante. Insomma, un amore effervescente, oserei dire spumeggiante.

Se voi considerate sporcizia o schifezza questa cosa naturalissima, siete più perversi e matti di Anthony Hopkins de Il caso Thomas Crawford. Inutile che proviate a fottermi, prima o poi v’inculo. Statene duri, no, sicuri.

Ora, tale nostra fantastica, realissima e nient’affatto fantascientifica love story incredibile, diciamo pure mirabolante ed eccezionale, non preventivai nella maniera più assoluta.

L’altra sera, arrivò una bolletta da pagare più costosa delle spese di un preventivo del cazzo. Devo tirare per un po’ la cinghia. Ma no! Ancora castità? Ma che minchia vogliono questi esattori dei miei coglioni?

Basta con le vite strozzate! Comunque, grazie alla mia lei, il mio girovita è migliorato. Devo stare attento, però, a non dimagrire troppo. Altrimenti, non si vedrà neanche più un cazzo. Basta, mi sono scottato. Non voglio pagare il gas. Basta pure con le prese per i fornelli, no, volevo dire fondelli.

Scusate, con lei rividi la luce, sto stupendamente con lei vivendo una nuova era illuminante. Perché mai dunque quelli dell’Hera vogliono spegnere e bruciare questo nostro sogno che si riaccende soprattutto al calare del tramonto, anche di nostro qualcos’altro… che lentamente fa sì che io e lei tramutiamo in un nostro rosso colare entusiasmante?

Siamo rimasti in mutande entrambi o vogliono impedirci che io sia per lei focosissimo come Wolverine, il rei mutanti? Ma vaffanculo! Debbo difendere con le unghie e con gli artigli questo mio infuocato amore che, al plenilunio, mi rende un licantropo.

Sì, Ryan Gosling sarà il prossimo The Wolf Man.

Ora, dopo quest’introduzione, lasciando stare invece le vostre penetrazioni, no, prefazioni in quanto sono cazzi vostri e non me ne può fregare di meno, arriviamo, veniamo… al dunque. Al sodo, vale a dire a Ryan. Un grande attore spesso impiegato in parti da duro. Insomma, mica un cazzone qualsiasi soggiogato in una misera, frust(r)ata vita da impiegatino alienato. Anzi, ancora no. Scusate solo un attimo. Breve spazio poetico di contemplazione:

sono un uomo che, dopo mille delusioni, ritrovò spaventosamente il suo candore e, perdonando gli uomini senza più calore, malgrado tutto, ride ancora, donando a quest’umanità, svilita nel suo primigenio lindore, gioia e vigore. Colorandola di dolce sapore.

Andiamo avanti. Debbo ammettere che Ryan non mi piacque subito. La mia lei, invece, sì. Si chiama colpo di fulmine. Fenomeno che scattò, peraltro, quando Ryan vide Eva Mendes e qualcosa, fra le sue gambe, all’improvviso esplose. Grazie al cazzo. Eva è bona come il pe… e, sì, il pane. Perché pensate sempre male? Pensate, semmai, alla giusta, sana malizia e godrete di più squisita liquirizia. Finitela con la sentimentale aridità, la pigrizia e l’avarizia. Gustatevi la vita come se fosse una buonissima pizza. A me piace anche molto Joaquin Phoenix. E, in The Believer, recitò sua sorella di nome Summer. Purtroppo, Summer è morta e forse non fu un’attrice indimenticabile. Joker è un film memorabile quasi quanto il fondoschiena dell’ex pornoattrice Lauren Phoenix. La gente maligna la dovrebbe finire di credere che io sia un ragazzo disturbato come Gosling in Formula per un delitto o semi-psicotico come in Stay. Altrimenti, farò scoppiare uno scandalo come ne Le idi di marzo. Quando voglio, sono più affascinante di George Clooney. Ce la vogliamo dire? Clooney non è uno sciupafemmine. Perlomeno, lo fu ma ora è felicemente sposato. M’immagino però sua moglie quando lei e George fanno sesso.

Lei penserà questo:

– Sto facendo l’amore con l’ex uomo più desiderato del mondo. Boh, forse sarò invecchiata. George non è più quello di una volta.

 

Dopo questa freddura e super battuta che stende una persona in un nanosecondo più di un pugno ricevuto da Gosling di Drive, passiamo alla prossima…

La moglie di George pensa anche questo:

Solo dio perdona, caro George. Prova a tradirmi e ti fotterò.

 

Andiamo avanti… Ma sì, alla fine sono un romantico mai visto. Roba che il Ryan di Blue Valentine è un dilettante. Non ho ancora figli ma comprendo benissimo il dolore provato da Ryan in First Man. Che è un grande film. Non è un film sul primo uomo arrivato sulla luna, bensì un film introspettivo sul viaggio interiore compiuto da un uomo per sublimare il trauma devastante arrecatogli dalla perdita incolmabile. Si diede una missione per non impazzire. Ora, inserisco qui una sfilza di commenti poco carini che, sotto il mio post su Facebook riguardante Ryan, molti pseudo cinefili scrissero. Un campionario di banalità “mono espressive” e assai superficiali. Sì, Ryan è un grandissimo. Non è vero che sia imbambolato, non ha affatto il cosiddetto sguardo Valium. Si chiama recitazione rarefatta. Ryan tiene tutto dentro, appare assai taciturno, sembra quasi autistico. Poi, gli piglia benissimo e sfodera una grinta che non avresti mai potuto immaginare. A prima vista, sembra in effetti un cretino. Invece, è proprio un bel volpino. Detto ciò, con tutta la stima e l’ammirazione a me riservatagli, va onestamente ammesso che io sono più bello e più bravo di lui. E ho una faccia da culo che spinge decisamente di più. La gente è cattiva. Se t’innamori, ti dice: sono felice per te ma sappi che, col tempo, la passione diventa routine.

Per voi, forse. Poi, non capisco quegli uomini che dicono questo: sono sposato da trent’anni ma non sono più innamorato della mia lei.

E io rispondo loro: – Allora, ti fai le seghe su Eva Mendes oppure la tua vita è andata a puttane?

 

Sì, molte persone hanno veramente rotto il cazzo. Si fottano.

 

di Stefano Falotico

 

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X-Files: il caso science fiction paranormale di Gillian Anderson – Da semi-racchia Scully sovrappeso a donna fra le più belle del mondo, incredibile


04 Nov

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Sono da qualche giorno sotto shock.

Non posso davvero credere ai miei occhi. No, non sono mai stato un gran patito della serie X-Files.

I coetanei della mia generazione ne andavano matti poiché, a differenza di me, non avevano mai letto un libro di Isaac Asimov.

Quest’appena succitata, super sopravvalutata serie televisiva, della quale poco tempo fa girarono una sorta di reboot con gli stessi attori, all’epoca faceva sfracelli.

Ora, sono passati molti anni da allora. Ma, mentre David Duchovny, eh già, esibiva espressioni da pirla e tutt’ora le conserva perfettamente intatte, ah ah, Gillian Anderson sembrava una media laureanda in Biologia o Chimica, cioè una donna secchiona che, a forza di studiare gli atomi e le cellule, trascurava la sua cellulite e anche forse gli uc… i del sesso opposto.

A quei tempi era assolutamente insulta. Non stimolava niente, nessun gamete, sì. Se un uomo la guardava, preferiva mettere le sue palle su un abete addobbato a festa della nascita del Cristo, ovvero sull’albero di Natale. Gillian era quasi ebete. Era pudica al massimo, indossava tailleur castigatissimi da maschio e aveva sempre un’espressione da professoressa in gamba, a livello cerebrale, ma poco arrapante di cosce a livello ormonale. Era troppo mielosa a forza di studiare la mitosi. Sì, pareva asessuata. Era talmente pulita che sicuramente non poteva essere malata nelle mucose. Infatti, cambiavo canale e preferivo sintonizzarmi su Milena Miconi.  Oh, ero veramente un minchione in piena adolescenziale afasia confusa e m’auto-inculavo. Da cui il termine anafase. Ah ah. Sì, mi sbagliavo di grosso. Grosso diventava per donne che oggi non valgono un cazzo. Ah ah. Ecco, credo di essere davvero schizofrenico, sapete?

Perché indubbiamente distorco la realtà. A me questa Gillian, oggi come oggi, sembra un figone di superba qualità. Ma molti miei amici sostengono che sia brutta. Siamo sicuri che questi miei amici conoscano la selezione naturale di Darwin? Secondo me, questi gorilla non meritano una donna così bella che potrebbe leccare mille banane in un sol boc… ne se solo li, no, lo volesse… È uguale a Sharon Stone di Basic Instinct in versione Jodie Foster non lesbica.

Ecco, esistono fenomeni indubbiamente al di là della comprensione umana, psichiatrica, geriatrica, pediatrica, scientifica e figa. Fenomeni come questo.72970244_10214872801356430_3285983180707856384_n

Uno che indossa tranquillamente il giubbotto di Drive con Ryan Gosling in un locale pieno di gente come se nulla fosse. Poi, torna a casa e riguarda Blade Runner 2049 ma soprattutto First Man.

Sì, il sottoscritto. Un uomo che, come Ryan, recita da autistico-autista e, come nel succitato film di Nicolas Winding Refn, dice una parola ogni tre minuti. Creando suspense irresistibile.

Non vive sulla luna ma non è neppure terragno come la maggior parte di questo Pianeta delle scimmie e delle sceme.

Un uomo carismatico, ipnotico anche se non si sa per quale motivo lo sia. Forse è Magneto di X-Men. Sì, poiché non ha bisogno del magnesio per smaltire quello che mangia.

Siamo attorniati da magnacci. Di mio, dinanzi a tali decerebrati, sussurro solo dio mio.

Fra l’altro, Gillian sembrava un’inglesina con le lentiggini. Invece, è statunitense naturalizzata britannica.

Insomma, chi crede a dio, alle dee ma soprattutto alla Regina Elisabetta, è un uomo che si merita un mondo monarchico, gerarchico, in una parola poco Gillian+Anderson+Olivier+Awards+Red+Carpet+9CFRI78qG13l Gillian+Anderson+Weinstein+Company+Netflix+7cArnBxsYCgl Gillian+Anderson+Weinstein+Company+Netflix+DAEMQRtiO75l Gillian+Anderson+Wizard+World+Comic+Con+Chicago+GwGOVQYLK8Tlfalotico.

 

di Stefano Falotico

 

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Ryan Gosling di DRIVE, un titano: la più grande, vendicata storia di violenza psicologica di tutti i temp(l)i


19 Jul

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Tempo fa vidi Drive di Nicolas Winding Refn per la prima volta in vita mia e, devo dirvi la verità, non ne rimasi particolarmente entusiasta.

Lo considerai troppo giovanilistico e, a parte la meravigliosa Nightcall che furoreggia in post-apertura del film sugli smaglianti, psichedelici titoli di testa, reputai Drive una mezza, loffia patetica imitazione del miglior Cinema meglio sviluppato e più ramificato di William Friekdin miscelato alle atmosfere melanconicamente forzate da Takeshi Kitano.

Un film perciò alquanto dozzinale nella sua stilizzata, reiterata reificazione d’una ingiustizia impunitamente crudelissima, vendicata in maniera potentissima da un Ryan Gosling out of control come l’omonimo hit storico dei Chemical Brothers.

Un mio grande nuovo amico m’ha definito in questi sintetici termini:

rappresenti la sublimazione reificata dei più reconditi meandri dell’animo umano. Là dove il mondo cela, tu porti alla luce.

Peccato che molta gente stupida abbia pensato esattamente il contrario.

Invero, come potete vedere dallo screenshot, lui ha scritto due volte dei.

L’ha fatto apposta, non è una ripetizione. Io e lui sappiamo la verità… dei rappresenta a sua volta sia l’articolo indeterminativo suddetto che il plurale di dio.

Oddio, mio signore!

Sì, questo mio amico mi reputa una sorta di angelo sterminatore divino, anzi, divinatorio. Un po’ come Bacco, divinità simboleggiatrice del vino. Portatrice di buon umore, personificazione della guascona gagliardia in un mondo oramai bruciato in ogni senso, per filo e per segno d’ogni candido sogno più stupidamente, giustamente utopistico.

Sì, il mio amico è molto preso dalla Politica. Al che, gli ho proposto di creare un partito poco egoistico chiamato Utopia.

Il cui motto innalzato in gloria nell’alto dei cieli sarà… anche a Losanna, Osanna, Rosanna e Rossana odieranno ogni retorica da pettegola, falsa zia poiché noi siamo cherubini birichini come in City of Angels e, a Los Angeles, tutti sanno che adoriamo Mulholland Drive nella nostra Inland Empire sventolante la chimera lontana da ogni bandiera bianca!

Sì, Drive è un film futurista. Dunque, se nel 1909 nacque il Bologna Football Club, la squadra che tutto il mondo tremare fa, eh, come, no, se fu partorito anche il futurismo da Marinetti, perché noi nel 2019 non possiamo contrastare Di Maio il cretinetti, Salvini il panzerotto vivente, i figli troioni di ogni Berlusconi ed essere invece Colin Farrell di Miami Vice anche se quel figlio di zoccola di Flavio Briatore non lavora più per la Formula 1? Miei deficienti?

Sì, in questo gran baccano disumano, io brindo alla vita, malgrado non sia mai un uomo pietistico da Miserere…, in quanto sono l’incarnazione reale e regale di Richard Gere de Gli invisibili, capolavoro sesquipedale con tanto di accelerata scena super malinconica nel rush finale, poi lentissimamente immortalata in maniera tristemente realistica in quanto grande pellicola lievissima, però pauperistica.

Sì, non si sevizia così un paperino solo perché a tredici anni già disgustavo le oche e non guardavo Paperissima.

Di mio, infatti, ho sempre amato leggere Topolino e ce l’avevo già precocemente contro ogni Banda Bassotti che prendeva per il culo, di bullismi e nonnismi, le mie papere da Pluto.

Da allora, estraniatomi che ebbi dai miei coetanei, ancora fermi al Manuale delle Giovani Marmotte, cioè saccenti ragazzini pubescenti e di sé pienotti che sognavano il seno di Folliero Emanuela ma non venivano cagati neppure da Mariotta, la ragazza più brutta, invero molto mignotta, dei loro licei del cazzo, divenni un indagatore dell’incubo, ovvero Dylan Dog.

Nelle mie notti insondabili ed enigmatiche come Martin Mystère, mi celai in maniera tetra e cimiteriale.

Quelli della mia età sospettarono della mia sessualità ambigua da Rupert Everett. In realtà vi dico che ero e sono tuttora solo Sylvester Stallone di Nighthawks.

Sì, nonostante fossi depresso forte, quasi uno zombi da George Romero, Falchi Anna di Dellamorte Dellamore mi tirava sempre su.

L’ho rivista l’alta sera su Instagram. Ancora spinge…

Anna curò, sì, ogni mia presunta castrazione e attrazione verso Thanos, no, Thanatos grazie al suo seno sprigionante florido Eros pimpante su sue poppe esaltanti e sul suo culo molto piccante, assai sodo da pompare furibondamente in modo robustamente ficcante. A dispetto del mio autoerotismo peggiore di quei cazzoni che si fanno ora le seghe mentali sul significato esegetico della saga degli X-Men, sognando Scarlett Johansson di Avengers, io ero già talmente avanti che lo presi nel didietro.

Sì, la mia vita s’oscurò e la gente pettegola e maligna pensò perfino che fossi Black Dahlia, quindi mi trattò da lazzarone, ridendosela da matti.

Fra Di Lazzaro Dalila, Sansone e Maciste nella valle dei farmacisti, ancora nessuna mi resiste. Infatti, mi dà un calcio nelle palle ancora prima che possa lei fare l’ipocrita, leggendo a letto la Holy Bible dopo che s’è fatta fottere da Nick Nolte di Cape Fear.

Sì, esistono donne che (non) amano gli uomini come King Kong, donne come Jessica Lange. Le quali desiderano crescere le figlie nella dolciastra ruffianeria da Cinema di Muccino.

Che grande, Ryan Gosling.

Avete visto che coerenza, che statura morale impressionante?

È solo come un cane, s’innamora della dolcissima vicina di casa, Irene/Carey Mulligan.

Al che, ritorna il marito di lei dopo aver scontato il carcere. Ryan, di nome Driver come De Niro/Travis Bickle appunto di Taxi Driver e come Driver l’imprendibile di Walter Hill, diviene una sorta di Stellan Skarsgård nell’animo, ah, Le onde del destino.

Rinuncia, da quel momento in poi, a ogni avance carnale nei confronti della donna di cui s’è perdutamente innamorato.

Sublima la paralisi sua sessuale, dovuta al fatto che è amico di Oscar Isaac, eh già, gli amici non si tradiscono mai, assurgendo a eremita sceso in terra.

Poi, ammazzano il suo migliore amico, Isaac, appunto.

Al che, l’autista con un’espressione da semi-autistico, Gosling, non lo ferma più nessuno.

Come si suol dire, manco Cristo.

Solo dio perdona e siamo Too Old to Die Young…

Nella vita esistono molti uomini e donne “diverse” come Carey Mulligan.

Uomini come Gosling di Stay, sognatori come in First Man, uomini perfino antisemiti come Gosling stesso di The Believer. Questi ultimi però non si pentono mai, non si redimono e continuano all’infinito con le porcate. Distruggendo i migliori anni in fiore delle persone.

Maltrattandole, nazisticamente, da ultime ruote…

A quel punto, si scatena la rabbia vendicatrice di Gosling di Drive? No, non siamo epici, suvvia, biblici sì.

Mosè docet.

Tanti anni or sono, fui estremamente profetico e signorilmente chiarissimo.

Dissi contro chi volle farmi passare per matto che abbisognava di pesanti sedazioni farmacologiche, ecco, dissi imperiosamente: provateci, fatelo e si abbatterà su di voi una punizione divina.

 

Ora, non piangete.

Sono sempre stato sensitivo, d’una sensibilità unica. Questa magia e quest’unicità mia vollero che si appiattisse nel carnaio volgare di massa.

Per esempio, io sono un intellettuale, forse l’ultimo degli umanisti.

Non credo alle terapie psichiatriche né mi convincono, essendo io di natura scettico e razionale, oserei dire illuminista o forse illuminato, le storie buoniste del tipo… se soffri, ti curi e poi tutto andrà a posto.

Perché sono troppo intelligente per credere realisticamente alle utopie, appunto, sono Ryan Gosling de Il caso Thomas Crawford.

A me gli psicopatici omicidi che insabbiano i loro scheletri nell’armadio stanno sul cazzo.

Comunque, idioti, non ammazzerò proprio nessuno.

Potete dormire sogni tranquilli, cullati dalla vostra demenza narcotizzante.

Ma per il Festival di Venezia, sì, inizialmente avevo deciso di comprare una palandrana da Joe Pesci di Mio cugino Vincenzo per fare un po’ il Joker di turno, ma ho cambiato repentinamente idea.

Ho appena pagato Amazon per ricevere a breve, a casa mia, questa.

Che taglia ho scelto?

Non lo so, non sono un cacciatore di taglie…

 

di Stefano Faloticomio cugino vincenzo pesci palandrana gosling drive

giacca di drive

Eh già, Ryan Gosling, super video, oserei dire storico, totoiano


13 Apr

Ehilà!

goslingfaloticoEh sì. Dovevo dare retta a mio cugino. Me lo disse subito, qualche anno fa.

– Stefano, no, di De Niro non hai molto. Nemmeno di Johnny Depp. Senza dubbio non sei Paolo Villaggio né Alain Delon. Lascerei stare Paul Newman e non scomoderei neppure Matthew McConaughey.

Ora, vieni qua. Guardati allo specchio. Comincia a fissarti su un punto dello specchio. Avanti.

Secondo te, a chi assomigli?

– Non lo so. A un deficiente? Potrebbe essere la risposta giusta?

– A Ryan Gosling, ecco a chi assomigli. Visto che vogliamo giocare, come fanno gli adolescenti, con le celebrity e le icone divistiche.

 

Ecco sì. C’è proprio una somiglianza impressionante. A parte il colore dei capelli. Ryan è un bel biondino, un pulcino.

Io invece sono corvino e ho gli occhi neri come il grande Matt Dillon.

Non ho alcun pudore nel dirvi che il mio passato fu praticamente identico a Stay – Nel labirinto della mente.

Sì, una psiche enigmatica, amletica, con accenni di psicosi e curve pericolose d’uno stato mentale talmente anomalo da poter essere scambiato superficialmente per demenza ed equivocato per invalidante disturbo psichico.

Ma anche uno psichico come ne Il caso Thomas Crawford. Una testa di c… o che non gli daresti una lira.

Ed Anthony Hopkins, nuovamente “psichiatra della mutua” come il suo epocale Hannibal Lecter, pensa che sia facilissimo coglionare il ragazzino.

Che invece lo fotte di brutto.

Può succedere, Sir Anthony, di trovare uno più deduttivo e intelligente di te. Capita, non ne facciamo una tragedia. Suvvia.

In questo mondo, Solo Dio perdona e io non sono Gesù Cristo.

Sono un umanoide, un mezzo androide metafisico, a volte figo a volte sfigato, come in Blade Runner 2049.

La realtà virtuale è amabile come Ana de Armas.

Sì, le donne reali sono spesso insopportabili. Sono isteriche. Stanno a lagnarsi tutto il giorno solo perché s’è rotta la lavatrice. So io invece che il loro cervello andrebbe smacchiato a massima temperatura.

Di testa calda e friggitrice come il mitico Ryan di Drive. Un romantico futurista, un autista mezzo autistico.

Che però, quando si accorge del marcio, quando al suo amico combinano uno scherzo omicida, diventa una furia devastante.

Sì, direi che il Falotico c’è tutto.

Per non parlare poi di First Man.

Uno a cui capita qualcosa di veramente nefasto e agghiacciante. E con tutti finge che le cose vadano benissimo. Fa buon viso, come si suol dire, a cattiva sorte.

Sì, ho perso mia figlia piccola, beviamoci uno Scotch.

Sì, per colpa di bambagioni che pensavano di arrivare sulla Luna, stavo allunandomi ai crateri della più sola aridità notturna.

Ma me ne fotto delle bevute in compagnia, delle cosiddette piccole cose. Rose rosse per te non ho comprato stasera. Donna, pigliati una rossa, sì, sei lesbica e mi stai soltanto addolorando d’amor spinoso. Sì, ho sbagliato ad arrossire per te.

Sogno un viaggio spaziale, indimenticabile.

Voi non avete tempo per questo. È sabato, andate a caccia stasera. Poi domani è domenica, sveglia tardi, una mangiatona e stravaccata sul divano. Quindi il lunedì e ricomincia la tiritera, la routine giornaliera.

Ah, non si è rotta la lavatrice. Ti sei rotta le unghie? Io invece di tutto questo mi son rotto il c… ecco, ci siamo capiti.

Quando morirò, immagino la mia pagina di Wikipedia.

 

Stefano F.

«Considerato uno dei più svogliati, grandi sex symbol della storia dell’umanità, attore specializzato nel trasformismo, mimo in quanto spesso atipico e sofferente di atimia, fu preso per gentile uomo timido.

Invece la sua canzone preferita era Smile di Jimmy Durante.

Tenero, adorabile, dimostrò una durezza impressionante. Amante, come detto di Durante, scrisse molti libri aulici come Alighieri Dante.

Lui dava ma gli altri non davano nulla.

Uomo molto da Aspettando Godot, non è che molto godette. Eppur fu sentimentalmente legato alle più belle donne dell’epoca. Nessuna di Hollywood gli sfuggiva. Neppure quelle conservate, prestigiosamente, in cofanetti da famosi sogni nel cassetto…

Uomo uguale a Totò le Mokò, era talmente sensuale che simulava di essere un eunuco per non far scoppiare un casino pazzesco. Da cui Un turco napoletano:

la donna è mobile e io mi sento mobiliere.

La gente gli urlava… datti una mossa… e lui invece rimaneva impassibile.

Immobile, spolverando tutto il mobilio…

Gli altri, odiandolo a morte come il fascista Duce, morirono prima di lui di bile.

Mentre oggi il Falotico vive nell’olimpo e da lassù vige.

Così è, non si transige».

 

di Stefano Falotico, dico, mi pare ovvio56976895_10213438286814463_8244242247827062784_n 57039802_10213438347815988_5042845505961328640_n gosling

First Man e la serie The First con Penn sono la dimostrazione che l’uomo che vola “alto” si è rotto il cazzo dei piccolo borghesi


30 Aug

Rosemary

Sì, stamattina, ero in macchina e in radio passava ancora la canzone di Noemi di qualche anno fa, Vuoto a perdere, una delle più grandi cagate che una donna possa partorire nella sua vita.

Una che alla terza, forse quarta, anche quinta strofa inserisce il termine cellulite. Una delle fisse delle donne assieme al ciclo. Sì, le donne sono ossessionate dalla cellulite. Ecco che allora fanno pilates, si tonificano e comprano cremine rassodanti. Sperando di piacere di più a un tipo alla Sean Penn, abbastanza tosto, che userà con loro “pura” crema di uccello.

Sì, sono cinico all’ennesima potenza. E queste cantanti da De Filippi non le sopporto più. Già il mondo è una merda di suo, ci mancano anche le lagnose frustratissime.

E la dovremmo smettere anche con Laura Pausini, con la sua melensaggine da reietta, con Elisa e le sue tristezze da adolescente che ha superato i quarant’anni. Sì, la Pausini, uno dei grandi misteri di Fatima. Una donna che, nonostante si curi, io spedirei in cura. Sì, per una bella lobotomia frontale

Io canto… sì, lei, piena di miliardi canta fra i ruscelli, così come faceva Riccardo Cocciante, un uomo scocciante.

 

– Stefano, ma tu credi all’amore?

– Sì, ogni sera, prima di andare a letto, canto con Fausto Leali, Io amo! Non lo sapevi?

 

Ma vedete d’anna a fanculo, con la vostra retorica catto-borghese, i vostri lamenti, il vostro LAVORO, che vi ha solo ingrigito, inaridito, spento.

 

 

Spero finisca l’estate, questi vicini di casa hanno rotto le palle

Sì, con l’avvento dell’estate, cioè da fine Giugno a Settembre inoltrato, i vecchi condomini del mio palazzo si appostano sotto al portone dello stabile. Vi garantisco che è una rottura di coglioni tremenda.

Sì, dalle 18 di sera a mezzanotte piena, questi qua, arzilli marpioni e signore altezzose e pettegole, stanno sotto casa. E spiano ogni movimento. Così, sanno benissimo quando esci e rincasi. Se malauguratamente inciampi, cercano di trattenere le risate ma mal dissimulano la presa per il culo plateale. Poi, lo sapete, non tutti i giorni sono uguali. Semmai, sei in serata no, hai la faccia incazzata e pure incazzosa, hai insomma i cazzi tuoi per la testa. E loro scrutano. Manco fossero la congrega di rincoglioniti del finale di Rosemary’s Baby.

Peraltro, non stanno proprio sotto al portone. Ma si posizionano in una zona strategica, semi-laterale, per avere la visuale completa e panoramica di tutta la proprietà privata. Per scrutare meglio e far zizzania.

E via di maldicenze a tutt’andare.

Fortunatamente, non rientro mai accompagnato da una prostituta, altrimenti lo direbbero all’amministratore. Che poi non è vero. Vi ho già parlato di Cuomo, quello del terzo piano. Un essere schifosissimo, un mariuolo irredento che, un mese sì e uno no, si becca gli arresti domiciliari. Combina sempre malefatte, sì, un mezzo gangster. Nel mese libero, praticamente ogni sera si fa accompagnare da un mignottone diverso. Ma i vicini lo conoscono, non ci danno peso. Anzi, quello del primo piano, il signor Rosselli, ogni volta che Cuomo rincasa con tali “gentili signore”, gli sussurra:

– Be’, stasera vai alla grande, ragazzo. Ieri, ti eri scelto un cesso, una rachitica con le gambe storte, stasera devo dire che la passerona c’è tutta…, complimenti.

– Signor Rosselli, la signorina al mio fianco accetta anche i triangoli. Che ne dice di salire assieme a noi?

– Be’, si può fare. Mia moglie tanto dorme, dopo aver ascoltato Loredana Bertè.

 

Mamma mia… quel terzo piano lì dev’essere un covo di viziosità.

Ah ah.

Tanto per smentire invece Salvini, c’è invece un nero simpaticissimo nel mio palazzo. Anche lui, come me, è spesso solo come un cane. E ogni giorno mette su Is This Love del Bob Marley.

Anche se io gli dico che la canzone più bella di Bob è Could You Be Loved.

 

First Man. La storia di uno che, annoiato, decise di cantare con Domenico Modugno… nel blu dipinto di blu. E pensò: finalmente ’sta Claire Foy finisce per un po’ di scassa’ u caz’.

 

di Stefano Falotico

The Mule e The Irishman sono da me i film più attesi della stagione, sì, anche The Mule, e tutti questi altri non m’interessano


23 Jun

Eastwood The Mule

Siamo a fine Giugno ma già si fanno i pronostici sulle pellicole da Oscar o, perlomeno, su quelle di maggior appeal, commerciale, critico e non.

I siti espertoni di previsioni stilano già le loro classifiche, dimenticandosi della regola basilare del Cinema: se un film non è ancora uscito, puoi diagnosticarne il prevedibile successo, ma non l’hai ancora visto, quindi la smettessero con questa bischerata dei capolavori annunciati. Anche perché, a ben vedere, io ravviso poche opere davvero meritevoli della mia attenzione. Mi baso su sensazioni a pelle. Sì, come quando cammini per strada e incroci tante donne, soprattutto in questo periodo, che scosciate ti ammiccano ma tu non le caghi, non cogli i profumi pur delicati che emanano, e persino i loro piedi, esibiti in sandali volgarissimi, ti danno la nausea. Poi, ecco che passa una che solitamente non avresti mai cagato. Un po’ bassa, perfino tarchiatella, ma il suo sguardo è luciferino e ti cattura subito. Al che la segui. Entra in un bar, lasciandosi dietro una scia che profuma di donna schiumosa, una di quelle donne, sì, con cui immergersi nell’idromassaggio per eiaculare con avido “massaggio”. Sì, attizzante, ha un non so che di sfizioso e allora entri anche tu nel bar. E, di sottecchi, la sbirci mentre sorseggia un caffè nel tuo già volerla zuccherare, mescendo il cucchiaino del tuo “losco” esserle peperino. Ah sì, a questa va offerta una peperonata e poi impeparla sul letto con l’inzupparla, innaffiarla, aspergerla e, solleticante, eccitarla.

Scusate, mi sono perso, immaginando una notte “frizzante”.

Andiamo avanti. Ah, le donne sono la mia perdizione. Ma ora tuffiamoci nel Cinema dei mesi a venire in maniera orgasmica ma ponderata, senza farci prendere da facili entusiasmi, appunto, senza “venire” prima del dovuto.

1) If Beale Street Could Talk di Barry Jenkins. Moonlight ha vinto l’Oscar perché dopo cento anni e mezzo, nell’anno di Trump, dovevano premiare un film nero. Per par condicio.

Lo cestiniamo subito.

2) Il primo uomo di Damien Chazelle. Apollo 13 è uno dei film più noiosi della storia. Questo è sull’Apollo 11. Insomma, se il tredici, che è peraltro un numero fortunato (eh sì, un tempo si diceva ho fatto Tredici, ah ah) è successivo all’11 ed è tedioso, perché mai dovrebbe interessarmi un numero inferiore? Va be’, sarà superiore a Creed II, film sul figlio di Apollo.

Ma gli astronauti dell’Apollo, durante il lungo viaggio, come facevano a passare il tempo? Cantando Apelle figlio di Apollo fece una palla di pelle di pollo e tutti i pesci vennero a galla per vedere la palla di pelle di pollo fatta da Apelle figlio di Apollo.

Sì, battuta scontata. Ma anche questo film di Chazelle è scontato che sarà candidato agli Oscar. Più i film sono tronfi e stronzi e più vengono candidati. Pensate a John Carpenter, non ha mai ricevuto una candidatura, perché è sempre stato un realista pessimista, non sognava la Luna e non si faceva viaggi pindarici. Ho detto tutto.

3) A Star is Born di Bradley Cooper. Cooper si crede Jeff Bridges da giovane e Lady Gaga si crede una bella figa. La colonna sonora però, mi dicono, che sia da urlo. Sì, quando meditate al suicidio, una canzone di Gaga può farvi vedere le stelle, prima di schiantarvi sul selciato, post-volo dal decimo piano. Sì, nel parcheggio sottostante, un tamarro che adora la signora Stefani Joanne Angelina Germanotta, ma di notte va sempre a mignotte, aveva l’autoradio accesa su Poker Face, hit che lui ascolta quando gioca al pocherino e viene puntualmente spennato come un pollo, tanto che non ha nemmeno dieci Euro per un “pompo”.

4) Widows – Eredità criminale di Steve McQueen. Per me esiste solo il McQueen di Tom Horn.

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5) Beautiful Boy di Felix Van Groeningen. Mi dicono che Steve Carell e Timothée Chalamet siano entrambi papabili di nomination. Sì, è la storia di molte famiglie nel mondo. Il figlio è drogato, il padre un disperato che prova ad aiutarlo ma, anziché salire sul Kodak Theatre, finiscono entrambi al cimitero. Il figlio è morto di overdose, il padre di dolore. Quindi, mi puzza di film ruffiano e falso.bb

6) Boy Erased di Joel Edgerton. Questo è senza dubbio quello che mi sa di stronzata immonda. Russell Crowe e Nicole Kidman (che non abbiamo alla fine mai saputo se hanno scopato nella vita reale) allevano un figlio omosessuale e lo “curano” dalla sua “malattia”, castigandolo e non dandogli la marmellata. Secondo voi è presentabile un film così didascalicamente sfacciato? Piacerà molto ai gay che, appena si sentiranno umiliati, esporranno nelle parate “pride” il Blu-ray.

Nicole Kidman stars as “Nancy” and Russell Crowe stars as “Marshall” in Joel Edgerton’s BOY ERASED, a Focus Features release.

Nicole Kidman stars as “Nancy” and Russell Crowe stars as “Marshall” in Joel Edgerton’s BOY ERASED, a Focus Features release.

7) Backseat di Adam McKay. Christian Bale dimagrì quaranta chili ne L’uomo senza sonno, ma l’Academy non lo cagò. Allora, dopo aver messo su i (non sui) muscoli per Batman, dimagrì un’altra volta per The Fighter. Vinse l’Oscar mentre ad Alessandro Casciutto, tossico emaciato del mio quartiere, danno a stento l’assegno da invalido. Poi Bale ingrassò per American Hustle e De Niro, nel suo cameo, con la faccia beffarda gli fece capire che Toro scatenato è un’altra cosa. Probabilmente, anche quest’anno, Bale perderà, forse battuto da De Niro di The Irishman.

Per la serie… bastasse dimagrire o ingrassare per essere grandi attori. E Bale non lo è. Ha sempre la stessa faccia da culo. Negli ultimi anni, prima dimagrii in maniera anoressica, poi ingrassai trenta chili abbondanti, ma persi in salute e smarrii la silhouette, facendo la bella statuina…

8) Bohemian Rhapsody di Bryan Singer. Nessuno può essere Freddie Mercury.Poster_Ufficiale

9) Welcome to Marwen di Robert Zemeckis. Ancora Steve Carell! E basta, dai! Io ho avuto una storia simile. Sono stato bullizzato e vivo adesso spesso di fantasia. Anch’io vivo la mia guerra personale in trincea e sogno una donna simpatica come Leslie Mann e con le cosce di Diane Kruger.

L’altra sera, mi contatta una su Facebook, tale Sabrina Pascutti:

– Ciao, ho voglia di carne fresca. Mangiami!

– Ciao, stasera mangerò prosciutto di Parma.

 

Bloccata.

 

10) The Favourite di Yorgos Lanthimos. Fra Emma Stone, troppo magra, e Rachel Weisz, che di belo ha solo gli occhi e credo le puzzino i piedi, preferisco Antonella Portobello. Non è male, fidatevi, è la mia preferita al momento. È un po’ scema, ma non più delle altre con la cattedra ad Oxford.

 

Sì, sono un uomo dalle freddure alla Clint.

 

 

di Stefano Falotico

Il Circolo Pickwick, benvenuti nel mondo falotico dell’erede forse di Dickens


12 Jun

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Défilé Channel printemps/été 2010 prêt-à-porter au Grand Palais (Avenue du Général Eisenhower - Paris 75008) Karl Lagerfeld a fait fort, en transformant le Grand Palais en étable géante. Des People en pagaille emmenés par Lily Allen (ambassadrice de la ligne Coco Cocoon) suivi de Bernadette Chirac, Claudia Schiffer, Rihanna, Virginie Ledoyen, Anna Wintour, Sean Lennon et Charlotte Kemp Muhl, Marie-Josée Croze, Prince accompagné de sa fiancée, et Irina Lazareanu, l'ex de Pete Doherty.

Défilé Channel printemps/été 2010 prêt-à-porter au Grand Palais (Avenue du Général Eisenhower – Paris 75008)
Karl Lagerfeld a fait fort, en transformant le Grand Palais en étable géante.
Des People en pagaille emmenés par Lily Allen (ambassadrice de la ligne Coco Cocoon) suivi de Bernadette Chirac, Claudia Schiffer, Rihanna, Virginie Ledoyen, Anna Wintour, Sean Lennon et Charlotte Kemp Muhl, Marie-Josée Croze, Prince accompagné de sa fiancée, et Irina Lazareanu, l’ex de Pete Doherty.

Sì, so che non conoscete Dickens. È quello che legge Matt Damon in Hereafter, film che non fa per voi. Più che altro lo ascolta, entra in empatia col grandissimo scrittore, autore che io leggevo a otto anni quando invece voi guardavate Miracolo sull’8ª strada.

Ancor rimembro il termine panciotto che Dickens usava spesso nei suoi libri. Si vede che era un indumento che gli piaceva un sacco. Sì, il panciotto è un indumento, non è la pancetta, che invece si “ottiene” con un’alimentazione scorretta, con una vita sedentaria e con birra a volontà. E con scarsa attività sessuale che “induce” il basso ventre ad acquisire una certa, diciamo, prominenza, dovuta a un calo della libido tale da deformare l’uomo in un fisico a pera. Sì, se vedete uno con la pancetta, significa che onestamente non ci dà molto dentro. L’ho appurato sulla mia persona. Ogni volta che sono in perfetta, smagliante forma fisica, significa che il mio uccello è sanissimo.

Ecco, ero fanatico di Oliver Twist e David Copperfield, che non è l’illusionista che bellamente si trombava quel pezzo di gnoccona di Claudia Schiffer. C’era anche il detto… se uno faceva il belloccio e il piacione, gli si diceva… mi spiace, Claudia Schiffer comunque non te la dà.

Ah ah. Invero, secondo me era troppo magra la Schiffer e aveva un’espressione ambigua da mezzo uomo.

Comunque sia, se si fosse spogliata nei momenti in cui, depresso e accidioso, divenni come Scrooge, poteva darsi che mi sarei aperto con molta “generosità”.

Detto questo, scrivere è un gran casino. Sempre, inderogabilmente. Uno è molto ispirato, organizza il pensiero e lo riversa nero su bianco sulle pagine immacolate. Poi lo rilegge e spuntano degli strafalcioni involontari.

Oggi, ho scritto un pezzo, che troverete online, su First Man con Ryan Gosling.

Mi sembrava, anche dopo mille riletture, che fosse impeccabile. Al che viene pubblicato e leggo la frase… Un film, è il caso di dirlo, che sta già spiccando il velo.

Eh, ovvio, si capisce, si spicca il velo e le donne invece quando fanno le spaccate soltanto con delle gonnelline striminzite fanno spiccare qualcos’altro…

Donne velate, per cui “involarsi”, invogliarsi, e come missili sulla rampa di lancio da scaldare per l’allunaggio di ogni tuo cratere vulcanico. Donne a volte di Marte, sì, rosse con le lentiggini, donne belle come Venere ma diffonditrici (diffonditrici è stupendo) di malattie veneree, donne con la Luna appunto di traverso, donne saturniane, plutoniche perché bombe sexy atomiche, donne a volte di un altro Pianeta, come si suol dire. Poi ci sono le terragne, si accontentano di una pizza Margherita, del vinello e di qualche scoreggia durante l’orgasmo. Donne che sicuramente vi daranno una joie de vivre “enorme”.

Sì, Neil Armstrong fece bene a farsi il viaggio… non ne poteva più di Claire Foy, affascinante ma androgina, voleva spaziare di qua e di là nel blu dipinto di blu, favolosamente favolista di realtà più appaganti della mera fava.

Di mio, posso dire che faccio volare alto le donne. Soprattutto quando le mando a fare in culo.

Dovete vedere come s’incazzano e lanciano piatti come fossero l’Apollo 11.

Tornando alla Schiffer, non è che fosse tutta ’sta bellezza rara. Comunque, assieme al Charlton Heston de Il pianeta delle scimmie avrebbe fatto la sua parte…

Tornando invece a Dickens, leggete i suoi libri invece che comprare romance del cazzo dove c’è uno che vuole la figa e, per averla, le dedica poesie della topa, no, del tipo: con te lacrimerei sangue e passione e, nel concentrato di spine e dolori, sarei il tuo Getsemani per gridare come Cristo trivellato dai chiodi nel nostro bagno di crocefisso sudore.

Sì, ho letto pure roba del genere.

E molte donne son lunatiche. Sì, sì.

 

di Stefano Falotico

Halloween di David Gordon Green e First Man di Chazelle m’interessano, o forse nessuno dei due


09 Jun

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Com’era lecito aspettarsi, con l’inizio di Giugno siamo stati bombardati in queste ore dai primissimi trailer della prossima stagione cinematografica. Tre o quattro “anteprime” al giorno di filmoni pronti a sbarcare, quasi tutti da Settembre in poi, nelle sale mondiali.

Quello che non uccide, nuovo capitolo Millennium da Stieg Larsson, uno che assieme a Jo Nesbø ha contribuito non poco alla moda dei thriller nordico-scandinavi che tanto vanno forte, con una Lisbeth Salander interpretata da Claire Foy…, ah, ma questo è il quarto capitolo e lo scrittore è un altro! Ecco che la stessa Foy, richiestissima, è protagonista assieme a Ryan Gosling di First Man. La storia del primo uomo, appunto, sulla Luna: Neil Armstrong.

Trailer lucidissimo, iper-spettacolare, fascinoso ma forse non è il Cinema che desidero vedere. Trama intrigante ma l’immaginifico e lo psichedelico abita lontano da Chazelle. Così come non è che m’interessi poi tanto questo sequel, io direi “apocrifo”, sì, assai poco autentico, dello storico Halloween di Carpenter. Produce lo stesso Carpenter ma forse soltanto per questioni commerciali perché sa che incasserà parecchio.

Non si deve mai scherzare con l’horror, che è roba seria, ma David Gordon Green, regista pulitissimo e ultra-ambizioso, ci vuol far capire ancora una volta in più, come se non lo sapessimo, che lui è in grado di fare qualsiasi cosa, un registra “transgender” che sa cimentarsi con gli intoccabili.

Ma non mi convince. Posso anche sbagliarmi, ma Green non mi sembra abbia la mano, l’acume, l’intelligenza filmica per uscire, tutto sommato, dagli stereotipi e dalla prevedibilità. E infatti il finale del trailer, col colpo di scena telefonato, già lo dimostra.

 

The Irishman di Scorsese rimane ancora, inviolato, al primo posto dei miei attesissimi.

 

di Stefano Falotico

Genius-Pop

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