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Il Principe “petroliere” vs il “re-campione” di cas(s)e da morti di fame, Checco Zalone
Quando ha avuto inizio tutto questo? Forse con l’omicidio di un uomo di nome Pasolini. Ma sarebbe retorica e “retrogrado” citar, a ragion veduta degli sragionati odierni, facilmente il buon “cattivo” Pier Paolo. Assisto, disfatto, (im)potente, eppur integerrimo a questa cagata d’Italia da Enterogermina, medicinale che mi disinfetterà da tal in(s)etti di “fauna” batterica che batte, in file chilometriche da “pecorine”, i biglietti e… (si) strappa i capelli nell’accapigliamento di du’ risate dinanzi a tal Checco di cul sfondato che, volgarmente, “accende” le lor vite meste da italiani di massa e “ammazza quanto sei bono/a?”.
Qualche critico, sociologo della mutua, prova a darsi una spiegazione dell’incredibile sotto i vostri occhi, azzardando che Nunziante Gennaro è addirittura un “fine” regista che proporrebbe la “tradizione”, senza dizion(ar)i di Zalone, d’una comicità schietta, semplice, cafoncella, che non avendo pretese ha dunque successo. Mi par un discorso che fa eccome delle pieghe, inutile che vi stia io a (s)piegare il come, anche perché vorrei “picchiarvi”. Eh sì, Quo vado? “spicca” in testa alle (classi)fiche d’uno stivale da befane, di primo dell’an(n)o già milionario, da “show dei record” ove Berlusconi, an(n)i fa, con le sue vallette, portò allo scatafascio di tal “fascismo” ridanciano del “g(i)usto” nazional-popolare. E vai contro i viados!
Checco facce(tte) ride’, ché siam un popolone che non vuol più magnarsi i polpettoni…, girace (que)sto fil(m)etto e tienici felici e (s)contenti, ché da domani bisogna torna’ a lavora’! E farci il mazzo per meno soldi di te che non fai un cazzo per guadagnartelo/a.
Io, Principe, non lavoro e quindi ho sviluppato la ricchezza del petrolio pregiato di un’anima nobile, non come le vostre bili ché han bisogno di “consolarsi” con uno che li “facci” (Fantozzi, altro colpevole, docet) a crepa-“palle” ridacchiar sguaiatamente, fra spintoni, rutti liberi e panini con la mostarda debordante nelle multisale affollate di tali folli. Che foll(i)a!
In carcere, alcuni innocenti son costretti a programmi riabilitativi ove vengono obbligati, per capire e ravvedersi dai lor errori (pres)unti tali, a studiare film come Carol, perché devono essere inculati con un lesbodrama alto e poi, una volta usciti, se mai usciranno, comprendere che ritorneranno in carcere perché si son ribellati all’ennesima zalonata.
Questa è l’Italia, dei “valor(os)i”, abbiamo l’Angelus domenicale di “volemose bene”, pane e pene per “tutte”, Renzi Matteo che vuol “appurare” il “puro” Checco, ordinando un’altra poltroncina, le spettacolarizzazioni del dolore dei pomeriggi cinque, la De Filippi e gli “Amici”, Uomini & Donne, il varietà e i Negramaro.
Se a voi sta bene, questo è per me male.
Ma a voi basta la mela di qualche battuta (s)“piccante”.
Quo vado io? Non a fanculo. E come Daniel Day-Lewis me la rido non di grana grossa ma “odiato” per aver troppo oliato la mia “raffineria”. Arrestatemi per “oltraggio” alla verità e datemi la parte dello sfigato nella prossima pellicola del Checcone, uno che piglia per il popò le checche ma fa felice la Zecca.
“Adulti”, tornate allo Zecchino.
Meglio mangiarsi la mia zucca “vuota”.
Tanti saluti, Italia dei cazzoni.
Firmato il Genius, Stefano Falotico