Ora, partiamo col dire che si scrive sé stesso con l’accento. In quasi tutti i libri troverete l’uso comune se stesso. Ma è sbagliato. Potete controllare.
Io son sempre stato esigente, ed è stato questo a fregarmi spesso nella vita.
Quindi, ragazzi, quando compirete, dico compirete un tema scolastico e la vostra insegnante di Italiano vi segnerà come errore sé stesso, ditele che la Laurea se l’è presa con la raccolta punti.
No, non potete compire con me, volevo dire competere. Io sono un perfezionista e quanto mi dà fastidio che su quel sito di Cinema compaiano ancora dei refusi sul mio post di Van Damme, perché vanno corretti subito e spero che il mio “capo” ritorni presto dalle vacanze e aggiusti questi spazi vacanti…
Eh sì, io odio sbagliare, soprattutto quando mi accorgo che non avevo nessuna pecca, ma furono gli altri a peccare su di me. Sì, peccarono, non furono affatto impeccabili e di me travisarono tutto.
Comunque, stamattina alle ore esatte otto e ventisette, ecco che svolto dalla mia solita vita, no via, e adocchio una ragazza sui trenta, mulatta, di cosce esagerate, tonica, con dei pantaloncini da starci attenti, nonostante il “semaforo rosso” degli ormoni estivi…
Non l’avevo mai vista prima. Da dove è spuntata ’sta gnocca micidiale? Ora, dovrò lavorarci e studiare l’approccio migliore. Innanzitutto, le dirò che vorrei donarle un’abbronzatura ancora più nera, rovente, probabilmente andando incontro a una figura di merda bruciante.
Come quella rimediata ieri dalla Spagna. Sì, eliminati dai padroni di casa russi.
– Caro capitano Iniesta, vada a mangiarsi una Fiesta, su.
– Ma che fiesta vuole che mangi? Mi prende per il culo? È l’ultimo mondiale che posso giocare. Fra quattro anni sarò in pantofole.
– Sì, però le merendine omonime ci saranno sempre. È dagli anni sessanta che vanno forte. E oggi Ferrero, il figlio, è l’uomo più ricco d’Italia, lo sa?
– Che c’entrano le merendine?
– Le Fiesta, capisc’, che non sono le Ford. Come dice Wikipedia, pan di spagna leggermente imbevuto di liquore curaçao.
– Ripeto, mi prende per il culo?
– No, per i fornelli. Volevo dire fondelli. E il cioccolato “dolce” è pure fondente.
– Io la denuncio!
– Sì, beccati questo panzerotto in pancia. Comunque vi siete evitati Luka Modrić.
– Cioè?
– Se vincevate, avreste incontrato la Croazia ai quarti.
– E quindi?
– Mah, secondo me è meglio andarci piano con un croato. Anche se sbaglia un rigore. I croati so’ forti. Pensi che invece qui da noi abbiamo le donnette che preparano la carbonara e la grande festa di Luca Carboni. Ho detto tutto…
– Chi è Carboni?
– Un bolognese autoreferenziale. Dopo essersi drogato per tutta l’adolescenza, cantava… Luca si buca ancora. Quindi, ha fatto i soldi grazie alle sceme drogate che l’ascoltavano e ha urlato che aveva il fisico bestiale. Ma cosa te lo dico a fare? E noi, coglioni, che ce ne andiamo al mare…
Tutti vogliono la bomba nucleare… io no, non sono Kim Jong-un… sono più un tipo da Jung. Sì, sono un sognatore. Ho sempre sognato un mondo migliore, ma la gente si fa le foto su Instagram e intanto i bambini muoiono di fame.
Comunque, io tifavo per la Danimarca. Quella faccia di cazzo di Davor Šuker, in tribuna, non è che sia simpaticissimo. Mi dà l’idea di essere un suca-minchia.
Molto meglio la famiglia Schmeichel. È stato commovente vedere il grande Peter che tifava sfrenatamente per il figlioletto Kasper.
Ora, ci sono vari Casper nella vita. Il “fantasmino” come me, e anche Van Dien, quello di Starship Troopers, miei edonisti.
Io preferisco, comunque, essere Stallone di Fuga per la vittoria. I nazisti hanno fischiato contro di me un rigore che non c’era. No, secondo me il fallo non c’era. Ma hanno fischiato “punizione”. Un abuso, più che un falso arbitro, un arbitrio.
Ma io ho parato ogni porcata. Sono un fanatico della Marsigliese!
Mi spiace. Cari bambini da Villaggio dei dannati, avete trovato un dannato e basta.
Insomma, la mia vita è stata una “rovesciata” alla Pelé che dà lezione ai “maestrini” come Caine. Con tanto di lavagna…
Quando gioco io non ci sono regole. Prendo la palla, anche le vostre palle, e zigzago per il campo.
It’s easy.
Applauso, e che sia scrosciante.
di Stefano Falotico