Sì, questa è la mia previsione. Se risulterà azzeccata, non offrirò da bere a nessuno. Tantomeno a me.
Gli Oscar sono un gioco, un giochino, una lotteria e anche quest’anno non ho vinto quella di Capodanno anche perché non la giocai.
Per anni sognai però che Brian De Palma realizzasse un suo progetto mai compiutosi, ovvero Toyer, tratto da un libro di Gardner McKay.
Brian, non quello di Nazareth, bensì De Palma, covò a lungo il sogno di trasporre sullo schermo l’opera di McKay. Qualche anno fa, parve che tutto fosse pronto per i primi ciak. Il protagonista doveva essere Colin Firth.
Sì, io adoro Brian De Palma. È uno dei veri geni del Cinema anche se, ultimamente, va ammesso che non è più quello d’una volta, quello di film sensazionali e, appunto, al cardiopalma. Thriller magnifici come Vestito per uccidere, classici epici come Gli intoccabili, emozionanti parabole discendenti e tragedie scespiriane come Scarface e Carlito’s Way, pellicole potenti e indimenticabili come Blow Out e Omicidio a luci rosse.
Brian è l’incarnazione del suo maestro preferito, Alfred Hitchcock, misto all’essere un virulento e poliedrico, anche caleidoscopico, poeta del surreale. Un esteta, un abissale perfezionista, un uomo strano, amante dei noir, delle notti torbide, dei misteri irrisolti da lasciare brividi sulla schiena da accapponare la pelle.
Prendete Omicidio in diretta e Redacted. Due grandi film. Memore anche di Orson Welles, Brian ribalta tutte le aspettative dello spettatore a ogni scena, depistando l’occhio di guarda e accecandolo di piani sequenza da capogiro. Brian, vertiginoso, uomo che idolatra Vertigo, volteggia nell’anima dello spettatore e lo perturba, lo angoscia, lo mette a disagio, sconvolgendo ogni sua certezza bacata.
Quando credi di aver capito come andrà a finire la storia, Brian ti stupisce, regalandoti twist che M. Night Shyamalan si sogna, poveri baccalà. Ah ah.
Brian è un genio inarrivabile, uno dei miei registi preferiti in assoluto. Allora, prese James Ellroy e rielaborò Black Dahlia, donandoci un film che travisò il romanzo in più parti e allo stesso tempo lo reinventò, lo scompose e poi, essendo lui campione dei puzzle, nuovamente lo architettò secondo il mosaico della sua mente barocca, bizzarra e bizantina a forma della sua magica Arte cristallina.
Sì, assomiglio parecchio a Brian, altrimenti non mi piacerebbe.
Cioè canalizzo, introietto, capto, inghiottisco, sublimo e reinvento le mie peggiori paure nel dare a esse una forma espressionistica con tendenza al cubismo.
A The Mask, rielaborazione banale delle Folli notti del Dottor Jerryll, gli ho sempre preferito il più veritiero e agghiacciante Doppia personalità, sebbene quest’ultimo non sia fra i film migliori di Brian.
Sì, come il protagonista di Toyer, nella mia vita fui etichettato come “psicotico” con tendenze mortifere da semi-pervertito e necrofilo, fui accusato di essere un mezzo pedofilo poiché adorai e ancora venero Melanie Griffith di Bersaglio di notte di Arthur Penn. Di mio, dicono che a volte assomigli a William Baldwin di Sliver ma sono gli altri a spiarmi. Sì, la gente è come Robert De Niro di Hi, Mom.
Allora, cosa dovremmo dire del grande Antonio Banderas? Sposato da anni con Melanie, interprete di Femme Fatale? Ah, questo dovremmo dirgli. Avrà anche interpretato Picasso ma la sua vita è ora Dolor y gloria poiché, anziché sposare Melanie, avrebbe dovuto dare Lezioni di anatomia a Rebecca Romijn.
Sai uno spagnolo che spagnole?
Sì, Melanie fu sopravvalutata così come Cameron Diaz. Codesta oca s’è ora ritirata dopo aver tirato molte oche e, di conseguenza, essersela tirata da porca, no, orca, no, topa.
Ma smettiamola. Voi sbavate facilmente, vi conosco, sapete? Cameron, sì, certamente è una cubana dal culo da cubista. Essendo natia di Cuba, forse è ancora castrista. Insomma, solo a un castrato non piacerebbe ma io vi dico che ha una bocca da papera ed è rifatta più di Pamela Anderson.
Voglio tirarmela da Daniel Day-Lewis, detto “Il macellaio”, di Gangs of New York. Va fatta a fette, diciamocela, è solo una ladra, una sgualdrina, una mentecatta, una suina buona solamente per la mortadella. È pure troppo pallida come la mozzarella.
Piace tantissimo a Enrico Magrelli. Per forza, Magrelli si accoppia con carne magra. Magrelli però non è magrino ma ha una bella pancetta, detta anche bacon.
Insomma, prendete questa Cameron, datela in pasto a un affamato del Camerun e conditela con salsa piccante assieme ad altre patate al forno. Spruzzatevi sopra della maionese e strapazzatela.
Guarda un po’ se devo perdere tempo con questa polla che vuole solo la quaglia arrosto.
Cari porcellini, finitela di cazzeggiare.
Sta arrivando nei cinema l’ultimo film di Clint Eastwood. Arrivate voi a novant’anni con questa classe e poi ne riparliamo. Vi vedo già sul moscio.
Clint non è mai pensionabile.
Woody Allen invece sì. Sono anni che s’è rimbambito.
E poi basta con questa magnificazione di Federico Fellini. Nacque a Rimini, girò i Vitelloni ma io l’avrei ficcato a Parma, patria del prosciutto e dei tortelloni.
A proposito, voi davvero credete alle cazzate che dico?
Ah sì?
Fate bene, tanto ne sparate più di me.
E questo è quanto.
Pigliatevi questo video e buon Fantasma del palcoscenico, no, buon Joker a tutti.
Ricordate, sono o non sono Il falò delle vanità? Certo che lo sono.
Finisco con questa: se pensate che io sia felice, vi sbagliate. Se pensate che io sia infelice, lo stesso vi sbagliate. Di mio, riesco a essere sia Michael J. Fox di Vittime di guerra che Tom Cruise di Mission: Impossible.
Insomma, un casino mai visto. Adesso comunque voglio farvi ridere.
Come molti di voi sapranno, nella notte di San Silvestro fui a Monaco di Baviera.
Per anni vissi, fra l’altro, da mon(a)co.
Al che, mentre passeggiai per le strade tedesche, pure le olandesi mi fissarono, lanciandomi occhiate furtive e vogliose. Mi sentii male, sì, a me spesso il sesso, anziché darmi piacere, mi crea panico.
Da questo turbamento, nascono le mie malinconie, le mie creazioni, le mie dissociazioni-associazioni e il mio stream of consciousness.
Ora, dopo cinquemila anni, avete compreso di non aver capito un cazzo di me. Nemmeno io.
Ah, è davvero orribile essere come Stephen Dorff ed essere spacciati per Cecil B. DeMented. Si tratta di una cattiveria mostruosa.
Eppure, ribadisco, evviva Sean Connery, Kevin Costner ed Andy Garcia!
A parte le auto-celebrazioni, ma che film che è The Untouchables. Piango sempre quando ammazzano Sean.
Così come sarebbe uno scandalo non candidare agli Oscar Bob De Niro per The Irishman.
di Stefano Falotico