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RAMBO: LAST BLOOD, un trailer pessimo – Gli stili educativi della vita, la mia libertà da semi-eremita e Re Mida contro i moralismi guerrafondai delle teste di m… a


21 Aug

michael filipowich mindhunter 2

Capitolo 1: ha ragione Todd Solondz

Sì, inondato da una furia celestiale, sto patendo gli strazi di me addolcito, non so se rinsavito, che un tempo giacque in una torta a mille strati. Ero inasprito, guardavo come Travis Bickle il bicchiere mezzo vuoto con tanto di aspirina.

All’epoca, il mio mentale stato si era talmente illiquidito nell’essersi sciolto a mio babà, sì, un pasticcione vivente pasticcino che potevi sciogliere in bocca soltanto accarezzandolo con un bacino, che stavo in fondo sbriciolato mentre, sopra di me, tutti festeggiavano con tanto di champagne e ragazze che, fra un cocktail con ghiaccio e gelide limonate arrapanti, scaldavano… sbrinandole di leccate spompanti.

Sì, gelide limonate. Perché questi ragazzi non sapevano dare un bacio caldo come l’ardente vodka servitavi da una di Mosca.

Trattavano le ragazze come delle matriosche. Dando loro solo un’oca al semifreddo.

Fidatevi, rispetto a questi bastardi, preferirò sempre Jeff Goldblum de La mosca. Almeno, è stronzo al massimo della più sexy sua forma.

Sì, erano tutti sparpagliati in qualche festa, brindando alla faccia del mio cioccolatino.

Sì, mi spalmavano d’offese.

Ora, vi racconto una barzelletta non proprio pulitissima che Angelo, ex mio diabolico compagno delle elementari, purtroppo tragicamente deceduto in seguito a un fatale incidente stradale, raccontò alla nostra scolaresca:

un uomo ha un figlio, cioè è padre di un bambino da educare.

Per farlo crescere sano e forte, per insegnargli dapprincipio che la melassa di molti sdolcinati film hollywoodiani e disneyani non corrisponde alla realtà, spesso cinica e desolante, deprimente e piena di quotidiane delusioni sfiancanti, lo indottrina e imbocca immediatamente alla stronzaggine del mondo.

Sì, suo figlio tornò da scuola. Suo padre quel giorno non andò a lavorare e dunque, al rientro del ragazzo a casa, doviziosamente gli preparò il pranzo luculliano e appetitosamente rosolato.

Prima assieme mangiarono degli ottimi spaghetti fumanti, mischiandoli al bis di delicate eppur piccanti penne all’arrabbiata, quindi si strafogarono di bistecche al sangue. Dandoci giù pesante.

Mangiato che ebbero come dei ludri, bevendo e scolandosi due bottiglie di vino, ficcarono nelle loro bocche pure tutta la frutta. Ingozzandosi di pesche, banane, lamponi e cocomeri.

Be’, essendo ancora un periodo scolastico, forse la frutta fresca non deglutirono, più che altro il padre, ruttando e scoreggiando tra un baffo leccato e un tovagliolo macchiato, disse al figlio…

– Cogli donna Rosa quando è matura. Io ho sposato una donna di nome Violetta quando era ancora vergine e m’ha fatto viola, m’ha pelato il culo come un melone.

– Capisco, papà. Sì, ma mamma dove sta?

– A leccare la noce di cocco di un uomo più peloso di una scimmia che non ama però mangiare gli arachidi. Ragazzo mio, gli arachidi, soprattutto se salati, sono buonissimi. Sono come le patate, piacciono a tutti gli uomini. Tranne a quelli che amano prenderlo nel culo. E tu non devi mai fartelo mettere. È chiaro?

Insomma, tua madre sta con King Kong.

– Capisco, papà.

– Comunque, ora dobbiamo digerire. La vita è dura ma ancora tuo padre è forte e non finirà a vivere nella foresta. Quindi, ci pappiamo il dolce.

– Va bene.

– Eccolo qua. Gustatelo tutto, è un dolcissimo profiterole. Ti do due palline. Sì, crescerai e avrai poi due pallone.

– Grazie.

 

Il pargolo afferrò il cucchiaio, non vedendo l’ora di divorare in un sol boccone tutti quei due bignè così farciti di cacao, ripieni di panna montata cremosa.

Sì, il giovane era ancora affamato come un lupo, nonostante avesse già fatto piazza pulita di mezza cucina.

A voglia dopo a lavare i piatti, sarebbero stati cazzi.

– Oddio! Che schifo! – urlò il ragazzo. Vomitando disgustato.

– Bravo. Non è un profiterole, è merda. E tu l’hai già mangiata. Quindi, sai cosa ti aspetterà in questa vita.

– Papà, perché mi hai fatto questo?

– Te l’ho detto. Devi subito comprendere lo schifo, essere pronto perché incontrerai lungo la via della vita, eh già, merde al cui confronto la merda che hai appena rimesso, eh sì, ti sembrerà Nutella di qualità.

 

Nessuno di noi bambini rise alla barzelletta di Angelo.

La maestra, invece, contattò subito suo padre poiché secondo lei il padre era uno stronzo.

– Pronto, è lei il padre di Angelo?

– Sì, perché?

– Domani, l’aspetto.

– Io domani lavoro.

– Me ne sbatto il cazzo, signore. Suo figlio ha recitato davanti a tutta la classe una porcata.

Ora, signore, il ragazzo non può parlare in maniera così sboccata alla sua età. È colpa sua se non ha saputo imboccarlo coi giusti precetti pedagogici. Porti suo figlio a vedere Cenerentola, non gl’insegni certe stronzate senza Fantasia.

– Signora maestra, le posso dire una cosa?

– Mi dica, signore.

– Lei è una merda.

 

Ah ah.

 

Capitolo 2ieri mattina al bar è partita una rissa, per sedare il macello è intervenuto Salvini

Ieri, successe un putiferio.

Parcheggiai la macchina. Al che, attraversai la strada. Sto sempre molto attento prima di attraversare.

Eppure, uno (poi scoprirete che invece era una su una vecchia Uno) svoltò l’angolo senza guardare e stette per investirmi:

– Dio d’un Cristo della madonna puttana di Gesù! Che cazzo fai? Le pare il modo? Per fortuna son dotato di riflessi migliori di Flash Gordon, altrimenti avrei fatto la tua fine. Sì, tu sei un uomo finito. Quanti anni hai? Una trentina? Sì, sei un tipo da Cinema di Avengers. Cioè sei già fottuto.

E quella zoccoletta al tuo fianco chi è?

– Guarda che guidava lei, non io. Non te ne sei accorto? Tu, fantoccio, oltre a dover cambiare gli occhiali, devi andare pure da uno bravo…

– Ah, allora non sai una minchia del mondo. Chi dice donna dice danno. Devi guidare tu la macchina. Non farti scarrozzare da questa succhiacazzi.

Donna al volante, pericolo costante!

– Ma tu sei pure maschilista.

– Sì, tu sei frocio.

– Tu sei malato!

– Anche tu lo sarai dopo che te l’avrò suonate. Ti cureranno al traumatologico.

– Ora, faccia di porco, stai esagerando.

– Tu non sai che cos’è l’esagerazione. La tua ragazza lo sa. Ieri me la sono inculata e ha capito che tu oltre un certo limone, no, limite, non riesci a spingere.

– Adesso sei andato troppo oltre. Troppo, troppo, troppo! Tenetemi fermo!

– Ma che dici, pappagallo? Tieni zitta la bocca, piuttosto. Ricorda la stronzata che mi diceva sempre mio padre. Sei come L’orlando furioso ma non hai la classe di Ariosto, più che altro, nascesti pollo e morirai arrosto! E, dopo che le avrai prese, la tua ragazza mi farà un bocchino in questa fine di caldo agosto!

– Dio mio! Ti spacco, io ti spacco!

 

Volarono calci e pugni, tutti gli avventori del bar s’ammutolirono. Qualche avventore perfino s’avventò. Il barista intervenne per separarci. C’eravamo attaccati come delle ventose. Botte da orbi, piroette da Bruce Lee, pedate nel culo da Bud Spencer, io che tirai i capelli a questo mezzo pelato e lui che cercò di arrabattarsi, forse solo sempre più arrabbiarsi, tra mille schiaffi.

Perfino la sua ragazza, quella che guidò la macchina del cazzo, mi colpì la testa a colpi di borsetta con tanto di sbavato rossetto e i profilattici mal conservati che, dalla sua custodia, schizzarono dappertutto!

La folla andò in visibilio. Una vecchia mezza sorda, con in mano un’Oransoda, non sentì il casino pazzesco ma si divertì da matta/i.

Incitando all’urlo senile di:

– Forza, figli di troia! Datevele sode! Intanto, io ordino pure una Lemonsoda e una Pelmosoda. Spremetevi, avanti, cazzoni!

 

Uno chiamò il numero verde, uno l’ambulanza, un altro la polizia.

Nel frattempo, finii di bere il mio cappuccino e, nel frastuono generale, non pagai lo scontrino.

Sgattaiolando via con il sole del primo mattino già inoltrato nel mio calore da uomo con l’uccello a mezzogiorno che non deve mai dar conto a nessuno.

Soltanto alla ragazza del tipo da me smontato, ragazza cattiva da educare dopo il tramonto. Sì, quella della borsetta.

Infatti, prima di uscire dal locale, raccolsi uno dei profilattici della succitata minzione, no, sopra menzionativi, quindi mi girai verso il ragazzo suonato:

– Ehi, bello, questo stasera lo userò con la tua bella.

 

Nonostante fosse mezzo morto dissanguato, urlò come De Niro/Al Capone alla fine de Gli intoccabili:

– Tu non sei niente! Sei solo chiacchiere e distintivo!

Salvini lo chiuse in manicomio.

 

Capitolo 3i miei genitori mi hanno insegnato che non si conquista il rispetto e la dignità dietro la maschera delle lauree e dei titoli da mettere a brodo

Sì, la mia adolescenza fu funestata da fighetti liceali assai indignitosi. Facendo contenti i genitori, adempiendo ai loro dettami, ogni mattina si presentavano a scuola tutti compunti. E i compiti?

Anche se, a tutt’oggi, nonostante siano laureati, ancora pretendono di voler mettere a posto i miei puntini sulle i.

Ma la finissero. È una marmaglia di porcelli ipocriti. Si fanno commiserare, mentendo a loro stessi, andando in giro a dire che sono poveri e in mutande solo perché quel giorno la scema delle loro frivole socialità animalesche, eh sì, non gliel’ha data. Dunque s’inchinano al pietismo e alla retorica più falsamente sinistroide.

Sì, in seguito alle inculate pazzesche che ricevono, in quei momenti d’abbattimento devastante, leggono tutti i passi migliori di Stalin, quindi accendono Instagram e scrivono a tutte le più grandi fighe, ammonendole neanche se fossero Savonarola:

Ma non vi vergognate? Svergognate! Alla vostra età dovreste studiare, invece che star discinte a posare. Dovete sposarvi. Che cosa lascerete ai posteri?

 

E loro rispondono tutte in cor(p)o: lasceremo fiumi di sborra più del fiume Nilo. Tu invece che lascerai? Questo tuo messaggio altamente denunciabile e perseguibile legalmente?

Sì, davvero, non se ne può più di tutti questi falsi.

Meglio io ché non rinnego di avere cento film pornografici di Jules Jordan.

Se non vi piaccio, mi compro un altro filmetto e poi terrò sempre in gloria questo “pazzo”, Michael Filipowich di Mindhunter 2, il quale sostiene di conoscere sette lingue, in verità non sa parlare nemmeno la sua madrelingua correttamente, cioè praticamente assomiglia a molti di voi.

Millantate di essere artisti, grandi attori, critici d’arte e di Cinema imbattibili ma soprattutto, solo dopo aver letto due post del sito lascimmiapensa.com, pensate di aver capito tutto della vita.

Sì, devo dirvi la verità.

Mi piace romanzare le mie sfortune.

Ma indubbiamente io e John Rambo siamo forse la stessa persona.

Tutti pensano di farci il culo e ridono come matti alle nostre (s)palle.

Con molto ritardo, realizzano che i topolini sono loro.

Credono di averci sepolti vivi con una bombardata d’offese.

Sì, credo di essere sempre stato un puro. Mi commuovo e soffro dinanzi alle sciagure e alle sofferenze altrui.

Così come Rambo che, tornato dalla guerra, apprende che il suo amico è morto di Cancro.

Continua per la sua strada ma qualche arrogante continua a non sopportarlo.

Come sapete, Rocky e Rambo sono i due personaggi più iconici di Sylvester Stallone.

Rocky Balboa e Rambo sono in verità la stessa persona ma non perché a interpretare i rispettivi personaggi sia stato ed è, appunto, Stallone.

Rocky, nonostante i pugni presi, non si arrende mai.

Rambo si è già arreso. È la versione Breaking Bad di quelle tamarrate che a me piacciono.

Sì, perché io sono tamarro. M’è sempre piaciuto andare in giro e fotografare i culi delle ragazze. Però, per molti anni subii i lavaggi mentali e i condizionamenti demagogici di gente salottiera.

Che volete farci?

Volete chiamare il prete?

Be’, diverrà mio amico come quello del cazzo di Vampires.

Sì, la libertà crea joie de vivre, le ideologie, le imposizioni, le ottuse posizioni creano le psicosi.

Non c’eravate ancora arrivati?

di Stefano Falotico

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Le donne che amano Pretty Woman non hanno Fantasia


19 Mar

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Sì, vi devo raccontare questa. Facevo la prima o la seconda media e, se sapete che sono dell’anno 1979, capirete che non mento. Ah, forse era la terza. Fatto sta che, nel 1990, la mia insegnante di Musica, tale Ferri, donna ferrea quanto frustrata, consigliò a noi studenti di andare a vedere il film Fantasia, sì, il classico del 1940 restaurato per l’occasione, che è a mio avviso un film troppo adulto per i bambini, anche per dei puberali sciocchini, e un film troppo noioso per gli adulti che sognano solo una mignotta. Andai al cinema con mio padre, io mi ripresi solo quando Topolino balla con le scope, una scena cult giustamente passata alla Storia. Per il resto, solo musica classica che ha poco a che vedere con la Disney. Una palla tremenda.

C’erano anche delle mie amichette, delle mezze zotiche. Durante l’intervallo, uscimmo dalla sala e udimmo dei suoni “pruriginosi” provenire dalla sala attigua. Sì, ci permettemmo di entrare di soppiatto e sbirciare quello che stavano programmando. Era l’abominevole Pretty Woman. Al che le mie amiche decisero di restare a vederlo, anche se era già a metà. Io, già allora, compresi che l’universo femminile poco mi apparteneva.

Sì, le donne sono topoline quasi tutte sceme che sognano il Principe Azzurro, cioè Richard Gere di allora. Adesso, è un attore serio. Anche in Cotton Club, che era precedente, e nei suoi esordi lo era. Poi capì che attizzava e si sputtanò per un bel po’.

Sì, le donne parlano tanto di cose “nobili” ma, se devono scegliere fra un uomo colto senza soldi e un buzzurro pieno di grana, scelgono Gere, col dubbio se farsi una seratina con Patrick Swayze di Ghost.

Vogliono la parità sessuale e nel giorno della loro “festa” vanno a vedere gli spogliarelli. Non si lamentassero se Terry Gilliam sostiene che se le vanno a cercare…

Comunque sia, quelle mie amiche adesso credo che siano sposate con tipi, anzi topi, che adorano rivedere i film di Jerry Calà.

Ho detto tutto…

Alla faccia delle tope e dei topos. Non sono luoghi comuni i miei, son luoghi che sanno come scopare a terra.

 

di Stefano Falotico

Le mie grotte sono più belle delle vostre gote


30 Nov

Film Title: Le Labrinthe de Pan

 

Sì, bisogna vivere nello spelonche e non grattarsi troppo le anche. Solo così ci può girar i pollici, cambiando il proprio giudizio sul mondo, recensendolo su o giù a seconda dell’umore.

Vengo spesso atterrito dalle persone troppo ridenti. Ridono sempre e, in questo scostumato ridere, poco alla verità addivengono. Qualcuno disse che solo nella noia si può essere obiettivi e lucidi, perché liberi da infingimenti, solo quando il nostro cervello non è oberato da pensieri angoscianti, quando la nostra anima non è preda delle piccinerie e non è schiava dei luoghi comuni, può adoperarsi affinché le più brillanti idee liberamente fluiscano.

Molti non sono dei fanatici della noia. Io ne sono un “patito”. Mentre i detrattori di questo sentimento “ozioso” la vituperano perché la ritengono responsabile del male che la nostra società attanaglia.

Quante volte leggiamo sui giornali che degli atti esecrabili sono nati e partoriti dalla noia. Niente di più falso. Se qualcuno ha commesso qualcosa che è andato oltre… non lo si può imputare alla sua noia, ma alle bacate traiettorie mentali del suo cervello fritto.

Nella noia invece io ho trovato giovamento, sciogliendomi in elevazioni poetiche che solo l’apparente monotonia di questo “tedio” poteva darmi. E ne gioisco ogni giorno, ringraziando la bizzarria di un’apatia che non è affatto letargica, ma s’invigorisce del profondo mio inconscio disinibito che vaga armonico nel tempo mio immanente. In questa connatura beltà dell’animo gaudente, di forti emozioni risplendo e poco nella società mi spendo, non vado neanche a far la spesa. Molta gente invece tutto soppesa ed è sempre così restia a denudarsi del suo puro io, mascherandosi dietro le stesse etichette che essa stessa crea nel sovrapprezzo che attribuisce al suo stimarsi oltre i propri reali meriti. Sì, molta gente vive di una realtà che pensa sia l’unica possibile e attraverso questo sguardo, in verità distorto, dalla veridicità di sé stessa si distoglie, abdicando al valore non tanto che dà quanto al valore per cui si danna. Che danni. Ah, meglio i daini.

 

Bene, dico a un uomo, invitandolo a sedersi per discutere “noiosamente”.

 

– Si segga o, se preferisce, si sieda.

– Non ho capito. Dovrei sedermi?

– Sì, s’insedi.

– Insediarmi dove?

– Prenda possesso della sedia. Non si sedi, su, metta giù il sederino. Insomma, si metta a sedere.

– No, non mi siedo.

– Vorrebbe sedarsi, per piacere?

– No, non mi sedo.

– Allora, la “insedio” io.

 

Sì, ridete di vere gote. Il mondo si divide fra chi è ricco di famiglia come i Getty e chi aveva un padre arricchito come Gotti. Di mio, posso dire che sono un ricco povero. Ricco nell’anima e povero in canna. Ci sono anche i poveri in canne. Sì, quelli che a Bologna le fumano in Piazza Verdi. E, a proposito di Verdi, speriamo faccia goal contro il Cagliari, domenica prossima. Ciò mi renderà felice nonostante rimarrò al verde. So che sono una brava persona che non passa mai col rosso.

Ah, stasera ho visto uno che portava a spasso un cane. Non vestiva Armani e mi pareva però armeno.

Ah, ci sono quelli derisori ché sono persone irrisorie, e ci sono anche i risotti.

Il risotto va cucinato ai funghi e mangiato con le mani per potersi leccare le unghie. Attenti a quelli velenosi. Spuntano sempre nell’erbaccia cattiva di un mondo che non ha di meglio da fare se non mangiarti.

Come scrissi qualche giorno fa, son pieno di fauna intestinale. Come? Avrei dovuto scrivere flora? Ma sì, che Flora sia florida. Mi lasci ribollire di mie faune. Adesso vado a vedere Il labirinto del fauno.

Non ho le corna di capra o di caprino e non voglio essere DiCaprio, ma ho quelle in testa e amai una donna di Capri, essendo satiro che un po’ se “la” tira.

 

di Stefano Falotico

Topi, evviva Fantasia!


12 Oct

Non voglio generalizzare sulla società odierna ma il tasso di porcile si è elevato, insomma, ci son sempre meno persone elevate ma constato, al mio trafitto costato, che quasi tutti pensan solo alle crostate di m(i)ele. Le donne non son da meno in quanto a sboccate, di rose bocch(inar)e. Sì, non generalizziamo. Ci sono anche persone educate e col(i)te, come si suol dire.
Dalla mia esperienza, però, posso riconoscere che il mondo è assai peggiorato.
Adesso, i volgari son la maggioranza. E non parlo solo degli uomini.
Anche delle donne. Mi sparano addosso delle porcate tremende appena il mio (mal)occhio cade ove deve andar lo sguardo. Lei sta in guardia, in giarrettiera e mi dà la sua sberla, ficcandomi nella rete di palle in buca. A me non piace quando piaci a una donna e si pone in modo così impudico e sfrontato, mi crea disagio, enormi scompensi psico-fisci ed entro in agitazione. Si chiama dolore ai coglioni su di lei ficcante, non dentro di lei avviluppato ma inculato, lei, che mi ha appena dato del coglione. Ma ho quello di scorta e, comunque, curerò il coglione ammaccato, per colpa del mio sfacciato ammiccarle, andando dal carrozzaio. Ove il mio attrezzo sarà rimesso in piedi e di nuovo in gamba. Da cui le donne e le lor gambe, lo sgambetto e Gamba di Legno.

Questa è una cagata. E ricordate: quando si caga, mie merde, leggete sulla tazza dei cessi, che siete, Topolino. Evviva (la) Fantasia!

Scandal, il caso The Canyons


11 Aug

Lo scandalo del prossimo an(n)o. Preferisco i miei sandali, anche se non sono Passion nel peplum alla Mel Gibson ma Mad Max però di “saldatore” alle troie e ai loro tori, in quanto “interceptor”

Fratelli della congrega, ivi riuniti in triste meditazione che però ci sarà saggezza al fin di divenire oltre tal sciocchezza ch’è la società “contemporanea”.

La predica di codesto dì è questa qui, intitolata così…

Non piangere sul latte versato, noi versiamo il canone della Rai, ma siam vessati dalle “verghe” di tal taglientissimo, agghiacciante verismo odierno alla Giovanni Verga, ove i fratelli s’accoltellan’ e anche Mascagni vien trattato da ca(g)nino!

Guardate il Maestro! Fatevi schifo se non scagliaste la prima pietra! V’impietrirono per colpa di San Pietro. Cazzo!
Un farabutto, lo fu, lo sei… Io la so…! Pietro andava a puttane e ora ha la “chiave” del Paradiso. Aveva ragione Lucifero a farsi i cazzi suoi! Pietro imbrogliò di atti apostolici come in Parlamento! A Chigi ci vuol questo “servigio”, il saltimbanco tra la Carfagna “infognata” e Monti a novanta!
Per an(n)i il “Cinema” italiano è stato porco. Con Tinto Brass a spacciarsi per cineasta. E ora ben gli stan le nostre aste a canestro del suo culooo!
Canaste, canaglie, noi siam vampiri e non c’abbattere con l’aglio. Che vuoi tagliare? Ecco il rastrello al tuo asino che raglia!
Ecco cosa merita Stefania Sandrelli!  Un eBay su miei colpi al “buio”.

Perfino il calvo calvinista sceneggiatore di Scorsese, Paul…, s’è corrotto nell’hardcore “ludico”.
Prima era morale, ora è voyeur dei rapporti orali, completi e appunto anali! The Canyons!

Mi accorgo, a malincuore, che le mie rivelazioni si sono profetizzate. Il Mondo di oggi è l’ebetudine fatta a stampo degli stolti, perfino Paul Schrader appunto si è dato al porno con James Deen. Mi tengo tutta la mia “gioventù bruciata”. Il resto mi sembra una rehab da Lindsay Lohan.
Zoccola!

Sono il cane Rin Tin Tin che abbaia alle top(ai)e, perdindirindina! Basta con queste biondine! Tu sei il perdente! E ti faccio… imbrunire a calante, non “colante”, su collare nel tramonto di montarti!
E pagherai con tanto di frantumati denti! Ecco il demented!

Questa società, sì, ha rotto le palle. Va spappolata! Ecco il “mascellone” deragliato!

Arrivata la botta? Com’è? Tremenda? Una “Figata!”. No, te lo ficco e ti spacco pure la faccia da “figo”.

Mi tengo il vero Dean, non questi puttanieri per le ragazzine e le milf.

Dunque, vaffanculo!

Sono un Taxi Driver, il resto mi par una boiata!

Ah ah, le donne non voglion esser carne da macello e si “pentono” nelle clausure. Ma se non la danno in fretta e “furia”, gli uccelli si stancano e poi van solo a mangiare carne d’agnello ordinata alla macelleria.
Sì, a Est ti castrano, i castrati sono a sud fra piedi sudati, tua sorella è sorca, a Nord ci son le scandinave e, scardinando il ghiacciaio, tuo fratello si droga ad Amsterdam sballato.
Io sono il bastardo e bastian contrario nel “bastone”. Io alle tue “a bestia” preferisco dartele di resti.
In quanto i cani arresto, di rustico mangio alla rosticceria.
Altro che dolcetto!

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