Posts Tagged ‘Essi vivono’

Silvio Berlusconi ha mai visto Essi vivono? Ah no? Meglio essere un vagabondo che uno di questi


04 Aug

Roddy Piper Essi vivono

Sì, vago ombroso come Roddy Piper, con la mia bella, insormontabile, insopprimibile faccia di culo che adocchia la gente a passeggio e sbircia tra le facce da morti. Persone già prosciugate nell’animo in un cammino che puzza di putrescenza.

E mi permetto, senza dare nell’occhio, di prendere per il culo chiunque voglia fare il furbetto, zampettando d’iridi dapprima mansuete e poi luciferine, schiantando la gente con lo sguardo, da vero uomo lupo che oramai ha paura solo di poter pisciare storto e sporcarmi le scarpe.

Stamattina, dopo una nottata in cui, posso tranquillizzarvi, ho sognato spiagge desertiche, un mare limpido e promontori rocciosi sui quali, appollaiato, accarezzavo i gabbiani, dicendo loro di fottere con ottimi uccellini, ho bevuto un morbido caffè cremoso alla pasticceria di Borgo Panigale. Ah ah.

E una super racchia palindroma e obesa ha impiegato un quarto d’ora a “miscelarmelo” perché era troppo impegnata a pensare allo zucchero che, questa sera, il ragazzo ritardato le “verserà” addosso.

Proprio una stella.

 

E non mi cambia manco Cristo.
Questo è, sono, pigliatevelo!

E canto ad alto volume la mia canzone preferita.

Vi piace Eddie Vedder? Ma basta con ’sto melanconico mezzo frocio!38442288_10211805873645154_3899597569080164352_n

 

di Stefano Falotico

Mujaheddin, nel bel mezzo della tormenta, giunse fra gli uomini finalmente un uomo con la mente, miei dementi, aprite gli occhi, tonti


30 Jun

They Live

Maria+Sharapova+2018+French+Open+Day+Five+fgtEKpuP97jl

Sì, è arrivata l’Estate e voi, anziché scrivere una poesia ermetica, vi specchiate per la prova costume. Ossessionati come siete, sempre, dall’apparenza più vanesia. Ma io vi dico che state putrefacendo, siete ischeletriti in un edonismo raccapricciante.

I ciechi siete voi. Sinceramente, se vedo il culo della Sharapova, qualcosa si alza e si eleva, in un “dritto” che rovescia ogni match. E le rifilo un “fendente” micidiale nel tiebreak di altro tiro… un po’ freak.

Sì, adesso abbiamo in radio un altro che impazza. Cesare Cremonini. Scusate, ma è di Cremona, questo qui? Sì, un cremonino, un cremonese, un cremino che io lecco di sera dopo le “patate” al forno.

No, è di Bologna, la città per antonomasia dei borghesi con la moscia. Socmel!

 

Adesso se n’è saltato fuori con un’altra cagata micidiale: KashmirKashmir.

Ve lo ricordate Rambo IIIDedicato al valoroso popolo afgano?

Ora, che cazzo ne poteva sapere lo Stallone italiano dell’Afghanistan?

 

Io sono reduce da molte cose, cari duci. E detto legge.

A proposito di Africa, vi ricordate la canzone di Shakira dei mondiali del 2010? Waka Waka…

A Shakira andrebbe fatto un bel lavoro di spingimento. E “riempimento”.

 

Tornando a Maria, gliela diamo una botta? Gratia plena, Dominus tecum. Et benedictus fructus ventris tui.

Con me potete andare sul velluto. D’altronde, sono un uomo di pregiatissima fibra. Sì, indosso il cashmere.

Ora, domanda per tutti i tonti: qual è la differenza fra un casimiro e un Casemiro?

Per avere il casimiro, bastano un centinaio di Euro, per avere Casemiro bisogna essere il presidente del Real Madrid.

 

Adesso, vi saluto.

 

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di Stefano Falotico

I sogni sono sempre folli, evviva il sogno pazzo – Essi vivono, sì, di che?


22 Nov

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Sì, per tutta la mia vita, da savio peccatore, in quanto uomo errante che erra ed, erronea-mente, non rinsavisce, ho inseguito gli attimi, quel piacere poco condivisibile del godere dei propri istanti, nella solitudine mansueta dell’irriverente, anche irruente, fruirne senza dover dar conto a chicchessia, tanto meno alla Chiesa, ah ah, di tal godimento.

Per molta gente, invece, è estremamente importante, necessaria come un comandamento ineludibile, la cosiddetta socialità. Se ne beano, vivono di vanità, si fan belli se gli altri dicon loro che sono belli e, in questa finta bellezza, poiché solo specchio di sguardi che falsamente, in modo terribilmente ruffiano, si compiacciono e si leccano, avanzano nel loro poltrire. Il porcile, che da sempre intellettuali e poeti hanno combattuto con l’arma “innocua” del loro invece pretendere dalla vita altro. E non attenersi, per nessun “razionale” motivo, all’andazzo collettivo in cui quasi tutti sfoggiano e millantano talenti che, personalmente, non vedo né voglio vedere. Oggi, siamo invasi dagli esibizionisti, quelli che possiedono anime miserande, e invece espongono, di “bel” e spesso artefatto mostrare poverissimo, le loro presunte qualità. Di seduttori, di “virili” uomini con gli occhi ammalati di sesso, un sesso gridato in faccia attraverso espressioni allusive, che dovrebbero indurre le donne a eccitarsi. Ma molte donne cascano in questa trappola e forse l’asserviscono in totale nudità della loro pochezza. Ci sono quelle che vanno a vedere un film solo se c’è il macho di turno che possa distrarle, per due “sane” orette, dalle loro frustrazioni quotidiane, sognando con lui un’orgetta, ah ah. E in questa proiezione stolta dei loro desideri inconfessabili, addivengono, eccome se vengono…, ah ah, a piaceri artificialmente vuoti, frustrandosi ancor di più, ben coscienti che, finito l’attimo “abbagliante”, torneranno alle loro vite di panni da stirare, di tortellini con la panna e delle loro emozioni in panne. Ma a quanto pare questo girotondo pedissequo, interminabile d’illusioni e sogni di cartapesta, di carne lor pestata, umiliata, ripudiata e squallidamente osannata in modo profano, offensivo alle loro anime, oserei dire contro tal triste osé, le allev(i)a in un “amabile” amar la vita. Sì, sono quelle che oggigiorno su Facebook, a ogni santa e non sana ora, ci tengono a riferirci dei loro “oroscopi”, delle loro scopate e di come abbian “sgobbato” per raggiungere il risultato “maestoso” di Mi Piace alle loro foto isteriche da compulsive dell’effimero, delle vogliettine vanesie più mercificate alla morbosa curiosità di altrettanti idioti che le assecondano, vengono… incontro ai loro reumatismi esistenziali, in un’apoteosi del cattivo gusto, del ribaltamento di ogni valore, della fatua ricerca dei famosi minuti di celebrità. Onnivori tutti quanti delle cazzate, a cantar di tutto coro canzonette melodiche buone a fustigarli ancor di più nei soliti patetici ritornelli di esistenze infelici e sciagurate. Sono quelli/e che fanno invece contenti gli psicologi, che rifilano loro pasticche e tranquillanti, per tranquillizzarli probabilmente dall’imbarazzante, inconcepibile, abietta idiozia che domina le loro anime da tempo corrotte, contraffatte, immolate a un tira e molla perpetuo di non saper in effetti cosa davvero vogliano, una recita insostenibile fatta di grida, di chiassoso lor inseguire, appunto, soltanto il piacere plastificato, disadorno di ogni pura, vivaddio, imperfetta bellezza, in senso (a)lato e non, di farsi piacere nel (dis)farsi della propria dignità, svendendola a chi maggiormente accontenterà i loro agrodolci, tetri, osceni capricci.

Io posso affermare che mi stufai fin dapprincipio, in tempi non sospetti, di questo porcile, di questi agghiaccianti “baciamani” ove tutti sono amici di tutti e invece non sono amici neanche di sé stessi.

Ma che dire? Per questa mia intransigenza, per questa mia inalienabile, “alienatissima” integrità morale, fui tacciato dei peggiori appellativi, apostrofato e deriso come matto di turno o peggio additato come sognatore ingenuo. Sì, in una società così superficiale, in cui tutti parlano, mormorano, si “sciolgono” nei pettegolezzi più atroci e mendaci, son io quello fallace, che falla cioè senza fallo, farfalline e senza le loro (due) palle, il coglione da coprire delle più cattive ingiurie, da insultare, sia mai, però da dietro, perché il confronto diretto spaventa i piccoli borghesi che, si sa, vivono invece di chiacchiere, di frivolezza e logorree ipocrite, di diarreici lor mal di pancia imperterriti e ostinati da “digerire” con la burla sadica, con lo sfottò sciocchino, con le torte in faccia e il piacere “altissimo”, eh già, di attaccare il prossimo per star più tranquilli dinanzi alle proprie certezze marcescenti, anzi, nelle ovvietà marcianti, nel pregiudizio più cretino e ottuso marchianti.

Indispettisco per questo mio atteggiamento e chi pensa male di me dice che io non so amare. Eh sì, sono io quello che non sa amare, invece loro amano. Sì, le stronzate. Sì, ho allontanato quasi tutti, parenti e non, dalla mia vita. Semplicemente perché, se devo condividere le mie emozioni con chi si sbellica dinanzi a un immondo varietà di culi e tette, preferirò sempre i miei sogni “intoccabili” da “eremita”, del mio illusorio, si capisce, “utopico”, da topo, ah ah, battermi per non immiserirmi nella bruttura, mascherata purtroppo da bellezza, di questo “adatto” scendere a patti, anche a patte, eh eh, alle logiche massificatrici, al consumismo perfino della propria pelle dell’anima.

Con sincera condoglianza,

firmato un uomo che gode immensamente della sua “follia”, lontano da questa pazza folla.

 

di Stefano Falotico

La pace del Papa Re, cioè me, contro i papponi rei, cioè i They Live


15 Sep

Ecco, oggi ho sparso nel net la mia notizia su De Niro nel film su Edgardo Mortara, avendola appresa da THR e subito, nelle mie elucubrazioni inventive, rielaborata di mie parole. Le mie parole sono perle e voi dovete ringraziare un Papa come me che, ascetico, estraniatosi da anni da una realtà miserrima e cinica, “coltiva” le sue unghie con inevitabile sex appeal che non lo dà neanche mor(t)o, tendente al cast(an)o. Ridere, ridere, trombate, fratelli della congrega. Io, in an(n)i lontani, sverginai la mia proboscide “inoculandola” là ove il “lilla” florido si aprì al mio organo “sonante”, armonioso di ero(t)ica armonica. Che musica quando liscio, vellutatamente “oleoso”, in “ella” ficcò con piacevole, “brillante” scodinzolio di “acque” germoglianti al mio candore, allora, rubato. Divenne rubino e, incandescente, fu in quel tempo mio da peccatore che ebbi l’illuminazione rosea. La vita, “apertasi” alla magnificenza del mio caloroso ardore, mi fece comprendere che la mia (s)figa sarebbe stata altra. E giammai più scopai, rimanendo vergine nonostante più non lo fossi. Studiate a memoria questi miei passi “pudici” quando soffrirete “pene” dell’inferno e Tom Hanks non girerà più stronzate con Ron Howard, meditando sulla sua e vostra vecchiaia da “buoni” James Stewart perché condannati al miglio verde. In quei momenti di senile disperazione, rimuginerete sul vostro passato e capirete quanto gravemente sbagliaste la vostra esistenza. Sì, v’adattaste per “cheto” vivere alla noia dei giorni impiegatizi, piegandovi al padrone nazista che volle il vostro “ebreo” lavoratore “duro”, rammollendo la vostra vita(lità) dietro una scrivania di ufficio e cappuccino “zuccherato” nelle prese pel culo alla collega scosciata sul (di)vano della vostra mediocrità. Allora, quando capirete che “istruiste” i vostri figli alla vita casina, casino e lavoro, verrete da me in adorazione del mio san(t)o di mente, e gioirete, anche se tardivamente, della mia e vostra capacità di aver capito il tutto.

E ricordate: la vita degli uomini “normali” è un lutto, e io sono oggi lupo, domani cupo, e più avanti nel tuo cu(cu)lo. Sappiatelo quando verrà il giorno…

di Stefano Falotico

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Jess (Ashlyn Sanchez, left), her father Julian (John Leguizamo) and Elliot (Mark Wahlberg) watch the latest news about a widening crisis. Photo credit: Zade Rosenthal

Jess (Ashlyn Sanchez, left), her father Julian (John Leguizamo) and Elliot (Mark Wahlberg) watch the latest news about a widening crisis.
Photo credit: Zade Rosenthal

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Federico Frusciante vs Falotico Stefano alla Clint Eastwood


12 Aug

Le avventure di Clint Eastwood che si avventurò nella videoteca “Videodrome” di Federico Frusciante, scovando i lupi in compagnia di Carpenter

Su Facebook, appare un’immagine dal “nulla”. Sedda e Frusciante “a braccetto” nella videoteca gestita con far “mitomane” da Federico.
La foto è inequivocabile, allarmante, “segnaletica”. Tanto da risvegliare Callaghan dal suo letargo pesante.

http://www.geniuspop.com/blog/index.php/2013/08/federico-videodrome-frusciante-e-francesco-sedda-uomini-non-da-caffettino-segafredo/

Tale foto è incontrovertibile, d’adocchiar per non prender più sonno… e da dedicarle una descrizione secca come il Cinema del Clint.

“Ri-tagliando” i due characters “con l’accetta”, come si suol dire quando non si approfondiscono le sfumature psicologiche dei protagonisti.

Già. Qui assistiamo a due irriducibili cinefili con tendenza incurabile al nerd. Eppure hanno il loro effetto. Uno floreale, l’altro cupo su barba carismatica di sex appeal in jeans secchi.

Il pomeriggio è tardo, il Clint non domo si sveglia dal dormicchiarla. Si reca in quel della Stazione Centrale e ordina una Freccia per recarsi in quel di Livorno.
Arrivo previsto prima dell’orario di chiusura. Previo ritardo, dovuto al freno a mano di una vecchia nello scompartimento “Malinconie a vapore della senile senza più sedile posteriore di quando godevo senza santini a consolazione”, Clint scende dal treno, chiede informazioni in merito al luogo “maledetto” ove, durante i giorni feriali, Frusciante staziona anche di videorecensioni un po’ nel tirarsela.
Ferma una tizia sulla quarantina con tettone da toscanaccia alla “Maremma maiala!”. Lei spalanca gli occhi, Clint “sgrana” il fucile dell’occhiolino e lei la spara fredda. “imbracciando” qualcosa d’indecifrabile che non rispetta l’italiano:

“La giri a sinistra, la vada in vetta alla strada e la si ritroverà in capo”.

Clint non capisce un cazzo di questo semi-dialetto “dantesco” sciacquato nell’Arno, ma si arrangia lo stesso, mangia un “paninaro” figlio di Pupo e, alla fine, scruta da lontano la scritta lampeggiante un “Videodrome” allucinante.
Luci al neon sì… nella penombra del primo tramonto livornese.

Con passo felpato, Clint molla un ceffone a un ragazzo deficiente già sul “claudicante” di cervello malandato, manda un bacino a una squinzia del baretto lì limitrofo “I toscani aman l’ano e fan baccano con Gianna Nannini”, quindi bussa alla porta.
Ad accoglierlo, di “spioncino”, Federico. Che pronuncia un “Non accogliamo emuli di Eastwood, mio fascista, torni fra i militari”.

Il Clint, provocato, sferra un calcio imprevisto, Frusciante cade a terra frastornato, l’amico Sedda prova a sedar Eastwood “infuocato”.
E, nel parapiglia generale, spunta un tenente dalla volante lì appostata, punta l’arma assieme a un carabiniere a la butta in barzelletta, urlando:

“Evviva Schwarzenegger! Ha capito tutto. Noi rispettosi della Legge, noi di moral guidance ma, in quest’Italietta, mancan i soldi, Dio d’un Giuda ladro!”.

Il Clint dice “Bravo…”, Frusciante riprende in mano Atto di forza e scatta l’applauso.

Genius-Pop

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