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Faccia di bronzo e da culo


19 Oct

Quando la “recensione” di una facciadibronzo.net diventa il suo stesso suicidio che voleva “censurare” una vita, leggete quanto segue, assolutamente…

Linkandohttp://facciadibronzo.net/escape-plan-fuga-dallinferno-recensione/
Cercherà di querelarmi ma oramai i giochi del matto son fatti. E credo non se la svignerà dal “risarcimento” improrogabile alla sua anima.
Nessun atto probatorio da falsa coscienza, cocco.

A prescindere dal contenuto ortograficamente pedestre, che riporto integralmente di “orrori” prima che li possa correggere, direi che ha descritto molto bene la fine “carceraria” che un criminale di tali proporzioni si è “volenterosamente” (ri)cercato.

Parole testuali del suo “testamento”, leggiamo lo psicopatico…

Giunti a questo punto bisogna che raccogliamo il coraggio e guardiamo in faccia la realtà. Questa ossessione per il revival dell’action anni ’80 poggia su un travisamento grosso come Stallone e Scwharzenegger messi insieme: quei film non erano fatti così, non erano come Escape Plan. Bisogna finirla con questa falsificazione. Escape Plan se mai era l’action delle retrovie, quello di Steven Seagal. Ma Sly e Schwarzy giocavano in serie a, ed era tutta un’altra storia. Rocky, Rambo, Predator, persino Commando. Mi dite cosa c’entrano con questo film? In secondo luogo, anche se mirassero a replicare il meglio di quella scuola, sarebbe comunque uno sbaglio.
Finché sulla piazza c’erano solo i vari Expendables, simpatiche cene di classe con quintali di ammiccamenti meta-testuali e ironici, potevamo raccontarci che ricreare l’action anni ’80 con tutti i suoi dinosauri come in una sorta di Jurassic Park fosse ancora possibile, bastava decidere di fare sul serio e di non riposare solo sull’effetto “all stars”. Quante volte ce lo siamo detto. Ma ora la verità è venuta a galla, come un indesiderabile allegato a questo primo, esclusivo sodalizio tra Stallone e Schwarzenegger: Il passato bisogna lasciarlo andare, prima che distrugga tutto quello che resta del mito.
A questo giro, infatti, dobbiamo accontentarci di un’idea interessante e piena di potenziale (il genio della fuga che per lavoro si fa rinchiudere per testare la sicurezza delle carceri) declinata da uno script serio ma anche meccanico e anonimo, e dalla costante e incredibile perdita di smalto dei due titani protagonisti, accettando un (l’apostrofo manca m accento nel mettertelo io e ti accendo) altra verità scomoda: il carisma lo si può smarrire, può rimanere ostaggio dei grandi film che hai fatto, non è detto che ti segua sempre come un’ombra.
Non si può pensare altrimenti, quando vedi Sly e Schwarzy che per un’ora e quaranta inseguono una battuta o una scena degna di nota senza mai arrivare ad afferrarle. Questo per loro non può che essere un degrado, e bello tosto. Dovremmo farci cadere le mascelle in preda allo stupore solo perché una roba simile non si vedeva da un bel pezzo? Ma il fatto è che nessuno dubitava che fosse ancora possibile farla, si dubitava se mai che fosse ancora il caso. Dubbio fondato. Ogni tanto sarebbe anche salutare stare al passo coi tempi.
Escape Plan è solo un film d’azione noiosamente orizzontale, in cui l’azione stessa è tutto ciò che c’è da sapere e da vedere, ed è tutto ciò di cui i personaggi parlano. Un interminabile gioco a rimpiattino tra i carcerati e il direttore che non ha la minima idea di come alzare la posta in gioco o somministrare un sano livello di stress allo spettatore, disseminando il tutto di personaggi senza vita o segni particolari. Sul piatto rimangono un paio di trovate e un paio di gag riuscite, nonché un momento di folle over-acting in cui a Schwarzy si riaccende lo sguardo spiritato da bocciatura istantanea all’Actor’s Studio dei bei tempi andati. Ma è solo un momento.
Ma non vuol dire che i due ragazzoni siano da buttare, affatto. Grazie a Dio, Escape Plan è un buco nell’acqua che ha qualcosa da insegnare. Stallone potrebbe fare altri mille Copland (se lo scrivessi staccato come le tue palle, sarebbe un dovere morale), Schwarzy ha la faccia e l’età giusta per rimpiazzare Clint Eastwood in qualunque Gran Torino (quello che avrebbe potuto essere The Last Stand). Il carisma è ancora sotto la brace, ma va riattizzato, e le alternative sono poche, la scelta è obbligata, quindi facile. Qualunque altro tentativo nella direzione di Escape Plan sarebbe inutile. Come ci ricorda il volto ormai compromesso di Stallone, nella migliore delle ipotesi l’action vecchio stile non può ringiovanire, al massimo gli si può iniettare un po’ di botox. Ma, ovviamente, non è la stessa cosa.
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No, infatti non ci saranno commenti, solo silenzio…
E, fra l’altro, Clint Eastwood di Gran Torino sono io. Beccati il tuo Schwarzy ammaccato, nazi-fascista.
L’imbecille di cui parliamo si è “citato”, dimenticando la brutta storia.
Stallone di Cop Land…
Sì, nel “bel” mezzo del suo porcile, pensa di trovare il “tonto” da prender a pedate nel popò, da zittire e invece di buon mattino udì il (rin)tocco…
Poi, pensava di prendere in ostaggio una “bambina” e trovò la bambina trasformarsi in Schwarzy di Commando.

Per la vergogna traslocò, in tribunale confessò falsa testimonianza ma, per colpa, di una sua missiva “recidiva”, un boomerang gli è già missile nelle “palle”.

Ciao, salutami il Diavolo. Anche se l’hai già incontrato. Era quello che trattavi da “angioletto”.

P.S.: non puoi proprio fare, non solo le tue puttane, ma anche un beneamato cazzo.
Basta un’altra mossa sbagliata, “terrorista”, e neppure la condizionale…

Sono cattivo? No, mi chiamano il Buono… E, se fossi stato in tal deficiente, non mi sarei mai messo contro uno con una voce migliore di Ferruccio Amendola…

  1. Sorvegliato speciale (1989)
  2. Terminator 2 – Il giorno del giudizio (1991)
  3. Gran Torino (2008)
  4. All’ultimo pugno (2013)
    Peter Segal ha promesso finali alternativi.
    Lui non arriverà neanche al primo secondo della visione.

 

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