Prima parte simile al film Harry a pezzi di Woody Allen
Le donne mi piacciono sconfinatamente. Non le resisto, sebbene spesso tentenni e desista dal concupirle.
Sì, sono bombardato di richieste d’appuntamenti. Sono pieno di pretendenti senza precedenti ma, stringi stringi, in poche il mio lo stringono, oserei dire lo stingono. Resto un ripetente.
In quanto, no, non sono estinto, ho ben vivo in me quel sano istinto ma a dir il vero, eh sì, poche mi pigliano. Cosicché non le tingo.
Sì, sia nel senso che, giunto al dunque, molte mi rifiutano dopo avermi mal fiutato, ah, malfidate, altre invece non mi prendono.
Che è la stessa cosa, ah ah. Lasciamo stare i significati metaforici. Con molte passo col rosso semaforo, sì, azzardo troppo e ricevo da codeste delle salate multe.
Sì, dopo mesi di corteggiamenti degni del Leopardi elevato alla massima potenza, ah Giacomo, uno che poco concretamente lo elevò dentro la sua Silvia, spingo eccessivamente. Loro si turbano, rimangono scioccate dalla mia avance inopportuna, giunta dopo un lungo periodo di mio dolcissimo Sturm und Drang romanticissimo, perciò… spiazzate da questo mio esser stato loro troppo diretto e infuocato, non rendono ritto il mio salato ma io non m’arrendo, non arretro poiché alcune donne hanno dei didietro su cui, detta in maniera naturale e spontanea, va spinto… Dinanzi alle loro inculate, anzi, ancor più m’infervoro e insisto.
Sinceramente, dopo tre no netti dettimi da loro, portimi anche sotto i portici, luogo buio ove voi porci attentate alle castità di quelle che più pudiche se le auto-oscurano, perdo ogni mia sicumera ma state scure, no, sicure che tornerò in sella. In quanto sono cavallo pazzo che, appena vede, Cristina Quaranta… parte a razzo, soprattutto a cazzo, la vorrebbe mettere a novanta. E montarla come iddio barbaro comanda.
Sì, conosco le attrici più belle del mondo, non me ne sfugge una. Ma poi mi passa la fissa.
Svolto altrove dopo aver preso botte… solo in testa.
Cristina Quaranta, invece, è il mio chiodo fisso da quando avevo tredici anni.
Cristina, invecchiando, diventa sempre più bona. È una figona esagerata. Tenetemi fermo, mi ci vuole il tranquillante, datemi la borsa del ghiaccio, la febbre sta salendo a quarantadue.
Sì, non oso immaginare se, anziché avere una sola Quaranta, ne avessi due. Due Cristine clonate.
Ecco, già pazzo di lei sono. Se facessi all’amore con due Quaranta, potete scommetterci… già odio quella piccolo-borghese di Emma Marrone, figurarsi dopo quest’amplesso doppio.
Il paradiso (non) esiste, eccome.
Sì, però poi, durante il giudizio universale, immagino la situazione.
Dio chiama a raccolta tutti i peccatori. Dopo aver aspettato 24h, così come avviene davanti alle casse della Coop il sabato pomeriggio, mi presenta il coito, no, il conto:
– Signor Falotico. Paga col Bancomat o all’inferno? Ce l’ha i soldi per la cauzione? Sa, io sono intransigente su certe cosce, no, cose.
Un uomo cristiano non può fare l’amore con due donne allo stesso tempo. Figurarsi se può farlo con due uguali. Dico, come osò di tanto osé? Ah, cazzo, dire che mi ero raccomandato con Mosè.
.- Mi perdoni, padreterno, perché ho peccato.
– Io non perdono proprio un cazzo di niente. Angeli secondini, cherubini, prendete questo Jovanotti, no, tale giovanotto e ficcatelo tra le fiamme perpetue.
Ora, per piacere, chiamate mio figlio, ovvero Gesù mio.
Eccoti qua, Cristo santissimo. Carissimo, ti ricordi quando moltiplicasti il pane e il pesce?
Bravo, ti ordino di crearmi dieci Cristina Quaranta. Finito che avrò questo Giudizio Universale, devo poi un po’ rilassarmi.
Ce la fai?
– Certo, padre. Posso farne anche Quaranta.
– Quaranta Cristine? No, Cristo, solo dieci. Dieci Cristine e prendi pure quell’altro essere uguale al Falotico. Sì, Keith Gordon di Christine – La macchina infernale.
Sì, è identico a quel cazzone del Falotico, questo qui.
Keith montò Alexandra Paul e pure la sua testa. Questo Falotico, da quando scopò una figona, perse ogni rotella.
Forza, dio Giuda di un Cristo! Prendi Keith e sbattilo assieme a Falotico.
– Così sia scritto.
– No, sia fatto.
Parte seconda: con Cristina partirei in quinta ma preferisco andarci piano come un poeta ermetico che sublima il vuoto pneumatico…
In una silloge di seconda mano. Perciò non in lei sigillato.
Cristina,
vengo io, anzi vergo qui il dolore piacevolissimo che da tempo tu mi provocasti e ancora mi provochi. Sei eternamente provocante.
Si da quando, anni fa,
ti vidi a Non è la rai, non passò una sola sera in cui, pensando a te, non mi cacciai, tirai una sega.
Sì, molta gente, per prendere sonno, conta le pecorelle, io facevo e faccio countdown, aspettando l’orgasmo, sognando con te una pecorina.
A volte, non basta. Devo alzarmi dal letto e mangiare, a causa della fame chimica, un po’ di pecorino.
A parte gli scherzi, ora viene il pezzo da Quaranta, no, da novanta. Appunto, ah ah.
Poesia da rimembrare… negli anali, no, negli annali d’ogni romanticismo e lirismo figli del mio ermetismo e del mio uomo eremitico.
Voglio che ti sia charissimo, Cristina.
Cristina,
il tuo viso, rotondo come quella della Gioconda, al solo posarsi di fronte ai miei neri occhi, arrossisce tutto.
Sei meravigliosa e, appena ti scopo, no, scorgo, sento fibrillare nel mio core e nel mio corpo la mia voce selvaggia che, fregandosene d’ogni moralismo e di queste voci allineate all’ipocrisia dell’omologato coro, no, non chiede perdono nel chiederti questo…
Dammi la tua figa, fammene dono. Infiammamelo di colato oro.
Sì, una poesia breve che va dritto al sodo.
Insomma, un capolavoro.
La tragica faccenda di tutta questa mia storia d’amore è questa, però…
Ho scritto a Cristina su Instagram:
– Ciao, Cri. Sono un tuo fan da anni. So che però non t’incontrerò mai dal vivo, nemmeno per un drink.
Al che, lei:
– Scusa, chi sei?
– Puoi vedere il mio profilo. Ti basta cliccare sul mio nome, ti rimanda alle mie foto.
Passano trenta secondi, alquanto imbarazzanti. Suspense incredibile, altro che i film di Dario Argento.
– Scusa, perché hai detto che non c’incontreremo mai dal vivo? Sei per caso sulla sedia a rotelle?
– No, perché?
– Guarda. Tu sei di Bologna, no?
– Sì, esatto.
– Col treno, in tre ore sei a Roma. Vienimi a trovare. Stasera, no, sono occupata. Ho da fare. Il 13 Settembre però ci sono. Ce la fai ad aspettare?
Ecco, dopo una cosa così, posso davvero considerare la mia vita una tragedia vivente senza precedenti.
Ora, nel ‘93, anno più anno meno, fu la prima volta che vidi in tv Cristina.
Io sono dell’anno 1979, lei del ‘72.
Quindi, io nel 1973 avevo quattordici anni non ancora compiuti. Cristina ne aveva ventuno.
Eh no. Non poteva venire con me.
Diciamo che ora le cose sono un po’ cambiate. Io ne ho 39, quaranta fra un mese.
Sì, il 13 Settembre è il giorno del mio compleanno.
Cristina ha adesso, vale a dire fra pochissimi giorni, visto che è nata il 19 Agosto, 47 anni.
Una di 47 anni farebbe carte false per fare sesso con uno di quaranta. Cioè il sottoscritto. Che ne dimostra venticinque.
Che culo.
di Stefano Falotico