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Secondo voi, Woody Allen altri non è che JOKER a Manhattan anziché a Gotham City?


26 Jan

irrational man allen phoenix

IRRATIONAL MAN: tutto quello che avreste voluto sapere sulla mia coscienza da Sartre ma avete sempre osato con supponenza e crudeltà chiedere, eccome, poiché vi dispiaceva che non mi piacessero le sarte e le finte san(t)e

 

Sì, Irrational Man è un film bellissimo. Che profuma di leggiadra levità, un film però cupissimo, pessimistico ma al contempo ottimista, aperto a squarci di aperta euforia e contagiosa ilarità dopo tanta, apparentemente imperitura, troppo dura, insalvabile, orrenda infelicità e melanconica oscurità senza speranza e possibilità di cura.

Un film scuro.

Al min. 51, vi è però una scena stupenda e radiosa. Emma Stone e Joaquin Phoenix, recitando forse perfino meglio di Helen Hunt e di Jack Nicholson di Qualcosa è cambiato nel pezzo del complimento migliore, sono seduti, tête-à-tête, a lume di candela in un caldo ristorante accogliente…

– Mi piace che ordini per me – dice lei, sorpresa e piacevolmente imbarazzata.

– Salute.

– Salute.

– Mi sento in forma stasera. Rilassato, felice.

– Dopo tutto, stiamo festeggiando, no? Anche se è un po’ macabro festeggiare la morte di qualcuno.

– Certo che la vita è ironica, no? Cioè, un giorno, una persona è impantanata in complicati, irrisolvibili problemi. Il mondo sembra buio, i problemi preponderanti e poi, in un batter d’occhio, le nuvole nere si aprono e torni a godere una vita normale. È stupefacente. A volte basta una piccola cosa.

– Tipo un attacco di cuore, eh eh.

– Oppure, non so, vincere alla lotteria.

– Già, uhm. Io sto festeggiando per la seconda volta in tre giorni.

 

In questo meraviglioso film, come detto, assai leggero e non pedantemente troppo lezioso e serioso, drammaticamente o esageratamente derivativo di Bergman, Woody Allen, malgrado nello scrivere qualche dialogo possa esservi apparso banale o addirittura facilone ed edulcorato, ha saputo dimostrare una sapienza e una capacità di sdrammatizzare perfino sé stesso che da lui, uomo autoreferenziale e palloso, non mi sarei mai aspettato. Insomma, m’ha stupito e lasciato allibito. Come si suol dire, senza parole. Per la sua magistrale, delicatissima mescolanza di tetraggine e al contempo di giocosa, innocua fanfaronaggine, per la lodevolissima capacità di essere riuscito a coniugare una vita malinconicamente tristissima come quella di Abe Lucas/Joaquin Phoenix, come sempre sostanzialmente il suo alter ego riflesso sullo schermo, a una vicenda lugubre quasi da Misterioso omicidio a Manhattan. Senza però ammorbarci con discorsi eccessivamente filosofici sul senso (in)significante della vita nonostante il protagonista di questa pellicola sia, paradossalmente, neanche a farlo apposta, un filosofo esistenzialista.

Abe Lucas, non riuscendo a uscire dal suo stato d’impasse, anziché ascoltare Lucio Battisti ed emozionarsi pateticamente con la ruffiana La Canzone del sole, per sentirsi vivo, pensate un po’, commette un perfido omicidio al fine, non machiavellico, di riappropriarsi, attraverso un gesto emozionalmente immorale, della sua perduta umanità. Da tempo immemorabile, insoluta come un assassinio irrisolto.

In poche parole, sopprime una vita umana per ritrovare l’essenza del suo io senziente. Poiché era lui quello morto dentro.

Assurdo, no? Stanco e stracolmo, oh, è il colmo, di nausea, memore della lezione sull’inferno degli altri dello stesso Jean-Paul Sartre, radicalmente, in linea con la rigorosità del suo nichilismo romantico, dunque superomistico, nietzschiano e kantiano, compie un Delitto perfetto alla Alfred Hitchcock.

Cioè, dopo essersi smarrito nelle tenebre, ecco che vuole essere pure la versione maschile di Kim Novak de La donna che visse due volte.

Forse, come Arthur Fleck/Joker, desidera utopisticamente rinascere in modo folle da vera araba fenice o probabilmente da Cervo a primavera alla Riccardo Cocciante.

Cantando alla sua bella… se stiamo insieme ci sarà un perché e vorrei riscoprirlo stasera.

Nello stesso anno in cui Cocciante, per l’appunto, con Se stiamo insieme vinse il Festival di Sanremo, Renato Zero arrivò secondo con Spalle al muro.

Vecchio, sì…

L’anno dopo, Luca Barbarossa invece trionfò con Portami a ballare.

Credo che sia così. Forse, dovrei controllare le esatte annate su Wikipedia ma stasera non ho voglia.

Quindi, donna, lasciami votare e pensare alle elezioni. Domani, penseremo all’erezione.

Ma questa canzone non era dedicata alla sua donna o alla sua compagna, bensì a sua madre. Nessun complesso di Edipo da Woody Allen. Eh no.

Una canzone dolce, melodiosa, commovente.

In cui il figlio chiede a sua madre chi era. E, come Valerio Mastandrea de La prima cosa bella, balla con Stefania Sandrelli che, da giovane, era un po’ zoccola alla Micaela Ramazzotti. O forse ascoltava solo Eros… con Terra promessa. Un’imitazione nostrana della filosofia Promised Land di Bruce Springsteen?

No, non fatemi la morale. Fui irrazionale ma non si può dire che non sia ancora geniale.

Per tantissimi anni, fui tormentato dalla solita estenuante, oppressiva domanda asfissiante. Ovvero:

ma perché se sei tanto in gamba, non hai amici tuoi? Perché rompi le scatole?

Curati dalla fobia sociale. Affronta la realtà. Idiota!

 

Rimasi scioccato da quello che sentii sul mio conto. Dico, scherziamo? No, dai, devo aver sognato. Avevano confuso un esistenzialista lontano dalle frivolezze di adolescenti stolti e storpi per un malato di mente.

Incredibile!

La gente è brava a spettegolare e a giudicare i giovani ancora prima che possano evolversi e compiere in forma autonoma. Prima, vale a dire, che possano autodeterminarsi. In maniera spregiudicatamente, scandalosamente arbitraria, la gente decide a priori di diagnosticarti e inquadrarti, forse anche internarti.

Come se ci trovassimo in Minority Report. Cioè, se avverte che qualche cosa di te non sia allineata ai principi vetusti d’una falsa giustezza biecamente istituzionale, per meglio dire precostituita, si comporta come il figlio di puttana di Delitto e castigo. Citato, fra l’altro, in Irrational Man.

Le offese che vi vomiteranno addosso in modo morboso, inquisitorio, capzioso e ipocrita saranno le stesse:

– Non hai in un briciolo di dignità per te stesso, sfigato? Pagliaccio! Salutami il tuo amico, il ragioniere Filini. La sera, vai a mangiare da Gigi il troione? Ah ah ah.

 

Sì, l’Italia è un Paese che parla di valori e che giudica le persone sul reddito pro capite e sulla base d’una poco iniqua visione di cittadinanza completamente regolata dagli abusivi appalti edili di un’ingegneria poco costruttiva che non sta eticamente in piedi.

Meglio allora l’isolazionismo pop e il costruttivismo russo. Voi, eh sì, russate, datevi alle risse, eccitatevi per una rossa e andate a scolarvi un’altra bionda.

Come nel magnifico L’ufficiale e la spia, a qualcuno non tornarono i conti…

E mi pare sacrosanto che costui volle approfonditamente indagare.

Chiedetemi quello che volete. Io non mentii mai, furono gli altri ad allestire un delirio per mascherare il loro mostruoso crimine.

Cioè non vollero che una persona vivesse una vita normale, anzi, superiore alla media e ai dettami delle squallide scuole superiori, perché la mia libertà assoluta arrecava fastidio. Sì, su questo punto di rottura, soprattutto dei vostri coglioni, sono intransigente e assolutista. No, ma quale assoluzione!

Un’oscenità mai vista.

Come infatti sostiene Abe Lucas/Joaquin Phoenix, che ve ne fate di tutte le parole forbite da letterati imbattibili se non sapete, a mio avviso, non solo capire Woody Allen, poiché lo adattate solo alle vostre frustrazioni quotidiane, ma soprattutto siete indifferenti e non entrate in empatia col prossimo vostro?

Sì, tu donna, vai a messa e, mi raccomando, il giorno dopo rifallo.

Inoltre, non abbisogno di lauree e cattedre per essere uno degli scrittori più esaltanti di sempre.

Esaltati/o? Macché, l’unica in padella saltata, anche per du’ mosce palle, è tua sorella appena conosce il primo guercio che, se gli passa venti Euro su PayPal, gliela dà pure senza ricevuta. Insomma, offerta e grattata quasi gratis senza lo scontrino. Eppur timbrata e bollata come sgualdrina da tutto il quartiere dei cazzoni.

Poveri bimbi!

Siamo stufi, nauseati dalla retorica e dai tanti discorsi (s)fatti di buonismo insincero.

La vita non è un trattato di Kierkeegard.

Be’, l’italia è un po’ così. Non lo sapevate che sono tutti poeti, santi e navigatori? Moralmente impeccabili e nobilissimi?

Ma se non ti uniformi al loro pensiero fascista, faranno di tutto per sbattervi in manicomio?

Oh, se non lo sapevate, ve lo dico io.

E posso darvi la lezione, non universitaria, bensì veritiera più indistruttibile di tutti i tempi.

Sì, la mia vita ora assomiglia al finale di Rocky II.

Apollo Creed non sopporta quel babbeo di Rocky Balboa. E lo sfida.

Rimediando la figura del pollo.

Perché Rocky è sempre stato più forte.

È anche molto più bravo e, non per essere razzista come Salvini, non è per niente un emarginato senza palle e coglioncello, è oggettivamente assai bello che lega molto con le persone adatte.

Insomma, spinge di più.

Se poi volete continuare a spacciarlo per pazzo, fate pure.

Non è che però mi farete la fine di Tommy Gunn?

Sì, mi pare giunta l’ora che qualcuno confessi la verità e sputi il rospo, rivelandosi per il verme che fu ed è:

– Sì, ero invidioso a morte e desiderai che venisse punito per essere migliore di me.

 

Bravo…

Ecco, finisco così…

In Italia, come se non bastasse questo troiaio dittatoriale, questo stato delle cos(c)e da pollaio, tutti vogliono essere intellettuali.

Se uno si azzarda a dire che C’era una volta a… Hollywood è un film per rincoglioniti, ti urlano che devi mangiarti due salsicce e non perdere tempo col Cinema. Dedicandoti semmai alla De Filippi.

Chiariamoci. Questi sono dei salami. Innanzitutto, la salsiccia piace a tutti, soprattutto alle donne.

E poi che c’entra avere un’opinione diversa in merito a un film con l’edonismo carnale?

No, fatemi capire perché, ribadisco, questa forma mentis è preoccupante, è anzi all’origine di ogni divisione fra classi.

Il film di Tarantino (e dire che io vado matto per Tarantino, cazzo, ho detto che botta, cazzo, quando vidi per la prima volta Pulp Fiction) è merda.

Steve McQueen, sì, era una donnaiolo. Ma anche un attore straordinario.

Tarantino lo usa a mo’ di macchietta. Sembra soltanto un bavoso che vuole stuprare Sharon Tate/Margot Robbie. Bruce Lee è ridotto a demente e il tutto puzza, appunto, di nostalgico passatismo per gente che, oramai, ama le elegie malinconiche poiché non ha una vita per cui combattere.

Hanno il lavoretto, lo stipendio a fine mese, una moglie rompiballe che qualche volta accontentano, non so però se soddisfino, quindi possono cazzeggiare a magnificare le (non) tragedie altrui.

Semmai, votano pure Salvini perché non vogliono confrontarsi con culture diverse. Bensì, ostinatamente ottusi, adorano fermarsi nelle loro certezze da psicopatici.

Lasciamoli affogare nel fango e nel liquame.

Non vorrei però che, presto, Jodie Foster de Il silenzio degli innocenti bussi alla loro porta.

Chiedendo loro, i Buffalo Bill di turno, come mai se sono così appagati, cazzo, amano però tormentare di cyberbullismo e incitazioni al suicidio le vite degli altri?

No, in effetti i conti non tornano. Che dite?

Sono personaggi indisponenti, dispotici, autoritari e verbalmente violenti. E, più che a Buffalo Bill, il quale era sinceramente solo un povero disgraziato che non sapeva che stesse facendo, nemmeno il suo, ah ah, assomigliano a Russ Bufalino/Pesci di The Irishman. Pesci dice… è quello che è e il pirla Frank Sheeran/De Niro obbedisce e ammazza il suo miglior amico.

Sì, certe persone sono così. Capito? Loro vogliono decidere il destino dell’altro. Invece, mi sa proprio che con me i giochetti se li possono ficcare in quel posto.

Se hanno qualcosa da obiettare e in contrario, li facciamo crescere, finalmente.

Ecco, a differenza di Abe Lucas, no, non posseggo la facoltà e la volontà immorale di ammazzare qualcuno. Malgrado anche io abbia letto, appunto, quasi tutto sulle teorie sul super uomo e altre cazzate varie.
Abe è un matto. Quando la sua donna scopre che è stato lui ad assassinare quel tizio, lui cerca di strangolarla.
Cadendo dalla rampa dell’ascensore del suo inferno.

Molta gente, invece, quando viene scoperta, scappa e semmai ti grida pure che sei come Abe Lucas e non sai scopare.

Una visione davvero comoda e sbrigativa, oserei dire squallida e terrificante.

Veramente agghiacciante. Sarebbe così semplice ammettere le proprie mostruosità.

Guardarsi allo specchio e, senza paura di essere incriminati, riconoscere di essere in effetti dei criminali.

Altro che fighi e uomini superiori.

Sembrano pure Elia Kazan. Certo, regista immenso, regista di Fronte del porto e de La valle dell’Eden.

Peccato che forse aveva ragione Nick Nolte a non applaudirlo all’Oscar alla carriera.

Sì, Elia, sarai stato anche un artista elevato ma avevi messo in lista nera tanta gente che non ti aveva fatto niente.

Sì, Elia Kazan non merita, nemmeno da morto, il mio rispetto.

No, assolutamente. I suoi titoli se li può mettere a brodo.

E questo è quanto.

Insomma, sono veramente fuori di testa come Leo DiCaprio di The Wolf of Wall Street? No, non credo. Tornando a Margot Robbie. Continuo a credere che sia soltanto una fighetta viziata e capricciosa per masturbazioni in diretta alla Jonah Hill.

Jordan Belfort dice non me ne vado.

Io dico, no, non mollo. Andiamo avanti. E, soprattutto, curatevi!

Sì. Sono abbastanza radicale e impietoso. Essere uomini non significa coprirsi dietro una maschera sociale ed esibire le proprie troie a mo’ di trofeo. Non significa prostituirsi ai dettami della società di massa, mercificare la propria anima per avere attorno a sé dei babbei che ti lecchino. E non significa recitare la parte dei buoni per ricevere l’applauso. Questo significa essere idioti. E l’impiegato frustrato lo va a fare la loro sorella. A costo di morire di fame, io sono uno scrittore. Ah, a ogni idiota chiedo anche di non mandarmi su WhatsApp le foto dei maiali. Perché l’unico maiale è lui.

Se si azzardasse un’altra volta a proibirmi di guardare una Emma Stone o anche la Sharon Stone dei bei tempi, gli prendo le palle e gliele strappo. Pervertito che non è altro.

Se non gli piace, gli diamo le medicine e lo castriamo.

Ora, essendo scrittore, si presuppone che qualche libro, oltre ai miei, io abbia letto. No?

Mica son stato sempre, in stato comatoso e vegetativo, a letto, scusate…

Ora, io ho letto, ah, che diletto, altro che Leotta Diletta, altra Margot Robbie del cazzo, molte biografie su Woody Allen.

Non è laureato. Trascorse quasi tutta l’adolescenza rinnegato dagli altri. Preso di mira per via del suo carattere schivo e della sua fisicità un po’ sgraziata.

Al che, Allen pensò questo…

Cazzo, non gliela posso fare a tirarmela… L’ho detto io? Ah, ma certo: non condannate la masturbazione. È fare del sesso con qualcuno che stimate veramente!

Qui, si aprono poche porte e soprattutto poche gambe. Devo fare dunque quella, no, quello in gamba.

Non debbo dare in escandescenza come Arthur Fleck, bensì adottare una strategia superomistica, buttandola sul demenziale con picchi profondi di sdrammatizzazione quasi da Teatro greco d’una mia tragedia non velabile.

Bene, Hegel e Nietzsche mi terranno compagnia. Ma non ho intenzione di essere Adolf Hitler.

Visto che la normalità è oramai inattingibile, eh sì, che faccio, il ritorno di minestra riscaldata ai tempi del liceo, sposterò il punto di vista nei riguardi della realtà.

Sì, sì, sì. Quel discotecaro lì, eh no, non è per niente meglio di me. Mi pare invece un burino.

Ma quali amori al burro. Ah, si spaccia pure per Marlon Brando di Ultimo tango a Parigi. Sì, vuole darla a bere a me? Lo dia a bere a lei che crede che lui sia davvero un poeta maledetto amante del grunge.

Quella lì invece, la quale muove tutto il suo rassodato culino per amori al budino, da me non avrà nessun caffettino.

No, che me ne faccio di fotterla? Capace poi che prima vorrà che glielo ficchi e poi desidererà confiscare la villa che guadagnerò a Manhattan con le mie sottili prese pel cul’.

Questa va solo sfanculata e sfottuta.

Sì, adesso mi metto a scrivere e dirigere storie ove prendo in giro me stesso ma anche il mondo intero.

Eh sì, da giovane volevo essere uno standup comedian.

Ma ai provini mi rifiutavano, malgrado le mie battute fossero migliori di quelle di Rupert Pupkin di Re per una notte, poiché non bucavo lo schermo e non avevo la faccia di uno che tante ne buca.

Sì, la gente ama i tipi cazzuti.

 

Ecco, c’è una piccolissima differenza fra Woody Allen e il sottoscritto. Lui era ed è oggettivamente un brutto uomo.

Io no… e qui sono cazzi veramente, ah ah.

Bravo…

 

di Stefano Falotico

BATMAN asserisce che JOKER è un capolavoro intoccabile, critica WesaChannel in quanto è anche Roddy Piper


18 Oct

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Sì, Batman vive a Bologna, ubicato nella penombra delle sue umorali emozioni, ficcato al centro delle sue variabili, caratteriali emozioni che oramai non abbisognano di nessuno per sentirsi meno solo.

Poiché, alla frivolezza stupida della gente solare, Bruce Wayne preferisce la tetraggine del film di Todd Phillips.

Un film connaturato alla sua anima, un film fraternamente sangue del suo sangue. Un film che esplode in un finale sanguinario molto più gustoso di donne che assomigliano a dei salsicciotti e più amabile di tanti uomini zotici che mangiano il prossimo come se fosse un sanguinaccio.

Batman è un uomo altezzoso, spesso nervoso, permaloso, stizzito ma giammai nel pregiudizio intirizzito.

Egli, oculatamente, non ha visto di buon occhio tanti odiosi critici che hanno aspramente Joker con far impietoso.

Batman non ha la camminata a papera e oramai il suo cervello non più depaupera. Egli è eternamente lucido, possiede uno sguardo d’aquila ed è dunque spesso anche Birdman.

Riesce ad affascinare irresistibilmente, col solo potere dell’iride sinistra, sia Emma Stone che Naomi Watts ma poi se ne frega in quanto deve volare alto e non ha tempo da perdere né con chi può essere, anzi lo è, sua figlia né con una che s’è fatta scopare pure da King Kong.

JOKER è un capolavoro. Non voglio sentire le ragioni di Giona Nazzaro, di Pacilio, di WesaChannel, di Matioski e di tutti gli altri detrattori, mai più. Non sono uomini, costoro, solamente da vino, trattore e tagliatelle al ragù in trattoria ma hanno maltrattato Joker in maniera bullistica. Con far assai sbrigativo, lapidario e menzognero.

Date retta a chi vede il Cinema non solo con la mente troppo scettica e con prevenuta diegetica psicanalitica, bensì col cuore battente la forza dei sentimenti vivamente romantici, con bellezza straziante e giammai boria straniante e strafottente. Poiché chi critica Joker è solo un critico farneticante.

Così sia scritto, così sia fatto, così sia.

Amen. Scambiatevi un segno di pace e adorate alla follia le notti di pece di un film talmente stupendo da rendermi onirico, angelico, stordito e gioiosamente tetro, dunque amletico e sempre più nero.

Se non vi piaccio, basta che vi colleghiate a Instagram e troverete tante Catwoman che desiderano solo leccate di culo.

Essi vivono, esse li vivono ma io me ne fotto.

 

Sì, WesaChannel è un bravo ragazzo, colto e preparato ma io, sinceramente, gli preferisco Chanel, Chantal e anche altri canali.

Ove la notte si fa torbida e io, con sguardo torvo, mando ogni donna in manicomio.

Poiché nessuna crocerossina può oramai aiutarmi, cercando da me calore e bacini.

E dunque, tutte disperate, non potendomi avere, si fanno ricoverare per calmare gli spasmi.

 

Basta con queste spasimanti. Voglio solo brindare, lontano da Matioski, col mio spumante da Charles Bukowski. Basta con queste ragazze che ancora amano Lady Oscar.

So io che l’Oscar deve essere dato a Phoenix mentre la mia bella statuina adesso deve stare a letto senza rotture di cazzo.

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di Stefano Falotico

Scusate se persi il cervello, lo ritrovai qualche mese fa, stava su una mensola del ripostiglio e quest’anno sarò al Festival di Venezia da critico con tanto di papillon


15 Jul

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Ovviamente, burini e bovini, suine e malandrini, avete visto il film Papillon con Dustin Hoffman e Steve McQueen? Macché. Voi non solo non vedeste mai questa pellicola di Franklin J. Schaffner ma nemmeno il remake di due anni fa con Rami Malek. Avete fatto bene, fa cagare.

Chi invece sostiene che il rifacimento sia meglio dell’originale, ecco, lo andiamo a prelevare da casa subito, lo carichiamo in macchina, lo leghiamo al sedile con tre cinture di sicurezza e cinque camicie di forza, dunque arriviamo tutti insieme appassionatamente a Riccione e lo gettiamo, senza sciogliergli nessun nodo, in aperto mare.

Sì, tale malfattore stroncò l’originale e noi lo lasciamo affogare col peso delle sue stronzate micidiali. Si dice che gli stronzi galleggino. Certo, ma lui no. Lui appartiene a una categoria rara, speriamo in via d’estinzione. Ovvero lo stronzus deficientis, catalogabile anche al genere, degenerato qual è, dei Phylum Plathelminthes, cioè ai vermi piatti.

I vermi si distinguono in due categorie: i vermi innocui, la cui vita libera, sebbene da imbecilli, ci risulta innocua, e i vermi parassiti. Quei vermi solitari che attentano al nostro fegato poiché malati d’invidia. E divorano ogni felicità altrui in quanto esseri profondamente infelici. I quali sono talmente poveretti che, augurandosi con le loro cattiverie di farti male, esultano poi del mal comune mezzo gaudio.

Ah, sai che allegria.

Ci sono. Impazzano. Si chiamano stalker. Sono coloro che, se tu ti rassereni un po’, vivi semmai solo estemporaneamente un istante felice di leggero successo o di normale sesso, cazzo, ti ricordano che loro sono nascosti nel vapore della nuvoletta di Fantozzi, pronti a rovinare te, appunto, che ti stai facendo il viaggio. Cosicché, ogni sogno evapora e ascolti poi Fiorella Mannoia, I treni a vapore, cavallo di battaglia anche di Ivano Fossati. Insomma, questo losco individuo vuol farti credere che tu sia solo un sognatore che cade dalle nubi. E desidera la tua mente annuvolare. Ah, fuori è nuvolo. Evviva Lucio Dalla e Nuvolari!

Ora, Malek invece a mio avviso, come ampiamente da me già scritto, ha meritato l’Oscar. Bohemian Rhapsody è un film dichiaratamente agiografico, un biopic all’acqua di rose, innestato sul buonismo e l’elegia poetica più caramellosa, ma Malek ha saputo ricreare Freddie Mercury con originalità e affascinante personalità.

Ecco, ci sono poi le persone che, distrutte da una vita che bruciò ogni loro speranza melodiosa, adesso s’identificano nel babau Freddy Krueger e attentano alle giovinezze altrui poiché ingorde delle loro purezze.

Ci sono anche quegli adulti tromboni che però, al posto degli artigli di Freddy/Robert Englund, hanno solamente le unghie lunghe poiché, non essendo amati oramai più nemmeno dalla loro donna, hanno trascurato perfino la manicure. Sbatteteli in cura.

Costoro, possiamo senza dubbio annetterli invece al folclorismo della loro rabbia verde. Sì, essendo incazzati a morte in quanto, appunto, hanno la panza piena e sono sovrappeso, si sono trasformati nella versione negativa dell’Incredibile Hulk.

Vogliamo bene a trogloditi così. Uomini che oramai non tanto chiavano ma usano la clava contro le gioventù da loro mal sopportate.

A me invece, in questa vita da rinato, da ex meno(a)mato, menomale è successa la metamorfosi inversa. Prima ero timido, ora sono Lou Ferrigno.

L’altra sera, ad esempio, m’ha contattato anche Chiara Ferragni. Donna che però mi fa venire… il latte alle ginocchia, emblema incarnato della scema arricchita senza un grammo di cervello e, secondo me, senza neppure un milligrammo di qualcos’altro. Visto che suo marito, Fedez, non vale un cazzo.

Ah ah.

Sì, il mondo si divide fra uomini con le palle come Steve McQueen e gente che preferisce isolarsi come Hoffman.

Fra uomini che sono illusoriamente contenti e felici nel loro porto apparentemente cheto, uomini che si proteggono negli alibi e nelle scuse perché hanno paura di prendere il largo, uomini cioè che si barricano nelle consolazioni utopistiche delle loro esistenze da nudisti, in quanto hanno perso tutto ma non vogliono rivestirsi, preferendo sbandierare pateticamente ai quattro venti le loro sfighe, cercando dunque solidarietà miserevole e pietistica, e uomini che l’hanno preso in culo come più non potevano, appartenenti, possiamo dirlo, al sottoscritto.

Cioè un uomo che non ama molto i cinecomic ma, al Lido di Venezia, famosa isola dell’unica, vera città sul mare, in quanto Amsterdam invece ha solo i canali e le canne fumarie dei libertini drogati bestiali, senza dimenticare ovviamente Comacchio, località peraltro piena di donne racchie più disgustose delle alghe, ecco… al Lido sarò forse pure incravattato. Con tanto di abito firmato, griffato in tua sorella.

Libidine, doppia libidine, libidine coi fiocchi.

L’ultima volta che andai al Festival fu qualche anno fa. Vidi Birdman.

La storia della mia (non) vita.

Da quando ebbi il mio colpo di Genius, l’imprevedibile virtù dell’ignoranza, sì, molti mi spaccarono il setto nasale, mi suicidai molte volte ma continuo a volare alto.

Perché, sostanzialmente, sono sia Michael Keaton, ovvero Batman, che Edward Norton, Hulk.

Mi spiace per gli stronzi farabutti che continuano ad accusarmi di doppia personalità. No, non sono schizofrenico, quello lo è Norton di Schegge di paura.

Sono, diciamocela, solamente un coglione cazzoncello dal fascino pagliaccesco che mette i brividi. Soprattutto alle donne. Brividi di calore. Perché, appena mi vedono, allagano tutta Venezia.

Guardate, sì, non è colpa dello scioglimento delle calotte polari se Venezia soffre dell’alta marea.

È colpa mia. Mi assumo ogni responsabilità di quest’inondazione alluvionale e vi penso, orsù, sempre io a riscaldare l’ambiente.

Sì, vi lascio con una battuta da clown:

– Ah, secondo me, Falotico ha un solo problema. Non crede al suo cervello.

– No, non è vero. Non crede invero a quello suo che fa rima con ottimo cervello. E, da questo scollegamento, parte tutto il resto.

– Dici che sia così? Come fai a saperlo?

– Ho appurato ieri notte la mia teoria. In pratica, io e Falotico abbiamo trombato.

– E quindi?

– Mettiamola così. Birdman è un brutto film in confronto al Fallo…

 

Morale della fav(ol)a: sono un uccello libero come un gabbiano su Venezia. Nessuno mai più riuscirà a ingabbiarmi. Forse a farmi incavolare, questo sì. Ci sta. E io, incazzato, dimenticherò ancora il cervello nel credermi un supereroe.

Ora, scusate, devo pulire il tinello.birdman keaton invito veneziabirdman

di Stefano Falotico

Come Stan Laurel: leccate il gel(at)o di pene d’amore


23 Sep

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Sì, col secondo episodio di Maniac andiamo molto meglio. Adesso, questa serie del Fukunaga sta acquisendo un maggior senso, è più quadrata. E molte cose ora coincidono.

È la vostra vita invece sempre patibolare, piena di traumi non solo psichici. Ché non prende nessuna direzione. Dico a voi, uomini disperati che, per tutta la giornata vi affaticate in un lavoro che detestate e dunque, al vostro ritorno a casa, il muro a testate prendete, e non leggete più nessuna giornalistica testata.

Sì, dopo ore nella catena di montaggio, sfogate tutte le vostre frustrazioni, cercando sesso a pagamento e poco ci manca che vi ridurrete come Giuseppe Simone a mettere annunci video in cerca della figa depilata.

Voi donne, probabilmente, state pure peggio. E leggete sempre libri dai titoli buonisti e new age, per sperare in un domani migliore che, in verità, non viene… mai. Sì, una frigidità totale, consolata in libri come La felicità del tramonto in una nuova alba, il Sole del mio cuore, Balliamo assieme nel bosco, Lunga è la solitudine prima della nuova fav(ol)a, Aspetta e spera e si avvera per la donna verissima, Per vincere di nuovo pur cucinando le uova, Lezioni di tango argentino al pan di Spagna, e naturalmente il must per il salutismo “nutriente” della super deficiente, Come preparare risotti agli asparagi per nuovi sorrisi piccanti.

Voi uomini, cari haters, state a pecora. E ovviamente non vedete l’ora che esca il Joker con Joaquin Phoenix. Dovrete aspettare più di un anno ma l’hype è già altissimo. Sì, già v’identificate in Arthur Fleck. Anche voi volevate diventare artisti amatissimi ma, dopo mille delusioni pesantissime, ora vi siete iscritti al partito comunista-nichilista e sparate le bombe. Sì, ma non nella stazione di Gotham City, bensì scemenze isteriche, arteriosclerotiche a Radio Radicale, inveendo contro la società ma facendovela sotto anche col vostro amministratore di condominio, momento nel quale, da Rambo che vi credete di essere, tramutate spaventosamente in Fantozzi e servili vi piegate a un’altra umiliazione immane. Dandogli anche la mancia:

– Sa, deve perdonarmi, son stati mesi difficili ma ora la pago. Anzi, prenda questi 20 Euro di extra, amministratore, e regali delle rose rosse alla sua signora.

 

No, così non va bene. Non vi basterà andare a visitare le cascate del Niagara per amare la bellezza della vita. No, dovrete sforzarvi molto, molto di più.

È così.

 

di Stefano Falotico

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Uomo di carisma

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La prima puntata di Maniac non mi ha affatto entusiasmato, attimi di paranoia, schizofrenie sociali e Joker “king of comedy” Phoenix finalmente truccato, quindi senza maschera pirandelliana


21 Sep

Phoenix Joker

Ora, finalmente è partito Maniac. Non so perché, sarà stato un problema di cache, fino a ieri sera non riusciva a riprodurmelo.

Da quel che ho visto, dando una sbirciata ai minutaggi dei singoli episodi, ogni episodio non dura più di 40 min.

Il primo ne dura addirittura soltanto 37, titoli di coda esclusi.

Ecco, non mi ha convinto sulle effettive doti registiche di Fukunaga. Uno che, con la sceneggiatura e la prova maestosa di McConaughey, per la prima stagione di True Detective ha fatto cose egregie, ma il merito non era suo. Lui è stato un semplice metteur en scène.

La prima puntata di Maniac, per quanto duri davvero poco, è una palla tremenda. Ma non è Taxi Driver, ove pare che non succeda nulla e invece appassiona istantaneamente, qui realmente non accade niente di che, e non si viene intrattenuti neppure dalla moscezza attoriale della Stone e di Jonah Hill. Sì, una recitazione volutamente in sottotono, con la sordina, come si suol dire, trattenuta, giocata sugli sguardi e le occhiate. Ma poco empatica. E il tutto m’ha puzzato di furbetta operazione per far sì che Netflix, con quest’esclusive, possa accaparrarsi altri abbonati a buon mercato. A proposito, spiace che Romero sia morto. Come zombi, la Stone funziona senza trucco. Però, speriamo che Dario Argento torni alla regia e la ficchi… in un ruolo da emarginata traumatizzata irrecuperabile che ha come assistente sociale la figlia di Dario, Asia.

Probabilmente, anzi lo spero, Maniac, nel succedersi e avvicendarsi delle prossime puntate, riuscirà a coinvolgermi. Vediamo, sì, se ne sarò intrigato. Può darsi che alla fine ne possa rimanere estasiato. Ne dubito…

Ma, al momento, debbo basarmi sulle istintive impressione sortitemi da questa mezz’ora alquanto soporifera, da latte alle ginocchia. Sì, dopo 5 min di questa serie, v’irriterete come degli psicopatici, sferrando pugni contro lo schermo del pc e probabilmente potranno ricoverarvi, per direttisima, con un trattamento sanitario obbligatorio.

Al che arriverete davanti a un medico cornuto che vi farà questa diagnosi.

– Bene, anzi malissimo. Il quadro clinico è dissociazione e alterazione del pensiero perché lei vuole insultare Maniac ma la realtà dice che è una buona serie.

– Fa veramente schifo! È una merda!

– No, Rotten Tomatoes dice che è ottima. Quindi, lei è malato di mente.

– Non posso esprimere la mia opinione?

– No, potrebbe essere pericoloso per la società… dei critici. Adesso gl’infermieri la interneranno. Suvvia, camicia di forza. Questo vuol fare l’iconoclasta! E invece farà la fine di Jonathan Pryce in Brazil!

Oggigiorno, le storie sugli schizofrenici vanno forte. Esistono varie forme, come sapete, di schizofrenia. Quella catatonica, di cui è affetto Nicolas Cage nelle sue interpretazioni da pesce lesso, quella delirante, di cui sono affette le persone che si creano paranoie sul sottoscritto, dandomi dello psicotico quando invece dovrebbero occuparsi di pulirsi meglio al mattino e di dare un bacio con la lingua come si deve alla loro morosa ché, sennò, rimane lì con la manina a toccarsi la dolce vagina come Naomi Watts di Mulholland Drive. No, la loro ragazza non è Naomi Watts, una splendida biondina, è piuttosto Sally Hawkins de La forma dell’acqua. Sì, molti idioti si sono chiesti il significato di The Shape of Water. Non era difficilissimo da capire. Sally, nella vasca da bagno, smanetta di brutto e si fa l’idromassaggio naturale. E l’acqua in ebollizione genera una doccia miscelata fra caldo e freddo!

C’è anche la dementia praecox appunto paranoica, tipica del 90% degli italiani, ché si credono tutti santi, messia e salvatori ma poi, fra una predestinazione e l’altra, si candidano come concorrenti del programma per minorati mentali Tu sì che vales, sperando di risultare eccezionali alla casalinga, maniaca della pulizia igienica, di Padova, sì, aiutaci tu, Sant’Antonio.

C’è chi si crede Gesù. E dovrebbe capire la sua identità, quella di un povero cristo, vedendo il film, ancora inedito qui in Italia, ovviamente per censure del Vaticano, ché altrimenti perderebbe qualche fedele invasato, Three Christs con uno splendido Richard Gere.

Sì, in Italia sono tutti appunto salvatori della Patria. Lavorano indefessamente giorno e notte perché loro si guadagnano da vivere. Sì, una vita fatta di partite di Champions, scosciate delle cretine nei varietà e luoghi comuni vecchi come il cucco. Ché la vita va presa con filosofia. Ma non quella di Aristotele. Che comunque era un mezzo pazzo da manicomio. Diciamocela!

La filosofia del pigliamola così, come viene, aho, quella là ha un gran culo.

E io vi dico che non verrà proprio un cazzo… ah ah.

Certo che, miei cari pagliaccioni, Joaquin Phoenin in questo Joker ha davvero una faccia come il culo. Uguale alla mia. Ah ah.

E fatemi un piacere: curatevi!

 

Cazzo, certo che ve lo siete proprio scelto bene lo “scemo del villaggio”. Roba che Rambo se la fa nelle mutande!

 

 

di Stefano Falotico


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Camera test (w/ sound). Joker.

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Maniac, su Netflix, non parte, Joaquin Phoenix è dimagrit’ come me, e saltello tutto bello nelle vostre patologie mentali, in quanto sono 009


21 Sep

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Joker dimagrit’

Un post condiviso da Stefano Falotico (@faloticostefano) in data:

009, colui che si fa il viaggio virtuale sino a Giove, va su Marte come Schwarzy in Atto di forza, e si scopa la tua Venere senza contrarre malattie veneree in quanto usa il profilattico, e su questo non ci piove.

Mah, non è che abbia una gran voglia di vedere questo Maniac. Del Fukunaga. Uno che adesso dirigerà James Bond 25 con Daniel Craig.

Ora, lo ribadisco, mi spiace che la pensiate in maniera diversa da me. Daniel Crag è il peggior 007 della storia. Mio nonno Pietro, ch’era un coltivatore diretto, aveva una faccia più elegante di Daniel. Uno a cui stringo la mano perché sta con Rachel Weisz, donna dalle cosce strepitose e dagli occhi ammalianti, ma che carismaticamente vale meno, appunto, di un trascurato agricoltore.

Sì, mio padre è ancora più cattivo di me quando gli chiedo cosa ne pensi di Craig.

– Ah ah. Chi, Craig? Quello del cantiere edile di Castel Maggiore (località limitrofa all’estrema periferia di Bologna, situata a nord rispetto al centro storico di questo capoluogo emiliano-felsineo) ha molta più classe.

 

Sì, concordo con mio padre. Craig ha una faccia da scaricatore di porto. Niente a che vedere col sex appeal maturo dello Sean Connery che fu, molto meno figo di Pierce Brosnan, che comunque faceva anche lui abbastanza cagare nei panni dell’agente segreto più famoso del mondo, più magro di Roger Moore ma assai meno simpatico. George Lazenby e Timothy Dalton neppure li prendo in considerazione. Ma, a loro modo, migliori del Craig. Una faccia da burino ch’è molto, paragonato a lui, più attraente Ricky Memphis.

Sì, Craig è veramente una merda.

Quasi quanto Justin Theroux. Uno che dovrebbe fare un monumento a Lynch per avergli dato, a tutt’oggi, il ruolo della vita in Mulholland Drive. È grazie a questo ruolo ch’è riuscito ad accarezzare le coscione di Jennifer Aniston. Diciamocela! Ah ah!

Sì, c’è anche lui in Maniac.

Ma questa serie non mi parte su Netflix. Mi collego al mio account, vado su questo titolo, clicco e mi dice: disponibile dal 21 Settembre.

Scusate, non è oggi il 21 Settembre? Dev’essere una sorta di strategia occulta e subliminale per farti impazzire come Jonah Hill. Mah, riproverò domani.

C’è pure Emma Stone. Tutti sostengono che sia una buona passerotta, questa qui. Insomma. Ha un seno inesistente e spesso interpreta la parte di donne patetiche e lagnose, sì, la Margherita Buy d’America. E Maledetto il giorno che t’ho incontrato del Verdone docet. Sì, piace molto a Nanni Moretti che, dopo quell’altra isterica perfettina di Laura Morante, ha trovato in Margherita la musa delle sue frustrazioni. Pessimo il Moretti, un uomo tristissimo.

Molto meglio Andrea Roncato/Margheritoni. Uno che, in Mezzo destro mezzo sinistro, sapeva che da Isabel Russinova voleva solo una trombatona in una calda alcova. Uomo verace, Andrea, ruspante.

E non sfogliava le margherite… Di mio, son dimagrit’ e mi piacciono i quadri del belga René Magritte.

Questa è la stronzata falotica del giorno! Non c’è nessun Joaquin Phoenix che tenga. Il vero Joker sono io. Imbattibile!

Maniac

Maniac

 

di Stefano Falotico

Festival di Venezia ti disdegno: sono The Young Pope senza La La Land


31 Aug

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Urge in me questo presente. Avrei voluto usare la coniugazione di passato remoto “urgette” o “urse” ma, come (non) sapete, non esiste. Allora fu urto in me questo sociale, totale rifiuto. Sempre più fiero della mia vita eremitica, da anni (in)consapevoli non mi reco più al Lido, perché questo lor chiacchiericcio non mi par grande bellezza. Gente che applaude Gosling, porgendo leccate di culo alla Stone, mi dà di stomaco. Il concetto di figata non l’ho mai capito. Secondo me è figo un bufalo nelle praterie sconfinate dell’Ovest che “pascola” assieme al suo piccolo, dandogli da mangiare l’aria cosciente della loro fresca, robusta animalità. Caduche le foglie di quelle steppe poi si (ri)posano su un’alce inne(r)vata che, mesta, passeggia “lagrimosa” nella scoscesa sera tranquilla, senza tutte queste mondane scosciate. Sì, Venezia n’è allagata. Donne che tutto l’anno “cacciano” il cibo del loro “erotismo”, zampettando su tacchi a spillo per uomini che, cedendo alle “lusinghe” del loro sesso così “bell’esposto”, maliziosamente (non) celato, crolleranno “colanti” dinanzi a un paio di collant attizzanti per la “gioia” di 15 minuti di cannibalismo accoppiato. Roba per gente carnale e vogliosa di successo… che cessi. Scoppiate… a piangere davanti al mio papa, sono un pappamolla e vi racconto questa. Per via del mio stile di vita autarchico, ai confini con la foll(i)a, la donna del settimo piano, quando mi vede scendere le scale, pronuncia sempre un lapidario “mah”. Come dire: ma questo ci è o ci fa? Lei (non) sa che appena la vedo mollo, appunto, una “sana” scoreggina secca, “calibrata” di sfintere libero come una libellule senza i “cazzi” di queste vecchie donzelle. Acida, frustrata, con un marito geologo che non so se ancora la trivella. Di mio, preferisco le caramelle. Anche la caravella del parlare di ovvietà come se avessi scoperto l’America. Sì, adoro il Sabato sera degli anticipi di Calcio, di questi giocatori al “potassio” che “scuoiano” le palle in pantaloncini “sintonizzati” sullo Sky-line degli abbonati non so se di normale tifo “abbottonati”. Un gioco che piaceva a Pasolini e garba pure a me. Vi racconto quest’altra. Come tristemente abbiamo appreso, è morto il grande Gene Wilder, icona Mel brooksiana ma soprattutto Willy Wonka. Oggi, Mereghetti ha ben accolto La La Land, apprezzandolo per il suo romanticismo sognante schierato a viso aperto contro il cinismo andante. Sì, proprio lui che giustamente stronco Willy Signori e vengo da lontano. Che c’entra? C’è un filo logico in questa cagata, sì, perché leggo il Mereghetti sempre sul water, imparando a memoria le sue stellette quando la merda fa flop, no, pluf. Ecco,ve ne racconto un’altra. Oggi son andato a pigliare… un mio amico. Mi ha confidato che assume delle pasticche che non glielo fanno tirare. Poi mi ha chiesto se anch’io prendo quella robaccia. Io ho assentito, e lui: come fai? I migliori anni della tua (s)figa, cazzo, per la Madonna di Cristo impestato! Devi scopare.

Lo scaricai, dandogli la benedizione e mandandolo a puttane. Di mio la mia vita non va a zoccole, ma per via del “fallo” di essere un san(t)o la gente mi riverisce come fossi Bergoglio.

Detta fra noi, Allah o Dio mi sembrano due idoli messi lì per rincoglionire il popolino.

E questa kermesse, secondo me, può anche andare a farsi fottere.

 

Firmato l’uomo sul cui uccello anche l’acqua santa non può elevarlo.

 

Post scriptum: una ragazza su Facebook esulta dopo la “visione” di La La Land.

Di mio, mi accontento di essere un deficiente migliore dei deficienti “normali”.

 

– Ma Falotico, lei non si fa schifo? Non ha ambizioni.

– Signora “cara”. Si faccia i cazzi suoi. Considerando il suo trucco, mi pare che lei sia proprio una “diva”. E di cazzi, cantando trallallero, va il fil(m)ettino.

 

 

di Stefano Falotico, detto il Papam della Pescarola. Uomo che preferirà sempre una Coca Cola col limone ai limoncelli delle cocainomani.

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La La Land secondo Paolo Mereghetti


31 Aug

“Gangster Squad”, una strepitosa Featurette


01 Dec

Se ne parlerà, a partire dagli attori. Un noir fumettistico di next level.

 

(Stefano Falotico)

Genius-Pop

Just another WordPress site (il mio sito cinematograficamente geniale)