Fratelli della congrega, cinti in raccoglimento, lo so, è stato un anno faticoso in cui molto avete penato e di soldi vi hanno spennato. Sì, sciacalli e arpie, che andrebbero depennati, si aggirano dappertutto e con le lor bugie ci raggirano, perché noi, lo dico di cuore, siamo ancor valorosi e non ci prostriamo e giammai ci castigheremo alle disillusioni che ci vollero indurre coi ricatti, con le macchinazioni psicologiche, con le bieche armi dei loro coltelli dalla parte del manico. Lo so, vi state infervorando ma deve vigere la calma affinché possiamo evolvere sanamente, vivaddio, come uomini atei, uniti in cor(o) per detronizzare questo potere religiosamente laico che ha soltanto distillato falso sapere sadico. E che ci prende per gente dabbene. No, non più ci beviamo i loro imbrogli e vinceremo di tutto broglio. In quanto siamo uomini che votano me, colui che è, senza infingimenti, disancorato da ogni maschera sociale e navigante nella perpetua serenità inquieta del suo essere lupo di mare navigato, che oramai conosce la realtà meglio delle sue tasche, che son squattrinate eppur non dalle iniquità inquinate. Sono un uomo ubiquo e garantisco a voi cittadini un futuro migliore, a base di amore libero. Sì, negli ultimi anni le donne, vuoi le moralistiche reprimende della piccola borghesia che ha assunto gli “scettri”, assurgendo a papale falsità del costume sincero, vuoi i predicozzi del PD, si sono represse in abiti da monache, punendo quella loro innata sensualità che è alla base della società, poiché solo dal piacere vitalistico del goderle da uomini veraci l’uomo procrea e si riproduce, forgiando di gustosa letizia l’avanzar monotono dei giorni. E combatte la sessuale avarizia con bella liquirizia! Sì, vogliamo più scosciate in tv, che espongano con ardore e slacciate… da ogni finto pudore, le loro grazie, perché questo nuovo atteggiamento ipocrita di troppa costumatezza ci rende uomini tristi, che non più giovano di quelle magnifiche viste che tanto turbavano la vista, rendendoci accecati di desideri (im)puri come sono le emozioni dell’uomo nato e creato per fruire dei lor “frutteti”. Ah ah.
Dobbiamo sganciarci dalle istituzioni buone solo a perpetuare i loro malvagi e cattivi privilegi, a danno, a discapito del reddito pro capite, in quanto non siamo capitalisti ma uomini che non prendono ordini neanche dai caporali comunisti. Noi apparteniamo alla nostra autarchica lista, e facciamo la spesa in santa pace di Cristo!
Donne, che volete laurearvi, non voglio rendervi arretrare, ma dovrete arretrare di ambizioni se ancor da noi uomini gradirete le suzioni da poveretti. Quelle, sì, che son giuste ripetizioni, finitela di leccare… il culo al padrone che fa l’uomo cattedratico con lo scibile della sua lingua forbita, quanto biforcuta e furba. Uomini, che siete ferrotranvieri, finitela di andare coi trans. Dovete nella sanità etica transitare e non da piaceri fatui farvi traviare.
Cinefili, smettetela di andate a vedere i film di Paul Thomas Anderson, quando invero non conoscete il filo nascosto di vostra moglie, un’Elena di Troia che si affilia alla canzone di Renzo Arbore con l’amante di duro… rock…
La cerco come la Titina questa bella chitarrina per far qualche swing,
mentre il clarinetto sping… così nasce un bel blues.
A-hum! A-hum! A-hum!… A-hum! A-hum! A-hum!
Senza la chitarrina non puoi far manco una canzoncina un po’ sveltina in do
e allora come fo per fare un po’ filù filù filù filà
Sono un uomo che non ha nessuno scandalo da nascondere, eppur indosso i sandali, odiando i peplum, e non sono uno della plebe.
Fra il 3 e il 4 Marzo, vincerò!
Sono un uomo equo, e voi, donne, accavallando, siate a noi equine.
di Stefano Falotico