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Adoro talmente Scorsese che, prima di guardare un suo film, mi faccio il bagno e indosso lo smoking, come a un matrimonio


08 Jan

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THE ADDAMS FAMILY, Raul Julia, 1991, (c)Paramount

THE ADDAMS FAMILY, Raul Julia, 1991, (c)Paramount

Sì, in 39 anni di vita, dei quali soltanto quindici sono stati forse di vita vera, il resto è stata una fantasia immane forse più sincera, non ho mai indossato giacca e cravatta. Mi credereste?

Sì, mi dovete credere, neanche alla Prima Comunione. I miei genitori, e infatti noi siamo imparentati con la famiglia Addams, non vollero che mi acconciassi come Silvio Berlusconi e, rispettando la mia purezza da infante innocentissimo, nonostante mi sarebbe entrato tutto dentro il corpo di Cristo, mi comprarono un completino tutto bianco col papillon.

Il prete, l’allora vivo Don Giuliano, sgridò i miei genitori perché non si erano attenuti all’etichetta della cerimonia. In quanto si esige che i bambini, pur essendo appunto bambini, vestano come adulti alieni di Essi vivono.

Sì, come uomini grigissimi in doppiopetto e abito firmatissimo con la ventiquattrore dei confetti rosa su sorrisi di plastica a iosa. Ah, a me questi qui hanno sempre inquietato. E se, nella ventiquattro, anziché i confetti e le bomboniere, ci fossero state soltanto delle bombe? Mah.

Sì, da allora, il mio vestiario non è cambiato molto. Sono sciattissimo nel vestire, se fosse per me i negozi di abbigliamento fallirebbero e tutte quelle commesse oche e guardone, le quali spiano i maschioni che han più palle dal buchino del camerino, andrebbero a vendere il pesce al mercato. Loro che di squali se ne intendono. Sì, non amano gli uomini puri da delfinario ma quei troioni ricconi pieni di baiocchi. Sì, così, dopo essere state in negozio a rifarsi gli occhi e a misurare le taglie del cavallo, si fanno cavalcare fra un cocktail serale-liscio e Un posto al sole alla tv. Che donne! Quando si dice, queste hanno i coglioni, ci hanno scavalcato.

L’uomo che le fornica, e anche cornifica con altre sciacquette, è un imprenditore come Flavio Briatore. Un uomo intoccabile che eppur tutte le tocca. E vuole anche il ritocchino. Costui in loro sa far scoccare il rintocco, eh sì, miei tocchi che avete il senso di colpa pure soltanto se vi toccate. E vi considerate dei falli(ti).

Sì, Briatore se ne sbatte… delle vostre timorate educazioni cristiane e non c’è Cristo che tenga. Tutte le diavolesse del piacere glielo smaltano mentre lui mette a novanta, sul suo yacht, un negro delle pulizie che si fa il culo a lustrargli a rendergli luccicante il barcone ove Flavio usa il forcone. Sì, mangia come un porco. E adora far a fette i ragazzini da lui creduti sciocchini, divorandosi un altro polpettone.

Ah, proprio un grasso, laido cafone. Che sporcaccione!

Di mio, non ho bisogno di corrompere nessuna donna col potere del vile danaro. Sì, preferisco bere l’amaro Averna in quanto quintessenza io son incarnata dell’antitesi a ogni vostra visione affaristica, edonistica e puttanesca. Io non metterò mai in mia (s)cena e per nessuna scema la vostra iniqua sporcizia, voi, che andate a teatro a vedere l’Avaro di Molière e non ne avete compreso la tematica figlia delle vostre sconce liquirizie.

La liquirizia viene reputata una spezia afrodisiaca. E dicono che serva ai tabagisti per smettere di fumare.

Non ho bisogno di nessuna liquirizia, in quanto non sono un salutista. Fumo tre pacchetti del giorno e, se mi verrà un Cancro ai polmoni, significa che dovevo morire prima del previsto.

Tanto se devi schiattare, puoi anche non fumare una sola sigaretta light per tutta la vita e non bruciarti i polmoni ma, semmai, scoppia un incendio nel tuo palazzo e muori soffocato. Anzi, pure peggio. Chi fuma si beccherà sicuramente un infarto? Sì, quello te lo puoi prendere anche se conduci una vita mestissima e ieratica, ascetica da monaco tibetano, poi accendi Instagram e ti compare un culo stratosferico. Roba da spaccarti tutte le coronarie in un nanosecondo e non basteranno preghiere con le coroncine

Sì, la vita non è un Corano e neppure bisogna esserle accorati. Ho conosciuto persone sempre innamorate della stessa donna. Dopo quarant’anni hanno scoperto che lei si faceva Briatore quando invece loro erano a sudare sotto il sole cocente, guidando un trattore.

Sì, meglio ficcarsi… in bocca delle buone tagliatelle alla boscaiola in una rustica trattoria. Queste non deludono mai. Poi, non costano neanche troppo. Le belle donne invece vogliono sempre cenare al ristorante di lusso.

Io non posso permettermi questa lussuria, no, tutto questo sfarzo. Meglio una donna che ti chiede solo il tuo spaghetto al cartoccio senza pompe magne. Sì, una succhiata agreste, secca come il buon sughino, senza ulteriori scontrini.

Meglio una campagnola di queste civettuole che esigono comodità a gogò, gioielli come Brigitte Bardot e orgasmi al bordò. Sì, non si accontentano mica del primo… che capita. Vogliono pure il secondo, il dessert e tutta la banana. E che cazzo.

Come dico io, meglio ridursi con un fisico a pera che far melina con queste teste di melone. Sì, il loro prosciutto è magro e di cosce vellutate si appaia appunto col melone. Eppure, una bella donna può anche avere una testa da minchiona ma io non sono il cocomero di nessuna. Andassero a leccare la polpa a chi si prenderà un granchio.

Ora, le mie gambe mi sgranchisco e ordino pollo al limone.

Altro che liquirizie e questi orifizi, altro che orefici per cui spendere un patrimonio solo per inanellare da fico una che fra moglie e marito mette appunto il dito ben condito…

Sì, ci sta, orefici, fico, fichi d’india e fighe marce. Non fa rima ma è la verità.

Però mi piace Silvia, anche Marzia, son spesso un asessuato di ascendenza marziana eppur per Mariana io lei sarei tutto l’anno nell’ano. Ci sta, si chiama eccezione che conferma la regola. Anche sempliciotta che vuol solo una genuina botta, senza altri cazzi vari e tradimenti inculanti da parte di quella che è, io vi dico, soltanto una mignotta.

Sì, sono poche le donne che stimo. Non stimo neanche la Madonna. Secondo me, è stata la prima responsabile di questi parti artificiali che generano, di geni malati, persone schizofreniche che si credono Cristo. Sì, lei fu inseminata da Dio nello spazio. E ne vennero le manie religiose. E manco Dio, che è Dio, venne. Quando dite che volete essere Dio, sappiate che non verrete. Peggio di Alien – La clonazione. Che, comunque, è un ottimo film. E può vantare una Sigournet Weaver e una Winona Ruyder pelate a zero eppure al top della topa loro forse rasata. Sì, potrebbero piacere molto queste fighe rasate e depilate a quello lì, Giuseppe Simone.

Adesso trovo il suo contatto e gli regalo il dvd. Per seghe spaziali, fantascientifiche. Bisogna far pure del bene, dare ancora pene. Ah ah.

Sono pochi anche gli uomini che stimo. Fra questi, come dissi poco tempo fa, vi è Kenneth Branagh.

Ma naturalmente la mia stima assoluta è rivolta innanzitutto a Martin Scorsese.

Sì, prima di guardare i suoi film, pulivo e disinfettavo la vasca col Vim Clorex per liberarla da ogni batterio, quindi in un batter d’occhio m’immergevo nell’acqua con tanto di bagnoschiuma super-neutro e mi detergevo tutte le palle, rinfrescandomele nello scroscio più massaggiante e turgido.

Finito il bagnetto, indossavo l’accappatoio di seta, o forse era d’organza di cotone liso, come De Niro di Casinò.

E, in religioso silenzio, mi sparavo i suoi film a tarda notte. Quando non volava neanche una mosca.  Anche se Silence l’ho visto al cinema con una vecchia che, seduta vicino a me, si scaccolò durante la proiezione e, alla vista dell’inquisitore, urlò: – Sei proprio un bel cinesino!

Le risposi: – Guardi che è giapponese.

– Ah, va bene lo stesso. Eschimesi, gemelli siamesi, cani pechinesi, circoncisi o russi, fruttivendoli o pesci lessi, sa, sono vecchia, si arriva a una certa età, non si va più per il sottile e si abiura! E voglio anche del burro! Forza, burini! Non me ne fotte più di nessuna morale. Che mi fottano tutti. Si fottano! M’inculino, mondo, vaffanculo!

 

La faranno santa?

No, non credo.

– Ah, lei non crede?

– No, non credo.

– Allora è ateo, miscredente! Si vergogni! Avete sentito? È un ateo! Amici, picchiatelo!

 

Partì una rissa e un pestaggio da Quei bravi ragazzi.

Ah, che film L’età dell’innocenza. Anche se non è sull’ingenuità e sulla tenerezza giovanile ma sui rapporti sociali alterati, adulterati dalla posizione sociale che avvelena anche l’amore più puro.

E ho detto tutto.intocc31 silence-04007 clo21-1al11-1

 

di Stefano Falotico

Pen(sier)i “pericolosi”: amo la gente verace, schietta, che non veste Versace, che ama gli arachidi


15 Sep

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De Niro è fanatico di Gianni, lo segue in ogni passer(ell)a, in quanto “goodfella”, eppur la sua Grace è “untouchable”. Scorsese e De Palma son registi di (ta)lento, di tailleur, di giacche e cravatte criminali, di gente “violenta” che la dice tutta, care donne, datela, ché mollala!

Oggi pensavo a Michelle Pfeiffer, protagonista per la quarta volta, assieme a Bob, di quest’annunciato The Wizard of Lies, la “vera” storia di Bernie Madoff e della sua truffa miliardaria.

I due, infatti, avevano già recitato in Stardust, Capodanno a New York e Cose Nostre – Malavita di Luc Besson. Nei primi due non condividevano nessuna (s)cena face to face. Scarface!

Pacino ebbe con Michelle anche Paura d’amare, ma che c’entra il buon Al(fredo) con Michelle e l’uomo col neo? C’entra perché, come me, mette lo zampino, casca a “fagiuolo” nella bella Michelle, ricordando John Lennon…

Da quel che ho imparato nella mia tortuosa, travagliata (s)figa, e molte… ne “verranno” ancora, so che i buoni son coglioni fottuti dai cattivi, cioè i buoi, e tu, se non te la fai… sopra, ma sotto, sei un buon a nulla. La Nutella, l’uomo ignudo!

Chi patisce non soffre di demenza, eppur “aggressivo”, cova pene… di ove va la gattina al “laido” ci metti il pisellino.

Ciò che ho scritto non ha senso, le donne “imperiali” con troppo sen(n)o mi fan (spa)vento.

Care sceme, meglio seminare, ah ah, da scimmia!

Ieri, per molti piselli, no, pivelli, è stato il primo giorno di s(c)uola.

Gesso e la didattica mette in righello “quelli” più lunghi, da cui la lingua lunga e il sesso sul b(r)anchetto.

di Stefano Falotico

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