Posts Tagged ‘Edgar Allan Poe’

SILENZIO – (Un uomo da) Favola di Edgar ALLAN Poe, schierato, a viva voce, contro ogni hater morboso


12 Dec


Mi spiace deludere, per la millesima volta, i miei odiatori e untori, cioè degli ignobili, vili malfattori villici che vorrebbero ammutolirmi, sì, rendermi muto e mutilato. Che uomini tristi. Li zittii tempi addietro e lo presero, ancora lo prendono, eternamente lo prenderanno, nel didietro. Insomma, è gente arretrata, ah ah. Che va, nel sedere, punita in modo severo. Cosicché, alla pari del grande Bob de Niro di CAPE FEAR, contro ogni vigliacco che vuole picchiarmi, ripeto, durante vili, fintamente virili pestaggi orribili, io sarò fortemente e indistruttibilmente ostile, recitando perfino questo con titanica voce invincibile:

Silesius, XVII secolo. Io sono simile a Dio e Dio è simile a Me Io sono grande quanto Dio, Egli è piccolo quanto Me Egli non può essere al di sopra di Me, ne Io al di sotto di Lui.

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5 è il numero perfetto? Chi nasce tonto non può morire (in)quadr(at)o, forse farà l’impiegato o cassaintegrato, emarginato e frustrato, chi nasce ROCKY BALBOA non può morire sfigato…


07 Mar

rocky stallone

In questa tetraggine indotta dal Covid-19, mentre la gente sta crollando, arriva uno strano tipo che è rispuntato dal nulla. Dio bono. Ma che roba è? Fa pure il figo con quella faccia da pesce lesso. Le espressioni sono da migliorare, è espressivo come il peggior Sylvester Stallone. Ma cos’ha? Una paresi?

Sì, è uno scemo, lo scemo del villaggio. Un povero disgraziato maledetto con un “gancio sinistro” che fa però paura. Credo che nessun uomo abbia preso così tanti pugni in vita sua, metaforici e non. Cavolo, pare “cerebroleso” come Rocky dopo l’incontro con Ivan Drago. È lento, abulico, è finito, è malato…

È un disgraziato malandato, un “pazzo” accertato e acclarato, perfino diagnosticato. Caspita, capito?

È una facile preda, non sa muoversi, è ridicolo e imbarazzante, che tristezza, fa pena. Ah, inutile dargli più addosso. Sarebbe come sparare alla croce rossa. Che mezzo uomo, mio dio. Va compatito, oramai è partito. Ma è un gran pagliaccio, dai. Ma ha almeno non un briciolo di dignità per sé stesso? Che vergogna!

Invero, costui comincia a saltellare come Cassius Clay, sta cominciando ad accelerare in maniera vertiginosa, George Foreman non capisce più niente, vacilla mentre Muhammad Ali gli balla attorno come Michael Jackson, che diavolo sta succedendo?

Il detto dice che a frequentare gli zoppi s’impara a zoppicare. A forza di farsi prendere in giro dagli idioti, invece, ci si convince di essere sbagliati.

Trovando la persona o le persone giuste, tutto ciò in cui avevate falsamente creduto va a farsi fottere in un istante. È come quando uno pensa di essere un gigante ma viene all’improvviso destabilizzato da un colpo di genio devastante. Il gigante è ferito, non è possibile. Urlava a tutti di essere dei nani e di avere il cervello piccolo, gridava entusiasticamente di aver capito tutto. Cavolo, ne era sicuro senza neppur battere ciglio. Si credeva un comunista, invece è un capitalista al limite dell’edonismo più esecrabile. Non è che assomiglia al “critico” youtuber Federico Frusciante? Solo lui sa tutto, non solo di Cinema. Non crede a Netflix e allo streaming. Poi, nelle descrizioni, sotto i suoi video, inserisce i link per acquistare i dvd da Amazon.

Ah, capisco, odia pure Prime Video… Bene… è molto coerente… di una credibilità disarmante…

Il gigante riceve una lezione di vita impressionante, memorabile. Scusate, offritegli una tisana, lo vedo sull’agitato. Sta bene? Che fa? Delira come un bambino di dodici anni? Ma allora è un infante!

Chiamate l’ambulanza, la sua situazione psicofisica è preoccupante, dategli almeno un calmante.

Cavolo, faceva tanto l’arrogante brillante e ha rimediato invece la figura del demente. No, non parlo di Frusciante, Frusciante semplicemente non crede a Netflix solo perché, altrimenti, senza la videoteca, finirebbe in mutande? O no? Non raccontiamoci stronzate, ah ah. Abbiate Fede…, ah ah.

Mi riferisco a un altro, un imbattibile gigante? Invero, fu sempre un gran cafone assai ignorante. Davvero, credetemi, un deficiente sesquipedale. Ammazza. Ancora diffama la gente… questo squallido mostriciattolo che abbisognerebbe solamente di psichiatriche cure pesanti?

Eh sì, a volte arriva uno che ogni certezza dei cretini annienta in un sol frangente, grazie alla sua forza illuminante. Un uomo considerato patetico e malinconico, da manicomio, invero raggiante più del Sole che sorge a Levante. Insomma, questo Falò è veramente uno che guarda il mondo da una prospettiva distorta e sbagliata, non sa leggere, non sa scrivere, non sa argomentare, direi che è proprio ineludibilmente così. Insindacabilmente!

Che dite? Siete d’accordo? Non si può vedere… ma sentitelo, quante incertezze che possiede, s’intravedono e scorgono visibilmente delle oscene timidezze insanabili. Per caso, è Adriano Celentano? Suvvia, fa ridere i polli. Sì, è al mille per mille, indiscutibilmente, un tonto. Be’, se lo dite voi…, si capisce…

A dircela tutta, la gente calunnia il prossimo in quanto incapace. Racconta fandonie.
Non sa affrontare la realtà, non capisce nulla di Cinema, di donne e della vita.
Finalmente, il Falò ha fatto capire a tutti come si sta al mondo.
Sì, per anni fui screditato. Mi accusarono di fobia sociale e varie malattie mentali, pensate.
Sì, andavo a Venezia per vedere solo gli attori. Frequentando nel frattempo, come il grande Depp con Brando, gente che aveva il doppio della mia età.
Sapete, i libri che scrivo, ah ah, non li ho scritti io. Certo! E gli accrediti da critico ufficiale di due riviste di Cinema, ah ah, me li danno perché sono un tonto a cui fare i regalini.
Certo, imbecilli!
https://www.ibs.it/libri/autori/stefano-falotico

 

di Stefano Falotico

A DREAM TO GET IT ALL BACK: la morte di Alan Parker, forse ROCKY é più bello di TAXI DRIVER e Angel Heart di Shutter Island


03 Aug

nicolas cage birdy

cage dern cuore selvaggioLa scorsa settimana morì Alan Parker. Io gli dedicai un post molto particolare.

http://www.geniuspop.com/blog/index.php/2020/08/la-morte-di-alan-parker-mi-ha-rubato-lanima-e-vago-ora-fantasmatico-come-harry-angel-turlupinato-nel-cuore-da-louis-cyphre/

Che io mi ricordi, ho sempre sognato di essere Nic Cage di Cuore selvaggio, non quello di The Family Man.
Anzi, quello di Stress da vampiro e di Birdy. Sì, volevo e voglio essere questo Nicolas. E chi dice che Cage è/sia un pagliaccio, ah ah, è meglio che ascolti Alessandra Amoroso. Nic Cage non è un pagliaccio, è un clown da competizione, ah ah, sì, è un “pazzo” come me. Non ha regole non solo attoriali, bensì sociali. I suoi matrimoni dura(ro)no un nanosecondo poiché, per l’appunto, è sempre stato un uomo libero (ah, per forza, è il nipote di Coppola, sai quanti soldi a prescindere dai suoi cachet?, ah ah) e non desidera vincoli di nessun tipo, specialmente di nessuna “topa”. Adora farsi prendere in giro, s’imbroda e gongola nel recitare come un cane più bastonato di Balboa, va giù di testa nello sbraitare ed andare spesso e soprattutto volentieri sopra le righe. Sfoderando delle smorfie più oscene di Meg Ryan di City of Angels. Sì, Meg è sempre stata la quintessenza della smorfia, non quella napoletana. Bensì della cretina che poté beccarsi solo Dennis Quaid. Altro playboy dei poveri che non ha niente a che vedere con Il cielo sopra Berlino. Sopra qualche altra bionda però, forse di nome Angelica oppure Chantal, sì. Cage è un ribelle, un amante di Elvis Presley, fu amante anche di sua figlia Lisa Marie. E oggigiorno tutti lo deridono e umiliano poiché, ai film d’autore come quello di Parker, preferisce buttarsi via e non dare più retta a nessuno. Tanto la gente vuole solo che tu sia un premio Oscar, una bella statuina coperta da una corretta mascherina. Non certamente quella del Covid-19. Lui andò con Jenna Jameson, si prese la patente di “depravato”, di attore super sfigato, d’incapace e, a livello non solo recitativo, di handicappato. Poiché lo è. In Con Air, per esempio, non c’è una sola espressione sua giusta. Anzi, è espressivo come una stampante della Epson. Ride quando dovrebbe mantenere un tono serio e, di contraltare, piange quando dovrebbe essere allegro. Ha due labbroni da far invidia a quelli rifatti di Alba Parietti e non ci crede nemmeno Antonio Conte che Nic Cage (chi, sennò), dopo Cuore selvaggio, abbia perso molti capelli ma sia rimasto sempre così stempiato senza perderne altri da allora in poi.

Il suo personaggio si chiama Poe. Ma dubito che Nic sposerà in futuro una tisica e minorata mentale così come fece Edgar Allan. Morendo a quarant’anni con cinquemila racconti capolavori all’attivo e una sola “figa” nel suo “curriculum vitae”.

Ma torniamo a Parker, lasciamo perdere, dunque vincere Cage… Certo, non è propriamente classico salutare, in modo satirico e goliardico, una persona e un regista che ci ha lasciato/i. Ma sapete, in questi anni, morirono persone a me care. Solo mia nonna paterna ancora campa. Ha anche la campagna. Persi mio zio tanti anni fa e tanti altri parenti che, in passato, perfino disdegnai e che dunque non incontrai più prima che se ne andassero. A fanculo, di nuovo, spero… sì, i miei parenti non sanno neppure chi sia Alan Parker. Persi anche degli amici. E non andai nemmeno al loro funerale. Tanto, già all’epoca, avevano una faccia come quella di Crisantemi ne L’allenatore nel pallone.

Sì, pensa te, pensate voi. I loro migliori anni della loro vita, per l’appunto oramai trapassata pure clinicamente, li trascorsero a giocare a Duke Nukem e a Doom. Che io mi ricordi, giocai in quel periodo col mio personale “joystick” con Erika Anderson di Zandalee.

Sì, qui voglio essere un comico nato come Paolo Rossi. Sì, furono mie nottate di “sparatutto” da far invidia a ogni Playstation del cazzo. In verità, persi anche me stesso. E pensai davvero di essere matto e irrecuperabile sia nel cervello che nel fisico. Quasi quanto Mickey Rourke di Homeboy. Pensai che un altro colpo letale alla mia fragilità, emotiva e non, mi avrebbe ucciso. Totalmente annichilito, estenuato, stremato.

Il film più bello in assoluto di Parker rimane Angel Heart. Con tutta la stima che possa nutrire, anzi, la mia adorazione sconfinata per Martin Scorsese, Angel Heart è un capolavoro e Shutter Island invece un filmetto. A dirla tutta, spesso mi conviene recitare la parte del cretino. Altrimenti, dovrei accettare qualcosa di non scientificamente spiegabile accaduto alla mia vita. Sapete, non è facile. Bisogna essere forti come Sylvester Stallone e io invece son autodistruttivo come Bob De Niro di Toro scatenato.

Ho intanto firmato un altro contratto editoriale e credo di non sapere nulla di Cinema. Basti vedere questo video per capirlo. Non so argomentare, capite? Ah ah.

Non so parlare, non so scrivere, sono cerebroleso, brutto come un debito e non so neanche amare.

Taxi Driver è un capolavoro, Angel Heart anche. Ma Rocky non va mai giù, non è “dotato”, anzi, datato per niente. E questo è quanto. Se voi avete bisogno di psicofarmaci perché non ce la fate, prendeteli. E altri pugni allo stomaco devastanti pure piglierete. Quello che voglio dire è che Rocky è più forte di Apollo Creed, di Ivan Drago, eccetera eccetera. Insomma, è il più forte di tutti. Quando caccia un mancino del genere, vanno infatti tutti al tappeto. Ho scritto tutti due volte in tre righe, si chiama ripetizione? Allora, ripetiamola, ripententi esistenziali. Tutti, tutti, tutti. Senza eccezione alcuna. Vi rispedirei alle elementari, maestrini dei miei stivali da cowboy. Se poi vorrete continuare a credervi invincibili, recitando la parte della moglie di Sylvester Stallone in Over the Top, cioè della donna “sana”, farete solo la figura dei coglioni come Robert Loggia, pure di Scarface. Come dice invece il grande Al Pacino di Carlito’s Waysono un altro, sono un altro e non ci sono voluti quei trent’anni che mi aveva dato lei, vostro onore, ma solo cinque anniEd eccomi qua… completamente riabilitato, rinvigorito, riassimilato e sarò fra poco anche rialloggiato.

Una delle scene più belle del mondo. Un uomo che ha coglionato tutti, compreso sé stesso.

Poiché, tornando al Cage, non mi vedo laureato, non mi vedo sposato, non mi vedo per niente in nulla e non vi vedo neanche. Quindi, mi pare giusto che, se siete dei tonti, io possa morire come Dio.

Dio infatti non ha una vita sociale poiché è superiore. Non ha bisogno di stare nel porcile, ha bisogno di punire e giudicare tutti, compreso sé stesso. Da cui suo figlio, Gesù Cristo. Colui che morì per noi e il terzo giorno è resuscitato. E io dovrei credere a una stronzata del genere? Io, io che sono il diavolo? Ah ah. Il diavolo provoca in quanto vuol far capire agli uomini che non c’è un’altra vita e questa la stanno sprecando su Instagram. No, non vincerò come Rocky nel suo secondo capitolo.

Non accetto nessuna sfida. Accetto di morire come le donne, i bambini e gli uomini che, passivamente, accettarono di essere stati uccisi. Così come sostenne e disse Rust Cohle di True Detective. Poiché il mondo è formato da mostri ed è cosa buona e giusta che Dio, ecco, li distrugga.

Qualche mese fa, un amico mi telefonò, preoccupato, chiedendomi:

– Stefano, ti sento giù, di solito non sei così. È successo qualcosa?

– No, sto benissimo. Anzi, mai stato meglio.

– Non mi sembra. Ieri ridevi ed eri contento.

– Perché sono un grande attore come Rourke, come De Niro, come Cage.

 
Quando sono triste sono grande, quando sono malinconico sono me stesso, quando fingo di stare bene, non sono credibile. Sì, mi pare sanissimo che i geni e i grandi artisti come Parker vengano ricordati anche dopo la morte. Ai comuni mortali, invece, lasciamo la loro anima da carne è debole.

 

di Stefano Falotico

La morte di Alan Parker mi ha rubato l’anima e vago ora fantasmatico come Harry Angel turlupinato nel cuore da Louis Cyphre


01 Aug

Alan+Parker+EE+British+Academy+Film+Awards+nSFBY8AlMGWl

Scioccante. Allucinante. Oserei dire agghiacciante la notizia della morte di Alan Parker.

Forse, non un grande ma, senz’ombra di dubbio, un cineasta decisamente superiore a mille altri anonimi, insulsi mestieranti. Un autore maiuscolo, dotato d’una personalità fortissima. Ultimamente boicottato già prima di diventare ammalato. Anzi, di ammalarsi. Era per fare la rima ma non ci sta. Così come non può starci Kevin Spacey, protagonista di The Life of David Gale, messo in disparte, anzi, bruciato nella carriera e soprattutto nell’anima a causa dei suoi peccatucci veniali. Sì, Hollywood lo linciò vivo mentre molti di voi, pur essendo liberi come libellule, dilapidano non solo il proprio talento, bensì millantano di essere dei registi straordinari come Clint Eastwood di Mezzanotte nel giardino del bene e del male.

Ce la possiamo dire senza vergogna alcuna? La figlia di Clint, Alison, è una f… a magnifica. Al bando tutte le vergogne. Film ambientato a New Orleans, la patria dei riti voodoo.

Non sono mai stato a New Orleans ma Sugar Fornaciari, eccome. Baila, baila Morena sotto la luna piena.

E il mare impetuoso al tramonto salì sulla luna e, dietro una tendina di stelle, se la ch… ò.

Sì, in Angel Heart avvenne una sexy thing fra Mickey Rourke e Charlotte Rampling. Poi, Mickey finì forse a Shutter Island per colpa di troppe sue amanti da “Portiere di notte” che perse la testa e anche la faccia. Da cui Johnny il bello, ah ah. In questo film di Walter Hill, Rourke prima fu un freak come in Homeboy, poi divenne più bello della sua faccia da pezzi del lato b attaccatigli sulle gote ridenti, strafottenti in 9 settimane e ½.

Dunque, non pago di essere bellissimo, volle diventare bruttissimo. Combattendo sul ring in incontri di boxe non sempre truccati come le maschere delle sue pessime chirurgie facciali. E, oltre allo spaccato setto nasale, da Hollywood fu, alla pari di Spacey, fortemente emarginato di ostracismo più devastante di un metaforico, straziante an.. le.

Sì, il moralismo negli Stati Uniti, non solo da noi, impera di puritanesimo che non tollera assolutamente neppure le più piccole dosi di puttanesimo. Invero, Kevin non si macchiò di nessuna colpa così scabrosa, siamo sinceri. Hollywood crea infatti scandali e impone assurdi, pazzeschi divieti e censure del tutto risibili e incomprensibili. Per esempio, i censori da maledire come Giuda, per l’appunto, vollero sforbiciare la scena di sesso fra Mickey Rourke e Lisa Bonet nel pre-finale di Angel Heart. Pellicola dalla venustà idilliaca.

Ché chi ama il Cinema, in tutte le sue sfaccettature e sane, creative disinibizioni perfino leggermente spinte, allora faccia il recensore serio, piuttosto, ed elevi, in gloria di Hallelujah e in paradiso, Angel Heart – Ascensore per l’inferno. Che i diavoli bigotti, invece, e le educande troppo schizzinose si diano alle recite parrocchiali di qualche commediola francese pallosa, dedicata ai cretini e ai vecchi rincoglioniti più irrecuperabili, morbosi ed odiosi. Ché gli ignoranti lo diano via sui viali, no, si diano ai cinepanettoni e che gli uomini puri come Nic Cage e Matthew Modine di Birdy vengano liberati da ogni stolta colpevolizzazione e falsissima accusa immonda. A proposito, Tim Robbins de Le ali della libertà fu colpevole o no? Fu, cioè, incriminato ingiustissimamente di uxoricidio oppure fu sbattuto a Shawshank a causa di una frettolosa, giudiziaria causa? Mah, a tua sorella quelli dell’assistenza sociale hanno trovato una casa ma tua sorella, fidati, rimarrà comunque una causa persa. Quando si suol dire salutami a sorrata.

Cosicché, Tim non perse solo la testa se fu vero che ammazzò la moglie ma perdette anche la causa, dunque pure la casa (forse lasciata in eredità a tua sorella) e, in carcere, dovette addirittura arrangiarsi fra qualche giochino di saponetta alla Animal Factory e il tirarsene parecchie, tirandosela poco ma mantenendo un profilo basso e anonimo, al contempo districandosi alla bell’è meglio pur di evadere da un mondo che sarebbe capace, col suo cinismo mostruoso, di uccidere anche la bellezza di Rita Hayworth, la rossa immortale.

D’altronde, se così come disse Checco Zalone, parodizzando Cristicchi, chi su Barbara Bouchet (Buscetta) non s’è mai tirato un pug… ta, credo che già prima di sposarla, Orson Welles se la tirava alla grandissima. Infatti, io alla pari di lui, se avessi realizzato Quarto potere solo a venticinque anni, l’avrei teso, no, avrei preteso Rita, Kim Basinger, Debra Feuer, Carré Otis e altre zoccole varie. Ah ah.

Al che, Tim si destreggiò in prigione e, come si suol dire, di verbo sinonimo, eh sì, con classe e scaltrezza ottimamente si barcamenò. Alla fine, tutti i cattivi infami fregò e dalla gattabuia scappò.

Non sappiamo comunque se, una volta libero e lontano dalla casa di detenzione, altre donne scopò oppure di tutto e tutti/e completamente se ne fotté. Mandando a (fan)culo un mondo (s)porco e corrotto. E deridendo una società iniqua ove il motto La legge è uguale per tutti è una balla messa in giro da Berlusconi poiché, pur di scagionarsi da ogni suo peccato, decisamente maggiore rispetto a quelli commessi da Kevin Spacey, elargì la sua anima al demonio, vale a dire Mefostofele, cioè De Niro di Angel Heart, sogghignando fra un avvocato figlio di tr… a da mettere nell’Inferno di Alighieri Dante e sua moglie oramai a vita resa super cornuta.

Qui voglio fare una battuta alla Woody Allen. Certa gente ha le corna in testa, Belzebù soprattutto. Io invece ho spesso il Cornetto Algida in bocca. Poiché non amo leccare nessuno e dunque spesso rimango solo come un cane bastonato, alla pari quasi di Brad Davis di Fuga di mezzanotte, non demordendo ma rimanendo (in)fermo a mordere soltanto la crema di un Cremino quando i ladri delle vite altrui e gli stronzi amanti con le donne degli altri invece giocano allo “yogurt” con queste oche da loro pappate, palpate e dolcemente succhiate di baci al cioccolato a sera inoltrata. Inoltrandosene in “galleria” come Tim Robbins… Per poi esplodere, tutti bagnati fradici, di gioia incontenibile.

Vite davvero eticamente “deliziose” e cremose, cazzo. E, in una notte piovigginosa al buio, l’urlo catartico di Tim, dopo tanta (il)legale punizione orripilante, detonò in uno sfrontato, potentissimo schiaffo in faccia dolorosissimo scagliato a viso aperto (anche a suo torso nudo) contro tutti i bastardi e i fraudolenti, contro i fetenti e gli aguzzini moralmente deficienti.

Barcamenarsi per riprendere il largo in barca. Ah sì. Orietta Berti cantò il celeberrimo ritornello finché la barca va, lasciala andare. Classica donnetta da fornelli, probabilmente poche volte calorosamente forn… ta, infornata. Comunque, forse sa ancora preparare buonissimi dessert. Per dolcificare la sua asciuttezza in quella zona sua erogena più arida del deserto. Mentre Bud Spencer e Terence Hill di Chi trova un amico trova un tesoro probabilmente furono due amici ancora più grandiosi di Robbins e Morgan Freeman del film sopra menzionatovi.

Dunque, ora cantiamo tutti assieme coi Pink Floyd e The Wall, siamo o non siamo The Commitments?

Dico, siamo totoiani, siamo uomini o caporali?

Detta però onestamente, il diavolo esiste solo nei film, Dio è morto come sostenne Nietszche e così come cantò Guccini, e la Ciccone, seppure reciti benino in Evita, non è che sia propriamente la Vergine…

Quentin Tarantino de Le iene lo sa… Like a Virgin di che?

Fra l’altro, a me fanno ridere quegli pseudo-cinefili della minchia i quali sostengono che Sean Penn sia un dio… Ah ah.

La vita, comunque, non è solo piacere. Lo sa benissimo il grande Mickey Rourke de La promessa.

In questo film diretto dal suo amico Penn, il quale gli rubò con Milk l’Oscar che Mickey avrebbe meritato per The Wrestler, Rourke è più distrutto di come stia messo oggigiorno.

Esordì al Cinema con 1941 – Allarme a Hollywood. Altro cammeo cult!

Il suddetto film di Spielberg fu presentato per la prima volta il 13 dicembre del 1979.

Io nacqui il 13 Settembre dello stesso anno. Sì, sono filo-rourkiano…

Mentre due miei libri, Cuore angelico, tenere tenebre sangugne e Il diavolo è un giocattolaio, ispirati al leggendario Angel Heart, ce la vogliamo dire senza infingimenti? Sono due capolavori viventi, più che altro attualmente ancora in vendita. Non so però se, dopo la mia morte, rimarrà in catalogo anche un altro mio libro, Dopo la morte.

Morale: Alan Parker è morto, io fui tanto tempo fa, eh sì, giovane e bello come Rourke. Poi impazzii, nell’animo morii ma non vendetti mai l’anima al diavolo per ritornare più bravo e carismatico di Bob De Niro.

E questo è quanto. Buon Sabato a tutti.

E ricordate: il Cinema e la vita, una volta, erano davvero una cosa meravigliosa. Ma oggi siete diventati peggio del Rourke odierno. Il quale, su Instagram, alla veneranda età di quasi settant’anni, corteggia volgarissimamente le modelle pressoché minorenni. Uno schifo. Una merda. Capace pure di sputtanare De Niro.

Caro Bob, mi faresti un piacere? Fagli rivedere Saranno famosi. E mostragli come si recita Il diavolo nel campanile di Edgar Allan Poe.

Insomma, quando mi arrabbio davvero, mi viene duro, no, ho un diavolo per capello. Sì, soffro di molte fragilità e lo stress mi provoca la calvizie.

Mentre De Niro è camaleontico, cambia aspetto sotto ogni mia doppia punta del mio bulbo pilifero anche sottocutaneo.

E, con la grinta del miglior Rourke, uomo imprevedibile, del miglior De Niro, il più grande attore di tutti i tempi, e del miglior Alan Parker, non voglio più sentire che Blu di Zucchero sia una canzone plagiata.

La verità è che una canzone stupenda.

Per finire, potevo diplomarmi al Liceo Scientifico, laurearmi in Astrofisica Nucleare oppure adagiarmi a una vitarella da impiegato aziendale-comunale paraculo forse statale con tanto di direttore galattico interspaziale. Invece, decisi di essere un artista come Rourke di Barfly.

E, come Rourke/Chinaski/Bukowski di questo straordinario film di Barbet Schroeder, stasera voglio offrire a tutti da bere.

Sì, non ho neppure i soldi per regalare alla mia lei un vino di ottima annata ma sono bello e dannato.
E voglio donare a voi un sogno.

Anche se, a dirla tutta, non meritereste un cazzo. Molti di voi, difatti, sono già da tempo immemorabile fottuti, andati, sputtanati. Più di Rourke strafatti e rifatti, molto sfatti.

Cioè, siete stagionati. Osceni, invecchiati, imbruttiti, inguardabili, impresentabili, imbevili, insopportabili.

E non sapete neanche più gustarvi delle seghe d’estate. No, scusate, ho bevuto troppo. Sparo porcate e stronzate come Rourke.

Volevo dire, sere d’estate dimenticate…

 

di Stefano Falotico

Potrei essere Bruce Campbell de L’armata delle tenebre e l’a(r)matore di ogni tenerezza, volando nella brezza con far da Poe-ta?


19 Apr

Army of Darkness

 

20200419_125703Ah, Franco Battiato.

Nella vita fui associato anche a lui poiché la gente pensò che fossi matto e malato di metafisica.

Di mio, so per certo che giocai a Calcio sino a 18 anni e credo che la mia pubertà, normalmente, iniziò a 12 anni. Durante l’adolescenza vissi attorniato da quasi coetanei che furono, sono e rimarranno bambini.

Sì, liceali damerini, abituati a scansionare il prossimo secondo modelli etici di estetica distorta.

Li vedrei bene assieme ai ragazzini del club dei perdenti di It.

Mi fanno morire. Pensarono e pensano delle cose assurde sul sottoscritto. Per loro fui sempre una sorta di manichino da trattare come clown di Pennywise poiché sono più geniale di Stephen King.

Ah ah, questa è bellissima. Anche quella là. Però è stupida. Quando avrà un figlio, gli mostrerà Stand by Me a otto anni. Poiché, essendo già vecchia, proietterà le sue nostalgie alle nuove generazioni. Che, in verità, dovrebbero invece darsi a Carla Gugino de Il gioco di Gerald.

Veramente, non se ne può più dei nerd.

Il nerd è colui che, essendo impossibilitato a esser bello per via di una genetica, purtroppo per lui, difficilmente aggiustabile, s’imbelletta nel fare il patetico simpatico, ribaltando il senso dell’esistenza a suo piacimento. E vive di atroci dicerie, insomma, rimarrà a vita nel reparto “giocattoleria”.

Indubbiamente siamo stanchi anche delle zie cattedratiche, ah, nauseanti. Piene di buoni consigli maieutici atti a educare i ragazzi a un falso e fatuo perbenismo ipocrita, gigioneggiano da sapientone. Sono abuliche!

Non vorrei dirlo, invece lo dico. Oltre che cornacchie, so’ proprio racchie.

Sì, invero credo che, essendosi dissanguate troppo presto a livello emozionale e sensuale, abbiano riversato ogni loro frustrazione in quella che chiamano, pedagogicamente, “cultura”. Che non è cultura, è solo in realtà e squallidamente una ripetizione mortificante di nozioni apprese a menadito, recitate a pappardella e servite ai loro studenti per infornarli e indirizzarli a una morigeratezza dolciastra e mortifera.

Donne spente che forse sperarono, tra un Foscolo e un Carducci, di volare a Hollywood. Sì, recitando il ruolo, in parrocchia, di Meryl Streep de Il dubbio.

Oddio, perdonatemi, questa è cattivissima. Sembra Anjelica Huston de La famiglia Addams. Quella là invece è bonissima. Sì, assomiglia a Amy Adams.

Per piacere. Allora, sono pronte le strapazzate uova o devo diventare veramente pazzo?

Ah, queste sognatrici sono solo delle indottrinatici. Sono delle domatrici. Uomini, abbiamo bisogno invece delle dominatrici, così non potranno accusarci di sessismo.

Ah ah, questa fa morire dal ridere. Quella là invece farà morire te. Sei cieco? È più inguardabile di Freddy Krueger.

– La amo. Combatterò con gli artigli per possederla anche da sotto il letto.

– Sì, sei la personificazione del detto Dio li fa e poi li accoppia. Se è contento Dio, è per questo che sono ateo.

 

Siamo stanchi perfino di psichiatri che, in quattro e quattr’otto, cioè assai sbrigativamente, appioppano ai loro pazienti delle diagnosi esecrabili. Trattandoli da Anthony Hopkins di Proof quando invece non s’accorsero d’avere di fronte quello de Il silenzio degli innocenti.

E i divieti aumentano, viviamo nell’era del “proibizionismo”, siamo regrediti a una barbarica, ecumenica società fascista. Pericolosa in quanto castratrice e mentitrice.

Livellata su standardizzate omologazioni di massa atte a rendere il prossimo una persona robotica, una merce di consumo a cui affibbiare un prezzo meritocratico.

Ah, ho ancora molta gente che mi disprezza. Ma, si sa, la gente è ossessionata dal rispetto. Non è che faranno la fine di Bob De Niro del secondo Padrino? Ah ah.

La gente dovrebbe invece essere ossessionata dall’avere dei buoni pettorali, miei polli zenza ali.

Ah, quanti bigotti, quanti gianduiotti. Per farla breve, il mondo sta andando a mignotte.

Invece, in una periferia remota, dapprima per lui agonica, oggi parsimoniosa e non più laconica, staziona un uomo che, con discrezione massima, senza dare nell’occhio, ridacchia beffardamente, in quanto poeta romantico e uomo giammai antico, bensì ammodernato e, va detto, gustosamente mitico. Ah, dovete sfiatare, forza, respirate. State soffocando nelle vostre mentali pareti stagne di cervelli annacquati.

Il Falò, in verità, è un uomo che ne sa una più del diavolo. Egli disserta di Cinema senza prosopopea pur essendo qualche volta prolisso, dunque malato di logorrea.

Siamo stufi dei critici che fanno venire la diarrea, abbiamo bisogno di un personaggio che indossi il mantello e sgusci tra la foll(i)a non rinunciando, talvolta, a fare volontariamente l’idiota per dare spettacolo e intrattenere la gente moscia.

Comunque, adoro la pelle di camoscio.

Durante questa quarantena, allentai la tensione, parlando amabilmente non solo coi cinefili e gli amanti di Rocky, bensì amando misteriosamente anche di notte.

La gente è artefatta e arretrata, non evolve, non sa cambiare non solo le sue opinioni. Nemmeno il loro look.

Poiché non tutti, anzi, quasi nessuno può essere camaleontico come il Falotico.

E questo è tutto.

Speriamo che, quanto prima, Scorsese giri Killers of The Flower Moon e non fatemi la fine del personaggio che interpreterà Bob De Niro, vale a dire William Hale.

Psicopatico duro a differenza dei geni puri.

Comunque, sulla purezza, non vi metterei la mano sul fuoco.

Anzi, metterei oltre alla mano anche qualcos’altro.

Ah, fessacchiotti, per Natale vi regalerò un ciucciotto e un orsacchiotto.

Ah, guardate. Ho dovuto fare pulizia di molte mie conoscenze su Facebook.

Tempo fa, per esempio, divenni pure “amico” del Misischia, regista di quello che è, senz’ombra di dubbio, uno dei peggiori film del mondo, ovvero The End? L’inferno fuori.

Ebbe ragione Francesco Alò a distruggerlo impietosamente poiché il suddetto film, oltre a essere un horror che avrebbe girato meglio mia nonna Rita, grande fan de La notte dei morti viventi e non so ancora per quanto vivente, ecco, è un obbrobrio dei più repellenti. E non mi riferisco, certamente, agli orribili trucchi del sangue finto che fanno ribrezzo pure a uno senza gusto come Michael Myers di Halloween.

Ecco, questo Misischia fa il sapientone. Dice a tutti i giovani che, per diventare grandi attori e registi, non basta la passione e la bellezza. Bisogna farsi il culo.

Costui, comunque, assomiglia a Orson Welles. Sì, la panza da infernale Quinlan c’è tutta.

Quasi pari a quella di Vincent D’Onofrio in Ed Wood.

Eh sì, Misischia, non si arrabbi. Alcuni nascono come Johnny Depp e altri come Tim Burton.

Per questa mia direttiva da sergente istruttore da Full Metal Jacket, mi sparerà come palla di lardo?

Sì, al Misischia preferisco la pornoattrice Brooks Mischa.

Devo esservi sincero, da giovane non avrei mai pensato che sarei diventato uno stronzo come Bruce Campbell de L’armata delle tenebre.

Adesso, per fortuna, ne sono convinto.

Comunque, al reparto ferramenta, preferisco una donna di buona carrozzeria per mostrarle tutta l’acciaieria.

Saranno cazzi se mi chiederà però soldi per comprarle l’argenteria.

Le regalerò, al massimo, un film di Argento Dario e continuerò a volare sulle ali dorate.

Statemi bene.

Fate sogni d’oro e non fatevi i film.

Tanto non sapete farvi non solo i film, bensì neanche qualcosa di più corposo e cremoso.

Per quanto concerne Edgar Allan Poe, molta gente lo considera un genio.

Ma, come detto, la gente è formata da ritardati.

Io sono molto più bravo di Edgar. Avete ancora dei dubbi?

Ah ah.

Poi, Poe era veramente brutto.

Di mio, ho una discreta faccia da culo, diciamo.

Insomma, voi siete diventati vecchi, marcescenti, orrendi e scheletrici nel cuore.

Io non sono Brad Pitt ma non voglio neppure esserlo. Sai che palle?

Ah ah.

 

di Stefano Falotico

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Coronavirus, stato di fascismo, Sean Penn che delira in modo autoritario, rinnegando Mystic River, Pasolini e tutto questo gran casino per colpa di chi, come Macron, tacque… lavandosene le mani


22 Mar

Richard+Gere+IFC+Cinema+Society+Host+Screening+b7-VLGcbr1Bl

In stati di forza maggiore, anche la gente più menefreghista si raccoglie giustamente in preghiera.

Finalmente, discolpandosi dai suoi oscurantismi e dalla quarantena mentale che la ibernò e imprigionò in schematismi a quanto a pare ancora non debellati. Difficilmente sbudellabili, no, superabili nonostante, da più di vent’anni, sia sopraggiunto il nuovo millennio. Per cui io presupposi che, superando la data fatidica di questa sogliola, no, soglia che corrisponde alla cifra 2000, le persone rinsavissero e moderassero i loro preoccupanti, ahinoi incurabili, eh sì, squallidi bigottismi.

Molta gente vivrà sempre nel coprifuoco delle anguste pareti soffocanti delle loro mentalità retrograde, ottuse, facinorose, stupidamente e vi(ri)lmente vigorose, incriminando il prossimo per adattarlo a uno stile di vita ignorante e pusillanime, basato su una falsa competizione assai pericolosa.

No, non sono nei riguardi di persone così, oh no, nient’affatto screanzato, maleducato, cafone o testardo.

Nemmeno voglio sottoporle a un j’accuse tremendo quale si meriterebbero. Anziché sbraitare e inveire in modo disordinato e sguaiato, chiedo cortesemente loro che si guardino allo specchio, recitando in modo sacrosanto un mea culpa potente, abrasivamente annerente ogni loro giammai sconfessata sconcezza arrogante e, sinceramente, da malati di mente insanabilmente.

Siamo di fronte a una tragedia annunciata.

Sì, i più competenti organi della sanità mondiale avvertirono e avvisarono, anzitempo, i capi di governo degli stati più economicamente sviluppati. Mettendoli in guardia in merito ai possibili, per l’appunto, nefasti sviluppi che tale contagio ferocemente non arginabile avrebbe scatenato non solo negli equilibri socio-politici stessi, bensì nei confronti del bene dell’umanità tutta così come pensammo, erroneamente, potesse essere. Un’umanità lesa nel suo amor proprio. Eppure non ancora arresa.

Venderemo cara la pelle, anche le palle. Anzi, avete le palle o cazzeggiate?

Il coronavirus sta mietendo vittime sproporzionatamente, ora dopo ora, incessabilmente. Cosicché, i metodi restrittivi e gli assai tardivi, inutili provvedimenti attuati oltre tempo massimo, ahinoi, si stanno rivelando fallimentari e forse ancora peggiori, dunque più immondamente deleteri di questo morbo che non si può prevenire con un vaccino da morbillo. Parliamo di un morbo che provoca sintomi come la poliomielite.

Per superare questa crisi, non solo respiratoria, dobbiamo spremerci le meningi. Dobbiamo arrivare a un’idea costruttiva che non ci provochi dolori inauditi come la meningite.

Molti medici errarono. Erranti o erronei? Nel senso che peregrinarono a vuoto o che sbagliarono? Sì, lo furono…

Fallaci! Ci vorrebbe Oriana!

Dopo l’impazzare di tanti virologi che, nelle ultime settimane, si affannarono a fornire spiegazioni più o meno plausibili, inerenti gli stati d’uno statuto, no, stato così oramai allarmante e forse irrecuperabilmente pazzesco, avremo lo spopolare e il pullulare, come funghi, di psicologi per sanare gli scompensi generati presso le persone che, distrutte e destrutturate dal terrore indotto loro da decreti legislativi effettuati, eh sì, ripeto… tardivamente, stanno addirittura pensando a un imminente suicidio (in)evitabile.

La gente, oh sì, sta impazzendo. Senza la sua consueta, normalissima uscita il sabato sera, si sente morire.

Asfissia(re)!

Conobbi un ragazzo che perse la testa per Consuelo, comunque. Non per le uscite consuete. Anche se poi è la stessa coscia, no, cosa.

Senza Consuelo, non usciva (per) niente… Al che si diede all’onanismo appartato, libero da sguardi indiscreti privo di oltraggi al pudore. Ah ah.

Forse non ebbe tutti i torti quest’uomo deluso, non so se peloso. Gli vidi il viso e basta, Consuelo gli vide, spero per lui, qualcos’altro.

Chi ammazzò Pasolini? Giuseppe Pelosi?!

Io vissi periodi inimmaginabili di solitudine, la seppi gestire, anzi no. Quindi posso comprendere tutte le persone che, limitate nella loro inalienabile libertà personale, si sentano oggigiorno sperdute e onestamente asfissiate. Una vita, donne e uomini miei, da reclusi, una vita sprofondata nell’agonico dolore della tetraggine più silenziosa e cupa. È tutto chiuso!

Una vita da lupi, anzi da agnellini sgozzati. E se, metaforicamente e non, emettendo lamenti, vorrete slegare le catene angarianti che vi stanno immobilizzando in una vita pantofolaia e casalinga, triste e mortifera, prevedo per voi altre reprimende.

Che vita, in una parola, straziante.

Bando alle ciance!

La gente infatti, angosciata e divorata dalla più allucinante paura tremenda, grida mortificata. Rimpiangendo perfino già la sua vita di merda dalla nascita.

Sì, molti pensano… mah, prima non è che andasse benissimo. Lo prendemmo sempre in culo. Ci chiudemmo nei riguardi del mondo. Adesso, va peggio. Almeno prima c’incularono. Adesso manco quel godimento masochistico. Comunque, cuciniamo. Tanto al ristorante non possiamo andare. Ora qualcosa mastichiamo.

Obesità a gogò, à gogo.

Aspettando Godot!

Capolavoro di Samuel Beckett su pazzi che aspettano la manna dal cielo.

Speriamo che almeno non chiudano pure i supermercati. Quella, sì, che sarebbe un’inculata. Più che altro, un suicidio di massa lento e terrificante. Per l’appunto… Vai di anoressia, di bulimia! Vai di abulia e di apatia!

Sì, chiusero le elementari, le scuole medie, le superiori e le università. Fra poco chiuderanno anche i negozi di alimentari.

Sta andando a puttane la catena alimentare! Perché prima, no? Gianni Agnelli, dall’attico del suo essere avvocato, padrone della FIAT, mangiò tutti e soprattutto tutte.

– Donna, vuoi lavorare? Prima, fammi il lavoretto!

 

Ah, la gente della famiglia Agnelli, quindi tifosa della Juventus, no, la gente anela disperatamente un tempo isperato che spera che avvenga quanto prima, in cui uscire di casa, festeggiando allegramente.

Brindando appassionatamente, esorcizzando gli orrifici, finalmente scongiurati timori dissoltisi come neve al sole dopo tanto rigido inverno.

Sì, sarete sghiacciati e potrete ritornare ad amoreggiare calorosamente di giorno come si confà a ogni uomo che vuole vivere un po’ di salubre normalità. E che cazzo! Ah ah! Amoreggiare per modo di dire.

Vi dico subito che, se siete poveri, dopo i trent’anni non credo che amoreggerete molto. No, non dico che dobbiate andare a troie. Ma le donne vogliono i soldi. Anche gli uomini. Ah ah.

Il Falò ne sa una più del diavolo. Poiché il diavolo è lui. Egli è Lucifero, l’angelo cacciato dal Paradiso.

Tanto in paradiso stanno sempre in quarantena. Non si può scopare, non si può bere, non si può neanche andare in bagno per praticare la minzione.

Sì, in paradiso vi sono solo anime beatificate. Beatificate di che? È un’esistenza al di là della vita. Cioè, è una vita inesistente. Ah ah.

E che cos’è quel film? Paranormal Activity? Una di queste sere piazzerò la mia fotocamera in direzione del mio letto. Filmerò me che dormo. Poi, andrò in cucina. Tornerò con una faccia da Marilyn Manson e il mio film, girato in dormiveglia da semi-sonnambulo, sarà campione d’incassi.

Tanto la gente dorme, dei film non capisce nulla.

Ma ci rendiamo conto? E quell’altra stronzata? The Blair Witch Project?

Sì, domani filmerò me stesso che uscirà/ò di casa…, sì, per chiedere lo zucchero alla vicina. Solo quello, però. È una strega. Almeno non è cattiva. Bona sicuramente non lo è, fidatevi. Non è bona, sì, è però almeno buona.

Oh, se dovesse chiudere la Coop, certamente la mia vicina saprà darmi da mangiare. Da cui il detto, vecchia gallina fa buon brodo.

Ah, umanità cinta in raccoglimento, così intristita e notturna, avvinghiata nella morsa tentacolare di robuste, castranti reprimende purtroppo analoghe alle assurde normative agghiaccianti più memori d’ere oscurantistiche, sì, oscenamente fascistiche.

Siamo cascati forse nell’era del proibizionismo. L’alcol non è proibito ma nemmeno quelli dell’alcolisti anonimi possono riunirsi da sobri. Kevin Costner inchiappettò Al Capone/De Niro in The Untouchables di De Palma.

Prevedo pochi culi che mostreranno le chiappe chiare a Palma di Maiorca.

Guarderemo il film L’orca assassina con Bo Derek e, dinanzi a lei, saremo Tarzan…

Ma quale orco! Ma quale porco! Sono un uomo che conosce Edgar Allan Poe più di come tua sorella conosca il tuo amichetto. Fidati. Io lessi tutti i racconti di Poe, anche a letto. Tua sorella volle sbattere l’amico tuo pisello, paesello, pischello… a letto, lo guardò negli occhi, s’accorse che fu incerto sul da farsi e pensò… va be’, cambiamo pagina. Con questo, è capitolo chiuso.

Ah ah.

Bandito tutto. Tranne i banditi che, fregandosene del bando emesso da Conte, furoreggiano ugualmente a briglia sciolta dopo aver gozzovigliato, tacitamente e criminosamente, alla faccia dei coglioni che stanno rispettando le regole. Chi tace, acconsente. Noi, giusti, acconsentimmo anche se è dura resistere. La notte si fa sempre più dolorosa, oh, miei puri! E che siamo più grulli, oh, miei brilli?

Ha ragione il Joker.

Che urla quel Donald Trump? La folla è in rivolta, la Francia si sta prendendo le sue colpe, i proibizionisti adesso capiscono che la situazione andava fermata prima.

È degenerata!

Di mio, riesco sempre a conservare un self control impeccabile.

Ci vuole karma e sangue freddo…

Bevo un caffè della Segafredo e me ne frego.

Sono un uomo che muove il cucchiaino, nella tazzina, in modo triviale come Bob De Niro di C’era una volta in America.

Un gesto talmente volgare da rasentare l’epico più memorabile.

Presto, figlioli, sarà in vendita il mio nuovo capolavoro letterario.

Almeno per Pasqua, se non potrete magnare come degli animali, potrete finalmente leggere e aprire… la vostra testa. Comunque, evviva le uova.

Abbiamo l’art. 650. Se si trasgredisce, si rischiano tre mesi di carcere o di arresti domiciliari, oppure un’ammenda.

Io fui fermato dalla polizia pur essendo in regola. Ma si abusa.

Ogni scusa è buona per far sì che un cittadino normale paghi multe assurde cosicché il governo avrà i soldi per sanare l’ingeneratosi debito pubblico mostruoso. I poliziotti sono stati incaricati da Alec Baldwin di Americani, eh sì, non di vendere coltelli, bensì di praticare ed emettere denunce sgozzanti gli stipendi, come se nulla fosse, per non essere licenziati e fare carriera in modo, per l’appunto, abusivo, illecito. Molto (dis)onestamente. Diciamocela!

Il capo della polizia:

– Bene, figliuolo. Sei di pattuglia sino a mezzanotte. Se, domattina, non avrò sulla mia scrivania duecento denunce, ti ficcherò in carcere.

– Sia fatto, comandante.

 

Cosicché, ben venga che siano fermati e semmai perfino arrestati i trasgressori più cretini che, sugli attici privati, organizzano rave parties da debosciati. Ma non puniamo e denunciamo chi, di certo, non ha i soldi di Sean Penn. Altro idiota che vorrebbe mobilitare l’esercito. Già in Mystic River commise un errore, anzi, un tragico orrore. Ammazzò il suo miglior amico poiché lo ritenne responsabile dell’omicidio di sua figlia. Qui si fa di tutta erba un fascio! Eh sì.

Pasolini ammonì in merito. Fu lapidario. Conte adottò l’estrema ratio e non il buon senso.

Ma prima avrebbe dovuta adottarla. Non ora.

E sapete che vi dico, miei poveri cristi? Richard Gere è un bell’uomo anche ora che ha una certa età. Ah ah.

di Stefano Falotico

Le mie prigioni alla Silvio Pellico, ora sono io che mi sbellico, l’orco avrà bisogno della penicillina contro il mio Pollicino? Tanti saluti ai piccini e ai picciotti


28 Jan

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Parte prima: siamo dentro Richard Jewell, smascheramento di ogni criminale ridente, irredento ma presto punito

Indubbiamente, siamo di fronte a una tragedia di proporzioni eclatanti, sconvolgenti, dinanzi a uno scandalo giudiziario da far impallidire i maggiori esperti di criminologia e tutti i premi Pulitzer che portarono alla luce gli eventi più agghiaccianti, assurdi, macabri e sensazionalmente, per l’appunto, mostruosi.

Ora, senza essere troppo fantasiosi o perderci in chiacchiere e panegirici, comprate il mio libro Dopo la morte e sarete, nei minimi dettagli, attraverso il suo intarsio raffinato sciolto in prosa tagliente, finissima e sincera, morbida e cattivamente scagliata contro tutte le persone morbose, aggiornati in merito ai fatti atrocemente devastanti che non so se coinvolsero la mia vita poiché in questo libro non faccio nomi e cognomi ma vi vado giù pesante e impietosamente spingo, ribadisco, con furente forza sprigionatasi in maniera portentosa. Sfoderando tutta la mia grintosa maestria lessicale e sviscerando una torbida faccenda merdosa, una macchinazione peggiore di quella inflitta a Pasolini, un complotto mascherato (s)coperto da bugie bianche, da indagini ridicole, da compressivi, terroristici accertamenti psichiatrici assolutamente superflui, deleteri, solamente appesantenti una purezza forse (e)stinta per via dell’abominevole follia di rigidi codici fascisti istituzionali e biecamente, ingannevolmente dichiaratisi sani, santi, anzi stupidamente smanianti verso idiozie per nulla sananti sottese a (in)castrare un’indole che, in modo sacrosanto, non doveva essere lesa nella sua immaginifica spensieratezza e nel suo, vivaddio, libero arbitrio giammai infranto. Oh, miei infanti, oh, miei furfanti e impostori, la faceste grossa apposta e presto per voi arriverà, non so recapitata nella buchetta della posta, una bella supposta con tanto di richiesta di risarcimento e annesse imposte.

Un j’accuse tremendo, giusto. Inappellabilmente basato su fatti e accadimenti che non saprete mai se siano veramente esistiti, esistenti o ancora in balia di pendenze, procedimenti o altre porcate immondamente putrefacenti l’animo di un poeta che non volle, non vuole né vorrà adattarsi alla comune libagione di poveri dementi ch’è meglio che non aprano più bocca o continuino a recitare la parte degli allocchi.  Ogni lettore ne ricavi la corretta interpretazione, ogni colpevole si guardi in faccia e si costituisca senza rigirare le frittate a piacimento. Detto ciò, partendo da quest’assunto, ripeto, assai assurdo, incredibile nel suo riverberarsi e protrarsi, reiterarsi e puzzare più di fetenti carogne terrificanti, atterrenti ogni buon senso e trasgreditori di qualsivoglia morale dotata di senno, ora, di punto in bianco, parimenti al raptus di follia che indusse qualcuno a voler compiere uno scellerato Delitto perfetto, cioè desiderare in cuor suo di ammazzare una persona ma, essendo costui consapevole, pur non avendo coscienza, che se questa persona lui avesse ucciso fisicamente, sarebbe stato internato o, a vita, arrestato d’ergastolo insindacabile, arbitrariamente decise d’effettuare un crimine di matrice psicologica-sessuale. Adottando una strategia subdola di subliminali provocazioni bestiali, celate dietro profili anonimi da vigliacco, al fine di far crollare questa persona e ingiustamente di malattia mentale accusarla. Cioè, un crimine ribaltato per la bella faccia da maiale di costui. Come potete constatare, non mi piego dinanzi alle intimidazioni, ai ricatti e alle reprimende, alle falsissime ammende e alle bugiarde incriminazioni che, in verità, non mi fanno nulla ma soprattutto non significano niente. Ah, certa gente è peggiore dei mafiosi. Prima trucidano uno e poi vanno pure a confessarsi alla domenica con tanto di acqua benedetta. Pulendo le loro lacrime da coccodrillo se appurano pure che quella persona, da loro presa di mira indiscriminatamente in giro, è morta, anzi peggio inaspettatamente rinata, con una veloce, detergente salvietta.

Persone che forse votano Salvini o, peggio, si spacciano per buoni cristiani di Sinistra quando, invero, sarebbero da ficcare in un centro di cura riabilitativa affinché si acclari che i loro squilibrati cervelli siano stati smacchiati, puliti e asciugati da ogni neurone fuori di testa.

Dio cacciò Lucifero dal Paradiso e da allora fu una battaglia senza fine.

E, quando sarà finalmente finita la mostruosità, forse sarà davvero finita un’altra vita. Poiché il cosiddetto buono altri non è che Satana e ora ha capito che io sono più cattivo di lui.

E non la do vinta ai pazzi e ai criminali che affibbiano all’altro la patente di nano, di pervertito onanista, di fancazzista ed emarginato ballista.

Vi basta prendere le loro vite, insulse, carnascialesche e confrontarle con la mia anima esposta in un catalogo di libri da mettere al tappeto qualsiasi Edgar Allan Poe del cazzo.

Edgar scrisse I racconti del terrore, io scriverò forse I racconti del terrone. La storia di come il razzismo nordista non accetta gli artisti perché, si sa, devono farsi il culo e soffrire in una vita pusillanime e mediocre, sennò vengono tacciati di schizofrenia e altre stupidaggini partorite dall’imbecillità incurabile dei dementi insanabili.

No, dinanzi agli ebeti non mi arrendo. E ancora mi appello a una san(t)a giustizia che faccia pulizia di certa ignobile sporcizia.

Parte seconda: per sapere se puoi entrare in contatto con un uomo e una donna sani, fate loro queste domande

Allora, voi credete all’amicizia fra uomini e donne? Esiste, soltanto che poi uno non resiste e, se non ha un cazzo di meglio da fare, avviene il tradimento. Ah ah.

Ora, se credere che possiate essere amici di una donna che v’affascina, andate da lei e salutatela calorosamente con un:

– Ciao, grande figa. Vuoi diventare mia amica?

 

Ora, se vi blocca subito, significa che sinceramente siete dei cessi e pure senza una lira. Poiché non v’avrebbe mai bloccato se foste stati Lapo Elkann. Il quale è brutto come il debito ma ha i soldi per comprare a tutte le donne del mondo cinquemila ville ove si drogheranno tutti assieme appassionatamente Dunque di costei, sia come donna che come eventuale amica, non sappiamo che farcene.

Sì, vorrei essere chiaro su questo punto, non solo g come G di gonna. Il novanta per cento degli uomini sono dei pervertiti come Harvey Weinstein. Solamente che, non essendo produttori di Hollywood, non posseggono il potere fascinatorio di corrompere nessuna. Al massimo, è la loro moglie che rompe le balle a costoro se li scopre che comprarono la crema vaginale messa in vendita dall’interprete di Shakespeare in Love, ovvero Gwyneth Paltrow. Una che, in effetti, non fu mai stu(p)rata da Weinstein ma disse al suo ex compagno di allora, Brad Pitt, di picchiare Harvey se si fosse azzardato a non corrompere i membri degli Academy Awards per darle l’Oscar. Ah ah!

Quest’anno, Brad vincerà l’Oscar per C’era una volta a… Hollywood. Interpretò Bastardi senza gloria, prodotto da Weinstein, ma non vinse un cazzo. Mentre, C’era una volta a Hollywood non è, per ovvie ragioni, finanziato da Weinstein anche se inizialmente doveva essere così, ma è la storia di una donna stuprata e poi uccisa, bionda come la Paltrow, cioè Margot Robbie/Sharon Tate, che deve averla data a qualche produttore più scemo di Charles Manson per trovarsi in un film di Tarantino.

Ah ah. Ce la vogliamo dire? Quand’è che riprenderanno la serie Baywatch? Margot Robbie è un’attrice da du’ soldi, una bagnina tutta rifatta e strafatta. Non sperate che possa esservi amica poiché, se doveste incontrarla in vacanza a Venezia e, senza sprezzo del pericolo, le direte che è una bella figa, col conto in banca che ha, vi farà causa e finirete inchiappettati più di quei tre cazzoni uccisi da Pitt e DiCaprio nel finale della troiata del film di Tarantino. Come no? Se vi dico che è così, cazzo, è così.

Mah, di mio, adesso devo grattarmi le palle. Poi uscirò. Lungo la strada, vedrò tanti uomini belli come DiCaprio che, purtroppo, non ebbero e giammai avranno l’occasione d’interpretare Titanic e dunque presto finiranno affogati.

Sì, sono come un iceberg. Dico a tutti, compreso me stesso, le verità raggelanti del mondo. Voi, donne, continuate a leccare un gelato e a sposare una testa di cono. Ne riparliamo quando, dopo che lui vi avrà offerto e spalmato lo yogurt, dopo tanto (o)zio vi chiederà il divorzio e finirete a lavorare in una cremeria, mangiandovi le dita sporche di cioccolato. Uhm, quel colore è marrone come qualcos’altro. Siamo sicuri che sia cioccolato? Ah, capisco, è un marron glacé. Insomma, andate tutti a cagher’!

Di mio, indosso un maglioncino e non voglio essere un piccino. Do da mangiare ai piccioni poiché, ricordate, meglio prendere due piccioni con una fava e non credere alle favole di questa società di uccelli e passere, apparentemente perfetti, che in realtà fanno vomitare chiunque, vivaddio, ancora possegga un ottimo cervello.

Parte terza: finale esplosivo!

Qualche mese fa, anzi, per l’esattezza la scorsa estate, forse a causa del clima caldo di quel periodo, entrai in ascensore con l’anziana condomina del terzo piano che mi disse:

– Stefano, voglio dirtela tutta.

– Ah, ha detto esattamente voglio dirtela? Dirtela con la i?

– Sì, perché?

– No, così, non si sa mai. Mi dica.

– Mia figlia, l’altro pomeriggio, è tornata a trovarmi. Da tempo non ti vedeva. Come sai, da anni abita col marito lontana da me. Ecco, mi ha guardato, pronunciando le testuali parole… sai che è diventato un bellissimo ragazzo? Stava parlando di te.

– Capisco. Quindi sua figlia volle tradire suo marito e, in quel preciso istante in cui mi vide, sognò di succhiarmi l’uccello.

– Ma che dici? Che schifo!

– Ho detto la verità, signora. Ha mai conosciuto una donna che dica… ah, è un bel ragazzo e, nel frattempo, non immagini di leccarglielo tutto con tanto di avvilupparselo al galoppo e bacio alla scaloppina su molte pomiciatine e sfilatino nella ficcatona?

– In effetti, no.

– Insomma, dica a sua figlia che devo pensarci su. Ma non è che lei pensa di me la stessa cosa di sua figlia?

– Ma figurati, sei così giovane.

– Appunto.

 

Ah ah. Eh sì, mentre molti di voi diventano pasciuti e viscidi, lerci, grassi, unti e bisonti, il Falò ringiovanisce a vista d’occhio e, lupescamente, ammicca con tanto di ciuffo su faccia da culo che sa il fallo, no, suo fatto. Se siete invidiosi, fatevi una sega o una scema, forse pure la scimmia de I delitti della Rue Morgue ma vivrete di complessi di colpa da Il gatto nero.

Ora, devo dormire. Dalla nascita, sono troppo sveglio e preferii chiudere un occhio a chi mi fece i malocchi. Forse lui fu un finocchio, forse io sono Pinocchio.

Fatto sta che ogni misfatto viene prima o poi a galla, miei galli.

Sono Asterix. Ora inserisco pure un asterisco in mezzo alle tue gambe perché fai lo stronzo che se la tira da uomo brillante.
Insomma, che cazzo campo a fare in questa società inculante?

Parte quarta: no, non era finita, ho deciso di infilzarle ancora, no, iniziando da dove ero finito, no, avevo finito, cioè da tre donne e mezza più una semi-lingua, tre quarti di seno e trenta cm di coscia, insomma Boxing Helena

Sì, di me si può dire che, in effetti, coiti alla mano, no, conti alla mano, in passato sia stato un grande borseggiatore delle donne anziane. Cioè me stesso. Sì, invecchiai prima del tempo e vissi una vita da pensionata/o. Poi, in tv passò Sherilyn Fenn in Twin Peaks e cazzeggiai di fantasie erotiche ritrovate. Anche Laura Palmer fu ritrovata nella terza stagione di tale capolavoro lynchiano ma era diventata una cinquantenne frustrata e forse, dico per lei, era meglio se fosse morta davvero.

Sì, le cinquantenni, chiariamoci, che cazzo vivono a fare? Per andare a Teatro a vedere donne ancora peggiori e più acide di loro che inscenano patetismi esistenziali a base di urla e monologhi vaginali con al loro fianco, spesso, un uomo fesso e marpione cha fa la figura del borghese coglione?

Sì, vite in auto-ritratto di donne che non sono semmai delle zoccole ma a cui preferirò il peto, no, il pelo delle ratte, no, di più giovanili gatte.

Ecco, nel 2003, scopai una. Ero vergine ma, dopo 15 secondi dalla penetrazione, lei si dimenò e mi graffiò manco fosse una pantera poiché, dopo l’orgasmo e il lungo… amplesso scalmanato, mi disse che, sì, prima di me aveva fatto sesso con altri ma nessuno aveva fatto sesso con lei come io lo feci con lei.

– Siamo sicuri che tu fossi vergine? Non sembrava.

– Ti ho detto. Prima di stasera, avrò visto almeno diecimila porno. Qualcosa ho imparato.

 

Poi, dopo questa arrivò un’altra.

Quindi, che mi crediate o no, forse in mezzo a queste due o in mezzo a qualcos’altro, incontrai una a Roma e le leccai solo il capezzolo del seno destro prima che lei, titubante, mi urlò con far sinistro:

– Non facciamo cazzate, domani devo alzarmi presto e ora è tardi!

– Ti vorrei ricordare che, domattina, io tornerò a Bologna e prenderò il primo treno. Non so quando tornerò a Roma.

– Quando potrai, faremo.

 

Io da quella sera la dimenticai. Lei no. Il giorno dopo mi scrisse su hotmail ma proprio quel giorno cambiai indirizzo elettronico e cestinai quello precedente.

Ecco, per dire che comunque non è che si fosse persa molto. Soprattutto io, ringrazio iddio, che quella sera m’abbia inculato anche se non era lei un gay.

Poi, arrivarono altri baci, bacetti e La porti un bacione a Firenze. Quindi, ricoveri psichiatrici, sedazioni al limite della castrazione, poche eiaculazioni ma solo, in ospedale, il caffelatte a colazione. Ecco adesso è risolto l’arcano. Dopo tremila anni di indagini a rompermi il cazzo, tutti gli esperti furono concordi nell’affermare che non soffro né di schizofrenia né di sociali fobie, né d’impotenza né di timidezza, né di scemenza né di mancanza di volontà. Insomma, non ho propri più voglia. Non solo di quella. Anche perché, a essere sinceri, le preferii sempre Elephant Man e credo che Una storia vera sia uno dei più bei film della storia.

– No, non ho capito quello che hai detto. Vorresti dire che ti senti come Harry Dean Stanton del film di Lynch appena menzionato?

– No, come Richard Farnsworth.

In verità, sbagliarono la diagnosi.

– Quando? Nel 2008?

– No, quindici anni prima.

– Cioè ti avevano scambiato per Sissy Spacek di Una storia vera. E quando ti ribellasti ti fecero passare per pazzo come quell’indemoniata della stessa Spacek in Carrie.

– Bravo, vedo che hai capito in fretta. La gente invece ancora non c’arriva.

– Visto che tu sai tutto di Cinema, toglimi una curiosità. Boxing Helena è della figlia di David Lynch?

– Sì, esattamente.

– E Nicolette Scorsese, la figona che si vede nel film, è imparentata con Martin?

– No, nessun grado, neppure lontano di parentela. Però Isabella Rossellini sposò prima Scorsese e poi Lynch.

– Quindi, Jennifer Lynch di chi è figlia? Della Rossellini?

– No.

– Oddio che casino. Un cazzo di qua, una figa di là, veramente la tua vita ma anche quella di tutti è una Mulholland Dr.

Cioè per farla breve, mi scambiarono per un mostro come Hannibal Lecter, sfruttato solamente per le sue capacità intellettive superiori alla media, e mi trattarono da cieco storpio come Dente di fata.
E se invece non fossi manco Clarice Starling ma Will Graham?
Come la vedete?

Eh già, a questo punto della storia, la vedo molto dura per voi battere e controbattere uno così. Che fate? Mi mandate altre missive minacciose e le consegniamo, come le altre, al mio avvocato?
Come direbbe proprio Lecter, dai su, eravate andati così bene. E poi quella battuta di cattivo gusto. Eh già, è stata quella a inchiodarvi, finalmente.

Toc toc, toc toc.sherilyn fenn boxing helena

Aug 01, 2002; Hollywood, CA, USA; Actors ANTHONY HOPKINS as Dr. Hannibal Lecter and EDWARD NORTON as Will Graham in the movie 'Red Dragon.' Mandatory Credit: Photo by G.Wilson/Universal Studios/ZUMA Press. (©) Copyright 2002 by Universal Studios

Aug 01, 2002; Hollywood, CA, USA; Actors ANTHONY HOPKINS as Dr. Hannibal Lecter and EDWARD NORTON as Will Graham in the movie ‘Red Dragon.’
Mandatory Credit: Photo by G.Wilson/Universal Studios/ZUMA Press.
(©) Copyright 2002 by Universal Studios

MANHUNTER, William Petersen, 1986, © De Laurentiis Entertainment Group

MANHUNTER, William Petersen, 1986, © De Laurentiis Entertainment Group

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di Stefano Falotico84209059_10215566266772632_5084184274127552512_o83295157_10215566267932661_3904010798300659712_o

MOTHERLESS BROOKLYN, che poesia noir: sono Birdman e ci fu un tempo in cui accarezzai Takeshi Kitano dal vivo, vedere per credere!


22 Aug

 

Mickey+Rourke+SMASH+Global+VIII+Night+Champions+AWNH2PyKppDl

IL RE LEONE

Fervono i preparativi per il Festival di Venezia, le memorie di tutta una vita son rimbalzate dall’oltretomba del mio core, io quasi baciai Takeshi Kitano, guardate!

Eh già, osservate che bel leoncino che ero tanti anni fa. Non mi ricordo che anno fosse. Credo il 2005. Visto che capelli cotonati quasi da criniera, appunta, leonina?

Ero seduto, come potete notare palesemente, su una delle scalinate del Festival di Venezia. Credo che si trattasse di quella antistante il Casinò.

Al mio fianco, il mitico Mario Carta, fan super sfegatato mai visto di Takeshi Kitano. Che è sempre stato un habitué della Mostra. Anche Leone d’oro per Hana-bi. Praticamente, titolo più titolo meno, Takeshi, da quando vinse a Venezia, presentò tutti gli altri suoi film al Lido.

Sì, se non vado errato, solo Brother non fu presentato a Venezia.

Sì, ci sono i super sfigati invisibili e i super fanatici che sol io conosco, vidi e vedrò. Voi no.

Io ho un sacco d’intrallazzi. Nemmeno George Clooney conosce tutte le persone che conosco io.

Mario Carta, da anni, gestisce uno dei più grandi fan club dedicati a Takeshi. Anzi, ne è il fondatore assieme a Renato Quinzio. Io, modestamente, conosco entrambi.

Siamo stati anche al ristorante cinese-giapponese forse con uno yakuza a servirci una coreana con gli occhi non solo a mandorla ma con le iridi verdi come quella di Grosso guaio a Chinatown.

Se voleste infatti cliccare su questa pagina, potete infatti vedere me vicino addirittura a Kitano. Se non avete voglia di cliccare, vi metto la foto qua e state zitti.

kitano falotico

Vi ripropongo questo video. Video, oserei dire, cult. Forse ghezziano, forse una faloticata in pura salsa Takeshis, sì, il film “sorpresa” dell’edizione del 2005

Ora, facciamo chiarezza. Io e Mario Carta, da non confondere invece con quel bambagione del cantante quasi suo omonimo, ovvero Marco Carta, sediamo fianco a fianco nella foto sopra mostratavi, nel 2005.

Ma era il 2003 o 2005? Faccio confusione. Nel 2003, Kitano presentò a Venezia Zatôichi. 

Mario è un donnaiolo. Mi prendeva sempre per il culo, giustamente. Al Lido infatti, soprattutto di sera, quando il plenilunio arde lassù nel cielo, sfilano sulle strade delle ragazze niente male.

Ragazze che, se le fissi per troppo tempo, rischi di entrare in stato catatonico e assumere la stessa espressione semi-paralitica di Beat Takeshi!

Io camminavo sempre con la testa fra le nuvole e Mario:

– Scusa, devi guardare le ragazze. Diventerai un grande come Takeshi. Se invece continui a fare il Genius-Pop, assumerai le sembianze dell’uomo di Dolls.

 

Ah, che serate. Una volta, nel mio appartamento, invitai anche Mauro. Gozzovigliammo assieme a un altro, idolatra invece del Cinema di Fincher.

Avete capito chi sono questi due? Riguardate il video. Uno è seduto alla mia destra, nella tavolata, l’altro a sinistra.

Chi è Mauro? Quello che mi fa il faccione al min. 1:17 o quello che mi alza il dito medio, poiché non voleva essere ripreso, al minuto 1:21?

Con uno a questo tavolo feci anche a pugni. Ora, Mario e Renato non possono essere. Nemmeno la coppietta davanti a me. Avete capito chi è quello con cui venni alle mani?

No? È facilissimo. Fa pure il gesto… come dire, ah, allora sei uno zuccone.

Sì, come si suol dire, io conosco quasi tutto il Cinema a memoria. Conosco vita, morte e miracoli di ogni attore ma non sono mai stato lontano dalla realtà. Anzi, io sguazzo nel mondo, ultimamente anche in donne stupende, sì, le inondo con romanticismo talmente inverecondo, veemente e furibondo che loro impazziscono di gioia in maniera quasi immonda.

Anzi, conosco appunto anche Gesù Cristo, come dice il detto. Metaforicamente, anche metafisicamente, strinsi amicizia col figlio di dio quando fui iper-depresso. Sì, mi ricordo una mia notte insonne e da brividi.

Forse, in quella notte da lupo, fui posseduto dal demone Pazuzu de L’esorcista. Al che pregai iddio di salvarmi l’anima. Afferrai il rosario e cominciai ossessivamente a pregare come un dannato.

In verità vi dico che forse sarebbe stato meglio uscire di casa e fare l’amore con una di nome Rosaria.

Anche Rosalia sarebbe andata bene. Celentano Rosalinda, invece, no. Ah ah.

Si riparte!

Sì, oramai ci siamo.

Sto limando gli ultimi dettagli.

Per la prima volta in vita mia, andrò alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia in veste d’inviato specialissimo della rivista online Daruma View Cinema con la quale sempre più frequentemente collaboro in veste di giornalista freelance, eh sì, oserei dire impari.

Poiché la mia prosa, checché se ne dica, si discosta da chiunque. Nelle mie recensioni sono ravvisabili echi dei più grandi letterati della storia. Anche di Umberto Eco? Si va da Edgar Allan Poe, quando pongo e appoggio il mio sguardo sui noir più torbidi dalle trame più contorte, ove do libero sfogo alla mia creativa fantasia esegetica, addentrandomi nei misteri profondissimi di pellicole dal sapore detection d’antan come nell’imbattibile capolavoro, uno dei tanti, proprio di Edgar. Ovvero l’intramontabile I delitti della Rue Morgue, lungo racconto che, in alcuni punti, potrebbe ricordare il film From Hell dei fratelli Hughes con un magnetico Johnny Depp ma che, alla fine, dopo tanti climax al cardiopalma, dopo tanta suspense da Brian de Palma, no d’inarrivabile giallo da Agatha Christie, diviene Shock the Monkey di Peter Gabriel. Ah ah.

Sì, sono l’Hercule Poirot della critica italiana.

Sì, l’altra sera, il regista Daniele Misischia, autore del controverso The End? L’inferno fuori, ha lanciato su Facebook una provocazione giusta.

Daniele s’è scaldato con una frase bomba.

Subito accolta da Federico Frusciante che gli ha dato corda. Anche il sottoscritto s’è unito al coro dei risentimenti, no, dei risentiti.

Affermando con protervia e sano spirito battagliero che è dall’età che si nota, eccome, se uno può asserire con certezza di sapere qualcosa non solo del Cinema, bensì della vita.

Sì, nemmeno Orson Welles a vent’anni avrebbe potuto capire Quarto potere, diciamocela! Ah ah.

Così come Woody Allen, soltanto dopo aver ricevuto inculate pazzesche dalla realtà, dopo la sua adolescenza in cui fu trattato da infante in quanto non fu bello e sexy come i suoi coetanei, optò per il Cinema.

Sublimando ogni delusione d’amore in Io e Annie. Però Diane Keaton…

Quindi, che ne può sapere di Cinema quella pischella di 19 anni di nome Anna, figlia unica che non ha ancora mai visto Hannah e le sue sorelle?

A costei porrei una domanda da film The Millionaire. Deve rispondermi senza andare a controllare su Wikipedia.

È pronta la zoccola? Ok, la domanda da Lascia o raddoppia, anzi da Rischiatutto, è:

– Cara Anna, chi interpretò la parte di Anne nel film The Miracle Worker, da noi tradotto col titolo, appunto, Anna dei miracoli?

Allora, Anna, se lei risponderà senza leggere gli appunti, a differenza di ciò che fece in diretta questa signorina, sarà un miracolo.

io e il butcher

Bene, la domanda è…

Anna è Anne Sulllivan, interpretata da Anne Bancroft o è Helen Keller/Patty Duke?

Ma soprattutto Sant’Anna per quale miracolo fu fatta santa?

Ah ah.

 

La ragazza non rispose e si dichiara però ancora critica del Corriere della Sera. Sì, nel senso che critica questo quotidiano perché l’hanno licenziata.

Bene, sbattetela in manicomio.

Ah ah.

Sì, sto parlando su WhatsApp con Davide Stanzione. Io e lui ci conoscemmo tramite Facebook qualche anno fa.

Lui doveva ancora diplomarsi al Classico. Quindi, si laureò al DAMS.

Oggi, scrive per Best Movie.

Di mio, sono il Mickey Rourke della Critica.

Sì, come Mickey, sono imprevedibile. Secondo me, Rourke è un genio.

Oh, uno che recitò con Coppola, con Michael Cimino, con Liliana Cavani, con Alan Parker, persone serissime e poi è stato protagonista di porcatone come Orchidea selvaggia.

E soprattutto di questo.

Un uomo senza regole. Invincibile.

Io e Davide, comunque, concordiamo che, sebbene qualche volta pure noi c’inabissiamo in notti alcoliche, forse anche in donne bucoliche o da Bukowski, non saremo mai Mickey.

E chi vuole esserlo?

Intanto, i ragazzi mi contattano. Si sentono soli, i loro coetanei non li capiscono. Chiedono conforto a me, dicendomi… tu ce l’hai fatta a uscire dal buio, aiuta anche noi.

Sì, sono Mickey Rourke di Francesco.

O forse Ed Norton di Motherless Brooklyn…

Mamma mia che bello questo trailer, ragazzi. Ovviamente, sempre su Daruma, son stato uno dei primi in Italia a darne la news.

Oh, cazzo, questo film di Ed dura due ore e mezza. Uh uh, Norton punta forte stavolta. Film molto, molto ambizioso.

Ora, chiariamoci, oltre a Bob De Niro, Mickey Rourke, Matt Dillon, Al Pacino, Clint Eastwood, uno dei miei attori preferiti è sempre stato Edward Norton.

Edward però è uno pigro. Per molto tempo s’è anche buttato via in pellicole non degne della sua bravura.

Sì, io ed Edward siamo la stessa persona.

Anche i personaggi interpretati da Ed mi assomigliano parecchio.

Edward avrebbe dovuto interpretare anche Al di là della vita di Scorsese. Sì, fu la prima scelta di Martin ma poi la produzione impose Nicolas Cage.

Sì, posso sforzarmi ad apparire pazzo o scemo come Norton in The Score. È impossibile che lo sia.

Sono troppo intelligente per diventare come voi. Sì, diciamocela, voi siete da mettere tutti dentro. Ah ah.

Sono innanzitutto l’investigatore della mia anima.

Io so chi sono, come urla Mickey Rourke di Angel Heart. Ah ah.

Sì, una moltitudine di psichiatri, dopo un mio infinito calvario, sono giunti alla conclusione inappellabile che di delirio soffrirono gli altri.

Sì, molta gente arrivò a pensare che fossi Ed di Fight Club, quello di Schegge di paura, perfino un sovversivo nazi come in American History X.

Mi diedero del criminale come Ed/Monty Brogan de La 25ª ora.

Mi diedero persino del ciarlatano poiché pensarono che volessi stupirli con gli effetti speciali delle mie bugie. E mi dissero: inutile che racconti balle, sei solo un disgraziato, altro che The Illusionist.

Ah sì, guardate, ci fu anche un tempo in cui divenni Ed di Stone.

Insomma, l’invidia fa brutti scherzi.

La gente, pur di volerti rovinare la vita, ti vuol far passare per schizofrenico.

Mi spiace per voi.

Le vostre malvagità non hanno funzionato. Per un po’, obiettivamente mi hanno inculato, incastrato e quasi castrato. Sì, ero talmente giù che non andava su manco per il cazzo. Ah ah.

Sono un uomo romantico che, quattamente, cammina nell’ombra dei suoi tanti spettri e naviga fra le strade come Rufus Sewell di Dark City.

Amo le atmosfere di Manhattan da Woody Allen migliore ma anche Brooklyn non è male. Ad Harlem, sta nascendo un nuovo pornoattore da sito blacked.com. Sì, perché un tempo i negri venivano sfruttati, ora l’America ha capito che possono usarli per fare soldi. Beati loro!

Sapete che vi dico?

Continuo a credere che Bronx di Bob De Niro sia quasi un capolavoro.

Naturalmente, Fuori orario è nella mia top ten.

Non state parlando con un uomo solo, bensì con un uomo da incubo kafkiano come il grande Griffin Dunne del quartiere di Soho.

Sì, anche io spesso parlo con strafighe su Instagram.

Ma sento sempre il bisogno di scivolare nel buio…

O forse, più che Ed Norton, sono davvero Birdman.

 

 

di Stefano Falotico

re leone

Bringing Out the Dead, il migliore Scorsese degli ultimi vent’anni, finalmente ce l’ho in dvd, che società era?


24 Apr
 
Film misterioso, fallimentare dal punto di vista commerciale, film che alla sua uscita videro in tre gatti, Al di là della vita, titolo enormemente sbagliato appioppatogli in maniera new age soltanto perché, appunto, viviamo in Italia e inserire la parola morto in un titolo, in questo popolo di arretrate persone scaramantiche, l’avrebbe sin dapprincipio precluso dai buoni incassi. Che comunque non sono arrivati in nessuna parte del mondo. Essendo stato, Al di là della vita, un flop colossale.Per fortuna che, a parte i soldi spesi per un paio di pirotecnici effetti speciali della Industrial Light & Magic, il budget fu risicato. No, non è un colossal o kolossal che dir si voglia.

Una catastrofe al box office. Un film pressoché mai citato da nessuno quando si parla di Scorsese. Tant’è vero che non ne esiste a tutt’oggi l’edizione in home video sul mercato italiano. Prima c’era ma, visto che non vendeva neppure il dvd, anzi, visto che in pochissimi l’hanno visto e vogliono vederlo, non esistono ora più copie in circolazione audio-visive di questa pellicola. Scandalo da The Last Temptation of Christ!

L’altro giorno, mi sono comprato l’edizione inglese di questo straordinario film. Che possiede la traccia audio nella nostra lingua. Ma è pur sempre un dvd. Il Blu-ray non c’è praticamente da nessuna parte.

Esiste invece ancora chi, sulle insegne stradali, scrive dio c’è?

No, questa scritta, un tempo messa anche sulle panchine dei parchi, non so se a Central Park, ah ah, serviva per identificare i luoghi di spaccio. Ove i pusher, segretamente, rifornivano i loro clienti.

Non lo sapevate? Ora, lo sapete. Vi ho svelato l’arcano ermetico.

Mi ricordo, or che le mie memorie, ottenebrate da offuscamenti farmacologi inutili, sguinzagliate dopo le coatte compressioni tremende, son ritornate nella superficie neuronale dei miei più vitali spasmi, sì, mi ricordo di quando lo vidi al cinema, qui a Bologna, città probabilmente più tetra e mortifera della New York descritta da Martin Scorsese, appunto, in questo suo ultimo grande film incendiario ed emozionatissimo. Al primo spettacolo delle tre pomeridiane. Non vi era anima viva in sala. Tranne me e due lerci che si sbaciucchiavano a manetta. Più dell’incipit frenetico a luci purpuree di questo capolavoro purissimo.

Immerso in una livida New York spaventosa. Prima della rifondazione fascista effettuata dal braccio ferreo del terribile Rudolph Giuliani. Che ripulì le strade dai barboni e dalla feccia. Rendendo Hell’s Kitchen una bomboniera. Sì, a livello superficiale. Perché la metropolitana fauna alla Taxi Driver, di cui questo film è una sorta di continuazione ideale, infatti Paul Schrader n’è ancora sceneggiatore, esiste ed esisterà sempre, sebbene sia stata addolcita e sepolta sotto un cumulo di apparenti levigatezze forse ancor più funeree nella loro ipocrita patina dolciastra.

Da allora, Scorsese ha girato solo film mediocri. Io ho le mie riserve anche su Silence.

Sì, non sto bestemmiando. Io sono un patito di Scorsese. Nel senso di amante sfegatato del suo Cinema cupo, veritiero, privo di quelle melense retoriche che invece, oggigiorno, par che tanto allettino quest’imbellettamento di massa e un mondo nel quale io non più tanto mi riconosco.

In Italia poi, lasciamo stare. Roba da Cinema pietistico. Vedo gente di cinquant’anni regredita alla prima adolescenza che si scatta selfie più patetici di Mick Jagger. E vedo settantenni che, essendo arrivati alla pensione, si crocifiggono, ascoltando J-Ax in un tripudio anacronistico teribile con una sola r romanesca, come direbbe Carlo Verdone. Ah ah.

Anche se in quel periodo venivo considerato un patibolare sfigato, il mio Falotico era proprio sintomatico.

Che società era quella di allora? Da poco tempo erano approdati i primi pc degni di nota. E, per vedere integralmente in anteprima, appunto su Internet, il primo trailer di questo film targato Paramount Pictures, dovevi aspettare circa mezz’ora. Affinché il caricamento su QuickTime fosse arrivato alla fine.

Non vi era l’ADSL, la connessione era lentissima. E non era come oggi. Oggi sappiamo tutto di un film ancor prima che inizino a girarlo. All’epoca, nonostante il film fosse totalmente completato, al massimo potevi vedere qualche immagine di scena appiccicata in riviste internazionali come Studio o Premiere magazine.

Neppure Ciak infilava più di due/tre images al suo interno, essendo questo un film ostico poco adatto a una rivista patinata.

Io non sono mai stato di questo mondo, forse come Edgar Allan Poe. Poeta del mesmerismo, maestro estroso e nerissimo della trascendenza più metafisica. Ancora oggi, nonostante le mille esperienze accumulate nella mia strana e lunatica vita stramba, non mi si può definire una persona gioviale.

Sono molto spiritoso, oserei dire spiritato. Fantasmatico come la ragazza morta e semi-resuscitata nel film.

Appaio, scompaio, danzo al plenilunio e considero Lullaby dei The Cure, diciamocelo, un’emerita stronzata.

Vivo senz’infanzia, senz’adolescenza, senz’infamia e senza lode. No, che me ne faccio delle lodi se son solo effimere glorie? Meglio Gloria, donna gloriosa e anche molto golosa. Ah, ha sempre fame…

Sono giovanissimo adesso e fra tre minuti vecchissimo. In un interminabile continuum spazio-tempo pieno d’intemperie esistenziali, di precipitazioni umorali più grandinanti e forse gravi di un lurido temporale, perennemente angosciato da una luce del giorno crepuscolare e opalescente. Poi son di nuovo vividamente fluorescente come la fotografia di Robert Richardson. Con traslucidi battiti di mie ciglia pittate a mo’ di pagliaccio sciocco, incastonate nel mio cuore asmatico, ficcate nei miei polmoni che profumano aromatici di sigarette lisce come l’olio. Ah ah.

Arrabbiato come la musica dei Clash, melanconico come lo sguardo in ambulanza, giocoso, innamorato e simbiotico fra Nicolas Cage e Patricia Arquette.

Io non ho mai vissuto la mia epoca, essendomi già allontanato dai miei coetanei chiassosi e volgari.
Eppur vissi, vidi, vigilai, confabulai e fui io stesso una vivente favola.

Ho vissuto di attimi, di frenetici frangenti, di amori quasi mai sessualmente tangenti, di viaggi in tangenziale, di virtuose, magmatiche, liquide incandescenze, anche caratteriali, ah ah. Crateriche come la peggiore crisi isterica di Marc Anthony. Qui fa il cavallo imbizzarrito, con Jennifer Lopez è stato uno stallone e basta.

Ho incontrato nella mia vita uomini bifolchi davvero pazzi come Tom Sizemore. Ché, mentre ero assorto nelle mie riflessioni profonde, dimenandosi appunto da matti, mi battevano le mani per spronarmi a vivere da idiota. Incitandomi al porcile generale.

Ma non come nel capolavoro omonimo di Dostoevskij.

Persone ossessionate dal sesso, poco cristologiche, casinari da Chemical Brothers, impasticcati nell’anima da troppo lerciume quotidiano, ah, pacchiani imitatori del peggiore grunge.

Quindi penserete: ah, allora Eddie Vedder, con la sua musica malinconicamente rock, deve piacerti un casino.

No, mi fa schifo.

Io non esisto. Hanno provato a curarmi, a rendermi normale. Per me la parola normalità fa rima con baccano, superficialità, con scemenza e bieca carnalità, con puttanesca svendita della mia anima notturna.

Io sono immortale. Sì. Quando pensi che sia morto, ecco che esco dai sepolcri delle mie depressioni e ti dico ciao, sorseggiando lo zucchero delle mie labbra amarognole ma sincere.

E non c’è stato verso. Inutile che mi facciate i versi. Io versai sangue e mi feci il culo per scrivere da dio. Voi che fate? Ma che cinguettate? Cosa ciangottate? Che farneticate? Ma che cazzeggiate?

Sono un paramedico delle mie ossessioni, delle mie stanche ossa, del mio teschio ambulante come una rossa ambulanza sfrecciante nel fascino intermittente del suo (neo)n alla Bob De Niro.

Se tu pensi che io sia un Don Chisciotte e che dunque necessiti quanto prima di un pronto soccorso, devi prima aver letto questo.

Se pensi che mi piaccia Jennifer Connelly, adesso non più, è anoressica. Ma ricordo che impazzii quasi quando vidi il suo seno della madonna per la prima volta. Quello, sì, che fu un istante da manicomio. Le mie orbite oculari subirono disconnessioni più cataclismatiche della neuronale demenza senile mista a un semi-infarto sesquipedale.

Pur di averla come Eva, ignuda e impudica, mi sarei genuflesso a ogni afflittiva pena che dio mi avrebbe inflitto con severità impietosa. Mi avrebbe sbattuto all’inferno. E allora? Ma almeno avrei goduto del paradiso più celestiale.

Ero un fuoco. Dovevate vedermi. Il mio corpo, incendiato come questo capolavoro esplosivo, subì numerose detonazioni. Credo che, se Jennifer in quel momento, fosse stata vicino a me in quel fatale putiferio mio ormonale, avrebbe avuto solo due possibilità. O chiamare i pompieri oppure sentire davvero la furente passione vibrante di un uomo totalmente datosi e denudatosi senza remissione di peccati a colei che simboleggiava la mela di Lucifero. Altro che quel baccalà freddissimo che s’è pigliato, Paul Bettany.

Sono un personaggio eastwoodiano. Adoro Blood Work, tratto dalla novella di Michael Connelly.

Se credi che io sia schizofrenico, sì, stammi bene. Se credi questo, te lo dico io, sei insalvabile. Ti do l’estrema l’unzione. Inutile cercare di estrarti dalle tenebre e dalle lamiere della tua anima arrugginita.

Mentre in questi giorni, Nicolas Cage è impazzito del tutto, io posso oramai affermare che sono un miracolato.

È oramai visibile, conclamato. Allucinante come questo film lisergico.

Sono un Nic Cage. E anche Van Damme di Lionheart!

– Ho scommesso quello che avevo su Atilla!

– Hai fatto male…

 

Un Man on Fire.

    dio pronto soccorso  

di Stefano Falotico


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Il cuore rivelatore di un uomo che non mente mai, nemmeno quando dice le bugie


22 Dec

pacino scarface pfeiffer2018-22-12-15-53-57

Sì, amici, io non ho mai mentito a nessuno. Mai e poi mai. Credo di aver sconfessato però il mio caro uccello per molto tempo. Un uccello or libero e ancor felino in mezzo a quest’umanità maligna e ferina.

Per anni, fui denominato Stefanino. Perché la gente, poco conscia di quel che invero son sempre stato, e soprattutto del mio arnese assai vorace ancora tosto e attrezzato, si creò delle strane idee attorno alla mia persona, combinando danni immani. Rattrappendomi in una dimensione talvolta da infante in quanto non capiva perché non volessi attenermi a questa cosa assai insulsa chiamata realtà schiacciante.

E, a forza di voler dar a tutti gl’ignoranti spiegazioni inutili, mi sbriciolai nella malinconia più pura, perdendo l’aroma del mio erotismo purpureo, castigandomi in colpe mai commesse soltanto per compiacere una borghesia stagnante nelle sue certezze bacate da malmessi che, manomettendomi, volevano imprigionarmi in qualche stupida diagnosi strafottente.

Ma il mio core fu divelto all’improvviso e mai mi sarei dovuto azzardare a mostrarlo in tutto il suo inferocito urlo sovrano e scucito, tanto angelico quanto magnificamente luciferino. Poiché addosso altre infamie mi piovvero e, per discolparmene, non poco faticai, nello sbudellarmi, a chiarire e certificare ogni mia assoluta, indiscutibile normalità straordinaria da uomo che adora l’imene di qualità. Sì, sono He-Man. Ah ah! Non più dovete menarmela!

Sin da piccolo son stato dotato… troppo oltre per esser capito e accettato. E dunque fui precocemente equivocato, le persone varie malattie mentali invocarono per riuscire a spiegarsi tanto fenomeno così armonico e florido. Valgo oro, luridi!

Dovreste evocare voi stessi e non vociare di volgare sbracare. Fate cagare!

Perché, da esistenzialista romantico, io soventemente disdegno la vita ruffiana del puttanesimo quotidiano e mi rannicchio nel segreto, anche nelle segrete, delle mie ansie. Donna, accoglimi fra le tue cosce prelibate, angosciami come solo tu sai fare nello strazio e nello struscio di un amplesso soffice, avvolgente, avvinghiante, avviluppante, forse solo inculante. Ah, lo so, non son stato elegante ma, suvvia, sii a me salivante. Succhiami e salirà. Baciami e s’innalzerà. Fottiti!

Ma son uomo che sa unire a questa stupenda virtù sognante, come detto, qualcosa che ora fa rima con gigante. Da enorme amante. E batte, batte, delle vostre idiozie se ne sbatte. Sbattendomene, da imbattuto, vado cremoso, caloroso e perfino poderoso. Cammino alto tra i furfanti irosi dal cattivo alito che si consolano con le battone mentre io, con piccanti battutine, son sempre ficcante, me la tiro… con classe da intoccabile uomo galante, voi siete rimasti degli elefanti e io, fantino, in sella cavalco ancora col mio simpatico pisellino ottimamente penetrante. Ahia, ahia, ahia, ah ah, gatta ci cova anche in questo caso? No, è sol gattona da pelare perché, se Poe scrisse il Gatto nero, io posso accarezzarla, bagnarla e scaldarla, inumidirla e sbiancarla mentre, ingrossandolo, lucidamente e lucidissimo, soffia e (s)pompa colando, probabilmente ancor indurendosi con tanto piluccare e poi, eiaculante, sfiancante, morbidamente danzante nuovamente risplende indistruttibile come il più pregiato diamante.

Insomma, altro che bambino. Ho una voce da Al Pacino, nient’affatto possiedo un uccellino e so muovere bene il bacino. Se non mi credete, chiedete in giro. Le donne con me diventano la Gioconda.

Ma attenzione ai girini. Potrebbe scapparci un altro Stefanino e sarebbero per voi cazzi ancor più amari e piccini. Questa si chiama volgarità? No, è solo una delle mie imbattibili specialità. E io posso permettermelo! Donna, è permesso? Ah no? Allora, pigliati un cinepanettone e buona pensione!

Che stronza! Le ho rivelato il mio cuore, mi ha offeso a morte. Sapete che vi dico? Era solo un troione!

Solo i POE-ti non deludono mai. Fidatevi.

di Stefano Falotico

Genius-Pop

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