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A parte gli scherzi, bisogna tamponare subito questa tragica situazione congelante del coronavirus devastante, ci vogliono DEMOLITION MAN e Mr. Orange
Il coronavirus sta flagellando il mondo e i capi di Stato fanno, come si suol dire, gli “gnorri”.
Tutti seppero ma tutti sottovalutarono. Dunque, non fu colpa dell’Organizzazione Mondiale della Sanità se la situazione colò a picco. Ah, miei cervelli piccoli!
Quest’ibernazione a cui siamo sottoposti, be’, io la vissi da tempo immemorabile.
Quando, tantissimi anni or sono, in una landa remota della mia vita immota, oggi riesumata ma non so se del tutto sanificata, mi dissociai da molti miei coetanei. Sprofondando in notti melanconiche assai tetre ove assaggiai poche volte delle carezze tenere.
La gente attorno a me, paradossalmente, mi disse che fui una (non) vivente tenerezza. Sebbene, ribadisco, conducessi una vita da zombi e m’indurii… nell’onanismo totale. Da straniero alla Albert Camus molto alla Taxi Driver.
Cosicché, persi lo smalto dello Stallone che fui in zona appena post-puberale e trascorsi un’adolescenza sotto ghiaccio. Gelando i miei ormoni nel freezer.
Wesley Snipes, invece, all’epoca fu un nero incazzato forte. Stette pure con Helena Viranin, “in arte” Cannelle, testimonial dello spot delle Morositas e co-presentatrice di un Festival di Sanremo con Pippo Baudo, a sua volta l’uomo del caffè Kimbo.
Cannelle baciò Wesley, se lo sorbì tutto, zuccherandolo in modo schiumoso come un cappuccino vaporoso.
Poi gli disse, finito l’orgasmo:
– Più lo mandi giù, più ti tira su.
Ah ah.
Sì, Wesley fu un gran cazzone. Ebbe anche notti torbide con Halle Berry.
Pochi mesi fa invece lo vedemmo nella parte di un coglione storico in Dolemite Is My Name.
Film che, assieme a Joker, del quale rappresenta un’involontaria variazione sul tema, è la storia della mia vita.
La storia di un attore con un potenziale immane, forse anche potente sessualmente, che s’ammosciò del tutto nel giro di 48 ore. E divenne Eddie Murphy di Una poltrona per due.
La gente lo scambiò per mezzo paraplegico poveretto, invece in un balzo dimostrò di saperci ancora fare.
A Bologna, città mia natia, per denominare un tipo imbranato, si usa il termine “imbalzato”. Cioè mezzo storpio sfigato.
Ecco, queste maldicenze sul mio conto andavano fermate assai prima. Bisognava tamponarle prima che la situazione degenerasse.
Poiché, una volta scongelato nuovamente, presi coscienza di essere ancora un duro come Stallone e di essere più dotato di un pornoattore nero.
Furono contro-cazzi, fidatevi.
Donne come Sandra Bullock vollero giocare alla “conchiglietta” col sottoscritto. Alcune le rifiutai. Furono più sceme di Miss Congeniality.
Posso ammettere, senza vergogna, rispettando le mie vergogne, che non dovrete mai più mettermi alla gogna e trattarmi come se indossassi la gonna.
Faccio ancora però la prima donna e un po’ gongolo, amo girare in gondola e leggermente me la racconto.
Ma io so far di “coiti” e a volte esagero con qualche sgarbato commento troppo sconcio dedicato, semmai, a delle rappresentanti del gentil sesso meno angelicato.
Insomma, dinanzi a una bella modella molto emancipata, sono scatenato e gli uomini gelosi vorrebbero vedermi scotennato. Per le feste combinato.
La dovrebbero finire di fare i festini, la smettessero anche di fare i pagliacci di corte.
In effetti, ce l’hanno corto e le loro bugie hanno le gambe più lunghe di quelle della Bullock.
Comunque, tornando al titolo del teso, no, della tesi mia iniziale.
Sarebbe così facile…
Basta fare la prova dei tamponi a ogni uomo e a ogni donna. Se nessuno risulterà positivo, potrà uscire libero come un uccellino.
Di mio, uso sempre precauzioni. A differenza dei governatori dei maggiori stati mondiali.
Non usarono la profilassi e ora si trovano con molte gatte da pelare poiché contennero l’esplosione del virus a scoppio ritardato.
In questi casi di massima allerta, non ci sono cazzi che tengano.
Tutti fanno Le iene e, invero, soltanto cazzeggiano, ci vuole uno speciale infiltrato…
Ovvero Mr. Orange/Tim Roth, una faccia da culo mai vista.
Tim che, con carisma imbattibile, si guarda allo specchio e capisce che tutto ciò che non ammazza, eh sì, rende l’uomo più forte.
Non so se lo disse Nietzsche ma, se Tarantino inventò la sua teoria della minchia su Like a Virgin di Madonna, a me piace tirarmela.
Se lei fa invece il moralista, che dio la benedica e non si ammali a credere alla puttanata della leggenda di Euridice.
di Stefano Falotico
Il 13 Gennaio, ovvero lunedì prossimo, date la nomination all’Oscar al più grande attore di tutti i tempi
Sì, lunedì prossimo saranno rivelate le nomination agli Oscar.
I maggiori siti di predictions si stanno sbizzarrendo ad allestire, per l’appunto, i loro pronostici Sono dei più disparati. Dopo, vi parlerò pure dei disperati, non si sono ancora sparati ma la loro scelta appare più imperscrutabile dei nomi dei candidati contenuti nella busta che saranno rivelati il 13 Gennaio.
Sì, i ballottaggi sono chiusi, molte persone si sono del tutto chiuse ma sperano, in una notte delle stelle, forse di San Loenzo, di salire sul palcoscenico, impugnando un’effimera standing ovation a celebrazione d’ un’esistenza andata a puttane.
Contenti loro…
Da tanti anni a questa parte non si assistette a una concorrenza così forte. Negli scorsi anni, infatti, le candidature come miglior attore protagonista agli Screen Actors Guild Awards, manifestazione ben più attendibile dei Golden Globes, che sono spesso invece un contentino e quasi mai rispecchiano fedelmente i gusti dell’Academy, corrisposero, a eccezione fatta di qualche nome, a quelle che poi, quasi in maniera quasi combaciata e pressoché identica, fu la lista dei cinque attori selezionati per gli Oscar.
A ben vedere, infatti, l’appena conclusosi 2019 fu un’ottima annata cinematografica anche dal punto di vista prettamente attoriale. Ove se a giganteggiare da campione incontrastato fu Joaquin Phoenix col suo insuperabile Arthur Fleck/Joker, vincitore oramai sicuro della statuetta dorata dopo aver sbaragliato tutti ai Golden e alle altre premiazioni più importanti già tenutesi (in attesa degli Screen che saranno assegnati domenica), constatammo la crescita di Adam Driver e finalmente tutti, anche i più scettici, compresero la valenza recitativa di Antonio Banderas. Uno, in passato, troppe volte mal sfruttato e utilizzato solamente come icona del macho ambiguamente sexy.
Io invece notai il suo istrionismo e la sua indubbia bravura persino, un millennio or sono, quando interpretò il villain in Assassins con Stallone.
Quindi, applaudimmo, sebbene non al cinema ma dietro lo schermo di Netflix, la strepitosa, ineguagliabile performance di quel gigione meraviglioso che è Eddie Murphy. Dopo decenni, oserei dire, di filmetti, ora si affianca a un bel pezzo di guagliona, sua moglie, una stangona bionda da 48 ore e ancora 48 per farle il 69, 24h su ventiquattro da dottor Dolittle. Uomo che sa parlare a tutti gli animali, dunque ovviamente anche alle passere.
Di mio, posso dirvi che vissi annate da Professore matto, negli ultimi anni, per traversie esistenziali non proprio felicissime, conobbi mezzi homeless deliranti.
Sì, conobbi per esempio un mitomane maniaco religioso rimasto vergine sino a oggi. A meno che, stanotte, forse non abbia cambiato il suo Mr. Church e abbia contattato una negrona come Grace Jones de Il principe delle donne.
Mah, per anni costui si credette invece il Principe cerca moglie e confuse la sua spiritualità da coniglio per il Cinema coraggioso di Carl Theodor Dreyer.
– Stefano, la mia psichiatra sostiene che io sia matto per via delle mie fisse religiose. Non è vero. Tu, per esempio, conosci il Cinema, no? Scrivesti pure il saggio monografico su John Carpenter, intitolato Prince of Darkness. In questo film, se non sbaglio, viene detto che Dio e il Diavolo sono la stessa persona.
Scusa, non sbatterono alla neuro Carpenter, dovrebbero sbattere me? Non mi sbatteranno da nessuna parte, Dio d’un p… o della puttana della mad… a impestata e fradicia. Giuda d’un ladro, Cristo santo!
Ho detto tutto…
Attinsi comunque a molti suoi deliri per divenire una sorta di Dolemite Is My Name.
Ve ne scrivo uno qui, sembra una filastrocca da Signor Bonaventura:
la vita è dura ed è più facile evitare la fregatura, leccando un barattolo di confettura piuttosto che sottoporsi alla realtà che è spesso gioiosa ma anche amara e può spappolare il fegato. Poi, ci vogliono i punti di sutura se, a causa di troppe bocciature, ci s’ammoscia e vai talmente giù che non ti va più su, ovvero non ti viene duro ed è più comodo spacciarsi per persone speciali molto pure.
Le ragazze ti prendono per il culo per via della tua aria da uomo poco sicuro, gli uomini ti dicono, per simpatia, che sei un grande e non abbisogni di nessuna psicologica cura ma, in verità, da tempo non pompa il glande e decanti solo il libro La neve cade sui cedri, oh, guarda fuori che bella grandine.
Sì, a questo mio amico non debbono crescere le palle, basterebbe che si guardasse allo specchio e ammettesse di essere un diverso nell’anima. Potrebbe realizzare la nuova cover di Rocketman.
Invece, se ne sta lì a rimuginare malinconico sul percepirsi come attore mediocre, alla pari di Rick Dalton/Leonardo DiCaprio, si sintonizza su Italia 1 per guardare, a tarda notte, i telegiornali sulla gente disgraziata che perse la casa e i figli in seguito a qualche nefasta calamità e per colpa di tragici uragani.
Cosicché, prima di andare a letto, è felice che qualcuno stia peggio di lui. Mal comune, mezzo gaudio e domani sarà un altro piagnisteo da pioggia torrenziale per sempre…
Cari dementi, prendete a modello Adam Sandler. Lo scambiaste per un tonto e invece recitò, in Uncut Gems, meglio della vostra consorte.
Sì, lei vi sta derubando dei vostri gioielli… è un’attrice come Meryl Streep. Con voi sa fingere spudoratamente ma, appena può, sgattaiola assieme a uno che le regala gemme preziose…
Un giorno, quest’uomo cornificato scoprirà la verità ma sarà troppo tardi. Al che s’identificherà, a compensazione del trauma, con Jonathan Pryce de I due Papi.
Santificazione totale, oh, fratelli della congrega.
Sì, la vita non ha senso. Ciò, Bob De Niro lo comprese tanti, tantissimi anni fa.
E gli piace essere un camaleonte. Uno che oggi ascolta Ava Max e domani ingrassa come in Toro scatenato? No, come Bud Spencer di Bomber.
Ed evviva anche il Cinema infantile, schizofrenico, delirante paranoide su pugno devastante in pancia e colpo inaspettato.
Falotico scatenato, un Raging Bull a cui nessuna camicia di forza riuscirà a contenere il suo Genius esplosivo!
Pindarico, egli s’insinua tra la folla mattutina, entrando in un bar con far smargiasso, scolandosi un cappuccino su occhio cremoso e capelli schiumosi, sì, appena docciati con shampoo carezzevole su alopecia leggermente accennata di stempiatura sexy indubbiamente affascinante.
Con carisma da Sean Connery, figlio di un’epoca romantica e medioevale, il Falotico al bar si beve gli oscurantismi della gente bigotta e ubriaca la cameriera con un gioco inaudito di accigliate sopracciglia smodatamente ammiccanti per indurla a “bevande” sovreccitanti. Affinché la donzella estragga la sua “spada nella roccia” e la conficchi morbidamente dura e scintillante in mezzo alle sue gambe fragranti senza cinture di castità ammorbanti. Egli pietrifica le donne col suo sguardo suadente e le rende morbidamente arrapate, sciogliendo ogni lor dubbio moralistico grazie al suo infallibile, forse anche fallico, fiuto da cavaliere a volte senz’arte né parte eppur sempre galoppante per altre cavalcate imbizzarrite da uomo irrefrenabile.
Alza il ponte levatoio della donna arroccata nelle sue ansie ermetiche e le leva tutto, elevandola in gloria rocciosa e semmai a qualcun altro dandola in sposa. Sì, prima lui la spossa ma poi, come un altezzoso signorotto, non gliene frega un cazzo di averla come regina e, irredento e sotto i baffi ridenti reo, è sempre più un principe cerca moglie con la sua voce da Tonino Accolla. E dotato più d’un nero Eddie Murphy.
Sì, stanno preparando il seguito di questo film di John Landis, ancora i vili miserabili mi perseguiteranno ma orsù, donne, per altri sogni poetici ed ero(t)ici di amori prelibati seguitemi a fiotti in altre fiorite e fiorenti lande. Lontano da me però le mignotte! È pungente il mio fioretto, pungente nel tuo grilletto e or vi do dentro da fur(b)etto con un orgasmo schietto. Tutto ritto e lì diretto, il Falotico guarda un filmetto e poi mangia un buon filetto. Finito che ha di fare il gagà, sublima una scopata mai avuta con Lady Gaga, fottendosene altre a gogò. Egli non è mica uno squallido gigolò ma un uomo che sa donar calore a ogni ore senza mercificarsi, a differenza di voi, da fetido puttanone e da cinico senza core.
Egli ama, non ama, forse è solo l’incarnazione di un Mah…
Dunque, ritorna a occuparsi di Cinema con classe elegante dopo il suo corteggiamento galante.
Imprendibile, corre nei suoi neuroni belli e impossibili, elucubrando teorie sulla Settima Arte e allestendo pensieri proibiti e inconfessabili sulla vicina di casa dalla quarta abbondante, artisticamente poco elevata ma donna che tira su un uomo con rozze eppur toste piluccate scoppiettanti. E, bagnando di qua e di là, piove a voi e in te, donna, ancor spiovve liquidamente in una notte di gran alcova fottutamente penetrante in cui, cogliendotela in (de)flagrante, m’hai ancor nuovamente reso brillante!
Giammai arresosi, il Falotico è proprio una testa di cazzo inarrestabile e pimpante, pompante, talvolta farneticante e blaterante eppur sempre aitante.
Se non è un Genius questo, ertamente non lo sei tu, faccia da culo devastante.
Insomma, diciamocela, non solo ha uno strepitoso glande ma è in verità proprio il più grande.
E ricordate:
– Chi? Falotico? Non lo voglio più vedere – disse l’uomo invidioso del suo talento.
– Chi? Falotico? Glielo voglio ancora vedere, sentire e toccare – rispose la donna ancor memore di tanto godimento.
di Stefano Falotico
Attori bolliti: Eddie Murphy, toccato dalla grazia… trasformava tutto in oro…
Oggi, è il turno di uno stracotto, iper-cotto, super fritto più di una sogliola, Edward Regan Murphy, nato il 3 Aprile del 1961 a Brooklyn, cinematograficamente conosciuto semplicemente come Eddie Murphy.
Un nero spritosissimo, spuntato dal nulla che subito a inizio anni Ottanta fa un botto clamoroso con due pellicole fenomenali, che diverranno immediatamente dei classici intramontabili, ovvero 48 ore di Walter Hill e Una poltrona per due di John Landis. Film quest’ultimo che, come sappiamo, oramai è un appuntamento fisso e inderogabile della notte di San Silvestro e, almeno qua da noi, è diventato il film per eccellenza che inaugura l’anno nuovo. Come dice Eddie in questo film, con la strepitosa voce del compianto Tonino Accolla e la sua risatina che diverrà un marchio di fabbrica irrinunciabile, bello anno a lei…
Nel 1984, cioè soltanto l’anno dopo, Murphy, che in quel periodo era toccato dalla grazia e trasformava tutto in oro, azzecca un altro film campione d’incassi stratosferico, Beverly Hills Cop di Martin Brest, un film che, se vogliamo giudicarlo col senno di poi, è certamente divertente ma del quale onestamente, ad anni di distanza, non comprendiamo il successo quasi imbarazzante ed esagerato.
Ma Murphy, con questo terzetto, quando ancora non ha, pensate, nemmeno venticinque anni, ottiene tre nomination consecutive ai Golden Globe e s’impone ineludibilmente come uno dei migliori e più brillanti performer del mondo.
Poi, di colpo l’incantesimo svanisce e arrivano subitaneamente i primi flop incredibili, La miglior difesa… è la fuga e Il bambino d’oro.
Ci pensa John Landis ancora una volta a tirarlo su. Girano Il principe cerca moglie, un film che sbanca immensamente, ma del quale personalmente non ho mai capito come abbia potuto suscitare tanto clamore, perché a mio avviso è un film abbastanza noioso e sopravvalutato. Metacritic, in questo, mi dà ragione, e gli assegna un 47% di media recensoria.
Comunque sia Murphy riagguanta il pubblico e lo conquista nuovamente.
Gira Ancora 48 ore, sequel del fortunatissimo suo film d’esordio, e poi tutta un’altra serie di film fallimentari. I distributori italiani affibbiano al film Boomerang il titolo Il principe delle donne, come specchietto per le allodole per attirare il pubblico che aveva amato e idolatrato il succitato film di Landis. Una mossa pubblicitaria comunque irrisoria. Il film è davvero volgarissimo e non fa ridere nessuno.
Poi Murphy esce con uno stranissimo “ibrido” di Wes Craven, Vampiro a Brooklyn, e spiazza tutti, soprattutto il botteghino. Altra pellicola forse incompresa ma micidiale e letale per la sua carriera. Un disastro commerciale e di Critica vertiginoso.
Murphy però sa sempre reinventarsi e l’anno dopo, nel 1996, fa di nuovo sfracelli con Il professore matto, tanto da scatenare dei seguiti. Altra candidatura ai Golden Globe.
E non va malissimo neanche con Il dottor Dolittle. Almeno a livello di pubblico. Ma in verità il film qualitativamente più bello è la geniale commedia Bowfinger del grande Frank Oz, ove duetta meravigliosamente con Steve Martin.
Nel 2002, lui e Robert De Niro credono che basti girare un assurdo film sui reality show e la polizia, un buddy cop movie insomma della Warner Bros, per resuscitare il tema nostalgico della strana coppia da 48 ore, ma il loro Showtime non se lo fila nessuno. Non è poi così disdicevole come si dice, ha ottime scene d’azione e un buon ritmo, ma segna un altro passo falso per Murphy.
Per non parlare di Pluto Nash e Le spie.
Nel 2006 però Murphy stupisce ancora tutti, e ottiene addirittura una nomination agli Oscar come miglior attore non protagonista per Dreamgirls di Bill Condon. Potrebbe essere la volta giusta per rilanciarsi?
Macché!
Arriva nei cinema con Tower Heist assieme a Ben Stiller ma il film non viene affatto amato.
Nel 2016 infine esce con Mr. Church, un film da noi ancora inedito, e per questo suo ruolo riceve numerosissime candidature dalle varie associazioni di critici statunitensi. E il regista Bruce Bersford era uno che un tempo sapeva il fatto suo. Murphy è in forma ma il film non lo guarda nessuno e la Critica lo boccia sonoramente.
Murphy dovrebbe girare, non si sa quando, il seguito de I gemelli con Arnold Schwarzenegger e Danny DeVito, Triplets, e un biopic su Richard Pryor. Ma al momento è piacevolmente in vacanza e se la spassa con la sua bellissima biondona Paige Butcher.
Ma è pazzesco che uno che a soli ventun anni è stato re del box office, dopo circa quarant’anni (eh sì, siamo nel 2018), non si sia più ripetuto a quei livelli.
Abbastanza sconsolante e triste.
Su, Eddie, non hai neanche sessant’anni… hai ancora, visto che la vita media si è allungata, ancora una trentina d’anni per regalarci altre cazzate immonde.
Sarai prestissimo protagonista di Dolemite Is My Name per Netflix. Forza!
di Stefano Falotico
Il principe non cerca moglie e aspetta il nuovo film con De Niro
Citti, e statev’ citt’, che significa zitti, al Maurizio Costanzo Show, quando tutti provocarono Carmelo Bene per istradarlo a pensieri più “normali”, per lobotomizzarlo, disse a gran voce che se ne fregava di quella massa starnazzante e becera, buzzurra e irrispettosa, che credeva in Bene perché il bene dell’umanità egli sapeva fosse il genio di Carmelo. Sì, checché (e quei detrattori eran pure, o impure, rinnegate checche), ne diranno, io crederò in te sino alla morte…
Io non so se sono un genio. Quelli che leggono i miei libri con cognizione di causa e non si lasciano incancrenire da bigottismi e moralismi spiccioli, rimangono stupefatti e, nonostante io spesso giochi di artefatte prose troppo arzigogolate, ne restano soddisfatti, così come sarebbe una donna ninfomane dopo aver fatto l’amore con un plotone di marines. Datemi retta, queste ninfomani sono dappertutto. Sì sì.
Sì, io marinai un po’ tutto, in quanto della mia anima marinaio e infatti ordino spesso, al tepor della sera, quando i cani tornano da un lavoro fustigante e le mogli cucinano loro manicaretti a base di sughini appetitosi, una bella marinara ordinata dalla Pantera Rosa. No, non è un riferimento al film con Peter Sellers, perché i proprietari sicuramente non l’hanno mai visto, Rosa è il loro cognome, infatti dagli eredi di questa pellicola mitica furono citati per copyright e adesso hanno inserito dei, sì dei Rosa. Rosae, rosarum, rosis e tu rosichi, prima declinazione plurale latina da cui Massimo Ranieri trasse la sua celeberrima Rose Rosse (Per Te), da non confondere con Io, tu e le rose di Orietta Berti, che non è parente di Nicola, ex calciatore diventato famoso per aver preso la palla nella sua area di rigore, aver dribblato tutti, essersi fatto tutto il campo con la sfera al piede e poi segnando indisturbato. Oltre a quello, seppur giocò la finale di Brasile Italia quando Baggio sbagliò il rigore clamoroso, Nicola non ha mai fatto un cazzo, tranne andare a Controcampo col ciuffo leccatissimo e le gote alla Mickey Rourke di Johnny il bello.
Sì, sono un genio spaventoso, passo di pala in frasca, amico, ti passo la palla e ce la giochiamo alla grande e, sotto le frasche, c’è un uomo non tanto fresco che lo mette nella prugnina di una prostitutona. Sì, lo so. Lasciamolo fare, che cazzo ce ne frega? Lui in quella fregna lo sfrega, ma io ti dico che è una strega.
Sì, sono ascetico ma anche masturbatorio, l’incarnazione dell’onanismo totale. E perciò la gente pensa… ma quello come fa a non trombare mai? Non è normale, non me la racconta giusta, non lo dice a nessuno ma, quando scende la notte, andrà a “pagarle”.
Mi spiace deludere questo retropensiero piccolo-borghese, sospettoso e tipico di chi, anziché guardare alla sua vita, pensa alle fighe, vere o presunte, degli altri. Ah, ci son anche quelli che pensano che tu sia sfigato quando poi scopri che questi qua pur di averne una son andate allo zoo a comprare una scimmia.
Di mio, gli arachidi mi piacciono…
Sapete chi ragiona così? Gli psichiatri. Sì, con me la psichiatria ha fallito, in modo tout court. Tu cur’? No, con me queste sovrastrutture, tese a strizzar il cervello e anche a non far tirar l’uccello con sedativi, non funzionano e puntualmente tutti lo prendono da me in cul!
Sì, io non posso cambiare. La gente non capisce perché anziché spendere 40 Euro per andare in discoteca, anche se forse ne servirebbero di più, ho ordinato il cofanetto di Twin Peaks, che non scarterò neppure per non rovinarlo, perché le opere d’arte, come me, vanno conservate libere dalla polvere e dagli agenti patogeni di chi potrebbe guastarle coi suoi pregiudizi ammorbanti.
Sì, mi danno del matto maniaco-ossessivo. Le mie ossessioni me le tengo, voi beccatevi una donna tanto “figa imperiale” che vi “borseggia”, sì, pur di scoparvela una volta al mese, vi siete dati al gioco. Oh, mi direte voi… sì, però quando me la scopo godo. Mah, siamo sicuri? A me pare una scema… Che godimento può esserci nell’infilar la parte più sacra del proprio corpo in una comune porca?
E, giocando d’azzardo, ci si riduce a vedere solo le partite di Calcio e i goal di Eden Hazard. Evviva Zorro!
Sì, io gioco il mio gioco per i cazzi miei. E, dopo The Irishman, De Niro non ha annunciato nessun altro film. Non è da lui.
State in orecchio/a. Ah, mi danno pure del ricchione. Di mio, talvolta mangio le orecchiette e pussassero via queste ochette.
Sì, il mondo è pieno di orchi, so di avere una bella “oca”, ma la uso in maniera privata, possibilmente quando ne ho voglia. Praticamente mai. Potrebbe essere così? Chissà… e sul dubbio vado a mangiar la cena.
E John… Cena? Pare sia stato con una zoccola.
Sì, per Pasqua, quando gli altri si comprano una Ferrari, io mi farò come regalo un lettore Blu-ray per PC.
Che vita straordinaria…
Però ho una voce alla Tonino Accolla. Lei si accolli una che si appiccica come la colla. Ah, ti tiene per il collare.
Eppur cola.
di Stefano Falotico
Tonino Accolla
Muore Tonino Accolla, me la rido da Eddie Murphy e ammazzo gli idioti alla Homer Simpson come Frankie Machine
Morto un Tonino, se ne fa una a collo.
Sì, e ora scrivo la totale blasfemia. Tanto, a malapena conoscete i film che ha doppiato. Negli ultimi anni, gli avete dato pure del drogato.
Perché siete dei piccolo borghesi che non meritate un amico alla Nick Nolte. Quindi, uno spietato ed eastwoodiano gangster cazzuto e pure cazzone.
Frankie Machine alla De Niro: per debellare la nostra società dalla piccola borghesia sospettosa, donerò voi un falò come la Gioconda, iracondo in quanto io non ve le racconto, tu vai a raccogliere la frutta della frittata.
Fratelli della congrega, son Uomo di levatura morale eretta ove l’erectus sapiens sapiens, poco sapiente invero, è ancora arretrato in mentalità da gobbo.
Sì, passeggia malinconico, pervaso da dubbi del suo stesso ego perplesso. Cerca sempre l’ago nel pagliaio altrui, che vorrebbe impagliare per appaiarsene di tutt’ora non sconfitte, recondite paure.
Lo vedi passeggiare, “discreto”, parla da solo nel sottovoce più “irriguardoso”, soffre silenzioso in tanti rimpianti da piagnucoloso. Sempre si lamenta ma non apre la mente.
Lavora tutto il dì, spacciandosi persin da “giornalista”, poiché sa vender “bene” le sue rassegn(at)e stampe, fotocopiandole nello scremar immutabile, incancellabile, ideologico d’un fascismo che ancor gerarchico scinde l’umanità fra “bianchi” contro neri, s’immola infatti all’Altare “patriottico” del falso nazional-popolare, fuma le popolari con far da pollo che tifa, finto-sinistroide, per un populismo di facciata a salvargli il cul sempre parato, ma poi “sbocca” di “Ammazza che figaaa!” nel suo volgar palato…
Ah, sparla, chiacchiera ma non favella, seppur la fava “bella” tra le prostitute si diverte da “felice e contento”. Quante mess(alin)e il nostro “chiesastico”. Quando vien attaccato nella sua “intoccabile” dignità, con tanto d’attestati e dunque presume lui da “piedistallo(ne)”, ti borbotta contro da “educato” nelle più caudine violenze psicologiche del “mobbing”, abbindolandoti d’altro “abbigliato” nell’uso dei suoi costumi… I fessi abbaglia, dietro “dorate” carte di cotanta (im)postazione.
Così, i creduloni a costui si prostrano, mentre più lui li frusterà per (ar)renderli sol che più frustrati, col ricatto del “Pane e vino non ti manca, prega Iddio e la ricotta… puoi guadagnartela da fornaio, infornando quindi tutte le molli(che), come da pagnotta del porcellino… sì, pian pianino, qualche soldin’ riempirà il salvadanaio e anche tu fornicherai, ieri non hai avuto culo ma, sudando f(at)ica, vedrai che sarà poi un buon an(n)o, caro il mio suonato e asino. Intanto, ti servo il mio forcon’”.
Sì, l’uomo medio italico incarna alla “perfezione” tal teorema previo che, se ti ribelli, ti spellerà di coercizione, con sedative azioni della “sanità” ché “santifichi” appunto sol la tradizione di tal “gioiosa” società.
Per “ficcare”, devi integrarti di “pene” integrale, mai cornificare le regole “piane”, altrimenti il piano regolatore potrebbe subire delle “botte” di contraccolpo.
Meglio contenerti subito prima che tu possa dilagare e le sue donne “allargarle”, tutte bagnate al “lago” di “Gardaland”. Se sei un drago, soffoca i tuoi fuochi ardenti, perché il conformista ti deformerà a puntino, dunque al dente in quanto tu ancor “nullatenente”.
Eh sì, per mantenerti corrotto, come richiesto dal porcile, sii bad lieutenant del Ferrara. Solo dopo aver rubato, potrai guidar il Ferrarino da uomo del ferr(at)o. Non far il Messia, sei solo un povero Cristo.
Così, di generazione degenerata in “geni” mal “inseminati”, l’uomo medio placa il panico ma, da me, solo che pugni in faccia. Altro che al prosciutto panini!
Egli è omofobo, razzista, ce l’ha con le inflessioni dei meridionali perché reagiscono senza riflettere a mo’ di “grammatica” del suo soffocante diaframma, l’infiammerebbe tutti nel secessionismo più rescissorio.
Egli firma cont(r)atti ed è di “buon” tatto, che “galante”. Si profuma col borotalco e va con donne “acqua e sapone”… sì, depurando… tutti i suoi risparmi. Quelle son Escort “pulitissime” ma nessuno lo saprà mai…
Ora, da me nessun timore reverenziale. L’uomo medio è pappone e critica i ragazzini con la “pappa pronta”, dando loro dei buffetti… alla Pippo. Li considera imbranati, e li “castra” sempre più affamato nel bramar e, di tanto “amore”, appunto sbranarle…
Di mio, sono il suo sbrinatore, sì… se mi scaldo, gli gelo il sangue e da me sol che dei gelatini per leccarmi il “cioccolatino”. Visto che dolcezza, gran testa di cazzo?
Comunque, Michael Mann doveva girare il film Frankie Machine con Robert De Niro. Il film fu messo in cantiere ma s’incagliò, quindi non andò in porto.
Io ho letto la novella di Don Winslow da cui lo sceneggiatore Alex Tse trasse la sceneggiatura incompiuta, mai filmata di firma autoriale.
Machine, in origine, si chiama Machianno. Viene richiamato all’ordine dai malavitosi, che si professa(ro)no suoi “amici”. Gli consegnano una mission, cioè ritornare il sicario che fu nei luoghi dei suoi delitti, dopo che s’era impigrito “a letto”.
Frankie si accorgerà che voglion invece ammazzare proprio Lui.
Ma Lui è Lui. Guarda gli scagnozzi, impauriti… il nostro Machine. Loro, non sanno se scappare di gambe levate o di bugie corte son nelle mutande cagasotto?
Il più “tosto” grida Se machì chaminin, se nan ne machì, non ne schamiscen! Sì, detto calabro-lucano-siciliano che, tradotto, significa “Se dobbiamo andare, andiamo, altrimenti non andiamo…”.
Infatti, è la seconda… non andrete da nessuna parte, perché vi ammazza.
Ora. Ciò non ha molto a vedere con Accolla.
Ma anche sì. Leggete quel che si diceva di Lui poco prima che morisse e capirete perché non meritavate un Tonino.
Firmato il Genius
(Stefano Falotico)
Le sette attrici dal cognome omonimo che ancora stimolano il mio omen
“Non gli somigliano pe’ niente!“.
Per fortuna
Sono delle fighe plurime dal nome “appaiabile” (ma chi le appaga “queste” qui? Un quaquaraqua, ah, o uno che dà la “paga a tutte”?, capisco, un pappone) che hanno avuto varie volte modo e “minutaggio” per spogliarsi, mostrando tutto il “bellissimo… vedere”
Eteree, diciamo. Chi le ha fottute, ha un sederone!
Lo ebbe. “crebbe”.
E, come Johnny Depp, con lo “stecchino” piglio tutte per le sottane.
Tanto, sono più misogine di me.
Infatti, si sposano con dei “minchioni”.
Firmato il Genius
(Stefano Falotico)
- Fuoco cammina con me! (1992)
Shery Lee vs Bruce Lee.Sì, inutile che “armeggi” quel cinesino magrolino che “sgattaiolò” d’addome piatto.
Io mi sarei preoccupato, di più, molto di più, di “appiattire” Sheryl sul letto. Che gattona. Che miagolio.
Dal “ca(l)mino” con furore. Dalla cagna con ardori. - Stone (2010)
Sharon Stone? No, Edward Norton. A cui Milla “fa” la festona.
Milla, una che a Luc Besson “la” diede nel quinto elemento.
Infatti, Luc per molti anni divenne un demente e girò “cazzate”, non “usandolo” molto…“Eccola”, resident evil.
- Boxing Helena (1993)
Nicolette Scorsese vs lo “Zio” Martin.Be’, dopo tante malinconie di Marty, un culo così mette di buon umore.
Pare che anche “Il Mereghetti” abbia avuto il “ritaglio” dai suoi “impegni”, per “impegnarlo” d’onanismo.
Tanto, più masturbatorie delle puttanate che scrive, gli mancava solo il “pisello” con la panna, condito con delle “farfalle”. - 9 settimane e 1/2. La conclusione (1997)
Angie Everhart vs Erik Everhard, il più grande puttaniere della “storia”, quasi alle origini del primitivo nel superomismo da gorilla. Il “big boy“. Sì, come Jim con le Barbie.Angie è l’unica che non s’è scopato.
Comunque, Angie se li è fatti tutti, compreso Joe Pesci.
Per tal “morbidezza” della Everhart, Everhard ha lasciato “stare”.Quando costui morirà, scriveranno: “Partì da Tera Patrick e da allora non s’è mai ammalato di sifilide. Come c’è riuscito? Innanzitutto, tutto tutto era sempre lì, scompariva… poi Erik, qui sotto (prima s-tette un po’ ovunque) che giace, dopo aver tanto giaciuto, era un maiale che s’accertava della profilassi. A differenza di molte donniciole che si fidarono della pillola ritardante…, e si scoprì che erano le sue zoccole”.
Da come è “messo a novanta” Mickey Rourke in questa robaccia, capiamo quanto ha faticato Aronofsky a scommettere sul suo wrestler, “pompandolo” di nuovo.
- Ronin (1998)
Natasha McElhone vs Kyle Machlan. Uno che non ha avuto s(ucc)esso perché nessuno si ricorda esattamente come si scrive lo “scioglilingua” del suo cognome del cazzo.Quell’Uomo è uno scemo.
E il Bob lo sapeva.
Infatti, lo lascia col suo “fantasma“.Twin Peaks, e Lui invece si mangia il Twixt con Natashona sulle strade parigine del bacio “Perugina”.
- 10 (1979)
Bo Derek vs l’ispettore Derrick.Ah, quello era un tedesco, la Derek di Long Beach. Infatti, in quella “spiaggia”, era “lunghissimo” per Bo, che non è la provincia di Bologna, ma una “mortadellona”.
Da “infilare” col salame. - Showtime (2002)
Rene Russo vs la Russia.A Rene piace il “rosso”, ed Eddie Murphy, il “nero”, spinge.
Il Bob mondiale, intanto, allieta l’interraziale, plasmando l’argilla d’una carriera che stava andando “in puttanissima”.
Appunto.