Posts Tagged ‘E venne il giorno’

Una settimana intensa: Van Damme, Celentano e la vendemmia, Conte e il Covid-19, la Meloni e Voci.fm, un altro libro, amore immenso, rapimenti, ostaggi, detenzioni, divieti, proibizioni e L’Impero della mente!


28 Apr

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95189656_10216376438106409_3288884040274280448_oOddio, non si capisce più nulla.

La gente fu colta… dal panico più totale. Anche le persone più colte, coloro che presupponemmo, ah sì, che fossero più preparate ad affrontare il Coronavirus schiacciante, mortale, inarrestabile e deprimente, furono assalite da crisi simili a quelle patite da Paul Vitti/Bob De Niro di Un boss sotto stress.

Le persone anziane passarono dall’Aerosol e dall’essere sempre più sole, eh sì, a non poter andare neppure al circolo Arci per poter giocare a briscola o a scopa.

I giovani, castrati e castigati, in casa segregati come animali, asfissiando fra tenebrose pareti domestiche angustianti e, per l’appunto, soffocanti, dopo aver creduto erroneamente, soprattutto gli studenti, di aver anticipato le vacanze, furono sottoposti a nevrosi peggiori di quelle che accadono, per la tremarella, prima dell’esame di Maturità. Vai di sciolte, di diarree e di grida incontinenti, no, di estenuanti deliri incontenibili, paragonabili alla nenia più insopportabile di Roberto Saviano. Autore di Gomorra, sempre sotto scorta ma, da circa vent’anni a questa parte, più ripetitivo di Conte. Il quale, con aplomb imperturbabile e calma olimpica, va detto, assai invidiabile o solamente inconsapevole dei danni, non tanto economici, bensì emotivi, la prende con filosofia, incitando la gente a rimboccarsi le maniche. Che stile!

Promettendo che dal 1 Giugno riapriranno i barbieri ma intanto avremo perso tutti i capelli. Persino un tronista della De Filippi, con tanto di toupet de no’ altri, malgrado il suo robusto, pilifero impianto, comincia adesso ad avere dei devastanti rimpianti. Poiché la sua bellezza da modello per parrucchiere, eh sì, non può essere accarezzata da Rosanna, ragazza un po’ troppo da rosario, eh sì, immancabile frequentatrice della parrocchia, essendo parruccona bigotta con bigodini e tanti psicologici nodini, sì, doppie punte da sciogliere col balsamo, a cui però piace lui, sì. Che di nome di battesimo fa Salame. Presto lui e lei si sarebbero dovuti sposare di Grande amore da Il volo. Lei, sconfiggendo con la sua purezza acqua e sapone tutte le altre pretendenti strafighe e forse sciampiste, probabilmente solo sciapite, gli chiese la mano ma ora è chiusa pure la chiesa.

Ah ah.

Una prova nella prova, una signora riguardò annoiatamente una vecchia puntata de La piovra.

La gente perse la speranza. Quella che giammai smarrì Rutger Hauer in Ladyhawke. La gente non crede oramai più che rivedrà la luce di giornate solari. Cosicché, dandosi alla cinefilia un po’ complottistica o forse tragicamente realistica, riguarda sino allo sfinimento, assai sfinita, La città verrà distrutta dall’alba o E Venne il giorno.

Un mio amico mi consigliò di guardare il misconosciuto, premonitore, seguente film.

Giorgia Meloni approfittò della situazione per fare campagna elettorale, strumentalizzando non poco l’immane disagio creato dal Covid-19 per un populismo peggiore del Movimento 5 Stelle da Cetto La Qualunque.

Salvini non dà più la colpa ad Albanese, no, agli albanesi. Mentre Sabrina Ferilli, oggi come oggi, si sognerebbe di reclamizzare Poltronesofà.

Chi si fa ‘sto sofa? Scritto in francese senza accento da salottiera burina.

I ristoranti quando serviranno a Verdone Carlo un po’ di bucatini? E, coi suoi amici, Carletto pagherà alla romana? O, al posto suo, lo farà Alvaro Vitali/Pierino che la butterà in vacca dinanzi a non aver fatto bene con l’oste il conto?

Ah ah.

Eh sì, forse Conte fece male i conti… Ma Sergio Leone fu amico di Verdone anche se Carlo e Sergio si conobbero dopo Per qualche dollaro in più…

Intanto, Sara di Antonello Venditti non può incontrare nemmeno Jep Gambardella de La grande bellezza.

Mentre Ferrari Isabella non può andare in giro per la Capitale con la sua Mercedes.

Un sacco bello, un cazzo! Mah, mangiamo un Saccottino e non crediamo più alle famiglie perfette da Mulino Bianco. Meglio la trattoria vicino casa mia, Il Mulino Bruciato.

La mia prima ragazza fu di Trieste e conobbi anche due tizi di Este. Questa ragazza non fu giammai una mula, come si suol dire da quelle parti, ma bruciò solo con me, forse un po’ asino o stallone più dotato di un mulatto. Per quanto riguarda i miei due ex… compagni di Este, secondo me uno dei due si sverginò con una dell’Est.

Ah ah, oddio, fermatemi. Le sparo grosse. Ma che dico? Grossissime! Non potete spezzarle/mi con un grissino torinese!

Di mio, conservo un certo fascino cazzuto e un po’ cazzone alla Jean-Claude Van Damme recuperato o forse da bisbetico domato à la Celentano Adriano. Che, a mio avviso, eccome se andrebbe rivalutato.

In questa settimana, finii un libro totalmente alla mia amata dedicato.

Che mi crediate o no, a parte gli scherzi, è un capolavoro romanticamente infuocato da erudito, imbattibile letterato.

Pre-acquistai anche il Blu-ray in Limited Edition di Inland Empire, dunque per il mio cortile camminai con aria allampanata dopo una vita strampalata a guardare solo la tv come chi segue i conigli… del Presidente del Consiglio.

Tempo fa, Voci.fm propose ai suoi iscritti, per l’appunto, di dare il buon esempio e ottimi consigli.

Improvvisai, pensando che non sarei stato selezionato. Parlai di rime baciate ma, al solito, gigioneggiai un po’.

Tyler Rake è un bel film. Poi, sapete che vi dico?

Ben Affleck, in Tornare a vincere, è inaspettatamente da premio Oscar.

Sì, sono un po’ melodrammatico ma fa parte di me.

La dovremmo anche finire con post che oramai fanno ridere solo i polli.

In effetti, molta gente non sa usare i congiuntivi, altri hanno la congiuntivite, alcuni pure la meningite ma perché si scrive con l’accento così… Vi pare una domanda retorica?

Quindi, vedete di non rompere i coglioni, altrimenti potrei diventare uno strano incrocio fra Rambo, John Wick e Chris Hemsworth. Ora, se è vero il detto… fra due litiganti, il terzo gode, di mio me ne fotto. Mi trastullo, recito la parte del grullo, non do retta né a Beppe Grillo né a quello parlante di Pinocchio.

Se volete due sberle, ve ne posso dare una e basta. La sberla migliore la prendo io.

di Stefano Falotico

Coronavirus, un virus letale di pandemia mondiale – I migliori film sull’argomento


05 Mar
CILLIAN MURPHY in 28 Days Later Filmstill - Editorial Use Only Ref:FB sales@capitalpictures.com www.capitalpictures.com Supplied by Capital Pictures

CILLIAN MURPHY
in 28 Days Later
Filmstill – Editorial Use Only
Ref:FB
sales@capitalpictures.com
www.capitalpictures.com
Supplied by Capital Pictures

stefano falotico homeboyRiferendomi a FilmTv.it.

Ebbene, promisi che avrei scritto solamente un post a settimana. Ma, vista la gravità in cui incombe la sanità mondiale, per qualche giorno, non inserirò recensioni, promettendomi d’inserirle prossimamente.

Ora, dico che questo scritto potrebbe essere frainteso. Come dirò, nelle righe seguenti, ora dobbiamo sorbirci soltanto notizie, ahinoi, incresciose e purtroppo gravi.

Citerò qui tre pellicole che, in qualche modo, sebbene assai dissimili nelle tematiche, negli assunti e negli sviluppi narrativi, sono associabili al coronavirus.

Innanzitutto, Virus letale. Il coronavirus, a quanto pare, è molto simile al virus “ignoto” in cui si parla nel film di Petersen. Simile all’ebola ma non diagnosticabile del tutto. Poi… E venne il giorno. Nel film di Shyamalan, non si tratta di un virus vero e proprio, bensì di qualcosa ancora una volta simile però, per certi versi, al coronavirus. Cioè, qualcosa arrivato praticamente dal nulla che contagia le persone a velocità pazzesca e infermabile.  Una sorta di Seme della follia alla Carpenter.

Se avete visto il film di Shyamalan, sapete bene che quello fu un morbo virale, forse di origine sovrannaturale e non scientificamente del tutto spiegabile, che portò la gente alla pazzia. Il coronavirus sta invece portando anche a stati di impazzimento sociale e di panico. Quindi, 28 giorni dopo di Danny Boyle. Un film apocalittico.

Poi, non per sembrare pateticamente autoreferenziale per l’ennesima volta, personalmente vi fu il mio cosiddetto male oscuro. Cioè l’apparentemente insanabile mia depressione annale. Che stette per distruggere ogni mia difesa immunitaria dell’anima. Ma non mi abbattei e combattei per vincerla.

Debbo ammettere che sottovalutai la situazione sin all’altro giorno. Mi parve infatti che, fra le persone, incitate dai soliti eccessivi mass media sensazionalistici, si fosse diffuso un allarmismo esagerato.

Invece, d’estremo malincuore, debbo constatare che purtroppo ciò che all’inizio mi sembrò qualcosa di trascurabile, ahinoi, si sta espandendo a macchia d’olio.

In questi giorni luttuosi e tristi in cui tetramente si stanno avvicendando, a velocità pazzesca, morti su morti inarrestabilmente, non rividi neanche le repliche del programma pomeridiano di attualità dal nome Tagadà.

Poiché quest’anno la faziosa, assai antipatica eppur inoppugnabilmente sexy Panella Tiziana mostrò le sue magnifiche, inarrivabili gambe scosciate soltanto un paio di volte. Rimanendo castigata in abiti talari e repressasi sensualmente in una capigliatura e in un look da sessantenne monaca di clausura.

Per cui, perdendo facilmente interesse per questo programma, peraltro apertamente schierato discutibilmente su una linea politica dichiaratamente di parte e a radicale favore di un opinabile partito non appartenente a quello del compianto Marco Pannella, non potendo unire l’utile al dilettevole, cioè rifarmi gli occhi sull’insuperabile milf Tiziana Panella, ammirandone estasiato i morbidi, suadenti, meravigliosi e selvaggi accavallamenti “gambali”, nel frattempo gustando gli stuzzicanti, stimolanti discussioni fra ospiti spesso culturalmente provoca(n)ti, eh eh, pensai fosse doveroso non informarmi in merito a tale “malattia venerea” che si sta propagando, mefitica, nei nostri corpi più delle sane e consapevoli libidini del maschio eterosessuale sessualmente di robusta e sana costituzione.

Sì, è una tragedia in atto. Pare infermabile questo morbo pandemico sul quale neppure gli scienziati e i medici più in gamba delle superbe gambe di Tiziana non capiscono un cazzo.

Al che, affidandomi alla mia imbattibile, resuscitata memoria, rimembro… il tempo in cui, piccolo quasi quanto Christina Bale de L’impero del Sole, eh già (Christian è classe ‘74, io del 1979), forse una delle migliori pellicole di Steven Spielberg in assoluto, datata 1987, nel 1986 anche qui in Italia furono tutti spaventati a morte dall’esplosione della centrale nucleare di Chernobyl.

Mi ricordo che, a quei tempi, fui in seconda elementare. E, al mattino, sbraitai come un matto peggiore di Christian Bale di American Psycho poiché, deprivato della mia colazione dei campioni, in quanto i miei genitori, terrorizzati che il latte fosse stato, più che parzialmente scremato, totalmente dalle radiazioni infettato, bevvi solamente acqua al mattino. Prima di recarmi alla scuola D. Sassoli ove, con tanto di grembiulino, da bravo bambino fui obbligato a studiare le tabelline poiché, pur essendo io già più enfant prodige di Christian, la Seconda guerra mondiale e il liceo scientifico Enrico Fermi avrebbero potuto aspettare ancora parecchio. Peraltro, m’iscrissi al Sabin. Mollando quasi subito poiché preferii, alle pedanti lezioni di Chimica, le mirabolanti regressioni infantili da Hook.

A proposito di Robin Williams di Jack e del piccolo grande uomo Dustin Hoffman, potremmo accostare il coronavirus al Virus letale di Wolfgang Petersen?

Petersen, regista de La storia infinita.

Le madri sono giustissimamente preoccupate che abbiano chiuso le scuole. I bambini, meno. Potranno volare sulle ali della fantasia in casa, accarezzando le morbide orecchie dei loro animali domestici.

Sì, bambini, finché potrete, non crescete mai.

La vita adulta, infatti, presenta molte problematiche. Se sarete omosessuali, semmai vi licenzieranno come Tom Hanks di Philadelphia, trovandovi una scusa bella e buona. In quanto omofobi.

Se invece siete eterosessuali che amano i Queen e Freddie Mercury, vi diranno che ascoltate musica da checche.

Se amate Bruce Springsteen, invece, vi diranno che siete troppo machi.

Per esempio, non capisco perché andiate matti per Glass e invece disprezzate il film più bello e maturo di M. Night Shyamalan. Ovvero E venne il giorno.

Sì, concordo con Enrico Ghezzi che lo definì un capolavoro. Sebbene molti di voi non l’abbiano capito.

Difatti, su metacritic.com ha una scandalosa media recensoria bassissima.

Sì, che grande film che è 28 giorni dopo.

Anche se, a mio avviso, sebbene buonista, la miglior pellicola di Danny Boyle è The Millionaire. Praticamente, la storia della mia vita.

Ora, la questione è questa. Come Stallone di Over the Top, nessuno credette che avessi una sola possibilità di vincere.

Poiché sbrigativamente, a proposito di pugilato, tutti pensarono che fossi tocco nel cervello come Mickey Rourke di Homeboy.

Peccato che sia un poeta. Carezzevole e melodico come Eric Clapton.

Sì, sono leggermente freak come Mickey Rourke. Meglio, no?

Noi tutti potremmo morire da un momento all’altro.

Lo seppe bene Adriana del secondo Rocky.

Sognate, amici, fratelli della notte. Non ammorbatevi. Vinceremo anche questa.

di Stefano Falotico

tiziana panella coronavirus

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An inexplicable and unstoppable event threatens not only humankind . . . but the most basic human instinct of them all: survival.

An inexplicable and unstoppable event threatens not only humankind . . . but the most basic human instinct of them all: survival.

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