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JOKER: i migliori pazzi della storia del Cinema, da Jack Nicholson a Gary Oldman ma il Principe jolly di corte rimango io, ah ah


08 Oct

nicholson cuculo

Sì, le somiglianze fra la storia di Arthur Fleck e la mia vita sono veramente inquietanti.

Perciò, bando agli smascherati banditi e alle ciance di chi non sa più come blandire, devo togliervi il mascara e ammettere, un po’ a malincuore ma anche con gagliardezza indomita, che Arthur Fleck sono io. Sì, da piccolo fui fanatico della serie televisiva che, di tardive repliche italiane, andò per la maggiore, vale a dire Happy Days. Spaccato della provincia statunitense degli anni cinquanta, ritratto generazionale forse troppo buonista ma nient’affatto sensazionalista.

Illuminato dalla presenza immensamente ipnotica d’un titanico Henry Winkler, alias Arthur… Fonzarelli, detto più comunemente Fonzie.

Un uomo, un genius.

Un uomo forse ignorante come Adriano Celentano ma capace, col solo potere del suo indubitabile, immenso carisma, d’essere l’unico meccanico in grado di dare consigli di vita a collegiali probabilmente più istruiti di lui. Anche però più conigli.

Sì, Fonzie era uno zotico mai visto che viveva praticamente giorno e notte nella sua officina.

Un uomo però imbattibile in fatto di fascino a pelle. Infatti, indossava sempre il giubbottino nerissimo, assumendo un sex appeal invincibile da Bruce Springsteen del videoclip di I’m on Fire, un uomo che non deve chiedere mai.

Fra l’altro, in questa epocale clip, Bruce si scalda più del pornoattore omonimo, Bruce Venture, appena la milfona gli mostra solo le gambe. E lui, sporco e grezzo, col viso impregnato di sudore freddo ma soprattutto macchiato d’olio ancor bollente, solamente sbirciando di sottecchi le magnifiche cosce di questa patatona caliente, della quale non scorgiamo neppure il volto, parte in quinta con far ardente, sognando di sgranocchiarsela con lingua fra i suoi denti e labbra aperte.

Accende il motore e s’invola notturno verso l’abitazione della bellissima donnona. Sì, Bruce non solo canta la sua canzone, bensì col cuore al “radiatore”, già pensando a lei surriscaldato, nel suo cuore mette su Gianni Morandi… parlami di te, bella signora, del tuo mare nero nella notte scura… signora solitudine.

Sapete, no, che il celeberrimo monologo allo specchio di Bob De Niro/Travis Bickle di Taxi Driver, You Talkin’ to Me?, fu involontariamente ispirato e improvvisato da De Niro stesso, memore d’aver visto un concerto del Boss pochi giorni prima del ciak?

Sì, può essere che la bionda del video I’m on Fire sia in verità nientepopodimeno che Cybill Shepherd/Betsy.

Come no? Come fate a dire che non è lei? Qualcuno l’ha vista, per l’appunto, in volto?

Che ne sai? Potrebbe anche essere Vladimir Luxuria oppure Jodie Foster cresciuta e platinata.

Ma potrebbe essere perfino Maurizio Umberto Egidio Coruzzi, detto Platinette, prima che ingrassasse.

Ah ah.

Sì, comunque e chiunque sia e fosse stata, aveva dei quadricipiti da scosciante show girl televisiva arrapante. Diciamocela.

Una capace di far impazzire quell’angelo di Ron Howard ma anche quel nerd di Keith Gordon di Christine del Carpenter. Entrambi infatti fanno di cognome Cunningham. L’avevate notato?

Ron Howard, dopo essere stato il figlio modello dell’America un po’ falsa, dolciastra e puritana, girò Fuoco assassino, mentre Keith Gordon, anche lui diventato regista come Howard, alla pari di Ron, non però l’omonimo cantante, indubbiamente dell’altra sponda, sognò di scopare Jennifer Connelly del suo film Waking the Dead.

Keith, nonostante impeccabilmente la diresse e la spogliò in una scena particolarmente hot, non se l’ingroppò, mentre Billy Crudup se la trombò sia per finzione nel film che nella vita reale. Come no? Oh oh!

Insomma, ragazzi, a che serve avere A Beautiful Mind se poi le donne ti prendono solo per pazzo e per un così bravo ragazzo che, stringi stringi, desiderano invero solo ù caz’?? Ah ah.

Ciò Fonzie già lo capì. Cosicché, mentre gli altri studiavano per farsi il culo senza mai arrivare a quella, a lui bastava alzare il pollice su per alzarlo a tutte.

Se non è un genio il Fonzie, scusate…

Ora, detto questo, passiamo a fighe, no, classifiche serie. Non perdiamoci in puttanate.

A mio avviso, i migliori pazzi della storia sono Jack Nicholson di Qualcuno volò sul nido del cuculo e Gary Oldman di Dracula.

Adesso vi spiego perché, un attimo, che cos’è tutta questa fretta?

Pazientate, lasciatemi riflettere.

Ecco, avete presente il detto non fare l’indiano?

Bene, deriva dall’indiano proprio del capolavoro di Milos Forman.

Will Sampson/Chief Bromden è apparentemente muto. In realtà, sa parlare benissimo. Ma si apre soltanto a Jack.

Poiché Jack è l’unico normale in una società d’idioti. Infatti, lo lobotomizzano. Ah ah.

Sì, poiché è un personaggio scomodo e la gente vuole continuare a ridere dinanzi a Virginia Raffaele che imita una più brutta di lei però ritenuta più bona dagli uomini medi, ovvero Belén Rodríguez. Sì, vi sarò sincero. Belen a me fa schifo. Virginia invece la sposerei subito. Innanzitutto, è molto più gnocca di Belen, poi è brillante, intelligente, trasformista. Insomma, non è solo una pazza, no, un pezzo di carne. Infatti, non capisco molti uomini e ragazzi. Che ve ne fate di una come Belen? Tanto vale andare a zoccole direttamente. Sì, è sexy ma, una volta che vi hai fatto sesso, una così la porteresti mai a vedere Joker?

Insomma, Belen è la donna più inutile di tutti i tempi. Voi siete soltanto dei poveri coglioni, va detto. Idolatrate una comune sciacquetta che, con le sue curve mozzafiato, vi fa perdere la testa ma, secondo me, la testa non l’avete proprio dalla nascita. Andavate subito mozzati. Ma, dato che non avvenne, vi mando lo stesso a mori’ ammazzati. Anzi, vi piglio a mazzate. Siete cioè, per l’appunto, delle teste di minchia.

Di mio, sono romantico come Gary Oldman di Dracula.

Infatti, dopo tanta mia senilità, dopo essere spaventosamente ringiovanito, scopo, no, scopro purtroppo che la mia Winona Ryder non riesce a riprendersi dalla morte di Sean Astin di Stranger Things.

Ho detto tutto. Insomma, la mia vita è una tragedia. Ma, rispetto alla vostra, è un capodopera.

 

di Stefano Falotico

De Niro è stato confermato per KILLERS OF THE FLOWER MOON di Scorsese: monografia su Martin e omaggio a Van Helsing, ovvero Rutger Hauer


29 Jul

rutger hauer dracula

Ecco, partiamo subito con Rutger. In molti su Facebook sono rimasti sconvolti dal mio video d’addio riserbato dal sottoscritto ad Hauer. Stupefatti che l’avessi buttata in burla.

Chiedendomi poi, espressamente, di dedicargli una retrospettiva seria.

Ora, chiariamoci, io odio le definizioni generaliste del tipo… Rutger, l’olandese volante.

In Italia, si parla per frasi fatte senza logico costrutto.

Sapete cos’è l’olandese volante? È per caso, come Wikipedia c’illustra, questo?

secondo il folclore nordeuropeo, l’Olandese Volante sarebbe sarebbe un vascello fantasma che solca i mari in eterno senza una meta precisa e a cui un destino avverso impedirebbe di tornare a terra. Il vascello verrebbe spesso avvistato da lontano, avvolto nella nebbia o emanante una luce spettrale. I marinai della nave sarebbero fantasmi che tentano a volte di comunicare con le persone sulla terraferma.

Dunque, se proprio vogliamo giocare di metafore, sì, Rutger è stato un olandese volante. Sì, in Ladyhawke è un falco che non riesce a essere sessualmente terragno con Michelle Pfeiffer per colpa del vescovo. Uno che predica bene ma razzola male. Detta come va detta, uno stronzo.

Dice ai suoi fedeli di non seguire il Calcio perché in quell’ambiente, a certi livelli, girano troppi soldi e cocaina ma il sagrestano ogni sera, prima che il vescovo prenda sonno, gli consegna le figurine mancanti della Panini, ritraenti quello ch’è stato davvero un olandese volante, ovvero il più grande centravanti di tutti i tempi, Marco van Basten. Autore peraltro del goal più bello della storia, altro che la serpentina di Maradona, detto Mano de Dios. Quello della finale degli Europei del lontano anno 1988.

Se dubitate riguardo la mia affermazione, siete dei cretini che ascoltano i Thegiornalisti.

Noi crediamo in Robert De Niro

Nella Tigre di Mompracem

Ma per l’amor di dio, appunto, dite a questo Tommaso Paradiso di farsi un bel sonnellino come Dracula e poi, al risveglio, ne riparliamo.

Sì, questo Tommaso lo vedrei bene in Transilvania nel remake di Balla coi lupi assieme ai pipistrelli di tutti coloro che l’ascoltano. Oh, saranno fanatici di Batman, che vi devo dire?

Ma che ne sa questo romano di De Niro ed Emilio Salgari?

Tommaso è solo il re degli Aristogatti. Sì, fa il piacione con le gattine che, ai suoi concerti, gli fanno le fusa, intonando poi nel camerino, alla groupie da lui prescelta, la celeberrima… Sono Romeo, er mejo der Colosseo…

Sfatiamo molti luoghi comuni, dai. Come già scrissi, tornando a Wikipedia, v’è scritta un’altra stronzata, più che enciclopedica assai mitologica, profanamente parlando.

Cioè che il Cinema di John Carpenter consta di personaggi che, nei suoi film, sono proletari.

Ma che assurdità. Solo Essi vivono è un manifesto politico ove il protagonista è un operaio.

Non strumentalizzate dunque il Cinema di John a tiramento delle vostre ideologie.

Non avete gli strumenti! M’arrabbio anche quando sento dire altre banalità sconcertanti del tipo… David Cronenberg è chirurgico. Sì, non sapevo che operasse i suoi bodies horror col bisturi.

Ah, capisco… Jeff Goldblum de La mosca è uno scienziato, Jeremy Irons d’Inseparabili è un ginecologo, Viggo Mortensen e Michael Fassbender di A Dangerous Method sono i padri della psicanalisi, dunque per voi due più due è pari al seguente demente che frequentai anni fa…

Sì, era fissato con Cronenberg. Semplicemente perché suo padre era ed è appunto un ginecologo e lui è stato partorito però male, già, sua madre doveva abortire.

Nacque invece un mostro come Tom Stall di A History of Violence.

Per esempio, costui mi prese per Ralph Fiennes di Spider e si divertì con me a fare l’Andrea Diprè della situazione. Cioè davanti m’allisciava, dicendomi che ero un artista di rango dalla portata universale ed eterna, da dietro mi pisciava, anzi di risate si scompisciava.

Sì, era anche amante di Michael Haneke. I suoi Funny Games furono scoperti quando, di fronte alla sua ennesima burla cattiva, mi trasformai in Tim Roth di Rob Roy. Lo presi in culo lo stesso ma dovette combattere parecchio contro un figlio di puttana come me.

Sì, alla fine, essendo lui un bambino, invero era un tardo adolescente tardissimo, lo lasciai andare per la sua strada. Così come fa Samuel L. Jackson sempre con Tim Roth, però di Pulp Fiction.

Sì, i miei ultimi anni son stati contrassegnati da matti impressionanti. Io non sono impressionabile né suggestionabile, amo però le atmosfere suggestive, appunto, da Dracula.

Ora, perché nessuno di voi ha citato, tornando a Rutger Hauer, il suo Van Helsing di Dracula 3D?

Perché forse il Dracula di Argento sfigura rispetto a quello di Francis Ford Coppola e, allo stesso modo, Rutger Hauer rimedia una figura di merda se paragonato al Van Helsing di Anthony Hopkins?

Eh già.

Anthony Hopkins… ebbene, ora faccio l’Hannibal Lecter di turno.

Vidi il film Il rito, appunto con Hopkins ed Hauer, assieme a un mio amico.

A nessuno dei due piacque. A me perché oggettivamente è un film dozzinale e assai mediocre. Al mio amico invece non garbò perché ritenne l’esorcismo demoniaco praticato nel film poco veritiero.

C’incontravamo spesso io e questo qui. S’era creata una certa complicità amicale, nient’affatto omosessuale. No, chiariamoci su quest’aspetto perché voi spesso confondete le amicizie virili da Cinema di John Woo con l’essere gai o gay che dir si voglia.

A proposito di sesso, incominciai comunque a insospettirmi di questo mio amico quando mi disse due cose lapidarie che mi lasciarono profondamente perplesso.

Innanzitutto, affermò che lui era asessuato e vergine alla veneranda età di quarant’anni.

Ecco, fin qui nessun problema, tutto sommato, rilevante. Prendiamo Steve Carell. È passato da The 40-Year-Old Virgin La battaglia dei sessi in poco più di dieci anni. Ah ah.

Ciò che m’indusse a una perspicace introspezione psicanalitica fu quando mi disse, con estrema nonchalance, che la farmacia da poco eretta vicino a casa sua era stata costruita dal centro di salute mentale presso cui era in cura al fine di controllare le sue mosse.

Ora, che fosse in cura psichiatrica lo sapevo benissimo. Io non ho pregiudizi in merito.

Ma non pensavo che la sua condizione psicopatologica fosse così grave.

Eppure i segni della sua schizofrenia paranoica con manie religiose avrei dovuto intuirli già molto tempo addietro. Quando mi rivelò che la sua insegnante d’italiano delle superiori, per aiutarlo a capire il suo problema, da lui nascostomi furtivamente, gli diede una prescrizione. Ovvero imparare a memoria tutti i monologhi recitati da Al Pacino ne L’avvocato del diavolo. Poi a sua volta recitarli davanti a tutta la classe per combattere la sua timidezza a mo’ di Ethan Hawke de L’attimo fuggente.

Altri sintomi inequivocabili del suo marcato disagio psicologico furono i seguenti…

Mi trovai nuovamente a casa sua e su un’emittente locale del bolognese stavano mandando in onda la replica della predica pasquale tenuta dal compianto cardinale Giacomo Biffi, morto nel 2015.

Biffi stava declamando imperiosamente alcuni pezzi della Bibbia. E questo mio amico, dopo poco, ancor prima che Biffi scandisse i passi biblici, recitò a voce alta l’esatto testo.

A differenza di me, questo mio amico non era e non è amante del Cinema, neppure delle serie televisive.

Anzi, era sfegatato del Calcio, seguiva infatti ossessivamente tutti i campionati esteri, la Premier League in primis.

Era dunque abbonato a Sky. Finita una partita, sinceramente non mi ricordo quale precisamente, fece zapping e gli apparve Jude Law di The Young Pope.

Dopo pochissimi secondi, lo vidi assai incuriosito. Finì di fumare e si sdraiò sul divano, alzando il volume.

Nel suo caso, la psichiatria si è rivelata e si rivela tuttora una scienza esatta. Effettivamente, nonostante l’affetto che possa volergli, devo ammettere un po’ a malincuore che non si è mai più ripreso dai bullismi che subì durante l’adolescenza e il divorzio precoce dei suoi genitori non lo favorì certamente.

Infatti, di lì a poco, come da lui riferitomi, sprofondò in devastanti crisi psicotiche tali da indurre i medici, appunto, a curarlo.

Onestamente, lo invidio. È inconsapevole della sua “malattia” e vivrà tutta la sua vita, delirando a più non posso. Perché è timoroso di guardare in faccia la realtà e fronteggiarla.

Preferiva dunque ascoltare Radio Radicale, soprattutto i programmi sulle condizioni pietose dei carcerati.

Lui infatti, castigato dalla sua psicologica malattia da cui non riesce a fuggire, s’identifica(va) nelle vite dei condannati a morte.

Bell’alibi del cazzo.

Ebbi lo sfrontato, impavido coraggio di dirgli il vero. Lui mi disse che il pazzo ero io.

Evidente, emblematico comportamento appunto di colui che, incosciente, dice agli altri di essere pazzi.

Il mio amico è un pezzo di pane e non è dunque comparabile, che ne so, a Charles Manson. Ma il suo modo di ragionare è identico a quello di Manson.

Se infatti qualcuno aveva l’ardire di dire a Manson che era uno psicopatico pericoloso, Manson gli avrebbe riso in faccia.

Io, purtroppo, pazzo non lo sono. Evidenzio il purtroppo… Avrei preferito scrivere… per fortuna.

Poiché, com’appena detto, non soffrirei molto, essendo uno sprovvisto di consapevolezza.

Io non ho nulla da nascondere. A me fu fatta, come già vi dissi senza paura, una diagnosi totalmente mostruosa. Fu scritto nero su bianco che soffrii di disturbo delirante e necessitassi dunque di riabilitazioni farmacologiche. Fu un calvario inimmaginabile.

Sì, psichiatri con tanto di laurea, forse due, con anni di esperienza da loro ritenuta insindacabile, dopo dieci anni si sono accorti che s’è trattato di uno dei più clamorosi e scandalosi equivoci giudiziari di sempre.

Ammetto altresì senz’alcun timore, come già ammisi, la scriteriata mia rabbia da Toro scatenato ma, scusate, se dei deficienti scambiarono Martin Scorsese per Joe Pesci, cazzo, non è colpa mia.

Ah ah.

Detto ciò, il mio regista preferito di tutti i tempi è Clint Eastwood.

Il mio attore preferito, invece?

Scusate, voi abbisognate di un esorcismo bello tosto se ancora non l’avete capito.

– Ah, ho capito. È Edward Norton.

– Bene, chiamate Richard Gere di Schegge di paura. Il ragazzo è andato col cervello.

 

di Stefano Falotico

eastwood the mule sogni scorsese

George Lonegan/Matt Damon di Hereafter, riflessione spirituale, filosofica, psichiatrica, anche pubica


19 Feb

damon hereafter

Uhm, devo metabolizzare questo film. L’ho visto l’altra sera per la prima volta in vita mia. L’ho anche recensito ma non sono convinto che la mia recensione, a sangue freddo, combaci adesso sempre più con l’idea che ho maturato in merito al valore del film stesso.

Sicuramente non è indigesto.

Devo esservi sincero. Dopo averlo visto, non mi aveva lasciato buone sensazioni o, perlomeno, mi aveva appagato soltanto in parte. Scontentandomi decisamente per l’andamento troppo indubbiamente lento della prima parte, per alcune prolissità a mio avviso superflue, per il finale persino, oserei dire, un po’ imbarazzante, e per due degli attori protagonisti, ovvero Cécile de France e il piccolo Marcus interpretato cioè da Frankie McLaren. A proposito, l’altro fratello gemello, Jason, è davvero il gemello di Frankie nella vita reale? Suppongo di sì.

Anche se non trovo informazioni esaustive a riguardo che possano confermare la mia ovvia, elementare intuizione. Comunque, certamente, è il fratello. Non si scappa. Anzi, scappa da dei bulli e crepa, messo sotto da una macchina.

Ecco, partiamo dalla de France. Interpreta una giornalista francese ma Cécile, invero, non è francese di nascita. È belga. Poi, dall’età di diciassette anni, ha sempre vissuto nella Nazione della Torre Eiffel e infatti le sue lunghissime, morbide, magnifiche gambe (e l’incipit di Hereafter mi ha scombussolato non poco quando, mezza ignuda, soltanto in mutandine si alza dal letto, provocandomi un uragano Tsunami di proporzioni bibliche…), ecco, non perdiamoci in schizzi travolgenti, dicevo… sì, è una donna bellissima, non si fosse capito che ha sortito e sortirà in me un effetto cataclismatico, ah ah, una passera molto elegante, di alta classe.

Ma, secondo me, non era adatta per la parte. Eastwood l’ha presa solo perché parla appunto in francese?

No, non ci sta. Ripeto, assai fotogenica, anche troppo. Questo è il problema. Per il ruolo della sconvolta telegiornalista Marie, occorreva un’attrice forse meno appariscente ma di maggiore presenza attoriale.

Sì, semmai una bruttina stagionata. Non una gnocca esagerata. Ah ah.

Mamie Gummer, la figlia di Meryl Streep. Ha una faccia da manicomio. The Ward di Carpenter docet. Ma sa recitare ed è inquietante.

D’altronde, se sei figlia di Meryl Streep qualcosa avrai imparato, no? Anche in fatto di bruttezza, eh.

Oh, diciamocela. Meryl è grandissima ma è sempre stata un cesso. L’ho detta, cazzo!

E poi chi è quel bambagione che hanno scelto compagno di CECILIA? Si sveglia come un coglione, guarda fuori dalla finestra dell’albergo a 5 stelle, al che vede il mare aprirsi come ne I dieci comandamenti e non fa una piega. Rimane impassibile, restando immobile come uno stoccafisso, in contemplazione quasi adorante, come se avesse visto Mosè.

Peraltro, questa scena Eastwood me la deve giustificare. Possibile che un uragano di tale portata, guarda un po’ la fatalità, distrugga un’intera città costiera e invece non sfiora nemmeno questo bellimbusto?

Che rimane a torso nudo come in una pubblicità dei biscotti con tanto di boxer al motto… il mattino ha il Nesquik in bocca?

In realtà, non è colpa sua. In effetti, come detto, la notte prima aveva ingroppato Cécile e ci doveva mettere un po’ per ritornare a uno stato lucido di normalità. Ah ah.

Quello che invece non torna più “normale” è Matt Damon. Una sorta di Chris Walken de La zona morta, in versione più speranzosa.

Walken si sveglia dal coma, va dalla sua bella e scopre che è stata fottuta da un altro. Al che capisce che Martin Sheen scatenerà una guerra atomica ben peggiore di un’Apocalypse Now misto a Il cacciatore.

Aiuta la polizia locale per catturare un omicida bastardo ma poi tutti lo screditano e trattano da fenomeno da baraccone. Allora, compreso che non solo ha perso degli anni fondamentali di vita ma anche la sua donna, la sua cattedra scolastica e pure il saluto dei vicini, ma sì, andata per andata almeno incula il figlio di puttana, il Presidente della minchia, la testa di cazzo per antonomasia.

Damon, invece, oltre a beccarsi la super-sfiga di essere stato operato maluccio al cervello, si cucca una diagnosi sbagliata da dei malati di mente, degli psichiatri ciarlatani, schizofrenici e deliranti. I quali pensano che in verità non possegga nessun dono e lo stigmatizzano.

Mah, povero matto? No, povero Matt. In Italia, pensate, abbiamo il Divino Otelma. Uno psicotico allucinante e la gente l’ha reso pure ricco. Adesso capisco molte cose di questo Paese di ritardati.

Sì, continuate a farvi imbonire da questi domatori del circo. Il sottoscritto non lo imbonirete mai.

E se vorrete farmi credere che non sono un illuminato ma un puttaniere che racconta balle, ecco cosa vi aspetta.

Ve la siete andata a cercare. Sì, l’altra sera, e qui, sì, sparo una bischerata sconvolgente, una donna alla Bryce Dallas Howard ha chiesto d’incontrarmi.

Sì, l’ho incontrata. Al che ha cominciato a volermi istupidire. Mi ha detto che andrei educato maggiormente alla dolcezza. E io, ben lieto di essere allietato dal suo alito dolcificante la lingua sciogliente nel suo palato spappolante, le ho fatto assaggiare una noce moscata… fragrante, ah ah.

Lei ha gustato e sgranocchiato, se l’è snocciolato tutto, insomma. Masticando con appetito. Sì, sì, sì.

– Molto saporito ma ancora un po’ salato. Hai mai pensato che Antonino Cannavacciuolo potrebbe aiutarti a renderlo più squisito e succulento? Mettendo pepe a quel che è già un buon pene ma, sai, si potrebbe aggiungere qualche spezia speciale per far sì che possa sciogliersi in maniera più stuzzicante.

Una bella spruzzatina e via.

– Guarda che ha/o spruzzato ottimamente.

– Sì, sì. Ma è uscito dal forno stracotto.

 

Insomma, dove l’ho pescata questa qui? Al banco delle scadute? Non è donna di bon ton, sì, come tatto non la metto in discussione, sì, d’una sensibilità unica, oserei dire deliziosa. Soffice e cremosa.

Ma comunque è stata sgarbata e di cattivo gusto. Una mezza zoccoletta, diciamocelo.

Che cazzo voleva di più? Ah ah.

Ce la possiamo dire, signor Matt Damon? Meglio che tu questa qui l’abbia persa. Ti avrebbe portato al cinema a vedere Vincenzo Salemme e, nei momenti di sua forte depressione, ti avrebbe costretto a imparare a memoria tutte le canzoni di Elisa.

– Dai, canta con me. Mi sento giù, stasera.

– Va be’. Elisa ci può anche stare. Basta che non mi obblighi a cantare Laura Pausini e Francesca Michielin.

– Perché no? Sono bravissime.

– Certamente. A far la pasta sfoglia. Che poi manco quella fanno. Quelle, con le loro canzoni per deficienti croniche, rendono le adolescenti dei mattarelli. No, volevo dire delle matterelle.

– Sei proprio uno stronzo.

– Abbastanza. Infatti, sono sempre più solo.

 

E sapete perché? Perché non amo le mezze seghe.

Una sega bisogna spararsela intera. Senza misure che tengano.

Ora, una bella doccia fredda, a voi, ovviamente, e vi lascio al vostro mondo ipocrita da American Beauty.

Ah ah.

Sono sempre più grande.

Lo so.

Chi vuole l’autografo?

Matt Damon?

– Grazie, signor Falotico, mi firmerebbe il suo libro Il cadavere di Dracula?

– Certo, con molto piacere.

– Lei, quindi, per aver scritto questo libro avrà fatto molte ricerche sui vampiri.

– Sì, qualcosa sì. Ma mi sa che farò la fine di questo qui.

– Cosa? Lei si ricorda di questa gag di Aldo, Giovanni e Giacomo?

– Sì, io mi ricordo tutto. Siete voi che avete la memoria breve. E anche qualcos’altro.

 

E soprattutto: io la vedo molto bene, voi la vedete in maniera distorta, infatti neppure una racchia da competizione ve la dà.
Insomma, non la vedete proprio.

E nemmeno io vi vedo.

 

A proposito di Cronenberg, anche questo non scherza.

di Stefano Falotico

Memorie del sottosopra: su Rolling Stone Italia paragonano Dostoevskij a un hater odierno, mentre io sono sempre più (pus) underground di mie stranger things


17 Oct

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Roco

Un post condiviso da Stefano Falotico (@faloticostefano) in data:

Ecco, come anche le pietre sanno, Taxi Driver è il mio film preferito. Ma non tutti sanno che il suo sceneggiatore, l’esimio Paul Schrader, oltre ad attingere a Lo straniero di Camus, all’epoca non aveva ancora conosciuto i poteri nutrizionali miracolosi della pizza al Kamut, e dunque era un pessimista contro ogni positivismo da Cinema di Muccino, e s’ispirò anche alle immortali Memorie dal sottosuolo di Dostoevskij.

Invece, nelle scorse ore, sulla rivista Rolling Stone Italia, ove fino a pochi mesi fa la “direttrice” era Selvaggia Lucarelli, una buona solo a leccar l’uccello del Morgan che fu, spacciandosi per anticonformista maggiorata contro la maggioranza meno falsa di lei, è comparso un articolo abominevole, firmato da Enrico Dal Buono. Buono a che?

Ove il suo “pregevole” autore sostiene che, se Fëdor fosse nato oggi, avrebbe nutrito odi sociali da hater e probabilmente l’avrebbero sbattuto in qualche centro di disintossicazione mentale.

Parafrasando Nanni Moretti di Caro diario: ecco, penso: ma chi scrive queste cose, non è che la sera, magari prima di addormentarsi, ha un momento di rimorso?

Sai cosa stavo pensando? Io stavo pensando una cosa molto triste: cioè che io, anche in una società più decente di questa, mi troverò sempre con una minoranza di persone. Ma non nel senso di quei film dove c’è un uomo e una donna che si odiano, si sbranano su un’sola deserta perché il regista non crede nelle persone. Io credo nelle persone, però non credo nella maggioranza delle persone: mi sa che mi troverò sempre a mio agio e d’accordo con una minoranza.

 

Frase che Nanni rivolge a uno col macchinone mentre aspetta che si alzino le asticelle del passaggio a livello.

Sì, dovete sapere che io son stato anche considerato “socialmente pericoloso” perché, anziché, amare film come L’ultimo bacio e melense, ecumeniche, dolciastre piaggerie piccolo-borghesi, ritengo che Ghost Dog del Jarmusch sia un capolavoro.

Ma, a differenza di Moretti, considero anche Henry del McNaughton un film magnifico. Sì, sono un essere “purulento”, vero pus underground! E la gente perbenisticamente ipocrita, infatti, mi urla pussa via!

Sì, al che “zigoviaggio” nei miei strange days di un’adolescenza perduta, inutilmente inseguita e probabilmente mai avuta né goduta.

E mi ricordo che proprio non andavo d’accordo coi miei coetanei appena cominciai a prendere coscienza di come funzionavano le cose. Anche le cosce. Cioè che, “ruffiani” come Harvey Keitel, i cosiddetti papponi del magna-magna(ccia) generale, non avrebbero mai capito le mie melanconie e le avrebbero scambiate per demenza. Dandomi dell’incosciente perché lor “buoni” pensavano solo a come cuocersi un paio di femminili cosciotte. Ah, povero il mio Don Chisciotte!

Sapete, all’epoca, non c’era Internet e non potevi esternare i tuoi pensieri, trovare gente con la quale instaurare empatie e sintonie emozionali, e quindi mi chiusi parecchio. Stagnando in una zona angosciatamente “morta”, in cui languii nel mutismo, semmai sognando una donna pura come Winona Ryder prima che diventasse la zitella di Stranger Things. Quella che ti scopi tu, cinquantenne pesantissimo.

Appena cominciai a svelarmi, dopo che al servizio civile mi fecero ascoltare Lou Reed e i cantanti maledetti, compresi che indubbiamente ero stato coglionato. Mi ribellai ma venni nuovamente preso per coglione, più che maudit, inaudito.

Be’, so che oggi mi piacerebbe “rosolare” una donna castana, baciandola come se stessi sgranocchiando una castagna. Ma sarò ancora sfigatissimo. Faremo un figlio e io lo porterò a Castagneto Carducci.

Ma lui morirà per un male incurabile.

E io, travolto dal dolore, scriverò un capolavoro di mio pianto antico:

 

L’albero a cui tendevi
la pargoletta mano,
il verde melograno
da’ bei vermigli fior,

nel muto orto solingo
rinverdì tutto or ora,
e giugno lo ristora
di luce e di calor.

Tu fior de la mia pianta
percossa e inaridita,
tu de l’inutil vita
estremo unico fior,

sei ne la terra fredda,
sei ne la terra negra
né il sol più ti rallegra
né ti risveglia amor
.

 

Ecco, a distanza e a fronte di tutto, Taxi Driver rimane il mio film preferito.

Sapete, da piccolo avevo un sogno. Ora ve lo confido.

Sognavo di svegliarmi a tarda notte, di mettere in una busta della spesa delle cibarie appetitose, di aprire la porta di casa senza far rumore, quatto quatto di scendere le scale e di portare la cena al diavolo.

Sì, già all’epoca ero “schizofrenico” come Mick Jagger e adoravo Sympathy for the Devil…

Anche perché accendo la radio e son passate due canzoni davvero “belle”.


Sì, Francesco Sarcina, un sorcino. Parla sempre di orgasmi per commesse frustrate e di lenzuola sporche per ebefrenici maniaci di tettine.

E Zampaglione. Uno che, se sei triste, t’istiga al suicidio con le sue rotture di palle.

Poi dici che uno non deve essere una persona “negativa”.

Ecco, dovremmo chiudere le radio italiane e continuare ad ascoltare quel “rozzo, ignorante, cafone, incolto, burino, bovaro” di Bruce Springsteen. Radio Nowhere!

 

 

di Stefano Falotico

Lo statista aspettato: come, à la De Niro, (s)fottei una signorina “tu mi stufi” alla Hathaway, ridendo poi da Dracula/Oldman


19 Jun

Non avendo un cazzo da fare tutto il giorno, compreso il mio, che da tempo non “pilucco”, stasera verso le “calende” ho provocato “gratuitamente” una donna su Twitter, “confutando” la sua scrittura a mio avviso “sgrammaticata” e poco italian(izzat)a.

Sì, secondo me non si scrive à la ma alla, for example si dice un neo alla De Niro e non à la Bob.

Lei, essendo io intervenuto in modo rozzo e molto informatico, m’accusò di essere ignorante e poco “informato” riguardo le espressioni francese ereditate dal nostro linguaggio “parlato”, webwriterizzato.

Infatti, con tanto di “cornice”, si permette di dedicarmi circa tre minuti netti della sua vita in(f)etta per “crittografarmi” in un retweet. Con far astioso, quantomeno permaloso, osò provocarmi a sua (s)volta, “abbellendo” la bacheca di questa sua “uscita” che si crede(tte) intelligentona.

alla

 

Ecco, io, in tutta (ris)posta, “glielo” posi in maniera altrettanto irriverente, e partì la chat “scontrosa” e scont(r)ata:

– Ora che rispondi, babbeo?

– Ho sempre sostenuto che, a proposito di Barbara, è sempre meglio per gli uomini “viaggiare” a dorso di mule…

– Bella battuta.

– No, è una battona. Sono un genio. Credo sia inconfutabile. Non lo confuti. Non obietti, non si dimostri abietta, sii/a obiettiva.

– Bel gioco di parole ma sei un mentecatto.

Ah, pensavo di poter “mendicare” nella tua gatta.

– Anche volgare. Scrittore dei miei baffi!!!

– Dei miei stivali, semmai. Come il gatto della fava, no, scusa della fiaba.

 

Stringi stingendomi, codesta non me la diede e io rimango alla De Niro di Taxi Driver con l’inconveniente di essere poco adatto al mondo, in stile bambina di Danny Collins, e qui c’entra Pacino, con l’uccello di Cannavale Bobby. Ché credo sia notevole come i suoi occhi strabici.

E me la rodo, no, rido alla Dracula di Coppola.

 

Firmato il Genius

Dracula le manda a far in culo


23 Jul

di Stefano Falotico

Dracula cercò sangue di vergine e morì sia di sete che di fame in ogni sen(s)o

La “grande bellezza” di tal società falsa come una donna dai facili costumi ma “laureata” in “lettere” e lo(r)data nei (di)letti

Le donne sono pazze totalmente. A “(dis)cap(it)o” di tal (non) mia Mina (vagante), a capitombolo d’aver capito tutto, vi scrivo questo racconto, ed evviva Dracula, il Conte(nto) mica tanto che vive nella sua “gola profonda”.

Mi rivolgo a una, credo molto unta da parecchio tempo e da molti monta(n)ti dentro (bis)unti, come lei, esaltata montatissima, poco alla panna, e le chiedo scusa perché, per via della sua enorme bellezza, la presi per il culo, an(n)i fa.

– Ti ho già scusato. Prenditi cura di te stesso, “fallo” anche per me. E abbi cura anche degli altri, ognuno soffre per qualcosa ed è giusto che tu rispetti questo. Altrimenti, nessun (ris)petto. Solo pollo.

– Ah ok, una risposta un po’ altezzosa, ma ognuno risponde alla vita come crede. Sì, tutti soffrono di qualcosa, c’è anche chi soffre della bellezza di essere sé stesso/a. E legge sempre a (de)formazione delle sue (in)certezze. Sì, credo sia la risposta migliore alla vita e alle (s)fighe.

Come dire, insomma, molto tristemente, che a ognuno del prossimo non frega un cazzo.

Che grande bellezza, eh?

Posto” tal supponente donna su Facebook, riportando la conversazione sì (s)fatta.

Sì, forse per “digerire” questa, sarebbe meglio una (sup)posta senza “ricevuta” del “mittente”.

Un mio amico legge e dice: “Bello, ma cos’è? A che ti riferisci?”.

Gli spiego la puttan(at)a:

ah, nulla di che. Neanche “Nutella”, figurarsi se si mostrò nuda ma è una “mostra”. È solo, solissimo, un mio pensiero di oggi. Si pen(s)a… con citazione sorrentiniana. Sì, meglio Cheeta a questa donna di “c(l)asse” come la scimmia (s)pelata da fare “cassa”, eh sì, ne (in)castrò molti, altri ne “incasserà”, che cazzo fa(rà)? Sono deluso dal sesso opposto. Anni fa, scrissi a una giornalista dei commenti (s)garbati, per modo di dire, in privato. Commenti alla Vittorio Sgarbi. Uno che fa tanto il gentile e poi s’incazza perché (in)giustamente non apprezzano la sua “(p)arte”. E lei celò il fatto che per mesi ci appartammo e parlammo in chat anche di cose diciamo intime, appena si accorse che qualche suo collega aveva rinvenuto tali messaggi compromettenti nella sua messaggeria. Insomma, sarebbe stato scandaloso che una donna cotanto “prestigiosa”, soprattutto di co(nta)nti, nutrisse interesse nei miei confronti. Mah. Lei sostenne che le incasinai la vita e decise di non parlarmi più. Ho sempre avuto il dubbio che, in effetti, gestisse un casino. La notte porterà con(s)iglio? La scorsa settimana, le scrivo per scusarmi ad anni di distanza, anche se non dovrei scusarmi proprio di un cazzo…

Erano messaggi personali assolutamente normali, lei dovrebbe vergognarsi semmai di aver fatto il doppio gioco, sputtanando me. Una bara… Al che, per tagliar la testa al toro, è il caso di dirlo, le regalo un paio di miei libri. Continua a rispondere con tale indifferenza da mettere i brividi, poco caldi. Sarebbe da denuncia per la sua altezzosità. E per scrivermi che si può permettere di far la stronza perché è ricca sfondata e tanto alla mia versione non crederebbe nessuno. Così, ho romanzato in tale post la presa di cosc(i)e(nza), come dico io, delle mie (s)fighe. Mondo triste, assai.

Fatto sta che non mi devon far… incazzare, se no sanno bene che, se sarò (non) “morto”, si troveranno impal(l)ati. A memoria lo imparassero, cari pallini e car, carissime e poco carine, donne con le palle. Ecco il tributo dei vostri attributi ché dovete pagare di palate, mie patatine fritte. Che aff(l)itto o saran a te fitte e molto ritto a cuor aperto? Non vorrei essere un “rubacuori” di pal(ett)o al contrario di livor d’(av)or(i)o.

Eppur si lavora “duro”.

Fammi firmare il cont(r)atto. Altrimenti, con tutte queste bollite e bollette, mi tolgono il riscaldamento.

E mi ridurrò pelle e ossa.

Amplesso al dente di Vlad Dracula


01 Jun

E non urlare “Dio mio!”, v’ho litigato in tempi atei dal sospetto “templare”


L’umanità si divide in due categorie: chi è un wild at heart e chi è in salotto coi divani in pelle di Sailor, viscidamente mormorante “lingue” serpentesche nel “giubbotto” dell’amante “delirata”Sì, più che lynchiano, quella specie d’amore è un “leitmotiv” del lento morire su fatina di caffè d’orzo, insomma degli orsi che scopano fra un tè e lo zucchero che balla vicino al tinello, mescendo la “salsa”Di mio, ho sempre preferito una musica più attizzante, anche quando me lo “strizzo” e in Lei non si rizza.Ecco, ho una mia teoria in merito. Oh, non sarà emerita ma è del “merlo”. Regola basica, primaria-primina: sfoderare l’arnese del “work in progress” e lavorarci duro, con dedizione meticolosa al fine che il martello pneumatico sia “operaio”, sperando che non si eviri da sé nel troppo trastullarlo. “Spruzzarci” sopra del basilico per condire la patata infornata di “microonde” l(i)evitanti a tutta birra.
Oh, non sarete benedetti nelle basiliche, ma vi piglierete per il culo da solitario simil omuncolo col basco.
Attenti, però.
Potrebbe ferirsi in maniera incancellabile. Rafe mediamo? No, asportazione intera. Previo chirurgia appunto ove non più tira ma fa la sua “porca fig(ur)a”. Poi, potreste concorrere al premio della miglior immedesimazione “sentita” e “monstre”.
A parte gli scherzi e gli “schizz(at)i”, veniamo… al “sodo”.
Di mio, sì cazzeggio “parzialmente scremato”, poi apro il frigo e mi riscaldo con del latte sciolto in capsule ermetiche. L’onanismo al singhiozzo provoca ematomi di bassa autostima, prima lo sfogo e quindi della dolce bevanda munta da vacche che ve lo ammaccheranno d’altra suzione al fegato in liposuzione senza pastorizia.

Le liquirizie sono la panacea al dipender’ dal pene, masticarle in bocca e lasciar che la papilla gustativa freni le palle non slinguazzate. Sì, se non gusti, meglio le caramelle balsamiche.

Come dice il detto: se di sesso sei (a)nemico, almeno non rendertelo amen(o).
 
Se non sai ridere delle tragedie umane, sei un umanista filantropo, quindi sarai presto (ar)reso disumano dai maiali col filetto, la chiamano “finezza”
In un Mondo immorale, professo la disciplina sacrale con le olive Saclà, in quanto “appestato” non solo dalle genovane ma anche slabbrato dai lebbrosi dei testimoni di Geova, meglio i giovani gioviali alle giulive! Più che lunatico, sebbene volitivo, sono aggredito dai violenti che, con “voluttà”, “violano” quelle rosa altrui nel mio rossore “marziano”. Sì, Red Planet del capolinea “spaziale”
Oggi pomeriggio, ero “macchinizzato” vicino a un bar di professione “moscone”.
Al che, adocchio un terzetto pessimo, composto da due marmittoni con la ventiquattrore e una sorca di dottoressa ad “annuirla” per amplessi del triangolo oscuro e “attentato” poco virtuoso in passamontagna alla passerina non tanto solitaria.

Rincaso, rattristato, e metto in moto la fantasia. Peraltro, torturata.

Ripesco il Gary Oldman draculiano e stringo i denti nel Tempo che va in malor’. Per rallegrare gli umori, mi ricordo di quando m’innamorai di una più bella di Mina ma non fui adamantino a corteggiarla e ricevetti la mia sacca “a pelo” come un lupo spelacchiato di scroto e scrofa, dietro suo borsello dello schiaffo sincero d’un rabbioso grido giudeo e al tradimento.

Rinnegato, come Lorenzo, inseguo ancora la chimera e l’utopia della ri(congiunzione), a carnal mio sconsacrato nel profanarmi d’atti impuri, dunque dai benpen(s)anti sputato a mo’ di lama.

Favello, non “trivello”, vacillo e non ho né un bacio né bacini ma un pelvico mio Elvis selvaggio senza Cuore lynchiano, in quanto linciato. Come un coniglio d’Inland Empire, accendo la Tv e mi sintonizzo sulle antenne del chi ha orecchie per intendere, intenda. Eppur la “tensione” cristiana del “varietà” me l’ammoscia e il mio cavo esplode d’elettricità (contro)corrente rispetto alla mia “mano” che bestemmia nel toccarmi. Deflagro, frano, pian piano si raffredda, “tiro” il freno e l’inibizione altrui va a puttane. Ma balla(no). Aperte sempre le danze, a culo ci dan di panza.
In mutande, medito. I panni sporchi della gente perbene sanno la macchie loro.
Di mio, al massimo quelle di sug(her)o. Sudo però, ce la metto ma me lo mettono di gettito senza neanche il (contrac)cambio dei gettoni. Lordi, adoratemi!

Rimango un romantico, dunque solo come un canin’. Eh sì, il dentista lo attaccherà al “sanguigno”, trapanandomi da maratoneta.

Il Monnezza ne aveva ben donde a smadonnare, qui son rimaste poche Madonne e molte Maddalene stan, scalze, incalzando, per lo scazzo.

La donna odierna è “diurna”, Dracula è assetato ma riceverà solo “setosi” calci nelle palle dai carabinieri opulenti, in quanto lo rinverranno cadaverico nel plenilunio e sverginato anche dai barboni di flatulenza. Da vampiro a licantropo per fuggire ai tropici. Ma incontrerà una troia accoppiata con le trote incontaminate. Al piranha.

Finirà Barbie isolato e non avrà i soldi per la lametta da barba di campagna. Peraltro, se il gentil sesso graffia, le tue unghie non s’allupano ma l’allunaggio ci sta.

E, fra i crateri, il tuo “carattere” sarà vampirismo dello spazio intergalattico senza “latte” ma con ancora il collare, il tartaro alle gengive, l’interdentale e pose da giullar’ in mezzo al buio total’.

Eh sì, total recall. Le memorie di tutta una (s)figa.

Sono giù? No, meglio di così si muore. Il fallo, infatti, è fuor di dubbio?
Fuori e basta.

A parte il “tutto” che non va, sono il romanticismo più maledetto.

Già, il Peccatuccio.

Ora, ebetucci, buona Notte e tu salutami la sorella. Non mi sembra suora ma, di suture, è oggi in clausura in quanto ex suina.

L’ho detta?

Sì, dammela.

La cosa? No, la mia stranezza da Carpenter.

Qui ci sta, forza, la risatina sardonica del volponissimo Dracul(ato))ne di Coppola.

Oh, secondo me il film è quello: Vlad torna dalla guerra, trova Mina accasciata, in quanto suicidatasi dopo una falsa missiva di un impostore che le scrive, ingannandola: “Il Principe azzurro della Russia notturna non potrà più entrare nella tua galleria come un missile russo sbiancante-insanguinato”.

Al che Vlad, distrutto dal dolore, rinnega la Chiesa, si autoscomunica e comunicherà solo coi lupi della Transilvania.

Scopre che Mina s’è reincarnata a Londra.
Contatta dunque il notaio Keanu Reeves per attuare le pratiche di divorzio.

La prima volta fu atroce, meglio non sposarsi più.

Keanu arriva al suo castello, Vlad viene deriso nella sua “fede” da quest’agente matrimoniale da Marta Flavi, lo sfida, accennando a una latente omosessualità repressa da bello e dannato, ma l’abbandona, lasciandolo scopare in tranquillità con Monica Bellucci e altre due puttanone. Dopo verrà Cassel Vincent e Monica perderà i sani appetiti del fondoschiena con l’aplomb britannico.

Vlad non vorrebbe ma può. Purtroppo, è ancora perdutamente innamorato della Donna che l’ha rovinato, riducendo il suo Cuore all’Inferno. Lo edulcorò, diciamo.

Traversa mari e monti, intanto si fotte l’amica “in camuffa” da werewolf.
Oh, si dice: “Non si sa mai, intanto la biondina spinge, patii anni immemorabili da “incancrenito”, alleniamolo per il colpo gobbo. Bisogna lubrificarlo di rodaggio dopo tanta gatta… buia”.

Incontra Mina al Cinematografosottovoce alla Marzullo per dar nell’occhio con un cappellaccio da Zucchero Fornaciari e mosse da garrese.
Fra il dire e il fare c’è di mezzo il… “Male”.
Cazzo.
La bona Winona riesci ad aver di nuovo, salvo il dottorino della mutua che lo tromba.

Prima di esalare e salire al Cielo, urla “Dovete morire ammazzati!”.

Dio lo perdona perché è stata solo un’incazzatura durata millenni.

In Paradiso, gioca a briscola con altre “biscie”.

Cristo scopre la clandestina bisca e li spedisce nelle foibe.

In cui Vlad, scoprirà Berlusconi a lavorare in miniera.

Entrambi, si consoleranno coi loro reperti archeologici. Cantando a “squarciagola”.

Firmato il Genius
(Stefano falotico)

  1. Dracula (1979)
  2. Dracula di Bram Stoker (1992)
  3. Rocky II (1979)
    Alla fine, lo ha massacrato. E deve stare solo zitto.

Vlad the Impaler


19 May

Mortuario enigma dei miei ludici santuari a stigmate lucide

Stefano Falotico, il poeta per eccellenza, da regista si filma nel recitare il suo splendido componimento, di prossima pubblicazione, decadente nella sopraffina ironia a lingua forbita.

Opera a opera di sue (gira)volte, coperta da un copyright oltre la SIAE.

Volteggiai in epoche remote entro endovene traspiranti di solforiche nitidezze, ad arzigogolo anch’anestetico delle siringhe pensatrici inalate dal mio fumarvela con nostalgie meditabonde nel tenermi saldo in questo Mondo.
M’adorai e mi doro ancora, non dormo quasi mai e, sebben chiuda gli occhi, udii nel tempo già trapassato del Futuro prossimo un’avventura in prossimità del mio sbandare sollazzante in gradevole “lestofante”.
Con qual cortesia, vi rinfaccio la mia eutanasia!
Ah, cavalcai tanti fantini e li montai in sella per “assolarmi” nelle vertebre d’una Notte mai terminata, in quanto terminale del mio tremendo raggelarvi. Fratture composte a bloccarvi, miei impostori.
Lo so, nutrite esagerata sfrontatezza nei riguardi di ciò che concerne il mio sciolto cervo, fresco in serali boschi nei cui meandri m’accheto per assopirvi a satirico inculcarvi quel che (non) sono e giammai sarò, in quanto camaleonte d’aspetto leonino oggi e domani ad aspettarti come una tigre per sbranarmi indomito. Sì, me stesso, ché non si dolga ai vagiti dei vaghi vostri umori volubili ma sia volere del mio e solo Piacere p(i)uma.

Mie scimmie!
Per quanto resisterete, prima di crollare macerati di fronte alle vostre ignobili danze? Sì, danza, sempre si perpetua e ti sfianca quando credi di credere alla “creta” del tuo corpo “piacente” o forse solo un criceto. Come un topino, scappi via, car bambino coi tuoi barboncini.
Ah, ti spiai per anni, ed espierai proprio nel respirar tuo “piaciuto”.
Cornuto, il Diavolo sono Io, quando provasti a provarmi?, Ah, incornato ne sei coronarie. Le mie corone di spine sono immani corridori delle emozioni, fra ossa, sangue ed entrarti, mia Donna frantumante.

Non affrangerai l’Altezza delle grandezze addolorate! Piangendo, svelai il mio visibilio dell’invisibilissimo, prim’inviso tuo, sorriso vanesio. Ah ah!
Tu, invece, povere ceneri di chimera, sempre a riempirti la bocca della parola “amore”, alla quale riconosco solo uno “sterzarla” nello sterile fotterla d’eternissima vederla in sé nostro insinuandoci. Indemoniati noi siamo nel vostro mai sarete.
Mai salendo, ascenderete!
La Donna, per me, è un tutt’uno col “forbito” essermi liberato dalle gelosie che vi perseguitano, e n’accovaccio il seno sventolante a suggerlo in sfregi miei dilettevoli con Lei come io desidero e “osceno” voglio, voglio senz’ossequi e mendace corteggiar solo l’autentica levigatezza della sua figa assoluta e morsicante in catarsi del nostro oltre incarnato.
Le catene dei puri son veli(eri) di com’ero ieri e, anni or sono, sarò di nuovo valoroso.

Ella che asperse i colori della noia a mie baldorie, coriandoli d’orgasmi e irriderci costanti, aitante io Dracula il vampiro fra le mannaie ammainate e tu, Mina, dai denti a leccarci supini.
Suderai a mio disprezzo (ri)volto in tragico eliderli all’eclissi dell’anima mia nell’aprirci incantati di frenesia.
“Ebefrenia” in te ferina e ormoni di mio ferro fortificato negli amplessi dalla lieta litania.
Scopati in me, sì Mina, e dondola quando, legato nella camera da letto della mia dimora, morissima accenderai il bruno liquore del mio strapparti il Cuore.

L’armata è qui, e ora battaglierà a distruttiva spietatezza di fuoco.
Deponete le armi, Dracula non placaste e, vincendovi, v’è sempre più vicino.
Bacini a “vossignoria” e inchiostri neri a vostro incubo sereno.

Firmato Dracula,
il Signore del veleno

 

 

Capolavori horror di Settima Arte metacinema


10 May

L’orrore è nella società a ogni angolo che svoltate. Si leggon di storie macabre, di pestaggi e ragazze insanguinate, d’orchi famelici a predarle, d’appiedati disoccupati (e qui v’è il marcio più spaventoso…), di licenziamenti in tronco e di filmoni stroncati che, col senno di poi “postumo” inalberato, emergon con cadavere vampiristico nei fascini agli afflati del sottovalutato-sotterrato fu(nebre) sulle radici, sradicato ed evirazioni

Innovazione, aviazioni, levitaction!

Per anni, la Universal fu fucina di talenti, con esposizioni di Bela Lugosi e figlio, di Karloff Boris e Christopher Lee prima dell’avvento del colore o “Technicolor”.

Che ci fucilò.

Quindi, periodo di “magra” nei 70, quando forse solo De Palma trasse uno dei primi King di nevrosi adolescenziali esplosive in Carriesatanica.

Da Shining, incubo “velato” da intellettuale con metafore a tutt’andare di bambino-“triciclo” ma oltreTempo, ecco il Sam Raimi che rinverdisce i fasti, affastellando carrellate e piani sequenza tra foreste Necronomicon, memori sia delle haunted houses sia di Romero.

Armato di tenebra, s’ottenebrò tristemente nel blockbuster “fumettizzante” e, dalle ragnatele spiritate, a Peter Parker di Maguire “rassicurante”. Solo il Green Goblin del Dafoe salvò di grand guignol al fosco che fu.

Ma qui avete scordato altri.

Oggi, chi abbiamo? Rob Zombie, appunto? Un nome che è un programma di Moon (ah, Sheri, come me la farei quando cala… il “plenilunio” dell’ululato…)

Ne cito setteCapitali! Anzi, quattro perché Seven di David Fincher è un thriller.

Asso. Poker!

Sbanco, sbraniamo. Il tavolo verde si tinge di “rossa”.
Storie lugubri di decapitazioni, impermeabili col “cappotto”, d’accapponar la pellaccia.

Mischiate al sangue “nitrato” di cavalli nitrenti, di giugulari “incipienti”, di cavalcate arroganti, di diavoli inchiappettanti.

Da paura, rabbrividite? No, meritano l’applauso.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Dracula di Bram Stoker (1992)
    Coppola recupera il Mito del Nosferatu, incarnandolo nel volto d’un Old… man. Ringiovanendo tutto!Lo svecchia a bobina che rammemora il Cinematografo innamorato di Mina.Apparizioni, sparizioni, eclissi, una Ryder Winona d’affissione. Mi “crocifiggerei” per il seno debordante della sua fanciullezza a me di “castello” distante, di mostruosi pipistrelli. Perché, ove c’è il lago della Transilvania, l’Uomo della Notte si tuffa nel Giordano della sua “redenzione”, urlando a suo seno il Dio “maledetto” che la benedica.
  2. Frankenstein di Mary Shelley (1994)
    De Niro monstre, soprattutto perché è strepitoso anche se (s)coperto dal trucco (in)visibile. Tragico Branagh d’uno Shakespeare Zoetrope, memore del Bram Stoker di Francis.Altro che Era mio padre di Sam Mendes!Chi vuol intendere, intenda. In medias res, m’imbattei nella selva oscura del “ricrear(mi)”.Nel bel mezzo delle cose, avreste da offrirmi una bona Bonham Carter di affinità elettive di “cosce?”.Tim Burton sa quanto può essere freak Helena…
  3. La casa dei 1000 corpi (2003)
    Capostipite della stronzata altissima e purulenta di polente al sugo, dunque masterpiece scatologico d’escrementizia antropofagia eleva a beltà. Bestie, a bestia!Picture show, donne dipinte, bisce metallare, cazzi sparati, vaffanculo gratuiti, una figa della Madonna.Manca solo Tim Curry è quest’oggetto misterioso sarebbe stato perfetto It.
  4. Eccezzziunale… veramente (1982)
    Rimane un po’ così terrone, ma ce lo mangiamo tutto.Torrone del tor nel torreggiar!Donna, dammi la mela, partì l’Inferno in Terra dalla tua Eva non mielosa con Adamo, a cui il demiurgo tagliò il pomo e anche spruzzarti di “potato”.Donna, vai a sbucciar le “patate”, vogliamo abbellirti dalla scorie e piangerai di cicoria.Questo è (Abatan)tuono che spacca tutto. Orripilante “cotonato” di carisma ove neanche Al Pacino di Dick Tracy.Puro pus undeground, altro che Moretti!Qui si sfiorano vette incontaminate di totale schifezza.

    Dunque, d’annoverare, senza niente invidiare, agli altri tre sopra.

    Vogliamo mettere un Vanzina formato Diego contro Le streghe di Salem(me)?

     

Sono draculesco e maledettamente rourkiano


08 Dec

    Mezzanotte della “ripicca” da pacca sulle s-palle e della potentissima picconata ai piccolini: un idiota scimmiotta Batman nel suo WC Net

Ritratto al vetriolo di freaks capeggiati da un padrino che si crede Marlon Brando, da una madre analfabeta ma “laureata” in “filosofia” che si masturba sul sofà, e dei loro pargoli raccolti nel bidone della spazzatura dall’accattone degli spermatozoi del loro zoo

Gironzolando fra molto letame che il nostro servizio multimediale ha d’offrirci, incroceremo nuovamente un teppista nelle sue comunelle “rockettare” con la panna tortellinesca in bocca, e a Bologna, del suo “divertente” attacco “in tiro” a tutti. Egli si professa “missionario” e allestisce siti web (i cui “clienti” raggira di promesse mantenute dietro cospicue “cauzioni”, salvo ricatti per “concupire” le loro figlie), adesca, sì, ragazzine in chat per “pomatine” disinibite del suo “furore” impunito. Poi, dopo aver “levitatamente” assaggiato di “cannellone” con tanto di cannetta da irrimediabile drogatello, se ne libera, spargendo anche calunnie se mai volessero denunciare il suo atto libidinoso ai limiti del consentito. Sì, egli incarna l’incauta violenza che “tutto vuole”, come letteralmente apprendiamo dai suoi “emeriti” post, in cui denuda l’atrocità carnascialesca del suo faccino “pulito” che si spaccia per “spurgante” sociale. Fra gli altri “rinomati pregi”, si definisce l’erede di Batman in persona. E non s’accontenta neppure. Si scorpora anche in Superman, elevando il delirio suo bacato a “mantello” da vampiro dei succhiotti alle verginelle che circuisce per la sua circense esibizione da “titan(i)o”.

Si concentra poi con cura “docile” da “entomologo” della sua piattezza cerebrale che, gergalmente, “ammanetta” e ammonta-arrotondando di luoghi comuni come lo psicologo del suo neurone più storpio, su “vittime” designate.
Trattandole da megadirettore galattico della saga (non stellare) di Fantozzi. Sì, con la “clausola” che par vada appunto a zoccole nella selva delle Silvani.

Dopo aver accumulato “ricchezze & vantaggi”, a base disgustosa d’imbrogli, leccate, branchie d’asmatico epilettico e appunto branco che gli regge le animalesche pulsioni, ora crede d’aver il permesso lecito di sparare a zero su chiunque gli sta antipatico. Antico vizio di famiglia, un nugolo di mentecatti che visse in una topaia, vendendo bene la propria avariata merce. La madre, frigida e “nottambula” delle sue inappagabili depressioni tragicomiche, sfoggiava sempre un sorriso “carati” per dar del “caro” ai suoi studenti, castrandoli di voti in condotta pessimi se sol s’azzardavano a ribellarsi al suo “insegnamento” moralista che va a messa la Domenica, intinge la manina sacramentando di peccatini e poi, luridissima nel Lunedì che giammai si pentirà, pretende la pappardella per “guadagnarsi” la pagnottella. Sì, prima il pentimento, poi la “legge” fascista che i suoi studenti, tutti di “varichina”, sian obbligati, salvo bocciatura immediata, all’inchino “rispettoso” al suo “indelebile decoro patriottico” da pastasciuttara con l’ostia in bocca. Adesso, semi-pensionata-penosa dopo tanta “semiotica” dogmatica, fa anche l’attrice patetica. Ah, dopo le recite e le costrizioni per le genuflessioni studentesche-parrocchiali di manualetti, anche l’”ambizione” da Meryl Streep del Circolo “Guarda la Circe com’è maghella fra questi arzilletti, scamoscia ancor di grilletto”.
Il padre, da par(arselo-“ardentissimo”) suo, da paio di palle del cavallo moscio e castrabile di quello di Siena incespicato nel fango putrido, inseminò male la sua malattia mentale, generando, con un parto aberrante (fu consigliato l’aborto ma “lui” voleva portar la sua idiozia precoce nella trasmissione “erettiva” ai figli, sangue della sua salsiccia grassa) due gemelli d’”alto” lignaggio e, dal parto mostruoso, nacquero dunque le schifezze dell’”orgoglio” di massa. Cinici, anaffettivi e strafottenti con manie d’onnipotenza che s’illudon di far a fettine quelli (i sani) che non s’adattan al loro “ingegno” purissimo, oseremmo dire, “osannandolo”, criminoso e tacciabile di denuncia per recidive insistenze.
Essi sono “ben” indirizzati in questa società, ove i valori che contan son proprio l’”armonia” della svaccata, delle “spaccate” fra le gambe femminili da torelli con lo zuccherino “trasgressivo” in bocca, e il vezzo, “stimabilissimo”, di buttarla appunto a puttane.
Tanto la gente che li leggerà forse riderà di “gusto”, affiliata alla nuova “pedagogia” in cui quel conta è “pigliarla” alla leggera e pascersi di barzellette sul “pesce” e sulla frutta delle donne da irrider con “ficcanti” freddure d’ingredienti acidi come l’insalata.

Uno dei due, il più “spiccato” e “aquila”, presto in tribunale tornerà. E, pagando profumatamente, forse piangerà amarissimamente il suo “genio” che dà del demente non solo alla sua famiglia.
Forse, in questo, l’appoggio con “sensibilità”. Grazie alle sue malefatte, son venute a galla anche le porcate nascoste di genitori e compagnia “bella”.

Sentite condoglianze.
Un Uomo a cui tal “nucleo” sborserà di risarcimento parecchi soldoni.
Perché i sordi non ascoltano, anzi vogliono accecare. Ma il piatto…
Stavolta, incontrarono uno che tappò le loro bocche.
Cucendole nella vergogna del (ri)morso e anche del portafogli.

Cari ominicchi s-mascherati, ecco il “mascara” ai vostri sporchi trucchetti.
Salutatemi la vostra “nobile” dinastia e un vostro destino che mi par già sull’orlo del collasso emotivo. Su quello economico, qualche strozzino dai “nervi saldi”, vi potrà “aiutare”.

Tornando alla vecchia matta, per tutta la sua miserrima e vilissima vita, si barcamenò da insoddisfatta, invidiando a morte chi “scopava”. Ed è stata, secondo il suo teorema, sonoramente trombata ancora.
Detta volgarmente, attenendoci alla loro merda, fottuta. Esagerando, potremmo dire e lo diciamo, sì, “inculata”.

Ah, Dio creò tal creaturella già bruttona e la macchiò integralmente.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

Gli spietati (1992)

Dracula di Bram Stoker (1992)

Rocky V (1990)

Genius-Pop

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