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Ho rivisto JOKER doppiato in italiano: cosa ne (ri)penso?
Bene, oggi pomeriggio non potevo ovviamente perdermi la (re)visione di Joker nella nostrana versione.
Dopo il clamore e l’entusiastico, viscerale godimento da me provato allo scorso Festival di Venezia, dopo la mia pressoché immediata recensione eccitata, desideravo rivederlo quanto prima. Per riprovare la medesima, passata emozione sensazionale e smisurata. Ho dovuto infinitamente penare.
Poiché, essendo stato Joker proiettato in anteprima mondiale il 31 Agosto, l’attesa è durata più di un mese. Ma ora questa pena è terminata.
E sono qui, amici o (a)nemici, come dico io, per parlarvi di questa bella versione italiana.
Oh, temetti paurosamente che il doppiaggio italiano potesse, nefastamente, non giovargli, inficiandone la potenza qualitativa impressionante. Invece, nonostante qualche arrangiamento non propriamente perfetto, a dispetto di qualche vocale bilanciamento un po’ alla buona, come si suol dire, sono rimasto piacevolmente sorpreso dall’egregio lavoro svolto da Adriano Giannini. Un lavoro ottimo. Adriano è promosso appieno. Ha una splendida voce. È uguale a Celentano. Come attore è discutibile, come voce fa faville. Sì, Adriano Celentano, pur essendo uno scimmiotto, riuscì ad affascinare Claudia Mori grazie al potente carisma del suo Bingo Bongo irresistibile dalla voce portentosa come quella di Tarzan. Adriano Celentano, malgrado io dubiti che conosca le teorie di Darwin sull’evoluzione della specie, è un uomo speciale dal magnetismo bestiale. Va detto. È sempre stato famoso per le sue pause immani. Tant’è che, come scrisse Lercio, tra una frase e l’altra passa un’era geologica e ne hanno inventata una tutta per lui ma, alla sua maniera, Celentano, oltre a essere amico intimo della tigre di Cremona, ovvero Mina, non sa parlar d’amore ma l’emozione non ha voce. Se tradisci, non perdono…
Come sapete, inizialmente, per doppiare Arthur Fleck/Joaquin Phoenix, era stato scelto Fabio Boccanera. Infatti, nel teaser trailer ufficiale, la voce è rimasta immutabilmente la sua. Alla fine, la Warner Bros Italia, dopo un tira e molla estenuante, ha optato per Giannini. Già doppiatore del Joker di Heath Ledger ne Il cavaliere oscuro di Nolan. Avendo io visto, per l’appunto, la versione originale con la bellissima voce di Phoenix, melodiosamente fievole all’inizio e poi cupamente corposa alla fine, ebbi spaventevolmente paura che Giannini, spesso troppo monocorde, poco potesse addirsene. Straordinario… addirsene. Dall’infinito del verbo addire. Che non è a dire, vero, analfabeta illetterato che non sei altro? Ma come cazzo hai fatto a diplomarti al Liceo Classico? Mah, sei certamente un uomo che forse imparò solamente la pappardella a memoria, aspettando il pranzetto con delle buone, rosolate pappardelle di tua mamma, mio fringuello.
Ma è nella lunga distanza che si misurano i campioni. Non è neppure da una colazione nutriente che si può capire se crescerai sano oppure maturerai regressivamente sempre più orientato verso una vita da demente. O no? A parte gli scherzi, rimango fermo nelle mie idee sul mondo e su Joker. Joaquin Phoenix merita l’Oscar.
– Ragazzo, sei diventato ricco.
– Siamo diventati ricchi.
– No, tu solo. E te lo sei meritato.
– E la nostra società?
– Un’altra volta…
(Lee Van Cleef e Clint Eastwood, Per qualche dollaro in più)
di Stefano Falotico
I miei booktrailers, filmati incantati di me che decanta/o
Sempre più pervaso da dubbi amletici, quasi aristotelici, “rivango” fra le memorie delle mie creazioni, alla ricerca, forse vana e un po’ vanitosa, di speranzosa lucentezza che in me, spesso appannato, in panne e col cuore mai di pietra ma di montata panna, nella suspense non sempre ludica dei dì, si rattrista per il notevole, mesto poltrir dei giorni, alle volte vacui, altre danteschi di principesca “faloticheria” stramba come esige e vuole il mio dolermi per i problemi di questo mondo “volentieri” molle e immondo.
Al che ripesco questi miei esercizi di diaframma “rifrangente” nella mia voce fra lo spettrale, l’ironico, il drammaturgico e il teatrale, gustandomi in sfoggio esibizionistico che vale le sue storie narrate con indubbia creanza del mio (ri)crear(mi). E me ne sto nel mio (non) essere. Ad alcuni, molti, piacciono, ad altri no, ma chi se ne frega. Me ne fregio.
Tutti li trovate nel canale del Tubo.