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Doctor Sleep sono io, un tempo fui anche un grande calciatore ma lessi Stephen King e divenni Ewan McGregor di Big Fish


14 Jun

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Indubbiamente, nel mio passato vi è un carnet di trofei mica male. Non ho molte donne da esporre però di campionario, diciamo. Nel sessuale campionato, ho giocato sempre in panchina.

Sì, da ammiratore sconfinato che sta seduto in mutande e applaude gli altri che ficcano le palle sotto le traverse di donne che sanno come marcare a zona i mediani dei sensuali giochi balistici. Li spompano. Queste qui stanno inizialmente in difesa, adottando la strategia delle terzine. Invero, in cuor loro, vogliono la tua doppietta, anche la tripletta ma, appena si sentono attaccate perché, semmai, le brami con troppa foga, dribblano ogni tua avance e frenano ogni tua tattica seduttiva troppo spinta.

Io sono uno che non ama troppo fare il centravanti di sfondamento con queste. Mollo subito. E chiedo il cambio.

Sì, io sono sempre stato un tifoso delle fighe altrui. Campione del mondo, dunque, della mia sfiga.

Ho sempre inneggiato al mio fuorigioco in quel campo… lì.

Mi son salvato però in corner. Anni fa incontrai una che mi fece del pressing. Sì, da parte sua ricevetti un corteggiamento sfiancante più degli allenamenti di Zeman.

Voleva che le corressi sempre dietro anche se, di mio, avrei preferito guardare una partita alla tv. Lei di me era patita, partitissima.

Adorava i miei quadricipiti. Che aveva adocchiato in un video ove, incazzato nero, mi strappai la maglietta, mi denudai e fui da me stesso ammonito poiché mi colpevolizzai di aver rovinato una divisa costosa quasi quanto il cachet di Cristiano Ronaldo.

Lei non mi espulse. Anzi, ebbe fiducia in me e volle fortissimamente che cacciassi il mio fendente in mezzo alle sua calze per gonfiarla/o.

Così, in zona Cesarini, all’ultimo minuto scop(pi)ai. Non fui velocissimo come Marco Di Vaio ma come Francesco Totti a fine carriera. Sì, ebbi l’orgasmo dopo novanta minuti più recupero dei miei polmoni asfissiati. Lei desiderò i supplementari ma le dissi che dovevo per un po’ interrompere per riprendere fiato nello spogliatoio, cioè in bagno. Quindi, mi recai in cucina e bevvi un tè caldo. Non che con lei fossi rimasto parzialmente vestito ma necessitai di curarmi, intimamente, dal suo fallo di aver scorrettamente sgambettato senza fair play. Sì, mi tirò… dei calci durante la prestazione e dovetti chiamare un medico con la barella. Leggasi ambulanza.

A parte gli scherzi, fu una finalissima semi-fallimentare, appunto. Lei stravinse e io arrivai secondo. Sì, come detto, la mia eiaculazione fu tardiva e lei mi batté 4-1. La verità comunque è che mi sverginai a Porretta Terme. Ove le mogli degli allenatori, quando questi ultimi di domenica danno le direttive ai loro giocatori, praticano massaggi idratanti con la crema detergente di amanti per un riscaldamento extratime, molto anti-coniugale e poco sportivo.

Sì, io sono rimasto sostanzialmente un puro, il bambino di Shining. La maggior parte di quelli della mia età hanno trovato una moglie affettuosa come Shelley Duvall. Con la quale, per non avere rotture di attributi, si sono ritirati in qualche Overlook Hotel. Lavorando da casa, in solitaria. Sono quasi tutti impazziti. E ora li vedo di notte al bar a parlare da soli…

Sì, può darsi che mi sposerò una come Jessica Lange di Big Fish. Lei adorerà e adotterà la mia follia e io continuerò a inventare storie incredibili senza perdere la testa come Jack Nicholson.

Avevo visto giusto di luccicanza… del matrimonio… fottetevene. Siate, diciamo, fantasiosi.doctorsleepfalo doctorsleep

 

di Stefano Falotico

 

big fish

Faye Dunaway, un’ex grande attrice con delle belle gambe?


29 Apr

58543785_10213538399437216_2566063507036438528_nSì, dopo tanto tempo, ho rivisto Barfly.

Film che mi fu consigliato molti anni fa da un uomo alquanto balzano, abbastanza lercio con cui svolsi lavoro di archivio di manifesti e locandine presso la Cineteca Comunale di Bologna.

Per meglio dire, lui era l’addetto di quest’ufficio, potremmo dire, di manutenzione d’antichi manufatti, opuscoli, poster e dépliant, io ero un semplice obiettore di coscienza che stava prestando servizio civile in tale ameno luogo di amanuensi cinematografici, di burocrati e data entry di vecchie perle della Settima Arte da conservare e custodire gelosamente, liberandole dalla polvere, posizionandole in appositi compartimenti.

In verità, io lavoravo al posto suo. Lui pigliava lo stipendio, a me arrivava dallo Stato solamente un misero compenso retributivo davvero irrilevante se paragonato alla mole di fatica da me spesa. In poche parole, pochissima roba rispetto al culo pazzesco che mi facevo.

Comunque, con quei risparmi ottenuti, mi comprai un lettore dvd di ottima fattura. Adesso peraltro superato e da buttar via. Ah ah.

Una volta, venne a farci visita perfino il mitico Tatti Sanguinetti. Sì, la Cineteca era ed è ancora spesso bazzicata da gente del settore. Il Sanguinetti, critico sanguigno e anima al sanguinaccio, dopo aver mangiato avidamente una pizza capricciosa, incapricciatosi del manifesto d’un film del quale or mi sfugge memoria che, a suo dire, era molto bello, senza pulirsi le mani, coi polpastrelli unti e bisunti, totalmente macchiati perfino d’olio di peperoncino, estrasse il suddetto manifesto e ne palpò la lieve, zigrinata superficie, accarezzandola morbidamente come si farebbe con le gambe delicatamente eccitanti di una donna bellissima che si ama.

Come le gambe di Faye Dunaway in Barfly.

Sì, la Dunaway è andata sempre orgogliosamente entusiasta e fiera dei suoi quadricipiti, al pari di Alba Parietti.

IMDb infatti, proprio nella pagina di Barfly, inserisce a mo’ di specchietto per le allodole, come frame del trailer inserito, esattamente il belvedere di Faye.

Nel film interpreta la parte della matta fatalona Wanda, donna che invero avrebbe avuto bisogno di una lavanda. Però non gastrica, bensì mentale.

Una donna sbandata, andata, dal rossetto sbavato. Donna che riesce nonostante tutto a far sbavare i maschi. Una donna che non è una puttana ma vive in un appartamento piuttosto confortevole, non facendo niente da mattina a sera. Poiché ha trovato un vecchio nababbo innamorato platonicamente di lei che la mantiene.

Bel coglione, questo qui, ah ah. Wanda infatti non gliel’ha mai data ma passa le sue giornate a darla agli altri. Eppure costui le fa da benefattore. Insomma, un pappone sui generis. Ah ah.

A dirla tutta, con una come Wanda, dunque come Faye, non andrei neanche se mi pagassero tutto l’oro che la stessa Dunaway deve aver guadagnato coi suoi film.

Trattasi di una donna indubbiamente toccata, anche quando non scosciata, marcia, mangiata dalla vita, dall’alcol e dal sesso.

Una donna comunque assai romantica. Quasi incantevole. Per cui potresti perdere la testa, a meno che tu non sia già matto come Henry Chinaski.

Faye Dunaway, checché se ne dica, è stata un’attrice magnifica. Non sto adesso parlando del suo piacente aspetto fisico, parlo della sua recitazione. Perversamente attraente. Ammaliante, conturbante.

È stata protagonista di alcuni dei più grandi film degli anni settanta e ottanta.

E la sua filmografia è impressionante. Sì, perché soltanto un anno dopo Barfly, recitò perfino per Carlo Vanzina!

Oggi ha la sua età. E non poco mi dispiace che assieme al rimbambito suo ex e anche compagno di set, Warren Beatty, alla Notte degli Oscar abbia rimediato una delle più grosse figure di merda della storia.

Sì, oggi Faye è alquanto rincoglionita, ha recitato perfino in un film inconcepibile di nome e di fatto, l’abominevole Inconceivable con un Nicolas Cage totalmente sputtanatosi.

Be’, che si può dire di me, invece?

Sono esattamente spiccicato a Bukowski, il quale partorì questo: accavallò le gambe e si tirò su la gonna. Si può andare in paradiso anche prima di morire.

Bukowski disse anche che non stimava il gentil sesso e che delle donne, sinceramente, gli piacevano solamente le gambe.

Sì, ad esempio, io non sopporto intellettualmente la giornalista televisiva Tiziana Panella. È faziosa, ha una voce sgraziata, è insomma odiosa.

Ma che gambe, ragazzi!

Bukowski vergò tante cosce, no cose come quest’altro suo epocale aforisma:

alcune persone non impazziscono mai. Che vite davvero orribili devono condurre.

Frase recitata da Mickey Rourke proprio in Barfly.

Sì, io sono una persona onesta con sé stessa e con gli altri.

E ammetto, appunto in tutta onestà, che impazzii varie volte in vita mia.

Credo che s’impazzisca perché si provano emozioni troppo forti e incontenibili.

Perché non si crede che la vita sia andare solo a lavorare, aspettare il sabato sera per fare gli scemi e sposarsi una racchia che ti tradisce pure.

Forse, a volte la vita può essere ammirare le gambe di Tiziana Panella alla tv.

Gambe che mettono di buonumore come un cremoso tiramisù.

Come no? Se dici di no, ti sbattiamo subito fra i pazzi di Barfly.

di Stefano Falotico

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Everything You Always Wanted to Know About SHARON STONE * But Were Afraid to Ask


15 Apr

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Sì, io mi considero il più grande fan di Clint Eastwood della storia.

Sì, io ho ricevuto vari inganni da parte delle donne nel corso della mia vita. Il Clint de La notte brava del soldato Jonathan, in confronto a me, è un principiante.

Sì, la mia vita, maschilisticamente parlando, è stata L’inganno di Sofia Coppola.

Sì, mia madre a volte assomiglia a quella dell’episodio, appunto, di Woody Allen di New York Stories.

Ma anche le madri degli altri non stanno messe meglio.

La donna è sempre iper-premurosa nei riguardi del figlio. Da cui il famoso complesso di Edipo.

L’uomo, anche quando anzianotto, semmai pure ricco e realizzato come Eastwood, viene visto dalla sua genitrice come la madre, appunto, di Clint alla notte degli Oscar. Trovate la clip sul canale YouTube degli Academy Awards. Forza, non voglio più imboccarvi. Canalizzatevi da soli.

Sì, il figlio per la mamma sarà sempre un million dollar baby.

Le madri sono gelose, possessive, il cordone ombelicale mai fra loro si spezza. E il distacco non avviene manco con lo strappo.

Neppure se, appunto, diventi un uomo saggio come Frankie Dunn.

Uno che non ha bisogno di vedere il film di Bellocchio, Bella addormentata, oppure You Don’t Know Jack con Al Pacino per capire che l’eutanasia è in alcuni casi l’unica scelta giusta e possibile.

Sì, quando si soffre in maniera immonda, bisogna staccare la spina.

Quando la malattia è purtroppo terminale, una vita deve essere subito terminata.

Teologi e filosofi della morale, non solo cristiana, vorranno persuadervi del contrario.

Fidatevi. Se tali baggiani avessero un figlio o una figlia a quello stadio, la finirebbero di mortificarci con le loro folli invettive. Con le loro idiozie e le loro dottrine.

Il dolore insopprimibile e irreversibile va quanto prima frenato.

Mi pare che non si possa andare avanti così. Le condizioni sono pietose, vi è uno strazio dinanzi al quale neppure Cristo saprebbe donare un alleviante miracolo, diciamo, propedeutico e salvifico.

Ecco, nella mia vita, ho sulla mia pelle imparato che le cosiddette pillole della felicità, sono soltanto dei palliativi.

Farmacologiche inibizioni di stati depressivi spesso incurabili.

Come cantava Eros Ramazzotti in Parla con me:

Non si uccide un dolore 

anestetizzando il cuore…

 

La vera cura non è neanche l’omonima canzone di Franco Battiato, neppure I giardini di marzo di Lucio Battisti.

Sì, può succedere che, se un uomo è troppo depresso, si chiuda nel mutismo e assuma atteggiamenti da apparente minorato mentale come in Parla con lei di Pedro Almodóvar.

Le donne non stanno messe meglio. Diventano ninfomani e isteriche a compensazione di un’angoscia di vivere enorme. Da cui il celeberrimo film Donne sull’orlo di una crisi di nervi.

Insomma, figlioli.

La felicità eterna è una cazzata messa in giro da Scientology e da qualche amante del buddismo new age.

Una vita sana e appagante deve essere anche una vita stressante.

Altrimenti, non vi è sostanza, sacrificio, combattimento ma solo alienamento e tante utopie sognanti da Il cielo in una stanza.

È una verità ineludibile.

Come questa.

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Se volete dire che non è così, no, siete ficcati… e tamponati, impantanati e impegolati in un centro di salute mentale.

Sinceramente, siete già andati…

Oppure con una più figa di Sharon Stone siete impegnati.

 

In fede,

un uomo che ha conosciuto dal vivo Sharon Stone.

Su cosa sia successo, lo sa solo iddio.

 

Sì, per questo attualmente mi trovo fritto e impanato.
Detta come va detta, surgelato.

Ah ah.

 

di Stefano Falotico

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Compagni di scuola, anche di suola, adesso parlo io, come il grande Al Pacino di Scent of a Woman


24 Mar

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Sì, la mia vita è stata proprio un Ritorno al futuro, un viavai di smemoratezze, di amnesie, d’ipocondrie, di melanconie, di lascivie, di ragazze con lo sci che facevano lo slalom gigante attorno ai miei ormoni nevosi, spesso nervosi, irrequieti e ghiacciati.

Di pattinatrici che ho amato, spesso da solo, alla follia. Ah, che onanismi deliziosi. Ad esempio, la prima volta che vidi Ronin col grande Robert De Niro (e poi sul Bob, ah ah, ci torneremo sopra, con tanto di giubbotto di pelle per resistere al freddo polare di questa mia depressione invernale, oh oh), persi le rotelle.

Sì, la testa andò a farsi fottere. Anche qualcos’altro. Scusate, l’avete presente? Katarina Witt che pattina sulle note di Andrea Bocelli. Bellissima, donna magnifica, dalle forme perfette. Scivolava dolcemente e basculante come una soave musica melodiosa all’interno dei miei turbamenti adolescenziali, raschiandomi il cuore. E invogliando il mio saliscendi ardente.

Che donna stupenda. Cominciai a prendere informazioni su Katarina. Sì, la sognavo di notte, non prendevo sonno, immaginandola caldissima, avvolta nella valanga del mio uomo non tanto roccioso, bensì friabilissimo. Sì, con lei avrei acceso un falò in uno chalet accogliente…

Togliendole delicatamente lo scialle nell’odorarle i feromoni delle sue profumatissime ascelle.

Katarina, all’epoca, era veramente la donna più sexy del mondo.

Sì, debbo ammettere che anche Carolina Kostner non scherzava. No, anche lei m’innervava e volevo innevarla…

Sì, avere con lei un amore selvaggio come quello di Kevin Costner in Balla coi lupi con la sua indiana.

Invece, sempre solo, afflitto da una grave malinconia incurabile, leccavo… solamente il gelato Indianino e tutti mi chiamavano Stefanino. Eppur la penna, come dicono qui a Bologna, a proposito di quella, mi attizzava.

La mia depressione fu enormemente fraintesa. E, anziché essere accettata, venne apertamente derisa. Io nella follia svenni e per niente venni!

E fui scambiato per Forrest Gump con tanto di piuma d’una vita persa fra le nuvole così come nella famosa scena d’apertura e di chiusura dell’omonimo film di Robert Zemeckis su musica triste ma speranzosa del mitico Alan Sorrenti. No, questo è quello di Figli delle stelle.

Volevo dire Alan Silvestri.

Sì, sognavo con Katarina e Carolina amori rupestri, oserei dire campestri da vivace capriolo, sì, ove potessi morbidamente scivolar fra le collinette delle loro maestose rotondità svettanti come le più alte montagne, per scalare ogni parete liscia dei loro corpi granitici e giocar anche di capriole. Arrampicandomi in ogni cavità, in ogni loro aiuola…

No, non feci mai il “bagnoschiuma” con Katarina, nemmeno con Carolina e mi consolavo, mica tanto, massaggiandomi le scapole da vero scapolo col pino silvestre.

Ah, e dire che ci fu un tempo in cui ero uno Stallone. Proprio come Sylvester. Poi, rimasi solo pure nella notte di San Silvestro.

Il mio primo amore, come detto, si chiamava Tiziana, ribattezzata da tutti Titti.

A proposito di gatte e, appunto, Gatto Silvestro, non riuscivo mai ad acchiapparla, con lei fu soltanto uno stupendo amore platonico. Fu solo un’inchiappettata… Diciamocela!

Uno struggimento, oserei dire, daltonico. La pensavo e penavo. Non capendo più niente. Sì, ne risentì la vista. Da quella delusione d’amore immane, non mi ripresi mai più. Fidatevi.

Tiziana era un angelo biondo. Come Philip K. Dick, sublimai la realtà amara, mangiando spaghetti alla marinara, sì, marinai tutto e mi diedi a una vita rustica e favolistica.

Cybill Shepherd di Taxi Driver e Penelope Ann Miller di Carlito’s Way mi parevano Tiziana. E idealizzai il mio amore fantascientifico, credendomi rispettivamente Robert De Niro e Al Pacino.

Ma da Tiziana ottenni solo compassionevoli bacini. Ah, però aveva un gran culo, che bacino!

Peraltro, pure a questi machi andò malissimo. Travis Bickle/De Niro, in un impeto del suo “orgasmizzarsi” schietto, senza peli sulla lingua, portò da “bestia” la bella a vedere un porno.

Lei, troppo sofisticata e piena di sovrastrutture, anziché venir… emozionata da un uomo tanto puro, lo mandò a fanculo.

Alla fine, dopo la missione salvifica di Travis, eh sì, lei gli avrebbe dato eccome la figa. Aspettava solo che lui si lanciasse, finalmente. Che s’infiammasse…

Ma Travis era proprio schizofrenico.

Lui le disse: – Lei non mi deve niente.

 

E si perse in un’altra notte in bianco fra le luci fluorescenti di Michael Chapman.

In Carlito… invece, quel Brigante di Charlie non aveva avuto problemi di quella topa, no, di quel tipo. Prima che lo sbattessero in carcere, si era eccome sbattuto quella gnoccona di Penelope come Ulisse prima che la sua vita andasse lontano dalla sua Troia. E, una volta uscito, le entrò ancora.

Alla fine, vorrebbero entrambi felicemente convolare e virare verso una meta idilliaca. Ma il destino bastardo aspettò Carlito e lui fu ammazzato per colpa di un traditore.

Così, anche lui perse un’altra volta il treno.

Voglio però, dopo tanti patimenti e tristizie, rassicurare voi tutti e augurarvi davvero, dal più profondo del cuore, una vita piena di gioie e calore.

Sì, miei ex compagni di scuola, vi ricordate l’omonimo film di Carlo Verdone?

In questo film sono tutti diventati tristi, patetici, passatisti. Tutti più brutti, soprattutto nell’anima. Alcuni, come Massimo Ghini, si son corrotti, altri la prendono alla Amici miei, combinando ancora porcate e zingarate, altri forse si son ridotti a guardare Zingaretti de Il commissario Montalbano, sognando la sua donna, attrice pessima ma altra femmina infinita, Luisa Ranieri. Che dio ti benedica. Che figa!

Evviva il pino silvestre. Ma anche Pino Daniele!

Luisa, così liscia, con cui esserle liso, una che non dovrebbe aprire bocca… È una donna dalle gambe mozzafiato ma, per piacere, non recitasse più. Aprisse quelle, appunto, paradiso ove ogni uomo vorrebbe salire… un’ascensione come l’ascensore che fa su e giù, poi pigia… alt, ah, Carol Alt, fatemi riprendere fiato.

Katarina, Carolina, Carol, donne per cui anche l’ex Wojtyła Karol avrebbe perso la fede…

Ecco, io ne vidi davvero delle brutte. Fui preda di manie suicide, crisi allucinanti, sofferenze psicologiche che non garantisco nemmeno al mio peggior nemico.

Anzi, a essere sincero, in quel periodo non ne vidi… proprio.

Ma, come sostiene la mia ex amica, Silvia, e non è quella di Leopardi, bensì onestamente un’altra donna bella da morire, ero il più bravo di tutti.

Sapete qual è la cosa più tragicomica di questa storia tanto strana che è stata la mia vita?

Sono ancora il più bravo. E sono persino, quando voglio, più in gamba e carismatico di Robert De Niro.

Anche di Al Pacino. AH AH.

E allora perché tanti anni fa mi dovettero fermare?

Perché, all’ennesima provocazione fuori luogo, ebbi una reazione simile a questa. Soltanto mille volte più potente.

Ma ora avete finito di fare i potenti, no, prepotenti! Poveri stronzi deficienti!

Di mio, cazzeggio e cammino, tirandomela…

E, come Checco Zalone, altro che pazzo e cieco. Come dice Checco, io ci vedo perfettamente…

Siete voi che non vedete un cazzo. Per forza, a forza di effeminarvi, siete diventati pure delle lesbiche.

E non tanto puri.

Be’, prepariamo questo purè.

 

 

di Stefano Falotico

Sarà un altro Natale di merda, per fortuna ci sono gli SAG Awards, ma radiate questi giornalai e Thegiornalisti, Steve è proprio un pezzo grosso…


12 Dec

 

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Sì, son state annunciate le nomination ai premi cinematografici più importanti, subito dopo l’Oscar.

Di solito, l’attore che vince lo Screen Actor, quasi sempre vince anche l’Oscar

Dal 2005 va così. L’unica eccezione è stata Denzel Washington di Barriere. Vinse lo Screen Actor ma fu inculato da Casey Affleck di Manchester by the Sea.

Detto ciò, sono perennemente nauseato. L’altro giorno, l’ho sparata grossa. Leggete quanto segue e capirete che sono un uomo vero, anche quando sgarbato.

Ecco, trascurando questi falsi giornalisti, ora siamo ammorbati pure da Tommaso Paradiso.

Con la sua stupida canzone d’amore. E una ruffiana alla radio, ove la trasmettono, la quale sostiene che tale bischerata smuova delle corde.

A me rompe solo i coglioni. Non ne avevamo abbastanza della sciocchezza precedente ove il Paradiso vomitava di o chiusa, tipo barese, il must per ritardati: come la tua gonna, come la tua gomma?

Ma quale New York! Paradiso e il Cremonini con la nuova stella di Broadway, secondo me, andrebbero ficcati da Satana con tanto di Liza Minnelli che canta assieme a Bob De Niro di sassofono nello spronare la trombata!

Al solito, anche agli SAG hanno escluso Clint Eastwood per The Mule.

Mezz’ora fa, comunque, sono stato come di consueto al bar dei cinesi. Appena ho aperto la porta, un uomo distrutto dal lavoro quotidiano, mi ha guardato male perché io, con aria principesca, ho adocchiato la sua signora e la sua signora si è bagnata, rovesciandogli addosso il tè caldo.

Sì, ho lanciato uno sguardo ammiccante alla signora provocante di gambe slanciate, l’uomo geloso, sapendo che la sua donna si eccitò dinanzi al mio impudico averle tirato… un’occhiata ficcante, tutto stizzito s’incazzò.

Ma io ho continuato a bere il mio caffè, dopo aver mescolato lo zucchero col mio dolce occhiolino malandrino su argentato cucchiaino. E schiuma succosa ancor bollente della sua liquefatta v… na focosa.

Lo so, fratelli, siete angariati da una vita sfortunata e invece a me è concesso il dono dell’onnipotenza.

Adesso, vado a cucinare le bistecche. Perché io amo le fiorentine, giammai le cretine e mi stuzzico i denti coi grissini torinesi. Son un uomo alla cotoletta milanese con tanto di torta caprese, e spruzzo la maionese su patate condite salate e col dito scaldate.

Io sono il pepe, tu invece ti chiami Beppe e ora vai a preparare il presepe.

Comunque, la situazione giornalistica attuale io ho ottimamente inquadrato. Ora, se permettete, devo squadrare quel bel culo lì, per poter studiare da vicino, in maniera tangibile, come ottenere una posizione migliore… per elevarlo di grado. E tutto piacevolmente digrada…

Fino a prova contraria, oggi pigli un’inculata e domani ancor te ne fotti con tanto di ballata e soprattutto belata.

Un giorno sarò pelato, oggi sono soltanto denudato.

Ebbene, dopo questa mia altra sincera presa per il deretano alle ipocrisie di massa, vi auguro Buon Natale e in particolar modo spero nella vostra felicità da uomini castratisi per il volere di una racchia incredibile. Contenti voi, contente le palle dell’albero con la vostra “stellina”.

Luccicanti!

 

 

di Stefano Falotico

Tutto ciò che avreste voluto sapere su di me e io or vi mostro di Mostra di Venezia: la mia ex, Alba Parietti, Moretti Nanni nei miei personali, incredibili video sfrontati


08 Oct

Johnny il bello

Quante cose su di me che non sapete e, coi vostri cervellini fantasiosi e bacati, invece presumete di sapere, creando e allestendo assurdità sul mio conto. Del mio conto non sa neppure Dracula il Conte poiché il sottoscritto è uomo che vampirizza, con carisma immenso, molto più di lui. E tanto succhia quanto lascia che mi succhino…

Eccomi qua. Vi mostro una ragazza, secondo me molto bella, con cui ebbi più e più volte occasione di “desinare” corposamente, nelle sventolio dei nostri ormoni da Y tu mamá también. Sì, era più grande di me ma, nel mescolamento dei nostri sensi, forse ero più cresciuto io, tant’è vero che in piena notte mi richiamava sempre… perché voleva riassaggiare il calore del mio iceman…

Sì, difficile capire se fossi Diego Luna o Gael García Bernal con la sua Maribel Verdú.

Io sono un fanatico delle donne. Adoro le loro gambe, il portamento basculante dei loro culi platealmente grandiosi. Ché mi soffermerei a decantarli per ore inesauste di leopardiano rimembrar come il mio membro in qualche Silvia, no, selva entrò e in altre invece, lontano da godimenti “boscaioli”, da solo eiaculò. Immaginandole ignude nel boato scintillante del mio amarle anche di fai da te.

Dicono che io abbia una bellissima voce e che, alla terza parola che a lor signore sussurro, codeste impazziscano nel turbinio scabroso d’irresistibili fremiti sesquipedali. E devono nascondere l’arrossamento…. Spesso, molte donne, talmente distrutte dal mio fascino, usano meccanismi di difesa. Non possono dire che vorrebbero saltarmi addosso in modo screanzato, al che partono con le offese. Per tirarsela da donne non facili. Nessun problema, rendono il gioco ancor più piluccante… Provocando, la seduzione si fa più divertente.

Insomma, sono il Mickey Rourke italiano. Con classe da Johnny Depp.

Miei maniaci da From Hell, posseggo un fascino maudit da Frederick Abberline.

E poi chi ha detto che questa canzone è melensa?

Insomma, amici, seguite e ascoltate il vostro cuore.

Morale della storia: non siete voi che dovete salvare me, sono io che salvo voi e vi mostro la bellezza.

.

 

 

di Stefano Falotico


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Cosce di albe da festival

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Spiace, duole dirlo, ma il sesso debole siamo noi uomini, lo siamo sempre stati


14 Aug

sesso debole

 

Sì, sono fieramente misogino e misantropo. Mi fanno alquanto schifo sia le donne che gli uomini, senz’eccezione alcuna. E non salvo nessuno. Un porcile apocalittico che cresce di ora in ora e si estende a macchia d’olio, corrompendo nel lerciume anche le anime più resilienti a quest’abbattimento delle coscienze.

Le menti più fervide della mia generazione, schiacciate da ricatti lavorativi, non valorizzate nelle loro creatività, trattate soltanto come dei coglioni perché, sino a questo momento, non si sono mercificate alla prostituzione di massa, vengono adesso oltraggiate nei pudori, apertamente derise. Tanto alla produttività capitalistica non sbatte un cazzo che abbiano letto diecimila libri. Vengono valutati per quello che “danno”. Che danno!

Il participio passato di soccombere non esiste, ma avete capito. Anche se arcaici della Lingua italiana dicono che soccombuto da qualche parte è contemplato. Comunque sia, questi ragazzi van soccorsi, li avete feriti a morte e sanguinano, lacrimano le da voi sbudellate viscere in un lago agghiacciante di dignità lese, infangate e infrante. E voi ancor più ridete, beandovi di loro, e urlando che sono degli infanti!

Sì, addivenite che soffrano persino di elefantiasi. Uno squallore morale che ha dell’osceno incommensurabile.

Berlusconi è l’uomo più triste attualmente vivente. Sì, forse neppure la Lario lo ha amato per il suo valore umano, tutte le donne, che con lui hanno giaciuto, son state col premier perché aveva e ha i soldi.

E quella lì, la Minetti, lo chiamava amore perché la riforniva di assegni di “buon cuore”.

Berlusconi, m’immagino la sua vita abietta, di merda. Ecco che, dopo una giornata in Parlamento, a raccontare barzellette, tornava a casa, col morale a pezzi. Telefonava a Tarantini che gli spediva due super zoccole mai viste perché lui, come disse Checco Zalone nella parodia satirica di Antonio Cassano, è Trombolo!

Le zoccole arrivavano a Villa Arcore, il maggiordomo le squadrava per appurare se potevano attizzare il “cavaliere mascarato”. Assentiva e le faceva entrare…

Silvio cenava con loro amabilmente, con tanto di ostriche e caviale. Poi:

– Come ti chiami tu, dolcezza? Susanna? Dai, gusta questa panna. Ecco, la vedi quella velina lì? Guadagna diecimila Euro al mese. Per due minuti che balla a Striscia la Notizia… è uno stacco facilissimo, devi muovere un po’ il culetto mentre scorre la musichetta ed Ezio Greggio e Iacchetti fanno sullo sfondo le faccette. Ti piacerebbe come lavoro?

– Certamente.

– Allora, cara, il mio maggiordomo ti accompagnerà nella stanza degli “ospiti” (leggi stanza degli orrori e degli abomini…). C’è un comodo, confortevole letto in legno massiccio, con delle molle di un materasso venduto dalla mia amica Patrizia Rossetti. Ecco, Susanna, io verrò presto a sbavarti… il rossetto. Aspettami. Ciao, a prestissimo.

– Tu, invece, Michela… mi sembri un po’ più colta della tua amica. La vedi quella? Si chiama Elena Guarnieri. Adesso conduce il TG5. Sai, durante questa cena, ho notato che hai un’ottima parlantina, sai argomentare davvero alla grande. Ti piacerebbe prendere il posto di Elena? Tanto oramai lei è quasi andata…

– Assolutamente. Che figo! Essere la conduttrice di un telegiornale in prima serata! Be’, la mia Laurea in Scienze delle Comunicazioni devo metterla… a frutto.

– Bravissima. Giovane, bella, ambiziosa. Mi piacciono le donne con le palle. Ora, fatti accompagnare, prego, laddove c’è già Susanna che ci attende. Vieni, vieni con me…

 

E poi Silvio grufolò, dimenticando la Sinistra e urlando Forza Milan!

E voi, uomini, vorreste forse dirmi che le donne non sono il sesso forte?

E basta con questi fruttivendoli che fanno le battutine a doppio senso! Sulle banane e sulle pere!

 

Sì, il mio post ha scatenato reazioni immediate. Un putiferio.

Partiamo da Federico Frusciante che esordisce così.

donne

 

Quindi, fra tanti maschi che mi danno ragione, ecco che arriva il gruppo femminista del cazzo a inveirmi contro. Dicendo altre puttanate assortite. Tipo questa:

Facilitate? Intanto, se una donna fa carriera o ha potere e magari è pure bella, deve sopportare tutte le battute e insinuazioni come chissà a quanti l’ha data e peggio… Se si è donne, si vien sempre e comunque giudicate come pezzi di carne riguardo l’aspetto fisico, qualunque sia l’’età e lo status. Se si viene molestate o aggredite, prima bisogna stabilire come eravamo vestite, perché magari ce la siamo cercata. E poi il ciclo, i pregiudizi duri a morire…, dovresti vivere un mese nel corpo di una donna e poi ne potremmo riparlare.

Dico? Stiamo scherzando? Prima volete la parità dei sessi, vi siete accapigliate per un tempo immemorabile per raggiungere la Camera dei Deputati, ma non vi va bene manco questo.

Volete vestire in minigonna e v’infuriate se un uomo vi guarda con desiderio. E lasciate stare le violenze, che è un discorso a parte. Che c’entrano gli stupri?

Anche gli uomini, peraltro, a proposito di violenze psicologiche e fisiche ne ricevono, ben più subdole. Un uomo, che ne so, omosessuale viene licenziato e si trova sul lastrico come in Philadelphia, e non può neanche denunciare l’accaduto che viene preso per un senza palle.

Stefano Cucci è stato massacrato in carcere perché reputato un “cacasotto” da dei lercioni maiali.

Un uomo diverso dagli altri in questa società non ha speranza. Dall’uomo si pretende produttività, efficienza, sicurezza in sé stesso e che sia anche un discreto “trombatore”. Uno col “fascino”.

Una donna “diversa” invece viene rispettata da gran signora. Trova uno che la mantiene, fa la bella vita e si spaccia pure per intellettuale. Va a fare la psicologa o la maestra, l’educatrice dei miei coglioni.

Via dal cazzo queste falsissime. Che fanno le chic e poi le vedi che sbavano dietro Day-Lewis non perché sia bravo come attore, ma perché ispira sesso! Il signor Daniel le manderà solo a cagare.

Noi uomini siamo onesti. Vediamo Monica Bellucci, almeno quella di dieci anni fa, e la diciamo tutta.

– Stefano, che cosa ti suscita Monica?

– La voglia di sbatterglielo nel culo. Anche se poi apre bocca e me lo fa diventare moscio. Recita come una dell’asilo nido.

 

Le donne invece no. Mentono in maniera spudorata. Per via dell’educazione cattolica della Vergine Maria e del fatto che son cresciute col mito della purezza e dell’essere angelicate.

Ma de che!? Che se vedono Fassbender a torso nudo in tv, devi chiamare l’idraulico perché hanno allagato tutta la sala.

 

Quindi, finitela, facciamo abbastanza schifo, noi uomini, e fate schifo pure voi.

Basta con le ipocrisie!

 

L’uomo, se rifiutato da una, al massimo le dice, stizzito, che è una cretina.

La donna del nuovo millennio invece è ferocissima. Se un uomo è un po’ timido e titubante, ecco che parte in quinta: ah frocio! Impotente! Coglionazzo! Idiota!

 

Stamattina, ero al bar, come sempre. Quando sono molto sereno, mi viene lo sguardo catatonico e sembro scemo.

A un certo punto, un ragazzino con la sua fighetta, ha cominciato a farmi le smorfie, prendendosi gioco di me.

Gli ho versato il cappuccino bollente in testa.

– Io ti denuncio!

– Ah sì? Ecco la brioche, zuccherino!

 

E gliel’ho ficcata in bocca, quasi strozzandolo.

– Tutto questo perché ti prendevo un po’ per il culo?

– Ecco, vedi di andare a prendere per il culo la tua troietta.

 

E comunque questa è una grande canzone!

 

Ma è una canzone razzista! Come il mondo!

Che poi, a me dei sessi, del sesso in generale importa davvero un fico.

Vedete di fottervi.
Fa CALDO, eh?

In poche parole, il succhiotto, no il succo è questo:

non ho mai visto un uomo bello farsi mantenere e stare alle Bahamas col cocktail in mano tutto l’anno. L’uomo, anche se bello, se non si dà da fare, è nella merda. Una donna senza qualità, se è bella e se la vede brutta, scusate il gioco di parole, si trova un riccone che la mantiene. È una triste verità, ma è così.

 

Chiedo venia al Frusciante per avergliene suonate quattro. Ma se la sta tirando troppo ultimamente. Cioè fa la bella figa. E questo non deve succedere mai più.

Adesso, scusate, devo bere il caffè.

39277200_10211878792908090_2653820877283524608_nVoi davvero credete a tutte le stronzate che dico?

, Queens, NY - 20180130Director Martin Scorsese watches Robert De Niro beat up a guy while filming a scene at "The Irishman" movie set in Ridgewood, Queens-PICTURED: Robert De Niro-PHOTO by: Jose Perez/INSTARimages.com This is an editorial, rights-managed image. Please contact Instar Images LLC for licensing fee and rights information at sales@instarimages.com or call +1 212 414 0207 This image may not be published in any way that is, or might be deemed to be, defamatory, libelous, pornographic, or obscene. Please consult our sales department for any clarification needed prior to publication and use. Instar Images LLC reserves the right to pursue unauthorized users of this material. If you are in violation of our intellectual property rights or copyright you may be liable for damages, loss of income, any profits you derive from the unauthorized use of this material and, where appropriate, the cost of collection and/or any statutory damages awarded

di Stefano Falotico

Con Pippo Inzaghi, il Bologna andrà dritto in Serie B (piccola parentesi calcistica, anche cinematografica)


01 Aug

Banfi Allenatore nel pallone38251392_10211793483535409_410543352455364608_n

No, a me Filippo, soprattutto come allenatore, non piace per niente.

È uno di quei tipi di cui diffidava Giulio Cesare. Sì, troppo magro. È un classe ’73 ma ha giù un paio di occhiaie da uno di novanta. Emaciato, nervoso, non sta fermo un istante. Probabilmente, soffre di ebefrenia. Ah ah.

Ed è lì, ai bordi dell’erba (e lui al Milan ne fumò…), che impartisce ordini come il sergente istruttore Lee Ermey.

Non crede nei nonnismi, nelle gerarchie e fa bene, ma tratta tutti, anche i “senatori”, con piglio isterico. Si dimena, sbraita, urla come un matto, a questo ci vuole la camicia di forza.

E poi io ho una teoria in merito. Un uomo che si è scopato alcune delle più grandi fighe di sempre, Manuela Arcuri, Samantha De Grenet, Stefania Orlando, Aida Yespica, Sara Tommasi, Sara Varone, Claudia Galanti, Alessia Ventura e, se ho dimenticato qualche altra zoccola, ditemelo pure, non può essere un allenatore “umano”.

Questo qui, nonostante il fisico mingherlino da competizione per vincere il premio come miglior pelle e ossa della storia, oramai che i pellerossa sono in via di estinzione, è secondo il mio modesto parere “pedagogico” un mostro, un leviatano, un troione da spiaggia che nemmeno il mitico Roncato/Margheritoni di Mezzo destro mezzo sinistro – 2 calciatori senza pallone potrebbe battere come “porcellino”.

Sì, Margheritoni era almeno un “italiano vero”, da Toto Cutugno, uno che alla fine aveva cuore e passione, e si struggeva per la sua Isabel Russinova. Ah, grande all’epoca la Russinova, un donnone da vera alcova.

Inzaghi invece fu centravanti di “sfondamento” come Stefano Davanzati/Speroni de L’allenatore nel pallone.

Un “opportunista” delle palle “calde”. Che, zac, quando meno te l’aspettavi… ficcava.

E non mi piace come umilia i giocatori e scatena guerre nello spogliatoio, da Robert Duvall di Apocalypse Now.

Sì, Inzaghi, come Oronzo Canà/Lino Banfi, sta sperimentando nuovi marcamenti a zona.

La B zona, che è quella per tornare in Serie B.

Troppo arrogante questo Pippo, pretende troppo dai suoi ragazzi, così facendo, li demoralizzerà, spegnendo ogni loro potenziale. Non li lascia respirare, li soffoca, li fa correre per cinque ore a 45 gradi all’ombra.

Lasciatevelo dire. Di donne non è che io sia un campione come Pino Insegno/Vacca, ma sul Calcio e sul Cinema non mi batte nessuno. In questi “campi da gioco” sono imbattibile. Lo sa benissimo il mio amico Samuel L. Jackson di Pulp Fiction.

 

 

di Stefano Falotico

Secondo Cronenberg il Cinema non è morto, sta mutando nella “nuova carne”, mentre Marchionne è oramai andato


23 Jul

Cronenberg

 

Sì, oggi pomeriggio, dopo un lauto pranzo, in occasione del compleanno di mia madre, sono andato a fare un giro. Al che, dovete sapere, che dalle mie parti, sebbene abiti in periferia, hanno aperto oramai da anni un’università. Credo sia la facoltà d’ingegneria. Roba che non m’interessa. Ho scelto il giorno sbagliato per far “due passi” in macchina. C’era un pienone, con tante automobili strombazzanti. Sì, è stato il giorno delle lauree e tutti gli studenti uscivano festosi dal caseggiato con la “coroncina di spine”, inconsapevoli del mondo che li attenderà. Sì, edificheranno palazzi che, al primo battito di vento, crolleranno e, per inadempienza ai loro studi, fatti col culo, saranno accusati di omicidio colposo. Quindi, li rinchiuderanno alla Dozza, celeberrimo carcere bolognese. Ove resteranno dieci anni e poi, una volta scontata la pena, dovranno ricostruire tutta la loro vita, mattone su mattone, partendo proprio dal cantiere limitrofo all’università da loro frequentata. Riciclandosi come formiche operaie. Sì, c’è un cantiere sempre in quella zona universitaria, perché stanno mettendo su questo cazzo di People Mover, una sorta di trenino “galleggiante” nell’aria che collegherà la Stazione all’Aeroporto. Roba che uno fa prima a farsela a piedi. Proprio dei soldi buttati nel cesso.

Comunque sia, visto che c’era un traffico della madonna, ho dovuto sostare adiacente all’entrata dell’università. E, immobile, ho ammirato di “belvedere” tutta una serie di cosce femminili notevoli.

Soprattutto una donna, ottimamente equilibrata di forme graziose e voluttuose, ha attirato la mia attenzione e “tirato” anche qualcosa che ho dovuto bloccare col “freno a mano” del mio sublimarla subito. Sì, era in compagnia di un ragazzone palestrato e dunque i miei occhi, in maniera furbesca, sì vedevano il suo fondoschiena marmoreo, ben diluito in una minigonna floridamente attraente, ma allo stesso tempo dovevano far finta di non vedere. Insomma, se una donna di questo livello ha già il suo uccello, come si suol dire, non bisogna darlo/a… a vedere, occhio non vede, cuor non duole.

Sì, so, ragazzi miei, che vi struggete perché la donna dei vostri sogni, che tanto vi lascia insonni, sta con una testa di cazzo insopportabile, e per voi son dolori che alleviate con frustranti seghe pesanti.

Ma è la vita. Non si può azzardare laddove il vostro azzardo potrebbe farvi patire pene… dell’inferno. Perché, se vi va bene, vi beccherete un mal rovescio, se vi andrà male, come infatti già è andata, c’è sempre il canale del Tubo a luci rosse per compensare la fregatura e per sfregarvelo un po’. Eh sì.

Meglio di niente, no?

Ora, questo lungo… discorso per dire che, potete incazzarvi quanto vi pare, ma Netflix è come le donne. Siete dei romanticoni che sognate il Cinema sul grande schermo e invece questa piattaforma sta monopolizzando il modo di fruir della celluloide, e tal processo, che vi piaccia o meno, non si può fermare, cresce di ora in ora e “contagia” anche chi prima disdegnava lo streaming ma inevitabilmente vi ha abdicato, così come le donne, che non ve la danno, vorreste che fossero una vostra esclusiva e invece, a malincuore e a fegato amaro, scoprite che si scoprono con altri. Tutti oramai ne “fruiscono”, tranne voi, rimasti indietro. Ah ah.

Ecco, vi spiego una strategia “infallibile” di approccio. Andate da una donna che vi attizza in chat su Facebook e scrivetele…  ho letto i tuoi post, sono molto malinconici, pari sfiduciata, vorrei credessi ancora all’amore, e spero t’innamorerai di me.

Lei vi risponderà: – L’amore non si sceglie, è lui che sceglie te.

E voi: – Infatti. Io sono l’amore e ti ho scelto. Chiaro?

 

Ah ah.

Sì, probabilmente il suo ragazzo vi spaccherà la faccia, ma dovete comunque calcolare la possibilità che possiate essere voi a metterglielo in quel posto… liscio e caldo.

Sì, Marchionne sta morendo. Forse è già morto.

Molte sono come le macchine della FIAT, alla prima “botta” vanno giù di carrozzeria. Sì, dopo essere state sverginate, imbruttiscono e diventano chiatte. E si lasciano “sfasciare” a destra e a manca con una facilità incredibile.

Voi, invece, donne lussuriose, “lussate” e di lusso, venite… dal meccanico che sono io e sarà un Crash al bacio.

Dopo questa porcatella, vado a prepararmi un caffè con la cannella.

Cosa faccio di lavoro? Fuori dalla mia porta, c’è scritto: aperto dalle 9 di mattina alle otto di sera.

Il tariffario è a ore: più duro e più incasso.

Nel senso che è proprio dura e io di botte ne prendo un casino. Eh sì, un casino… la mia vita.

Ah ah.

Un bordello!

 

di Stefano Falotico

Lezioni di maschilismo continua: Il cacciatore è un film che possono capire solo gli uomini


19 Jun

Il cacciatore

Se andate da una donna e le chiedete qual è il suo film preferito, per farvi contenti, vi dirà Quarto potere. Ma è una spudorata bugiarda. Dice così perché è bello dire che “il più grande film del mondo” è il suo prediletto. Così salva la faccia.

Invero, la scoprirete col fazzoletto sulle note di Unchained Melody di Ghost, una delle più grandi boiate della storia dell’umanità, ma le donne ne vanno matte.

Se invece scoprirete un uomo commuoversi alla fine di questo film, state attenti al vostro culo, non è un uomo. Oppure è impazzito e dovete chiamare la neuro. Sì, l’uomo non può emozionarsi dinanzi al fantasma del compagno reincarnato in questa melassa strappalacrime.

L’uomo vero si emoziona con Il cacciatore. Chi sostiene che non sia un capolavoro assoluto, è giusto che si meriti le seghe che si spara. È un virtuale pippaiolo di minchiate. Non ha anima, e va spedito d’urgenza a un ricovero.

Film più che sulla guerra, come invece è Apocalypse Now, sugli effetti della guerra.

Che smembra e dilania le coscienze e irreversibilmente le martoria e annienta. Distruggendo tutto. Tragicamente micidiale.

Ora, a parte questa parentesi sull’amicizia virile, direi di spostare la nostra attenzione nuovamente sul gentil sesso. Che poi non è così gentile. Conosco molte donne che amano scoreggiare mentre ammirano il loro tatuaggio del serpente alato nel bagno dello specchio. E vi garantisco che di “gentilezza” hanno ben poco queste primitive. Sì, loro amano l’uomo da “sbatacchiarsi”, che sbaciucchiano come fosse un Mottarello, prendendolo a morsi nell’avido sciogliersi del loro rimmel al cioccolato su rossetto “alla panna”. Sono devastanti, uno spettacolo osceno. Dio ci salvi da queste. Sarebbero capaci di prendere un fisico nucleare e, dopo averlo “atomizzato” a base di esplosioni loro orgasmiche da dannate, annientarlo fotonicamente al grido di un amplesso inverecondo da urlatrici di tutte le loro frustrazioni iraconde. Il poveretto, schiacciato e travolto da queste virago, spappolato dalla loro villana arditezza scalmanata, sarà liquefatto in un nanosecondo. E lo andremo a trovare allo zoo ove, ridotto a babbuino, chiederà i vostri arachidi.

Sì, donne così vi distruggono, sono talmente zotiche da farvi regredire a stati protozoici, rimbambendovi nella demenza più scimmiesca.

Noi uomini, va detto, siamo dei cazzoncelli. Siamo personaggi da C’era una volta in America, dei malandrini, dei gangster da quattro soldi, dei burloni, pigliamo tutto a scherzo, e nella goliardia gongoliamo, divertendoci da Amici miei.

Che vi piaccia o meno, siamo poco evoluti, badiamo al sodo. Possiamo avere tutta la cultura del mondo ma dinanzi a un culo tornito si vanno a farsi fottere tutte le “buone educazioni”. Perché siamo istintivi, animaleschi, agiamo primordialmente. Siamo gretti com’è giusto che sia. Perché possediamo qualcosa in mezzo alle gambe e, al di là delle ipocrisie, questo qualcosa non può essere eccitato da Nicoletta Braschi. Ora, a Benigni la Braschi piace e probabilmente hanno sempre scopato come mandrilli. Ma perché Benigni è pazzo, nessun uomo normale ce la farebbe se, ogni volta, non venisse pagato venti milioni di dollari. Io credo che non ce la farei neanche col patrimonio di Rockefeller.

Sì, l’uomo è “homo”, altro che sapiens sapiens.

Sì, ecco che un uomo guarda il fondoschiena di Alessandra Sapiente, fidatevi, è “buona”, e “regredisce” del tutto, perdendo ogni sapienza, di folle insipienza smarrisce ogni pazienza e probabilmente bisogna tenerlo fermo con dei neurolettici pesantissimi. Il leone va addormentato!

L’altra sera, ad esempio, ero su Instagram. Al che ho segnalato una foto. Non era porno. No, era la foto di una giocatrice di basket, fotografata da dietro mentre schiacciava. In quello schiacciamento il fotografo aveva colto l’attimo idilliaco del suo culo paradisiaco, in totale slancio sudato ed “elevato”.

Ecco, foto così vanno bene a me ma un uomo “normale” potrebbe rimanerci secco. Va tolta subito affinché i diecimila follower che la seguono non possano finire al cimitero.

Sì, questo è un altro problema sessista. Se un uomo gira in mutande per strada, chiamano la polizia. Se una donna gira in minipants con stacchi di cosce ignude, al massimo le si dice che sta esagerando. E che molti cuori ne potrebbero risentire. Già.

Avete mai sentito una donna avere un infarto e un colpo apoplettico dinanzi a un nudo maschile? No, perché le donne guardano poco l’aspetto fisico, sono prese dal fascino mentale.

Gli uomini invece perdono la testa come Christopher Walken de Il cacciatore dirimpetto ad Azzurra Verde. So io chi è Azzurra, è una da bollino rosso…

È così. Io sono un maschilista, ed è giusto che le donne siano femministe.

Well, meeting adjourned, gentlemen.

La seduta è tolta. Scambiatevi un segno di pace e scambiatevi se siete scambisti.

Basta che non mi rompiate u caz’.

Ho da vedere un film. Allora!

Poi, vogliamo mettere la scena in cui Stanley chiede a Mike se la sua donna gli piace?

Puro maschilismo alla Cimino, che divenne una donna.

 

di Stefano Falotico

Genius-Pop

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