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Dei giovani d’oggi e del Lebowski sul dubbio se sia giovane


12 Nov

lebowskigiovani

Su Facebook, in questa domenica non so se letiziosa, di certo sfiziosa, ho postato una mia massima forse dettata dalla noia, da strana ispirazione “mesmerica”, da una notte insonne, dal fatto che domattina sarà possibile osservare il bacio fra Giove e Venere nella rotta di collisione del mio essere molto alieno rispetto alla massa. Massa per accelerazione di gravità uguale teoria della relatività, sosteneva Einstein, ed è infatti tutto relativo. Quando si parla di massa, si rischia di fare un po’ di confusione, di definire incertamente con questo termine, semmai, semplicemente ciò che non appartiene ai nostri canoni di bellezza rispetto ai nostri sentimenti, rispetto alla nostra cultura, rispetto anche ai nostri insolubili, vivaddio squinternati umori. E si rischia di appiattire tutto in una banale scrematura fra ciò che è personale da ciò che non condividiamo. Massa significa molte cose e niente. Si dice spesso… tu ti elevi dalla massa, dovresti stimarti di più, alla massa piacciono cose sciocche e frivole, mercantilistiche, tu sei di un’altra categoria. Quale sia questa categoria siamo poi sicuri che l’abbiamo individuata? Fatto sta che i giovani d’oggi non se la passano bene e hanno invece qualità superiori alle media.

Sono ammorbati e annichiliti da quest’imperativo pervasivo, minaccioso e ricattatorio: ma, tu, un lavoro ce l’hai? E allora, se non ce l’hai, stai zitto e datti una mossa, vedi di crescere!

Sì, il lavoro scarseggia e manca anche fra quelli che hanno studiato… che dovrebbero dunque svolgere professioni altamente remunerative per via della loro superiore (?) cultura. Insomma, il mondo ha sempre funzionato così. Pessima considerazione per gli operai, pochi “giovamenti” sociali, paghe magre e da fame, e stipendi invece faraonici per medici, avvocati, psicologi, “grandi” docenti. Che, detto per inciso, quasi sempre professano i loro privilegi meschini…

Col tempo, questa distinzione, da netta e ineludibile, s’è fatta più sottile, anzi, la borghesia neppure più esiste, soppiantata dal livellamento socio-economico, il proletariato è estinto per le stesse ragioni, tutti oggi sono borghesi e al contempo tutti sono “operai”. Eppur in molti sono sulla stessa barca. Galleggianti a fatica nella marea di una società impazzita. Ove le persone perdono la brocca perché licenziate, ove chi guadagna molto vuole guadagnare di più, però si accorge che non può più sopraffare il prossimo perché quel presunto sprovveduto e svantaggiato è più culturalmente preparato di lui e quindi lo obbliga a rivedere la sua agiata posizione…

Un mondo ove tutti voglion dir la loro e non vogliono essere contraddetti.

Quella mia frase, buttata lì, all’apparenza una normalissima osservazione estemporanea, viene sommersa dai Mi piace e, se escludiamo un commento fuori luogo, che replica in modo che si crede divertente… sì, bello, ma un discorso che andava bene alla scuola media… tanto per fare dell’umorismo “simpatico”, innesca una discussione quanto mai gagliarda, stimolante, interessante, e sprigiona il lato sanamente ribelle di chi, da questo mondo dannatamente arrivista, che inculca il falso mito della competizione sin dall’asilo nido, si sente onestamente, (s)oggettivamente escluso.

È la società al contrario. Gli eccellenti lavano i piatti e i mediocri dispongono. Sono le caste rivoltate. È materia antica…

– Sono d’accordo. Il conformismo regna mentre chi non segue il gregge è destinato a restare solo.

– Non sempre… la domanda che mi faccio è… tu rinunceresti alla tua libertà individuale per essere come questi stronzi? Con la testa che hai e il seguito che hai?. Manco per il c… o!

– Si rischia sempre di confondere la nobiltà con il potere materiale. Tradizionalmente, le due cose coincidevano- hanno coinciso per un certo tempo. Poi per motivi tanto fisiologici quanto “umani”, hanno smesso di coincidere fino alla sovversione. Ora il volgare detiene il potere materiale e il nobile lo si può trovare, sparuto, tra gli invisibili…

 

E via dicendo…

 

Fra gli interventi da citare anche quelli del solito vecchiume che ridacchia di certe nostre osservazioni e si fa gioco di queste domande nostre “inutili”. Poi, si scopre che è la stessa gente, che non crede a nulla, quindi più deficiente del “nichilismo” che aspramente critica, che va a vedere “filmoni” come l’orrido The Place.

 

La domanda, comunque, è: alla mia età, posso annoverarmi e includere fra i giovani? Sì, perché vecchio non affatto sono, e soprattutto sono più giovane di tanti giovani vecchi, quelli che sembrano tanto “inseriti” solo perché si sono facilmente adattati al pigro andazzo di uno schifo generale. E parlano per facile retorica, senza mai confrontarsi con la durezza della realtà, una realtà che hanno dimenticato o fingono ipocritamente di non vedere…

E concludo con un’altra mia massima: la gente odia ogni santo giorno un mondo che poi non fa niente per cambiare e, tutto sommato, gli sta bene così.

 

di Stefano Falotico

Il lavoro “(ovo)sodo”, Ancelotti a casa, il tacco di De Niro e un pacco che mi ha dato il pacco


28 Sep

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Eh sì, ti svegli di buon umore e, nel frastuono della città, già iperattiva, al solito frenetica e anche ebefrenica, sì, la gente è matta, ma lo sapete meglio di me, vai in cucina a prepararti un “lauto” caffè che, sincero, è scioltissimo come il tuo uccellino già “abbisognante” di far la pisciatina con tanto di “scrollatona”, ma poi, dopo aver serenamente evacuato, comprendi che sei ancora in alto mare e la tua vita non ha una direzione precisa. Acquedotto, fai acqua da tutte le parti, schizzato! Sì, ultimamente mi son barcamenato con collaborazioni “a pagamento”, scrivendo articoli, spesso di Cinema, frutto della mia penna velenosa, piccantella, originale e un po’ fuori dagli schemi, e ho impostato la mia esistenza sulla contemplazione medio-orientale di un pensiero nietzschiano da uomo “forte”. Respingendo le ovvietà e rendendomi un uomo al di sopra dei giudizi facili. Colleziono libri d’intarsio pregiato e anche “prelibato”, ed è ancora presto per dar addio al celibato, essendo da molte donne leccato eppur mai veramente “succhiato”, e dunque mi “pompo” d’orgoglio per non cader a pezzi, anche a pezzente, mentre la società impone il capitalismo sfrenato dei soldi a tutti i costi, a costo anche che ti spezzi le costole. Ah, ma com’è bello mangiar le costolette di “maiale” senz’essersele guadagnate. Vanno “inserite” nel sugo, con tanto di scarpetta, e fatte abbrustolire a temperatura di “olio” scoppiettante con aggiunta di peperoncino per dare un tocco sfizioso al tuo palato focoso. Aggiungetevi del vino sopra per insaporire la pietanza per la “ricca” panza. Ah, ma invece mangi pane e pene, e la tua vita da un filo pende. Ah, v’invidio miei statali dipendenti, voi sì che non fate un cazzo magnando a sbafo e leccandovi i baffi delle otto ore sudate nella “fatica” di leggere il Corriere dello Sport. Eh sì, son braccia sottratte all’agricoltura e indubbiamente “produttive” di discorsi “balistici”, con qualche balla che raccontate alla segretaria per “macchiarla” di vostro “bianchetto” fra un capufficio “decaffeinato” e stronzo di color marrone come la cioccolata calda, un cappuccino schiumoso e un ciuffo moscio come la vostra esistenza piatta. Che piattole. E lei, donna tu mi stufi, vada a preparar lo stufato e poi lavi i piatti. Patti chiari e amicizia “lunga”. Lo sa il vicino che le ripara lo “sciacquone”. Ah ah.

Sì, diciamo che alle volte mi disoccupo e il tempo occupo nel cupo. Eppur ancora non indosso la coppola. Son uomo onesto, lesto a esser al mattino presto desto, e giammai agli arresti.

Eppur c’è chi se la passa “peggio” di me. Carlo Ancelotti, dopo l’ennesima batosta, è stato cacciato dal Bayern Monaco. Ma lo pagheranno lo stesso, come da contratto. D’altronde, il suo stomaco non conosce “licenziamenti” ma solo “liquidazioni” del grasso che cola.

Fra poco, anche Montella lascerà il Milan. Fassone è un fessone, ma non così tanto da continuare a tenere questo Vincenzino. Altrimenti, come farà il Fassone a prendere tranquillo l’aeroplanino per le trasferte del “biscione?”. Ah, c’entra sempre Berlusconi, ottantenne che s’è fatto il culo per arrivare là e soprattutto si è fatto quelli di molte donne. Le donne erano rispettate dall’alta società, d’altronde se lo facevano… di brutto. Anche rifatto/e. Lavoratrici dure, molto duro, praticamente di oro inossidabile e orgia inattaccabile dalla Sinistra.

I miei genitori, dal loro paese natio, hanno ordinato salsicce, pasticcini, pizze e pane fresco. Il corriere non è arrivato e credo arriverà con sette giorni di ritardo. Insomma, la roba buona si squaglierà, miei buo(n)i a nulla.

Vi saluto e vi auguro buonasera, sapendo che Alberto Sordi aveva ragione a dire che vi meritate Nanni Moretti. O era il contrario? Mah. Nel dubbio, mi giro i pollici.

Potevo essere un uomo alto, ma comunque non mi puzza l’alito. E adesso pizze per tutti. Anche a lei, donna di pizzo, non mi prenda per pazzo, mia pupazza, mi spupazzi.

 

di Stefano Falotico

 

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