Eh sì, il “rinascimento” di McConaughey, che comunque in futuro promette faville, pare essersi interrotto bruscamente. Gli ultimi “suoi” film sono andati piuttosto maluccio, massacrato La foresta dei sogni, e scarsamente apprezzato Gold. Dopo i fasti irripetibili della stagione della consacrazione, 2013-2014, dove al True Detective aggiunse il premio Oscar di Dallas Buyers Club, e dopo l’ottima interpretazione, anche se un po’ di maniera e convenzionale, nel freddo Interstellar di Nolan, McConaughey è andato, come avevo previsto, incontro a un clamoroso insuccesso. A sentir la Critica, americana e nostrana, La Torre Nera è un disastro su tutti i fronti, e non solo per colpa del minutaggio ridotto che azzera la complessità di una storia fiume. King Stephen piange lacrime amare, mentre i critici si “sbellicano” di fronte alla prova stilizzata e ridicola del suo Man in Black. Matthew pare che nella pellicola pronunci battute scontatissime e inascoltabili, e la scrittura del suo personaggio sia solamente abbozzata. Insomma, una macchietta. Ripeto, era prevedibile che questo film, a giudicare dai primi filmati, bambineschi e infantilissimi, fosse una coglionata assurda, una presa per i fondelli per gli amanti della saga e non solo. Anzi, forse piacerà agli amanti della sega. Ma credo non sia nemmeno piacere masturbatorio da sabato sera. Eppure Mc non si scoraggia ed è ripartito all’attacco. Concorrerà per le statuette per il suo padre disperato di White Boy Rick, ritroverà la chimica con l’Hathaway di Serenity? E Harmony Korine è una scommessa da vincere. Dai Mc, non scoraggiarti, non scoreggiare.
Dai su, con la tua “faccia da culo” puoi non andare giù. Stai SERENO.
di Stefano Falotico