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È morto il Pibe de Oro, Dio è morto, Marx pure, e anche io non mi sento molto bene, evviva comunque Francis Ford Coppola & Scorsese, Al Pacino & De Niro!
Un uomo è morto. Un uomo non tanto normale…
Colui che, anche se non fosse vero che sia stato the greatest football player of all time, cioè il più grande calciatore di tutti i tempi poiché, con buona pace dei napoletani, forse lo fu Pelé oppure lo è Messi, oramai verrà considerato tale. Mi pare un doveroso omaggio. Sacrosanto!
Diego Armando Maradona, forse, non era un grande uomo. O forse, così come disse la serafica, magnifica, sì, gran fi… a, Marlene Dietrich nei riguardi de L’infernale Quinlan, a suo modo, lo era…
Un uomo folle, vizioso, capriccioso. Soprattutto permaloso. In particolar modo perché, per l’appunto, nessuno poteva dirgli che Pelé fu più bravo di lui.
Una testa calda, un uomo sanguigno e verace. Argentino eppur partenopeo nell’animo. Un uomo vulcanico che, alla pari del Vesuvio, purtroppo non potrà più eruttare la sua magmatica e magnetica forza lavica, incendiando le platee anche solo col potere del suo focoso carisma inaudito e immane.
Ebbe una vita sregolata, drogata, oggi oramai definitivamente e mortalmente infartuata.
Che vi piaccia o no, che l’abbiate amato, adorato, idolatrato oppure l’abbiate considerato solamente un pagliaccio, un giocoliere da circo, Maradona è un mito.
È, Dio c’è. C’è ancora anche se adesso sta lassù. A benedire la sua patria immiserita, forse miserrima o patetica, sta là e non prega Allah, sta alla destra del Padre a sperare che il sangue di San Gennaro riesploda vitalmente e vivifichi molte reliquie viventi, asciugando le lacrime amare di tanta gente di Napoli disperata. Credete a Nietzsche o a Woody Allen?
O agli zingari di Emir Kusturica?
Maradona era così. Un tipo difficile, scontroso, dal carattere fumantino. Fumante come il Nevado Ojos del Salado.
Tutti sapevano che era il più forte, al che lo invidiavano a morte e lo facevano apposta arrabbiare ma lui, esasperato, li afferrava per le p… le, no, prendeva una palla e faceva questo.
Facendosi perdonare per aver segnato, (ir)regolarmente, un goal con la mano. Mano de Dios.
Eh sì, rigirava sempre le frittate in modo balistico, più che altro ballistico, grazie al potere fascinoso della sua pancetta ipnotica. E, con posa basculante da “tarchiatello” deriso da Diego Abatantuno di Tifosi, dribblava ogni cattiveria, fottendosene immensamente, rifilando a ogni pallone gonfiato un’acrobazia esagerata.
Pura rovesciata incredibile. Che classe, che portamento. Altro che quella del Pelé in Fuga per la vittoria. Visto che fenomeno? Dunque, è morto Sean Connery dopo essere stato ucciso nella finzione, su commissione, da De Niro negli Intoccabili. È morto Gigi Proietti che doppiò De Niro in Mean Streets simili ai quartieri spagnoli.
Ed è finita una vita da Asso come in Casinò… The Irishman è un capolavoro. Anche tutti i padrini sono opere grandiosamente belle quanto il goal più bello del mondo. Al Pacino viene ucciso da De Niro in The Irishman. E, nel secondo capitolo della trilogia di Francis Ford Coppola sulla famiglia Corleone, al crepuscolo di un autunno tristissimo, non ha il coraggio di piangere, pensando che forse ha fatto ammazzare, per orgoglio e vanità cretina, il suo fratello migliore, interpretato dal compianto John Cazale. Il fratello che gli voleva più bene. Colui che non l’avrebbe mai tradito, bensì servito e riverito.
Maradona, genio del Calcio. Coppola e Scorsese, geni del Cinema.
Uomini malinconici, uomini passionali e al contempo fragili e tragici, uomini melodrammatici, uomini nel cui cuore batte un falò…
Ovviamente, vostra signoria, un articolo del sottoscritto, ovvero Stefano Falotico.
JOKER: hanno spostato la proiezione stampa per gli accreditati del festival di Venezia al 31 – Frankenstein contro Dracula, Fracchia contro Dracula, sono davvero una belva umana!
Cazzo!
Ho pernottato in albergo sino al 31, sì, è vero, devo lasciare la camera prima delle undici del mattino.
E che me ne fotte? Sì, m’era stato comunicato, così come infatti scrissi, che Joker sarebbe stato proiettato alla stampa il giorno prima, appunto, della mondiale anteprima.
Fu una soffiata erronea.
A quanto pare invece, eh già, potremo vedere Joker in Sala Darsena alle otto e mezza del mattino?!
Dico, ma è un orario improponibile.
La sera prima non posso imbucarmi a qualche festa, leccando la passerina di qualche gattina. Non posso neppure ubriacarmi, insomma, sarà una vigilia di casta astinenza. Una bella inculatina.
Va be’, ultimamente sono molto astemio, però di più bestemmio.
Avete letto?
Bene, ragazzi delle scuole, segnatevi quest’aforisma appena coniato da me stesso, il Falotico presente-assente.
Repetita juvant e abbasso la Juventus: ultimamente sono molto astemio, però di più bestemmio.
Sì, ci sarebbe pure la proiezione quasi a mezzogiorno, sempre del Joker, in Sala Grande.
Eh, ma per poter accedere a questa proiezione, forse la sera prima bisogna fare il lecchino.
Ho detto tutto.
Ora, cambiamo totalmente argomento ma diamoci comunque dentro!
Ah ah. Ritengo Kenneth Branagh un genio. De Niro di più. Joaquin Phoenix, quasi.
Reputo invece tu un pagliaccio, sì, sei un invidioso come Iago. In verità ti dico che non sei dotato come un mandingo, ovvero Otello, il moro di Venezia.
E quella mora finirà a letto con Brad Pitt di Ad Astra. Secondo me, sì. Secondo te? Dai, ordina un piatto di tagliatelle, accompagnale con un buon vinello e Donatella amerà comunque sempre il mio uccello.
Sì, gigioneggio. Le sparo grossissime, sono un burlone, nel divertimento ilare volteggio e, chissà, forse Ilaria con me notteggerà per mie e sue congiunzioni carnali in gran quantità d’ormonale qualità. Ah ah. Terminata che sarà la fornicazione, dopo l’orgasmo e l’amplesso ginnastico, Ilaria riderà di gusto, poi andrà in bagno, si guarderà allo specchio e si truccherà per mostrarsi in pubico, no, in pubblico.
Sì, la gente cosiddetta normale, a cui ovviamente va messo alle donne, no, vanno annesse le donne, prima d’incontrare la realtà quotidiana che sta là fuori, cazzo, usa maschere che neanche Pirandello si sarebbe mai sognato di descrivere, scrivere, dipingere e (s)tingere.
Sì, questa donna da me a letto struccata, soprattutto toccata e assai trombata, dopo aver fatto sesso con un uomo nudo e crudo come il sottoscritto, per riassumere una parvenza da donna altolocata, chiamerà a raccolta tutto il Makeup Department del Joker, appunto!
Ah ah, sono proprio un Draculino e vi piglio tutti, in particolar modo tutte, per il culino.
Avete mai visto l’intervista che Kenneth Branagh pose a De Niro riguardo il suo, anzi loro, Frankenstein di Mary Shelley?
Prima, su YouTube era stata caricata integralmente. Adesso, ve n’è soltanto uno spezzone.
Comunque sia, amici, non fatemi la fine di Fracchia e Fantozzi.
Come dice Diego Abatantuono in Fantozzi contro tutti, appunto…
Avete incontrato, stavolta, chi vi ha dato pane per i vostri denti. Cioè pene.
Il filoncino speciale… ve lo ficco dentro il sacchetto?
Ma no, poveri rincoglioniti. Uno dei miei condomini, l’oramai anzianissimo signor Sacchetti, sta messo meglio di voi.
Forza, TONNA, cioè donna… come dice Abatantuono, vai a buttare la spazzatura.
Preparami la salsiccia!
Prendi anche questo sacchetto e ficcatelo in saccoccia.
Ehi, tu, non gufare!
di Stefano Falotico
A proposito di The Italian Stallion, ovvero Sly: un tempo non mi risparmiavo e sognavo di essere Rocky Balboa…
Adesso devo centellinare ogni spesa, anche quella del dentifricio della Coop, per risparmiare e potermi permettere, oserei dire, il lusso di comprarmi il Blu-ray di Rocky – La Saga Completa a prezzo scontatissimo di 13 Euro e 38, salvo… spese postali eventualmente gratis se mi abbono ad Amazon Prime.
Ho detto tutto. La mia vita è stata un franchise di sfighe a ripetizione, di spin–off e reboot ricalcati sulla solita trama con poche variazioni tematiche. Ovvero, ogni qualvolta credetti che si fosse accesa in me la spina, ogni volta che pensai d’aver imboccato la via della svolta, ecco che la gente noiosa e spenta, volendomi imboccare con le sue buoniste rose, adattandomi alla sua visione falsa, melensa e retorica, mi ha urlato che sono eternamente un brocco che nessuna ne imbrocca e imbroccherà, mi ha tolto pure le brocche d’acqua naturale, gridandomi che non sono e non sarò mai dotato di sufficienti, robuste spine dorsali (sì, non ce n’è solo una) per poter resistere in un mondo di bestie e dementi.
Sì, non ho mai preso ripetizioni da nessun insegnante. Però io posso dar lezioni a tutti.
Mi do, malgrado quest’inutile eppur lodevole virtù, solamente un altro paio di anni. Al cui scadere, no, non sarò miracolato come Re Artù, estraendo la spada nella e dalla roccia, bensì sarò in modo truculente infilzato dalla caudina forca di questa società medioevalistica e fetente. A partire dalla mezzanotte scoccata di quest’ultimatum datomi, altro che Cenerentola, avrò solo due scelte esistenziali e lavorative a cui abiurare come Andrew Garfield di Silence:
o andrò a elemosinare ai semafori oppure, essendo oramai fuori tempo massimo per insegnare, fuori dalla mia porta sgarrupata di casa, metterò su l’insegna con la scritta epocale e stoica come il celeberrimo underdog di Philadelphia interpretato da Sylvester:
stallone italiano sfiancato per colpa della crisi incombente, più che morto di figa, sta morendo di fame.
Per ovviare a un probabile suicidio immediato, diciamo coming soon, invisibile non soltanto sul grande schermo bensì pure alla tv locale, visto (da nessuno…) che se morirò non mi dedicheranno certamente un servizio tele-giornalistico ma mi daranno e regaleranno la patente di loser mai nato, sì, potrò salvarmi, reinventandomi come Rocco Siffredi delle periferie del sottobosco bolognese.
Uomo totalmente a pecora riceve gentili signori abbienti per luculliane carnalità abbondanti dalle 9 e mezza del mattino sino alle 20.00 di sera, da cui i film di Paul Schrader, American Gigolo, The Walker, eccetera, eccetera, previo almeno mezz’ora di pausa pranzo ove deve nutrirsi. Non di arrosto alla griglia bensì d’insalata rancida.
Sì, do merito a Sylvester, come ho più volte scritto, di aver tirato fuori dal cilindro questi due personaggi meravigliosi del Balboa e del Rambo.
Ma, a settantatré primavere, la dovrebbe finire di camminare sulla montée des Marches del Festival di Cannes, tirando in dentro lo stomaco certamente muscoloso e prominente, altresì grassottello, con tanto di toupet e quella finta topa di sua moglie, Jennifer Flavin.
Il machismo, caro Silvestro, è finito non all’ultimo giorno dell’anno scorso ma da quando il rambismo è passato di moda anche per Carlo Verdone di Troppo forte.
Aggiornati, suvvia.
Va sempre così per tutti. I giovani si ribellano alla generazione dei loro padri, alcuni si credono fichissimi, altri Tom Cruise di Fuori i vecchi… i figli ballano.
Quelli che si sono trovati meglio nella vita son stati quegli analfabeti che sono andati a lavorare a 14 anni e ora, a 35, sono dei puttanieri incalliti che se la godono da matti. E pigliano anche Kenneth Branagh per coglione.
Come scrisse il grande Allen Ginsberg:
(EN)
«I saw the best minds of my generation destroyed by madness, starving hysterical naked, dragging themselves through the negro streets at dawn looking for an angry fix, Angel-headed hipsters burning for the ancient heavenly connection to the starry dynamo in the machinery of night […].» |
(IT)
«Ho visto le menti migliori della mia generazione distrutte dalla pazzia, affamate nude isteriche, trascinarsi per strade di negri all’alba in cerca di droga rabbiosa, hipsters dal capo d’angelo ardenti per l’antico contatto celeste con la dinamo stellata nel macchinario della notte […].»
Stasera, comunque trasmetteranno ancora per l’ennesima volta Momenti di gloria.
Musiche di Vangelis.
La mia vita non varrà forse una sega, no, saga. La vostra è veramente invece una mostruosità oscena.
Sì, la vostra esistenza è un Porno proibito.
di Stefano Falotico
Vampires: cosa è arrivato stamattina? Un porno? Scartiamo il pacco
L’ultimo dei minuti, cioè gli smunti, i “migliori” allenatori di Calcio per le mie ossa
Bando alle ciance, apriamo questo post cinematografico-calcistico con un’ovvietà ch’eppur (non) lo è.
In esultante maschilismo amaro, “mesto” in cappuccini appunto miscelati “sobri”, in una pesantezza di stomaco ch’eppur dimagrir mi fa, “alzo” quest’aforisma “lungo” e “duro” in memoria di voi, io Ulisse in mezzo ai porci, no ai froci, no ai porci.
In verità vi dico che, dopo mille (ri)flessioni, giungo sempre alla conclusione che molte donne, senza giustificazioni di sorta e sorca, zoccole sono. E sempre lo saranno.
Così sia scritto e così vengan… (s)fatte.
Ora, prendetele a Calci(o).
Sì, non solo William Hill sa che il Calcio sconfigge ogni barriera sessuale, razzista, omofoba, xenofoba che è la stessa cos(ci)a, e nazista-fascista. Lui è il Calcio! E, scommettendo, perderete anche la faccia, oltre ad aver smarrito la f(at)ica in quel “corner”. Una punizione di “calibrata balistica”, di sfortunata cabala, di presa per il popò di una (con)sorte fedifraga, appunto cornificante mentre alla mattina, con l’amante, mangia il cornetto nel vostro uomo ammorbidito come un “cremoso” croissant.
Sì, io sono un eremita che, nel suo “seminterrato” d’angosce, conosce le cosce meglio di chi ne “fruisce”, perché egli non sa che il frutto “prelibato” della “mora” è la morte sua. Questa dicasi stronza(ta).
– Ciao, sono Stefano. Come va, Eleonora? Ah, capisco. Stai sempre in quel “marcamento a zona”.
– Come ti permetti?
– Io mi permetto questo ed “alt(r)o”. Ti espello anche dopo averti pelato di “pressing”.
– Sei tu che stai diventando pelato. Calvo!
– Evvica il Ca(l)cio sui maccheroni. Forza Italia! Vaffanculo.
Abbasso la cornetta e lei ancora mi fa cornuto.
Ma passiamo a cos(c)e serie.
Ventura è il nuovo allenatore della “Nazionale”, a Mourinho offrono 15 milioni di Euro all’ano sfondato suo, “grande” special one del cazzo, e Rafa Benitez, dopo aver mandato a culo un’altra squadra, “annota” sul tacc(uin)o un ben farcito tacchino con contorno di maiale alla trattoria “Furbi alla faccia di chi ci dà i soldi per mangiare”.
Sempre più “magro”, di mio deglutisco “carne fresca”.
di Stefano Falotico
Alberto Sordi, I vitelloni – Lavoratori! By Falò
Su mia voce da Albertone nazionale, al motto di bandiera rossa cazzeggiante, ecco il celeberrimo sberleffo di pernacchio, quasi alla Eduardo, per poi schizzar viulentemente, davvero ecceziunale, da detonante Diego Abatantuono di noi altri! Ignoranti, sarete voi! Il nostro sfottò è memorabile!