Posts Tagged ‘Denzel Washington’

Amarcord, sì, son’ ‘nù(tella-nullatenente) terrùn di “carboni ardenti-neri” che s’ record’ di Scott(ato) Ridley


07 Nov

La vita è anche un negozio “Ricordi”

Stia zitta lei, pennuta! Lei, di Cinema, sep’ propr’ nudd’, cioè un bel niente. Inutile che s’addobbi dietro laureette, sempre mezza calzetta è, mia cara “tonna“. Dunque, vada d’uncinetto nel suo “piccolo mondo antico, cioè la cucina, veda di stirare e “tirarlo” un po’ a quel mosciarello del “pinguino” di suo maritin-“maritozzo” e, soprattutto, rammendi la calza.
Son qui, Io, Duca e Principe, a rammentare! Ora, pettini il suo cagnolino, e porti rispetto!

Lei di Cinema, mia micina da cinemino col “cremino” in bocca, sa quanto mio cognato Calogero, che passa le sue giornate a giocar di bile a biliardo, “sbullonandosi” per estrapolar un “ragno dal buco” della sua catapecchia formato “tugurio” e testa dura come il cocomero. Ah, Calogero amaro è, e si consola guardando il mare. Sperando nella sua “sirena”. Anche se quella dell’ambulanza presto suonerà “alla carica” di “soccorso” per prevenire il suo imminente suicidio. Fidati Calogero. Lo “scaldabagno” va riempito non solo di “bolle di sapone”, ma anche di donne in “calore”.

Ora, dopo Fellini (come da titolo), l’unico italiano a vincere l’Oscar come miglior regista fu Bertolucci Bernaldo.
Andate fratelli a vedere Io e te, portate anche del , ve lo suggerisce pure Fabio Caressa, che “intermezza” l’intercalare dell’Inter vs il Milan della pausa fra primo e secondo Tempo con tal bevanda rilassante. Suggerendo, al “braccio destro” (anche se giocò, talvolta, come “sinistro” terzino) Beppe Bergomi, il suo “Sky“.
Fabio Caressa è un “bell’uomo”, come Alessandro Gassman. Cioè, “detto” fra noi, aveva i numeri (anche “balistici”, basta misurarne la voce per calcolarne le ormonali “proporzioni” d'”insaccare” direttamente nelle “donne” da “fighi d’arte”) al fin di “sfondare”, appunto.
Ma preferì ripiegare nelle telecronache, ove finge d’esaltarsi per i goal della Juve, ma in fondo pen(s)a alle giornaliste sue “colleghe” d’occhiolino “tifoso” e “accaldato”.
Fabio è uno “in bretelle”, niente a che vedere con Floriana Bertelli. “Questa” qui avrà circa una “cinquantina” ma di quinta te “la” racconta ancora “giovanissimo”. La “scoprii” molti anni fa sul “Tre”, e me ne “sparai” multiple sul divano. Da allora, ha perso un po’ di tette ma allupa, “tenace”, di labbra-“sorbetto”.

Sì, Floriana… se non si fosse “realizzata” come “una” che legge il gobbo, sarebbe stata una tabaccaia da “Gradisca” a “sfogliartelo” di “sigaro fumante”.
Con tutti i marpioncelli del barettino a “bersela” fra una birretta e uno “scapellarlo” di “berettini”. Che gnocca!
Ieri sera, un mio amico (che abita fuori Bologna) s’è attardato. Così, per distrarre l’attesa, ho cercato disperatamente una tavola “calda” per buttar giù un caffè. A pochi chilometri di distanza, capitai nell'”antro” d’una “matrona” gran “mammona”.
In punta di piedi, aprii la porta del “saloon“, e sobbalzai strabuzzato nel suo “balconcino”. Una figona clamorosa sui quaranta, attorniata da vari manigoldi per strapparle il Golden Lady da “cortese” cameriera con una camera, non tanto singola, “disponibilissima” al piano sopra le scal(ogn)e.

– Prego, come posso servirla, mio bel “giovine?”.
– Come vuoi, come vogliono tutti.

Rimediai un ghiacciolo con la liquirizia.
E il cane lupo, molto Liuk, del suo “leccarmelo”.

La voce della luna… Della “lupa”.
Ma Benigni, assieme a Fellini (appunto) e al Bernardo, è l’unico italiano che ha vinto, oltre al “Film straniero”, proprio la statuetta come “Regia”.
Presto, da tre moschettieri saranno quattro, perché m’aggiungerò io fra due anni.
Sto preparando, infatti, un capolavoro “devastante”: Girando a zonzo, m’ingozzarono, ma li sgozzai da bue per le corna.

Trama…

Ambientato nei peggiori ambientini di Roma, un Uomo venuto dal nulla, di cui s’eran perse le tracce (anche di sangue, visto che il suo “gruppo” è PH Neutro), giunge nella capitale, col Papa che l’aspetta assieme ai lanzichenecchi, i quali al suo arrivo gridano: – Ah, sei arrivato, checca?! Com’è stato il viaggio?
– Di merda. Si son sgonfiati tutti i pneumatici per colpa della “on the road“. Quindi, vediamo di non provocare oltre, altrimenti vi meno, palloni!

Il Papa lo ospita nella sua umile dimora e, privatamente, gli mostra tutta la collezione “personalissima” dei calendari Pirelli:

– Belle, vero? Stimolano la “predica” e anche il prepuzio…
– Dall’alto della sua “posizione”, le ha conosciute “dal vivo”, “monsignore?”.
– Sì, “le” benedico ogni Domenica tali “signorinelle”.

Il film finisce con l’Uomo venuto dal nulla che ruba la tonaca del Papa e “imbandisce” l’altare della “Patria”.

Be’, amici, l’ho presa “larga”, concentriamoci sugli ultimi film di Ridley Scott.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Il gladiatore (2000)
    Peplum con Russell Crowe versione “er meglio” de’ Francesco Totti, a incitar i “leoni” all’urlo: “E mò so’ botte!“.
  2. Black Hawk Down (2001)
    Ultimo film serio di Tom Sizemore.
    Spara all’impazzata. Dopo aver seviziato la moglie, se “lo” cavò grazie a cavilli legali, ma la sua reputazione andò più a puttane della prostituta che aveva sposato.
  3. American Gangster (2007)
    Un bel Giorno, Ridley guardò i film di suo fratello, il compianto, defunto e “postumo” Tony, ed ebbe l’illuminazione:

    – Chi è questo Nerone? Questo brucia tutti!
    – Denzel Washington.
    – Washington per cosa sta? Per Barack Obama?
    – No, per Man on Fire.
    – Cioè, il tuo ultimo film?
    – No, Denzel “sbianca” sua moglie la “focosa”.   

“Flight”, il Trailer


09 Jun

 

Ecco il nuovo Zemeckis, per la prima volta con Denzel…

 

 

Whip (Denzel Eashington), pilota con seri problemi di droga e alcol, si ritrova a gestire un atterraggio di emergenza che, causa un malfunzionamento, mette a repentaglio la vita dei passeggeri a bordo dell’aereo. Una mossa improvvisa eleva Whip al rango di eroe nazionale ma le indagini delle autorità aviarie portano alla scoperta delle sue dipendenze, gettando molte ombre sul suo operato e sulle cause che hanno condotto a un passo dalla tragedia.

 

 

(Stefano Falotico)

Nessuno è al sicuro… neppure “Washington”


06 Mar

 

 


I gusti cambiano, le persone cambiano.
No, le persone non cambiano… invecchiano… e si adattano

Serrata nostalgia fra due vecchi compagni di (s)ventura e d’armi, d’amori già appannati ad appannaggio del sopravviverla.
Del resisterle, fra i colpi di proiettili di anime “rettili” fra regole sfuggite o giuramenti di fedeltà ad antichi codici d’onore, perduti, falsamente persuasi dall’ipetrofia della fame, del suo divorarli dietro corazze di cuoio “guarnite” di filosofeggianti aforismi. Un altro for(n)o all’anima.
Inguaribile, urla.

Safe House, la stanza blindatissima di sicurezza, la camera “oscura” delle torture, delle confessioni estratte “affogandole” d’una asfissia che boccheggi informazioni chiave.

Tobin Frost sembra un rabbino, si toglie il cappello, entra in bagno, “origlia” cheto cheto un infingardo sicario alla sua rivelatoria incolumità. “Marzialmente” lo zittisce, poi gli spezza il collo, e si “sbriciola” ancora nella sua identità misteriosa, tra la folla… un fantasma. Imprendibile, forse solo impalpabile.
Poi, catturato, s'”offusca”, ieratico mentore, in un gioco speculare col suo erede, il puro Weston, occhi già proiettati nella sua affinità, entrambi pedine troppo sane d’una “scacchiera troppo matta, non assonnati fra i “sonanti” di quelli che, “sommi”, “sono”.. Granitici ma già “evaporati” nell’ingranaggio dei “bottoni“.

Espinosa, il suo primo thrillermainstream“, folgorative intelaiature di colori vibranti, “ipermontati”, impazzati nell’esagitazione di fulminee saturazioni d’un “nitrato” che si squaglia di vivo sangue iperrealista.

Una trama “invisibile”, già scritta, già “coordinata”, ma è Denzel Washington, questa volta, lo Sguardo. Che incendia, man senza fire o solo sfiammato nella rabbia trattenuta, Tony Scott meno furbo di un’azione più obiettiva, ma analogamente densa di stroboscopie “oculari”, dunque “iridi” frammentate da picchi sfuggenti come fotogrammi “mitragliati”. Appena intagliati con l’accetta.
Uccide, sentenzia, ride barbuto “in barba” a un sé che amaro si sbeffeggia, forse nella sua “bara”.
Perché già sa, già ha visto quel che avverrà, che vedremo, e che s’è già avverato nelle sue “vertebre”.
Ebano arrugginito d’epoche roniniane, cavaliere senza macchia da wanted per impuniti “punitori” e doppiogiochisti laidi d’una viscidità già unta nello “scivolio” all’integro valore per se stessi menzogneri.
Per il patrimonio etico del viverci. Dell'”esserci” eroi, prima di sbiadir tenuissimi ma inarrendibili d’un tremolio “sgozzato” perché già “arido”, trivellato, offeso, “fenduto” d’una giusta causa per scandali da tacere.

Sam Shepard è allora qui il Diavolo, ma la gente desidera sogni tranquilli, la verità è dolore, è coscienza.
È un file con informazioni pericolose.

È l’Angelo vendicatore di Denzel.
Che è già morto…

(Stefano Falotico)

 

 

 

Chi è Tobin Frost?
The most dangerous man alive.

 

 

Genius-Pop

Just another WordPress site (il mio sito cinematograficamente geniale)