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Sarebbe finalmente ora di glorificare il grande Michael Douglas: attore rapace, sexy beast dal fascino immarcescibile, il man per antonomasia del suo stesso incarnare il vivente thriller più avvincente


08 Jan

Michael+Douglas+26th+Annual+Screen+Actors+VGhtfMxj5o_l

 

Michael+Douglas+BAFTA+Los+Angeles+BBC+America+Xgl3Sjha5tQl

Ecco, pezzo super falotico, prettamente adattato al mio modo unico e inimitabile di vedere il mondo e filtrarlo attraverso la beltà fascinosa dei registi, delle attrici e degli attori più carismaticamente portentosi.

Ora, se proverete ad andare in giro, domandando a chicchessia che incontrerete lungo la strada, non so se della via o della vostra tortuosa vita, quale sia/è il suo attore preferito, praticamente nessuno vi risponderà fermamente Michael Douglas.

Anche il cinefilo più incallito o presunto tale, invero forse un esaltato ignorantissimo in materia, vi fornirà banali risposte a glorificazione dei mostri sacri dati per assodati.

Al che, vi sentirete rispondere De Niro, Pacino, Dustin Hoffman, forse perfino Philip Seymour Hoffman dallo snob che ama gli ottimi interpreti trapassati, riempiendosi la bocca d’una necrofilia dotta, ah ah, Jack Nicholson, se il vostro interlocutore almeno una volta durante la sua esistenza si beccò un TSO che fa sempre “uomo problematico dal torbido sex appeal dall’occhio malandrino del lupo di mare che esperì la sofferenza dell’anima, restaurandosi o forse deturpandosi sensualmente da Joker di Tim Burton”, ah ah, probabilmente Marlon Brando ché è luogo comune definirlo il più grande… qualcuno opterà anche su Daniel Day-Lewis perché è il solo ad aver vinto tre Oscar come miglior performer protagonista.

Sì, Daniel, lui no. Al massimo tale mentecatto, il quale parla per frasi fatte e attori strafatti e ripetitivi, monotematici e melodrammatici, avrà recitato la filastrocca di Natale davanti allo specchio, solo come un cane dinanzi a una foto ricordo della sua prima comunione nel mentre di questo Covid-19 ammattente anche lo spirito più clemente.

Basta con le ciance. Io, fra i primissimi posti della mia personalissima classifica, ficco Michael.

Attore di allure estrema, figlio d’arte di cotanto padre che morì ultracentenario, marito d’una donna bellissima, ovvero Catherine Zeta-Jones, la quale ora fa la Lorella Cuccarini di Beverly Hills da casalinga della sua Scavolini losangelina.

Catherine, interprete di Prima ti sposo poi ti rovino. Una delle poche, peraltro, a non essere state a letto con George Clooney. Ah ah.

Catherine recitò con Antonio Banderas ne La maschera di Zorro ma pare che non fu attratta da Antonio e, finite le riprese del film di Martin Campbell, andò in bagno e fu una Piscina à la Romy Schneider mentre, sul water, a mo’ di catalogo PostalMarker per signore altoborghesi e non per ragazzini degli anni novanta, sfogliò l’album delle foto di scena di Zorro di Duccio Tessari con Alain Delon.

Arrivata alla terza pagina, ipnotizzata e arrapata dal tenebroso Delon dei tempi d’oro con tanto di spada affilata, la casa di Catherine assomigliò alla Diga delle Tre Gole, da non confondere col Triangolo delle (sue) Bermude.

Catherine conobbe Michael sul set di Traffic. E Michael avrebbe meritato l’Oscar al posto di Benicio Del Toro.

Ora, rividi Delitto perfettoremake di Andrew Davis con Douglas, per l’appunto. Certo, film mediocre, scialbo ed affrettato, efferato nel finale davvero tirato via e con un Viggo Mortensen che, prima di Cronenberg, assomigliava a Navarino, bidello del liceo Sabin di Bologna con velleitarie ambizioni da cubista-fancazzista in zona perennemente “succursale” del suo credersi un pittore d’alta scuola, semmai un giorno recensito da Sgarbi Vittorio, in verità vi dico… identico anche al Viggo di Lupo solitario.

E ho detto tutto…

Federico Frusciante considera il rifacimento di Davis una schifezza. Poiché, a suo avviso, Hitchcock non si tocca.

Sicuramente. Però io ho questo dubbio. Gwyneth Paltrow, dopo essere stata con Brad Pitt e Chris Martin, perché non fa più l’attrice? È proprio tocca. Che fa ora? Si tocca su Michael Douglas de La guerra dei Roses?

Infoiandosi nel pensare che Douglas sia invero l’idealizzato, invero mai soddisfacente, Ben Affleck? Col quale lei non andò d’accordissimo caratterialmente e con cui giocò al tiro al piattello, no, ai piatti dopo una cena a base d’inferocite urla non piccanti come il Tobasco più “caliente?”. Michael ebbe la fortuna di superare il Cancro. Il suo compagno Val Kilmer, sì, di Spiriti nelle tenebre, purtroppo invece sembra spiccicato a Patrick Swayze. Quest’ultimo protagonista de La città della gioia…

Sì, adoro Michael Douglas perché è come me.

Nei miei momenti di rabbia acuta, lo idolatrai in Un giorno di ordinaria follia. Dopo che mi sverginai, invece, rividi Basic Instinct e, in un attimo di auto-venerazione, pensai che arrivato io all’età in cui Mike fece all’amore, per finta, con Sharon Stone, io avrei avuto una donna più bella di Demi Moore di Rivelazioni.

Purtroppo, sono deluso e mi sbagliai di grosso.

La mia lei è molto più bella di Demi Moore.

Inoltre, pensai sempre che gli uomini affascinanti come Douglas, sì, sposino una come la Zeta-Jones, molto più giovane di lui, perché hanno i soldi. Non è vero.

In Last Vegas, Robert De Niro, capì subito che uno come Douglas non poteva sposarsi con una ragazzina ma doveva stare con Mary Steenburgen.

Be’, avrei da raccontarvene tante sulla mia vita. Mi ricordo che, ai tempi delle scuole medie, un mio compagno di classe, tale Alessandro Gravina, biondo, alto un metro e novanta e con gli occhi azzurri, mi prendeva sempre in giro, definendomi nano. Le ragazze andavano matte per Alessandro. E lo seguivano a ruota… libera. Dandogli manforte.

Durante una lezione di Educazione Fisica, Gravina mi disse a mo’ di sfottò:

– Nano, vediamo se riesci a segnare?

 

Sì, giocammo a Calcio e lui militava nella squadra avversaria. Ebbi fortuna e riuscii a segnare.

Mi sono però dimenticato di narrarvi un particolare. Se può interessarvi. Dribblai Alessandro e segnai? No, avete presente Maradona? Non era molto falloso, in campo. Però era davvero stronzo. Quando si adirava, faceva davvero piangere tutti.

Credo che Alessandro, quel giorno, non lo dimenticherà mai.

Non lo dimentica ancora in quanto lo umiliai? No, perché gli chiesi, già all’epoca, se gli piacesse Michael Douglas e lui mi rispose:

– A me piacciono solo le ragazze. Non me ne può fregar di meno degli attori.

 

Sì, oggi come oggi, Alessandro è sempre alto, biondo e con gli occhi azzurri. Però è sposato forse con una di nome Giuseppina Cannavello.

Forse Giuseppina è bella e intelligente? Secondo voi, Giuseppina ha mai visto Chorus Line? No, eh. Eh già, l’attore preferito della signora Cannavello in Gravina è Vincenzo Salemme. E ho detto tutto. Comunque, evviva anche Mario Merola ché I figli… so’ pezzi ‘e core.

Di mio, ho sempre preferito i figli di pu… na come Mike. Perché io amo Black Rain!

Quindi, se non vi piaccio, cari uomini, è meglio. Mi piace di più, rispetto a voi, Douglas ma non sono omosessuale. Se mi date del pazzo, credo che piangerete più di Gravina.

Voglio concludere con quest’ultima…

– Pensa te, questo qui. Si vanta di sc… re una tizia.

– Certamente. Non è mica tua moglie.

– Che vorresti dire?

– Tua moglie è la signora Cannavello e tu non sei l’unico, caro Gravina, che se la fa.

– Che cosa? Quindi, tu ti fai mia moglie?

– No, per carità. Se la fa il suo amante. Quindi, caro Gravina, sei pure cornuto.

E l’amante di tua moglie non è Douglas di Wall Street.

Mi spiace per te e per lei ma chi ti mette le corna assomiglia a Michael Douglas durante il Cancro. Però ha trent’anni e non ha il Cancro.

– Senti, Stefano. Andiamo a farci una partita a Calcio?

– Va bene, tanto ora sei sposato. Ti lascio vincere…

– Ehi, ora stai esagerando. Adesso ti meno! – gridò Gravina per fare il figo coi suoi amici cassaintegrati.

 

Sì, me la cavavo a giocare a Calcio. Avevo solo tredici anni.

Ma, col passare degli anni, cominciarono a piacermi pure la boxe e il kung fu.

E ho detto tutto.

La signora Cannavello ha chiesto il divorzio. Pare che, al posto di Gravina, abbia scelto Val Kilmer. Sì, povero Val, passato da Cindy Crawford e Daryl Hannah e or a non avere una girlfriend da 20 years come da sue recenti dichiarazioni. Non è vero. Val mentì. Da tempo, si consola infatti con la Cannavello. Forse anche con Carmela o la cannamela. La signora Cannavello, eh già, che, a sua volta si consola con Kilmer dopo Gravina e il suo amante non tanto bello.black rain

 

di Stefano Falotico

Le mie previsioni per gli Oscar con tanto di racconto vero da JOKER, intitolato Le crisi di gelosia incontenibili di un uomo morboso, forse solo morbido, moribondo oppure durissimo


07 Oct

Preambolo polemico, incazzato in ogni senso, anche ero(t)ico

Allora, chiariamoci molto bene, fringuelli.

Avete letto che ha detto Michael Moore a proposito di Joker?

Il pericolo maggiore per la società è se non lo vedete.

A questo link Facebook trovate tutta la sua disamina completa:

https://www.facebook.com/mmflint/posts/10156278766436857

Se non conoscete l’inglese, recatevi su Google, cercate il traduttore, copia-incollate il testo nell’apposito spazio a sinistra, quindi cliccate su traduci in italiano sopra il rettangolo a destra.

La traduzione non sarà perfetta ma se non capite, nonostante qualche termine non tradotto in maniera purista, andate da un analista, da un oculista ma soprattutto dovete comprendere che avete non solo gli occhi di Al Pacino di Scent of a Woman, bensì necessitate quanto prima di un centro di salute mentale affinché uno bravo vi spolveri le lenti del cervello.

Sì, ho capito. Siete voi, i miopi ocularmente parlando e metaforicamente, eufemisticamente additandovi, che distorceste il film di Todd Phillips a fini puramente strumentali. Definendolo populista, facinoroso, pericoloso!

Ah, ma voi siete come quello psichiatra fuori di zucca che, tanti anni fa, mi diagnosticò “socialmente inadatto” poiché io non sono un figlio di puttana come quei tre manigoldi che aggrediscono il povero Arthur Fleck in metropolitana.

Sì, lo ammetto, sono sensibile, a volte rido senza motivo. Voi invece ridete coi cine-panettoni ma non siete mai autoironici. Vi prendete troppo sul serio.

Vi credete tutti luminari, per l’appunto psicologi dei sentimenti altrui, pedagogizzate il prossimo poiché, così facendo, esorcizzate le vostre peggiori paure esistenziali, proiettandole a chicchessia.

Per farlo sentire infelice, per demoralizzarlo, affinché possiate svilirlo. E, mortificandolo, gioite. Ah, bella roba. Non siete dei moralizzatori, siete in verità dei demolitori, degli untori, vi credete uomini forti come un toro ma la vostra anima, da tempo immemorabile, è oramai andata in vacca. Fidatevi…

Sì, voi, oltre che malati nelle iridi, dovreste cambiare gli occhiali della vostra visione non solo politica della realtà, dunque necessitate di un cardiologo delle vostre emozioni. I vostri cuori sono spenti. Pompano solo quando vedete una milf pornoattrice e sognate che vi faccia un pompo…

Allora sì che il sangue scorre. E, vulcanici, esplodete! Ah ah.

Ma, nella vita davvero reale e sentita, un cazzo provate. Siete già bruciati all’inferno, inariditi totalmente. Abbiate fede. Almeno, se credete in dio, potete illudervi di redimervi. Ah ah.

Comunque, Michael è un grande ma a Michael preferisco Demi Moore.

Quella di Rivelazioni è violenta, sì, una donna che violentò sessualmente Michael Douglas. Cristo, che forza questa donna. Capito? Per inserire il subalterno Michael a una carica promozionale più potente, lo costringe a inserirglielo. Che palle, che femminista cazzuta! Ah ah.

Erano, su per giù, i tempi di Basic Instinct e Michael all’epoca, prima di essersi spompato con Catherine Zeta-Jones, tant’è che gli venne il Cancro alla gola profonda, ah ah, sapeva domare e dominare Sharon Stone. Mica pizza e fichi, mica una qualsiasi figa d’India venduta al mercato ortofrutticolo assieme al kebab.

Insomma, parliamo di Sharon al top della sua topa.

Sapete che cosa siete diventati? Sì, siete uguali a William Baldwin di Sliver. Ah ah.

Una società di guardoni, di maniaci che si fanno sempre i cazzi altrui e giudicano. Sì, dall’al(i)to dell’attico dei loro privilegi.

Ma che volete sindacare? Ma che volete indagare?

Per esempio, voi non sapeste mai che su Demi Moore di Striptease consumai ardimentosamente varie nottate essiccanti. Sì, indubbiamente in questo film, eh già, Demi è una facile forte ma, va detto e ammesso, speravo di santificarglielo. Ah ah.

Sì, arsi di passioni masturbatorie potentissime. Così virulenti, sanguigne e romanticamente spinte che dimagrii (in)tangibilmente. Sino a eclissarmi nella notte come Patrick Swayze di Ghost. Ah ah.

 

Parte seconda, l’Oscar se lo battono JokerThe Irishman e Richard Jewell. Invece, io me ne sbatto…

Secondo i calcoli renali, devo andare dall’andrologo. Sì, dall’andrologo non si va solamente per problemi erettivi. Non ho problemi di nessun cazzo in fallo, no, in fatto di questo.

Si va anche per problemi urinari. A causa d’una cattiva dieta, per colpa di cibi alimentari d’una donna culinaria dal grosso e bel culo, da un po’ di tempo a questa parte, il mio membro non serve solo per pisciare.

Eh no, sta svolgendo pienamente, non penosamente, pene d’amore bestiali.

Sì, sono un uomo che patisce. Ma soprattutto sono geloso. Non so se abbiate mai visto il mio video su YouTube chiamato Il Joker ha mai avuto una ragazza?

Non sto a raccontarvi le crisi di rabbia e gelosia fra me e lei, altrimenti chiamereste la neuro.

Lei mi chiamava a tarda notte per sincerarsi che non stessi con un’altra:

– Stefano, che fai? Stai dormendo?

– No, se sto rispondendo, significa che non dormo, al momento.

– C’è qualcuna accanto a te? Dimmi la verità?

– No, non c’è una. Ce ne sono tre.

– Oddio, ti ammazzo!

 

Ma succedeva anche il contrario.

– Amore, ho notato che tutti i condomini maschi del tuo palazzo ti salutano in maniera ruffiana, sono gentilissimi con te. Come mai?

– Vogliono tutti scoparmi.

– Capisco. Come mai invece quello del secondo piano non ti saluta mai?

– Non ne ha bisogno. È quello che mi scopo/a.

– Oddio, ora le suono sia a te che a lui.

 

A parte le goliardate, comunque verissime, purtroppo, toglietemi la maschera e farete la stessa faccia di Joaquin Phoenix nel finale de Il gladiatore

Secondo gli alligatori, no, allibratori specializzati, Joker potrebbe essere candidato per la migliore sceneggiatura NON originale. Voi non fate il pianto del coccodrillo poiché io sono un mandrillo mentre voi siete dei citrulli. È una sottile differenza.

Non originale? Ma che significa?

La cinquina dei migliori attori sarà la seguente:

JOAQUIN PHOENIX – JOKER

ROBERT DE NIRO – THE IRISHMAN

ANTONIO BANDERAS – DOLOR Y GLORIA

JONATHAN PRYCE –THE TWO POPES

ADAM DRIVER – MARRIAGE STORY

 

Sì, la vita di Joker e la mia sono come la semifinale fra la nostra Italia e la Germania.

Tutti i nazisti crucchi partirono all’attacco ma poi ecco che arrivò un Genius alla Del Piero.

Un tiro così non lo prende nessuno.

E ora andrò pure a vedermi The Irishman alla Festa del Cinema di Roma!

Se siete invidiosi, siete pericolosi.

 

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di Stefano Falotico

Professione amatore, riceve a tutte le ore eccetto i festivi e i festini, con gli stronzi è invece solo punitore, pura Unchained Melody


21 Jan


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SEA OF LOVE, Al Pacino, 1989

SEA OF LOVE, Al Pacino, 1989


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Sì, la prenderei molto larga. Invero, spesso lo prendo solo in quel posto. Poche me le allargano e di conseguenza non si allagano eppur mi muovo con felino, basculante bacino, ricevo solo compassionevoli bacini ma ciò è alquanto inspiegabile perché mi pare ovvio che io possieda un fascino alla Pacino di Seduzione Pericolosa. Sì, sono un volpino di pelo bianco, forse un ermellino.

Invero, sto qui mentendo per farvi ridere.

Ora, chiariamoci molto bene. Spesso le sparo grosse e l’ira, quando mi assale in momenti di tremenda solitudine che non raccomando a nessun nemico, esce dal selciato, il mio corpo s’irrobustisce animalesco e vorrei prendere a pugni tutti, care pugnette, come il mitico Jon Bernthal di The Punisher. Adoro quest’uomo, un duro da roadhouse, altro che Patrick Swayze. Sì, son dispiaciuto che sia morto, Patrick. Ma, a parte Point Break, apogeo del suo carisma taurino da biondo con una criniera da leone, non è che valesse moltissimo come attore. La città della gioia doveva essere un capolavoro e invece mi son addormentato dopo quindici minuti. Patrick nella parte del medico è credibile quanto Rocco Siffredi nella parte della missionaria. Rocco non è da missionarie, Rocco va a zoccole, diciamocelo. Quelle non hanno missioni e lavori nobili da fare ma solo posizioni di malaffare. Che povero disgraziato. Che mentecatte queste meretrici che si prodigano per Rocco la trebbiatrice.

Io, peraltro, non ho mai capito perché alle donne è sempre piaciuto da morire Ghost. Una delle più grandi puttanate mai viste. Insomma, Demi Moore si faceva plasmare come l’argilla dal bellimbusto Patrick, lui veniva assassinato, al che lei si rivolge (adesso uso il presente in quanto Demi è ancora donna che ce l’ha tuttora benissimo presente e ancor li rende t-ergenti, poi pulisce tutto col detergente) a una medium Sister Act meno credibile di Vanna Marchi, una sorta di Mago Otelma col colore viola, quindi si fa carnalmente suora. Non trovandosi il rimpiazzo ma rimembrando il fantasmino dello Swayze nella strada notturna fiocamente illuminata dalla grazia scesa dal cielo.

Ma smettiamola con queste minchiate new age. Ché non sono né film romantici né paranormali, sono assurdità imbarazzanti. Ora capisco, essendo cresciute con questa roba dolciastra, perché siete delle maledette femministe falsissime. Ché poi, basta che appaia Brad Pitt di Vento di passioni alla tv e dovete chiamare lo spurgo. Un allagamento da Waterworld.

L’omo addà ess’ omn! Ah ah! Finitela! Adesso, se vai da una e le regali un mazzo di rose rosse, ti denuncia perché sostiene che sei stato troppo romantico e invece lei ama gli uomini che conoscono il dolore delle spine. Sì, lei ama gli uomini sanguigni, nudi e crudi, come Gesù Cristo sulla croce. Ed è per questo che siamo pieni di uomini schizofrenici. Pensano di piacere alle donne se emanano un sex appeal da uomini scarnificati che hanno patito, sofferto nello strazio di uno scannamento. Sì, le donne vanno matte per questi matti. Dicono che adorano fare le infermiere. E leccare tutto. Mah. Che macello, che mattatoio!

Salami, mortadelle, piselli, che bello il caramello!

Dico!? Ma che mondo è questo?

Peraltro, Demi Moore stava all’epoca con Bruce Willis ed era una tipa da Striptease. Non è mai stata attendibile manco per il cazzo. Neppure per quello di Ashton Kutcher.

Sì, torniamo al Bernthal. Quest’uomo con la faccia da campagnolo a cui assegnerei subito, oltre a un ottimo assegno, la parte di James Bond, sì, un Bond grezzo, con la sigaretta di traverso, permaloso, mezzo burino ma allo stesso tenero e friabile come un grissino, un muscoloso manigoldo non avvezzo alle buone maniere. Il quale, grazie soltanto al potere del suo naso tumefatto da pugile fallito di Grudge March, manda al tappeto ogni donna con tanto di occhiolino da vero figlio di puttana irresistibile. Che colpo, che montante! Colpisce! Altro che Daniel Craig, un inespressivo fantoccio da mettere sul comodino perché lo guardi, la sera tardi, e col suo viso da rincoglionito t’induce a contar le pecore. Sì, quando vedo Craig, mi s’ammoscia e mi scordo che Marisa Tomei ha ancora un culo micidiale, un’arma letale, un culo intramontabile e, come dico io, mobile e montabile. Rosso di sera, bel tempo si spera. Mora come Marisa e sorge, levante, a mezzogiorno nel darglielo potentemente ponente anche fra le pere sue prominenti.

Sarò pure un caprone ma Marisa è mia pecorina e, in Onora il padre e la madre, apre il film con un’inchiappettata da infarto. Che forma meravigliosa ha quel suo sedere focoso. Come una collina che soave digrada a valle e il toro munge il latte di tal figona mula.

Che poesia! Ah ah.

Sparatevi questo!

 

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Anche questo.


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Cult #thepunisher #jonbernthal

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Avete visto? Cioè, questo è un picchiatore pazzesco ma guardate con quale ammiccante dolcezza provocante protegge la barista dallo zotico e poi lentamente se la cucina suadente, la persuade nonostante la sua indole taciturna a fidarsi del lupo suo incarnato in lei già ardentemente, dunque scopano come in Twentynine Palms di Bruno Dumont. Insomma, questo Jon piacevolmente si toglie il montone, no, solo il giubbotto di pelle, lascia che lei lo monti, si sfila gli anfibi e se la incula lieve con lingua da abbrustolente rettile giammai viscido che la riscalda a fuoco lento da ogni neve di un’esistenza decadente. Scivolante e sbrinante nel pomparla con tosto glande. Mica un poppante.

Sì, un serpente magnifico, altro che il Re Lucertola di Jim Morrison, ché nessuno può smontare. Altroché!

Ci dà! Eccome. Questo è uno che spinge!

In questa seconda stagione, viene perseguitato dal Pilgrim. Un prete frustrato, sì, una specie di mezzo psichiatra più deficiente di Javier Bardem di Non è un paese per vecchi. Un miserabile alla Javert.

E, secondo me, tal Pilgrim piglierà tante mazzate in quella capa di cazzo che si ritrova.

Sì, io esercito un fascino da specialista alla Stallone sulle belle guaglione.

Su Facebook, ad esempio, oramai ho capito, grazie a Salvatore Aranzulla, come inviare allegati speciali. Sì, dei sedativi formato megabyte a quelle troppo accalorate che mi cercano anche quando sto guardando True Detective 3. Alle corteggiatrici, smoderatamente affamate, invio una gif.

Cioè questa.

 

giphy

 

 

Sì, scusate, ho anche altro da fare. Stasera, cara, non posso accontentarti. Voglio godermi un Pizzolatto.

Dai, suvvia. Troverai qualcun altro che ti rosolerà la “pizzaiola” nelle mutande e ti darà qualche pizzicotto.

Anzi, quasi quasi, adesso ordino una buona pizzetta.

Insomma, la faccenda è così.

Pensate che vi racconti sempre stronzate? Sì, alcune lo sono. Lo ammetto. Come quella per cui vi dissi che durai quattro ore, venendo tredici volte. Sì, era una balla enorme. Durai cinque ore e venni solo una volta. Che palle immani. Ammazza. Ah ah.

Ma altre no, non sono bugie, affatto. E, in questo casino totale, io sono il principe!

In primavera, tornerò di nuovo a Torino per girare, se tutto va bene, un cortometraggio, da me scritto, sì, la sceneggiatura è mia.

E ho detto tutto.

Insomma, figlioli, il Falotico.

Un uomo che, di primo impatto, potrebbe sembrare Viggo Mortensen di Green Book e non avreste mai sospettato invece che avesse la classe di Mahershala Ali.

Avete sbagliato. Può succedere. Mi spiace. Come si suol dire, siete cascati molto male.

Ahia, ahia, ahia.

Vedete di fare i bravi bambini. Non disturbate più il mio uccellino… sennò vi faccio neri.

E saranno cazzi molto, molto amari.

Cioè, come dice Lino Banfi, volatili per diabetici. Altro che Fracchia, pigliatevi voi le racchie. Sì, voleranno botte e calci a tutt’andare, così vi farò passar la voglia di fare gli educatori dei miei coglioni. Altro che zuccherini, miei zucconi.

Sono un grandissimo amatore, non un armatore, talvolta anche un pollo Amadori. Eppur tutte, impanate, me lo dorano con tanto di limone. Cazzo, ancora incontro però una che ha poca fiducia in me.

– No, non mi hai convinto. Io continuo a non darti una lira. Sei solo un pagliaccio che se la tira.

– E che me ne fotte? Basta che ti suoni, col flauto, la lira nella tua bella signorina. In tutto tiro, sai che chitarrina. Evviva la lirica, le donne con me diventano soprano, vengono sottosopra nonostante il mio basso tenore. Di vita? No, di corde vocali. A forza di fumare, sto perdendo la voce. Basta fare un respiro e i polmoni si dilatano. Basta invece che le donne inspirino, me lo aspirino, ed ecco che non serve più l’aspirina ma il flusso cardiovascolare va ch’è una bellezza nell’ingrossamento dei vasi dilatatori. Ah ah.

 

Ricordate: un cazzone di questo livello come me non lo trovate facilmente. Bisogna essere donne senza cazzi per la testa per amarmi.

 

 

di Stefano Falotico

Il giudice donna ha emesso la sentenza: lei è un fallito ma io le concedo la grazia e anche le mie grazie


12 Nov

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Bene, siamo qui riuniti in questa giornata uggiosa a deliberare l’attesa sentenza riguardo la mia vita.

La giuria, presieduta da una figa pazzesca in minigonna attizzante, è qua seduta per confrontarsi coi giurati e giurare che, dopo il giuramento dell’imputato, accusato di essere un inetto, un sesquipedale incapace, un uomo del sottosuolo irrecuperabile che ripugna la piccola borghesia caciarona e arrivista, tremendamente ambiziosa e stoltamente cinica, emetterà la sua inappellabile sentenza finale. A sigillare inamovibilmente, come il macigno inscalfibile di una pietra tombale eternamente non sollevabile, la sua insindacabile scelta riguardo al valore del Falotico. Per distruggerlo, annichilirlo, macerarlo del tutto o forse dargli sollievo con una condanna lieve.

Ebbene, siamo tutti qui in fremente attesa di ascoltare l’inaudito responso inequivocabile.

– Innanzitutto, buongiorno. Ora potete sedervi. Dopo questi ruffiani convenevoli, essendomi io consultata all’alba coi singoli, giudiziosi membri della giuria, sono addivenuta alla mia irrefutabile conclusione.

In questi lunghi mesi, ho avuto modo di sentire il Falotico innumerevoli volte. Che, con enorme classe, con educatissima moderatezza, ha esternato gli sbagli da lui commessi nella sua sin ad ora travagliata esistenza. Ci ha illustrato, con fine cortesia e leggiadra cautezza infinitamente lodevole, le sue mirabili sofferenze fisiche e psichiche, le sue afflittive ritrosie, esplicandoci con accuratezza ogni singola inculata ricevuta dalla sua nascita fino a oggi. Ma anche, non senza qualche irosa volgarità e alcune alzate di testa pazzoidi, di come sia a tutt’oggi uno scrittore molto apprezzato seppur di nicchia. E gli dobbiamo dare atto di questo. Ringraziarlo per l’impegno profuso e il suo sacrificio cristologico ai limiti della santità più allucinante, nonostante questo suo essersi estraniato per molto tempo dal mondo l’abbia obbligato spesso a fortissime incomprensioni, a pregiudizievoli prese di posizioni ottuse e oscurantiste, a emarginazioni violentissime, a porcate abnormemente terrificanti quanto ridicole. Ma soprattutto gli abbia fatto smarrire in più occasioni la mentale sanità.

Abbiamo anche appurato di come, con forza interiore invidiabile e una volontà sua ferrea e implacabile, sia straordinariamente capace di essere profondamente autoironico riguardo ogni disgrazia occorsagli.

E ciò gli fa onore, anche se forse non vincerà nessun Nobel, in sua memoria nessuna statua gli eleveranno in piazza e la gente analfabeta e incolta continuerà a prenderlo per pazzo. Oltre che per il culo!

Non è di sola gloria che una vita può reputarsi soddisfacente. Anzi, spesso le medaglie al valore possiamo ficcarcele proprio nel deretano, così come i pezzi di carta.

Perdonate se mi sono lasciata andare a queste scurrilità ma sono una donna, non sono una santa! E qualche volta ho bisogno anch’io di sfogarmi! E sciacquarmi la bocca!

Ecco, dunque, analizzato Falotico in ogni suo aspetto, soprattutto fisico, devo ammettere che non è male.

Non è Brad Pitt ma, scusatemi, io lo perdono e ora levatevi dai coglioni, mi spoglio e me lo scopo qui, sul bancone.

Sì! La platea, in visibilio, inneggiò alla scopata selvaggia, antiistituzionale, nella baraonda estrema ove tutti si baciarono e si lanciarono in amplessi furibondi, all’apoteosi cosmica di un’orgia megagalattica. Il poliziotto urlò calma in aula! Ma poi anche lui, contagiato dall’euforia collettiva, afferrò una donna pompiere, giunta in aula per spegnere tanto focoso calore, e la (s)pompò.

Insomma, giustizia è fatta. E anche la donna giudice ha ottenuto quello che voleva: cioè, il mio uccello!

Intanto, De Niro ridacchia e premia Michael Moore mentre io mi scoperò anche la buon vecchia Demi Moore. Ha la sua età ma è sempre meglio di quella là. Ah ah.

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di Stefano Falotico

Per anni credetti di essere Bruce Willis di Unbreakable, invece mi scoprii Samuel L. Jackson, o forse solo un supereroe, perfino Michael Douglas


31 May

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Sguaiatezze

Eh sì, non sto mentendo. È raro che io menta, dico sempre la verità anche se, come sappiamo, la verità è suscettibile di variazioni, perché nel momento in cui si pensa una certa cosa si può essere condizionati dalla schiavitù, a cui è duro fuggire, del balzano e distorsivo pensar comune. Allora si pensano e dicono certe cose perché indotti a dirle, ma nel profondo probabilmente mentiamo a noi stessi e diciamo sol quello che ci è più conveniente, rifuggendo con bugie bianche dalla verità intrinseca stessa.

Sì, non ero un campione di socialità e, certamente, uno come me forse era giusto fosse molto asociale. Io, ammiratore sconfinato di Paul Schrader, cos’avevo da spartire con coetanei chiassosi, carnascialeschi, ossessionati dalle loro scoperte sessuali e tenacemente imbavagliati alle direttive farisee di lor genitori preoccupati solo che i figli si attenessero a precetti ipocriti, semmai frequentando scuole prestigiose per celarsi dietro l’apparenza di bravi ragazzi integerrimi, leali e puliti, che poi sbugiardavano mentitori sé stessi, appunto, in sabati sera triviali, cafoni, piccolo-borghesi e incivili, in cui passavano il tempo a divertirsi alle spalle degli handicappati, dei diversi e degli omosessuali, dei paraplegici e dei vecchi, sollazzandosi nella goliardia più tacitamente criminosa, complice in falsa amichevolezza delle più impunite porcherie?

Quindi, non uscendo tantissimo di casa, non venendo molto a contatto con germi e batteri, in quel periodo sterminatamente languido non mi ammalai pressoché mai. Non mi venne mai la febbre, il freddo non attecchiva su di me ed, essendo dotato di un’ormonale bilanciamento termico del mio corpo perfettamente omeostatico, d’estate, nonostante quaranta gradi all’ombra, non sudavo mai. Anche il mio allenatore di calcio, negli allenamenti pre-campionato, nonostante lunghe corse sotto il Sole battente, rimaneva sempre allibito che alla fine delle interminabili corse campestri la mia fronte non era sfiorata dalla benché minima goccia di sudore.

Poi, la vita si riaperse schietta e nuovamente meschina col suo carico di spine e indubbie, tremende delusioni e, dai oggi e dai domani, batoste su batoste (quando si dice… ci ha sbattuto la testa), il mio cervello cominciò a vacillare e i miei alterati equilibri emozionali, sin ad allora controllati e affinati in anni e anni di DOC, disturbo ossessivo-compulsivo, che era la sintomatica conseguenza compensativa di un’ansia emotiva sempre tenuta a bada, perché l’inquietudine esistenziale-adolescenziale e il sovraccaricarmi troppo visceralmente senziente all’essenza della vita, nella sua nitida nudità cruda e dolorosa, tostissima m’assaliva e tormentava, mi giocarono brutti scherzi. E mi spaccai in mille pezzi.

Premetto che di DOC sono affette migliaia di persone in tutto il mondo e non è assolutamente da confondersi con la pazzia. Anzi, tutt’altro, è spesso l’iper-sensibilità, quindi una maggiore coscienza percettiva della realtà e del mondo, con le sue brutture e i suoi orrori quotidiani, a generarlo. A far sì che nasca e sorga. Molte persone, purtroppo, ne saranno malate tutta la vita, perché non sono me.

Disturbo infatti che, con tenacia e colpi di genio della mia mente mai doma, sconfissi anni e anni fa in una landa solitaria di mie sterzate miracolose. Quando si dice come ha fatto? Su questo e altre mie prodigiose, incredibili trasformazioni, forse un giorno si occuperà un moderno Kafka, non sono interessato personalmente a darmi delle spiegazioni.

Devo dire che in quel periodo cominciai a essere molto confuso. Conobbi una ragazza e, travolto da un’istintività quasi animalesca, devo confessarvi che provai estrema vergogna di me. Perché, a un certo punto, nel putiferio abissale del mio impeto selvaggio quanto atrocemente romantico, con lei che si contorceva indemoniata, splendidamente dominandomi col suo culo marmoreo, vidi il mio volto paonazzo allo specchio, e mi tornò in mente la scena di Rivelazioni quando Michael Douglas avverte un istantaneo ribrezzo per sé stesso, e si schifa di esser stato fottuto… per ingenuo desiderio carnale irresistibile. E si domanda… ma che cazzo sto facendo? Come mi son ridotto?

Ora, premesso che Rivelazioni è uno dei film più brutti di Barry Levinson (del quale stasera su Sky danno Paterno, tanto per rimanere in tema di sesso scabroso e illecito), va detto che Demi Moore a quei tempi era una figa mostruosa, disumana, per cui non possiamo biasimare Douglas se abboccò come un lumacone…

Un mio vecchio video su YouTube, intitolato Sguaiatezze, che non voglio oscurare perché è testimonianza, bella o brutta che sia di quanto appena scritto, ah ah, è ancor visibile, tanto per dimostrare che io appunto non mento mai. Sì, ero un coglione da guinness dei primati. Primati in ogni senso.

Ma la verità trionfa sempre, alle volte ci vogliono decenni affinché risalti in tutta la sua inquietante bellezza.

Dico soltanto che io perdono sempre le persone malvagie. Anche quando scherzano sadicamente su disagi presunti o veri che siano o sian stati.

Le maldicenze e i cattivi pettegolezzi prima o poi vengono finalmente smentiti.

Che Dio vi benedica, figliuoli. Andiamo tutti in pace in quest’incredibile viaggio.

Adesso, vado a rileggermi questo libro. Che vi posto storto, apposta.

Parola del Principe, sempre sia lodato.

Poe Arabesco

di Stefano Falotico

Storie di Ghost(buster)s, è meglio l’acchiappafantasmi Bill Murray o Patrick Swayze? Forse, son meglio io, appaio-scompaio, al buio acchiappo e te lo ficco nelle chiappe


13 Dec

Murray Ghostbusters

In tal mattinata solare-plumbea-quasi piovigginosa-uggiosa sull’ermetico pen(sier)oso, ho afferrato il volante per il mio cornuto e, con qualche “cirro” pazzo, nonostante la rasatura pressoché a zero su cranio di “rapa”, da “caprone” mi son in(dia)volato, ascoltando l’autoradio sparata a tutto volume, fra omaggianti dediche dell’etere in deejay “svolazzanti” le canzoni sto(r)iche del da poco morto Pino Mango, un “moro” da “Mediterraneo”, classici degli anni ottanta e sognar un sabato ser(r)a di metter a novanta una ma, (sin)cera(mente), credo che finirà in bianco, sciolto, cagato male, sullo “storpi(at)o” in “stropicciarmelo” e al solito “beccarmelo” in quel posto. Notar, nel video, “sottostante”, voi, statele sopra, i sedili posteriori su cintura di sicurezza, attenti, (t)rombatori, al “toro”, al guida-tore, potrebbe accelerar di brut(t)o e farvi “partire” quella che vi state sbattendo su “sbandata” del “venirle” senza “airbag”, leggasi profilattico sal(t)ato in mio gridarti che dovevi “tirar” il freno “a mano”, cioè “alzarlo” ma riparar di (d)an(n)o perché, “schizzato” in “botta” precoce, sarà/fu/è un sinistro figlio, previo aborto.

Sei venuto dritto in diretta!

Questa si chiama testa di cazzo, stronza(ta) sesquipedale, “spinge”.

Son un uomo che se ne fotte, s(i)curo di me, non uso le sicure, a te piace quella scura? Fattela da negro, basta che non mi rompi i timpani in lei che “urla”, altrimenti ti tampono e saran cazzi tuoi, trombone.

“Cazzi tuoi” uguale inculate…

Ora, son un “duro”, miei vuoti a perdere, pneumatici.

Non son una donnetta da Ghost, insomma, il regista de L’aereo più pazzo del mondoah ah, voleva girare un film romantico? A me, quella storia strappalacrime, ove il (non) “moro”, biondo-castano-muscoloso Patrick, torna dall’aldilà per “darle” una lacrima sul viso da Bobby Solo, m’è sempre parsa una melassa di grana grossa. Comunque, Swayze, prima del Cancro, ce l’aveva grosso, da cui Point Break… “punto” e la rottura di palle, come accennai poc’anzi. Ricordate, uomini, ché siate d’oroscopo Vergine o tori in “gemelli”, state attenti all’ariete se non volete involontariamente ingravidarla con un figlio che poi vi chiederà l’aumento, ficcandovi nel didietro. Da cui il portabagagli di Pulp Fiction. Se il figlio scassa e non potete sbatterlo fuor di cas(s)a, ammazzatelo e buttatelo nel baule. Troverete una strada nel vostro “vicolo cieco”, lo potrete poi lanciare nel cassonetto e poi ammazzarvi, di sen(s)i di colpa in qualche zoccola dei cessi peggiori ché, “pen” che vada, una “pompa” allev(i)erà la (di)partita persa. Da cui l’IVA, “fiscale” fu quel figlio a ca(u)sa della mal calcolata “uva”. Fai benzina e non pen(s)arci.

Sapete la verità?

Alle unchained melody, ho sempre preferito Bill Murray.

Una faccia da culo come la mia.

Un uomo magico, your touch…

Entro in un bar, la barista pensa che io, per quanto riguardi i miei sentimenti, bari.

Al che, considerandomi un topo, vuol mettermi/mela al “tapp(et)o” e, nonostante un po’ “ci provi”, la topa non mi mette in trappola. Da ometto, glielo ho (o)messo? La domanda è d’uopo, la barista era vecchia ma fa(ceva) buon brodo, care galline. Caro uomo, vai a sbatter le uova.

 

– Falotico, lei è un sentimentale?

– Non lo so.

– Se non lo sa, lei, dovrei saperlo io?

– Io so solo che vuole che gliela st(r)appi. Mi raccomando, puttana, dopo essertelo “bevuto”, pulisci, però.

Guarda, ti offro un Euro come “anticipo” del far le pulizie. Che schifo, che popò, hai fatto anche la pipì.

 

Lei chiama la polizia, la polizia arriva in loco e i poliziotti la sbatton anche lor in cu(cu)lo.

Da cui l’ambulanza che porta la ninfomane in manicomio.

 

Cari miei, di “mio”, va da Dio.
Buonanotte.

 

Ah, scusate. Prima di prender sonno, controllate che vostra moglie non sia un fantasma.

Potrebbe sembrare lì con voi in carne e ossa ma, in verità, vi dico, che sta “cagna” con me di cane.

Comunque, vorrei davvero (s)finirla qui.

Incontro un’altra topina, una tipa, insomma, mi dice che abita perlopiù a Londra.

E mi chiede se voglio “venire” con lei nella capitale inglese.

Io, poco englishman, le d(ic)o che “vengo” anche qua.

 

Il dialogo fu questo:

 

– Vieni a Londra con me?

– No, veniamo Qui, Quo, Qua a mo’ di “lontre”. Da cui i manuali delle giovani marmotte.

Groundhog Day!

 

Lei non capisce un cazzo ma, “sostanzialmente”, lo indurisce in sua tener(ezz)a.

 

A “darla” tutta, questa vita è una mer(da).

Ma, alle maschere di Pirandello, ho sempre preferito toglierle il mascara di uccello al “mascarpone”.

 

 

di Stefano Falotico


 

 

 

 

I migliori seni del mio “girovita”


12 Oct

Il reggicalze è nulla in confronto al “mio”.

Me “lo” reggo da me. Non me “la” menate!

Non ho mai capito e non capirò la gente sposata.
Amore, amoretto, amorucolo, amorino, bacini e bacetti, e la pelle è sempre quella, sempre le stesse lenzuola, all’accorrenza da “cambiare”, e il solito accoppiamento che “scopa” anche di “coppie” scambiste

Sì, credo che l’unico vero sesso dell’Uomo moderno, che non ha alcun timore di “darlo tutto”, è quello virtuale, ove puoi stravaccarti e “sudartelo” sul divano “scamosciato” e “allevare” il “camoscio” che, prima è “moscissimo” in seguito a chi inseguì la tua anima, poi si “distende” di vasi dilatatori e “spalanca le gambe” al piacere “ermetico” del Man a(r)mato di “mano”.

Il mio taglio di “capelli”, da infante, si recava a Prato, dal barbiere Cosimo, uno che “accomodava” anche le donne da “sciampista allo champagne” (sì, era come Maifredi, ex allenatore del Bologna Football Club, di “calcio in culo”, che retrocedeva sempre da “elegante juventino” con queste zebre che “tingeva” di nero sul “bianco”), poi “crebbi” con l'”imparruccato” Andrea, uno che “sbarbava” tutte quelle che eccitavano la “patta” della sua “bottega” sempre aperta.

Con questi “maestri” di “classe” ineludibile, discutevamo di molti “balconcini” e, da tali “egregi”, ho “imparato” che vale più una “rasatura” personale d’una “aiuola” che taglierà, di “lametta”, solo le “palle”.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Gretchen Mol
    Forever mine…
    “Mollissimo”. Infatti, appena “la” vedo, i miei ormoni (s)balzano e mi crescon le tette quanto Lei, da “ermafrodita”.
  2. Uma Thurman
    Cogli la “mela” quand’è matura.
    Ed Ethan Hawke “la” sapeva “lungo”.
  3. Monica Bellucci
    Il Vincent Cassel ogni Notte “la” scassina e “incasina”.
  4. Marion Cotillard
    Di faccia non va.
    Per il resto, eccome, “eccolo”.
  5. Heather Graham
    Qui, questa qui è esagerata. Non se ne può più.
    Esageratona!
  6. Julianne Moore
    Demi Moore non vale un “cazzo”, né come “donna” né come attrice.
    Questa è “validissima”.
  7. Jennifer Connelly
    Oggi è anoressica.
    Prima, si “spalmava” di burro vero.

Genius-Pop

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