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Il bel KEVIN COSTNER dei nineties, Dances with Wolves, A PERFECT WORLD, Arthur Penn & le penne!
76. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia. THE NEW POPE
Sono oramai sicuro di essere un sensitivo con poteri paranormali.
Sì, sono troppe le cosiddette casualità, le profezie da me dette in tempi non sospetti che, cazzo, sì, si sono avverate.
Sono il Nostradamus reale e in carne e ossa. Su ciò avrei però dei seri dubbi. Visto che non credo che camperò ancora molto.
Sono molto stanco e il mio nichilismo aumenta ora dopo ora. Mi sta annientando. Nutro un profondo, irredimibile disprezzo per chiunque. Senz’eccezione alcuna.
Oramai, per allentare il mio disgusto, scarico film pornografici da adultdvdempire.com. Ma non serve a molto. A un cazzo. Non c’è più nessuna scintilla vitale, solo mia costernazione dinanzi alla malattia, alla malaria e all’animalità di un mondo ove il sesso è più mortifero che in una pellicola di Tinto Brass. Sì, Brass s’è sempre dichiarato il maestro dell’erotismo. Eh, ‘na roba. I suoi film sono più che altro robaccia di culi grossi spesso inquadrati in cessi più brutti degli assatanati che li desiderano. Le storie sono soventemente ambientate in zone cimiteriali. Oppure in una funera, cerulea Venezia come ne La chiave. Cazzo, il Nosferatu di Herzog, in confronto a queste atmosfere spettrali con tale Stefania Sandrelli che ancheggia tutta sguaiata, cazzo, sembra Il signore degli anelli.
Per far felice la gente, vado in giro e spargo benedizioni. Ai più cattivi porgo invece il segno della sacra unzione.
Sì, una volta predissi la morte di Ayrton Senna. Avvenuta, se ricorderete bene, a Bologna. Invero, Senna era già praticamente morto a Imola ove stava gareggiando il giorno dei lavoratori, ovvero il primo Maggio per il campionato di Formula Uno.
Fu una tragedia che quelli della mia generazione ricordano molto bene.
Credete che menta? Non mento. Mi credete malato di mente? Guardatevi allo specchio e poi ne riparliamo se avete un briciolo di coscienza.
Mi ricordo perfettamente quei giorni della mia prim’adolescenza giù funebre. Già corroborata da un alone di misteriosa melanconia ignota. Sì, di solito avviene il contrario. Dopo la pubertà e il fiorire degli ormoni floridi, un ragazzo non vede l’ora di divertirsi e gigioneggiare con le ragazze.
Di mio, già all’epoca ero un maschilista convinto. Sì, avete presente Edmund Kemper di Mindhunter? Sono io. Considero il gentil sesso assai pericoloso per gli equilibri mentali di un uomo.
La penso come Charles Bukowski.
Per quanto riguarda invece gli uomini stessi, sono misantropo. Dunque, a mio avviso, se l’umanità dovesse finire domani, credo che sarà il giorno più bello per l’universo intero e non solo per questo mondo oramai insalvabile.
Pensate che vedo pure uno che si dichiara intenditrice di Cinema e non sa invece un cazzo della vita. Come pretende di poter affermare che Mystic River sia un capolavoro se non ha figli? Cosa ne può sapere costui dei dolori di un padre che scopre la morte della figlia, assassinata e brutalizzata in mezzo al bosco da un uomo che è fuggito nelle tenebre e che forse altri non è che Sean Penn di Dead Man Walking?
Quando muore un figlio o una figlia, la vita è finita anche per i suoi genitori.
Oppure, quando un uomo violenta una donna, come fa Matthe Poncelet/Sean Penn del succitato film di Tim Robbins, oh, guarda caso co-protagonista assieme a lui di Mystic River nella parte dell’uomo rimasto traumatizzato in seguito allo stupro subito da bambino da degli orchi, è terminata lo stesso.
Se vi dico che è così è così. L’unica cosa che può tenervi minimamente vivi è la fede in Cristo il salvatore.
Ma tanto sapete anche voi che il Vangelo è solo una magra consolazione.
Comunque, dicevo. Mi trovavo al bowling assieme a degli amici. E ho cambiato idea, non mi par giusto rivelarvi pubblicamente i loro nomi.
Avevo appena lasciato il liceo scientifico statale Sabin e mi ero iscritto a quello privato chiamato Manzoni.
Ma non c’ero già più.
Tutti i ragazzi erano euforici per la gara di Senna che si sarebbe svolta, appunto, il giorno dopo.
E io:
– Ah sì? Siete tutti contenti? Bene, domani Senna morirà.
Mi risero in faccia.
Il lunedì mattina mi telefonarono a casa, urlandomi: sei un mostro!
La stessa cosa si è ripetuta tre anni fa.
Stavo soffrendo come un animale perché dei pazzi, non comprendendo la mia diversità, m’avevano obbligato a reazioni violente. E dunque fui sedato e semi-paralizzato negli arti.
In tv passò The Young Pope.
Avete presente la scena in cui Jude Law chiede al suo autista, di ritorno dalla sua missione in Africa, di fermarsi in una stazione di servizio?
Scende e con lo sfondo dei camion, si mette a pregare Dio affinché ammazzi quella donna che sta lentamente uccidendo tante persone, privandole dell’acqua.
Dopo averla vista, mi recai in bagno e guardando lassù, chiesi alla giustizia divina di provocare una tragedia impietosa verso chi era stato il responsabile di tanto mostruoso male a me inferto.
Due anni dopo questa persona è morta di cancro.
Parola del Signore.
E ricordate, figlioli: lasciate stare i buonismi. Il male e l’ignoranza vanno solo vendicate con altrettanta malvagità.
Il resto è retorica per i messaggi dell’Angelus.
So che mi state odiando a morte ma io sono Dio. E Dio è o non è Prince of Darkness?
Comunque, per quanto riguarda la morte di Senna, sì, è vero.
Per quanto concerne la morte di quell’altro, no. Quella sera, in verità vi dico che, finito che ebbi di vedere la puntata di The Young Pope, andai a ripescare le poppe di Ludivine Sagnier di Gocce d’acqua su pietre roventi.
di Stefano Falotico