Posts Tagged ‘De Palma’

Se volete essermi amici, sappiate che tutte le prove di Robert Pattinson mi piacciono, da cui il detto Pattinson chiari, amicizia lunga


28 Aug

Robert+Pattinson+Academy+Motion+Picture+Arts+uNmDjPM35hql

Finalmente, è uscito Tenet.

E, a ragion veduta, lo stronco in quanto posso giudicarlo obiettivamente dopo averlo visto in sala?

No, non l’ho ancora visto e penso che lo guarderò in streaming fra un’Insomnia e sicuramente una racchia come Hilary Swank che mi tormenterà come Robin Williams del film suddetto, praticandomi stalking al fine di corteggiarmi? No, di risvegliare la mia migliore rabbia alla Pacino. M’indurrà a una recitazione dal sublime manierismo à la Quel pomeriggio di un giorno da cani.

Cerchiamo d’ironizzare un po’ sulle star ché, con l’avvento di Instagram, siamo passati dal divismo delle celebrità d’oltreoceano di Hollywood all’esaltazione narcisistica di sé stessi esposti a mo’ di macelleria da catalogo Postalmarket. Sì, siamo passati dalle vendite per corrispondenza dei propri corpi edonistici esibiti per un puttanesimo collettivo da Cinema maggiormente morboso di Paul Schrader, ah ah, alla verità dei falli, no, dei fatti. Basta. Un tempo, erano le donne a farsi cagare, eh sì, facendosi anche catalogare come merce, dandosi alla mercé del virile, più che altro pervertito sguardo da voyeur del maschio falso italiano che voleva essere bello come Richard Gere ma avrebbe poi perfino permesso a sua madre di prostituirsi con Woody Harrelson di The Walker, con James Deen di The Canyons o semplicemente del James Deen normale, pur di avere una vita da Hardcore, da uomo però agli antipodi rispetto a George C. Scott del film appena eccitato, no, citatovi, cioè da libertino in zona schiettamente pavoneggiante il suo sfrontato e svergognato Amerigan Gigolo senza fronzoli.

A proposito, che significa la mia frase… James Deen normale? Mi riferisco al James scritto as Dean, ovvero quello de La valle dell’Eden, Gioventù bruciata e Il gigante, oppure a colui che, con le pornoattrici, non solo americane, sempre ce l’aveva e ha duro e dritto?

Ci vuole chiarezza, dobbiamo ritornare a una primigenia nudità e lindissima purezza anche se abbiamo la nostra età e faremmo onestamente ridere i polli se ci vestissimo alla maniera anagraficamente regressiva di bebè da Prénatal. In verità vi dico che anche Ethan Hawke, nel finale di First Reformed, un film enormemente sopravvalutato, risultò più patetico di Richard Chamberlain di Uccelli di rovo.

La società di oggi è divenuta un carnaio ove le persone si scannano come maiali in lotte al massacro, soprattutto fi(si)co, spappolandosi i feti, le feci, no i fegati, da Carnage. Polanski fu esperto di jeu de massacre e sa ancora che tutta questa farsa, no, falsa, svenduta joie de vivre è più mostruosa dello stupro e dell’omicidio compiuto ai danni della sua ex moglie, Sharon Tate, nell’eccidio di Cielo Drive.

Sì, C’era una volta a… Hollywood è un brutto film. Non si può reinventare, in maniera dolcificante e a mo’ di consolatoria elegia nostalgica, una disgrazia irripetibile come quella vissuta, anzi, per fortuna non vista dal vivo eppur per sempre, sino alla morte, penetrata indelebilmente nel tormentato vissuto di un Roman eternamente distrutto.  Un uomo che ha dovuto compensare un abominio del genere, reinventando, lui sì, sé stesso e la storia della sua vita e della sua, purtroppo, irreversibilmente magnifica storia d’amore così vigliaccamente e schifosamente trucidata immoralmente. In modo immensamente repellente, mortale. Dunque è giusto fare i pagliacci quando nell’anima si viene ammazzati come (in) Joker. Poiché, essersi attenuti al rispetto del prossimo anche più bastardo, permise a quest’ultimo di prendersi gioco della buona fede di chi forse, un tempo, credette in dio ma, adirato a morte a causa d’idioti adoratori del demonio, cioè dei malati di mente peggiori di Frank Langella de La nona porta, è ora più cattivo di Charles Manson.

 

 

Hilary Swank…  Lei, un maschiaccio da Boys Don’t Cry che frequentò già uomini vecchi come Clint Eastwood di Million Dollar Baby, cioè gli unici che potessero minimamente incoraggiarla in quanto, sebbene fossero già anzianotti, perciò dando gli ultimi colpi, come si suol dire, con questa bruttona non gliela poterono fare neanche se avessero dissotterrato l’ascia di guerra come in Gran Torino.

Infervorandosi accalorati come lo stesso Pacino di Scent of a Woman dinanzi a un’ingiustizia delle più atroci che madre natura potesse concepire. Una diavoleria agghiacciante come in Rosemary’s Baby.

Ah, la vita è un parto funesto, nefasto oppure da patto faustiano. Bisogna vendere l’anima difatti al diavolo pur non di vendere il culo sui viali.

Insomma, basterebbe che rileggeste le mie ultime dieci righe per capire che, se reputate Tarantino un genio come sceneggiatore, io forse sono il Salvatore… di Nicolas Cage di Al di là della vita.

Ah, che strazio carnale ch’è la vita e L’ultima tentazione di Cristo, eh sì, docet.

Come può essere invece spiazzante il Cinema di Scorsese. Capace di passare dagli script d’un sofferto Schrader da Toro scatenato e Taxi Driver, a un Jay Cocks che allestì, da writer, L’età dell’innocenza, Gangs of New York e Silence.

E ho detto tutto.

In Black Dahlia, comunque, la Swank riuscì a essere sexy. Sì, semplicemente perché il genio di De Palma riuscì a farci credere che Hilary fosse, a volte, Scarlett Johansson sdoppiatasi nell’hitchcockiana Kim Novak de La donna che visse due volte su Femme Fatale alla Rebecca Romijn.

Una come la Swank, nella vita, aveva e ha, eh già, Oscar a prescindere, due possibilità per farcela e riuscire soprattutto a farsi qualcuno. Ho scritto qualcuno. Per farsi e basta, bastava che si facesse e faccia un produttore che le desse e dia la sua dose da Marcellus Wallace. Ma per cortesia!

Cioè interpretare, per l’appunto, la parte della dark lady che poteva, grazie alla sessuale virtù tenebrosa del recitare la bella statuina da Academy Award della minchia, tirandosela da pupa probabilmente del gangster Harvey Weinstein, ammantarsi di un vago fascino da Marlene Dietrich dei cog… i.

Sì, sono cinico come Orson Welles de L’Infernale Quinlan. E so che l’Orson de Il terzo uomo non era un orso, bensì avrebbe odiato i film buonisti come The Bear di Annaud.

Quando si suol dire… ah, un Orso(n) d’annata.

Di mio, invero, non amo molto Pattinson. Forse, Robert fu amato però da Kristen Stewart. Donna magnifica da fottere in culo. Seduta stante di standing ovation in “eiaculation” che celebri la sua celebrità in modo però non celere. Sì, bisogna gustarsela senza venire subito al sodo. Cristo della Madonna, Kristen è anche una bravissima performer. Prestazione straordinaria, interpretazione super brillante come un orgasmo con lei, oserei dire, eh sì, spumeggiante!

Sicuramente, amai e amo ancora molto Robert De Niro ma De Niro non sa neppure chi io sia.

Mentre De Niro e Pattinson avrebbero dovuto girare assieme, qualche anno fa, Idol’s Eye. Film mai realizzato di Olivier Assayas. Film nel cui cast doveva esservi anche Rachel Weisz.

Colei che, potremmo dire, rappresenta l’antitesi della Swank. Sì, Rachel è figa, Hilary è più esteticamente improponibile del Pinguino/Colin Farrell di The Batman.

Di mio, invece, sino a un anno fa pensai di essere un cretino. Invece, repetita juvant, forse sono più bravo di Tarantino.

Con la sottilissima differenza che lui è molto meno bello di Pattinson ma più ricco di Roman Polanski.

Dunque, sono troppo stanco per credere alla balla secondo cui, solamente perché Pattinson ha/abbia lavorato con grandi registi, sia il nuovo De Niro.

Sapete, io non ho gusto. Secondo me, il capolavoro dei fratelli Safdie non è Diamanti grezzi, io invece sono assai grezzo e amo maggiormente, quindi, i film “sporchi” come Good Time.

E devo dirvi la verità, il ritornello di Ghali, per l’appunto, voglio stare in good time, non è male né per tamarri.

Io voglio morire in sala, no, in santa pace perché incontrai, lungo il mio cammino da peccatore, molti porcellini ma tiferò sempre per Ezechiele Lupo e per il versetto Ezechiele 25:17 recitato da dio da un Samuel L. Jackson al massimo storico:

«Ezechiele 25,17. Il cammino dell’uomo timorato è minacciato da ogni parte dalle iniquità degli esseri egoisti e dalla tirannia degli uomini malvagi. Benedetto sia colui che, nel nome della carità e della buona volontà, conduce i deboli attraverso la valle delle tenebre; perché egli è in verità il pastore di suo fratello e il ricercatore dei figli smarriti. E la mia giustizia calerà sopra di loro con grandissima vendetta e furiosissimo sdegno su coloro che si proveranno ad ammorbare ed infine a distruggere i miei fratelli. E tu saprai che il mio nome è quello del Signore quando farò calare la mia vendetta sopra di te.».

Jackson fu, in tal caso, doppiato da Luca Ward.

Uno che deve essere fissato coi personaggi vendicativi. Il gladiatore insegna, miei porci, no, proci. No, miei prodi!

Io, a differenza dei pazzi, perdono e assolvo i pazzi stessi e non credo alla balla rifilatami da una donna, semmai benevolente e in vena di tirarmelo, no, di tirarmi su. La quale, pur di essere consolata dalla sua vita grama, mi dice che assomigli(o) a Robert Pattinson.

E che sia identico a De Niro.

Purtroppo, è vero. Ah ah.

Ma, il 13 Settembre prossimo e alle porte, compirò 41 anni.

Sono troppo intelligente per credere che io non sia, ahimè, Nicolas Cage di Via da Las Vegas.

Molta gente, di questi tempi, mi sta attaccando su tutti i fronti.

Urlandomi che sia diventato un debosciato ad andare in giro a fare il John Belushi di The Blues Brothers.

Non è autocommiserazione né patetismo.

Chi conosce la mia storia, se fosse stato al posto mio, si sarebbe già suicidato.

Mi pare dunque giusto che muoia lentamente da uomo dal cuore di un bambino Arthur Rimbaud che crede, come in Twilight, ancora ai vampiri e agli idoli.

Penso che i bambini di Satana, guidati da Marco Dimitri, fossero dei maniaci e penso che l’Italia sia un Paese di catto-borghesi più falsi di quelli che ora, dopo aver visto Tenet e il trailer di The Batman, gridano che Pattinson sia un grande ma domani, invece, quando io sarà morto, diranno che io stesso fui un grande ma non fecero nulla per evitare che non fossi nessuno.

Questa è la vita? No, questa è una tragedia.

Comunque, me ne fotto. Sono cazzi amari. Sì, sono camaleontico come Robert, Robert De Niro e non ci sono cazzi per nessuno. Per la mia lei, sì, di glande alla grande. Fottetevi, altrimenti v’inculo.

 

di Stefano Falotico

Il programma del festival di Venezia è più moscio di un eunuco ma vi andrò a riempire le mie “lag(u)ne”, basta anche con le lasagne e le (ciam)belle col buco


14 Aug

cruise eyes wide shut kidman

Che io mi ricordi, dall’inizio dell’adolescenza, pensai di suicidarmi ogni mattina. Poi, non avendo avuto io un’adolescenza, la gente senescente e malata di demenza pensò di ammazzarmi. Reputandomi un deficiente.

Mi salvai sempre per il rotto della cuffia, come si suol dire, per non dire qualcos’altro. Quando uno è fortunato, per esempio, gli si dice… sei un rotto in culo.

Solitamente, lo si dice anche agli omosessuali passivi sui viali. Luogo assai frequentato, all’epoca, dalla clientela dei miei coetanei. Gentaglia di bassa sega, no, lega. Credo che non abbiano neppure militato in Promozione, venivano sempre bocciati a ripetizione.

Ragazzi certamente in gamba che, a prescindere dalla loro sessualità normale o diversa, pensavano sempre a qualcosa fra le gambe. Diciamocela e non raccontiamoci puttane, no, puttanate.

Che io mi ricordi, trascorsi tutta l’adolescenza nell’infanzia. Cioè, anziché sverginarmi, aspettavo il sabato sera per farmi sfottere da chi se ne fotteva…

Comunque, aspettavo la domenica… degli Oscar.

Durante il resto dei 365 giorni, trascurando gli anni bisestili e agli ani estivi, lavoravo tantissimo. Sì, solo col cervello. Mentre gli altri si facevano, per l’appunto, il cosiddetto culo, io ero troppo occupato dai cazzi miei.

Ragionavo troppo ma mi diedero del cerebroleso. Dunque, fui preso di mira dai cacciatori. Non solo di uccelli. Sì, fui scambiato per il cervo che voleva rinascere a primavera alla Riccardo Cocciante. Invero, ho sempre amato The Deer Hunter.

La vita è un gioco duro come la roulette russa? Mah, per quel che ne sappia, molti reduci del Vietnam furono costretti a vivere in una roulotte. John Rambo solo fra i boschi.

Ad Apocalypse Now e Giardini di pietra di Coppola, ho sempre preferito Vittime di guerra del De Palma.

M’identificai in Michael J. Fox? Che ne vide tante? Non lo so, che io mi ricordi non vidi neppure quella della donna violentata da Sean Penn nel suddetto film poiché castrai subito la scena sul nascere in quanto la reputai scandalosa e tristissima.

Poi, anche Full Metal Jacket è una cagata. Dobbiamo darcela, no, dircela senza peli sulla lingua.

Kubrick non era una pacifista. Era un misantropo come Pino Scotto. E un misogino che voleva farsi passare per figo, inquadrando artisticamente il lato b di Nicole Kidman in Eyes Wide Shut.

Quando si dice, lascerà qualcosa ai posteriori, no, ai posteri.

Di sicuro, Tom Cruise lasciò sul fondoschiena (e non solo) di Nicole il suo liquido seminale. Kubrick, personalmente, non mi diede mai un cazzo.

Il suo Cinema è adatto a Umberto Galimberti e ad altri sociologi depressi.

Ho una tremenda voglia di stronzate. Voglio divertirmi e ballare.

Anche se ballo come John Belushi di The Blues Brothers, cioè da far schifo alla minchia, cazzeggiando non poco di movimenti anca-bacino da Christian De Sica di Fratelli d’Italia, fra una lambada e una che non s’è fatta solo la lampada, bensì tutti gli allampanati senza testa, ragazzi senza geniale lampadina, come si suol dire, qualche volta vado in bagno.

Per mandarvi a cagare.

Sì, è tutta colpa di Barry Lindon.

Difatti, credo che mio padre sia, malgrado i suoi settant’anni suonati, più inespressivo di Ryan O’ Neal ma a tutt’oggi più affascinante di Tom Cruise.

Non è vero che fosse e sia un uomo mediocre. E non ho da rimproverargli nulla.

Sapeva benissimo che, già a dodici anni, ce l’avevo più grosso di un pornoattore nero ma lasciò che mi masturbassi quasi solo mentalmente. Senza rompermi i coglioni.

I padri degli altri invece obbligavano i figli ad andare violentemente con la prima ritardata raccattata per strada. Così che potevano vantarsi con gli amici di avere avuto un figlio maschio davvero duro. Più che altro, un futuro nazifascista che non avrebbe mai e poi mai guardato un film di Kubrick né ascoltato Mozart in vita sua poiché di conseguenza avrebbe, prima o poi, così “istruito” dai “saggi adulti, “spinto” e maleducato alla cacciagione sessuale più turpe, stuprato la moglie di un loro collega medico. Semmai ginecologo o psichiatra.

Che poi l’avrebbe sbattuto in cura Ludovico. Tagliandogli le palle e curando la moglie dal trauma derivatole dall’aberrante violenza a lei praticata senz’anestesia né farmacologica sedazione.

Secondo me, la moglie del medico era già distrutta psicologicamente prima ancora di essere fottuta.

Quando, come Malcolm McDowell di Arancia meccanica, sapeva benissimo che suo marito scopava come un matto tutte le infermiere, tornando poi a casa nel rivedere, con gli “acculturati” amici, Orizzonti di gloria e soprattutto Shining.

Tanto per fare il trombone pieno di sé.

Ce la vogliamo dire?

Kubrick era da manicomio, io scrivo meglio di Tarantino e tua sorella è triste perché non ha mai incontrato Mark Wahlberg di Boogie Nights.

Al che, per fingere di essere intelligente e finemente romantica, adora i film intimisti più pallosi come Il filo nascosto.

Lo sanno tutti che Tom Cruise di Magnolia non doveva redimersi.

Se uno nasce una testa di cazzo, è giusto che prenda una giornalista dei miei stivali a mo’ di Val Kilmer/Jim Morrison di The Doors, e glielo ficchi in quel posto.

Il resto, compreso fare i cinefili da quattro soldi, è un alibi che vi raccontate per non ammettere che non ce la fate. Non siete Kubrick, non siete Paul Thomas Anderson, non siete Tom Cruise. Non siete un cazzo. Di mio, non credo più in dio? Può essere. Non credo nei falsi. Molti giovani, per esempio, sostengono che le discoteche siano frequentate solo da ricchi idioti. Può essere. Così come può essere, anzi, è verissimo, che gli stessi giovani che criticano aspramente le discoteche, oggi ce l’hanno con le discoteche, per l’appunto, domani però ce l’avranno con qualcos’altro. Solo perché non accettano che oggi lo si prende in culo, domani anche. Poi no, poi di nuovo sì. Finitela di credervi superiori e di recitare la parte degli inferiori o viceversa. Come dice Il Mago di Taxi Driver: chi più chi meno, siamo tutti fregati.

L’avevo già capito a tredici anni. Così come avevo anche capito che Cybill Shepherd era una figona ma anche una troia.

Sul resto della mia storia, vi racconterà De Niro.

Adesso, chiedete a lui, non ho più tempo da perdere. Devo vedere un film con Al Pacino.

 

di Stefano Falotico

Top Nicolas Cage, le migliori interpretazioni del nostro Coppola


28 Oct

Nicolas+Cage+Los+Angeles+Special+Screening+mQ-Ul02fVtslwildatheart2-1600x900-c-default

Osoyoos, Canada - Unit stills for "the Humanity Bureau".; Weller Farm House Fight. Mindseye Pictures Directed by Rob King written by Dave Schultz D.O.P Mark Dobrescu

Osoyoos, Canada – Unit stills for “the Humanity Bureau”.;
Weller Farm House Fight.
Mindseye Pictures
Directed by Rob King
written by Dave Schultz
D.O.P Mark Dobrescu


Ora, sebbene io stesso ne abbia parlato soventemente male, dedicandogli anche un appuntamento speciale da Attore Bollito, perché è indubbio che la sua carriera, a parte l’improvviso exploit di Mandy, sia quasi terminata nella Hollywood importante, e ora Nic arranca in filmacci, girando come un ossesso dieci pellicole pedestri all’anno, roba da video amatoriali della prima comunione, devo sfatare un luogo comune, una brutta diceria sul suo conto.

So che di questo ragazzone nipote del Coppolone, nato a Long Beach, siete assai invidiosi perché probabilmente quell’Oscar, a soli trentatré anni, l’età della morte di Cristo, in Via da Las Vegas non è che fosse, diciamocelo, meritatissimo. Io avrei premiato Hopkins per Nixon.

E onestamente in tantissimi film il nostro Nicolino è davvero un cagnolone. Che recita battutine in overacting tanto per dar spettacolo da guitto e mantenerci di buon umore.

Ma, se vogliamo essere obiettivi, guardate che è un ottimo attore. No, non è una bestemmia. E non per la semplicistica ragione per la quale ha lavorato con registi come Lynch, Scorsese, Alan Parker, Ridley Scott, John Woo e compagnia bella… ché la lista non finirebbe più.

Ovviamente, il nepotismo di Francis Ford ha contribuito in maniera palesissima nel dargli una bella spinta.

Questo mi par fuor di dubbio. Ma la fama bisogna comunque conquistarla sul campo e dimostrare di meritarla. Alzandosi ogni mattina e presentandosi sul set. E in ciò Nic, stacanovista workaholic, è sempre stato impeccabile. Sin troppo lavoratore a cazzo duro che si è fatto il mazzo, sì.

Credo di aver visto quasi tutti i film con Nic Cage e debbo ammettere che sul finire degli anni novanta ha azzeccato delle performance davvero straordinarie. Quasi pacinesche. E mi riferisco a Omicidio in diretta, ove è perfetto nei panni del cafonissimo Santoro, al suo Castor “mi dà gusto mangiare la patata” Troy di Face/Off, perfino a 8mm di Schumacher, film oscenamente reazionario e pessimo ma in cui lui se la cava egregiamente. Anche a The Family Man, scempiaggine buonista di Brett Ratner nella quale, però, Nic è stato ancora una volta lodevole. Un James Stewart folle e ingenuamente imbranatissimo.

Tralasciando i suoi esordi con Coppola (e in Peggy Sue si è sposata comunque Nic recita molto bene e nel finale è davvero commovente), Nic ha una macchia indelebile nella sua carriera, Zandalee, sporcaccione softcore in cui si esibisce in una scena spintissima con Erika Anderson con tanto di capello lungo da Rob Zombie e cappella che s’intravede nell’amplesso focoso.

Dunque, a conti fatti, la mia top ten di Nic Cage è questa: Birdy, Stress da vampiro, Cuore selvaggio, Via da Las Vegas (nonostante tutto, e Oscar esagerato permettendo, è molto bravo, e poi che culo, in questo film ha succhiato le tette di quell’ex strafigona statuaria da infarto di Elisabeth Shue, roba che non capita tutti i giorni, amici), Con Air (filmetto di Simon West con un Cage più muscoloso di Stallone), Face/Off e Omicidio in diretta, appunto, pure Al di là della vita, Il genio della truffa e Joe. Ce ne sarebbero un altro paio ma non mi va di dirveli. Ah ah.

Oggi però Nic gira, come detto, film (sarebbero film?) come 2030 – Fuga per il futuro, un film che non ha nemmeno la pagina italiana di Wikipedia.

Ho detto tutto… E comunque il miglior film di Alex Proyas non è Segnali dal futuro ma Dark City. Altro che Il corvo.

Che c’entra? Non c’entra molto, ma mi andava di fare il Nic Cage imprevedibile di turno.

Nic Cage, signore e signori. Un pezzente, un mezzo-totale puttaniere (è stato pure con Jenna Jameson e la bagascia della figlia di Elvis), un uomo, un mito, uno stempiato tinto che sa indossare la sua giacca di pelle di serpente.

E cammina a testa alta fra una puttanata e l’altra.

 

 

di Stefano Falotico

È crollato e scomparso anche il canale YouTube dell’ex Weinstein Company, tutto scomparirà, siamo abbaglianti fiori che bruciano, incenerendo, ma siamo stati intoccabili


31 Aug

WeinsteinLogo

Sì, che disdetta. Il ciclopico scandalo sessuale di Harvey Weinstein ha arso di netto un archivio pregiatissimo che durava da anni, e annoverava nel suo “carnettrailer e clip inestimabili, originalissime, storiche, come si fosse incendiata la Biblioteca Reale di Assurbanipal, detta di Babilonia, come se stessimo leggendo le ultime pagine de Il nome della rosa. E, trasfigurati nel volto pietrificato di Sean Connery nell’omonimo film di Annaud, dinanzi a tale sfacelo, fossimo stati trafitti da una tristezza incommensurabile. Tutto il materiale è andato perduto. Per fortuna che altri canali, come Movieclips e affini, hanno tutto salvato. Ma vuoi mettere l’incantevole bellezza del filmato teaser di The Hateful Eight, l’inedito Hands of Stone con De Niro, paragonati allo squallido HD di trailer semplicemente copia-incollati e riciclati?

Sì, se digitate Weinstein Company nella ricerca sul Tubo, il canale ufficiale non vi è più. Mai più sarà ripristinato. Uno scempio. E piango di dolore, anche perché ciò ha rovinato molti miei post sui miei siti, che ora dovrò correggere, rimpiazzando i video non più disponibili con i fac-simile. Sì, facsimile, anche senza lineetta, ha solo la forma singolare, miei uomini a me non tanto simili. Ma avrò la pazienza amanuense di aggiustare tutti i miei database? No, non mi va, ne metterò a posto solo qualcheduno.

Sì, ciò m’induce ancora una volta a pensare che tutto il patrimonio della nostra umanità, prima o poi, in un’ecatombe apocalittica, sarà sepolto dalle macerie di quel che diverrà, ahinoi, soltanto un nostalgico ricordo, peraltro per i sopravvissuti, perché gli altri già trapassati saranno. E dunque, essendo io abbastanza ateo, non credo che tali eterni irredenti potranno nemmeno rammemorare le loro lacrime nella pioggia come Rutger Hauer di Blade Runner.

Oggi ci siamo, domani non più. Carpite l’attimo finché non v’intuberanno perché sarete già ridotti alla fine. E sdraiati sul lettino vi commuoverete, sapendo che, comunque sia andata, abbiamo combattuto per i nostri ideali, in un mondo di predatori, di cinici sfruttatori, di arrivisti che ti lasciano affogare.

E non mi stupisco che il grande Brian De Palma voglia preparare un film su Weinstein. Un uomo che ha enormemente sbagliato, a differenza di me, ovvio, ma a cui va accordato un perdono cristiano.

di Stefano Falotico

Visualizza questo post su Instagram

Scena magnifica, da brividi

Un post condiviso da Stefano Falotico (@faloticostefano) in data:

Il mio intellettuale colorato di “nero”, anche De Niro fra notti in bianco e le “luci rosse” del mio decadente uomo a cui fan male i denti


20 Dec

25507889_10210245750123041_1652145781523192473_n

 

Ecco uno spicchio della mia folta biblioteca ove la mia mente può spaziare fra letture di Ellroy, cari amici che non credete al mio “antieroe”, e biografie deniriane, nel portrait di me che danza e bascula nella vita con far alle volte smargiasso da gigione imprendibile, altre da chiacchierone insopportabile, altre da (in)sospettabile man, da cui (i) men che non si dica(no), che passeggia cauto nella nube dei suoi pensieri, arrochendo la sua voce fra sigarette Chesterfield dall’aroma abbrustolente i polmoni su di giri e nightmare accesi della mia anima tormentata.

In questi libri rifulgo, fumandomela nello sfumar altero da intellettuale che vuol stare sulle sue e molto sta “lì” a chi non vuol guardare la mia, sua anima. In questa mia anima mi disamino e spesso la mia coscienza esamino, anche se alle volte con qualche donna vorrei “esaminarmi”. Piacevolmente “dissanguarmi”. Ah sì, venir nello “svenarmi”, ma lei mi offende e la mia dignità sventra. Solo angoscia, altro che cosce…

E nell’angosciar mio affatto vacuo scrivo poeticamente implacabile nello “squittio” dei giorni che si trastullano dondolanti a volte nell’apatia, altre volte nel dolore esistenziale che vorrebbe lasciar che ogni dubbio voli via. Eppur mi “violo”, esplorando parti intime della mia violacea anima romantica che crede, nonostante tante disillusioni, che Ronin di Frankenheimer sia un gran film, e che De Niro sia enorme quando gira dei noir.

Prendiamo Angel Heart, avercene di diavoli come quello… un vero giallo delle incognite in questa vita che a volte riserva sorprese. E ti costringe a indagare sui tuoi battiti cardiaci…

Prendiamo Heat, vero “calore” di un amore impossibile, di strade metropolitane dalle vie decumane ove i destini della coralità umana si “stagnano”, nei sogni si stagliano, s’intersecano, viaggiano nelle onde delle emozioni virili per poi squagliarsi in un finale al cardiopalma…

Ah, De Palma, il suo ellroyano Black Dahlia non andò bene, ma avercene di quelle Hilary Swank.

E De Niro fu un intoccabile Capone in quello che è un poliziesco di amici, di bastardi, di un grande Sean Connery, di Garcia che amano le loro origini italiche, di un Costner che ancora non ballava coi lupi…

Sì, spesso sono un lupo solitario e lo sa il mio “amico” Sean Penn… di Carlito’s Way. Quello ti mette nei guai peggio di Joe Pesci di Casinò…

Ma chi era Gordon Pym? E fresco e veloce come una piuma ecco che di nuovo son brillante come un puma. Eppur fuori girano tanti pullman. Si spera non siano come Bill di Strade Perdute…

 

di Stefano Falotico

Pacino & De Palma, la Retribution


08 Nov

Carlito's Way (1993)

Dopo che il progetto Happy Valley sembra esser naufragato, perché la HBO ha momentaneamente sospeso la produzione, De Palma e Pacino non si arrendono e hanno trovato un altro progetto a cui collaborare presto.

Si tratta di un remake. Ben vengano i remake, se saremo ai livelli di Scarface, remakiamo eccome.

Genius-Pop

Just another WordPress site (il mio sito cinematograficamente geniale)