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Non si fa altro che parlare del Joker con Phoenix: io ho una teoria dei supereroi alla David Carradine di Kill Bill e anche alla Rupert Pupkin


25 Sep

rupret

Sì, secondo me Tarantino ha scoperto l’acqua calda in Kill Bill con quella sua stronzata su Superman. Kill Bill che, detta fra noi, è il suo peggior film assieme a The Hateful Eight. Sì, Tarantino è un geniaccio, ma questi succitati film li ha cagati male. Ha messo troppa carne al fuoco. Sì, The Hateful Eight, certo, capisco, è tecnicamente magistrale, ma indubbiamente è anche di una noia mortale. Basta! È così!

E la dovreste smettere di affermare che ogni film di un maestro è un capolavoro solo perché porta la firma appunto di un maestro. Ad esempio, l’altro giorno mi ha davvero inorgoglito un mio lettore. No, non ho molti lettori ma me la cavicchio. È stato il primo in assoluto a comprarsi il mio libro su Carpenter. Gli è piaciuto da morire. E, in privato, su WhatsApp, mi ha fatto i complimenti. E siamo stati a parlare tutta la serata attraverso messaggi vocali magnifici.

Ha mosso solo due critiche al mio libro. Innanzitutto, non ha amato molto la rilegatura, che per lui non è un granché. Può essere… ma la copertina rigida e un altro tipo di formato avrebbero fatto lievitare il prezzo di stampa, dunque del libro stesso. Così, invece, il cartaceo a 11 Euro è convenientissimo. Poi, su IBS.it è pure scontato. Secondo lui, avrei dovuto soffermarmi di più su Halloween, in particolar modo su Michael Myers. E ha osservato che non parlo molto della regia del suddetto film, a parte la doverosa citazione dello storico piano-sequenza iniziale. Be’, dovete sapere questo. La copertina era già pronta, concordata e limata in ogni intarsio. Stavo per dare il visto si stampi, al che, son stato colto da un dubbio mostruoso. Sì, fra le immagini disegnate a mano, mancava Michael Myers. Dunque ho ricontattato la grafica e le ho detto:

– Ci siamo scordati di Michael. È imprescindibile la sua presenza. Altrimenti, verrà sotto casa mia a sgozzarmi.

 

E l’aggiustamento ci fu. Dopo questa parentesi pubblicitaria, ah ah, che ci sta, passiamo alla mia teoria sul Joker. Anzi no. Solo un altro attimo di pausa promozionale. Permettetemelo. Questo ragazzo, col quale siamo diventati amici, mi ha anche detto che ho avuto enorme coraggio ad allestire una monografia non agiografica. E ad aver stroncato parzialmente Christine. Come dire… Non è che Carpenter, solo per il fatto di essere Carpenter, ha girato soltanto capolavori. Ha girato anche film, non certo brutti, ma decisamente meno riusciti e, che vi piaccia o meno, minori. Ecco, ora possiamo andare avanti.

Che il Joker sia uno psicopatico lo sanno anche le pietre. Non molti invece sanno che pure Batman lo è. Sì, Bruce Wayne non è affatto solo un signore affettato, raffinato e dai modi garbati, un playboy incallito e irresistibile. Che si fotte Kim Basinger, Michelle Pfeiffer e Anne Hathaway nelle varie versioni… cinematografiche. Sì, se le fotte eccome. Da vero “pipistrellone”. Nei film non si capisce chiaramente, ciò non viene del tutto esplicitato, ma è palese che Batman sia uno “sventra passere” mai visto. È anche uno schizofrenico. Sì, Batman è il re dei dissociati. Di notte indossa il mantello del cazzo, di giorno legge il quotidiano come un impiegato comunale, col maggiordomo che gli taglia le unghie. E guarda le partite della Juventus sul divano, con le gambe accavallate. Sì, state attenti ai vari Batman in giro per strada.

Questa è la mia teoria. Sì, io sono un uomo che nella teoria è perfetto, impeccabile, immenso. In pratica, insomma… cioè, in teoria sono uno dei più grandi trombatori del mondo, in pratica lo prendo spesso in culo. Ma fa parte del personaggio. Sì, il supereroe che più mi assomiglia è Flash Gordon. Adesso, dopo questa puttanata micidiale, prendo la mia macchina Punto, ben diversa dalla Batmobile, e la porto dal meccanico. Ieri pomeriggio, uno che si credeva il Joker l’ha sfasciata perché gli tirava il culo. Adesso pare che costui sia stato ingaggiato da Todd Phillips che aveva bisogno, nel suo film, di un totale malato di mente. Per rendere la pellicola più realistica.

 

 

di Stefano Falotico

Ogni uomo ha i suoi demoni


15 Sep

Angel Heart

 

Sì, ho rivisto due volte, negli scorsi giorni, Angel Heart.

Film che rielaborai perfino in un mio libro, Cuore angelico tenere tenebre sanguigne.

Sto rileggendo il pdf di suddetto mio libro, pubblicato qualche anno fa. No, non mi piace. E qui sono come Kubrick che, a proposito di Paura e desiderio o forse de Il bacio dell’assassino (non ricordo con esattezza, perdonatemi, e al momento non ho voglia di controllare su Google, ah ah), l’auto-definì una mezza schifezza e sostenne che era la pellicola di un esaltato giovincello che ancora della vita vera sapeva ben poco. Un progetto tanto ambizioso, moralmente nobile quanto pretenzioso e privo, sostanzialmente, d’ispirazione coerente.

No, l’ispirazione non mi mancò, affatto, ma il libro è troppo astruso, ci son virgolette ogni due tre parole, e ciò sfiancherebbe anche il lettore più paziente e introspettivo. È un’opera che, comunque, se volete leggere, trovate su IBS.it. C’è qualche errore di editing, ma poca roba.

E ripubblicarlo non vale la pena. È così, e prendete quei piccoli refusi come licenze poetiche, diciamo, ah ah.

Torniamo ad Angel Heart, non perdiamoci in digressioni troppo bibliograficamente inutili.

È un grande film, ribadisco. Credo che la prima volta che lo vidi, sì, avrò avuto undici anni. Ed ero ancora suggestionato dalle lezioni di catechismo. Pensavo che, se avessi alzato la gonna della maestra, sarei stato arso all’inferno. Il mio animo puro e ingenuo, come solo l’animo di un bambino può essere, rimase particolarmente impressionato da Robert De Niro. Che, soltanto in seguito, divenne il mio attore preferito.

Ora, sebbene ancora infante, nonostante mancasse pochissimo alla pubertà, il suo Diavolo mi spaventò quanto Freddy Krueger, uno dei miei babau terribili di quel tempo. Sì, non prendevo sonno la notte e immaginavo che Freddy, da dietro l’attaccapanni, che sta proprio nell’angolo del corridoio e che, dalla postazione del mio letto, è visibilissimo quando la porta della mia camera è aperta, spuntasse tutto lurido e fradicio. E, mentre i miei genitori se la ronfavano di brutto, potesse strappare coi suoi artigli il mio cappottino giallo da bimbo Georgie di It, e poi si avventasse sul mio pigiamino, stracciandomi il ventre col sol potere del mignolo metallizzato.

Sì, sarò per questo che ho sempre guardato con diffidenza i metallari. Ah ah. Sì, chi ascoltava i Metallica e gli Iron Maiden, con quelle magliette tutte sbrindellate, mi dava l’impressione di essere un ragazzo bruciato come il Krueger. No, mi sbagliavo. Ma non tanto…

Sì, mi sentivo spaventato e indifeso come Georgie. Ma state tranquilli. Molti adolescenti della mia generazione impazzivano per la voce melodica da Mulino Bianco e da fatina magrolina della cantante Giorgia e per Michael George, soprattutto se erano tendenti all’omosessualità. C’era anche chi, oltre a George Michael, sognava di averlo lungo e d’insaccare le palle come quel negrone di Michael Jordan. Ho detto tutto. Erano obesi e alti un metro e venti.

Di mio, mi ricordo che mi lasciò di stucco la scena del film Il volpone, in cui quel marpione di Villaggio strappava le mutandine di Eleonora Giorgi. Una scena che, se vedi appena puberale, non t’infonde grande fiducia nel genere umano. Sì, in quel film Villaggio si finge moribondo, in fin di vita, per potersela godere come un matto. E così il suo migliore amico (Enrico Maria Salerno), che spera di accaparrarsi l’eredità di questa vecchia volpe malefica, una volta crepata, desidera che la moglie, la Giorgi appunto (che all’epoca aveva il suo perché), regali il suo splendido corpo al finto poveretto. Ma il volpone arzillone, comunque, non riesce a scoparsela. E alla fine rimane completamente inculato. Soffocato.

Va be’, detto questo, torniamo ad Angel Heart. L’unica pecca che posso muovere nei riguardi di questo film è la scena di sesso delirante e satanica fra un impazzito Mickey Rourke e Lisa Bonet. Che è praticamente uno stupro. E che trovo sinceramente un po’ disgustosa, esagerata. Comprendo altresì bene la ragione per la quale, nei passaggi televisivi, tutt’ora la censurino. Peraltro, stona assolutamente col climax elegantissimo della tensione armonicamente noir respirata sino a quel punto.

Scusate, mi sono perso. Stavo parlando di De Niro. Che c’entra questa squallida, animalesca scopata?

Ecco dicevo… sebbene piccolissimo, capii immediatamente che il suo personaggio, Louis Cyphre, insomma, era l’angelo ripudiato da tuo Signore del cazzo dal Paradiso. L’omofonia tra Louis Cyphre e Lucifero, anche se non conoscevo ancora l’inglese, mi parve istantaneamente evidente. Quindi, avevo intuito che De Niro altri non era che Satana in persona.

Ma, soprattutto nella scena finale, quando De Niro, con le gambe accavallate come un maiale, i capelli lunghissimi e il bastone appuntito, ridacchia dinanzi a Rourke, mi lasciò di sasso. Agghiacciante.

Adesso, naturalmente, non mi fa paura per niente, anzi, la trovo ridicola. Ma ci sta. Che cosa volevate? Che non mi spaventassi? Sarei stato un mostro. Sì, Michael Myers di Halloween.

Io ho una teoria su Myers. Myers, a mio avviso, non si può neanche definire, a conti fatti, un mostro. Il mostro è stato quello di Firenze (che, sempre secondo me, non era Pacciani, un contadino disgraziato che al massimo guardava i film con Edwige Fenech), Myers non è un mostro. Per nulla. Non è neppure, a ben vedere, uno psicopatico. Lo psicopatico, ed estendo un po’ genericamente tale definizione al cosiddetto serial killer, è sadico e prova godimento a sgozzare e trucidare le sue vittime. Questo suo insano, osceno godimento appartiene al quadro clinico della sua patologia.

Myers è proprio una creatura demoniaca. Un pazzo totale e scriteriato. Non ha alcuna coscienza umana. Ammazza tanto per. Gli tira il culo. Ma non è affatto consapevole neppure di avere ucciso qualcuno. Piglia il coltello e va in giro di notte come le streghe con le scarpe tutte rotte. Appunto, di lama appuntita.

Myers è un degenerato. Un mai nato. Un abominio.

Di mio, spero di non incontrare nessuno come lui. Anche se, posso confidarvelo, quello del quinto piano non me la racconta giusta. Non salgo mai con costui in ascensore. Perché potrebbe decollarmi? No, perché credo che sia frocio.

Angel Heart (leggetevi la mia recensione) è bello, bellissimo.

Invece, per quanto riguarda Freddy Krueger, ecco, perché continuate a scrivere Freddy Mercury? Ma quali ipsilon e i greche di tua sorella! È Freddie, lo volete scrivere bene o vi devo insegnare tutto? Adesso, imbecille, metti su Innuendo e cantiamo di qua e di là. Non va bene se la cantiamo qui? Vuoi che la cantiamo lì? Ok, tu intanto suona il violino. Guarda la tua donna che forme arrotondate e gustose da violoncello che ha, deve acco(r)darsi al mio l’uccello. Sì, quel LA va rivisto col diapason. Ecco la nota ficcante! Che gola profonda, che gemiti deliziosi. Musica celestiale. Invero un po’ carnale.

Lei, piuttosto, solo perché ha visto Showtime, la smetta di dire che De Niro non è mai valso un cazzo. Lo riguardi in Angel Heart. Che classe, che sguardo, che carisma!

Intanto, il mio caporedattore mi ha permesso di correggere la recensione di Quei bravi ragazzi. Non solo quella.

Tutto a posto.

Sarà un’altra notte in bianco. Ma, per fortuna, nel ripostiglio ci sono le scatolette di tonno. Sì, salate, salatissime, da leccare come leccheresti la donna dei tuoi sogni.

Per farla breve, potevo essere un playboy come Mickey Rourke ma m’innamorai di De Niro. Subii un’immensa fascinazione nei suoi confronti, e persi molto in fascino. Sebbene, come Angel, un po’ mi sdoppiai.

Sono comunque ancora in tempo per non arrostire.

Vedete voi, piuttosto, d’infornare le patate.

Vi conosco, eh.

Non mi fottete. Voi trombate la vostra donna ma, in autobus, ad altre donnine, pure brutte, mamma mia che pessimi gusti che avete, fate la mano morta…

Toccate, miei toccati.

Eppur alle volte ancor mi tocco.

 

E sgattaiolo…

 

di Stefano Falotico

Finalmente la copia limited edition di Bronx, le copie del mio libro su Carpenter, il mio quartiere e lezioni di seduzione del signor Falotico


14 Sep

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Ebbene sì, verso le 14, cioè alle due del pomeriggio, hanno suonato all’unisono al mio campanello due postini differenti.

– Chi è?

– Sono il postino. Corriere…

– Devo scendere io a ritirarlo?

– Sì, ovvio.

 

Ebbe’, ai postini fa sempre male il culo. Tranne quando nell’appartamento, tutta sola, c’è Jessica Lange e Jack Nicholson che suona due volte. Drin drin, che trombata…

Mentre penso ciò, afferro le chiavi, chiudo la porta, aspetto l’ascensore (anche a me fa male il culo scendere le scale) e arrivo al piano terra, al pianerottolo dell’entrata del palazzo, cosicché mi trovo due uomini anziché uno solo.

– E lei chi è?

– Sono il postino.

– E lei invece?

– Sono il postino.

– Siete entrambi qui per me?

– Sì, abbiamo un pacco, doppio pacco.

– Anche il contropaccotto come nel film di Nanni Loy?

– No, non amiamo il cinema – rispondono in contemporanea tutti e due.

– Ora, io aspettavo dei pacchi proprio molto inerenti il Cinema, con la C maiuscola.

– Be’, non sappiamo cosa ci sia qua dentro. Ci hanno detto di consegnarli a lei. È lei Falotico?

– Sì, sono io, anche se a volte dimentico di esserlo.

– Firmi qui.

– Firmi qui.

– Un attimo, prima firmo una ricevuta e poi l’altra.

– Ecco la penna.

– Ecco la penna.

– Posso sceglierne una per entrambe le firme?

– Sì, la mia è meglio.

– Sì, la mia è meglio.

– Sono ottime penne, sì. Scelgo questa, così, a occhio mi sembra avere più inchiostro.

 

Bene, torno nel mio appartamento e scarto i pacchi, sperando che non m’abbiano tirato un pacco. Anche perché ho pagato anticipatamente per entrambi i pacchi e il pagamento non è retroattivo. Dunque, se dentro quei polistiroli non c’è quello che aspetto, è come quando fissi un appuntamento con una donna. Fremi per incontrarla, per scartarla e toglierle il cellophane della sua maschera da borghese troppo sulle sue, e poi scopri che non è una donna. Sì, è un uomo grande e grosso, è Sylvester Stallone de I falchi della notte. Ma tu, quindi anche io, non sei/sono Rutger Hauer, cioè uno psicopatico, sei un povero sfigato di merda e quello è solo un transessuale che per mesi, sotto un falso profilo, si è spacciato per donna. Tutti i tuoi sogni amorosi sono andati a puttane in un nanosecondo agghiacciante. Sì, gli piacevi, non ebbe il coraggio di rivelarti la sua vera natura sessuale e ci provò… ma gli andò male, molto male.

Comunque sia, nei pacchi ci sono il Blu-ray di Bronx col mio nome e cognome stampato sul retro, assieme agli altri 500 che si sono aggiudicati la copia limitatissima da collezione speciale, e le mie due copie personali del cartaceo su Carpenter.

Sì, ho ordinato solo due copie. Una da tenere immacolata come una reliquia, l’altra da sfogliare con delicatezza e imbrodarmi del mio talento recensorio.

Un tempo, ordinavo più copie personali per donarle a parenti e a amici. Ma non lo faccio più per due ragioni. Innanzitutto, se vogliono un mio libro, se lo devono comprare, ché di fare Babbo Natale e San Francesco mi son rotto i coglioni, poi la maggioranza dei miei parenti non capisce un cazzo di Cinema. Neanche di Letteratura, e prendono i miei libri, quando glieli regalo, solo per arredare la mensola della biblioteca. Una biblioteca poverissima e impolverata. Di amici non ne ho molti, pochissimi, e i pochi che ho… sono invidiosi e non vogliono darmi soddisfazione. Potrei anche aver scritto, come probabilmente è, un libro da premio Nobel e mi direbbero che è una schifezza perché distrutti nel fegato spappolato da rosiconi. Maledetti bastardelli, ah ah!

 

Sì, la mia vita è stata sempre contrassegnata dall’invidia. Appena titubai a livello istituzionalmente scolastico, il mio amico delle scuole medie, che ha sempre saputo di essere molto meno sveglio e bello di me, andò a calunniarmi con l’ex professoressa di matematica. Che, peraltro, abitava e abita ancora proprio nel mio palazzo.

– Lo sa che Stefano vuole farsi i cazzi suoi e crede che la matematica non gli servirà a niente?

– Davvero? Ma che mi dici?

– Sì, è così. Pare che si sia ammalato di Bob De Niro, guarda tutti i suoi film. E pensa di essere Travis Bickle.

– Be’, allora è un davvero avanti, mio caro Gabriele. De Niro è il mio attore preferito. Tu guardi ancora i film con Paolo Villaggio?

– Sì. Ah sì?

– Sì, stronzone. A te che cazzo frega diffamare il tuo ex migliore amico?

 

Sì, Gabriele lo prese nel culo. E da allora, essendo io venuto a sapere delle sue maldicenze sul sottoscritto, si vergogna profondamente del suo atto sconsideratamente malizioso. Tant’è vero che gli offrii l’amicizia su Facebook, due anni fa, e mi bloccò. Per paura del confronto.

Non vale un cazzo.

Sì, nel 2004, su per giù, io feci qualcosa di mostruosamente geniale, uno di quei colpi bestiali sfacciatissimi. Dopo essermi ibernato sessualmente durante la mia (non) adolescenza, contattai una su un sito d’incontri. Mi piaceva, adesso per niente.

– Ciao. Mi piaci. Voglio scoparti.

– Tu chi sei?

– Voglio scoparti, ripeto.

 

A quel punto, voi lecitamente vi chiederete… be’, non t’ha mandato a fanculo?

No, mi sono sverginato con lei.

Così, alla prima, e fui appunto diretto, sfrontato come Pacino di Scarface con Michelle Pfeiffer. Fascino di carisma incommensurabile.

Sì, con lei non parlavo molto prima dello sverginamento. Ma lei diceva ch’emanavo sex appeal impressionante e mi sbranò come una tigre.

Sì, ve l’ho detto che da allora non mi sono del tutto ripreso dalla botta? L’uccello ha funzionato alla perfezione da quella serata in poi, il cervello molto meno.

In realtà, sono un enorme bugiardo. Ciò che avete letto sino a questo momento è l’allucinante, purissima verità. Ciò che leggerete nel mio libro su John è un’immensa genialità.

E questo è il mio quartiere.

Attenzione. Non vi dico in quale punto ma, per un attimo indistinguibile, la mia faccia appare riflessa simil Profondo rosso.


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Il mio quartiere

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Al che faccio leggere questa mia monografia su Carpenter a un professore del DAMS.

– Dottor Falotico, mi complimento con lei. Davvero molto bella, le sono sincero.

– Grazie mille, ma io non sono dottore.

– Non mi prenda per il culo.

– No, non sono dottore.

– E lei dove ha imparato tutte queste cose?

– Io sono il Genius. È sempre stato così…

– Capisco.

 

Tornando invece a Bronx, no, non è un capolavoro ma, ribadisco, un signor film. Un esordio alla regia del mitico Bob con un’opera sincera, sentita, figlia delle sue origini. E non ha voluto strafare, sapendo di non girare un’opera immortale, consegnando a Chazz Palminteri il suo ruolo più bello di sempre. Che splendida amicizia! Dammi retta: se non si allunga verso lo sportello a togliere la sicura per farti entrare, significa che è una grande egoista, e quello è solo la punta dell’iceberg. Mollala, e mollala alla svelta.

Io avrei aggiunto anche: è pure una grande troia.

Fidatevi, io la realtà la conosco. Siete voi che sbandate.

E questo, come direbbe Moretti, è vero pus underground!

Lunga vita ad Artù!

 

 

di Stefano Falotico

Romeo e Giulietta, Giulia, vibrazioni e vibratore


12 Sep

De Niro The Irishman

Sì, ci vuole niente a fare i deficienti di massa. Ad ascoltare musica idiota e cazzeggiare. Guardate qui. Non è difficile essere cretini come tutti, ridere con le scempiaggini e sognare il sabato per rimorchiare, farsi la trombatella, evviva la vita quant’è bella, ché domani è domenica e mangio le tagliatelle.


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Giulia

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Che ci vuole?

Molto più difficile è essere come me, l’unico che ha le palle di dire che è una persona complicata. Sì, io sono complicatissimo. E non mi va bene mai niente, perché cerco sempre il massimo. Così, se scrivo un libro, lo ripubblico se ho trovato un refuso.

So che ridete come pazzi, quanto io di fronte a voi.

No, non cambio, prendetevi i cuoricini, gli sbaciucchiamenti melensi e le vostre sceme(nze).

Ché io mi prendo il grande Cinema e le mie ball(at)e. Le mie follie, le mie arrabbiature, le mie polemiche e la mia faccia di cazzo. Nessuno può curarmi. Io non ho bisogno di essere curato. Siete voi che state a pecora. Rimbecilliti, corrotti, sporchi nell’anima, paraculi, ruffiani. Addormentati.

Davvero pensavate che dormissi? Io non ho mai dormito, per questo sono giustamente infelice. Nel mondo, solo un idiota può essere sempre felice, un lobotomizzato.

Siete voi che siete da tempo precipitati in un letargo da rimbambiti, da sognatori con le pezze al culo, un lungo sonno da illusi dalla nascita.

Sì, in tv c’è Mickey Rourke di Orchidea selvaggia mentre su Instagram la super mignotta ha inserito la sua nuova foto dal culo “spumeggiante”. Sì, millenni di evoluzione sono serviti all’uomo per essere una scimmia come era nella Preistoria. Tutto si riduce a quello…

Contenti voi…

Ricordate la frase del leggendario Travis Bickle… lei è come tutti gli altri, lei è come tutti gli altri.

Sì, il grande Travis per un attimo si era illuso di aver incontrato un angelo che potesse capire il suo “straniero” ma poi capì che era una falsa e un’ipocrita. Che si è scandalizzata perché, anziché portarla a vedere Romeo e Giulietta di Zeffirelli, l’ha condotta in un cinema porno. Travis è stato sincero, autentico, e Zeffirelli in effetti è un ebete.

Questo è il mondo che avete costruito, plastificato, zuccheroso, come nelle peggiori pubblicità.

Poi non vi lamentate se la gente, nauseata da tanto buonismo d’accatto, se ne vuole stare per conto proprio, a orgasmizzarsi…

Forse non mi salverò ma sarà stato un “delirio” da Oscar.

Sì, ribadisco la mia misoginia. Le donne possono rovinarvi. E se un uomo vuole rovinare il prossimo è perché ha un cervello da donna. È pettegolo, narcisista, vuoto e fa gli scherzetti come le streghette. Un mafioso!

Diciamocelo, noi uomini siamo molto più ingenui, semplici, guasconi, cazzoni, molto più sognatori e anche intrinsecamente intelligenti. Quella delle donne è un’intelligenza funzionale al godimento puttanesco. Infatti è per questo che Mickey Rourke è diventato un cesso. Era troppo bello, anche troppo bravo, troppo attraente per non essere macellato da una società di puttane come quella di oggi.

Ora, chiariamoci sul concetto di troia. Troia non è una che ama divertirsi e va con mille uomini. Al massimo è una viveur. Troia è chi va con un milione di Neanderthal per buscarsi mezzo milione di dollari a filmato. E si accoppia, prostituendo appunto la sua bellezza, coi più inguardabili trogloditi. Anzi, più brutti sono e più scatena rabbiose voglie voyeuristiche nel masturbatore che la foraggia, comprando i suoi dvd del cazzo. Sì, per la serie la bella e la bestia.

Poi, arrivata a cinquant’anni, quando oramai non eccita neanche un tredicenne in piena pubertà, con tutti i soldi che ha fatto, se la tira da gran signora, altolocata, che legge Freud e Filosofia tedesca.

Ecco, questa è la troia per antonomasia, da Nobel, ah ah!

E come dice un mio amico: il successo nello spettacolo lo ottengono solo i poveracci borgatari, che si illudono di essere nell’alta società, ma saranno sempre borgatari arricchiti. Insomma, gentaglia come Ar… tero. La sapete quella su …tero, no? Dovete sapere che la sua donna, Cri… ino, sta su Instagram. Al che, per scherzare, con la strafottenza che mi contraddistingue, le ho scritto… ottimo culo. Sì, a una così non puoi dire certo che è Grazia Deledda. Cos’è se non una bagascia? E come tale bisogna “approcciarla”. In maniera irriverente. Sfrontata, impudica, tanto è quello che vuole.

Il “signor” …tero mi ha contattato in privato, scrivendomi che non mi devo più azzardare a certi apprezzamenti. Perché è un uomo capace di rovinare uno per una cazzata del genere. E, ora che ha girato film per deficienti, ha “potere”.

Sì, continuate così. A dare soldi a queste merde. Girano tre film e pensano di essere Bob De Niro.

Ma andassero a fanculo.

Come dice Richard Crenna in Rambo. Allora vedo che non ha capito. Io non sono qui per salvare Rambo da voi. Io sono qui per salvare voi da lui.

Sì, so che questa frase può indurre a una fortissima risata derisoria.

Ma purtroppo è la verità.

Presto uscirà un film sul più grande duo comico di sempre, Stanlio e Ollio. Loro non avevano bisogno di fare le battute omofobiche, deridere le sessualità altrui, sparare panzane e porcatelle disgustose per far ridere. Ridere chi, poi? A loro bastava un gesto, un’alzata sopraccigliare, bastava la mimica per dire tutto. Infatti hanno iniziato col Cinema muto. Ed erano purissimi.

 

Ed è per questo che so che a voi, uomini e donne contemporanei, v’inducono quasi “tristezza”. Voi avete bisogno della fottuta novità, della stronzata dell’originalità, in una parola della più crassa e infinita, incurabile imbecillità. Altrimenti vi annoiate.

Stanlio e Ollio sono i più grandi. Di tutti i tempi.

E dunque a me è permesso, scusate, di essere un pagliaccio magnifico.

Perché sì.

I pagliacci veri… sono quelli che si credono grandi uomini, sempre a citare questo e quell’altro autore, ché manco l’hanno letto il tal libro, retorici, pieni di sé, con la parola “cultura” in bocca. Che poi non sanno neppure dove si parte per scrivere la sceneggiatura di un cartone animato con l’orsetto di peluche. Sì, è capace che in un film per bambini… va be’.

E ridono, ridono del prossimo. Perché sono forti, duri, insomma dei “fighi bestiali”.

Sì, io ho sempre saputo chi sono.

Io sono un diverso. Lo sono sempre stato e, ripeto, non datemi ripetizioni, l’ho sempre saputo. Evviva Joey Saputo del Bologna Football Club! Molta gente non ci crede e pensa che spedirmi in “cura” servirà. Crescerà/o. Io son sempre stato cresciuto. Non è mai servito a niente… se non a intristirmi e prendere sempre più coscienza che ho ragione io. Sono io che effettivamente curo…, praticando raddrizzamenti alle distorsioni di psichiatri che non sanno manco chi è Carpenter. Ma chi sono questi qua? Ma chi li ha messi lì dove stanno a far i capoccioni? Ma chi sono? Al Capone?

Quando vi faccio le boccacce è per adeguarmi all’andazzo. Per assomigliare a un comune ritardato. Una musichetta, un lavoretto, una seratina…, e vai ficca qualcosa di grunge… sì, bello, “esiziale”, ché voglio “ferirmi” di dolore fintissimo, pestilenziale, logoro, sporco, forte. Cazzo, spinge. Eh, come no. Poi però usa il detersivo… ché t’è colata la birra sul pisello.

Sì, quando faccio lo scemo, sto spudoratamente fingendo.

Benvenuti nel mio mondo.

Se non volete entrarvi, si prega però di non disturbare.

Molta gente dice robe del tipo: io mi sbatto quella.

Sbattere. Di solito si sbattono le uova. Ah sì, vero. Molte donne sono delle galline, da cui le uova. Ah ah.

Quest’espressione la dovrebbe dire lunga sull’alterata, adulterata concezione del sesso di massa, sul maschilismo e persino sulla barbarie della fetenzia di tale insanabile, degenerata idiozia.

Sì, dopo cinquemila anni di terapie e puttanate, sciocchezze e lavaggi, il mio film preferito rimane Taxi Driver.

Cosa? Ah, tu sei una donna ingegnere. Costruisci ponti, infrastrutture, palazzi e poi vai a Mirabilandia fra un calcolo trigonometrico e una scopata già contraccettiva perché hai visto troppi film col principe azzurro e non volevi che tuo marito ti praticasse l’anale. Quindi, ti sei offesa, repressa più di prima, e ora devi alzarti dal letto perché quel calcolo non ti convince.

Sì, sei tu che non mi convinci. Crollerai, stai cadendo a pezzi.

Ma tu, donna, credi all’amore.

Ma di quale amore parli? La concezione orrenda di amore visto in Pretty Woman.

L’amore è amare e continuare ad amare immensamente una persona che finisce sulla sedia a rotelle perché la ami, appunto. Non è amarla ieri che aveva due ville al mare e domani no perché non può trombarti e riempirti di “belle cose”. Poi, sulla sedia a rotelle, non può riempirti neanche di qualcos’altro…

Questo è l’amore.

Non fatevi fottere, amici, voi che come me siete svegli.

Non fatevi inculare.

E, se non mi credete, inculatevi.

Sì, sono senz’ombra di dubbio, “pazzo”. Sì, legatemi, picchiatemi, sodomizzatemi, fatemi piangere. Forza, a chi tocca darmele? Ah ah.

Certamente…

Un pazzo realista, che dice la verità, l’ha sempre detta e dava troppo fastidio.

E soprattutto: non c’è niente di male a uscire dal seminato, anzi, è illuminante, l’importante è non restare in seminario. E voi, uomini, non inseminate. Ché poi i figli dovete mantenerli e cresceranno come delle zoccole. Zoccolone! Seminatele!

L’ho sparata? Sì, ma sparati tu. Per la tua serata, prevedo una cioccolata calda, le coccoline e dolcezze a base di puzza di piedi.

Ah ah.

Sì, il percorso della donna schizofrenica di massa è sempre lo stesso.

Da ragazzina guardava Mila e Shiro… due cuori nella pallavolo. Infatti, giocava a volley alle scuole medie.

Poi per un po’, durante l’adolescenza, è stata presa da Cicerone. E, fra un pompino e l’altro col ragazzo disperato ma “affascinante” simil Kurt Cobain della periferia degradata, decise di laurearsi.

Studiando Lettere e pigliando tutto alla lettera. Sì, le donne laureate in lettere sono serissime, pigliano, eccome se lo pigliano, tutto sul serio. Dici loro che hanno un culo galattico e ti chiedono perché hai tirato in ballo Star Trek.

Quindi, si trovano un mezzo gonzo col conto in banca di Ferrero. Sì, perché dovesse andare male l’insegnamento, in casa ci sarà sempre il “cioccolatino”.

Dunque, sistemate e diventate arrogantissime, giudicano tutti voi. Sì, “debosciati”, che dovete mettere la testa a posto. Sì, perché guardate quei film violenti? No, troppa violenza!

Ascoltate con lei Ed Sheeran tra il suo smalto delle unghie e la doccia che non funziona.

Io preferirò sempre Frank Sheeran.

Chi è Frank Sheeran?

Questo… quello cioè della foto sopra.

– Io le ho dato del finocchio, sono l’ortolano.

– Finocchio lo vai a dare quel citrullo di tuo figlio. Beccati questa.

 

 

di Stefano Falotico

13 Settembre, domani, buon compleanno a un uomo unico, magico: parafrasando Mario Brega, prima ce sto io, poi ce sta De Niro, spending my time da Angel Heart


12 Sep

Angel Heart Rourke

Eh sì, domani sarà il compleanno del sottoscritto, indubbiamente una delle più grandi teste di cazzo che l’umanità abbia mai avuto.

Ma fortunatamente anche uno che delle regole piccolo-borghesi se n’è altamente fottuto, vivendo a modo suo. Ché gli obblighi, le prescrizioni, i falsi precetti moralistici, le reprimende, il pensar comune, le ideologie fasciste non mi sono mai piaciute, e sempre le disdegnerò, boicotterò, le fuorvierò, incanalandomi nei meandri sognanti delle mie magiche, sublime perdizioni. Perderò tutto ma ne sarà valsa la pena…

Ripescando dalle memoria lo stupendo Angel Heart di Alan Parker. Che poesia in questo film. L’incontro, al crepuscolo, fra Mickey Rourke/Johnny Favorite e De Niro/Louis Cyphre profuma di nostalgica immensità. Ambientato in un palazzo semi-diroccato, fatiscente, ove la notte si tinge di satanica bellezza, come uno dei migliori, perlacei libri dell’orrore. E un signore vestito di nero, ghignante, sardonico, con la faccia di un Bob d’antologia, sussurra a Mickey che ha un conto in sospeso con Johnny.

Cinema di un’altra epoca, della mia generazioni, non le cagate platinate e furbette di oggi.

Johnny, Johnny il bello, come me.

A cui la malignità e l’ipocrisia ha voluto combinare tanti scherzetti e farmi credere, con ipnosi subliminali, che dovevo dimenticare la mia anima, ripudiarla, azzerare tutto e iniziare tutto, riprendendo studi scolastici da quattro soldi.

Non siamo mica in Siberia, come affermava lungimirante il mio alter ego di Carmelo Bene. Sfacciato, impudico, irriverente, cattivo, strafottente, come solo i geni possono essere e permetterselo.

Io non ho bisogno di lauree, di titoletti formali, la mia anima è la poesia fattasi carne metafisica. E viaggerò eternamente sulle onde emozionali dei miei battiti cardiaci.

Prendetela voi la donna politically correct, laureatasi in Scienze della Formazioni e altre stronzate caramellose, buone alle smancerie falsissime di una vita impostata, noiosa, che devi avere paura anche di prenderla da dietro come Michael Douglas di Basic Instinct con Jeanne Tripplehorn (che fondoschiena nudamente maestoso, forse controfigura di una patonza ancora più gnocca di Jeanne) ché poi potrebbe denunciarti e farti il lavaggio del cervello, anche dell’uccello soprattutto, educandoti a leggere un libro Harmony e ballando con lei, al plenilunio, su una canzone dei Thegiornalisti. Appunto, andasse a dar via il culo, ché di banalotte così non sa che cazzo farmene.

Non sono misogino ma una donna deve profumare di donna perfino troia e ardertelo, attizzartelo, non deve piluccare una penna stilografica… e non sgridarti se sbagli un congiuntivo. Che palle!

Ci sono quelli che si laureano in Medicina. Sì, quando mi dovrò curare da un’eventuale appendicite, andrò a farmi operare. Ma conoscere l’anatomia del corpo umano non m’interessa tanto, mi attrae molto di più la dinamica esistenzialista dei cori, non la vivisezione dei corpi.

Avevamo anche i teenagers che si eccitavano con quel frocio di Eddie Vedder e avevano l’orgasmo quando, su MTV, guardavano il video di Jeremy. Giocando al game Diablo. Meglio Pelù con El Diablo! E sognavano di farsi fare un pompino da una tonta il sabato sera quando, finalmente, i loro genitori cattolicamente repressivi li lasciavano puttaneggiare, dopo aver svolto il loro “bravo” dovere da studentelli imbecilli e schiappe.

Ma che è Footloose? Quel reverendo Shaw Moore/John Lithgow dovrebbe farsi una trombata con la moglie, fidatevi. Ché l’unico Lithgow che adoro è quello un po’ stronzo e pazzo di Doppia personalità.

Puro genio il De Palma che, come mio padre, è nato l’11 Settembre. Ora, chiariamoci. Quasi tutto De Palma è magnifico, quasi tutti i suoi film sono capolavori. Ma, se vogliamo stilare classifiche, i suoi veri capolavori sono Carrie, Vestito per uccidere, Scarface, Omicidio a luci rosse, The Untouchables, Carlito’s Way.

Al che l’idiota di turno:

– Sei capolavori sono pochi per poterlo definire un genio.

– Ah sì? E quanti ne doveva girare? Cinquemila? Vedi tu, piuttosto, di non girarti i pollici, coglioncello.

 

Oggi, nella maggior parte d’Italia, sono iniziate le scuole. Mamma mia, poveretti questi ragazzi. Saranno rincoglioniti nei loro anni migliori con pappardelle, latino e greco (non siamo più nella Roma imperiale e ad Atene, e comunque meglio Spartacus di Sparta), storie di guerre dei cent’anni e partigiane resistenze.

Non lamentatevi poi se un uomo, a trent’anni, conosce il giorno esatto in cui è morto Napoleone ma non sa che la sua ragazza si scopa uno più basso del Bonaparte. Un uomo formalmente impeccabile ma carnalmente andato a puttane…

Un mio amico ha letto il mio penultimo libro, Dopo la morte e, col cuore, quello che molti di voi hanno oramai perduto irrecuperabilmente, vi ha scritto una recensione estremamente calzante, l’unica possibile:

Dopo la morte, la vita.

Una vita sempre condita dal tipico delirio falotichese, quello che ti inebria di ricamate ridondanze (da lui stesso annuite) e si autobiografa con tutto l’ardore che può tracimare dal suo voluttuoso amarsi, fisico e cerebrale.

Il suo perenne bilico, tra il soccombere e l’esaltarsi, veleggia spedito per tutto il libro, accompagna e sostiene una vita controcorrente, in sgarbo alle convenzioni, alle ipocrisie, alle rabbie convulse, alle impotenze di fronte ad un mondo malmostoso, nano e misero.

Una “recalcitrante riluttanza” lo mette contro il mondo intero, anche se poi saranno due categorie che personalmente aborro (e che non sarò io a rivelarvi), ad emanciparlo contro le brutture, a vaccinarlo verso le mostruosità.

Quasi quarant’anni di apnea mentale: un concentrato di esplosioni represse, di eruttazioni sofistiche, che dall’alto dei miei quasi sessanta (di armi ormai deposte), comprendo proprio in virtù della rivoluzione che mi attese, frenetica e scomposta, al varco, superata quella fatidica soglia.

Falotico la sta per varcare ma – paradossalmente – rinasce ora a vita vergine, un “dopo la morte” che già lo (ri)anima e lo rende ribelle per antonomasia come in un’improvvisa (e falsa) bonaccia metereo(il)logica.

Il mio confrontarmi con lui è puerile, perché io vagai nel buio fino a quei quaranta, mentre egli imbracciava mille lance contro i molteplici mulini dello scempio umano.

Ferito dal cinismo, magicamente intriso di libri e cinema, era già un “rumble fish” ferito e ruspante, rispetto al mio vagare in acque protettivamente ovattate.

Per questo nutro fascino e rispetto verso le vite sfilacciate e dissolute, ed il loro aggrapparsi feroce, il “deflorarsi” quasi inconscio, quel rodersi di rabbia implosa, l’ambire ad una “sopravvenuta leggiadria armonica” in realtà sempre e solo sfiorata ed a margine di un costante “putiferio emotivo” che sconquassa sogno e desiderio.


La vita, dopo la morte di un‘esistenza che si agghinda e spaccia spesso a “turbinosa e dissennata”, ma ancor più volentieri – nelle corde sensibili di Stefano – non può far a meno di apparire lirica, come “foglia screpolata nel vento”.

Ma lo attendo ora (io lo so), ad una guerra ancor più folle, se possibile.

 

I Roxette hanno fatto tante canzoncine buone solo per bimbette col “bagno facile” fra le mutande, ma questa è bellissima:

 

 

di Stefano Falotico

 

I nonni di David O. Russell erano di Ferrandina, i miei genitori di Pomarico, insomma siamo materani, cumpa’


07 Sep

Cape Fear Tornabuoni


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Cape Fear

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Sì, la nonna, o forse il nonno di David O. Russell era di Ferrandina, paesello lucano, assai limitrofo a quello che ha dato i natali ai miei genitori. Ovvero, Ferrandina che io conosco benissimo.

Avevo e ho tutt’ora il caro prozio Nicola lì, assieme a sua moglie Isa. In realtà, appunto, zio di mia madre.

E ho dunque due procugini, tale Michele, che adesso fa l’operaio non tanto lontano da me, dalle parti di Modena, e Leonardo. Che ora si è sposato ma conserva il fascino anomalo di un bel guaglione cresciuto a pizzicotti e panzerotti.

Sì, a Ferrandina ci sono un sacco di botteghe di panzerotti. Specialità di quell’entroterra brullo ove la gente, fra una sagra paesana dedicata al santo patrono e domeniche nei corsi, in cui le ragazze si fanno belle per cuccare qualche terrone, col solo potere della passeggiata sculettante, va a mangiare i panzerotti, ripieni di prosciutto crudo e mozzarella fumante, il tutto coccolato e oserei dire accudito dalla pastella morbida esterna, roba squisita da leccarsi i baffi, come quelli di Burt Reynolds, morto ieri.

Zio Nicola è un uomo ch’è andato sempre molto fiero della sua Alfetta, guadagnata col sudore della fronte nei cantieri ove, da Roddy Piper di Essi vivono (e infatti da giovane poteva fare il pugile, e combatté anche qualche incontro un po’ wrestling), metteva su mattoni. Ascoltando, fra calcestruzzo e qualche scoreggia, Nino D’Angelo.

Sì, più volte tentai di dargli consigli musicali un po’ più alti. Ma lui mai ne volle sapere:

– Chi? JIMMO Morrison? Ma che è? Un pazzo, un drogato, un capellone, un puttaniere. Guarda invece Nino. Lui, uomo dalla grande anima… vero scugnizzo da popcorn e patatine. In lui vibra il partenopeo sincero che ama, lui ama. Lui corteggia la donna con la sua voce angelica, da biondino magrolino, e poi fa all’amore quando il sole al tramonto, calando sulle pendici del Vesuvio, lo rende focoso e amante vulcanico. Grande uomo, Nino!

 

Sì, i miei invece erano appunto di Pomarico. Paesaccio pieno di chiese, ove le ragazze ascoltano Vasco Rossi e i boys sognano le vite spericolate. E non lavorano mai. Facendosi crescere la panza. “Identici” a Steve McQueen. Proprio spiccicati…

Durante le vacanze scolastiche, andavo a far visita ai miei discendenti. Ero l’idolo. Un felsineo, dunque un “forestiero” in terra sua eppure non sua. Sangue di quella regione ma allo stesso tempo natio della patria dei tortellini, Bologna. O, se non vi piace il termine natio, nato a Bologna. Va bene, così?

Ero già esperto di Cinema e uno dei miei must, al bar, era recitare i pezzi dei critici.

– Stefano, cosa disse la Tornabuoni di De Niro in Cape Fear? Dai, recitami le sue parole e fammi la faccia di Bob. Me fai morì! (e qui da ragazzo della Basilicata diventava Christian De Sica).

– De Niro è stupefacente, un demone ripugnante per bestialità malvagia, per paranoica scaltrezza da leguleio, per la pazzia mistica che lo induce a sentirsi investito d’una missione redentrice, per volgarità e astuzia violente, per la fisicità possente e per la gelida furia che lo possiede; l’immagine odiosa d’ogni nostra paura profonda.

– Sei un genio. Forza, che cazzo fate, idioti. Offritegli da bere.

 

A Pomarico, tutt’ora campa il fratello di mia zia, ex amica di mia madre, che si è sposata il fratello di mio padre. Che casino.

– Dove sei stato, Carmine?

– Sono andato a prendere ripetizioni di Latino da Gigi il professore.

– Guarda che Gigi non è laureato.

– Ma che dici? Insegna Latino e Greco.

– Sì, ma non è professore nel senso esatto e istituzionale del termine. Non si è mai laureato. Ha fatto il Classico, ma ha mollato dopo poco l’università.

– Davvero? E come fai a saperlo? Gigi è il bibliotecario comunale. Ed è un uomo coltissimo. Gigi è un professore. Poi, che cazzo ne sai tu che vivi a Bologna?

– Io so tutto…

 

Ricordate: il Genius sa…

Siete voi che non sapete mai un cazzo.

Insomma, tutto il mondo è paese.

E io sono il re!

di Stefano Falotico

Spiace, duole dirlo, ma il sesso debole siamo noi uomini, lo siamo sempre stati


14 Aug

sesso debole

 

Sì, sono fieramente misogino e misantropo. Mi fanno alquanto schifo sia le donne che gli uomini, senz’eccezione alcuna. E non salvo nessuno. Un porcile apocalittico che cresce di ora in ora e si estende a macchia d’olio, corrompendo nel lerciume anche le anime più resilienti a quest’abbattimento delle coscienze.

Le menti più fervide della mia generazione, schiacciate da ricatti lavorativi, non valorizzate nelle loro creatività, trattate soltanto come dei coglioni perché, sino a questo momento, non si sono mercificate alla prostituzione di massa, vengono adesso oltraggiate nei pudori, apertamente derise. Tanto alla produttività capitalistica non sbatte un cazzo che abbiano letto diecimila libri. Vengono valutati per quello che “danno”. Che danno!

Il participio passato di soccombere non esiste, ma avete capito. Anche se arcaici della Lingua italiana dicono che soccombuto da qualche parte è contemplato. Comunque sia, questi ragazzi van soccorsi, li avete feriti a morte e sanguinano, lacrimano le da voi sbudellate viscere in un lago agghiacciante di dignità lese, infangate e infrante. E voi ancor più ridete, beandovi di loro, e urlando che sono degli infanti!

Sì, addivenite che soffrano persino di elefantiasi. Uno squallore morale che ha dell’osceno incommensurabile.

Berlusconi è l’uomo più triste attualmente vivente. Sì, forse neppure la Lario lo ha amato per il suo valore umano, tutte le donne, che con lui hanno giaciuto, son state col premier perché aveva e ha i soldi.

E quella lì, la Minetti, lo chiamava amore perché la riforniva di assegni di “buon cuore”.

Berlusconi, m’immagino la sua vita abietta, di merda. Ecco che, dopo una giornata in Parlamento, a raccontare barzellette, tornava a casa, col morale a pezzi. Telefonava a Tarantini che gli spediva due super zoccole mai viste perché lui, come disse Checco Zalone nella parodia satirica di Antonio Cassano, è Trombolo!

Le zoccole arrivavano a Villa Arcore, il maggiordomo le squadrava per appurare se potevano attizzare il “cavaliere mascarato”. Assentiva e le faceva entrare…

Silvio cenava con loro amabilmente, con tanto di ostriche e caviale. Poi:

– Come ti chiami tu, dolcezza? Susanna? Dai, gusta questa panna. Ecco, la vedi quella velina lì? Guadagna diecimila Euro al mese. Per due minuti che balla a Striscia la Notizia… è uno stacco facilissimo, devi muovere un po’ il culetto mentre scorre la musichetta ed Ezio Greggio e Iacchetti fanno sullo sfondo le faccette. Ti piacerebbe come lavoro?

– Certamente.

– Allora, cara, il mio maggiordomo ti accompagnerà nella stanza degli “ospiti” (leggi stanza degli orrori e degli abomini…). C’è un comodo, confortevole letto in legno massiccio, con delle molle di un materasso venduto dalla mia amica Patrizia Rossetti. Ecco, Susanna, io verrò presto a sbavarti… il rossetto. Aspettami. Ciao, a prestissimo.

– Tu, invece, Michela… mi sembri un po’ più colta della tua amica. La vedi quella? Si chiama Elena Guarnieri. Adesso conduce il TG5. Sai, durante questa cena, ho notato che hai un’ottima parlantina, sai argomentare davvero alla grande. Ti piacerebbe prendere il posto di Elena? Tanto oramai lei è quasi andata…

– Assolutamente. Che figo! Essere la conduttrice di un telegiornale in prima serata! Be’, la mia Laurea in Scienze delle Comunicazioni devo metterla… a frutto.

– Bravissima. Giovane, bella, ambiziosa. Mi piacciono le donne con le palle. Ora, fatti accompagnare, prego, laddove c’è già Susanna che ci attende. Vieni, vieni con me…

 

E poi Silvio grufolò, dimenticando la Sinistra e urlando Forza Milan!

E voi, uomini, vorreste forse dirmi che le donne non sono il sesso forte?

E basta con questi fruttivendoli che fanno le battutine a doppio senso! Sulle banane e sulle pere!

 

Sì, il mio post ha scatenato reazioni immediate. Un putiferio.

Partiamo da Federico Frusciante che esordisce così.

donne

 

Quindi, fra tanti maschi che mi danno ragione, ecco che arriva il gruppo femminista del cazzo a inveirmi contro. Dicendo altre puttanate assortite. Tipo questa:

Facilitate? Intanto, se una donna fa carriera o ha potere e magari è pure bella, deve sopportare tutte le battute e insinuazioni come chissà a quanti l’ha data e peggio… Se si è donne, si vien sempre e comunque giudicate come pezzi di carne riguardo l’aspetto fisico, qualunque sia l’’età e lo status. Se si viene molestate o aggredite, prima bisogna stabilire come eravamo vestite, perché magari ce la siamo cercata. E poi il ciclo, i pregiudizi duri a morire…, dovresti vivere un mese nel corpo di una donna e poi ne potremmo riparlare.

Dico? Stiamo scherzando? Prima volete la parità dei sessi, vi siete accapigliate per un tempo immemorabile per raggiungere la Camera dei Deputati, ma non vi va bene manco questo.

Volete vestire in minigonna e v’infuriate se un uomo vi guarda con desiderio. E lasciate stare le violenze, che è un discorso a parte. Che c’entrano gli stupri?

Anche gli uomini, peraltro, a proposito di violenze psicologiche e fisiche ne ricevono, ben più subdole. Un uomo, che ne so, omosessuale viene licenziato e si trova sul lastrico come in Philadelphia, e non può neanche denunciare l’accaduto che viene preso per un senza palle.

Stefano Cucci è stato massacrato in carcere perché reputato un “cacasotto” da dei lercioni maiali.

Un uomo diverso dagli altri in questa società non ha speranza. Dall’uomo si pretende produttività, efficienza, sicurezza in sé stesso e che sia anche un discreto “trombatore”. Uno col “fascino”.

Una donna “diversa” invece viene rispettata da gran signora. Trova uno che la mantiene, fa la bella vita e si spaccia pure per intellettuale. Va a fare la psicologa o la maestra, l’educatrice dei miei coglioni.

Via dal cazzo queste falsissime. Che fanno le chic e poi le vedi che sbavano dietro Day-Lewis non perché sia bravo come attore, ma perché ispira sesso! Il signor Daniel le manderà solo a cagare.

Noi uomini siamo onesti. Vediamo Monica Bellucci, almeno quella di dieci anni fa, e la diciamo tutta.

– Stefano, che cosa ti suscita Monica?

– La voglia di sbatterglielo nel culo. Anche se poi apre bocca e me lo fa diventare moscio. Recita come una dell’asilo nido.

 

Le donne invece no. Mentono in maniera spudorata. Per via dell’educazione cattolica della Vergine Maria e del fatto che son cresciute col mito della purezza e dell’essere angelicate.

Ma de che!? Che se vedono Fassbender a torso nudo in tv, devi chiamare l’idraulico perché hanno allagato tutta la sala.

 

Quindi, finitela, facciamo abbastanza schifo, noi uomini, e fate schifo pure voi.

Basta con le ipocrisie!

 

L’uomo, se rifiutato da una, al massimo le dice, stizzito, che è una cretina.

La donna del nuovo millennio invece è ferocissima. Se un uomo è un po’ timido e titubante, ecco che parte in quinta: ah frocio! Impotente! Coglionazzo! Idiota!

 

Stamattina, ero al bar, come sempre. Quando sono molto sereno, mi viene lo sguardo catatonico e sembro scemo.

A un certo punto, un ragazzino con la sua fighetta, ha cominciato a farmi le smorfie, prendendosi gioco di me.

Gli ho versato il cappuccino bollente in testa.

– Io ti denuncio!

– Ah sì? Ecco la brioche, zuccherino!

 

E gliel’ho ficcata in bocca, quasi strozzandolo.

– Tutto questo perché ti prendevo un po’ per il culo?

– Ecco, vedi di andare a prendere per il culo la tua troietta.

 

E comunque questa è una grande canzone!

 

Ma è una canzone razzista! Come il mondo!

Che poi, a me dei sessi, del sesso in generale importa davvero un fico.

Vedete di fottervi.
Fa CALDO, eh?

In poche parole, il succhiotto, no il succo è questo:

non ho mai visto un uomo bello farsi mantenere e stare alle Bahamas col cocktail in mano tutto l’anno. L’uomo, anche se bello, se non si dà da fare, è nella merda. Una donna senza qualità, se è bella e se la vede brutta, scusate il gioco di parole, si trova un riccone che la mantiene. È una triste verità, ma è così.

 

Chiedo venia al Frusciante per avergliene suonate quattro. Ma se la sta tirando troppo ultimamente. Cioè fa la bella figa. E questo non deve succedere mai più.

Adesso, scusate, devo bere il caffè.

39277200_10211878792908090_2653820877283524608_nVoi davvero credete a tutte le stronzate che dico?

, Queens, NY - 20180130Director Martin Scorsese watches Robert De Niro beat up a guy while filming a scene at "The Irishman" movie set in Ridgewood, Queens-PICTURED: Robert De Niro-PHOTO by: Jose Perez/INSTARimages.com This is an editorial, rights-managed image. Please contact Instar Images LLC for licensing fee and rights information at sales@instarimages.com or call +1 212 414 0207 This image may not be published in any way that is, or might be deemed to be, defamatory, libelous, pornographic, or obscene. Please consult our sales department for any clarification needed prior to publication and use. Instar Images LLC reserves the right to pursue unauthorized users of this material. If you are in violation of our intellectual property rights or copyright you may be liable for damages, loss of income, any profits you derive from the unauthorized use of this material and, where appropriate, the cost of collection and/or any statutory damages awarded

di Stefano Falotico

Peter Greenaway girerà un film ai Sassi di Matera con De Niro e Kristofferson? Boh, e io voglio inventare una storia delicata, col Bob che canta


11 Aug

True Detective chiesa
Sì, notizia di queste ore è che Peter Greenaway ha intenzione di girare un film ai Sassi di Matera su Gesù.

Sì, oramai i Sassi sono diventati la location pressoché obbligatoria per il Cristo. E Mel Gibson ne sa qualcosa quando Monica Bellucci non gliela diede durante i provini e lui le urlò: – Ah sì? Monica, allora farai la zoccola, sì, sarai Maddalena!

Ah ah.

Ora, Greenaway ha in mente da anni questo film. E il produttore dovrebbe essere Emanuele Moretti, che non è imparentato con l’omonimo Nanni, ha meno anni di me e in questi anni avrà prodotto almeno cinquemila film. Anche se lo vedo sempre su Facebook in riva al mare a mangiar gli spaghetti con le cozze. Va be’, sai che ti voglio bene, Emanuele, un giorno gireremo assieme un film con me nella parte di Marlon Brando de Il coraggioso, che dice stronzate micidiali sulla maternità ma le reciterò da Dio, con tanto di pause silenziose da Actor’s Studio clamoroso, e il mio monologo sarà studiato a Cambridge.

Sì, la Vergine Maria mise al mondo il Cristo perché fu partorita per divina “inseminazione” spaziale, sì, Dio dalle stelle, fluttuando fra una galassia e l’altra, “spruzzò” e il liquido finì nelle ovaie della Madonna, lì, in Palestina.

E Giuseppe rimase scioccato:

– Ciao Beppe.

– Dimmi, Maria. Sono molto stanco. Ho riparato il tavolo di Germana. Adesso, per piacere, cucinami due tortellini alla panna e poi lasciami riposare sul divano.

– Senti, devo darti una buona novella. Sono incinta.

– Incinta? Che cazzo significa? Io e te non abbiamo mai trombato. Tu non ti sentivi pronta e io ho avuto estremo rispetto della tua verginità. Nel frattempo, mi sono arrangiato da solo… Chi è stato il figlio di puttana che t’ha fottuto?

– Sono incinta di Dio.

– Non raccontarmi puttanate! Dai, su. Altrimenti chiamo il centro di salute mentale e ti faccio ricoverare.

– Non sto scherzando. Sono incinta di Dio.

– Ci sono le prove che possano attestare una minchiata colossale di queste proporzioni?

– Il fatto è questo.

– Sì, va be’. Allora, mi scaldi questi tortellini?

 

I mesi passarono e la pancia di Maria crebbe. Fu allora che Giuseppe, come Fantozzi, realizzò. E andò da uno psicanalista. Si rivolse anche a Matthew McConaughey di True Detective affinché appurasse il misfatto ma Rust Cohle gli rispose così:

– La nostra vita è una camera blindata, che si è svolta sempre nella nostra mente. Siamo soli a questo mondo, viviamo di fantasie, combattiamo il Male e, resilienti, andiamo avanti. Dobbiamo darci una missione, altrimenti prima o poi crolliamo. Non possiamo scoparci tutte le strafighe di Instagram, abbiamo bisogno di canalizzare le nostre rabbie, le nostre astinenze, i nostri desideri, assurgendo a paladini di un eroismo monumentale che sarà ricordato dai posteri, come Ugo Foscolo ben insegnava. Se vogliamo tutto, lo prenderemo soltanto in culo. Solo Dio può fare e farsi chi vuole.

– Sì, quindi sostanzialmente è stato davvero Dio a mettere incinta mia moglie. Ottima filosofia del cazzo.

– Sì, prendila così. Però tuo figlio diverrà il simbolo della cristianità. Un uomo dei miracoli ma la gente, puttanesca e cinica, che vuole e voleva soltanto ridere e scherza’ da troioni, lo inchioderà alla croce. Come la vedi?

– Quanto camperà?

– Trentatré anni.

– Be’, una buona vita. Jim Morrison è morto a 27.

– Sì, ma Jim Morrison scopava di brutto.

– Mio figlio non scoperà?

– No. Tale padre, tale figlio.

– Lei invece, signor McConaughey, è uno che tromba?

– In passato sì. Anche Sandra Bullock è stata con me. Adesso sto con questa Camila Alves. Sa, è una modella brasiliana. Dopo tanti giorni sul set, sono molto giù. Lei sa come tirarmi su.

– Insomma, questa Camila le prepara la “camomilla” sessuale.

– Sì, proprio una bella puttanina. Ci ho messo un po’ a trovarla. Ma io, che ho milioni di dollari, le regalo le collane e lei mi regala il sorriso. Capisc’ a me. Tanto la mia reputazione non va a puttane, sono l’attore premio Oscar per Dallas Buyers Club. Dove facevo il malato di AIDS. La gente mi adora. Sono bellissimo, bravo, e interpreto anche parti da malato terminale che, si sa, commuovono. M’imbruttisco e mi danno l’Academy Award. Una persona normale invece, se imbruttisce, viene emarginata e deve essere mantenuta dall’assistenza sociale perché nessuno le dà un lavoro. In questa società, la bella faccia tosta è un biglietto da visita inesorabile. Senza una doverosa faccia da culo, non ti danno una lira. Anche se hai letto tutto Dostoevskij.

– Di mio, sono un falegname.

– Davvero? Allora, lei se n’intende. Mi dica la verità, Beppe. Nel film Contact sono stato un po’ espressivamente legnoso, non è vero?

– Sì, non ha mosso un muscolo facciale neanche fosse stato piallato. È migliorato, sa?

– Le ho detto. Il merito è di Camila. Con lei, si muove tutto… Adesso scusi, Beppe, devo pubblicizzare The Beach Bum. Buona serata.

– Arrivederci, Matthew. M’invita alla premiere?

– Sì, fra pochi mesi, quando il film uscirà, sarà nato suo figlio. Porti anche lui. Perché ci vuole il patrocinio di un povero Cristo che venga a vedere questa merdata. Non se lo cagherà nessuno. Ma l’opera dello Spirito Santo potrebbe aiutare il marketing.

 

Sì, Greenaway girerà questo film a Matera, che sarà certamente meglio di Per amore, solo per amore di Giovanni Veronesi.

Sì, m’immagino Beppe a Betlemme, interpretato da Bob De Niro che, nel post-modernismo di Peter, a un certo punto, mentre i Re Magi fanno i regalini al pupo, prenderà un microfono e canterà Un’emozione per sempre di Ramazzotti. Entusiasmato da tanta umanità calorosa.

E Federico Frusciante, alla terza traversa di una cittadina limitrofa di questa Betlemme in festa, nella sua videoteca, ubicata in una grotta rupestre, dirà che la gente è andata tutta a vedere la nascita di Gesù e non ha noleggiato i film di Carpenter. Poi, desolato, chiuderà il locale e si recherà alla mangiatoia.

– Io sono un comunista così! Non credo in Cristo e la Madonna, porco Dio! Gesù è uno che si abbonerà a Netflix!

 

E questo è quanto, figlioli.

 

Sì, Cristo sarà un uomo che, non imborghesito nelle battutine della gente annoiata e tristissima, non riderà mai di fronte a questa boiata. E sarà accusato d essere schizofrenico perché ha sostituito il godimento pecoreccio della FIGA ai suoi deliri “mistici”.

 

D’altra parte, da un mondo che non sa neppure cosa sia Ordet, cosa potete aspettarvi? Se non porcate?

Ora mettete su la colonna sonora di Conan il barbaro.

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di Stefano Falotico

Marc Maron entra ufficialmente nel cast di Joker con Joaquin Phoenix e Robert De Niro


07 Aug

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Come sappiamo, la DC sta preparando da mesi un film sul Joker, il super villain di Batman per antonomasia. A incarnare il principe del crimine, il pluri-candidato all’Oscar Joaquin Phoenix, e il film sarà diretto dal regista della trilogia Una notte da leoni, ovvero Todd Phillips.

Le riprese di quest’attesissima pellicola inizieranno il mese prossimo, vale a dire a Settembre in quel di New York, e il budget sarà relativamente basso per essere un cinecomic, soltanto 55 milioni di dollari.

Nelle scorse settimane, si sono avvicendate varie notizie assai interessanti sul casting. Innanzitutto, siamo venuti a sapere che nel film avrà un ruolo consistente e di rilievo anche il grande Robert De Niro, che interpreterà un personaggio chiamato Murray Franklin, il conduttore di un fantomatico talk show.

E nelle scorse ore abbiamo appreso, attraverso la news in esclusiva di Variety, che al parterre si è aggiunto il sempre più lanciatissimo Marc Maron, star della serie Netflix Glow.

È stato poi lo stesso Maron, attraverso il suo celebre podcast del suo canale ufficiale YouTube, a confermare la notizia.

Maron interpreterà la parte dell’agente del protagonista (Joaquin Phoenix) che lo scritturerà per partecipare al bislacco programma condotto da Franklin (De Niro). A quanto pare, il character di Maron avrà un ruolo preponderante nella genesi e nella discesa verso la follia del futuro Joker.

Nel film, infatti, si racconterà la storia di un comico fallito che, dopo mille insuccessi, devastato dalle umiliazioni e dai continui rifiuti, impazzirà e virerà pazzamente verso la criminalità, diventando il pericoloso, burlescamente sadico Joker.

 

di Stefano Falotico

Ronaldo mi fa un baffo, e preferirò sempre il mio magro stipendio a questo robot impettito, sono cos(c)e della vita


17 Jul

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De Niro The Fan

 

Attendo il mio sogno con ansia, emozione | poi applaudo e mi sbraccio per la mia formazione. | È la prima giornata e la mia fedeltà | è premiata da un senso di gran voluttà, | ritorna il mio eroe ed illumina il giorno | dei miei guai per un poco si sfuma il contorno, | egli è grazia, armonia, che esalta lo stadio | e riporta i miei giorni e di orgoglio m’irradio. | Sono un fan che del baseball coglie ogni finezza. | Io giocavo, capite, e sarei ancora all’altezza. | Una volta ho battuto una palla alle stelle, | fui portato in trionfo, non stavo più nella pelle. | Sì, ce l’ho dentro il sangue e questa passione, | l’ho trasmessa a mio figlio, futuro campione. | Certo, lui è piccolino ed ancora maldestro | ma lasciatemi il tempo e sarò un buon maestro, | con un po’ di fortuna, ci sono ad un passo, | sistemo le cose e poi mi rilasso, | aiuterò la mia squadra a riavere la gloria | con un tocco imprevisto alla solita storia. | Dice oggi l’atleta: “Io gioco per me”, | ci sto male a sentirlo e mi chiedo: “Perché?” | Non è il fan, il tifoso che paga il biglietto | a far ricco e famoso il suo prediletto. | Se gli parlo, lui sente ma, in realtà, non mi ascolta, | mi dimostra freddezza per l’ennesima volta, | è attaccato al denaro in un modo inaudito. | No, così non va bene, io rivoglio il mio mito!

(il grande Bob De Niro in The Fan!)

La realtà è così spesso abietta, piccola, puttanesca e miserabile che è un dovere morale distanziarsene!

Presto, prima che combini altri danni e poi vomiteremo tutto lo schifo di quest’umanità tristissima.

Sì, io ho sempre vissuto la realtà. Ho giocato a Calcio fino alla maggiore età! Checché ne dicano le malelingue e chi vuole, per pur diletto invidioso o calunnioso, dipingermi come un “clown” che vaga nell’interzona ai confini di Lovecraft. Ed è proprio, vi dico, il mio estremo averla esperita, mal digerita, deglutita a fatica, respinta, osteggiata e sovente ripudiata, ad avermi sempre più spinto verso l’isolazionismo pop, ove la mente puoi piacevolmente dissipare nel ghermirla di sogni e visioni incantate, laddove all’uomo comune, troppo preso dalle sue meschine rivalse competitive, non è permesso entrare e giovarsene. No, solo gli eletti hanno accesso all’immaginazione più fantasiosa, mentre ai comuni mor(t)ali solo troioni (di)letti. Ah ah, me ne beo!

E voi, pecoroni, belate. Sì, me ne sbellico e più passa il tempo e più divento bello. Questo è inconfutabile. Spesso Dio, dall’alto, mi fa degli scherzi cattivi per demoralizzarmi e imbruttirmi ma lo fotto con enorme savoirfaire un po’ da stronzo. Sì, che classe che ho, e me ne vanto, nel mandarlo a fanculo con totale, screanzata altezzosità da uomo che non vuole rotture di coglioni da parte di chi fa il burattinaio di quest’umano, anzi disumano, squallido gioco. Io faccio il mio e questo basta. Che sono queste pretese? Dico, che cazzo vuole questo Dio che pregate a messa e poi due ore dopo ripudiate per acclamare miliardari che delle vostre vite supplizianti se ne fottono “altamente?”.

Sì, non è populismo affermare, in tutta vanagloria dignitosa, che Cristiano Ronaldo è un pagliaccio. Lo è, e la dovrebbe smettere di camminare “intirizzito” come se gli avessero ficcato una traversa nel deretano. Di legno massiccio. Quest’uomo, datemi retta, è fritto e così abbronzato pare pure un immigrato!

Non sarò mai Cristiano Ronaldo né voglio esserlo. Che palle e che stress micidiale essere al centro dell’attenzione, coi riflettori puntati anche quando vai a pisciare. E, se ti siedi sul water, devi aver paura che un paparazzo possa esser nascosto nel buco del bidet per scattarti una foto nel momento “topico” dell’evacuazione, nell’attimo magnifico in cui, dopo una giornata di allenamenti sui prati, di palle roteanti, finalmente il tuo addome placido rilascia ogni escrementizia cagata che hai dovuto sorbirti.

E che sono quei finti sorrisi? Abbiamo assistito, ieri, alla caduta dell’Occidente. Con questo Massimiliano Allegri, a cui rideva pure l’ultimo pelo del buco del culo, allegrissimo a farsi fotografare col Pallone d’Oro.

Cinque volte, mica una! Dico, questo ha le palle, è cazzuto questo.

Ecco, perché a questo Cristiano Ronaldo non facciamo fare la fine di Mel Brooks in Che vita da cani?

Hai visto che cosce che ha Ronaldo? Che quadricipiti! Visto che portamento, che slancio, che stacco di uccello?

Di mio, sono un uomo pulitissimo e ti faccio anche il sorriso, con un po’ di dentifricio.

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di Stefano Falotico

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