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Bob De Niro non muore mai, io pubblicherò, dopo Carpenter, un libro eroticus-diabolicus magnifico e andate a dar del matto e del fallito alle zoccole lobotomizzate che vi trombate


27 Nov

De Niro

Sì, andate a prendervelo nel culo, come dice Bob al signor Pellegrini in The Fan.

Mick Jagger è frocio?

Stefano Falotico è matto?

Ah sì? Tu sei un babbeo, invece, lo sapevi? Se non lo sai, come diceva Totò, informati.

Mentre voi state lì a cazzeggiare di troie, fighine e figotte coi cocktail da babbioni, vi credete giornalisti e riciclate un paio di news da morti di fame, io ancora una volta ve lo metto in culo, ballando nel mio chalet, e indossando anche lo scialle.

Una su Instagram fa la stronza, le dico che voglio leccargliela senza dubitare un istante che sia una puttana. Sì, le dico, come Tarantino di Dal tramonto all’alba, che mi farebbe molto piacere. Sapendo che ora partirà in quinta, la scema.

Ovviamente, infatti dice che vuole denunciarmi. È uno spasso far infuriare queste oche.

E io le mando una missiva: stai attenta che non sia a denunciare quel pappone del tuo ragazzo e gli sfondi il deretano alla prossima minaccia. Siete due troioni e basta. E lo sapete. Quindi, levatevi dai coglioni. Altrimenti castro il cretino e a te regalo tutti i film di Bergman. Ti passerà la voglia di frivolezza, sciocchina.

– Cosa? Io ora ti rovino.

 

Ah sì? Bene, piazzo tre videocamere attorno alla sua casa e faccio cagare lei e il ragazzino nelle mutande. Imitando Michael Myers.

Poi scappo, me la rido di gusto e caccio una scoreggina.

Sì, borghesi fascistoni del cazzo, palestrati di merda, avete trovato chi v’inchiappetta col solo potere di un neurone sinistro, molto sinistro.

Sì, Bob De Niro ha annunciato che probabilmente, dopo The Irishman, come io predissi, girerà Killers of the Flower Moon.

E poi un altro progetto con O. Russell.

Te invece, panzone trombone, vedi di evacuare la diarrea dal tuo culo flaccido. Vai forte di logorrea in quanto a offese, vediamo se vai forte con tal purgante!

Se non ti sta bene, non so che farci. Il gastroenterologo può aiutarti. Una bella puntura nell’ano e vedrai come ti normalizzerai…

Io sono sempre stato uno stronzo. E cago meglio di voi le merdate.

Perché voi avete pubblicato la letterina a Babbo Natale, io invece sono Babbo Natale!

Ah ah!

E ora mi trasformo in Michael Douglas e v’inculo ancora a sangue.

Vi sta bene come un vestito rosa. Invece, alla tua donna non dona il rosa. Le dono questo. E lei arrossisce. Eppur gradisce.

 

di Stefano Falotico

Parla il Joker: il mio problema è sempre stato Excalibur di John Boorman e sua figlia Katrine


23 Nov

De Niro c900939267abe2bea33f9c00cf006df7

Sì, Travis Bickle/De Niro in Taxi Driver proietta sul candidato alle presidenziali Palantine tutte le sue rivalse verso la società. Una società che in verità non l’ha escluso, è stato lui a estromettersene. Perché così gli tirava. Gli tira per Cybill Shepherd ma poi fa il buon pastore, dopo averla portata a vedere un porno. Un bel tipo, davvero, un topo straordinario. Un essere che vive nei sotterranei delle sue ansie, respira la notte e dimagrisce a vista d’occhio. Catalizzando il suo malessere nel covo del pappone Keitel.

Io invece, dopo lunghe e inesauste riflessioni, addebito a Katrine Boorman di Excalibur l’inizio di ogni mio incurabile turbamento sessuale.

Era un pomeriggio assolato di millenni or sono, quando la mia vita giaceva ancora nell’infantile spensieratezza. Al che, mi ricordo che amavo molto La spada nella roccia. Lo confidai a mio zio. Che mi disse:

– Ragazzo, è ora di crescere. Devi guardare la versione più matura del mito di Artù.

 

Cosicché, mio zio andò a pescare la VHS di Excalibur, persa nel mare delle sue cianfrusaglie. E continuò col predicozzo:

– Ah, all’Istituto Tecnico per periti industriali io non perii nei calcoli trigonometrici ma vivificavo la mia fantasia, leggendo Materia di Bretagna. Sì, quei bei romanzoni bretoni che poi, una volta che sarei morto, avrebbero preso a modello per Il trono di spade. Un giorno lassù, dall’alto dei cieli, quando iddio mi avrà perdonato per aver lasciato mia moglie e mio figlio (cioè mio cugino), mi gusterò questi cappa e spada, assolto da ogni mio infimo e turpe peccato. Brindando di baccanali e festini pagani come Uther Pendragon e il Duca. Intanto, mi bevo la Sambuca!

Sì, ora Stefano ti mostro una scena che sarà d’iniziazione propiziatoria, forse anche masturbatoria, per la tua pubertà in erba. Lo so, lo vedo dal tuo viso un po’ brufoloso, scalpiti per conoscere ciò che c’è oltre le favole della Disney.

Allora ti mostrerò la fava di Gabriel Byrne, coperta dall’armatura che, grazie al bieco sortilegio di Merlino, si conficcò violenta in quella figa stupenda d’Igrayne. Che ficcata! Che figata!

– Ehi zio, che cazzo stai facendo? Non sono pronto per queste porcate.

– Lo sei eccome. Beccati questa scena. Stai vedendo? Ecco che Gabriel Byrne entra di soppiatto nell’antro del Duca e, mentre il Duca vien conficcato, appunto, dai nemici in guerra, Byrne lo ficca alla sua bella, grufolando maialescamente in modo ignominioso… vieni Igrayne, argh, argh.

– Zio, questo mi sembra un porno camuffato da film d’autore storico-fiabesco. Ma, soprattutto, perché Uther voleva che Igrayne venisse subito? Non è meglio tardare il più possibile l’orgasmo?

– E che ne sai tu dei porno? E degli orgasmi?

– Io sono Morgana.

 

Ecco, dopo questa stronzata, sì, credo comunque che quella scena così spudoratamente abietta nei confronti della povera Katrine, usata a mo’ di statuina stuprata, una scena girata da suo padre (!) John, altro che Dario Argento e sua figlia Asia, mi abbia sconvolto a livello inconscio. Non era ancora l’età giusta per saper che un uomo infingardo e malevolo potesse incunearsi nelle cosce di una donna tanto angelica con far spregevole e irruentemente spingente.

Ciò provocò un precoce invogliamento scombussolato dei miei ormoni impazziti. E compresi, da solo, il potere magico della masturbazione.

Sì, tornato che fui a casa, senza genitori che mi rompessero le palle, cominciai a emulare Uther sul divano, strofinandomi bellamente su quella morbida e carezzevole pelle, immaginando che fosse la magnifica Katrine. Lo strofinamento durò sinché il mio coso duro non facesse sì che emettessi un gemito profondo. Sì, eiettò solo questo. Perché ancor non ero puberale e nessun liquido fuoriuscì dopo tal atto impuro. Meglio così. Non mi ero munito di fazzoletti e lo schizzo prepotente avrebbe rovinato il “vestiario” partorito dal mio gesto da “dromedario”.

Ma capii benissimo che quell’affare che avevo fra le gambe non serviva solo per pisciare.

Da allora, molte cos(c)e son cambiate.

Posso altresì però affermare questo: credo che il sito Celebrity Movie Archive abbia fatto una fortuna con tutti i soldi che spendevo d’adolescente a scaricarmi quei tocchi d’Ubalda.

 

Sì, devo dirvi proprio la verità. La gente pensava fossi un ragazzo purissimo, invece credo che già allora simboleggiassi l’innocenza del diavolo.

Di mio, posso anche rivelarvi che non ho mai sofferto di nessuna schizofrenia che più volte, nel corso del tempo, mi è stata imputata.

Di solito, le persone che soffrono di questa malattia metafisica, ne son affette per colpa di gravi delusioni affettive e si ammalano di paranoie di vario genere.

Sì, il novanta per cento della gente che vedete per strada è malata di mente. Solo che non lo sa.

C’è chi si crede un grand’uomo perché fa il direttore d’azienda ma in verità non ha mai visto un film di Krzysztof Kieślowski, chi si crede Bukowski e invece è solo la versione tragicomica e purtroppo reale del grande Lebowski, ci son le donne che amano i cristalli Svarovski e sostanzialmente son peggio dello YouTuber Matioski, e chi, come Harvey Keitel di Taxi Driver, ha un amante formato matriosca.

 

Di mio, son solo Re per una notte!

 

– Zio, c’è un bullo che mi prende per il culo.

– Ah sì? Bene. Mi stavo annoiando. Ora che scende la notte divento Bruce Willis di Unbreakable e gliele suoniamo di santa ragione.

 

 

In parole povere, che minchia volete da me? Oltre a questa che ho fra le gambe non posso incularvi con cazzi che non mi riguardano.

Vedete di non rompere i coglioni.

Per finire, vi racconto quanto segue.

Considerato che fui da molti “schizofrenico”, mi consigliarono Daredevil, la storia di un cieco che in realtà ha una vista migliore, metaforicamente parlando, dei comuni mortali.

Vi svelo un’altra verità: tornando al mio discorso precedente, cioè quello sulla gente malata che non sa di esserlo, Daredevil è un fumetto per gente abbastanza maniaca che ha sempre sognato di essere The Punisher.

Ma solo io lo sono davvero. Ah ah.

Ci tengo alla mia anima springsteeniana da Frank Castle. Lascio agli idioti i Ramones.

Lo dimostra il fatto inequivocabile che io son sempre più bello, grande e grosso, gli altri sempre più brutti, marci e possibilmente anche paraculi.

Io a breve esco con un altro libro, tu invece esci sempre con quel cesso…

Morale della fav(ol)a: mai tirare mai conclusioni affrettate sul prossimo. Potrebbe essere Re Artù.

 

di Stefano Falotico

Bob De Niro ha mandato a fanculo Grace Hightower


21 Nov

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Oh, la notizia che aspettavo da una vita.

E sapete perché? Perché io ritengo che il calo vertiginoso subito da De Niro negli ultimi vent’anni sia dovuto proprio a questa matrona.

Una negrona molto corpulenta, la reincarnazione dell’attrice grassottella di colore Hattie McDaniel, sì, la celeberrima Mammy di Via col vento. È lei o non è lei? Certo che è lei!

Ora, io non ho mai ben capito che lavoro facesse questa Hightower prima di diventare la signora De Niro.

Qualcuno, tempo fa, mi disse che faceva l’hostess di linea ed era l’amante dei due neri, appunto, con parlata napoletana de L’aereo più pazzo del mondo.

E si dice anche che lei e Bob si siano innamorati in maniera del tutto peculiare, diciamo così. Sì, Bob era su un aereo di linea durante uno dei suoi consueti spostamenti in giro per il mondo. Al che, come ogni uomo, dopo tante ore di volo, andò in bagno a pisciare. Aprì la porta e Grace era lì che lo aspettava a fauci spalancate. Lei chiuse la porta e incassò Bob nel bagnetto. Bob, il quale da sempre è stato maniaco delle nere, non si fece fra le feci pregare due volte e picchiò di brutto col martello. Toro scatenato!

Sì, le malelingue misero in giro la seguente leggenda metropolitana. Questa secondo cui De Niro fu meravigliosamente atterrito da tal bomba black prima dell’atterraggio, una donna Morena da canzone di Zucchero, e da questa nera molto terragna fosse rimasto stupefatto del suo super pompo prosciugante e spossante.

Tant’è che, da allora e dall’immediata sua decisione di sposarla, ha girato appunto quasi solo cazzate. Assumendo spesso espressioni da ebete, la classica smorfia di uno troppo spompato.

Perché non poteva immalinconire Grace, interpretando film troppo impegnativi. E voleva solo farla ridere con commediole, portandola alle feste ed esibendo a tutti questo donnone colorato come il carbone.

Ora, Michelle Obama è un bel pezzo di gnoccolone, una donna con cosce da Tyra Banks e un seno desiderato anche da Berlusconi quando Barack lo invitava alla Casa Bianca e permetteva che Silvio al solito facesse doppi sensi pessimi e sconci sulla sua bella gnocchina.

Ecco, non molti lo sanno e ve lo dico io. Barack, una volta per tutte, si arrabbiò con Silvio perché Silvio si spinse con le parole oltre il lecito. Azzardando di occhiolino.

Al che Barack chiamò Denzel Washington che gliele suonò da Equalizer. Un bel festino!

Silvio non ha mai raccontato tal devastante “oltraggio al pudore” che subì da quel Tartufone Motta di Denzel, ma è questo il motivo per cui si è rifatto la nuova plastica facciale qualche anno fa.

Sì, pare che però De Niro, per via dell’età, non sia riuscito a fertilizzare Grace in maniera normale nonostante la scopasse notte e sera dopo aver recitato con Ben Stiller.

Al che praticò l’inseminazione artificiale. Non fu una grande idea. Il figlio è nato autistico.

Sì, adesso sono politicamente scorretto come i fratelli Farrelly. De Niro andò alla banca del seme, gli diedero in consegna un giornaletto nel quale vi era la foto di lui con Naomi Campbell ai tempi in cui stavano assieme e Naomi era una passera gigantesca. De Niro, eccitato a morte nel ricordo rovente di quelle sue scopate potenti con Naomi, fu furioso a masturbarsi ma in radio, nel frattempo, passò quella frustrata di Noemi, De Niro non ci capì un cazzo e i cromosomi andarono a puttane.

Comunque De Niro, è ora iscritto al Movimento 5 Stelle e appoggia le stronzate di Grillo. Perché ritiene che i vaccini causino l’autismo.

Io invece ritengo che Grace abbia indotto De Niro a leggere malissimo i copioni che gli mandavano perché questa Hightower l’ha rincoglionito per molto tempo.

 

Vogliamo dircela?

Come vi racconto io le puttanate non ve le racconta nessuno. E nemmeno Bob che a Grace diceva di amarla fedelmente ma invece sul set di Nascosto nel buio, in gran segreto, faceva il lupo cattivo con Elisabeth Shue.

 

Sì, questo non è razzismo, bensì umorismo nerissimo. Sì, ci sono varie nerette in giro che mi attizzano più di queste bianche moraliste. Mica delle borghesucce, queste nerette san ben renderti indiano, un vero pellerossa. Già, con queste non ingrigisci ma diventi sempre più variopinto.

 

di Stefano Falotico

Il giudice donna ha emesso la sentenza: lei è un fallito ma io le concedo la grazia e anche le mie grazie


12 Nov

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Bene, siamo qui riuniti in questa giornata uggiosa a deliberare l’attesa sentenza riguardo la mia vita.

La giuria, presieduta da una figa pazzesca in minigonna attizzante, è qua seduta per confrontarsi coi giurati e giurare che, dopo il giuramento dell’imputato, accusato di essere un inetto, un sesquipedale incapace, un uomo del sottosuolo irrecuperabile che ripugna la piccola borghesia caciarona e arrivista, tremendamente ambiziosa e stoltamente cinica, emetterà la sua inappellabile sentenza finale. A sigillare inamovibilmente, come il macigno inscalfibile di una pietra tombale eternamente non sollevabile, la sua insindacabile scelta riguardo al valore del Falotico. Per distruggerlo, annichilirlo, macerarlo del tutto o forse dargli sollievo con una condanna lieve.

Ebbene, siamo tutti qui in fremente attesa di ascoltare l’inaudito responso inequivocabile.

– Innanzitutto, buongiorno. Ora potete sedervi. Dopo questi ruffiani convenevoli, essendomi io consultata all’alba coi singoli, giudiziosi membri della giuria, sono addivenuta alla mia irrefutabile conclusione.

In questi lunghi mesi, ho avuto modo di sentire il Falotico innumerevoli volte. Che, con enorme classe, con educatissima moderatezza, ha esternato gli sbagli da lui commessi nella sua sin ad ora travagliata esistenza. Ci ha illustrato, con fine cortesia e leggiadra cautezza infinitamente lodevole, le sue mirabili sofferenze fisiche e psichiche, le sue afflittive ritrosie, esplicandoci con accuratezza ogni singola inculata ricevuta dalla sua nascita fino a oggi. Ma anche, non senza qualche irosa volgarità e alcune alzate di testa pazzoidi, di come sia a tutt’oggi uno scrittore molto apprezzato seppur di nicchia. E gli dobbiamo dare atto di questo. Ringraziarlo per l’impegno profuso e il suo sacrificio cristologico ai limiti della santità più allucinante, nonostante questo suo essersi estraniato per molto tempo dal mondo l’abbia obbligato spesso a fortissime incomprensioni, a pregiudizievoli prese di posizioni ottuse e oscurantiste, a emarginazioni violentissime, a porcate abnormemente terrificanti quanto ridicole. Ma soprattutto gli abbia fatto smarrire in più occasioni la mentale sanità.

Abbiamo anche appurato di come, con forza interiore invidiabile e una volontà sua ferrea e implacabile, sia straordinariamente capace di essere profondamente autoironico riguardo ogni disgrazia occorsagli.

E ciò gli fa onore, anche se forse non vincerà nessun Nobel, in sua memoria nessuna statua gli eleveranno in piazza e la gente analfabeta e incolta continuerà a prenderlo per pazzo. Oltre che per il culo!

Non è di sola gloria che una vita può reputarsi soddisfacente. Anzi, spesso le medaglie al valore possiamo ficcarcele proprio nel deretano, così come i pezzi di carta.

Perdonate se mi sono lasciata andare a queste scurrilità ma sono una donna, non sono una santa! E qualche volta ho bisogno anch’io di sfogarmi! E sciacquarmi la bocca!

Ecco, dunque, analizzato Falotico in ogni suo aspetto, soprattutto fisico, devo ammettere che non è male.

Non è Brad Pitt ma, scusatemi, io lo perdono e ora levatevi dai coglioni, mi spoglio e me lo scopo qui, sul bancone.

Sì! La platea, in visibilio, inneggiò alla scopata selvaggia, antiistituzionale, nella baraonda estrema ove tutti si baciarono e si lanciarono in amplessi furibondi, all’apoteosi cosmica di un’orgia megagalattica. Il poliziotto urlò calma in aula! Ma poi anche lui, contagiato dall’euforia collettiva, afferrò una donna pompiere, giunta in aula per spegnere tanto focoso calore, e la (s)pompò.

Insomma, giustizia è fatta. E anche la donna giudice ha ottenuto quello che voleva: cioè, il mio uccello!

Intanto, De Niro ridacchia e premia Michael Moore mentre io mi scoperò anche la buon vecchia Demi Moore. Ha la sua età ma è sempre meglio di quella là. Ah ah.

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di Stefano Falotico

Hard to Be a God, è davvero dura e difficile essere un Dio ma forse solo un uomo


10 Nov

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Ecco, vorrei mostrarvi questa mia video-recensione. Ché credo sia uno dei miei video migliori in assoluto della mia folle production.

Il mio canale YouTube, che ora si chiama Joker Marino, perché io nutro davvero grosse aspettative per questo film con Phoenix e De Niro, è partito tanti anni fa, oramai, con delle cazzate pazzesche. Io che facevo parlare le caffettiere. E ha proseguito, in quest’excursus, secondo me da studiare nelle scuole, un character study, con le mie scorribande squinternate, deliranti, pazzoidi. Tra strafalcioni e anche pezzi notevoli.

E solo ora si sta davvero definendo.

È più centrato e davvero parlo con estrema chiarezza di quello che in realtà mi piace sul serio.

Vedete, ve lo posso confidare, gli ultimi anni per me son stati terribili, oserei dire agghiaccianti. E spesso, lo ammetto e un po’ me ne vergogno, ho dato in escandescenza più e più volte. Sparandole grosse.

Dopo appurate auto-indagini alla mia anima, ho capito essenzialmente questo. Perché devo cambiare? In tantissimi, nel corso della mia vita, hanno provato anche violentemente a cambiarmi.

Credo che ciò sia stato delittuoso e criminoso. Uno che adorava Taxi Driver a quattordici anni non credo possa cambiare molto. Può semmai adattarsi per sbarcare il lunario e divertirsi un po’ di più.

Ma i fallaci, miseri tentativi di volermi indottrinare a stili di vita più comuni, le lezioni moralizzatrici e moralistiche squallidamente punitive, penso che siano un oltraggio al pudore.

Sapete, negli ultimi anni, ho provato, sbagliando ancora esageratamente, a pigliar la vita, come si suol dire, a culo. E a non adombrarmi più, a fingere un finto sorriso di cortesia, soventemente recitando di essere felicissimo.

No, io mi prendo tutte le mie amarezze, le mie batoste, i miei tragicomici errori. E non chiedo più venia se qualcuno non mi sopporta. Compiacere il prossimo, perché così l’altro possa sentirsi più tranquillo nel vederti “normalizzato”, è quanto di più osceno una persona possa fare a sé stessa. Una violenza immane.

Perché snaturarsi?

Sapete, sino a un anno fa, mi ero lasciato di nuovo trascinare nel calderone e seguivo ogni partita di Calcio, anche di Premier League.

Non che non mi piaccia il Calcio, io son sempre stato abbastanza sportivo. Lo denota il fatto che nella mia camera c’è ancora quella panca per gli addominali che m’irrobustisce il busto dopo un bel paio di fettuccine.

Ma sopra la panca la capra campa e sotto la panca la capra crepa. Come sostiene il detto. E inscenare la parte dell’ignorantone che si diverte, schiamazza, tromba e fa baldoria, non poteva durare poi molto.

No, il sesso tribale e porcellesco posso apprezzarlo in film demenziali come Porky’s e anch’io, come De Sica, esasperato dalla quotidianità piccina, posso urlare… ah buzzicona, ma perché non vedi d’annà a pigliartelo inter-culo?

Ma un amante dei noir quanto può reggere in questa farsa? No, può sudare solo “freddo” come il mitico pilota de L’aereo più pazzo del mondo quando l’aereo sta per precipitare e lui, travolto da una doccia di sudore per il terrore dell’immediato, possibile impatto devastante, dice a tutti che è tutto ok.

No, non andava bene per niente. E infatti io ho ripreso a essere quello che sono sempre stato e per cui probabilmente sono nato. Un tipo ombroso, cupo, socialmente molto taciturno, pudico, ritroso e adoratore della Settima Arte totale e avviluppante. Ma anche istrionico quasi alla John Belushi. Che cazzo me ne frega se la gente, che ha letto solo due libri in vita sua, magna e scopa come scimmie?

L’idiozia e il puttanesimo non fanno parte del mio codice genetico.

È molto dura essere un “dio” in questo mondo. Si rischia di fare la fine di King Kong. Tutti i selvaggi ti adorano perché sei un bestione “speciale”. Intanto i selvaggi cazzeggiano e primitivi si accoppiano, godendosela. E tu te ne stai murato vivo e diventi un “mostro…”.

Sognando la tua bionda bellissima ma in realtà con una pinta di birra formato gigante da Homer Simpson.

Insomma, alla mia età cosa voglio dalla vita?

È veramente difficile sapere cosa si vuole. È molto più facile, ma anche più triste, omologarsi per non dispiacere nessuno. Conformarsi per essere accettati.

Lo reputo vergognoso.

Se Bergman è Bergman, se Scorsese è Scorsese, se Tarantino è Tarantino, se German ha girato Hard to Be a God, perché Falotico non può essere Falotico?

Ma un comune stronzo?

Come dice il grande Jean Reno in Ronin: niente domande, niente risposte. Questo è il nostro lavoro. Forse, questa è la lezione numero tre?

– Comunque sia hai capito?

– Che cosa dovrei capire?

– Il codice guerriero. Il gusto della battaglia, l’hai capito questo, sì? Però c’è qualcosa di più. Ti rendi conto che esiste qualcosa oltre a te stesso che tu hai bisogno di servire. Se questa necessità scompare, se la fede viene a mancare, che cosa sei? Un uomo senza padrone?

– Per adesso sono un uomo senza stipendio.

– I rōnin potevano lavorare per un nuovo padrone, o potevano lottare per sé stessi. Ma hanno scelto l’onore, hanno scelto il mito.

– Hanno scelto male.

 

De Niro risponde così a Michael Lonsdale ma sapeva benissimo che invece avevano scelto bene.

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di Stefano Falotico

Frances McDormand è figa (eh… ’na roba) ed evviva la mia Hollywood bianca e anche Travis Bickle!


06 Nov

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Il più grande film di tutti i tempi

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Lezione di realismo: molte donne sono indubbiamente brutte come Frances McDormand ma non hanno vinto due Oscar…

Frances può permettersi di pavoneggiarsi.

Storie incredibili… una con la sclerosi multipla mi obbliga a comprare il suo storto libro “biopic”, io ci sto e le mostro i miei, lei diventa un mostro… e mi storpia

Sì, ma chi è ’sta gente?

Mi chiede l’amicizia una sedicente scrittrice. Al che, mi racconta la sua vicenda un po’ disgraziata. E io quasi mi commuovo. Dunque, m’induce in maniera subliminale a comprare il suo libro che narra del suo passato doloroso. Mi fornisce anche il numero dell’editrice per non farmi pagare le spese di spedizione. Io le rispondo… – Va bene. Adesso chiamo e ordino il tuo libro. Mi hai convinta, dev’essere una storia affascinante da leggere, molto toccante.

Le dico quindi che anch’io sono uno scrittore. Lei, stizzita, mi risponde che i miei libri del cazzo non le interessano.
Dunque, ancora persevera a pubblicizzarsi, mandandomi link di altre sue opere. E mi urla: – Devi comprarli, hai capito quanto ho sofferto in vita mia?! Comprali, sennò sei un mostro!

E io: – Ok, ci sto. Però dai un’occhiata anche ai miei.

Lei: – Sei uno psicopatico.

E mi blocca.

Ho detto tutto…

Ecco, capisco proprio tutto. Capisco che costei, quattro anni più giovane di me, sia avvilita dalla sua grave malattia fisica… che comunque ancora non è degenerata. Tant’è vero che mi ha confidato che, a parte un certo tremolio alle mani, il suo corpo è totalmente funzionale, è sessualmente molto attiva e i medici le hanno riferito che i primi, chiari sintomi della malattia cominceranno a “contagiarla” fra almeno trent’anni. Quindi, ha molto tempo ancora per “darci dentro”.

Capisco anche appieno che, caduta in depressione in seguito alla spiacevolissima diagnosi, allontanata dai suoi amici che hanno cominciato a guardarla come una lebbrosa, lasciata dal suo ex, intimorito dal futuro che l’avrebbe aspettato, adesso ha chiesto e ottenuto la pensione d’invalidità, nonostante sia ancora validissima, e campi con poco meno di trecento Euro al mese.

Fin qui ci arrivo.

E le dico anche che io sto messo peggio di lei, non ho certezze economiche ma, a Natale, anziché comprarle il libro che, al di là della storia profonda, leggendo l’estratto, mi pare scritto col culo, se posso, le manderò su PayPal 100 Euro.

Quello che non capisco è sostanzialmente questo.

Per chi mi avete preso? Per San Francesco? È una vita che do agli altri ma a me non date mai niente.

Perché costei dovrebbe essere più sfortunata di me e dunque io dovrei acquistarle il libro, appassionarmi alla sua storia e invece a lei dei miei libri (e i libri non nascono mai dall’oggi al domani, vi è del vissuto in essi, spesso dell’identica, eguale se non superiore sofferenza) non gliene frega un cazzo?

Io vi avverto. Dovete cambiare atteggiamento. La dignità non si conquista con l’elemosina e il pietismo.

Io sono uno che, a costo di finire sotto i ponti, non prostituirò mai la mia anima per dieci Euro in più.

E non sono uno che contatta pinco pallino o pinco pallo, persuadendolo ricattatoriamente a elargirgli un deca in maniera pateticamente compassionevole anche se stessi in punto di morte… be’, se mancassero quindici minuti al momento della mia morte, darei venti Euro all’infermiera per un po’ di “flebo”.

Insomma, tralasciando questa qui, di cui mi spiace della sua malattia ma non posso farci molto…

La verità è una. Se siete brutti/e, racchie, sfortunati o poveri, sarà ancora peggio fra qualche anno…

Se pensate che non sia così e il futuro vi sorriderà, continuate a sognare e forse presto vi regaleranno una bambola tra una partita a briscola e una pisciata storta. E dovrete pulire pure i cessi che siete.

Fidatevi…

 

Morale, un po’ immorale: Frances McDormand non è che sia mai stata, diciamo, come Jennifer Connelly (che poi anche la Connelly di adesso, smunta e stando assieme a quel Bettany che l’ha spompata, non è che sia proprio un fiore…) ma almeno è molto brava, ha sposato il fratello Coen del cazzo, che la ravviva con le sue genialità, e si è cuccata pure due Oscar.

Molte donne, esteticamente non avvenentissime, insomma, abbastanza vomitevoli da far ribrezzo anche al contadino più zotico di Andria, se la tirano perfino senza avere nessuna qualità. Gli unici “valori” che hanno sono di essere onestamente molto racchie, ai limiti della scimmia del Bengala, tristissime, tanto incurabilmente depresse che nemmeno i più luminari psichiatri laureatisi a Oxford potrebbero salvarle, lagnose, insopportabili, stupide, esaltate, culturalmente inesistenti.

Alcune di queste si salvano, sì, sono ereditarie di vari castelli della Loira, altre passeranno tutta la vita fra agonie e tormenti, inveendo sui maschi, a loro dire colpevoli di essere stronzi, e passando la giornata a scopare… il pavimento come Topolino di Fantasia.

È la verità? Purtroppo sì.

Mi aspetta un’altra giornata tosta. Quindi, vedete di non scassare la minchia.

Se non volete andare a cagare subito, ho ancora una confezione di Pursennid.

Ecco, questa ve la posso regalare.

Vi posso regalare anche i miei libri ma, se pretendete che io cambi, che mi accoppi con donne sceme per essere un normale uomo carnascialesco, avete sbagliato tutto.

Io sono Travis. Che questo vi piaccia o meno.

Un uomo dei sogni, della notte, della poesia, delle metafisica.

 

– Ho letto di lei sui giornali. Come sta, adesso?

– Ah, non era niente. Sono già guarito. I giornali le gonfiano sempre le cose. Mi fa male quando mi giro. Ma poi passa.

 

 

di Stefano Falotico

Hands of Stone e The Comedian con De Niro in Italia non li vedremo mai


25 Oct

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Ecco, non conosco le logiche distributive italiane. Ma mi par inspiegabile che due film con De Niro, usciti oramai da una vita sul mercato americano, non siano mai stati diffusi in Italia. Neppure in home video. E neanche nei passaggi televisivi.

Non sono due film eccelsi e certamente non si possono definire blockbuster. Non sono affatto due pellicole dalla forte attrattiva commerciale, sebbene la storia di Roberto Durán possa allettare molti appassionati di storie pugilistiche. Per di più, l’attore che lo interpreta, Édgar Filiberto Ramírez Arellano, ah ah, è stato recentissimamente Gianni Versace per il piccolo schermo e negli ultimi tempi ha acquisito una maggiore, indubbia popolarità.

E questo De Niro pelato, canuto, nei panni del vero Ray Arcel è molto diligentemente bravo. Molto anche di maniera e di solido mestiere facile, certo, ma una perfetta interpretazione degna di nota.

Come saprete, esiste la versione, in mediocre definizione, sottotitolata in streaming, ma perché mai questo film non è mai davvero uscito in Italia?

È un film che è stato presentato addirittura Fuori Concorso, come proiezione speciale a tributo proprio dello stesso De Niro, quando ancora Harvey Weinstein non era stato travolto dallo scandalo che l’ha sotterrato. E fatto fallire la sua storica compagnia.

Un film mediocre, sì, che romanza parecchio tutto ma edificante, in una parola buono, dai, sì.

E si vedono pure i nudi quasi integrali e le belle tettine di Ana de Armas.

Mah.

Poi, ecco il turno di The Comedian di un regista niente male, Taylor Hackford. Ufficiale e gentiluomo, L’ultima eclissi, L’avvocato del diavolo… Non un grandissimo nome ma un “artigiano” che non è sicuramente l’ultimo arrivato.

E che cast: la bella Leslie Mann, Danny DeVito (per la prima con De Niro), Harvey Keitel, Charles Grodin… e tanti caratteristi di rilievo.

Io l’ho visto e non è un capolavoro, ovviamente. Sebbene la Sony Pictures Classics all’epoca vi ripose molta fiducia e De Niro sfiorò addirittura la nomination ai Golden Globe come miglior attore Comedy/Musical.

La Critica americana però lo stronco a man bassa, a mio avviso ingiustamente. È un film parecchio lungo per essere una “commedia”, ma che ha il suo perché, con un De Niro in alcuni momenti superbo e padrone della scena. Anche se, caro Bob, nonostante il tuo lodevole sforzo, non hai esattamente la verve di Billy Crystal. Che compare peraltro in un tagliente cameo.

Ci sarebbe anche War with Grandpa. Ma non trova distribuzione in America sempre dopo il fallimento della Weinstein Company.

Come sappiamo, il prossimo anno vedremo De Niro in The Irishman e Joker. Solo in concomitanza con l’uscita di queste due pellicole attesissime, qualcuno si deciderà a distribuire anche qua da noi Hands of Stone e The Comedian?

Fa specie che ogni robaccia con Nic Cage la distribuiscano pure al cinema, come l’impresentabile 211 – Rapina in corso.

E invece un Bob, sebbene molto minore e invecchiato, no? Ecco, continuiamo così. Perseverate a distribuire schifezze.

 

di Stefano Falotico

Attori rinati: Edward Norton?


23 Oct

Un perenne enigma?

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Eh sì, cataloghiamo pure Edward Norton in questa categoria da noi ribattezzata Attori Rinati. Ma nel titolo abbiamo usato il punto interrogativo, a mo’ d’incognita.

Perché costui, considerato fin da subito una delle più promesse più rigogliose del Cinema, uno dei talenti più bravi messisi in luce a metà anni novanta, con una serpentina d’interpretazioni fenomenali da lasciarci incantati e di stucco, inspiegabilmente, si è parecchio perso per strada e incomprensibilmente, al momento, gira pochissimi film.

Edward Norton, nome completo all’anagrafe Edward Harrison Norton, nato a Boston il 18 Agosto 1969.

Il maggiore di tre figli nati da Edward Mower Norton Jr., avvocato ambientalista, e da Lydia Rouse, insegnante d’inglese.

Laureatosi a Yale in Storie e Cultura Orientale.

Poliglotta, Edward espatria a Osaka in Giappone, ove per tre anni svolge con forte dedizione attività di volontariato.

Edward però abbandona questo lavoro e torna a New York per inseguire il suo grande sogno dell’infanzia. Diventare un rinomato attore di Cinema.

E ciò, grazie alla sua bravura e alla sua forza espressiva, avviene e si concretizza magicamente.

Esordisce, pensate, a fianco di Richard Gere in Schegge di paura di Gregory Hoblit, nel 1996. E, nei panni del chierichetto dalla dubbia personalità, non solo dimostra di poter competere col navigato Gere, ma sfodera una performance magnetica, da tramortirci in segno di nostra allibita, estrema ammirazione, tanto che si aggiudica il Golden Globe e una meritatissima candidatura agli Oscar come Migliore Attore non Protagonista.

Affianca quindi Woody Harrelson in Larry Flynt – Oltre lo scandalo di Miloš Forman e Matt Damon in Rounders di John Dahl, nel ruolo dell’irresistibile pokerista gaglioffo Worm.

Dunque, trova un altro ruolo straordinario che lo consacra del tutto fra i talenti più eccezionali della sua generazioni. Quello di Derek Vinyard in American History X. Una prova attoriale da mettere i brividi. I paragoni si sprecano e Edward Norton viene paragonato al De Niro dei tempi d’oro.

Riceve la nomination come Miglior Attore, stavolta, ma viene sconfitto un po’ scandalosamente dal nostro Roberto Benigni de La vita è bella. In una cinquina di prodigiosi candidati, a mio avviso, tutti meritevoli quell’anno della massima statuetta, ovvero Nick Nolte di Affliction, Tom Hanks di Salvate il soldato Ryan e Ian McKellen di Demoni e dei, oltre naturalmente al nostro già citato e trionfatore “piccolo diavolo”.

Poi è la volta del controverso Fight Club di David Fincher con Brad Pitt. Un film a suo modo epocale che spacca la Critica, ove Edward ancora una volta interpreta la parte di un uomo sull’orlo della crisi di nervi, afflitto da forte, insanabile schizofrenia.

Esordisce alla regia, dirigendosi in Tentazioni d’amore con Ben Stiller ma il film si rivela un mezzo fiasco.

Nel 2001, invece, incontra Marlon Brando e Robert De Niro per The Score di Frank Oz. Una bella sfida da Actor’s Studio. E nuovamente Edward incarna una sorta di doppio ruolo.

Seguono Frida con la sua ex compagna nella vita reale, Salma Hayek, e il super flop Eliminate Smoochy di Danny DeVito con Robin Williams.

Per Brett Ratner è Will Graham in Red Dragon. Una delle ultime pellicole prodotte da Dino De Laurentiis, che deteneva i diritti dei romanzi su Hannibal Lecter di Thomas Harris e infatti aveva già prodotto il ben superiore Manhunter di Michael Mann con William Petersen, sempre tratto, come Red Dragon, dal romanzo Il delitto della terza luna. Il film non convince appieno, nonostante il cast altisonante. Ove, oltre ovviamente ad Anthony Hopkins, compaiono la bella Julianne Moore, Ralph Fiennes, Harvey Keitel e Philip Seymour Hoffman. Eppure l’interpretazione di Norton, con tanto di look da biondino scipito, risulta fiacca e monocorde.

Dopo questo parziale passo falso, Norton azzecca però a sorpresa un altro film portentoso, La 25ª ora del mitico Spike Lee.

E da allora, paradossalmente, la carriera di Norton, proprio all’apice dell’assoluta maturità, subisce un’improvvisa caduta.

Tanti film ma nessuno di rilievo. L’incredibile Hulk di Louis Leterrier viene assai snobbato.

Ritrova De Niro per il sottovalutato Stone di John Curran, regista col quale aveva girato anche Il velo dipinto, e diviene amico di Wes Anderson… Moonrise KingdomGrand Budapest HotelL’isola dei cani.

Nel 2014 si cucca un’altra candidatura all’Oscar per il capolavoro Birdman di Alejandro González Iñárritu.

Ma due anni dopo è nel pasticcio Collateral Beauty.

Noi comunque crediamo che Norton, nonostante centellini sempre più le sue apparizioni sul grande schermo, abbia molte frecce al suo arco.

E senza dubbio ne avremo la dimostrazione con Motherless Brooklyn, da lui diretto e interpretato assieme a Bruce Willis, Leslie Mann, Willem Dafoe e Alec Baldwin.

Un film attesissimo quanto la sua rinascita.attori-rinati-edward-norton-02 attori-rinati-edward-norton-01

 

di Stefano Falotico

In futuro, cioè oggi, tutti avranno 15 minuti di celebrità, io molti di più, soprattutto a letto


17 Oct

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Sì, ieri sera ho rivisto 15 minuti. Il film di Herzfeld con De Niro, che pochi giorni fa avevo recensito e ora ne ho aggiustato qualche tiro. È il vostro tiro che proprio non va. Proprio non tira, eh? State sempre a piangervi addosso, spettacoli osceni di pietistiche lagne che siete, a lamentarvi perché quella del palazzo accanto non vi ha salutato stamattina. E ve ne fate una croce, eiaculando i vostri tormenti amorosi in strazi abominevoli dei vostri fegati spappolati. Ma abbiate fede: se son rose fioriranno, se saranno spine, sì, è un Getsemani e vi aspetta la morte. Perché Giuda v’inculerà e Maddalena non ve la darà. Ah ah. Ecco, come mi trovate? Sbarbato, con “stigmate” di una lametta troppo tagliente, armoniosamente fluttuante nel donar a voi donne ogni mimosa. Poiché non dovete curarvi dalla frigidità a Villa Erbosa ma gustar con me quella bella cavità rosa nel mio darvelo di furore rosso. Perché, in quanto poeta, vi conquisto con la mia poetica prosa e poi proviamo tutte le posizioni liricamente innamorate della metrica baciata sotto e sopra, ma non sarai mia sposa, solo una fragolina a me deliziosa. Anche afosa. Non diventarmi astiosa se, dopo la notte avventurosa, ti manderò a fanculo nonostante la scopata favolosa.

 

 

 

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Sì, sono molto ambito dalle donne. Sono il migliore Edward Burns che mai sarete. Una faccia da culo tremenda, emula di Richard Gere con una leggera pancetta e un sorriso da clown da fare invidia al Circo Togni. Ma a quanto pare piaccio per questa mia sfacciataggine odorosa d’infiniti orgasmi a iosa. Vieni a me, donna lussuriosa, ti bacerò tutta la tua cosa pelosa o solo glabra eppur calorosa e ce la spasseremo, durando tutta la notte focosa.

Sì, sono un genio, va detto. So scherzare sulle mie sfighe come nessun altro. Siete voi che non sapete schizzare sulle vostre fighe. È un brutto casino, sapete. Sì, in quel casino vi spillano tanti soldi e vi trombate pure delle racchie.

Ecco una Vera… figa. Una Farmiga che ti fa arrossire… la cosiddetta red passion. E torniamo a Cristo.

Non fatemi la fine di questo, eh?


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Scena s-cult

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Sì, le donne sanno raddrizzartelo ma sanno anche distorcere tutto. Vai da una e le chiedi gentilmente di poterla conoscere e lei ti risponde ch’è fidanzata e il fidanzato è geloso. Conoscersi non significa scopare, ha un’ampia sfumatura di significati. Perché pensate sempre a quello, mie donne? E poi saremmo noi i predatori cinici e abietti? Siete voi ipocrite e, diciamocelo, un po’ zoccole. Uno vi chiede che lavoro fate e voi pensate che vogliamo farvi.

In effetti, avete ragione, ah ah. Perché, sinceramente, alla gente non frega un cazzo della tua anima.

Una verità orribile ma la verità del mondo che avete voluto. Quindi, non rompete più i coglioni.

La mia teoria sul Joker con Joaquin Phoenix, un monito contro questa società di clown


13 Oct

 Madison+Beer+outside+Delilah+Nightclub+West+YuIvXpeMj6tl

Be’, che si può dire di me? Sono un nichilista, un ribelle, un contestatore, l’elemento anomalo di una società impazzita sull’orlo del collasso nervoso che, per illudersi di mantenersi stabile, si rivolge sempre più a ciarlatani curatori dell’anima? Affinché perfetti estranei, soltanto parlando con voi per trenta minuti scarsi, soprattutto di comprendonio, addivengano a diagnosi lestofanti, bruciando ogni vostro potenziale e inscatolandolo in reparti geriatrico-pedagogici di asservimento delle vostre coscienze, castrate, svigorite e svuotate, avviandovi a oscene riabilitazioni protese a un falso e fatuo perbenismo ipocrita? Affinché possiate, dietro maschere di finta rispettabilità e adempimento a un ordine costituito fallace, coprirvi di dignità farisee, bugiarde, improntate soltanto a uniformarvi a precetti istruttivi laidamente viscidi per assoggettarvi indeboliti e smembrati della vostra vivaddio autenticità ruspante, appunto, a questa società volgare, materialista, edonistica?

Sì, il Joker è un tipo da manicomio e certamente Phoenix, che è stato lo squilibrato protagonista di The Master, mi pare davvero la faccia giusta, tormentata e laconica, malinconica e sciupata da “bad boy” adatto, disadattato, per incarnare un personaggio i cui crismi esistenziali risiedono proprio nel suo esistenzialismo. Nella sartriana sua nausea rispetto a un mondo che, violento, l’ha respinto, declassato, umiliato, e dunque anestetizzato, frenandolo quando poteva enuclearsi in maniera vivamente vivace e attiva, vorace, serena e armoniosa. Un mondo che ha spezzato con furia cattivissima le sue armonie. Le sue ambizioni da simpatico e giocoso uomo col sorriso sulla bocca. Sì, un comedian vilipeso, strozzato, deriso, coperto dei peggiori insulti e messo alla gogna dalla televisione, dal sistema mediatico ove, se non sai vendere ed esporre la tua merce, contrabbandando la purezza della tua anima e dunque corrompendola al comune, chiassoso, esibizionista volgo ignorantissimo, vieni appunto emarginato, schivato e soprattutto schifato. Perdendo ogni entusiasmo vitale, inaridendoti e trasformandoti in uno sbeffeggiante, sardonico mostro cinico. Oramai dissociato da ogni sistema di valori, quindi disvalori, futili, frivolissimi, tesi soltanto a robotizzare il tuo cuore per omologarlo a una menzognera compiacenza verso la massa che pretende che tu sia, noi siamo delle macchine a modo, compostamente inappuntabili, schiavi di un lavoretto che, in cuor nostro, nell’intimità della nostra veridicità, ripudiamo, rinneghiamo ma facciamo di tutto per mantenere perché con la creatività e l’arte non si mangia, perciò dobbiamo, volenti o nolenti, attenerci a dei parametri basici di “costituzionalità sana e robusta” che non possa arrecar fastidio alla società.

Che orrenda bugia!

Io amo più di me stesso Taxi Driver, la storia di un fantasma che vaga nella notte, soprattutto dei suoi tormenti e delle sue angosce, aspira, capta, inala un attimo illusorio, chimerico di vanità ma poi, per troppa integrità morale verso la sua natura innatamente dannata, non sa mentire a quella donna. E le dice schiettamente che non ama le romanticherie imbecilli ma gli piacciono di più i porno ben fatti, ché almeno sono sinceri nel loro nudo squallore carnale. Sì, Travis Bickle è talmente metafisico, talmente bergmaniano nel suo disagio, da essersi involontariamente elevato a messianico angelo devastante. E, guardandosi allo specchio, non sa raccontarsi frottole, non sa auto-ingannarsi, a differenza della maggior parte delle persone, e sa che la salvazione, l’unica possibile, dalla sua lucida follia, è diventare matto davvero. In un’apoteosi esplosiva di tutto il marcio, di tutta le merda che ha sopportato e ingerito per tempo immemorabile. Dando un senso alla sua esistenza da invisibile nello sbottare in maniera platealmente furibonda.

Rupert Pupkin, invece, di Re per una notte… chi è? Uno che, sempre in cuor suo, sa di essere un fallito, angariato da una madre che lo schiavizza e nanizza per complesso di Edipo in una stanza dei sogni ove, libero da sguardi indiscreti, è realmente-virtualmente sé stesso, immaginando una platea, appunto, che gli tributi quei minuti di celebrità a cui ha sempre anelato e che tutti gli hanno perennemente negato con acidità, con quell’aplomb ipocrita, altezzoso e affettato da Jerry Lewis stronzo. Perché Jerry è arrivato, a lui interessa soltanto di continuare ad avere successo e fregare la gente con le sue bambinesche battutine. Non può e non vuole aiutare nessuno. Può aiutare qualcuno soltanto se quel qualcuno può garantirgli ancora maggiore notorietà. Se dietro quel talento, ancora non rivelatosi, può individuare, in maniera egoisticamente profittatrice, un utile al suo “di(v)o”. Ed è per questo che se ne frega di Rupert. Perché Rupert è troppo strampalato per poter piacere alla gente che si beve tutto e poi va a consolarsi da qualche psicologo della mutua, il quale poi, pigliandola pel culo, beccandosi la parcellona, rifila a essa “al bisogno” caramelline e zuccherini per lusingarla, abbagliarla con questa scemenza della psicologia. Delle patologie, con questa immonda mistificazione della verità.

Sei depresso? No, non lo sei. Lo sei perché ti sei contornato di gente che non ti ha mai voluto bene. Ma bene davvero. Che usciva con te per un interesse. Ma quando l’interesse è sparito… ha violato ogni patto d’amicizia, tempestandoti d’insulti raccapriccianti. Deprimendoti, appunto, mortificando la tua beltà, la tua bella o brutta unicità di essere umano per sconfortanti persino con poderosi, minacciosi attacchi alla tua sessualità.

Perché, in questa società, puoi essere anche un genio, un man on the moon, ma conta sempre l’apparenza, contano i soldi, inevitabilmente la potenza sessuale che sai offrire agli occhi degli altri. Solo così qualcuno ti caga, ti ama, ti adora, ti eleva in gloria.

Solo così puoi divenire un pagliaccio accettato, una pornoattrice offesa e al contempo idolatrata nella segretezza delle vostre ipocrisie. Ché tutti, moralisti del cazzo, sputate in faccia alle puttane ma poi ve ne masturbate di brutto. E semmai sognate pure di metterle a pecora!

Io non credo né al comunismo e neppure al fascismo. Con le ideologie pesanti, con le prese di posizioni radicali ed estremistiche, si generano mostri. Si crea la pazzia. Si crea il fondamentalismo, si partoriscono divisioni, lotte di classe e individuali.

Si dà vita a una società di zombi.

 

Parola del Signore. Rendiamo grazie a Cristo.

Sempre sia lodato.

 

 

di Stefano Falotico

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