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L’Arte folle del Cinema


19 Mar

Il Cinema è Arte “folle” alla Alda Merini, non “adda morì” come Aldo Moro, ma avvenire alla Cronenberg David, l’Uomo Spider che non guida le vespette di Moretti

Il Cinema è passione mia divorante. A costo che mi costerà una cifra e mi “spellerà”, non scendo a compromessi con finte realtà. Cosa vedremo?

Fratelli della congrega, un anno di trambusto è già per me iniziato, perso fra vari deliri letterari, contratti che prevedono un certo “sborsare”, soprattutto delle ragazze a cui porgerò i miei libri “incomprensibili” per ricevere sportellate da “cassiere” ignoranti, naufragi ove il vento della mia anima si perde per ritrovar la rotta dopo la “rottura di palle”, il mio Spirito dirompente, prepotenti che mi picchiano e offese all’impicchiata affinché m’impicchi.
Ma io insisto, non mollo la presa cinefila e “sgancio” varie bombe da postazioni “radioattive” della mia reattività… tellurica. Infatti, prevedo multiple “lastre” che mi diagnosticheranno un Cancro per troppa asfissia polmonare da “terrone” a non “sboccare” da nessuna parte. Alla gola, in quanto mangio le mentine balsamiche e “nessuna” m’“ingolla”. Spesso mi scollo e “scoccio”. Il porto mi aspetta. Orsù, leviamo le ancore, imbarchiamoci del tutto. Eh sì, quando tutto va in barca, devi affidarti a un Titanic(o) veliero dei tuoi sogni, nella speranza che una bocciatura “Iceberg” non fratturi la prua.
Altrimenti, la vedo brutta, detta anche “Affogo!”. Caronte mi salverà da traghettatore ma finirò col “noleggiare” un traghetto con un drago delle favole per far spola, con questa “sposa”, a Capri, ove ceneremo vicino ai faraglioni ma senza nessuna “faraona”, ché concupita da uno con più “liquido”.

Ah, la liquidità. Non inflazionatevi se sempre affascinanti volete essere, se no le donne vi rendono “flaconcini” per colpa di troppa “affettività”… a un “altro”.

A parte l’imbecillità, che ha sempre il suo perché, ecco i film dell’an(n)o “a venire” che si prospettano superbi. Eliminiamo quelli superficiali, raggiungiamo la superficie delle vette, dell’empireo, oh Imperatore, questo Emperorcon Tommy Lee Jones non conquisterà nessun botteghino. E tu, volgare, chiudi la bocca e la “bottega”.

Cronenberg è in verità un Falotico in abiti esistenzialisti da Stefano “al reumatismo”

Nella mia casa, ci sono molti libri di Medicina, acquistati proprio nella frazione omonima del comune di Bologna. Altri, li lessi con delle pizzette di Altero, ma li comprai ad Altedo.
Ho sempre avuto una cultura alta, di “bocca buona”. Infatti, per anafilassi a un Mondo per me allergico… divenni senza papille gustative delle donne.
Alcune “limonano”, altre fan (il) brodo da galline. Di mio, la patata è lessa.

Ora, sto studiano da vicino, nonostante abbia visto tutto di “codesto”, la filmografia di David Cronenberg, come s’evince da geniusdavidcronenberg.com, sito veramente appena inaugurato ma sotto i migliori auspici.

David s’è laureato in Lettere, ma i suoi film non son da prendere alla lettera. Vanno interpretati come la Bibbia. Insomma, non stigmatizzatelo come “dogmatico”. Tutte quelle cazzate che leggerete, del tipo “Mutazione della carne”, “Evoluzione della specie”, “Sperma prebiotico”, “Cinema macroscopico”, “Telescopio nella mente da oroscopi”, sono stronzate.

Egli è colto “in flagrante” come il Falotico. Un po’ men(t)o(re), stando al fatto che, alla mia età, non aveva ancora scritto un romanzo. E neanche ora che ne ha appena compiuti 70.

Provetto e in provetta, “in vitro” su occhio vitreo, David è filosofo della Settima Arte. Perla rara… (ab)usare di cervello in un’epoca ove i “valori” sono alla cazzo di cane.
Una società andata a puttane è il “termometro” della crisi economica, discendente dalle scimmie, che arrostivano i simili dopo aver mangiato gli sciacalli e gli “uccelli volanti”, come la preistoria insegna ma voi non l’avete imparata. Vi conosco. Studiaste a memoria per la condotta, ma vi salvaste per il rotto della cuffia. Ora, con tanto di “lode”, vi siete imborghesiti nella “carineria”.
Sì, prima credevate alla poesia e al Cinema, adesso credete alla “postazione” Facebook dei “Culi Divini”. Non si “sparga” la voce del mio “seme” in gir(in)o, anch’io ne sono iscritto. Dovessi patir la “fame”, il sito servirà ad alleviare l’appetito o a fustigarlo di più. Nel “Non si sa mai”, intanto “ce l’ho”… fra gli aggiornamenti. Al Giorno d’oggi, bisogna precautelarsi, in caso di “tirare” a campare… Un fondoschiena “mela” toglie la patologia di torno, il germe e il verme.

Ancora lavora l’ex “Ministra” Germini?
Di mio, so che gemeva di “cul-toro”.

Cronenberg è come me.

Incontro uno, il quale vuole indagare nei miei comportamenti. Un tizio dal portamento da demente.
Gli sono scanner. E, di telepatia alle sue apatie, che vorrebbe proiettarmi grigiore e noia, alzo il volume dei neuroni, su “ultrasuonargli” le cervella.

Boom!

Ora, per molto Tempo pensai di essere Spider di Quei bravi ragazzi. Il cameriere preso per i fondelli dai “tosti” e ucciso da Pesci. Insomma, lo sfottò fu esagerato e rischiai di diventare peggio, sempre Spider, ma alla Ralph Fiennes. La doppia personalità “omonima”. Nomen omen! Proprio Come Lazzaro, “Alzati e cammen’”… se domani vuoi il comodino e un “caldo” camino. Da “fritto” in padella a “frittata” senza né brace ma “abbraccioni”. Quando uno ti “Abbraccia”, invero sei già nel braccio dei “finiti”.

Ho scoperto che sono Viggo Mortensen.

Spero di non morire da veggente.

Anzi, veggo in quanto Walken che vede di zona morta. Sì, per vari e-venti, mi “sciagurarono” ma non avevano previsto le conseguente del “coma”. Una volta risvegliato, alzai il radar e cominciai a scandagliarli con meticolosità degna della mia nomea e tanto a monster della guerrafondaia nostra “comunità” di viveur.

Credete che siano felici? Fingono, come una donnaccia di mezz’età con le rughe anche nell’erogeno di “tanto arimmel”.

Di mio, è inconfutabile che sia un genio per antonomasia, infatti a Santo Stefano festeggiano l’onomastico del loro martirio.

Me ne son sempre al(a)tamente fregato dei miei coetanei. Teppisti erano a 16 anni, età pericolosa dell’adolescenza sorvegliata d’adulti a metterli in guardia, e adesso posseggono proprietà private con “Attenti al padrone” a mo’ d’ammonizione. Io non entrerei in quelle case neanche se su quei divani trovassi sdraiata Naomi Campbell della nera “fulva” che fu. Quando, basculando in passerella, attizzava i fotografi nell’occhiolino a strabuzzare le loro coronarie. Poveri zoom.
Che zombi.

Non credo che ne godrei molto. Una così s’accoppiò con Briatore, uno degli esemp(lar)i più laidi a monumento zendel mio discorso. Una volta che si sistemi la pancia, fai il gallo del sistema e sguazzi fra collanine e “collari” a chi decreti “perdente”. Sì, in camera mio ho un suo manifesto con le “cubitali” del mio “masturbarmene” a testa “impettita” quando “erigo”… “quel che non si dice”.

Sono un fanatico degli eremiti e non dei Re Mida.

Ne ho conosciuti. Bambini che vennero sculacciati dal padre per un “voto di carità” che potesse “dare” il futur danaro per il “libero accesso” a ogni fessa per loro “di flessioni”.

Ex adoratori di Carpenter John, oggi con una fighella già in menopausa dei circuiti svalvolati del circolo (vizioso…) di cucito e cucina con le piastrelle “profumo” benessere.

Madri maniache religiose che hanno catechizzato i figli affinché fossero educati poi al “piccante”, una volta compresa la “parabola”.

Figli di papà col pasticcino di Domenica e la mano morta da “maledetti” del Lunedì mattina prostituito ai lavoretti per l’utile, il dilettevole e tanti letti “a castello” dei loro “valori” (s)montati a piacimento.

Sono un genio, professo senza professorini e maestrine, la mia via è maestra, in quanto Maestro che, se sgarri, pesta pure Vittorio Sgarbi.

Chiamatemi stronzo, sono un Illuminato.

Per il resto, Presidente di che?

Quando “tira” male, apro dei siti.
Farnetico falotichescamente, confabulo, amo le favole, anche le “fragole”.
In quanto lupo versione Tom Stall(one).

In fin dei conti, chi parla d’amore spicciolo è un picciotto, chi fa il grande è un piccione.

Insomma, non so se “starci”. Il sito sa.

Classifica dei più attesi. Non ho nessun attestato, ti prendo a testate!

Tre capolavori annunciati. E tu sarai denunciato.

Porto lo zaino, anche la zanna.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Only God Forgives (2013)
    Refn che “spacca”… le ossa, che maciulla, che stramazza al suolo. Cinema detto “Colpo allo stomaco”.
  2. Malavita (2013)
    De Niro versione “mal… andrino con un figlio anatroccolo”, quella “cocca” della Pfeiffer, “cuoca” di “birra” bionda, questo Jones, sempre Lui, cacciatore.

    Una cazzata coi fiocchi pirotecnici.

  3. Venus in Fur (2013)
    Un Polanski con solo due attori. La moglie fornicata dall’amante sadico.
    Questo è Roman al massimo. Un masochista che sfancula perfino la consorte, riprendendola. A schiaffi.

Predizioni cannensi


15 Mar

Prime indiscrezioni per il Festival di Cannes! Basta, cannaioli! Sono il “babà”, e senza liquore abbaio da “partenopeo”, in quanto di peti adorate il prete ma (non) intingete nella “Palma

Gatsby 3D con DiCaprio “fenomenale” di Fitzgeraldluhrmaniano” un tanto al kitsch “ammodernato” al barocco, inaugurerà la kermesse, fra miss in minigonna e il muso di chi perderà.
Fratelli della congrega, sbilanciamoci già ancor prima delle proiezioni ufficiali, proiettiamo di piroette per scommettere su chi, alla gara, partecipando, non sarà vincente.
Uno solo… highlander, brandendo il trofeo dorato non so se ricordato dai posteri, senza dubbio scriverete, voi giornalisti, tanti “leccaculo”-post pur di ammanicarvi, ruffiani, alla corte del supponente “Corriere”, con Lucarelli Selvaggia, fra una tetta e l’altra “scollante” di “balcone”, a preparar le pappine “reali” da “Papa” “regalina-analina” come le sue cosce “liquirizia” su andamento “celebrity”.
Now, my name is mine. E tu, maiale, non sei me. Tu sei mia, micia, dai che accenderemo la miccia.
Ammicco e tu mi sei “amica”. E, “amichevolmente”, guarderemo i film della rassegna, mentre mi strofinerai, “finissima”, la mano senza “seghe mentali” da Ghezzi, ma “rizzo” per lo “scrosciante” che sale glorioso da “Montées des Marches”, “montante” e (in)fermo poltroncina di seta…

Tu, Polifemo, di Cinema capisci i tuoi paraocchi. Fra l’altro, nei hai solo uno, che vuoi “giganteggiare?”.
Non comprenderai mai il “gigionismo”. “Accidenti”, accecatelo! Questo Polifemo è solo uno spettatore non gradito alla Lars von Trier. Mi mette melancholia ‘sto antichrist! Ninfomani, anche di fianchi! Se occhio non vede, Cuore non duole, tu che cazzo vuoi? Che tristezza!
Il tuo “Omero” nel senso dell’eroe dell’“Odissea” o l’osso che “spezzi”, “addentandomelo?”.
Ah, Donna! Preferirò sempre i tuoi tacchi al tallone d’Achille! Ti chiami Ilaria? Dunque, io ho letto “L’Iliade”, ho una spada, “Troia”, che a quella… allude. Quando cala la Notte, dal “cavallo” esce e sa “mescerlo”. Che infil(z)ata!

“Fiato alle trombe!”.

I proci son avvertiti, i greci s’aggregheranno agli spartani per una “spaghettata” di tarallucci e vino, e io, il paciere, posso a te, Elena, “riposarlo” nello “spossartela?”. Guarda che “arco”, che “tiro”, che poetici “sospiri”. Ho un fisico (all’)asciutto e olimpionico, prediligo la “staffetta” ai cento metri, ma ce l’ho di “trenta”, il “bastoncino” che riparte nella “patata bollente” per l’“allungo” a tagliar la… “mela”.

Quale meta e altra metà. Dio ti fulmini! Sono Zeus, non sono una meteora. Sono l’immortale.
Dunque, in modo immorale, “faccio una” che mi va a genio. T’ammazzo di botte, mia amazzone!

Applauso!

A parte, la parentesi “storica”, rimembrante il “membro” dei promiscui, “eleganti” ellenici, pensiamo alla “manifestazione”. Tu, perché “lo manifesti?”. Ti denunceranno per oltraggio al pudore del “pub(bl)ico”. Lo scandalo va visto in sala, non toglierti i sandali anche se guardi un peplum perché la tua religione non te “la concederebbe”. Non “venderlo” a saldo.
Va sventolato e, appunto, “rinsaldato”, solo quando sei certo che, saltandole addosso, non ti salteranno le palle, causa frantumazione dei testicoli di (im)prevista (contro)mossa “femminile”.
La donna sa quando osare, quando “arrossartelo” ma devi procedere con cautela se vuoi che la “candela”… “venga” rossa. Altrimenti, solo commozione. Cerebrale e non, come un film da “lagrime amare”. Un film che piacerà a Giona Nazzaro o al nuovo Amedeo Nazzari?

Giona, talora, anche nelle “tarde” ore, spara cazzate, Amedeo piace ai cazzari!
Sì, quelli che si masturbano sulle gambe della “conduttrice” e poi se “lo tiran” da intellettuali!
Della minchia! Si spaccian per pensatori liberi, ma “dai!”, “liberatelo!”. Se no, poi piangete il “melodramma” senza “miele”.

Già… “si fanno” i nomi di grandi registi. E tu, prostituta, pensa al Cinema, non al pene, ragiona in grande, sgrana la vista, non “sgranocchiar” il “glande”. “Elevati”. Porca puttana!

Chi ti credi di essere? Sofia Coppola? Tu sei da “cappella!”. Ma non sei suora. Sappilo! Tu vuoi solo “(s)tapparlo!”.

Oltre ai sofismi di Sofia, col suo “cinema” platinato con “chiccheria” su chiacchiere inutili d’annoiati indigeribili come la bile del “Somewhere”, ecco pochi ma importanti nomi che potremmo vedere.

1) Jim Jarmusch, il numero uno di sempre.
2) Roman Polanski.
3) Paolo Sorrentino.

E, soprattutto, speriamo in una buona Malavita a tutti.

Luc Besson sa!

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Venus in Fur (2013)
    Lou Reed conosce il sedere della Seigner nel polanskiano.

    Tu, stai seduto!

  2. Malavita (2013)
    Tonino è francese.
    La Pfeiffer, una francesina. De Niro, un Jones di sfida.
  3. La grande bellezza (2013)
    La Ferilli è vacca, Verdone è oramai svaccato. Servillo si salva!
  4. Il grande Gatsby 3D (2013)
    Se non hai mai letto questo libro, datti alla mut(u)a.
    Altrimenti, come Gatsby, perderai un amore e troverai la pace dei sen-s-i.
  5. Twelve Years a Slave (2013)
    Bello e più bono, Fassbender e Pitt.
    Due maschi a confronto. Fa schifo, a prescindere dal regista.
    Il cast è una castroneria. Poi, Brad ha denti da castoro.
  6. Only God Forgives (2013)
    Dio dimentica, io perdono. Mi va bene, quindi nessuna vendetta del cazzo! Una lavata di testa, sì. Beccati le sforbiciate boxing sul boxer.
  7. Behind the Candelabra (2013)
    Anche Michael Douglas è una checca. Dovevamo sospettarlo.
    Il candelabro si scioglie nel Damon Matt-o di andargli (di)dietro.

    Ho detto tutto.

    Che puoi (pre)tendere da Soderbergh? Utilizzò Sasha Grey, attrice che studiò alla corte dei cordini sadomaso, adesso un ingrigito Douglas di parrucca per scandalizzare da Liberace i parrucconi.

    Mi sembra un film che andrà a culo. Buona la prima.

Siamo Stallone nel “Grudge Match”


21 Jan

Ama San Silvestro ma nel bosco silvestre spinge di più muscolo

Fratelli della congrega, so che state patendo. La crisi si fa sentire e voi poco toccate i gusti della vita che fu. Quando, nelle locande dai nomi come “Maria educa al pan lievitato” oppure “Susanna t’offre la susina”, limonavate con gioia “tocciatina”, fra denti rigogliosi senza l’amarezza dei tartari ma lo zucchero con carie dei cariatidi oggi pieni zeppi di debiti e senza neppure la zuppa.

Sì, quella zuppa, assieme un bagno euforico di “bollicine” con tanto di latte caldo e pasti affamati alla Lucio Battisti, era lì ad aspettar che “affondaste” il cucchiaino per “liofilizzarvi” nelle pa-pi-lle gustative. Invece, ora siete stanchi, non prendete sonno, vi rivolgete a psicologi che possan attizzare anche la “cotoletta” della mozzarella oramai smarrita di quando, segaioli, sfogliavate le margheritine, sperando che Lei vi fosse prato da deflorare. E, così, siete regrediti alle canne. Vostra suocera prepara i cannelloni, ma mancano gli spinaci del Braccio Popeye.

Siete solo dei “Sofficini Findus”, impanati nel “pesce” che non sguazza più in nessuna.

Oh, Capitano Achab lascia stare la mia balena, io morbido son “Dick” di “stecchino” nelle acquose femmine, nella musica elettronica di Moby io smuovo i mobili della figlia del dottorello, presentandole ogni Notte l’uccellone rapace nel v(i)olarle capacissimo.

Vengo da un’epoca lontana, in cui l’Uomo amava la Donna senza metter becco nei d(i)ritti per la sua parità sessuale, ma la “imboccava” con un lavoro “duro”, “mantenendola a galla”.
Un po’ giallina prima d’arrossirla… nel bucarla.

L’Uomo s’alzava… di mattina tutto affaticato dopo la figata della Luna oramai in Lei “andata”, si sottoponeva agli impegni quotidiani, rincasava, leggeva il giornale con leggerezza, sorvolando sulla cronaca nera per non intristirsi, registrava Alba Parietti scosciata del consueto appuntamento domenicale, dopo messa “benedetta” che urlava rabbioso pensandola penzolante di sue calze nel segno della Croce del maledetto Gianluca Vialli che tutta “violona” la fornicava sampdoriano e insaccava di goduria, si consolava con una favola dei fratelli Grimm e poi coccolava la sua bella, raccattata alla sagra del “Siamo uniti almeno in matrimonio, le feste de L’Unità ci stan rendendo poveri anche per un giro in giostra, facciamo i nostri cazzi, le ciambelle non riescon col canestro, evviva le ginestre, evviva le corse campestri, dai scrolliamo nei campetti, campiamo col campionato”.

Date retta a me, Uomo che s’allena e non s’aliena, perché conosce il Mondo e ogni coscia n’è mio muscolo del “basso” addominale rinforzato nella “panciera” nel lilla là a planare.

Sono uno Stallone, fumo e mangio la cioccolata.

Chi non mi ama, non è una Donna. Sarà un gelosone del mio golosone.

Ma, come le mie donne, anche “lui” lo prenderà in quel posto.

Di scemenza voi vi corroborate, io spaparanzato do dello scemo quasi a tutti. Perché sto al tavolo e intavoliamo, senza Tavor ma di pizze mie al taglio nel farcirle di “manico” vincente.

Qui sopra non c’è la rima ma, sotto, io non l’assolvo. La rendo assonanza del mio “a sonagli”.

Chi non mi ama, è proprio colui che poi ricamerà per uccidermi.

Parola del Cristo allegorico nel farti il ghirigoro.
E ricorda: sciogli il bac(i)o quand’è da trasformarlo nello svilupparsi. Altrimenti, sarà tardi ma le tardone neppure t’attraeranno. Dal tirar parte tutto, Freud “lo” sapeva e “junghiava” di pi(p)pa.

Un babbeo mi ricatta per provocazioni, salvo che lo defenestrerò assieme alla sciocca delle sue coccoluzze:
– Nessuna te la dà.
– Può darsi. Tu lo dai?
– Cosa?
– Il pugno o la pugnetta? Insomma, getti la spugna?
– Vai vai.
– Ove vado io tua sorella non sa. Sai, tutto fa salire, è di malaffare e afferra il “bene” di chi la paga con il pene.
– Cioè? Si tratta d’un gioco di parole?
– No, di prole. L’ha ingravidata anche il parroco del comune “Marina, somara, suona le campane delle olive ascolane e, nel pascolo del gregge, fa, di bavetta, la brava con lana sul pastorizio tutto rizzo”.
– Che cazzo dici?
– Il tuo sicuramente non parla.

San Patrizio!

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

 

Guardate, godete ché i piaceri della vita sono un giubbotto di pelle marrone alla Stallone di Grudge Match nel De Niro a scont(r)arsi, le sigarette Chesterfield, una Donna che aspira e la Nutella che le spalmi.

 

 

Ove cova il corvo è nella spelonca di chi lo spelacchierà


14 Jan

Chi non legge i miei libri, non è un Uomo libero, libra solo di fantasie sessuali distorte, e io gli torco il braccio, sfogliandomelo letteralmente

Frase di lapidar’, anche se stesso/a, ché la vita non è univoca d’esserne imboccati di “produttivo” florilegio del comun luogo, “bravo” a sentenziare quanto poco ad approfondire, in quanto, poco desti, non “avean”, veniali, previsto il “sereno”, capitale, decapitante risveglio del Capitano, di forte nervatura secca con tanto “morigerato” non farsi “scioccare” da tali sciocchi, ma riscoccare.

Oh oh, che rintocchi, e i capelli, dapprima ispidi di fibre crespe, “cotonati” a compagnie che pregaron per sedarti nella sedia elettrica, in vanità, anche fraintesa e di malinteso tuo preso per vaniloquio, ecco che rifagociterà il cattivo bambino, affamato come nessun altro, dall’alto davvero della sua prosopopea e di tanto suo “roso” prepuziello da “zio” ammaestratore forse di verginelle, ma certo non di me, nomea che non si tocca, nominandola di “unzioni” prima che sarà Lui a benedirlo e inondarlo di “campanellino” assai bruciacchiantino nel suo “gran” uccellon’.

Con aria “nobilissima”, egli sfigurava tutti i “loschi figuri”, “affogando” le sue foghe in “fighe” che, di mio contro, poco me “lo” raccontano.
Come plagiava e palpava, di boccuccia “limonava” e tanto scemo da non calcolare il “suo”, slabbrato molto presto e arrestato, se la confessione, con annessa implorazione più perorazioni alla sua ca(u)sa(le) addebitata d’ulteriori bustarelle all’avvocaticchio corrotto, non s’arderà nella più vera verità. Fritto, andrà a vivere su una palafitta, non pagando l’affitto, adducendo che ha delle fette al suo fegato sfilettato? La mutua lo soccorrerà di pomata, e di pensioncina lo “azionerà”.

La rifugge ed, essendo lestofantissimo che diede dell’elefante a un “fantino” campione, fanatico del suo “fallino” e delle sue farfalline, frigge di risata dimen(tic)ata, quasi identica a come, di mani, sarà appeso al muro da quegli “imbianchini” a cui “lui” tanto sputò, sputtanandoli d’intimidazione ché “lodato” da madre cotanto, altrettanto imbrattata.
Ah, s’accaniva sugli imbranati ma non sa che verrà sbranato.
Disprezzava chi non sapeva vendersi ma non è cosciente di come lo venderemo in piazza (pulita), regalandolo in pasto alle bestioncine sue “amichette” tanto feroci.

Si preoccuperà di segnalare da “allarmato” con le sue armi?

Segnalasse, l’altra parte non aspetta altro per inchiodarlo di recidivo insistere con “pressione” a quel che mai, genio, avrebbe dovuto sognare, d’ingegno “acuto”, col mordere con tanto “focoso” farselo “generoso”. Io sono il mordente e non andrò morbido.

Questa è bontà.
Questa è la tua mentale sanità. Mio demente, corri, rifugiati, e denuncia.

L’Annunciazione è vicina e stai lì, terrorizzato, prevenendo meglio di “curare”.

Per quanto mi riguarda, mi pari guardingo ma di culo nelle mutandine.
Stavolta non delle “gentili signorine” che vizian il tuo vizietto, ma d’uno che, dietro, ti sevizierà di “servizietto”.

Eh sì, gli insetti, tanto di sete satanelli sulle “santarelle”, ora son delle pecorine nel greggello.

Ahia. Amen. Meno… uno.

Questo significa non rispettare le scelte di colui che Io sono, e che non cambierà/ò mai, impuntatissimo in mezzo ai puttanieri, e ostinato.

Denunciassero e li sventoleremo in tribunale. Loro e tutti i filistei del porcile.
A cui tal famigliola ben s’agganciò di ganci per “sganciarmi” dalla cosiddetta “ipocondria”.

Sì, l’inabisseremo come degli ippopotami.
Detergendoli nell’acqua del Giordano, ove d’abluzione al capo saran sciroccati ad “abuso” del mio pretendere di stenderli.

Silenzio.

Parlo Io, parlò Dio.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Master & Commander. Sfida ai confini del mare (2003)
  2. Moby Dick. La balena bianca (1956)
  3. Ronin (1998)

Personali previsioni Meteo-Oscar


10 Jan

In mondovisione d’immonda società imputridita ma punita da giustizialismi planetari e “puritani” d’onda terrificante ai terroristi

Prefazione con nota a margine per emarginare i boriosi e gli arroganti plebisciti degli insipienti insipidi di “savia legalità” del manicheismo ottuso, armato d’“amoretti” al pinzimonio con tanto di ozi dei più biechi e intollerabili vizi

La più grande soddisfazione, che un Uomo può prendersi, è sviare da “virili” imbrogli, pedinare il criminale e acciuffarlo per la testa bacata, dopo pochi attimi spaccata nel castrarlo di pari “incastri” e dentatura sua  Troy Castor’

Racconti “sobri” come un “deodorante” a pelle, di rasatura glabrissima nel ventre dello “stratega” ad allestir “mirabolanti” fantasie di fandonia, partorite da inezie genetiche, al fin, davvero finalissimo, d’esser colto in flagranza di reato, con tanto d’occhi strabuzzati, tendenti all’epilessia innata  d’un handicap neuronale “propenso”, che figliol prodigo…, ai reati più nascosti per risate da compagni di sbronze e ulteriori “stupri” immediatamente fermati e alla sua smorfia deformanti. D’un netto stop con pugno in faccia e altrettanta dose di violenza psicologica. Ribaltone! Dopo tanto suo “farsele”, ecco chi l’ha disfatto. Festeggiam di baldorie!

Le bugiette, calunniose e figlie del tedio, di “tendini” efferati da tendine oscurate delle atrocità, ecco che si tolgon la maschera, perché ne son io colui che strappò il viso al macellaio di menzogna stampato in un pianto suo isterico, d’allineate verità ineludibili a cui è naufragato per il suo poveraccio approdo. Eh sì, tanto porco, quanto or deturpato delle stesse malizie con le quali ardì nei suoi bruciori così “articolati” a suggestionare.

Un figlio dell’ottima borghesia, di cotantissimo (più che altro un raccontatore di frottole che si spacciò perfin per “dottore”) padrone paterno, scoreggion’ trombonissimo che di stuzzicotti lo stuzzicava a “educarlo” negli “stuzzicadenti” già carnali d’ove s’indirizzo, “rizzissimo”.

Un “genio” di cui abbiamo tutti enorme stima, certamente.
Un menefreghista teppista con l’arrangiarsi di sbavature su sbrodolar un po’ da bavagli, fra un ragliare e uno sbavar sempre per le minigonnellin’ delle sue ragazzotte.
A cui rifilava il circuire del suo “propedeutico” dentin ben arrotato nell’oratoria più ingannevole di plagi.

Ma ogni superbo può incrociar un ingenuo, il suo “cervo” peggiore. Che potrebbe, sorprendentemente, proprio dai dentini “cacciargli” fuori tutto il rospo.
Con calma da far invidia alla sua più acerrima invidia per ogni Tiger Woods, di cui ambì il golfino. E ne inventò tante sul conto, da gufo, per trattarlo da goofy.

Eh sì, lui voleva mettere in buca, e di bocche “gradire” color che se il suo “emerito” imboccarono, salvo vomito da disgusto repellente al tal da me spolpato.

Eh? Vedi a scherzare coi campioni cosa succede?
Che tanto di coscettine volesti “violare” per volare “alto” di mezza cartuccia, quanto in mezzo, da dietro, molto (s)teso, lo ricevesti così infil(z)ato, e dolor cagionato quanto or forever in te young.

Più che un immortale, uno scemo in mutande.

Regalategli i calzini della madre zietta. Altra calzettina.

Più che usar il suo “cazzon’”, gli basterà aggiungere una “o” nella vocale terrificante per i calzoni di suo perdentissimo tenzon’.

Eh sì, tanto altezzoso quanto adesso stizzito. Striminzito?

Oh, se non gli va giù, “tiratelo” su.

Un consiglio. Gli basterà telefonare a una sgualdrina delle sue solite per “rimetterlo a posto”.
Attenti. Prima istruite la prossima disgraziata a prevenir la colite che, codesto coito, potrebbe riversarsarle contro.
Infatti, è abituato al versamento, specie, eh parliamo di uno di razza, quando gli torcerò il braccio, amputando le sue gambe ballerinissime.

Cioè, come sappiamo, nel cul del malfattore. Un fattonissimo. Lo assumeranno come fattorino alla fattoria degli animali? Come? Neppure lì? E come mai? Ah, mandò la richiesta d’assunzioni ma pure le mule sputarono in faccia alla sua suzione da lattante. Mamma mia. E dire che, una volta, gli asini eran almeno dei decorosi contadini. Questo è rimasto un bue al contagocce.
Mah.

Assurgo dunque a giudice inappellabile e rubo le chiavi di casa di tal delinquenti, “inguinandoli” nel lucchetto a sigillar le loro spettrali, “spettabilissime” abitazioni formato “loculo da morti viventi”, nello sfamarli di restituita infamia e d’appetito mio famelicissimo dal vaghissimo “sapor” incendiario.

Ricordate: l’imbecille è sempre alla porta a chiedere lo zucchero e sconfinando quando poi lecchi la sua cioccolata, nei suoi “ordini” impettiti a sognar che le tue mani si spezzino per non rifilargli il tuo portafogli rubato con “cauta” e giusta, manesca, sovrumana potenza a decretar che, di stesso color marrone, cioè il fango, avvizzisca nel lurido schifo del suo ombelical essersi già insabbiato di suo sangue da cannibale su sfumature “leggermente” merdognole.

Passiamo agli Oscar, che è meglio.

Perché coloro che non amano il Cinema, come le arti in generale, o sono dei pagliacci “caporali” dello Stivale, dunque, essendo io il gatto con gli stivali, da “gallina” uova d’oro rantolo nel lor pollaio di ratti porcini, sfilando le calze delle loro “cavalle”, oppure non son dei puri ma da spurgar nell’acquedotto con tanto di sciacquone, salvo tenerli un po’ a galla nello stronzeggiar ancor un po’, prima del pestaggio delle loro “condutture” ideologiche, poco di teologia logiche poiché irreligiosamente sacrileghi d’ogni bestemmia nei loro gesti davvero di gran “gesta(cci)”, per incanalarli nel colon(nato) del loro Dio ipocritamente pregato quanto al lor solipsismo piegato a spiegar la vita su immagine della loro pelle, a me assai urticante, mentre per loro “(a)doratissima” di bagni alle terme. Sì, delle termiti. Da rimodellar le rughe.

Sono Terminator. Dunque van sterminati. Senza batter le ciglia, anzi, sbattendoli sul ciglio della strada, ove tal Lucignoli saran lucciole per le mie “coccole”.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Lincoln (2012)
    Adorate Daniel Day-Lewis, il più grande attore europeo. Il suo terzo Oscar è assicurato e imbattibile.
    Chi oserà sfidarlo, riceverà l’ammonizione del grande Presidente.
    Umanista, democratico anche nella Repubblica dei tricolori e dei “coriandoli” da carnevaleschi idioti sui carri dei “vincitori” da strapazzo.Daniel sa. Spielberg lo è di nuovo.
  2. Django Unchained (2012)
    Date a Quentin ciò che è francamente un Nero Franco ottimamente capolavoro.
    Chi annerirà, di critiche campate per aria a boicottarne il valore spaghetti, sarà trucidato d’incazzatura nerissima, con tanto di DiCaprio, un Diavolo coi caprini, spedito fra le sue palle “possidenti” di quale “potere?”.
    Detronizzatelo e aizzate lo sfruttato a strappargli il “frutteto” in mezzo alle sue vacche.
  3. Il lato positivo (2012)
    Jennifer è un nome che spinge. Bradley è bravo, molto, ma vincerà, contro Daniel, al massimo una prima fila alla serata della cerimonia.L’unico che può sbattervi al muro è Bob De Niro, tornato come Io comando.Perché è da ventun anni che non entra da candidato. Guarda caso, Max Cady lo sa.

    Infatti, frantumerà il cranio al distributore che ha cambiato la bellissima traduzione, L’orlo argenteo delle nuvole, in questo titolo alla cazzo di Fabio Volo da bicchiere mezzo pieno e vuoto.

  4. The Master (2012)
    Questo Phoenix è matto come io amo, Hoffman prova a redarguirlo ma Joaquin vorrebbe solo la “statuina” d’una Amy Adams dal fisico statuario, da levigare come le bomboniere cinesine su ficcatina meno incestuosa da maestri ma gustosa di “cesti” campestri.Dai, Joaquin. Piglia Amy e, con una damigiana, pompa di “vendemmia”.
  5. Zero Dark Thirty (2012)
    Due fighe da novanta. Scommettiamo sulla sessantenne da “abbassare” nell’innalzarla, Bigelow Kathryn, o su Chastain Jessica, da “dissanguare” simil suoi capelli rossi dell’arrossarlo nel “kamikaze?”. Cazzo. Parliamo di una a cui basta una lentiggine per render tutto pruriginoso di “pus”. Ah, che botta! Che esplosione atomica, di “fungo” nel prepuzio, di lupo nelle gote fragoline.
  6. Fast and Furious (2001)
    No, Vin Diesel non ci sarà mai. Invece ci dà. Date a Vin il Tempo per carburare e il suo muscolo più maschio aggiusterà, di tiro micidiale, ogni micione del Kodak Theatre, nel suo “recitar da cani” ma di “grosso” carisma.
  7. Il cacciatore (1978)
    Ove c’è un Cimino, ci fui io.
    Walken n’è cosciente. E si spara in testa, defilandosi da “Non protagonista” ma immenso.

“Being Flynn” in una mia Bellezza


03 Jan

Da “Malkovich” nell’esser flying e dunque v(i)olando i duri ghiacciai degli ignoranti e incivili

Chi contesta De Niro è da “testate” in prima pagina. Perché va sfanculato

Son qui dal notaio, a recapitar lettera di querela per risarcimento alla mia anima, oramai ripristinata dopo l’illetterato “abuso” di stolti da me strategicamente scoperti in seguito ad aver affilato le mie armi, nel loro digrignar i denti da cani rabbiosi, prostrati in un ri-morso d’assedio nevralgico a certezze lor dilapidate con l’ac(u)me a me consono di vocalizzo principesco, da nobiltà mia e minata però da tali ingordi bavosi, il cui delitto peggiore, oltre a intimazioni al suicidio, fu l’invidia, peccato capitale che un Tempo veniva punito con la forca e, invece da me, folgorati.
Quindi già “defunti” in cordogli angoscianti che stan ledendo e legando quei sonni così “sommi” a sommar raziocini che possan salvarli dall’infernale gelo in loro, appunto, senza punti di sutura, iniettato con estreme unzioni e cure. Basta con la curia! Io sono il curato solo di campagnole! E camperò meglio dei vostri campanilismi! Ecco la campana, voglio la caparra!

Sì, tali untori, sempre “apprensivi” delle vite altrui da “incriminare” perché non si scremavano con le loro cremine a visi di furba cremosità delle creme “alto borghesi”, tanto toccarono che son stati infilzati di stesso tangibile dolore indelebile. Di Notte, quando assumono della morfina per allietarsi meglio con un Morfeo che possa alleviare i fegati spappolati d’indigesto disgusto agli specchi di tal repellenti “imma(gi)ni”, gracchian e poi corron in bagno a vomitare, augurando che lo sciacquone spurghi la sporcizia inguardabile (guariranno o sarà un conato di guaiti?) dei più vigliacchi gesti così pedestri. Ah, gente b-r-ava a far di conto per far sì che gli innocenti scontino i loro di re(at)i.
Impuntati a impuntarsi, di sospetti con petto in fuori e “palle” a forar, contro chi non s’imputtanì alla loro “bella” concezione disgraziata di vite sciagurate.
Bella come le verginelle che scopano… che bellezze, eh?
Ma i geni “dormono” per riscaturir di scatto e il lupo afferrò i loro peli, pulendoli da ogni altro esecrabile vizietto.

Gente “rispettabile” con tanto di pezzi carta ad attestare il loro grado “intellettivo”, sempre la solita storia del pararselo per arredamenti da carte da parati che sian sfoggio contro chi si sfogherà.
Sì, forse un muratore stanco dei loro soprusi e di queste prosopopee che trangugian sempre “poppe”, appioppando al prossimo etichette di collari, oh come cola la lor saliva, a decollarli e incollar un’etichetta per pranzi di tacchi-ne.

Gente che umilia e poi parcheggia senza parchimetro, perimetrando il “culo” dell’avvocatessa a cui sganciar una “ma(n)cetta” affinché miagoli di mic(c)etta.

Anni fa, mi ricordo che già tutto ciò mi nauseò. Annusai tal odor acre di tanta guasta acrimonia per pinzimoni dal matrimonio poi cornificato. Sì, dei cornuti “pen” sistemati di “dotta” sapienza insipida, ad accecar le cornee di chi “la” guardava meglio di loro, perché già oltre questi possedimenti da mere(trici) possessioni carnali.

Sì, se son un posseduto, io non mi siedo, e nessuno mi sederà. Sederò alla destra del Padre e, di sinistroide, sarò “estroso” d’ormoni alla diavolessa del Piacere, palpandone il seder per “rassodarlo”, sopraelevandomi e “lievito di birra” contro ogni borioso che agognerà il mio “bignè”.
Il bignè è il carisma “sottopelle” dell’Uomo che adora la parola amore nelle sue sfaccettature di “confettura”, perché è pasticciere nel pasticcio senza le pasticche dei depressi. Ma “spremendo” la Donna con “premura” da buon gustaio del cioccolato e dell’accoccolarlo nel mai evirarlo ma viril suo darla al mio “dardo”. Suoniamola! Che suina!

I suoi piedi deliziano le liquirizie, e ne aspiran l’aroma “candido” del picco mio piccante nelle pimpanti, ardimentoso lo dimeno e vi menerò se vorrete tagliarmi… le dita.

Le dita son canditi e sanno come ubicarsi nella “diplomatica” con empatico “scioglierla” in bocca.

Pastina zuccherosa, ecco il tuo cocco(lone) contro i bifolchi, son un cocchiere “cavalcante” che affonda, fondente è “marrone” e “bianco” liscio come l’olio.

Sì, vedete? Ci metto cinque minuti netti a rendermi materialista come la massa. Perché ne son irriverenza totale, avendone imparato a memoria i trucchetti dietro queste maschere travestite.
A mio avviso, meglio un vero travestito, almeno non mente di demenza spacciata per intelligenza. E si mostra nel doppio. Senza il mento del gozzo.

Gli occidentali han sempre sofferto d’un grave problema mentale e, da quest’inghippo, tutta la merda delle loro, appunto, mentalità. Sempre compunti a dividere la società in vincenti e perdenti, e a spartirsi le migliori puttane, già, per giochi d’adulti “maestri”, così mesti che poi ammazzano “sbuffando” un “Io me ne frego”. Ah, lo so. Di sfregamenti ne son campioni, questi cap(p)oni.

Poi, pure la psichiatria partorita da quel maniaco sessuale di Freud. E gli hanno dato “retto”. Abbiam un fior fiore di teste rovinate dietro le sue quisquilie a disquisir chi sei tu o cosa vorresti ma non puoi, sull’impotenza e sui deliri da onnipotenti.

Io sono il Pontefice ma non pontifico. Meglio viver sotto i portici che far il ponte per “malattia” dietro ricetta. Io sono il cuoco dei miei ingredienti. Son il ricettario a tali cenacoli.
Sì, la psichiatria è un’atrocità. Generata da uno peggio di Fermi. Un infermo che inventò la bomba atomica, mentre questi creano le lobotomie. Meglio, datemi retta, i lobi delle mie orecchie perché, chi le ha davvero, può sentire.

Io sento come Dostoesvkij, basta con queste diagnosi da matriosca. Trauma figlio d’un micro(bo), infezione dovuti a defezioni, alterazioni, non “erezioni”, e bla, bla, bla a farti precipitare negli oblii.

Agli psichiatri, “gerarchi nazisti” della piramide dei piani regolatori, interessan proprio le regole degli obblighi e il “socialmente attivo”.

A me importa del “produttivo” nel non esser come loro dei retrivi. Io son artista e non mi renderanno triste.

Sì, medici “samaritani”. Io direi “ana-listi”. Nell’albo annuale della collega apprendista che tutto lo prende, suggestionata di forza “indagativa” molto in culo nel “tiro”, sì, sniffano.

Beccano giovani innocui e voglion animalizzarli perché s’imbestialiscano in istinti goderecci del “Vai sano e lontano”, cioè nel fottitene.

Se lo pigliassero lì. Con tanto di “francobollo” e mia cartolina dalla Russia.

Ove tutti si fanno i cazzi loro senza intralciare e senza “tranciarli”, gli uomini bevono vodka e ingroppano una che beve tutta la “grappa”.
Poi, si stirano a letto e il Giorno dopo tirerà senza bisogno di filosofie e arricchimenti alla pancia.

Evviva il russo. Uno che russa e t’affossa se lo vuoi far fesso.

Di mio, sono il più grande salingeriano vivente. Non salice piangente, ma sale “piantandolo”.
Basta, coi pantani.

Silenzio.

Tua madre è una zoccola. Da me riceverà solo un topo da biblioteca e ragnatele al suo cervello da gallina. Covasse la gatta per la testa vuota dell’uovo del marito(zzo). Uno da zoo. Che coppia di scemi. Che scimmie! E io scimmiotto questi gorilloni. Ma quali coglioni! Bevo a collo, oh, perbacco! Beccatemi la gola e sempre più goloso io godrò.

Quanto son tozzi.

Io tosto, e so come pigliarli a testate.

Cari porci, se vogliamo buttarla lì, io ce l’ho di qualità, mica come voi, le quaglie!

E godo, grido col Bob De Niro.

Fottetevi ‘sto video e ficcatevelo di doccia fredda.

Scioccati? Sbalorditi?
Io sono lo sballo e desidero il matto.

Meglio delle pomate.

Al che, son il vostro “Perché”.
In quanto me.
Meritando e non maritandomi a chi vuole come di voglia far la moglie viola, picchiandola.

Son io il picchio.

E Pinocchio ho mille occhi nei vostri nasini.
Aspirando le gambe cortarelle di queste corsette affannate.
Affamatissime quanto poco d’amanti.

Evviva il diamante!

Io son brilliant! E nessuno imbriglia il mio…

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Essere John Malkovich (1999)
  2. Being Flynn (2012)
  3. Taxi Driver (1976)

Oggi, o ieri, è morta Rita Levi Montalcini


31 Dec

Domani finirà l’anno, mi diedero del finito ma mi son affinato: la vita, back to the future, è un destino-delfino

Nonostante la stima alla sua scienza e alla sua senescenza, le preferisco Montalbano e Al Pacino: i migliori film del 2012, aspettando il 2013

Inizierei con l’infilzarmi. Basta rimpinzarsi. Poi scoppi e scopi male, perché lì in mezzo si rimpicciolisce d’adipe. Ah, il bolso che poi usa il “polsino” per “far da sé”. Chi fa da solo fa per tre?
No, meglio io e te. “Tieni qua, prendilo!”.

Sono trascorsi parecchi e-venti ma rimango immutabile. Non sono cambiato, infatti ho riguadagnato in capelli senza lozioni “accrescitive” e m’è cresciuto di nuovo inversamente proporzionale al mio conto in banca un po’ “in barca”.

Voglio narrarvi di tali trasformazioni, sono l’unico Uomo che fu tutti i premi Oscar di Million Dollar Baby. Eastwood, Freeman e la Swank. Altro che svastiche e “vacca”, qui vengo picchiato e devo combattere. Quali “chiavi!”. Quale avo. Qui sta colando a picco… la nave! Ah, abbattersi mi porterebbe solo a batter sui viali. No, non voglio affogare, per piacer resuscitatemi. No, in apnea sto in pena, voglio l’albero “di mezzana” del pene non “mozzo”.
Inseguirò un ideale ma m’inseguirà la “stradale” e lo venderò nelle “bieche” stradine.
Eroe populista spacc(i)ato da “equilibrista” del “cubismo” al mio culo.
Bisogna “indaffararsi”, qui voglion farmelo. Basta, fannulloni. Non sono uno da pannoloni.
E tu, pannolina nel sen(s)o di “montatina” un po’ mondina del “latte”, non avrai il pane se vorrai solo “infornarmi”. Il “lievito” mio s’evirerà finanche sui tuoi fianchi, ma virerò in un “microonde” per patate senza il tuo contorno di rosolarlo.

Sì, da calciatore “pensionato” che appese le scarpe al chiodo (infatti, indossavo un giubbotto di pelle su naso “borchiato” d’occhio “attaccapanni”), allenai ragazzi depressi per risollevarli.
Ne “pescai” una ma mi scalciò, reputandomi troppo “esperto in materia balistica”.
Sì, quante balle. Di fieno e “di fino”. Corremmo lungo il praterello fiorito dei sogni, ma mi praticò l’eutanasia perché caddi a pezzi, tranciato dal suo calcio, appunto, ove ogni uomo, anche il più “provetto”, colto in flagrante, sgrana gli occhi dopo tal “amputazione” con annesso urlo “frantumante” e traumatologico per riattaccare i testicoli d’un dolore schietto come il testacoda delle mie “anaconde” così “condite”.

Poi, imparai la saggezza che s’avvicina alle femmine con moderata “torta di mele”, da nero “dolce” alla Morgan. E, nella tavola “calda”, Lei adocchiò di cioccolata bollente.

Ma quest’avventura non mi letiziò. Anzi, peggiorai di depressione, e pulii il pavimento dopo quell’amplesso che m’atterrì. Così, dovetti ripartir dalle più terragne ragnatele del mio appartamento steso e messo “al tappeto”.
Rispolverai… l’antica grinta da proletario “castrato”, e m’effeminai, non solo in Hilary, ma pure in Jay Baruchel. Ecco, credo che a un Uomo, la peggiore offesa, con cui ferirgli l’uccell’, sia proprio paragonarlo a questo… Uno che saltella sognante e poco “favellerà” di “trivella”.

Comunque, a parte le puttan(at)e, ieri ho rivisto l’Oscar consegnato a Sean Penn in occasione della sua interpretazione in Mystic River. Dalla platea, s’alza Benicio Del Toro ma la sua ex moglie, Robin Wright, niente affatto. Perché?
Perché Tim Robbins sa che tradì il suo miglior amico, regalandogli solo una Susan Sarandon.

Come no? Tutto ciò è verissimo. Ed è per questo che l’ammazza. Gli rifilò la suora in Dead Man Walking. Questo film, di Tim, è falso come l’Italia.
Invero, Sean è uno schifoso che confessa la sua redenzione solo per le facili commozioni d’una come la Montalcini. E l’Academy ci cascò.

Comunque, a prescindere… ecco i migliori film del 2012, solo un terzetto.

Sì, non ci son capri espiatori, solo espiazione per DiCaprio. La deve smettere d’andar a donne.
Altrimenti, diverrà una donnola nelle capriole.

E, su questa stronzata, vi lascio a questi.
Obiettate finché vi pare, a me va(nno) e piace.

Sì, sono il commissario e voi, che celebrate la messa, sarete “emessi” dal deretan’ “emissario” del fissarvi nel buco.

Sì, per molto Tempo, Dio mio che orrore erroneo, m’affiliai a una famiglia di borghesacci, capeggiata da una madre frigidella matriarca del suo “archetto” di “trionfo”, diciamo una trota.
Quello che mi fa ridere è che, nonostante le abbiano escogitate tutte affinché diventassi barbone come Serpico, scoprii la loro corruzione. Mi ricattarono con frasi del tipo “Conosci solo noi e, se non t’attieni alle nostre illegalità a base d’umiliazioni e pestaggi, ti calpesteremo anche dignità, sbattendoti in manicomio quando reagirai”.

Sì, sfiorammo davvero gli ospedali psichiatrici giudiziari perché misi a soqquadro la loro casetta degli i-gnomi-niosi che mi sputaron tanti nomi.

Ora, denunciassero ancora e li friggeremo nel duro a morirli.
Scopro che, ah, teste toste, tanto munite di lauree semiotiche quanto più scemoniti d’aureo arricchimento di panza, hanno allestito perfino l’autoritratto delle loro colpe.
Infatti, stan portando nel teatrello dei piccoli “grandi”, “La purga di Bebé”.

Mah, secondo me quella donnaccia deve prendere solo “Il porco del papà”, emerito babb(i)one da bruciar proprio a Bologna come il vecchion’, genitore di due babbei.

Sì, sarò passibile per questo mio “babà?”.
No, vanno liquidati di codesto “liquore”.

Sì, sono come tutta la discendenza falotica.
Mio nonno, contadino, non scontò mai un Giorno infelice perché “scottava” i polli.
Mio padre, pur lavorando di calcolatrice, è uno che punisce le meretrici di calcoli renali, senza sconti di cassa(panca). E camperà più degli intellettuali, gentucola invero, loro sì, campagnoli.
Ah, le campane. Meglio la capanna e la mia caparra. Capra ma non aspra.

Tornando alla Montalcini…, studiò il cervello per salvare le cellule.
Ecco cosa riporta “Il Messaggero”: Nata a Torino il 22 aprile 1909, fin da bambina diceva di «non essere interessata dagli uomini né a un futuro di buona moglie o di buona madre».

Sì, studiò le cellule ma, essendo un cesso, rifiutò gli uccelli.

Sono irriverente? No, sono uno che sa quanto la “scienza” neuronale può scambiare un genio per malato di mente. Via dalle palle neonati! Evviva il rinato!

Evviva Al Pacino.

E tu, sarai fottuta a sangue!

Hugo Cabret
A Lei non piacque? Lei di Cinema non merita nulla!

 Safe House
Denzel ha un potere magnetico. Questo lo so, essendo stato suo amante virtuale in tempi in cui “omosessualizzai” la mia sessualità incerta se candidarmi a Washington o essere casa di “bianco”.

Red Lights
Ma che volete sottovalutare e ironizzare?
Questo è meglio del cinemino…
Vero, masturbatori nelle “rosse?”.

Perché concentrarsi su capolavori già epocali, storici e annunciati come il nuovo dittico di Malick?
Vi proporrò sette pellicole che potrebbero sorprendere. Naturalmente, ammicco eternamente a Bob De Niro perché, secondo me, solo chi s’infilava siringhe adolescenziali da drogato di sesso perverso durante le sue scolaresche, liceali e sferiche ottusità “classiche”, rinunciò al suo ne(r)o.
Gli idioti meritano il cinema con la c minuscola, come le loro teste di rapa, d’asfaltare senza mezzi termine, anzi, sterminandole.

Sparatevi ‘sto video e non scassate!

 

  1. Only God Forgives (2012)
    Clandestini, un cane rabbioso, Gosling con la solita faccia d’apparente minorato. Attenti, all’erta. Allarme “marziale”. Questo è uno come me. Se gli giran male, ti sfodera una raffica di calci ottovolanti, ficcando poi Eva Mendes nel suo embolo di minigonna su esotico “botto” dopo tante botte!
  2. Malavita (2013)
    Ci voleva Besson Luc per rigenerare il De Niro più amabile di mafioso esistenzialista?
    Mettici una Pfeiffer che è sempre “da vedere” e la titanica roccia vivente di Tommy Lee Jones… il filmone è servito di bang!
  3. Die Hard – Un buon giorno per morire (2013)
    Ora, il primo Trappola di cristallo è un supercult ancora cool. L’Uomo “normale”, defilato, dimesso, frustrato, sbrindellato di canottiera proletaria nel poliziotto perché semianalfabeta che non poteva trovar di meglio se non assoldarsi per sbarcar il lunario. Willis è figo, la moglie nel film pare una vecchia culona, il cattivo è uno stronzo cosmico, l’Alan Rickman più bastard di Christoph Waltz. ‘Sto qui però non ha fatto i conti con un pezzo di merda più figlio di puttana dei suoi giochetti. Ed ecco il conflitto, a fuoco combustibile che monta, e terrorizzerà proprio il terrorista
    Gatto col topo. Peccato che Bruce sia un lupo.Col secondo, i 58 minuti per morire, già perdiamo qualche colpo. Anche se guadagniamo ancor di più in claustrofobia. Mamma mia, siam passati dal grattacielo con uno simile a Steve McQueen all’aeroporto “congelato” di blackout. Ma Bruce, anche al buio, ha occhio e sette vite. E appunto sgattaiola fra la neve, incendiando il villain con tanto di Franco Nero “mortificato”.
  4. Mad Max: Fury Road (2013)
    Sono uguale a Tom Hardy. Come no? In casa mia, da anni ho allestito una palestra e sollevo i pesi, soppesando chi vorrebbe sospendermi e invece l’appendo.Se mi fai incazzare, ti stiro di macchina e ti sventolo, raschiandoti al suolo.
    Ora, chiarisciti chi sono. E fuori dalla macchina, altrimenti ti sbatto io di portiera senza portiere che ti parerà il culo.
  5. Gangster Squad (2013)
    Eh, qui si va di grandi. Nick Nolte, Sean Penn, ancora Ryan, Josh Brolin, altro volto che t’incula, mentre nel privato si fotte Diane Lane che “glielo” allena. Rallentando un po’ il troppo maschio ch’è.
    Se poi aggiugiamo Stone Emma, la figa(ta) è assicurata.
  6. Les Misérables (2012)
    Hugh Jackman è anche miserabile?
    Questa mi giunge nuova. Trasformista per eccellenza. Passa dalla serata degli Oscar da ballerino al Wolverinesenza i cazzi per la testa dei damerini, dal camerino al caminetto senza riscaldamento.
    Verrà perseguitato dal Russell Crowe più merdoso e “scassapalle”.
    Uno vuole redimersi ma l’altro non ci sta. Che Hugh Jackman afferri i bicipiti di Russell e gliele suoni.
    Senza legge che tenga. Questo Russell va imprigionato. Sconfina d’atroci ingiustizie.
    Va bene incastrare una volta, anche la seconda. Alla terza, Jackman ti spacca la faccia.
  7. Hitchcock (2012)
    Questo film fa cagare. Non l’ho visto ma Hopkins è troppo truccato.
    Va bene Nixon, va bene Picasso, ma non mi (ri)tocchi Hitchcock.
    Comunque, se Helen Mirren è una bacucca, la Johansson e la Biel varranno la finestra sul cortile.Quindi, di guardone crescerà di binocolo un po’ Pinocchio allungato. Sognando Grace Kelly a fianco che carezzi l’arnese…

Auguri per un Santo Silvestro, a domani per il video di mio faccione


30 Dec

Fratelli della congrega, qui riuniti in ameno raccoglimento, eccomi presente nuovamente e “riammodernato” in carne e ossa. Pelle di frassino su lentiggini rosse col ciuffo sbarazzino dell’Uomo che ruba il tuo mazzolin di rose

A molte donne, codesto esemplare di maschio affascina, ne vengon… turbate nonostante i loro conturbanti, iniziali rifiuti. Sì, mi fiutano e poi me ne fiocco, come la neve disciolta su venti cioccolateschi di un’atmosfera languida.

Dopo il Buon Natale, voglio dunque augurarvi Buon Anno. Ché sia clemente di “clementine” e non arancia meccanica di sorrisi finti, finemente “a mandorla”, fieri eppur amari da chi è già spremuto come un pompelmo senza le “mandarine”.

A voi, posso dire che quest’anno l’ho trascorso incappucciato nella mia interzona, sempre erogena d’erosione e rotta dentro seppur sia ancor “desto” d’erezioni…

Non mi sono aggiornato molto riguardo a-i fatti accaduti di quest’Italia ormai (de)caduta, accendo poco il telecomando e quindi vedo-non vedo la Tv. Elettrodomestico che addomestica le coscienze, perlopiù “abitato” da donne scosciate. “Abilitate”, ah erano allibate…
Questi programmini di sgabelli, sgambetti e politici ebeti poco m’attizzano. Preferirò sempre un piatto di spaghetti conditi con l’aglio della Luna vampira. Sì, sono l’incarnazione di Dracula, mai morirò poiché più di Dio “durerò”.
La mia testa è tosta e, dopo queste forchettate, m’aspetta un toast. Da sgranocchiare nelle vostre briciole.
Cari nemici, vi mostro, essendo voi mostri, la mia mic(c)ia. Io m’inimicherò anche il miglior amico perché, dopo averlo sodomizzato, egli non vuol ammicar’.
Dunque, va affumicato.

Per l’ultimo Giorno di questo 2012, prevedo di fare il botto. Sì, sbotterò, sbottonando i puttanieri e rimproverando i carabinieri.

Stapperò un brindisi color acqua di quarzo e, con la febbre a 40, mi lancerò giù dal balcone con salto carpiato a novanta gradi nel balzar in gola a una da inculare.
Mi sbatteran in galera ma, prima, avrò assaggiato il piacer “galeotto”.

Sì, “galleggiare” in Lei è da galli.

Io ho le ali e volo. Tu no, e hai un colorito pallido tendente al viola.

Sono l’Uomo arcobaleno che ti frega poiché, quando pensi d’acchiapparmelo, spunto come una piovra e t’accalappio, in quanto in un baleno son ballerino come Moby Dick, bianca balena che t’inabissa, pretendendo il bis d’oceanica grandezza.

Buon Anno, io vi benedico.
Voi siete il Male.

Odo lo squittio del fuoco delle femmine che inceneriste per volgare “allattarle” a virilità mansuete di corna fratricide, matricidi e incesti, ragazzini che incespicano (Aida Yéspica!) per colpa di genitori “fenomenali” a evirar le loro sessualità sul nascere, puberali evirati perciò da ogni intima voglia del capriccio ch’è savio amor alla vita, alle donne che saranno, quando sfodereranno tutto il loro calore (seder?), infrangendo i tabù omertosi coi loro tanga attillati, lì ad attingere nei vostri sogni “proibiti” che nascondete dietro facce “appesantite” da un trucco stantio di “cravatta sobria” con l’odore del torrido da seppellire, dunque spolpare, nella terra ove covate i fantasmi dei vostri corpi lussuriosi, e tale è giustezza, quanto così ipocriti, ipocriti (!) a lubrificarvi solo dietro uno schermo al plasma su cui plasmerete orgasmi di “cartapesta” e sangue avvilito nelle plastiche “chirurgiche” a visi(ni) tanto a modo. Lo so, dentro di voi sussurra la vocina del “Mia ficona voglio montarti di panna levigata nell’addome mio indomabile”, e invece porgete un sorriso affettuoso di cazzo bifronte nella doppia personalità “casalinga” dell’inguine vostro reciso di (rim)pianto sul divano impantanato.
Poi, pianterete altre bombe, e regalerete ai vostri figli una bomboniera “femminuccia” per pedagogie al “curativo” già modellarlo a immagine del plagiarlo nella statuina di cera.
Un Giorno, dietro cagione di tal “educazione”, si ribellerà e la sua pelle ribollirà.
Perché accerterà che poteva ma fu un “Non c’è”. E la sua cerniera, aperta di masturbazioni mentali appaiate a palle sempre dimezzate, mozzicherà un lascivo lasciar che tutto vada.
Dietro cerebrali “amicizie” ruffiane per arrivismi podistici e solipsismo crasso alla grassezza che farà dell’arroganza un simbolo di prestigio.
Anche le donne, ch’erano innocenti, pudiche nella loro moralità, accavalleranno per richiami carnali del “cavallo” e, specchiandosi nell’invecchiamento genetico inevitabile, si rammaricheranno per aver perso il “pezzo forte”. Così, d’invidie reciproche, si mischieranno anch’esse al porcile, mentre io, Ulisse, sconfiggerò i proci perché nessuno mi può dar del lercio.
Anche se, roco, amo la mia rocca e le mie rocce durissime in mezzo a voi che vi lamentate di goccia come il cipresso mortifero a santificar la vostra disillusione, crocifiggendovi alla condizione disumana della prostituzione di massa e delle suzioni al seno solo rifatto, dunque silicone del vostro vuoto pneumatico, a base di reumatismi, ematomi e mancanza d’empatia.

Buon “ano”.

Io, invece, a San Silvestro sarò Stallone Sylvester con la canarina Titti. Una che, a tette, sta messa senza messe, ma tettonica del tuo “muscolo” oliato nel vostro “rimetterci”.
Perché io lo emetto e Lei ama coloro che non sono ometti ma “matti” di mio matador su sua arena dorata di mito, come me, epico e poeta senza pie zie, senza tristi pini, senza pinne ma “appianando” negli altopiani delle sue colline fisiche, ove germoglio mentre voi bevete dalla fiasca, vi sciroppate una ch’è fiacca e neppur coi fianchi e, siamo franchi, le pagate il fisco però, non di patata, tanto “fischiettate”.
Ah, solo un ritornello da castrati “stornelli”.
E poi a lavar un altro fornello che vi sfiamma di backdraft assassino nei cui tinelli siete tontarelli e non come me, il “torello”.
Da cuocere alla piastra, senza piastre(lle) ma radiografia della figa.

La verità? Siete una società malata. Di sesso, di cazzi, di troioni.
E adesso m’avete spappolato i coglioni!

War!

All’origine d’un trauma, c’è sempre il teorema sbagliato del delirio di chi ne ha generato l’atavica “sparatoria”.

Tre esempi lampanti:

Memento

Mente che si spezza, si “disaccor(d)a”, s’attorciglia nel ritorno che mente a se stesso, si sbaglia ogni 15 minuti di “non celebrità”, celere a riprendersi e poi a fermarsi, incastrato dal suo cervello rotto di nuovo, come nuovo.

Shutter Island

Pazzia d’una moglie che assassina i figli di un onesto lavoratore.
E se ne propaga nella sua anima, distruggendogliela nell’isola del faro illuminato della Notte più nera e (im)perscrutabile.

The Irishman

Vocazione sentimentale, necessità di vita. Criminale per “induzione”, vizio che diventa omicidi.

Una mia peculiarità è il cambiamento che attuo, di metamorfosi nel corpo rimanendo identico nell’anima.
Molta gente ottusa volle combattermi, “credulona” che sarei mutato “crescendo”.
Errore madornale d’idiozia totale.
Perché più passa il Tempo e più mi rafforzo nella convinzione che il sistema sia matto alla radice e, da questo scempio originario, parte tutto il resto da arrestare.

Sì, viviamo di politicamente corretti e poi tutti scoreggiano al cinema. Professandosi moralmente giusti. Giusti di che? So io cos’è la giustizia.
Prendere quell’Oscar di Nicolas Cage e ficcarglielo nella coppola.
Con tanto di Via da le fighes.

Basta, la dovete smettere d’ascoltare musica che dà il voltastomaco di ribrezzo. Prima di tutto, non tingetevi i capelli se son brizzolati, poi verranno a spazzola.
Va da sé che finirete spazzini.

Quindi, ora raccattate la vostra immondizia e facciam le pulizie.

Fuori dal balcone, defenestrato, il detersivo di chi vuol la mia mente.
Da me, riceverà solo la sua faccia spalmata nelle incrostazioni del suo “sciacquone”.

Applauso!

Mi congedo con quest’ultima disamina agli animali.
An(n)i fa, incontrai una gattina mentecatta che, dopo aver letto il mio primo romanzo, voleva “aiutarmi” dietro concessione del mio corpo. Detta come va detta, voleva che la trombassi.
Perché mi considerava un puro appetibile.
Ora, di mio già il sesso comunemente in-teso mi fa (tu ti fai?) alquanto schifo, figurarsi s-figurarmelo con tali losche figurine, dette da me fighelle.
Quindi, dal sottoscritto, nonostante i miei scritti, ricevette papale papale-episcopale senza scoparmela, una pugnetta e anche un pugno in faccia.
Per tale gesto sconsiderato, non mi considerò più. Anzi, inveì d’offese orribili al telefono di tal razza, direi “tazza”: “Non posso stimare un poeta che non s’adatta”.
Risposta: “E io non posso accettarlo in una che a letto allatta tutti”.
Chiamò la sua “guardia”, ma anche lui era un venduto, e io appunto non sono il “primo venuto”.
Al che, arrivò l’ambulanza perché gli rubai l’anello del fidanzamento già fottuto. Fu soccorso ma ce l’aveva rosso quasi ingialllito. Con verdognola escrescenza ritirata.

Il resto è storia.
Se finirò barbone, meglio che con le barbose barboncine.

Su tale “tristezza” mi rallegro in quanto ergo sum. E non cum.

Comunque Lisa alliscia. E tua madre ama il topo della toppa traditrice.

Fra l’altro, la torta gelato del frigo non si sghiaccia e non posso spezzettarla.
Me la mangerò tutta.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Mona Lisa (1986)
  2. Dolce… calda Lisa (1980)
  3. Gli angeli di Lisa (2008)
  4. Gatto nero gatto bianco (1998)

“Silver Linings Playbook”, Oscar per De Niro?


29 Dec

 

The 69-year-old is tipped by many to score an Oscar nomination — which would be his first in 21 years — for his “comeback” performance in the acclaimed dramedy.

 

I recently had the privilege of spending about 10 minutes one-on-one with the man I’ve always regarded as the greatest actor of his generation, and maybe of all-time: the legendary Robert De Niro.

The 69-year-old looks like a strong bet to score an Oscar nomination — which would be the seventh of his career, but his first in 21 years — for his funny and moving supporting performance as Bradley Cooper‘s father and Jacki Weaver‘s husband inDavid O. Russell‘s acclaimed dramedy Silver Linings Playbook. It’s a performance that many are hailing as a “comeback,” if only because it’s been a while since De Niro has demonstrated such nuance and emotion in a film seen and liked by so many.

He has, of course, given many of the most indelible screen performances of the last 40 years in unforgettable films such as Mean Streets (1973), The Godfather, Part II (1974), Taxi Driver (1976), The Deer Hunter (1978), Raging Bull (1980), The King of Comedy (1983)Once Upon a Time in America (1984), Brazil (1985), The Mission (1986), The Untouchables (1987), Midnight Run (1988), Awakenings (1990), GoodFellas (1990), Cape Fear (1991), A Bronx Tale (1993), Jackie Brown (1997), Casino (1995) and Wag the Dog(1997).

VIDEO: Russell, De Niro Reminisce About ‘Silver Linings’

In recent years, though, he has focused more on family comedies like Analyze This (1999), Meet the Parents (2000), and their respective sequels, as well as the Tribeca Film Festival, which he co-founded in 2002 to help revive his beloved city of New York after the attacks of Sept. 11, 2001.

During my time with De Niro — which was brief by most standards, but massive in the sense that he rarely grants interviews at all — I tried to ask him questions for which I was truly curious to hear his answer. Among the topics that we discussed: how he first developed an interest in acting; the similarities and differences in the teachings of his two legendary acting instructors, Stella Adler and Lee Strasberg; what he regards, in hindsight, as his “big break”; how important it is for an actor to observe people behaving naturally, and how becoming famous impacts an actor’s ability to do that; when he last met someone who didn’t already know who he is; what he regards as the key to a successful actor-director relationship like the one that he’s long had with Martin Scorsese and that he also built with Russell on Silver Linings; what his lowest moment as an actor was, and whether or not being nominated for and winning awards still means anything to him.

I’ve heard it said that De Niro is one of the most difficult movie stars to interview because he doesn’t like being introspective and/or speaking with journalists. (I was told more than once to not ask him a question that could be answered with a “yes” or a “no” because he would give me just that.) However, as you can see for yourself in the video at the top of this post, that was not my experience with him at all. I think he just has a good BS-detector and can tell the difference between someone who is looking for a juicy quote for a nightly tabloid show and someone who is genuinely interested in his career and has informed take on things.

Or maybe I just got lucky.

Strike that — I did get lucky. If only for a few minutes, I could answer affirmatively that most famous of De Niro lines: “You talkin’ to me?!”

Oscar Tribute to Elia Kazan


26 Dec

Genius-Pop

Just another WordPress site (il mio sito cinematograficamente geniale)