Posts Tagged ‘De Niro’

Idioti, sarete puniti!


16 May

Lo strabismo di Venere di menti distorte può causar diottria di tanta idiozia

Non voglio perennemente ammorbarvi con gli squallidi mentecatti per cui incorsi in battaglie legali ché, del mio genio sopraffino, non rispettarono quella mia anomalia a lor deviata di ignoranza.

Ma presto ne vedran delle belle, a non scagionarli delle sventure che incarnano.

Sono un volenteroso di volontà per segregarli al mutismo estremo.

E taceranno nel loculo cosicché avran più oculatezza e accortezze dinanzi al Principe, alto scibile dalle spadaccine inafferrabilità.

Sono il reversibile ai loro piani criminosi, la fanciullezza che non si rasserena a imborghesire come chi combatterò fin al residuo del suo rassegnar le dimissioni e, con dimesso, leccare i miei piedi, per sempre balbetterà, distrutto.

Ossessionati dal lavoro del cazzo, parlano sempre di quello, ah ah, per trombar da svaccati!

E io me ne fotto! Pubblico libri alla faccia di questi pubescenti deficienti, e parlo di color che si professan, eh sì, son professori, adult(er)i.

Ah ah, nacqui cattivo e li rabbonii.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Killing Season (2013)
  2. Un lungo weekend di paura (1994)
  3. Cape Fear. Il promontorio della paura (1991)

In rosso!

Patetica Hollywood


13 May

Il fascino patetico delle “star” di Hollywood: ove c’è un passeggino, non ci son io, Iddio!
A parte le passerelle, non me la passo sul “tappeto rosso”.

Ah, gli attori che tanto celebrate, a volte, son cerebro lesi. Amateli e disamoratevi di vita “reale”.

Io, alla regalità d’un paio di gambe mi do, offrendolo in sacrificio per gli orifizi. E le mie donne non son da “lusingare” con gioielli da orefice, ma sempre più fiche “inanello!” Brindando alle “stalle” fra dossi da “cammelle” e una mula col mulino e i cavalli!

Lo so, piagnucolando non andate pomiciando, e il selciato si fa bagnato ma non di “A” finale nel vocalizzo orgasmico. Effeminati! Notti in bianco, e poi domani c’è da imbiancare e penare senza il “pennello” colorato dell’Eros variopinto a “intingere”. Ah, abbiate pazienza, panzoni, io cadenzo un altro dipinto in una Botticelli e la lecco di seni “affrescati” con tutta franchezza che son freschi come le pesche della “tardona” Primavera.

Ah, Sharon lo era una gran figona e, quando spalancò istintivamente, al nostro basi(li)co seppe “inacidirci” per non inaridire le sue vogliettine. Sempre pimpanti in gonne svolazzanti, aperte e divaricate, oggi malandate in tuta da ginnastica sbracata. Lei beve il frappè, e nessuno l’è bignè.

Un caffettino mattutin’ e la Donna, che fu, è oggi amara, zuccherandosi talvolta con un toy boy, il quale stuzzica, attizza rizzo ove Ella leggermente arde e “la” arriccia” nel ricordare come l’erezioni accordava…

Abbiamo visto De Niro partorire “Giovannino” con Monica Bellucci, e sobbalzarle su tette co(s)miche per un baldacchino da “lettighe” archeologhe del suo professore da manuale d’amore. Poteva fargli da padre, ma Monica ha le mammelle più piccole del suo petto ingrassato. E preferì assumere il latte infantile del cinemino. Almeno, una bona cremina.
Scorrazzò di fisico senile per la Roma che fu c’era una volta in America. Ora, “Patria” di Claudia Gerini in Altare nel Sergio Castellitto sodomita fra gendarmi a “guarnire” la scudettata Ferilli prosciugata di troppo Tevere tirare-lupa, di fondoschiena per le fiaschette da buzzicone. Evviva Colosseo, l’Aristogatto! Forse, era Romeo.

Giulietta! A Venezia, alla(r)gano, con Venditti a cantar d’alta marea…

Willis, fra un’avventura e l’altra puttana, “accattata” al mercato rionale del suo hard die die dacci, sfila per Brooklyn col bambino sulle sue rotelle da cervello ammaccato e “spompato”.

Invecchiano tutti, tranne David Bowie, uno che dei bovari alla Ligabue se n’è sempre fregato.

Egli è uno e trino, Luciano invece trinca con Jasmine.

Nel “frutteto”, in quel di Bologna, un Uomo anomalo, cioè me, scherza sui delitti che avvengono nella società “fruttuosa”, in quanto sdrammatizza il crimine avvenuto a lui, causa compagnie cattive d’infingarda crudeltà.

E comunque va.

Gli altri lì.

Sì, la mia mira è infallibile, ne punto molte e loro mi puntano sulla Croce.

I punti di sutura sono esauriti, l’esaurito fu e ora ha risorse?

Mah, vedo delle ossa e poca “carne”.

Miro qualche gazzella e son “ganzo” ladro, appendendolo al chiodo, famoso giubbotto di pelle per l’Uomo che non deve chiedere mai.

Domani, sarà un altro Giorno. Speriamo di no. Continuando così, la Notte avrà gatte da pelare, nel senso “sfigato” del termine.

Nonostante “tutto” che “non ci sta”, tua sorella ci stette.

E il mio anche fu resistente.

Capolavori horror di Settima Arte metacinema


10 May

L’orrore è nella società a ogni angolo che svoltate. Si leggon di storie macabre, di pestaggi e ragazze insanguinate, d’orchi famelici a predarle, d’appiedati disoccupati (e qui v’è il marcio più spaventoso…), di licenziamenti in tronco e di filmoni stroncati che, col senno di poi “postumo” inalberato, emergon con cadavere vampiristico nei fascini agli afflati del sottovalutato-sotterrato fu(nebre) sulle radici, sradicato ed evirazioni

Innovazione, aviazioni, levitaction!

Per anni, la Universal fu fucina di talenti, con esposizioni di Bela Lugosi e figlio, di Karloff Boris e Christopher Lee prima dell’avvento del colore o “Technicolor”.

Che ci fucilò.

Quindi, periodo di “magra” nei 70, quando forse solo De Palma trasse uno dei primi King di nevrosi adolescenziali esplosive in Carriesatanica.

Da Shining, incubo “velato” da intellettuale con metafore a tutt’andare di bambino-“triciclo” ma oltreTempo, ecco il Sam Raimi che rinverdisce i fasti, affastellando carrellate e piani sequenza tra foreste Necronomicon, memori sia delle haunted houses sia di Romero.

Armato di tenebra, s’ottenebrò tristemente nel blockbuster “fumettizzante” e, dalle ragnatele spiritate, a Peter Parker di Maguire “rassicurante”. Solo il Green Goblin del Dafoe salvò di grand guignol al fosco che fu.

Ma qui avete scordato altri.

Oggi, chi abbiamo? Rob Zombie, appunto? Un nome che è un programma di Moon (ah, Sheri, come me la farei quando cala… il “plenilunio” dell’ululato…)

Ne cito setteCapitali! Anzi, quattro perché Seven di David Fincher è un thriller.

Asso. Poker!

Sbanco, sbraniamo. Il tavolo verde si tinge di “rossa”.
Storie lugubri di decapitazioni, impermeabili col “cappotto”, d’accapponar la pellaccia.

Mischiate al sangue “nitrato” di cavalli nitrenti, di giugulari “incipienti”, di cavalcate arroganti, di diavoli inchiappettanti.

Da paura, rabbrividite? No, meritano l’applauso.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Dracula di Bram Stoker (1992)
    Coppola recupera il Mito del Nosferatu, incarnandolo nel volto d’un Old… man. Ringiovanendo tutto!Lo svecchia a bobina che rammemora il Cinematografo innamorato di Mina.Apparizioni, sparizioni, eclissi, una Ryder Winona d’affissione. Mi “crocifiggerei” per il seno debordante della sua fanciullezza a me di “castello” distante, di mostruosi pipistrelli. Perché, ove c’è il lago della Transilvania, l’Uomo della Notte si tuffa nel Giordano della sua “redenzione”, urlando a suo seno il Dio “maledetto” che la benedica.
  2. Frankenstein di Mary Shelley (1994)
    De Niro monstre, soprattutto perché è strepitoso anche se (s)coperto dal trucco (in)visibile. Tragico Branagh d’uno Shakespeare Zoetrope, memore del Bram Stoker di Francis.Altro che Era mio padre di Sam Mendes!Chi vuol intendere, intenda. In medias res, m’imbattei nella selva oscura del “ricrear(mi)”.Nel bel mezzo delle cose, avreste da offrirmi una bona Bonham Carter di affinità elettive di “cosce?”.Tim Burton sa quanto può essere freak Helena…
  3. La casa dei 1000 corpi (2003)
    Capostipite della stronzata altissima e purulenta di polente al sugo, dunque masterpiece scatologico d’escrementizia antropofagia eleva a beltà. Bestie, a bestia!Picture show, donne dipinte, bisce metallare, cazzi sparati, vaffanculo gratuiti, una figa della Madonna.Manca solo Tim Curry è quest’oggetto misterioso sarebbe stato perfetto It.
  4. Eccezzziunale… veramente (1982)
    Rimane un po’ così terrone, ma ce lo mangiamo tutto.Torrone del tor nel torreggiar!Donna, dammi la mela, partì l’Inferno in Terra dalla tua Eva non mielosa con Adamo, a cui il demiurgo tagliò il pomo e anche spruzzarti di “potato”.Donna, vai a sbucciar le “patate”, vogliamo abbellirti dalla scorie e piangerai di cicoria.Questo è (Abatan)tuono che spacca tutto. Orripilante “cotonato” di carisma ove neanche Al Pacino di Dick Tracy.Puro pus undeground, altro che Moretti!Qui si sfiorano vette incontaminate di totale schifezza.

    Dunque, d’annoverare, senza niente invidiare, agli altri tre sopra.

    Vogliamo mettere un Vanzina formato Diego contro Le streghe di Salem(me)?

     

Banana Joe Bud Spencer


03 May

 

Tutti preoccupati oggi della banalità, va recuperata la “BananaJoe di Bud Spencer, un “gorilla” di Piedone l’africano, che picchia i ragnetti essendone aracnofobia alle sceme scimmiette! A peda(la)te!
Dai!

Parentesi “tonda” su “squadrarla” in modo “accerchiante” fra intimità da non assecondare alla Gioconda nel suo far il cascamorto per gravitarle in tondo.

Alziamo i ton(t)i. Il maschio sono io e pretendo di “sbucciare” ché, spelando, il vizio va succhiato di saccarosio per dolce sacco da orsacchiotti a “pelle”.

Donna, sei tu un’arretrata. Voltati e mostrami allora il “retro” per la mia bott(eg)a!

“Annacquami!. Sorseggia fin ad addivenir in avvinazzato mio spruzzato spumante!

Dialogo di regole dell’attrazione, più che altro di pol(l)i opposti fra “lei” in opposizione al volerla “atomica” in tante posizioni “calme”, come Placido Violante di grosso seno sporgente.

– Tu sbandi per me, ma non hai visitato la mia faccia. Che razza di oltraggio è mai questo al mio pudore?
Come ti sei permessa di sbavar il labbro tuo a “pendulo” dei “personali” senza prima valutare se “penderà” o s’affloscerà penoso da “vuoto” causa la “tua” appunto vacantissima “permalosa” e non a permeare il mio “schizzinoso” d’affare che riguarda solo me, me soltanto?

 

Risolve la faccenda da “sberla”: t’ho appena dato un’occhiata, ci stai per una toccata e fuga?

Replica: no, preferisco la figa che sono io. Forse non lo sai ma, travestito, sto “investendo” molto sulle mie tante facce da culo.

– Ah, ti credevo bello e cervellotico, invece sei banale.
– Opterei per un bignè da me di fai da te. Ci stai?
– A che?
– Al coccodè. Il coccodrillo come fa?…
– Sei un cocchino.
– Sì, uso anche il cucchiaino nello “strapazzato” mio gustare molte gustose uova alla coque. Le tue albicocche non me lo “staccheranno”.
– E io che m’ero illusa che fossi un Uomo… garbato e di stile. Fai schifo! Sei un “tuorlo!”.
– Sono lo strappo alla regola. E le tue calze troppe volte han st(r)appato. Lo intuisco dalla rasatura “reggente” di troppi pelosi nella “depilata” dal grido isterico “raggiante”. L’acquaragia? Coraggio, dilla!
– Porco, a che alludi?
– Alla Luna. Se la verginella dal lupo vien “rosata”, violetta “viene” tacchina. Leggenda popolare secondo cui , quando un licantropo è provocato, o la prende subito o molla la presa.
– Che cazzo dici?
– Non lo so, è tutta una cazzata. Tu sei molte “cazzate”. Se divento incazzato, te la vedrai brutta.
Lascia perdere i cazzoni. Un “calzone” così non l’hai mai mangiato. Al peperone di salame piccante!

In gir(in)o, mi chiamano il finto ghiro. Il sombrero del Mexico a coltivare le patate fra le nuvole.
Tu pensi che “dorma”, invece ti “domina”, arando nel “fumarsela” con mille gradi all’ombra. Dell’arrancar’!
Zum zum! Zoom!

Dell’ultimo Sole? No, qui solo Notte fonda.

Te lo do io… il letargo!

Sai dove ti vedo bene, puttana? In mezzo proprio alla tua “foresta”. Mi sembra l’unico posto a cui puoi in… d(i)rizzarlo con la “foglia morta”.

Più che appaiarmi ai tuoi cornuti, rimango unicorno.

Comunque, dopo averti “in(o)culato”, le mie cornee hanno spogliato viva una scimpanzé.

Molto meglio della bertuccia.

 

E delle bucce tue da boccuccia!

Bocciata dalla mia testa di noce!

De Niro “heat” Pacino: who is better actor?


03 May

Invertiamo gli addendi, il risultato impossibile di risposta certa non cambia.

“The Big Wedding”, review from Comingsoon.net


01 May

Eccola

Reviewed by: Joshua Starnes
 Rating: 7.5 out of 10

Review:
Don (Robert De Niro) and Ellie (Diane Keaton) have lived your typical upper middle class life and had your typical upper middle class family. They had their two kids (Katherine Heigl and Topher Grace), raised them to be respectable lawyers and doctors, divorced, and went their separate ways. And of course they adopted a young boy from Colombia (Ben Barnes). And now that he’s graduated Harvard and preparing to marry his middle school sweetheart (Amanda Seyfried), like any good upper middle class couple, Don and Ellie are going to pretend to be married to avoid offending Alejandro’s biological mother (Patricia Rae) so that she won’t make a scene and ruin “The Big Wedding.”

Phew. That’s a lot of people and a lot going on, seemingly straight from an episode of “Three’s Company” or some other 70’s sitcom desperately searching for comedic misunderstanding every week. “Big Wedding” is similarly disparate as writer-director Justin Zackham (“The Bucket List”) mixes and matches errors and comedies as fast as possible to keep things going for a relatively brief 90 minutes which is, when you step back from it, almost entirely lacking of a real narrative drive.

It’s a wonder then that it works as well as it does.

But work it does, and mostly due to a game cast and some more intelligent than not dialogue, which gives most of the actors are little more to do than stand in front of the camera for mechanical set up and volley.

De Niro leads the ensemble with just the right mix of charm and roguishness, making you like the urbane Don while also realizing why his children don’t so much. Though frequently pushed into the silliest of circumstances (not quite as often as Grace, but close) he rolls through it all with a sly glance and a wink and you let him get away with it.

Which actually holds true for most of the cast. Sure, most of them have been cast to type – Keaton is again playing Keaton, the forever Annie Hall neurotic – but these types work together and you can believe they know and care about each other.

For the most part, in fact, the characters are better drawn than the caricatures they play at being, with most of them having surprising layers of humanity and a tendency towards sincerity of feeling that forgoes sentimentality, something movies usually avoid like the plague.

Much of which does come down to Zackham’s script, which is zippy enough that you forget you’re spending most of the plot in the same house–the old family house–and just smart enough, often enough, that you won’t blow your brains out from boredom.

If it had a real plot and real jeopardy, instead of play jeopardy hidden by ridiculous gags ( ‘classics’ like Alejandro’s mother’s inability to understand English or anyone else to understand her) there could be a real movie in here. As it is, it’s a wonder the movie is as good as it is.

Which is good enough this time around. “The Big Wedding” is not a classic, or even really memorable, by any means, but considering the pit it starts at, it gets off light. And that’s better than usual.

CIA


29 Apr

Ribaltando così l’assunto del “Paradiso” terrestre, invero infernalissimo

Prefazione “meteorologica” con orologio da polsino-“pulsante” (rosso…) R(ol)ex, cane fedele ma rabbioso se vuoi fotterlo sul Tempo

Di questi giorni apatici, tendenti all’assottigliamento della Primavera nei primi intonanti scrosci dell’Estate “incipiente”, possibilmente prossima ad aderirvi di pelli abbronzate nel pene “scosciante” box-Er a PR marpiona-costumino “1, 2, 3, prova” sul solare scioglimento per le accoppiate ai moli del molliccio-“abluzione” “terse”-erse alla pinetina-colada-solstizio-solidific(c)ato Sol “caldo”, previo pedalò “al largo” d’orgasmi umidini “sott’acqua” dei tradimenti “profondi” con notaio a “metter mano” sudicia-leguleia di pratiche al divorzio “nudo” delle peggiori offese fra corna, cornetti in riva di “glassa” cioccolata succhiata, cucchiai “annegati” al caffè amarezza-brezze-bracciate e braccialetti “marocchini” d’alta marea Vendittivù cumpra’ fra un “bacio” e un’altra “leccatina”, leccornie “salsedine”, salatini dolci negli orifizi con l’orefice a regalar “lei” una “perla” colore “stella marina” e “buchi” del “galleggiante” a bo(i)a fra un calamaro “gigante”, una piovra eccitantissima con Fiorello a “stonare” di Karaoke reminiscenza al suo ex liceale scientifico poi “figo” e ora per le “foche” di chi vive, “chiava” nelle fogne dei (ri)sentimenti goliardici non più golosi di “crema” ma piovigginando sale sugli irti colli della Contessa Serbelloni Mazzanti Viendalmare e non “viene” neanche con Fantozzi, in quanto più sfigata di “lui” impotente cronico eppur di similarità “anemica” poiché frigida “imbottigliata” alle depressioni-pastiglia Chrono con dei coni per la “fragolina” più pistacchio di vita “stracciat(ell)a” in limonata granita “profumo” grandinate-burrasche-burrocacao-tempeste “rinfrescanti” la fighella arida e deserto “oasi” tanto felice come uno “spompato” da Camel Trophy, “dura” (com)petizione per petomani fumatori incalliti-Marlboro “boreale” aspirato di striscio e “liscia liscia va l’esca del pescar tra gli abissi una biscia”…, non v’è cer(tezz)a che non possa esser “toccata”, struccata ché l’allocca va col cocco su docce di teste “noci”-amplessi scimmie e arachidi in bocche “bocca bocca” fra le “bocce”, detta anche respirazione dell’umanità con la bronchite, causa stress logorante-polmonare, delle branchie fra banchi di nebbie serali quando il Tirreno non è più “torrido” e uno del branco “ab-Branca-menta” una “medusa” demente tra-montata, cantandole a “crepa”… “palle”… un abatantuonesco Diego fra tuoni del Cielo-tormenta-(om)one:


sono un fenomeno…,
“s
prupurziunat’” per quanto riguarda le dimensioni.,
e se trovo la “
tonna” giusta, me la ciuccio come un’aragosta!

A Ferragosto e anche la Luna è un girarrosto!

Che schifo di società merdosa.

Per fortuna ci son (D)Io, Uomo di un altro Pianeta, profumo Terrence Malick metafisico e “scrutatore” delle vostre “urne”, intese come tombe “elettorali” al mio Dracula che “sfoglia” le sue “crocette” nei colli delle verginelle, strappando lor il tanga con tanto di Orango… Tango “latino” al loro allattarmi per donar sangue colorito pallido, (non) mor(t)o.

La CIAcentral intelligence agency di ques(i)to cazzo.

Ha fatto più danni “lei” del petrolio, altro che quel coglioncello arteriosclerotico di Rossi Vasco, fannullone guitto che “cinguettava” per le ignoranti a cui “rifilò” lo “sfilatino” su “concertoni” in “luci”-lucciole San Siro.

Ehi tu delusa, attenta che chi troppo abusa…

rischia poi di raschiare il fondo del barile, detto anche il “cantante” bidone-spazzatura-trash totale dei ritornelli alla “bona” per suo uccell’ “usignolo” di “USA e getta”, post salvietta e non “salvata”.

Anzi, ancor di più “inculata”.

“The Hollywood Reporter” annuncia un film della Paramount diretto da D.J. Caruso.

Quando mai i deejay fan i registi? Mah…, sarà un “discotecaro” con ambizioni “cineaste-melodramma” da Lucio Dalla:

Qui dove il mare luccica
e tira forte il vento
su una vecchia terrazza davanti al golfo di Sorrento
un uomo abbraccia una ragazza
dopo che aveva pianto
poi si schiarisce la voce e ricomincia il canto:

Te voglio bene assai
ma tanto tanto bene sai
è una catena ormai
che scioglie il sangue dint’e vene sai

Vide le luci in mezzo al mare
pensò alle notti là in America
ma erano solo le lampare
e la bianca scia di un’elica
sentì il dolore nella musica
si alzò dal pianoforte
ma quando vide la luna uscire da una nuvola
gli sembrò più dolce anche la morte
Guardò negli occhi la ragazza
quegli occhi verdi come il mare
poi all’improvviso uscì una lacrima
e lui credette di affogare.

Te voglio bene assai
ma tanto tanto bene sai
è una catena ormai
e scioglie il sangue dint’e vene sai (mi fa sangue!)

Potenza della lirica (e anche dei fianchi nella ficaaa!)
dove ogni dramma è un falso
che con un po’ di trucco e con la mimica
puoi diventare un altro
Ma due occhi che ti guardano
così vicini e veri
ti fanno scordare le parole
confondono i pensieri.

Così diventò tutto piccolo
anche le notti là in America
ti volti e vedi la tua vita
come la scia di un’elica.

Ah si, è la vita che finisce
ma lui non ci pensò poi tanto
anzi si sentiva felice
e ricominciò il suo canto:

Te voglio bene assai
ma tanto tanto bene sai
è una catena ormai
che scioglie il sangue dint’e vene sai
Te voglio bene assai
ma tanto tanto bene sai
èuna catena ormai
che scioglie il sangue…

Dentro il “dente” della vagina “salendo!”.
Be’, torniamo a Spys’ Kid, da non confondere con l’altra stronzata Spy Kids di Rodriguez Robert, da guardare solo per farsi du’ seghe con le tettone di Gugino Garla in modo “spaghiElio e le storie tese…

Siamo o no dei Watchmen? Sì, ancor tirerà per le “bambine” con lo Swatch.

Come sempre avviene oramai con le pellicole su commissione, si scelgono gli attori prima che ci sia la sceneggiatura. Che idiozia è mai questa?

Robert De Niro e Shia LaBeouf hanno accettato i ruoli, ma lo script è “vacante”.

Comunque sia…, sarà un (suc)cesso.

Trattasi di una trama “orrenda” che narrerà i retroscena “Storia vera”-non veridicità (in)credibile di una ex spia (De Niro), arrestato per il “crimine” d’aver rivelato i fasci… coli e, dal carcere “ergastolante”, impartirà “lezioni” di “vita” al figlio “purissimo” come i suoi von Trier per le ninfomani.

A galla, adamantino!

Tre capolavori da “valutare” e guardare con più Hitchcock.

Occhio alla finestra sul cortile. Il complotto c’è, è un “binocolo” in mezzo alle gambe di quella piagnona-“compianta” di Grace Kelly, una che avrei afferrato per la chioma dopo una birra “bionda” e, da sbronzo, avrei “cazzeggiato” in maniera non tanto “paraplegica” nel suo vedo-non vedo per “farla” vivere Donna “due volte”.
Anche tutta la Notte.

Una “Principessa” sul pisello!

Psycho?

No, Gli uccelli!

Ap-punto e a capo di Kamasutra giravolte “calmi” contro ogni falso “capo”.

Anch’io, come De Niro, ho detto tutto.

Mi sbatteranno in galera ma almeno non mi sbatto, come voi, le puttan(at)e. Miro al “sodo” bersaglio non delle “facili” s(ol)uzioni.

Anzi, NO! Deciso, infiammato, a “bruciapelo” dei criminali in abiti “legali” e in ambiti “sociali” network. Anche gli psicopatici “assassini” (bianchi?) provan “empatia” per le “sparatorie” a Palazzo Chigi

Per quale motivo dovrei arrendermi in questa “tragica” eppur per me rinascente storia dell’orrore “degna” di Stephen King “impermeabile?”

Ieri, è avvenuta un’altra tragedia che fa “onore” al nostro MOSTRO “bel” Paese dei nani con diritto di “cittadinanza.”

Da “La Repubblica”:

Due carabinieri sono rimasti feriti davanti Palazzo Chigi a Roma dopo che un uomo in giacca e cravatta ha aperto il fuoco esplodendo numerosi colpi di pistola. I militari sono stati colpiti uno al collo e uno alla gamba. Uno dei due sarebbe grave, ma entrambi non sarebbero in pericolo di vita. Sono un appuntato e un brigadiere. Ferita di striscio anche una donna incinta che si trovava a passare…

Uno estrae una pistola e spara all’impazzata, già.

Poi un identico matto, fors’ancora peggiore (almeno quello ha il “coraggio” di essere “coerente” coi suoi squilibri mentali), piange o meglio finge, come al solito la sua notevole (senza “virgolette”) faccia di bronzo da suo blog Twitter (mi raccomando, vai a denunciarmi, sai che paura, ho le convulsioni) alla sua “testa(ta) giornalistica”, “emettendo” il coccodrillino ch’è. Fra le “palle” spunta qualcosina?

Subito dopo, infatti non avevamo dubbi in merito alla sua “emerita onestà morale”, si “reca” sulla tastiera e batte il suo “pezzo” da “integerrimo”, con testuale appunt(at)o frase che si dispiace per i parenti delle vittime.

“Regalando” il suo “cordoglio”. Nel frattempo, la sera prima è andato a troie, picchiandole pure, senza testimoni indiscreti che avrebbero potuto spifferare.

Ah, la soffiata.

Complimenti! Se prima però si specchiasse e vomitasse di fronte, anzi “bifronte”, alla sua personalità molto doppia, gliene sarebbe grato Saviano e la salvezza di “Stato”.

Costui, come tutti sanno e come abbiamo già ampiamente sputtanato, non molti anni fa cominciò a calunniare una “persona” (indovinate chi..?.), ex amico (nutriamo ora parecchie perplessità su tal “rapporto”) che conosceva dall’infanzia, per la sola “ragione” che all’epoca era “disoccupato (piuttosto che “lavorare” come “lui”, preferiamo tutta la vita…rella) e “vergine”.

Al che, “coadiuvato” da un teston’ testardo di padre, anch’egli circuito dal disegno omicida del figlio (la “natura” del tramandare il seme del Male?), di punto in bianco (vedi idiota che il tuo “articolo” è sempre conciso e preciso di “accerchiamento?”) intimò al suicidio, attentò alla dignità, all’incolumità altrui, “grazie” al nostro web.

Per combinarla sporchissima senza lasciar “prove”. Tanto basta un click e si smacchiano le macchioline, vero Matteino? Il cognome lo sapete.

E me ne frego! In platee! Tutti in piedi!

“Strumento” ar(m)atissimo col quale s’inventò profili falsi per nascondere il misfatto “profilattico”, molto d’ingegno “aguzzo” e coltello serpente affilato.

E, a tambur battente, perseguitò di offese, attacchi ignominiosi, minacce perfino di stupro a una ragazza… ché non “doveva” stare con uno che aveva “sofferto” soltanto di grave depressione (sempre comunque più viva dei porcili aggressivi della “compagnia fighissima” di tal “pantaloni” molto “taglienti” e “ficcanti”).

Al che, dopo reiterati abusi al decoro, al rispetto, a ogni patto di fedeltà da tal impostore orripilante vilipeso, traditi e arsi tutti i valori, una “persona” si ribellò platealmente. Come da tribuna precedente.

Scattarono denunce e contro querele.

In seguito allo shock devastante di questo “atto” (davvero “cristiano”) “pulitissimo”, la vittima fu scambiata per carnefice e sottoposta a trattamenti psichiatrici sedativi, tanto da andar vicinissima alla “lobotomia” che si vede nei film più spaventosi e da brivido…

La stessa persona che, dopo una sfrenata battaglia in tribunale, è oggi uno scrittore con quattro romanzi all’attivo, una reputazione untouchable e un altro capolavoro letterario da consegnare dentro, tutto dentro in cu(cu)lo alla sua “buchetta” delle “lettere”.

Eh sì, è “laureato” in “Scienze della Comunicazione” il nostro “scomunicatore” Savonarola da Inquisizione con lo “stendardo” del suo “Savoiardo”. Omuncolo Standa(rd).

Questo è il documento più “nascosto” della CIA, gran figlio di puttana!

Dai, prendi una rivoltella e fatti saltare le cervella, porco di merda!

Mi spiace, sono l’agente 007 Sean Connery.

Come nella scena dei nostri Gli intoccabili, in cui fa irruzione nella “tana” dei “lupi”, solleva uno scandalo e dà un “pugno allo stomaco”, mena un “coniglio”-fetentone, dunque ammicca allo spettatore e pronuncia: “Adesso come si sentirà, meglio o peggio!?”.

Voi che dite?

“Buttiamola” a ridere, dai, dai, dai!

Quando si “entra” in rehab, non “esce”, al massimo piscia e basta!

In clinica psichiatrica, si “vive malissimo”. Nel senso allusivo e “figurato”.

Almeno, se stai a casa “senza”, puoi masturbarti in “santa pace”. Lì,  (te lo…) “piazzano” anche con videocamere e “microspie”. Neanche in bagno è permesso “docciarselo”.

Sì, per quei quattro mesi in ospedale, l’astinenza sessuale mi uccise. Già ti “castrano” a livello psicologico, perfino il “Taglione” per “ammortizzare” lo “sfogo”. Che “cazzata”. A parte gli scherzi da “prete”, la figa non è mai morta. La foglia di “figo” è scomparsa.

A “prescindere”…, me la “tirai” lo stesso,  dicesi segona, previo altre due settimane di “controlli” all’“apparato” burocratico in quanto lo “temprai” ma non ottemperai alle regole “asettiche” dell’igiene…

Per le infermiere fu uno spasso guardar’ il mio “passero solitario”. I “dottori” andaron “dietro” al “mio”, incitando il casino generale del “trenino” con del vinello a “chiudere tutte le bocchin(ar)e delle schizofreniche “femminucce”.

Sì, se “perdi” un treno, guadagni in “trono”. In “Toto” ti tromba(no). Ti “elevano” eroe della “Patria” a benedire “ciò” ch’è finalmente stato “inserito” nell’“integrarsi” socia(na)lmente… per i cazzi degli altri.

Sì, l’Ottonello, reparto dei “malati” di mente bolognesi, è come la famosa qui esclamazione “Socmel’!”, un “ciucciotto”.

Se non l’avessi “(s)fatto”, si sarebbero perse una “gran cosa” e, fra l’altro, adesso “ce l’hanno (s)caricato” ad alleviare gli “stati” momentanei del lor sentirla “giù” da brave brad(ip)e. Le brache! Aprono VLC e si “piluccano” sopra il water, poi si puliscono streaming col VIM.

Assumevo vari milligrammi di neurolettici per farm(ac)i… smarrire la troppa voglia di letti. Sì, vollero che non “volasse” e mi “violarono” nell’“effervescenza” più spontanea e “spuntato”.

Sì, passò di “patata bollente” su tutti i monitor formato gigante “Maxischermo” con espressione Valium da scemo.

Uno “spettacolo”.

Ce “lo” vogliamo dire?

Sono un VIVIN C, da usare con “candela” durante i sintomi premestruali “andropausa”, previo effetti collaterali di controindicazioni nell’“incapsularlo” ai sintomi “febbrili” dei feromoni femminili “influenzabili” da una cura nel popò di depot con “fottuta” annessa e neuroni di spappolati “coglioni”.

In fondo in fondo, sto messo bene ma dove lo misi?. A pecora, come si suol dire. Eh sì, se non hai i soldi, non hai un cazzo. Neanche il tuo. “Piegato”. Chiara la spiegazione!?
Ho degli istanti di perdita mnemonica e anche di perso… Perdo peso e “lui” smagrisce mentre il panzone riccone tutte le “ingrassa”. E il bello è che lo vende all’“in… grosso”.

Che grassa opulenza! Eminenza, faccia… qualche cosina. A che minchia serve se no la chiesina?


C.I.A.o, acronimo dell’Uomo “anonimo” nel “minimo” espanso di sal(u)to “pimpante” alla Donna per il flauto “sonante”, “brevemente” si “allunga” ma il portafogli piange e “importo” schiaffi in faccia senza fica “sfacciata” perché son “fiacco” e, più che cagnaccio, un ghiacciato “miao” con le “fusa” del mio “sball(at)o”

Innanzitutto, sei bellissima, rossa, sexy, che fulvo ardore, anche furbizia femminile elegantemente nobiliare.

Sportiva, atletica, con il cellulare a occhiolino da marpioncella, molto ammiccante, lasciatelo dire. Lasciatelo “sciare”. Il dare e tu dai nel mio “inondante”. Così cantava Ligabue alle bovare già nella “bara”. Dammi la barretta di NOVI, mia barese da “innovare” sulle nevi in te “appianato”, pian pianin’ “zuccherato”-fondente.

Ti piace quello nero? E i bianchi? Come? Vanno con le extracomunitarie? Obama Barack ha risanato solo la moglie. Quale sanità pubblica… Mancano i “pubi”. No future, solo spacci(at)o e altre guerre, si “figuri”.

E non posso rimanere con le “mani in mano” in tanto (t)remare orgasmico d’erotico baciamano che mi porgi d’occhi.

A parte gli scherzi, la “vedo” dura. Sei più grande di me, vivi in Umbria, io emiliano d’adozione, “terrone” di nascita non so dove nella Terra Promessa con dizion(ar)i a pigliar la “lingua” come meno leccherà i culi.

Si chiama solipsismo geniale dell’Uomo onesto presto “animale” in quanto nudo “forestale”, cfr. “concupito” dal bosco senza Cappuccetto e senza “cappella”. Neanche i frati francescani mi pareran l’ano di “asilo”… nido.

Eh, l’inedia anodina. A dirla “papale”, un nodo in gola.

Da “luppolo” a lupetto. Che “(guarda)roba”.

Ma un’amicizia simpati(c)a è chieder (la) troppo? Mica t’ho chiesto di spos(s)arti. Pretendo di “sfondare”.
Insomma, “pelle e ossa”, ti riempirei di bac(h)i e smalterei le unghie che toccheranno… un telefono “squillante” come le tue gambe appena appena pronunciate di lentiggini piccanti a “sgambetto” per il mio… “arrossito-arrosto”. Sono un b(r)uco. Restituiscimi al licantrop(ic)o del Cancro nella brughiera mia me(ge)ra stregona.

Azzanna, ma attenta alle zampe da gallina…

Non mi streghi ma, se me lo sfregassi , vedrai come “brucerà”.

Sono uno scrittore di nome, non so se di “fallo” ma Stefano Falotico. Ibs.it ti donerà la “vista” ad opere di mia Arte, cara la mia vispa Teresa. Che vespaio, sono il moscone dello zitti e mosca, prendimi per “quello che ho”, non esigere che preghi durante i vespri mia quarantenne ancora in Vespetta. Fai… le curve spronando il turbo del mio “motorino” ronzio e di ozio ti azionerei nel tuo seno “in quinta” marcia. Marcandola di “tiro a segno”, altro che i tuoi vestiti di “marchetta”. Vuoi lo yacht, mignottona? Da me solo un Chino(tto).

Equilibrismo di un bimbin’ birichino con venturo salto nel “vuoto” a ricadute de(pri)menti? Ah, cadrò solo nella tua “erba”. “Bollicine” mia drogata. Togliti l’ago dal braccio e anche dal pagliaio. Non sono un pagliaccio.
Sono nel “fieno” eppur la vuoi “piena” nella stalla. Che vacca. Che gazza ladra, che “gattina” che ovula…

Il “Può darsi” mi salverà di donne “offerte”. Come feriscono loro, neanche le spine della Madonna di Abel Ferrara! Mary?
Sì, per sempre… Come? Era Meri? Solo amari… , altro che “merlo”. Altro che cor(v)o.
Altro che coito. Noto solo una Notte da “cotto” alla brace mentre loro “abbrustolicono” di grigliate la salsiccia di una “cenetta” propria “romana”.

Dai, concedimi un Facebook e bando alle ciance. Bagascia!
Le tue guance, ah, i guanciali.

Ricorda: avrò la tua (ri)cotta con un cuscino a “scudisciartelo”.

Sì, il tuo Poster è meglio di come me lo metton’ nei posteriori. Almeno, ammirandoti, un po’ “mirerà”.

Dammi “retto”, sei tanto retta che ho il dubbio, lecito, che in molti te l’abbian “infilzata” di ritto dritto filotto al “biliardo”.

Sono pien di bile?

Certo. Oh, non sono un bullo. Ma tu sempre brutta rimani. Non imbellettarti.

Vai a “sciacquarti” in cattedra(le).

The Good Shepherd

Buon pastorino per le “pecorine”.

Sempre De Niro in “cabina” di regia con “montaggio” osceno-scenico e “graffio” Eric Roth grafia (ir)riconoscibile “al volo”, Inside(rMan finto “tonto”-Forrest Gump.

Oltre il giardino…

Spy Game

Assieme a The fan (vedi che il De Niro “guardone torna?), il film più “serio” e non cazzaro di Tony Scott.

Verità che scottano.

Ronin

De Niro con Frankenheimer, l’esistenza dei saggi è una valigetta “misteriosa”.

Altro che Pulp Fiction e stronzetti.

Va bene “condire” dei dialoghi brillanti…, ma si torna malinconici quando si è troppo avanti.

Ora, facce di stronzoni, seduti!

Altrimenti, vi legherò al sedile anteriore senza CI(ntur)A di sicur(ezz)a. Questa è castità!

Vi ho scoperto! Tutti in avanscoperta sotto le coperte!

Insomma, scopare!

Cioè a terra.

Mani in alto in caso d’emergenza. Potreste “venire” subito. E rimanerci “secchi”.

Vaffanculo!

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Spie come noi (1985)
  2. Bella ciao (2002)
  3. La regola del sospetto (2003)
  4.  La Talpa (2011)
  5. JFK – Un caso ancora aperto (1991)
  6. J. Edgar (2011)
  7. Segreti e bugie (1996)

Robert De Niro, lulu.com


15 Apr

Pregate, in silenzio, e ammirate l’inconfutabile grandezza

Affannati, e affaristi senza scrupoli nel monopolio capitalista, decapitaste le anime con “indubbia” arma “non convenzionale” dell’ambizione “ammaestrante” per “saggi” diritti ad affievolir anche le savie ansie.
Mal ve ne sortì, il vostro sortilegio, dirimpetto a cotanto Uomo, il sottoscritto “in calce” e nessun calcificato, “cacciato” e adocchiato, fu un sorvegliarmi solo ispido nel non scagionarvi dai vostri imperdonabili peccati.
Ora, seduti alla mia Destra, baciando le mie mani in “segno” di cordoglio, affranti dalle stigmate del vostro lento, abulico “stingervi” nella Notte a voi più profonda, celebrate costui che (di)scese da (Monte)Cristo robusto per non saziarsi di facezie e inutile “spezia”, ma dotato, per via naturale-Benedizione paterna, e non putativa, al trascendere immane. Oggi asceta e domani, quindi qui, poeta, nel mai ottemperar le “fusioni nucleari” delle vostre atomiche di “bombe” guerrafondaie, sedimentate, dunque avvilite, d’invidie reciproche e “coccole” da invero nemici falsamente amicali.
Sono il Tempo temprato dell’agonia, nella battaglia mai chinata. Rinacqui!
Mai di “varichine” indottrinato. Sono acqua e fuoco!
Lavico e libero, disincagliato dai precetti delle vostre confetture mielose che ebbero la vile pervicacia di volermi smorzare e demoralizzare dietro intenti moralizzanti e prediche da educande.
Son io che ammicco, estraggo l’inchiostro e lo “tasto” al fin d’espandere la vostra plastificata “realtà”, sempre agguerrita, appunto, nel “lusso” impertinente d’abrogar chi, a tal orrenda, crudele “tranquillità”, non s’atterrà mai, ma preferisce atterrar su un giardino segreto colmo e rigoglioso di fantasie ed emozioni, inalando i sonniferi “sommi” degli altri per vegliare sulle coscienze sporche.
All’erta e al comando del suo imbattibile veliero, pirata eccentricoDe Niro Stardust in questo mare di stelle. Vi polverizzo! Feroce contro chi ne annerì la sete d’avorio, pelle mie d’ambra, amatissima e mai livorosa da predatori dei velli “aurei”.

Valoroso!

A voi mi rivolgo, congrega che sogna e non s’ancora alla certezza dei lidi (in)felici. Portatrici solo d’abitudinaria contemplazione. Si sa, ah le sabbie, al primo “scoccar” di vento, verrete tranciati nello scem(pi)o.

Non son blasfemo, l’empio è solo un Uomo che guida il gregge, e carezza i deboli per (indi)rizzarli a nuove e fantasmagoriche leggerezze. Leggete di quando il Messia, (D)io incarnato e non nei vostri canali di “scolo”, scottò la borghesia solo non annuendo alle loro ipocrite ipocondrie.
Di quando girai attorno al Mondo come Jules Verne, pur rimanendo immobile come NovecentoTim Roth. Di quando m’immersi in tutte le cascate del Niagara e attraversai, anche di traverso, le catene montuose della Mesopotamia, conservando il mio “muso” infrangibile come i samurai Ronin.
Di quando con Robert De Niro al Cuore, letargico e poi finissimo d’energia, abbrancai la mia grinta, spronandola a ribelli pulsioni nelle virtuose “croci” della Luna.
Di quando il suo neo, liscio come l’olio, pindarico, astratto e “volubile”, (non) declinò l’orgiastica offerta dei luridi pranzi ma fu, invece, già (un) prediletto al vaneggiare senz’arietta fritt(ur)a.
Di quando le donne, tutte in fila, posero le loro “sporgenze” che Io, sola(re)-mente, con solerzia erettissima, spiai dal buco della serratura, per non unirmi alle loro orche mammifere e assassine, al loro squallido “ozono”. Non m’accontento d’un patetico abbrustolir nel calore da botanico orto.
Sì, miei orchi, lunga vita al Robert! Siate contenti!
Comprate questa perla (in)trovabile, e la vostra vita sarà più salubre.
Odorerà d’amore, gioia, Bellezza, e dimenticherete le malvagità, inchinati alla sapienza mia color estro e creatività.

Sono o non sono il cratere del vulcano?
Essere o non essere? Questo è il problema. Oggi, divenuto una moltiplicazione di casini…
E tu ne hai molti, fidati. Assonnato, ingerisci pastiglie per dormire ma sei “insoddisfatto”, ululi, maschio assatanato dei tuoi orribili specchi che puzzan di cadaveri nella tua “tana”. Hai perduto la freschezza e t’affidi alla fiaschetta, ma i suoi fianchi non godi, (non) essendo un teschio.

Amami. E la Donna ti porterà consiglio!

Introduzione alla mia forza, segmento già depositato, quindi non plagiatelo ché non potete plasmarmi a vostre immagini, fra l’altro repellenti di fronte al mio gaudio esservi superbamente “tronfio” di repulsione scatenata, come pretendo che Io sia Messia in tal vostra inezia e prosapie da “pii” pulcini solo se non vi s’attacca con le stesse “fragilità”, di cui soffrite ma, nei paraventi, nascondete per altri saccheggi dietro sparviere e furfanti idiozie da “grandi” ceremonie-eri-eravate-non siete a cui invece apparecchiai una pietosa cena in grembo al Tito Andronico mio titan(i)o non attenuto ai comandi dei vostri denti da tenente.
Mi spiace, proseguo nella mia strada che non imboccò scorciatoie “serene” per facili applausi “a scena aperta”. Preferisco la colazione appena sveglio, dopo un’ingorda Notte profumo di Donna e Insomnia a fissare la vostra psicopatia da Robin Williams doppiogiochista.
Amen, rendetemi Grazie. Sono “gratuito”, d’altronde, e la mia fronte è spaziosa d’aleggiare senza ali tarpate. Prego, Signore e non i vostri “signorini”.

Dico a voi, “comodi” e “agiati”. Accomodatevi ché sono scomodo ai benpensanti e, soprattutto, a coloro che “hanno” un pene non tanto “entrante”.

Lama “nitrita” d’un impavido baffo beffardo che (s)filò fra gli assassini con “lacustre” ferita nel meandro lor più a incubo

Inenarrabile delitto, d’un brutal disprezzo ad altezzosi, “attrezzati”, ora tremebondi incauti, affiora l’ossigeno e si minan le “allegrie” d’una vecchia “compagnia”, al bersaglio di mie compagini mentali, usurate da tal “smargiassi”.
Corrode, sì, la filastrocca che li rapirà e, dolenti, d’atroci bagni di sangue, in “rozza” cicatrice slabbrata urleranno, a vibrazione d’ogni sciocca loro “esibizione”.
Con qual “manto” fu alto il desiderio di vacue noie ad “ammattire” il prossimo, ma il “naufragio” dell’emarginato generò una violenza così irreprimibile che oscillan le mani stesse degli impostori tanto “furbi”, architetti d’un complotto sadico a mia “amante” libertà sventolata in totale affliggerli, perseguitarli, un’insistenza d’arco intrepido e arcigno mirino, centro sempre più prossimo alla carne che sarà “scarna” come scannarono.

Il monito avvertirono e corsero fuggitivi. Per adescar altro protrarre dello scherzo “eccelso”, ma non calcolando il tuono dello schianto di lì a breve “rumor” fulmineo.
Imbizzarrito, un taglio lancinante ad affamarmi, e la loro pelle issata a ogni anima “sedata”.

Scatta con più ardore il rinnovato Cuore, e piangeranno di come lo spensero a “spese” del lor “produrre” e tanto addolorare nei pudori..
Esterrefatti, infallibile shock, di bambini “cresciuti” nel frivolo malessere sull’espugnar chi scelse il non immondo viversi fra orrori loro.

Ma non ascoltarono e oppressero con ancor maggiore “giovialità”. Inducendo a “obblighi penitenziari”, ché si prostrasse la vittima ai carnefici, al binario madido del sudore in tinta unita.

“Professori” della “sana letizia”, del futile guadagno, per arginar e infangare chi al “guado”, al bavaglio, alle ossa dell’opulenza esteriore, non fiorisse in sfoggio di sé.

Assediarono, tormentarono, così sicuri che perpetrare non combaciasse con tremare.
Oscurarono!

Mura di portoni divelti, gole ammutolite dell’ammainare prima che rinascessi!

Un fucile desto nella sparatoria dei murati vivi!

Ciondola l’orologeria e “balbetta” il rintocco. Altro allarme, il crollo dei mostri è vicino e io lo odo(ro).

Dinanzi a un genio, morirono nel già trapassati.

La vendetta sarà, fu già un’efferatezza di mia Altezza.

Complimenti, condoglianze vostre!

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Il Cavaliere Oscuro – Il ritorno (2012)
  2. Batman. Il ritorno (1992)
  3. The Score (2001)

“The Big Wedding”, New Trailer


28 Mar

Debutterà nelle sale statunitensi il 26 Aprile.

 

Ancora una volta, un De Niro sfavillante, versione ironica, un padre di famiglia sessualmente inibito.

 

Ora, a molti non piace(rà) questo Bob brillante, a me sì. La grandezza di un attore si misura spesso dal grado di versatilità e multiforme talento a mutare in tanti personaggi. In questo De Niro, assieme a pochissimi altri, n’è indiscutibile Maestro.

 

Adesso, parliamo di una commedia ma appare anche la scritta “Restricted“, quindi previsto linguaggio “forte” e molte allusioni, doppi sensi e “sboccate volgarità”. Il tutto condito con una notevole verve d’umorismo e freddure.

 

Prima regia per Justin Zackham, già sceneggiatore del sottovalutato Non è mai troppo tardi con Nicholson e Morgan Freeman.

 

A differenza dei già “precoci”, e precotti, detrattori che stroncano ancor prima d’averlo visto, questo film m’attizza. Non poco.

Sarà un diletto anche il confronto con Robin Williams e i siparietti-duetti fra De Niro e la Keaton, con la terza incomoda di Susan Sarandon.

 

(Stefano Falotico)

 

William Friedkin, De Niro, Pacino, Springsteen, The Hitter


24 Mar

La favola del “bambino” stronzo, by Falotico

Come la solita favoletta della “crescita” che monta piano piano, e si leviga per dar ora calci a sterzare e stritolare l’assalitore.

Un bambino, rifugiato vicino al mare, “ossigenato” dalla brezza “claudicante” d’onde sulfuree, costruì con perizia un castello di sabbia. Attentissimo che non si sbriciolasse, a modellarne ogni lineamento, saldo d’architettura.
E ne gioì, quando il castello “inabissale” resistette agli impeti del vento.

Ma un “grande”, per scherzetto “innocuo”, glielo calpestò.

Il bambino pianse mentre il grande rise con enorme sfacciataggine, attorniato da altri “grandi” a prenderlo in giro:

– Dai, costruiscilo ancora.

Il bambino aspettò che s’allontanassero, raggruppò i “granelli” e riaggiustò il castello, più curato di prima. Apportò anche delle migliorie, “elevando” dei comignoli e plasmando dei cunicoli a mo’ di labirintici dedali, invisibili a occhi umani “adulti”.

Dopo qualche minuto, i grandi gli si avvicinarono ancora e un altro di questi gli ruppe il castello.
Poi, di nuovo risero alacremente, e uno di loro sputò in faccia al bambino. Che, piangendo, si disperò.

I grandi ripresero il cammino per la propria “strada” e il bambino iniziò, ancora una volta, a raggruppare la sabbia e a imbastire un altro castello.

Un castello perfetto, senz’ombra di dubbio, con tanto di finestrelle “guarnite” di conchiglie dai colori più variopinti e lucenti, e una stella marina a bandiera della torre più alta.

Il bambino, però, s’accorse che i grandi eran ora occupati a farsi il bagnetto.
E si accoccolò ai piedi del castello, “sorbendosi” un bel sonnellino terso dall’aria fresca del mare acchetato d’effluvi trascendenti.

Si svegliò dopo mezz’ora e, al risveglio, notò che il castello era stato nuovamente distrutto.

Fu lui a pestarlo stavolta e ad appianarlo con meticolosità certosina, affinché tutti i granelli riprendessero “posto” nella spiaggia.

Quindi, si alzò, e si diresse proprio in direzione dei grandi. Con in mano paletta e secchiello.

– Siete stati voi a romperlo un’altra volta? Vero?
– Certo, bimbetto caro. Adesso, ci stiamo divertendo un Mondo…, non rompere e costruisci il tuo castellino. Dai.

Il bambino si tolse la crema protettiva solare, di cui s’era cosparso, per non “bruciarsi” nei troppi “caldi”, e rivelò il suo vero volto, sgranchendo poi il suo corpo e allungandolo da come lo rannicchiò per non ricevere troppe scottature. Si mostrò in tutta la sua interezza.

– Oddio mio, sei un Uomo più grande e grosso di noi! -, urlò uno dei grandi.

Il “bambino” si parò davanti a loro, gettò a terra paletta e secchiello. Poi, pronunciò un “sottilissimo”:

– Già. Mai fidarsi di uno come me.
– Perché? Tu chi sei?

5 min più tardi, trovarono i “grandi” sistemati, uno sopra l’altro, d’ossa rotte attaccate per le vertebre (s)collegate, come un “sadico” letto a castello.

Il bambino, risolta la faccenda, si tuffò tra i delfini.

Il bambino, bambino affatto ma “affilato”, nuotò “guascone” da squalo. A caccia di tutte le “susine” delle medusone, che arrossì, accalappiandole da piovra…

Adoro le “strambate”, le strane “faloticate”, le totoiane recensioni da non censurare, le fighe incommensurabili da “misurarmelo”, finirò “curato” donnaiolo da prete “disarmato”

Periodo “pazzesco”, vengo invaso da lettere d’amore con scritte “prostrate” per amarmi “alla crostata” ma vado in cucina e “infilo” la ciliegina sulla torta di cioccolato, ingozzandomene a più non posso per “scremare” il dolcetto dalle mielose.
Al che, nel mezzo della Notte, proprio mentre il “mio” stava superando la metà dell’erezione “sgranocchiante”, ricevo una telefonata “spaventosa”. Addento l’ultimo cornetto, “gravido” di “ripieno”, e rispondo “in preda” a “macchie sparse” sulla canottiera “nottambula”. Macchie di varia origine, del “dolcino” ma non “vuoto” di bava alla bocca. La cornetta, sollevata nel mio “sollevamento” lì lì a gocciolare, s’incarna in una voce muliebre di raro “gusto”: – Uomo, prendi la macchina, e addolcismi. Non riesco a prendere sonno, ho languori sparsi dappertutto, inondami di tutta voglia sdolcinata, condiscimi coi tuoi canditi.

Replica: – Lasciami finire il cappuccino, devo ancora mescolare lo zucchero. Ricorda donna, mai scappellare se prima non hai ancora bagnato…”.

Contro… “denuncia”: – Ti do una pizza in faccia!

Io, l’Altissimo come le alpi “Alpenliebe”, ove le caramelle si sposano al Novi(zio) e la neve non si “scioglie”: – Ecco, infatti adesso mi recherò alla pizzeria “I Gaetano”, ove anche a Notte inoltrata puoi “infornare” di “mozzarella” capricciosa.
– Sei proprio uno stronzo! Andiamo in pizzeria assieme.
– No, la pizza va mangiata da soli, poiché “Il Sole sta in fronte a me!”. Sì, dopo la pizza marinara, un amaro senza “dessert”.
– Provochi?
– No, non invocarmi invano, donna, masturbarti sul divano in salsa “agra”. Io sono un Uomo agricoltore, cultore delle personali cotture senza le tue “catture”.
– Vaffanculo!
– Sì, vai a fartelo dare dal “panettiere!”.
– Chi è il panettiere?
– Una che fa rima baciata con puttaniere!
– Io ti sbatto in manicomio! Ora hai superato ogni limite. Coglione, t’incaglierò fra le sbarre!
– Sì, dammi una barretta anche con delle birrette al bar, e m’imprigionerai a un’alcolica sbronza, ubriaca ma libera dalle stronze.

Dopo mezz’ora, mentre davvero mi stavo “preparando”, di tutta Punto (FIAT, come appunto i cioccolatini omonimi…), per raggiungere “I Gaetano”, “aperti” tutta la Notte, suonarono alla porta i carabinieri perché avvisati dalla malafemmina malfattrice del mio “fallo”, considerato “erroneo” d’averle troppo “gironzolato” attorno e non averla “tornita” nel torrido da “bollita”.

– Falotico, allora, che ci racconta? Come la spieghiamo questa?
– Non c’è nulla da spiegare, infatti. Ce l’avevo… “ripiegato”, voleva che lo pigiassi, togliendole il pigiama.
– Allora, la “posizione” cambia. A quanto pare, è stata la “manigolda” ad abusare solo perché non riusciva a russare. Che schifosa!
– Bene, adesso Falotico finisca di (s)vestirsi, noi fra un quarto d’ora stacchiamo…, andremo assieme da “I Gaetano” ma ci raggiungerà anche codesta. A proposito, Falotico, sa come si chiama?
– Susanna.
– Bene, collega. Accendi il cellulare. Questa voleva un uccello ma dovrà rendere conto al pizzaiolo delle “olive” sue al peperoncino. Le scalmanate van calmate!

Ci recammo da “I Gaetano”, a telefonata (av)venuta.

Mangiammo a sbafo, leccandoci i baffi. Quindi, terminata la cena “tardiva”, ci raggiunse Susanna.

Entrò discretamente, in punta di tacchi, da puttana.

Tutta la pizzeria “brindò” con “lei”.

Salinger, in confronto a me, è uno da Scuola Holden…: non c’è un “cazzo da fare”, come “la” giri e la rigiri, mi spacco le palle!

Ora, non voglio corteggiarti anche perché la mia fama eremitica è oramai conclamata fra chi mi conosce. Sempre più rafforzato nel mio isolamento, più benefico delle baldorie e della frivolezza che, a lungo andare, mi nausea e m’annoia. Abito a Bologna ma son con la testa sulle Dolomiti. Il mio secondo nome è Cliffhanger.
Ma sei uno dei pochi volti, anche se di “Profilo” B/N d’occhiali celati da Sole, ad affascinarmi. Credo di non essermi sbagliato. Non si vede molto da una foto così discreta ed elegante, ma anche di più. Snob. Lo sei. Esigente, Donna al mille per mille e intraprendente per un pene che ti sia “garbo”. Quindi, già son defilato, meglio non essere infilzato.

Però, nel mio salingeriano starmene oramai sui “monti” della mia casa, partorisco opere letterarie. Un falò delle vanità. Sì, mi chiamo Stefano Falotico. Troverai conferma su ibs.it, previo Facebook ove contatto chi voglio io.

Quindi, un’amicizia “a distanza” non la rifiuterei.
Per il resto, sono il rifiuto netto all’umanità. Non sono misantropo ma neanche topo.

Sono il top.

In poche parole, “rattoppamelo”.

Come una Deborah videodrome, mi sganciò un “bacio” dal PC.

Andai al traumatologico a consegnare il mio computer ammalatosi di virus.

Pre-finale “breve”, solo 3 min per riscaldare la “pasta”

Ieri sera, ho registrato un programma intitolato “Il vecchio brucia la vecchia e poi prepara lo stufato”. Nuovo “varietà” di ricette per un Mondo che pende dalle labbra dei culinari.

Il mio ingrediente, invece, è un pizzico di pazzo su sprazzi d’aglio da vampiro e uova strapazzate nel mezzo della cazzata!

Lo guardai disgustato, il programma con l’uomo Lupo, quindi tornai da “I Gaetano”.

S’era fatta l’ora di pranzo, e la frittata ci stava tutta.

Finale “acquatico”

Il bambino alcune le “bagnò” di più, in altre rimase all’asciutto, ma fu comunque soddisfatto.

Uscì dalle onde, smontò l’ombrellone e rincasò.

Si “docciò”, si profumò e accese la televisione, “mettendolo” su Sky, ove Selvaggia Lucarelli, “esagerata” come non mai di minigonna “liquida”, stava intervistando Filippo Facci che, fra un capello suo “gelatina” e battute agghiaccianti, osservò d’occhiatine quel che intravide nella sottanina.

Al che, il telefono squillò nello studio…
Selvaggia rispose, prendendo la “palla” al balzo:

– Ancora tu, Falotico? Non ti piace l’intervista?
– No, “potrebbe starci”. Ma ora passami Facci.
– Va bene.
– Pronto? Stefano, che vuoi dirmi?
– Facci, hai una faccia di merda!
– Prendete carta e penna, quereliamolo subito.
– Ma che vuoi querelare? Chiacchierone! E non guardare più “di sbieco”. T’ho beccato, volpino.

Morale della favola:

se un puro si ricostruisce e prova a costruire qualcosa di buono, non bisogna rompergli i “granelli”, detti “palle”. Altrimenti, ne va della logica del “costruttivismo”.

Terminando con Facci, è all’“apice” del castello “umano”.

Terminando con me, sono Terminator.

Terrone se mi va, terriccio se non attecchisco, atterrito se non me la dà, steso al suolo se ci dà.

Applauso!

Sono il picchiatore della melodia di Springsteen.

Se non ne conoscete il testo, è questo: uno fa il pugile, si redime, finisce che picchia di nuovo, perché ha una dignità sua da difendere.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Totò Sapore e la magica storia della pizza (2003)
  2. Cruising (1980)
  3. A qualcuno piace caldo (1959)
  4. La storia infinita (1984)

Genius-Pop

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