Posts Tagged ‘De Niro’

Le genialità di un mondo che ama la banalità, cari stagisti (in)aspettati


27 Sep

Dove ti vedi fra dieci anni? A prenderlo in culo, come sempre.

Intern

Stamattina, sul mio canale YouTube, ho ricevuto un commento riguardo a un mio video che, ivi, copio-incollo:

Caro Stefano, non sono certo uno con pregiudizi, ma nel dirti che non sei normale ti sto facendo un complimento perché la “pazzia” è genialità ed è l’ingrediente migliore per questo Paese. Volendo analizzare il tuo lavoro, riconosco il tuo talento coltivato nel saper manovrare la lingua italiana con grande facilità e fantasia e in alcuni tuoi video l’ho apprezzato, anche se a questo punto non capisco il tuo intento. Poiché ad esempio in questo video ho sentito solo un ammasso di periodi infiniti rimpolpati allo strenuo di aggettivi altisonanti e subordinate improbabili. Potrei apprezzare di più quello che fai se sapessi come mai lo fai e per quale scopo lo fai.

 

Io ho risposto così: Caro Andrea, apprezzo molto questo commento. No, credo di essere, in cuor mio profondo, molto più normale dei normali, tanto normale da sfociare nella pazzia. Eh eh. Perché spesso il mondo nostro prefabbricato in e di regole vetuste, mi rende “annacquato”, mi nausea e ho bisogno di “sfoghi” letterario-cinematografici per sentirmi vivo. Quando la troppa normalità, come dire, mi annoia e affoga in un mare di banalità. Non so se sono un genio ma probabilmente non voglio neppure esserlo. Sai che responsabilità essere investiti di questa patente? I geni hanno degli obblighi, si chiede loro proprio di essere sempre diversi dalla massa. Ed è questo un peso che non sopporterei. Mi asfissierebbe, mi sentirei travolto da responsabilità troppo grandi per la mia, come di tutti, “limitatezza”. Mi sentirei un alieno. Rispondendo al tuo quesito, questo video è datato Ottobre 2012, fa parte di quel periodo di mie forti sregolatezze e necessità, ripeto, di giocare e divertirmi, anche esagerando, con le parole. Di sperimentare vie lessicali “incomprensibili”, che potrebbero, di primo acchito, apparir folli o irriverenti. I miei video (comunque, ora, come forse avrai notato, ne giro molti di meno, essendo preso da “cose più reali”) non avevano e non hanno scopi “maieutici”, didattici o informativi, sono puro, personale divertissement, vaniloqui di calembour nonsense, volutamente e non. C’è chi li apprezza e chi li odia. Non cerco il successo come un “normale” Youtuber, non so in fondo quello che cerco. Forse le stabilità emotive che, dentro di me, non arrivano e non arriveranno mai. Ma è un modo come un altro per esternare, anche se inascoltato, la mia voce.

 

Ricordate: pensate al presente, al domani non vi è certezza. Sappiatelo, quando vostra moglie vi chiederà il bis e voi non avete saputo darle un cazzo.

 

 

di Stefano Falotico

Robert De Niro Talks Bernie Madoff Role, Flip Phones | TODAY: Lo stagista inaspettato e Bernie Madoff/De Niro: avete perso il senso della commedia, truffatori cinici


25 Sep

De Niro Madoff

Da un po’ di giorni, sto seguendo appassionatamente il saliscendi della media voti su “Rotten Tomatoes” riguardo alla valutazione di The Intern. Il risultato non è ancora “unanime”, ma oscilla fra il 50% e una cifra di percentuale in più e in meno, a seconda della recensione (de)stabilizzante. Ove penderà l’ago della bilancia? Sarà “fresh?”.

Critica americana scissa fra gli elogi e gli apprezzamenti, le critiche, appunto, fra chi osanna questa Nancy Meyers, al suo ritorno dietro la macchina da presa dopo 6 anni di assenza da It’s complicated con Meryl Streep, definendo la sua commedia “vecchio stile con fascino”, affermando che è “charming”, altamente “stimando” le performance di De Niro e di Anne Hathaway, plaudendo lo “scenario” così ben “arredato” e “scenografato”, e fra chi non tollera, in tempi odierni, ove vanno di “monta” gli effetti speciali ipertrofici, tale “effetto nostalgia”, ripudiando la pellicola e liquidandola con “sputi” a base di sfottò e dar del rincoglionito a De Niro.

Invero, io vi dico che De Niro, come possiamo vedere quando si toglie il cappello, scappellatevi, è Bernie Madoff e conosce la truffa dei poveri morti di fame.

Questa società a base di (ri)cotte, Justin Bieber e troiette varie, accompagnate da ricc(hi)oni, è uno scandalo “finanziario” alle nostre cosc(ienz)e.

di Stefano Falotico

The Intern: la mia è una continua resilienza, eppur la vita si “allarga” e lo stomaco ingrassa, nonostante l’esistenza magra ci provi…


22 Sep

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Cos’è la resilienza? Sì, avete letto bene, parola assai desueta, usata in “gergo” psichiatrico per definire uno stato umorale di questo tipo, come riporta la nostra (ab)usata Wikipedia: in psicologia, la resilienza è la capacità di far fronte in maniera positiva a eventi traumatici, di riorganizzare positivamente la propria vita dinanzi alle difficoltà, di ricostruirsi restando sensibili alle opportunità positive che la vita offre, senza alienare la propria identità.

Sono persone resilienti quelle che, immerse in circostanze avverse, riescono, nonostante tutto e talvolta contro ogni previsione, a fronteggiare efficacemente le contrarietà, a dare nuovo slancio alla propria esistenza e perfino a raggiungere mete importanti.

Dunque, io sono un “residente” della mia tenacia resiliente, talvolta valgo “niente”, ieri valsi, domani varrò, nel futuro delle leggi a me stes(s)o varerò, il mio dentro continuamente varierò e, in questo tempo (varia)bile, avrò valore.

Dar valore a una persona. Molte persone, in questa società spersonalizzante, vengon appunto svalorizzate, perché superficialmente giudicate solo dall’apparenza, che sappiamo essere, lupi di mare, assai ingannevole, mentitrice dell’io nostro più profondo che, spesso, per “aritmia” del cuore, per ipocondrie, per timidezza o atimia, per un attimo, si apre, per altri attimi non si spande, e in quest’istantaneità cangiante il mare dell’anima fa del domani migliore spesso un giammai. Mannaggia.
Ma comunque mangio.

Cambi, non cambi, camminiamo, corriamo, dimagriamo, ci stressiamo, ambiziosi sogniamo, poi c’arrendiamo di fronte all’evidenza, ancora dunque all’esteriorità del sembiante giudicato non adatto alla circostanza momentanea, ci schieniamo, ma la vita va avanti, il girovita prende dei chili, non servono solo i farmaci antidepressivi, questo mio scritto ha ritmo, si scandisce lieve e poi avanza lemme, accelera di allegro e quindi incespica schietto-stronzetto di sgambetto.

Ecco cosa succede a non aver esperienza con le ragazze, care faccette buffe.

Notare come, “nel mentre” dello scambio di battute, De Niro adocchia furbesco Rene Russo, bramandola da “stagista” provetto. Eppur (in)semina…

Perché, ricordate: senza la scopata, il mondo non esisterebbe. Esiterebbe e basta.

Sappiatelo quando la vostra donna preferirà usare il contraccettivo.

Ora, che c’entra questa mia disamina con The Intern?

Infatti, non c’entra, ma in “fallo” basta che penetri.

Da cui il detto e il dato di fallo, no, di fatto, che da cos(ci)a nasce cosa e, poi, se funziona la casa prima della cassa…

Ah ah!

   di Stefano Falotico

 

 

 

Lo stagista inaspettato, il mio stronzo che spu(n)ta quando proprio sei ancora alla fase stage


19 Sep

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De Niro, all’inizio del trailer di The Intern, celebra il pensionamento, definendolo un periodo d’enorme, abissale creatività che, eppure, va riempito, nonostante tutti i palliativi possibili, come imparare il Mandarino, con qualcosa che dia spinta all’azione, insomma… datevi una mossa, rimbambiti.

Stamattina, ero in macchina con mio padre, un uomo che ha sempre amato Totò, un “napoletano” Principe che sapeva che al mondo non ci sono solo fessi ma ce ne sono comunque tanti, non lasciatevi fregare! Ecco, guidando sulla superstrada, siam passati davanti a un cerbiatto col cranio spappolato, che “fu” travolto da un’automobile imbizzarrita. A Straight Story docet. Tenetelo ben a memoria, anche accelerando di vita frenetica a mille all’or(gi)a quando, travolti dai debiti, mediterete sulla ex pericolosità delle vostre donne con le curve “tortuose”, donne che v’han fatto “penare”, oberandovi di richieste solo per una “sgommata” (t)rombante di figa “clacsonante” orgasmi un tanto al diesel, affliggendovi con un lavoro, Dio che schifo, che la potesse “soddisfare” di “pompetta”. Mica pompini, ché sono meglio!

Ragazzi, fatevi seghe mentali e non, meglio delle pippe, delle pupe, della popò e della pummarola in compagn(i)a.

Sulle pippe torneremo presto. Son Pippo! Voi gufate ma io non cambio dal Goofy.

Io non ho mai capito la gente (s)pos(s)ata. Queste coppie che prima paion felici e scopan a tutte le ore, appena lei “se la” lib(e)ra, con lui che “spinge” tutto “indaffarato” a non metterla incinta, usando l’“airbag”del profilattico “pneumatico”, spompato e poi di nuovo gonfio come l’omino Michelin. Scopano e poi scoppiano, con lei che finisce alcolizzata cronica e lui depresso marcio. Prima la “bolla” e poi è bollito, la gente pettegola affibbia loro la “patente” di (s)caduti in basso. Un “amore” piano-forte con andamento lento-allegro-tristissimo-fine della storia, della troia e dello “spararsi” il “viaggio”.

Ora, la questione (de)pressione. Quando sei a terra con le gomme, quando la vita t’ha “sgominato”, vai da una psichiatra. Lei ti “accuserà” di schizofrenia tosta, subissandoti di neurolettici per moderare e stabilizzare gli umori d’una caduta libera irreversibile, per frenarti un po’ dal tuo esserti creduto uno schianto ed esser c(r)ol(l)ato invece, a picc(hiat)o, come olio di aia che botta(na).

Lei ti rincoglionirà con delle sedute strizzacervelli per “bloccare” il tuo uccello, ha un bel sedere, ma i farmaci a stento non ti fan usare lo sfintere. Ti farà pelo contro pelo, ti darà la pillola e tu, di strafottenza, te la fotterai di pelli freudiane con tanto di ano su Jung del gnam gnam.

Sì, una frust(r)ata, ridottasi a far la dott(oress)a perché nessuno se la caga. Ha la puzza sotto il naso, guadagna ottantamila Euro all’anno ma sta sempre assieme ai matti, compreso il suo fidanzato, uno laureatosi con una corrotta esaminatrice di cento e una notte, che “lorda”. Insomma, un porcello che sta con una di lunga parcella, due che san usar la “lingua” per fotter… la gente, con la panza piena ma lei con la patata anoressica-bulimica e lui con l’enciclopedia Treccani per “acculturarsi” ancor di più con sovrastrutture nozionistiche vecchie come il suo (ba)cucco.

Fidatevi, l’unica ragione per cui vivere è Bob freakin’ De Niro.

Il resto è la solita puttana(ta).

Comunque sia, Anne Hathaway ha delle belle gambe.

 

di Stefano Falotico

Heist (Bus 657), Trailer, De Niro (non) mi tradì/irà, è IRA, i terroristi!


18 Sep

deniro heist

Eccolo qui, sfornato pochissimi istanti fa, in traslucido deluxe firmato Lionsgate, b movie di qualità, “trash” che ne sa, nostalgico “revival” dei film che andavan per la maggiore “di cassetta” negli eighties, adesso purtroppo passati di moda e “soppiantati” da pellicole astrusamente più sophisticated…

Invece, me lo gusterò questo “De Niro d’annata”, The Pope, bello invecchiato di stagionato tanto “aromatizzato” di capelli cotonati e uno stile tamarro di medaglione al pet(t)o in fuori, forte, gagliardo, che si fotte Summer…, modella prestata ai (di)letti del cinemino secco, senza fronzoli della Emmett/Furla, non un instant classic ma della Hannibal Classics. “Coadiuvato” dal carisma di Jeffrey Dean Morgan, uno di cui non si capisce la carriera da “paludi della morte” e il texas rising d’un Joffé ritornato sulle scene western, altro genere decaduto e rinato alla Tv.

Un film col wrestler Dave Bautista, carrarmato di muscoli spaccatutto, in questo Speed che incrocia Quel pomeriggio di un giorno da cani, di disfatte carni triturate e “sgommanti”, questo Inside Man nel pullman un po’ alla Ocean’s Eleven.

Questa Kate Bosworth magrissima che però m’attizza, questo Scott Mann di The Tournament, ripescato chissà dove.

Sì, un sano tuffo nei film “cesso”, nel garbage, negl’inseguimenti che non si caga più nessuno, in questo Cinema fracassone, anacronistico, che “spinge”.

Altro che Ozon e le sue pippe mentali.

Appena uscirà in home video, ordinate una pizza al prosciutto crudo e crudamente sparatevelo con qualche patata come (con)tor(n)o.
Poi, pigliate una bolletta e mandatela a culo. Questo vale il prezzo del debito. E che non scassino la minchia delle puttanelle di sorta, di s(b)orrata, eppur che (s)orche!

 

di Stefano Falotico

Heist (Bus 657). Poster and official trailer soon from Lionsgate


18 Sep

Ieri, sul canale ufficiale YouTube della Gulf Film, è apparso il trailer di Bus 657, subito, o almeno dopo poche ore, cancellato, perché violava il copyright della Lionsgate, casa distributrice, sul mercato americano, della pellicola.
Oggi, il suo attore e sceneggiatore, ideatore del progetto, Stephen Cyrus Sepher, su Twitter, annuncia che la release date del film è stata finalmente fissata negli USA il 13 Novembre.
E che, soon, uscirà il real, verissimo trailer autorizzato dalla Lionsgate.
Era ora, questo film pareva che non dovesse uscire mai, in questi mesi si son avvicendati vari filmati, poi abrogati dalla Lionsgate, fantasmatiche apparizioni, insomma, e poco nulla di tangibile.
Intanto, proprio oggi, in attesa della prima-premiere del trailer, è comparso il poster.

Negli altri Paesi, a quanto sembra, il film conserverà il titolo originale di lavorazione, Bus 657, appunto, mentre, da quel che apprendiamo, vedendo il manifesto, il titolo, almeno per gli States, è stato cambiato nel più generico Heist.
Stiamo dunque attenti a non confonderlo con quel The Heist omonimo di David Mamet di qualche anno fa, che vedeva fra gli interpreti Gene Hackman, Danny DeVito e Sam Rockwell.

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Pen(sier)i “pericolosi”: amo la gente verace, schietta, che non veste Versace, che ama gli arachidi


15 Sep

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De Niro è fanatico di Gianni, lo segue in ogni passer(ell)a, in quanto “goodfella”, eppur la sua Grace è “untouchable”. Scorsese e De Palma son registi di (ta)lento, di tailleur, di giacche e cravatte criminali, di gente “violenta” che la dice tutta, care donne, datela, ché mollala!

Oggi pensavo a Michelle Pfeiffer, protagonista per la quarta volta, assieme a Bob, di quest’annunciato The Wizard of Lies, la “vera” storia di Bernie Madoff e della sua truffa miliardaria.

I due, infatti, avevano già recitato in Stardust, Capodanno a New York e Cose Nostre – Malavita di Luc Besson. Nei primi due non condividevano nessuna (s)cena face to face. Scarface!

Pacino ebbe con Michelle anche Paura d’amare, ma che c’entra il buon Al(fredo) con Michelle e l’uomo col neo? C’entra perché, come me, mette lo zampino, casca a “fagiuolo” nella bella Michelle, ricordando John Lennon…

Da quel che ho imparato nella mia tortuosa, travagliata (s)figa, e molte… ne “verranno” ancora, so che i buoni son coglioni fottuti dai cattivi, cioè i buoi, e tu, se non te la fai… sopra, ma sotto, sei un buon a nulla. La Nutella, l’uomo ignudo!

Chi patisce non soffre di demenza, eppur “aggressivo”, cova pene… di ove va la gattina al “laido” ci metti il pisellino.

Ciò che ho scritto non ha senso, le donne “imperiali” con troppo sen(n)o mi fan (spa)vento.

Care sceme, meglio seminare, ah ah, da scimmia!

Ieri, per molti piselli, no, pivelli, è stato il primo giorno di s(c)uola.

Gesso e la didattica mette in righello “quelli” più lunghi, da cui la lingua lunga e il sesso sul b(r)anchetto.

di Stefano Falotico

Bus 657 and I Am Wrath Poster(s)


12 Sep

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The Intern TV Spot from Warner Bros


07 Sep

Invero la Warner, pubblicizzando molto questo film, ne sta sparando parecchi. Di filmati pubblicitari.
Ne metterò solo uno, quello più fresco, di poche ore fa.

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Barry Levinson inizia a girare The Wizard of Lies, come sua ammissione con Bill Murray e Bruce Springsteen


31 Aug

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Genius-Pop

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