Posts Tagged ‘De Niro’

Oggi ho fotografato Robert De Niro nella periferia di Bologna assieme a un extracomunitario, ecco a voi


23 Mar

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Invero, come tutti sanno, sono un immancabile burlone e qui il Bob si è trovato a far visita a Zac Efron e Hugh Jackman sul set di The Greatest Showman a New York.

Il ne(g)ro invece non so chi sia.

Adesso, vado a spararmi il film Celebrity di Woody Allen.
E ricordate: la fellatio è come la crocifissione.

 

Insomma, sono come Woody Allen, racconto molte cazzate intellettuali e non so se essere o non essere come Hamlet.

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The Comedian with De Niro in Blu-ray


23 Mar

Qui la notizia.comedian3

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Two-time Academy Award winner Robert De Niro (Best Supporting Actor, The Godfather: Part II, 1974; Best Actor, Raging Bull, 1980) stars as an aging insult comic trying to reinvent himself for acclaimed filmmaker Taylor Hackford (Ray) in the comedy-drama THE COMEDIAN. De Niro’s eight-years-in-the-making passion project also stars Leslie Mann (Knocked Up), Danny DeVito (“Always Sunny in Philadelphia”), Edie Falco (“The Sopranos”), Charles Grodin (Dave), Academy Award winner Cloris Leachman (Best Supporting Actress, The Last Picture Show, 1971), Patti LuPone (“Penny Dreadful”), and Academy Award nominee Harvey Keitel (Best Supporting Actor, Bugsy, 1991), with a cast that includes Lucy DeVito (Leaves of Grass) and Billy Crystal (When Harry Met Sally…). In addition, the film features a veritable who’s who of stand-up comedians, including Jessica Kirson, Jim Norton, Jimmie Walker, Brett Butler, Richard Belzer, Freddie Roman, Stewie Stone, Gilbert Gottfried, Greer Barnes, Hannibal Buress, Bill Boggs, Sheng Wang, Ryan Hamilton, Aida Rodriguez, Dov Davidoff and Nick Di Paolo. THE COMEDIAN debuts on Blu-ray, DVD and digital May 2 from Sony Pictures Home Entertainment.

Bonus materials on the Blu-ray, DVD and digital versions of THE COMEDIAN include deleted scenes, “The Comedian At AFI Fest,” a lively Q&A featuring Robert De Niro, Leslie Mann, Danny DeVito and Taylor Hackford,” and the behind-the-scenes featurette “Backstage With The Comedian” where the director and cast discuss the making of the film.

An aging comic icon, Jackie (Robert De Niro), has seen better days. Despite his efforts to reinvent himself and his comic genius, the audience only wants to know him as the former television character he once played. Already a strain on his younger brother (Danny DeVito) and his sister-in-law (Patti LuPone), Jackie is forced to serve out a sentence doing community service for accosting an audience member. While there, he meets Harmony (Leslie Mann), the daughter of a sleazy Florida real estate mogul (Harvey Keitel), and the two find inspiration in one another, resulting in surprising consequences.

Directed by Taylor Hackford, THE COMEDIAN has a screenplay by Art Linson & Jeff Ross, Richard LaGravenese and Lewis Friedman from a story by Art Linson. It was produced by Mark Canton, Courtney Solomon, Taylor Hackford, Art Linson and John Linson; with Scott Karol, Wayne Marc Godfrey, Robert Jones, Iain Abraham, Dennis Pelino, Fredy Bush, Mark Axelowitz, Lawrence Smith and Peter Sobiloff serving as executive producers.

Blu-ray, DVD & Digital Special Features Include:

  • Deleted Scenes
  • “The Comedian At AFI Fest: Q&A Featuring Robert De Niro, Leslie Mann, Danny DeVito and Taylor Hackford”
  • “Backstage With The Comedian,” featurette
.THE COMEDIAN has a runtime of 120 minutes and is rated R for crude sexual references and language throughout

The Irishman di Scorsese e la mia analisi (a)sociale alla Gambardella, questa è grande bellezza


26 Feb

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Oggi, in questa domenica pensierosa e penosa come sempre del mio esser scosceso, discendo che ho ragione su molte cose, anche su molte cosce, profittando della “levigatura” che combacerà col mio (prepu)zio, in “ottemperanza” al triangolo sacro del mio godimento. Sì, è una frase delirante, frutto del mio cerv(ell)o dislocato in una zona erogena, forse solo eremitica da adoratore della solitudine masturbatoria. Essendo un genio, dotato di un uccello fenomenale, posso criticare la Notte degli Oscar, che premierà le adorazioni banali e buoniste dell’amore, dei balletti e dei canti. Meglio il mio cane che scodinzola di neuroni affilati nel “disturbante”. Sì, mentre bevo un caffè al bar, turbo e adocchio donne chiacchieranti, gustando la mia misoginia misantropica da uomo di barbetta (in)colta. E spasimo per un culo che, nella segretezza della mia stanza, diverrà materia di sfogo, sì, una bella figa. E io, nonostante venga attaccato da ogni parte, “lo” att(r)acco di bella vita alla Happiness. Sì, ho conosciuto fessi che han lavorato in tutta la lor miseranda (r)esistenza facendo i facchini e poi hanno costruito attici felliniani per un “secret garden” poco springsteeniano delle lor fantasie proibite da Otto e mezzo. Rimpiangendo i culi perduti, più che altro (da) deperiti, e fantasticando sui lor sogni inf(r)anti. Patetica borghesia che davvero si domanda se Gibson Mel sarà il regista di Suicide Squad 2 e vive da Passion di poveri cristi. Vanno compatiti e che la lor mediocrità agghiacciante patiscano, in remissione della lor vita da messi… Meglio colui che volò sul nido del cuculo, uomo come me alla Nicholson, ghignante e luciferino di Anjelica beltà un po’ alla Huston. Con una faccia fra il torvo alla Scarface e il Pacino che ripugna i bacini. Eppur Al sarà Bufalino, mentre Keitel sarà Hoffa. Uffa, sbufferete voi, un altro crime movie di gangster. Sì, un C’era una volta in America su Frank Sheeran, uomo che ne vide di cotte e crude e non fu mai cotto, ma crudissimo di freddezza lapidaria, da sicario di uomo che non doveva chiedere mai un altro si(ga)r(o). Un signore che non andava provocato e la cui vita fu una merda. Ma un uomo di parola, uno che non credeva alle austerità di questi studenti odierni “brillanti” che non si sa cosa s(t)udino, lontano dalle false nobiltà di questi contemporanei facinorosi del “benessere” psicologico. Un uomo che teneva dentro, ruminava, “imbrogliava” perfino sé stes(s)o, corroborandosi della sua “gigantesca” malvagità. Insomma, io non sono come Frank l’irlandese ma non ascolto neppure Ed Sheeran. Un britannico ma dai nonni alla “valle verde”. Uno che giochicchia con le melodie mentre io aspetto di giocare con una che (non) me la dia. Per carità di Dio, che non esiste, me ne scampi… Meglio esser scapolo e grattarsi le scapole. Ah ah.

Insomma, leggendomi, avrete capito che non sono un fanatico dell’umanità ma di De Niro sì.

E così sia.

Che vi benedica, fessacchiotti.

All’uscita di The Irishman, se non vi piacerà perché lo riterrete, come il mio linguaggio, troppo “violento”, vi regalerò un orsacchiotto e un leccalecca. Per ricordarvi che dovete stantuffare la vostra bella, zuccherandovi di male, no, di miele. Andiamo a caccia, mentre voi andate sempre ad acacia.

Insomma, bambolotti, sappiate che la vita non è una pasticca antidepressiva.

Che voglio dire?

Quello che ti metti in bocca, mignotta. Mica cazzi…

 

Che grande bellezza…

Non sono uno scemo, ma Shame.

 

di Stefano Falotico

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Defining Moment, la campagna di Ermenegildo Zegna con De Niro


12 Feb

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De Niro in The Kidnapping of Edgardo Mortara by Production Weekly


28 Jan

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Nascere falotici, a (dis)pet(t)o dei san(t)i, preferisco la mia follia contro la pazzia della folla, (rit)ratto di un uomo molto “uovo”


05 Jan

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Nel mio co(r)vo, medito e rimugino a lungo sulle “proboscidi” degli “uomini”, una razza inestirpabile di volgari esseri presuntuosi e forse anche unti, tutti uniti al “cor(p)o” del “volerselo” duro. Una massa facinorosa di “lottatori” che si procacciano fighe, ricotte e pizzicotti, mangiando a sbafo e sotto i baffi molte pizze, spesso capricciose come la lor natura umorale alle quattro stagioni. Lo so, il buonismo pedagogico della società di massa(ie), mi vorrebbe tremendamente falso e sdolcinato come Will Smith di Collateral Beauty, attorniato da lecca-culi, le personcine “speciali”, prodighe, e affermo con orgoglio che non sono un fig(li)o prodig(i)o, affettate, di affetto. E di mio non sono felice come Pacino Al(fredo) con Diane Keaton, racchia che compie settantuno anni e che ha finalmente scoperto, dopo le cervellotiche pellicole “interiors” con Woody Allen, che forse è solo una suora da The Young Pope e non una brillante donna isterica da matti, no, da Manhattan. Molti dei miei coetanei, nonostante traumi inferti loro prima da una “educazione perbenista” e scolastica, poi da tradimenti, corna e schiaffi, si son rivelati Bradley Cooper de Il lato positivo e brindano alla (s)figa “tirandoselo” a campare, anche a Campari dei “famosi” aperitivi del weekend del cazzo, fra mattine coi cornetti, capuffici, uff uff, noia e cappuccini, andando talvolta a messa, dopo un’esistenza, anzi “resistenza” da fessi, scusate da messi e messaline, mangiandosi la pelle, no le palle, ed essendo anche superstiziosi. Rivedessero La Casa del Raimi e non facessero i rabbini, babb(uin)i! Eppur, nonostante siano stronzi cagati male, fanno bambini “dolci”. Di mio, misantropo e quasi sempre isolato, “insulto” le persone con far co(s)mico, essendo un comedian che ama i cazzi suoi. E ama il mondo delle verità, non delle chiacchiere e delle puttan(at)e.

di Stefano Falotico

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Max Cady, nel suo De Niro, nel suo delirio, aspetta il trailer di The Comedian


22 Oct

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La Sony Pictures Classics rilascerà un peto, no, un “petomane”, Jackie di The Comedianblack comedy di Hackford con uno strepitoso, si spera, Bob. Uomo che fu caudino, no, Cady.

Quest’uomo stropicciato in una corporatura robusta ma atletica da boscaiolo sportivo, che indossa camicie hawaiane nel florido suo pensarsi in Florida, e dal deliro floridissimo nei confronti del suo avvocato, che non lo difese come prevedeva la sua sana e robusta Costituzione.

Eppur aveva ragione nel suo dissennare, no, dissertare filosofeggiante con accenni falotici all’eremitaggio Pop che conosce La piccola peste del suo Henry Miller.

Questi giovani d’oggi ancora acclamano quel bisunto di Tom Cruise, uno che gira film puliti anche quando dovrebbe interpretare ruoli “sporchi”. Che sposò la Kidman per i cuori (ri)belli di quel che fu poi Eyes Wide Shut di un matrimonio tradito da troppe “infedeltà” di Oscar vinti e altri di Magnolia fregati.

Sa tutto Michael Caine de Le regole della casa del sidro, che rubò la statuetta a quella “bella” statuina di Cruise, insegnandogli che si può essere grandi Tobey Maguire anche non essendo stati educati ai “principi” (mettete l’accento dove volete) de Il grande Gatsby. E comunque un culo della Theron vale più di Youth di Sorrentino.

Questi giovani già nati vecchi che (tra)cannano, fan bisboccia, alcuni vengono bocciati e altri troppo presto, sboccati, sbocciano nei fiori del male. Denigrando i genitori che fanno all’amore con la figlia del dottore. Eppur le tre civette sul comò non amano il “cinema” carnascialesco di Rob Zombie, mentre un’altra generazione La casa e chiesa viene educata ai fumetti e alle mezze calzette.

Ricordate: The Comedian porterà al delirio, no, a De Niro il suo terzo Academy Award. Ho deciso io.

 

 

di Stefano Falotico

 

 

Questa è una stronzata ma una stronzata che ama il cappuccino con la schiuma.

Momenti, quasi dementi, di foll(i)a calcistica: quando il Calcio diventa (in)sano fanatismo


06 Oct

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Una bizzarra galleria di personaggi “manicomiali” è preda di crisi quasi mistiche al mero “apparir” del celeberrimo goal, vetta e apoteosi della scienza “balistica”. Al che, nello studio (che non è nello stadio eppur lo vive come se fosse in curva) si accendono, esplodono, deflagrano stati d’animo incontrollabili “dettati” da un’esasperazione del tifo. Si “accalorano”, sgomitano, sbraitano e, “belli belli”, recitano pantomime per lo spettatore imbarazzanti eppur trascinanti. Personaggi da bar, da Circolo Arci, ognuno col suo “carattere”, con la sua “caratura”, con l’indiscutibile “fascino”, oserei dire antico, di uomini “veri”, sprigionanti “sensuale forza” teutonica, da cavalieri senza macchia e senza paura degli anticipi, degli stop e di pose in zona “fuorigioco”, di pressing mimici a mo’ di sfottò, delle domeniche del mondo del Calcio. Pasolini, intellettuale indiscutibile, avrebbe adorato anche loro.

 

di Stefano Falotico, tifoso a tempo perso del Bologna Football Club, scrittore, artista, talvolta egoista

Immagini pirandelliane della realtà, anche piramidali del Cinema


25 Sep

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Scusate se, essendo io “anomalo”, nel panorama odierno disserti delle maschere e dei vol(t)i con sfacciata (pres)unzione. Ma è un compito che debbo assolvere per ottenere, da parte di molta gente che mi denigra, una cosiddetta assoluzione.

Come già ribadito in più sedi, e questo pensiero sedimento in quanto essere possedente una mente non di demenza, in passato molto peccai. Ma credo che, al di là dei castighi “inflittimi” dalla religione e dalla mia “sacra regione”, peccherò ancora, in quanto come tutti gli umani piccante, no, volevo dire peccante.

Ecco, assisto impotente, pur non soffrendo d’impotenza, a Bob De Niro che, davanti a Obama, presidente tutt’ora in carica (e sua moglie è cara), ha recitato estratti di poeti afroamericani, recitandoli con un piglio da uomo imbolsito, di panza più che di creanza, lontano anni luce dal Max Cady che fu. Un pingue settantenne che ha sciorinato con poco ardire e molto di labbra salivare. Ma è Bob De Niro. La gente lo ammira estasiata e qualsiasi stronzata faccia lo applaude. Se così avesse recitato un “disadattato”, l’avremmo preso per coglione.

Questo per entrare pian piano, molto alla larga, nel mio discorso.

Uomo che son lontano dai cori, di mio cuore spesso remoto anche da sessuali corpi. Da anni, professo (inde)fesso, la volontà di essere libero. E scrivo libri. M’accorgo però che questo mio (pro)cesso d’intellettualizzazione sortisce l’effetto contrario. La gente mi tratta da persona “alta” e dimentica che ho anche (bi)sogno di scherzare, di “schizzare”, di esser ilare, giullare e d’ira talvolta sbandare. Essendo uomo e non macchina. Così, vengo “uni-dimensionato” in un’infinitesima parte di me “apparente”, ove Stefano è il dotto, il saggio, quasi uomo che, ieratico, indosserebbe bene il saio. In verità, possiedo solo un bonsai e so quel che (non) so. Per il mio compleanno, un caro amico s’è ricordato dei nostri glory days in cui, io mezzala e lui difensore “mezzo pollo”, giocavamo nel Lame Ancora, spadroneggiando di tiri micidiali e “palle” fra le mutande. Poi mutammo. Lui non so che lavoro svolga, io non svolto.

Eppure per me lui resta un difensore e io un semi-attaccante. E in quest’immagine di noi legata ai ricordi si fa il mio discorso. Viviamo di etichette appioppate al prossimo. E vediamo di lui quel che la nostra mente s’è costruita nel farsi l’idea di chi lui (non) è.

Molta gente pensa, ad esempio, che George Clooney sia un brav’uomo. A me ha dato sempre l’impressione di essere un ma(ia)le. Ma è un mio George, il suo Clooney è forse diverso sia dal brav’uomo che dal porco.

Detto questo, vi benedico e vado a vedermi Inter contro Bologna. Sperando di beccare la scommessa.

 

di Stefano Falotico

 

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Buon (non) compleanno a me, una vita da “sogno” alla “Mulino Bianco”


13 Sep

Ho fatto un sogno terribile. Ho sognato che ero in discoteca e una m’invitava nel bagno per “bagnarlo”. Ma proprio sul più bello si rompeva in due, spalmandosi sul pavimento come marmellata scioltissima.
Insomma, da 30 cm diventava amputato e lei gridava: – Voglio Banderas!

Sì, la mia vita non è da Mulino Bianco.
Ma scherzo sempre da burlone e piazzo De Niro dappertutto, anche nella cornetta di te, cornuto.

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