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Ecco il vero grande match, altro che Stallone e De Niro
In attesa dell’imminente trailer definitivo de Il grande match, edito dalla Warner Bros, Falotico elabora per voi un mirabolante excursus Sly vs Bob De Niro, leggete e picchiatevi!
Prefazione di mio alano mai al tappetino. Io piscio nel recinto della mia esclusiva “proprietà privata”, apro il cancello solo per rubarti il telecomando! Io sono il comandante! E spingo sul canale che recita da mattina a sera questa:
come vedi/ete, da me otterrete solo che libri ancestrali, sono il pensatore arcano e follemente savio in tal umanità di sessuomani e derelitti con ambizioni filofasciste. Se non sto bene a qualcuno, lo getto in mare. Poi, lo squalo (sempre io) lo mette sulla navicella spaziale e lo incula fra le stelle con Han, Solo come deve essere. Una stellina, insomma. Un vulcano a lava e levati dai coglioni!
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Anche il commento, in sospeso, modererò da me. Mor(d)endolo. Ecco il sospensore.
E ora giù di pugni, i ragazzini si fan le p(r)ugnette e poi diciamocela. Ma quale The Boxer e cani underground nelle palestre sudate delle minchie indurite coi tonici. Il miglior film della Storia sul pugilato è Bomber. Col Bud Spencer che, incazzato, torna e ammazza praticamente lo stronzone. Con Calà che canta felicità è mangiare un panino con dentro un bambino. Altro che Carrisi, Romina Power e Rossi Vasco con le albe chiare. Andassero a farseli dare! Loro e le loro ragazzine drogate da vasche e pesci coi tossici teschi!
La folla esulta, eh sì, lassù qualcuno mi ama. E, come dico io, se qualcuno mi ama, io son più bello di Paul Newman e non amo proprio nessuno. Se non mi dai il pollice su, ti spezzo tutta la mano. Adesso, accendo il motore della macchina e metto su musica che i timpani spacca. Se intralcerai il mio cammino, non camminerai neppur in carrozzina.
Nell’ambiente, mi chiamano la testa di cazzo. E non cambio. Ce l’ho in quinta e ti rendo uguale all’asfalto.
I rancori non s’assopiscono con l’età, se acredine fu mai cucita, vecchie ferite fan male e colpiscono a muso duro. Lo sa bene Peter Segal che ha allestito questa boiata fra due bonaccioni sulla via del tramonto, incarnati nei corpi sfatti eppur ripalestrati di Stallone e il due volte premio statuina dorata “istituita” nel suo neo che più ner si può, infatti è ingrigito in una verruca e pancia prominente seppur asciugata “dentro” anchilosanti-asmatici-quasi da infarto addominali quotidiani sui brizzolati d’entrambi i contendenti, fiacchi e stanchi. Senza le “palle” d’una volta e anche con le palpebre ammosciate. De Niro, 70 primavere da poco compiute, Stallone, classe 1949 come mio padre. Mio padre sta messo meglio. Da un trentennio non solleva neanche un peso, pesa meno e quindi è meno ingombrante di questo Sylvester “carrozzato” in rugginosi tatuaggi mercenari. Mio padre cena con le saporite cotiche, Sylvester è adesso grasso di natica e a San Silvestro fa lui da zampone con la lenticchia della moglie, Jennifer “acciuga” Flavin. Mio padre spara di mortaretto che sa ove augurargli buon “ano”.
Qui volan ancora botte da orbi… infatti i vecchietti non (ci) vedon più e urlano “Adesso, t’accid’”. Con acidità di fegati al rosicar neanche un piatto di pasta coi ceci. Questi cazz(on)i! Ancor accecati dalla rabbia, dal rimpianto di uno d’esser andato al tappeto e dell’altro a non mai aver vinto un Oscar, almeno come protagonista. Sly, nel suo carnet, ha un premio (in)valido e basta all’attivo, oltre alla sceneggiatura del Balboa. La “straordinaria onorificenza” insignitagli al Festival di Venezia, come “Coppa di chi accoppò” alla (non) carriera puzza-profumo carati da cariatide in omaggio a Jaeger-LeCoultre. Insomma, un “leonino” che ha vinto solo nella finzione. De Niro invece, lodato sin troppo, più e più volte candidato, 7 nominations e 5 volte inculato. Uno del Bronx. Non da Philadelphia.
De Niro: – Sei un attore di merda, anche in Cop Land non vali un grammo del mio Jake LaMotta. Smettila di far lo smargiasso. Sei un cazzone!
Stallone: – Come ti permetti, razza di un rottame panzon’! Da anni, giri solo stronzate. Becchi soldi a cottimo per performance precotte. Se scatto, ti scotterai. Stai attento, Bob!
De Niro: – Tu non sformi nessuno, io preparo gli sfornati, è vero. Ma Grace Hightower è la mia nera che fornico. Con me, Grace si abbrustolisce come la pizza di mozzarella “filante”. Tu invece sei andato pure a raccattare quella scialba della Basinger. Correva voce che, negli anni 80, te la fottesti a novanta. Dio li fa e poi li accopp(i)a, appunto. Kim, una puttana da L.A. Confidential, Sly, un edonista marcio! E ce l’hai pure piccolo, sporco pidocchio!
Stallone: – Te la sei andata a cercare. Io ti faccio il culo.
De Niro: – Sul ring, De Niro combatte solo sul ring!
Stallone: – Il mio ring è la strada!
De Niro: – Ah sì? Allora, andiamo fuori.
Stallone: – Io l’ho già sentita questa, mi sa…
De Niro: – Tu sei pure sordo e soffri d’amnesia. Non ti ricordi neanche le tue battute e vorresti battermi. Ma fammi il piacere!
Stallone: Tu hai rubato l’Academy Award. Hai corrotto la giuria con intimidazioni da padrino. Da quant’è poi che non giri un film decente? Sembri Al Capone de Gli intoccabili.
De Niro: – Da Ronin.
Stallone: – Ah no, non da Ronin. Da Il lato positivo. Viene dopo, bravo. Ma avevi una “particina”. Quella del Matusa coi disturbi compulsivi. Vedi?
De Niro: – “Non Protagonista”, metti i puntini sulle i.
Stallone: – Ho fatto più colpo io con gli Expendables che tu con Ti presento i miei e tua sorella. Se è come tua figlia, Drena, da me non l’avrà dritto di certo. E neanche sfiorerà la mia cerniera!
De Niro: – Hai esagerato. Ti rovescio!
Stallone: – Confondi gli sport, babbione, questo è pugilato, non tennis.
De Niro: – Ecco allora il set di montanti, 6-0 e sei meno di nulla!
Stallone: – Ah, rincoglionito, è una battuta da asilo nido, voglio il Bob che (mi) schiacci con ace arroganti. Non ce la fai! Dai, dai, sei finito! E sai che ti dico?
Pure l’Oscar per Toro scatenato è immeritato. Troppo facile mangiare pastasciutta, ingrassare trenta chili per intascarlo. Da allora, ti sei seduto sugli allori. Pasciutone! Guarda me, passo ancora 8 ore di sollevamenti. Io sono (all’)asciutto ma spingo di prosciuttone!
De Niro: – Non spararle grosse!
Stallone: – Infatti, ce l’ho solo grosso.
De Niro: – Il bicipite? C’è una teoria abbastanza attendibile su chi fa uso di steroidi. Se si gonfiano le braccia, in “mezzo” si ritira…
Stallone: – Ma nel culo no, però! Piglia questo!
Firmato il Genius
(Stefano Falotico)
- Il grande match (2013)
Segal è una sega. La l finale? Sta per leccamelo! - Bomber (1982)
Hai rotto! E ora cuccati il pugnotto.
Fa male, misura Bud. Altro che bionde e birre omonime tue.
Buonanotte, mignottone. Ti avevo avvertito! - Rocky V (1990)
Il migliore della serie. Quello più glorioso.
First (“semi”-official) look at “Grudge Match” with De Niro & Stallone
Come potete notare, da deniriano ineludibile, in questi giorni par che, appunto, io sia ossessionato da questo film, di cui si stan ultimando le riprese in quel di New Orleans.
Dopo recentissimi miei post, sempre inerenti a tale pellicola, finalmente arriva la prima immagine che ci mostra i combattenti, rispettivamente ex Jake LaMotta e Rocky Balboa, fotografati sul ring della (di)sfida.
Il film, come già dovreste sapere, s’intitola Grudge Match, ed è la storia (improponibile?) di due vecchi pugili (oramai “in pensione”) che, a distanza di quarant’anni dall’essersi battuti l’un contro l’altro, decidono di riaffrontarsi, perché a uno non va proprio giù d’aver perso. Quindi, rancorosamente, come da titolo appunto, nonostante una vita da ristoratore e da viale del tramonto (il personaggio interpretato da De Niro), inizia a provocare colui che lo mise, a suo Tempo, al tappeto. E a proporgli, quindi, una nuova “lotta” proprio di guantoni e “darsele di santa ragione”… sì, un “pazzo”. Botte da “orbi”…
Ecco, apprendiamo che trattasi d’una commedia diretta da Peter Segal, dunque non prendiamo troppo “drammaticamente”-seriamente questa “rimpatriata”.
Fui il primo a ironizzare sull’assurdità del progetto ché, con tutte le doverose stime e ammirazioni per questi due attori, “autori” di due icone mitiche, LaMotta e Balboa, “rivali” innanzitutto per noi cinefili a dissertare su chi possa essere il miglior boxer della Storia del Cinema, mi parve una grottesca, possiamo dircelo senza badar a “timori reverenziali”, sesquipedale stronzata.
Be’, chissà. Potrei ricredermi. Sulla forma fisica di Stallone, ne abbiam avuto riprova muscolare nei suoi mercenari, su De Niro nutrii parecchi dubbi. Ah, il “Passato remoto…”.
Il Bob, invece, a giudicare da quest’immagine, mi stupisce non poco, e qui è “Presente”… indicativo… che la pellicola potrebbe riservarci delle sorprese. Ah, il “Futuro anteriore”… vedremo.
Un Bob De Niro atletico e invidiabile per i suoi quasi 70 anni.
Ah, però…
(Setfano Falotico)