Tutte le ragioni per le quali Mister Robert De Niro, con ogni probabilità, quest’anno s’intascherà l’Oscar profumatissimo
Ahia, voi cinefili e the fan di De Niro/Renard, dovreste saperlo. Il nostro, da ben due decadi, non ha mai ottenuto più una nomination. Non fu candidato, perché non se lo meritò ma, all’imminente, nuova edizione degli Academy Awards, salirà sul palco e vincerà rinnovato e “abbronzato” come lo Zio smaltato
Scorriamo la lista, tenendo in considerazione che l’anno per cui fu candidato è “posticipato” di 365 giorni (eccetto bisestile, controlleremo) rispetto alla data ufficiale del film corrispondente:
1975, Oscar come Non Protagonista per il secondo “capitolo” de Il Padrino. Assente perché impegnato con Novecento, lo ritirò al posto suo proprio Francis Ford Coppola.
1977, nomination “Miglior Attore” per Taxi Driver.
1979 (il mio di nascita…), nomination “Miglior Attore” per Il cacciatore.
1981, Oscar come miglior protagonista per Toro scatenato.
1991, nomination “Miglior Attore” per Risvegli.
1992, nomination “Miglior Attore” per Cape Fear.
Dal suo strepitoso, scorsesiano Max Cady del promontorio della paura, da allora il “vuoto”, eccetto un paio di “trascurabili” candidature ai Golden Globe per Terapia e pallottole e Ti presento i miei, in ambito di comedy/musical, il Cecil B. De Mille Award e altri premietti stronzi e inutili.
Be’, siamo obiettivi. Non è che abbia sfoderato interpretazioni degne così di tal nota e nomea.
Se passiamo sopra, come già detto, Heat, Casinò o Ronin. Il resto è, tutt’al più, sciocchezzuola e robetta, per non dir robaccia.
Secondo molti, il suo ruolo, nel da noi inedito Being Flynn, se la pellicola non fosse uscita con troppo anticipo nelle sale statunitensi rispetto alla competizione, poteva entrare benissimo nella categoria maggiore. Ma soprassediamo, e accontentiamoci del suo Pat ne Il lato positivo, nomination come non protagonista.
Ora, escluso inspiegabilmente dai Golden, ha perso agli Screen Actors Guild Awards. Il vincitore è stato Tommy Lee Jones per Lincoln, secondo gli scommettitori ancora il favorito per la Notte magica.
Eppure, stando alle ultime quotazioni, non sono pochi i bookmaker che stan puntando sul Bob.
Ribadiamolo, a dovere di cronaca: Lee Jones ha le cosiddette premesse e carte in regola per aggiudicarsi la statuetta ambita ma gli Oscar, a volte, spiazzano.
Innanzitutto, lo screen time di Lee Jones è molto più limitato di quello del Bob. Non è una valida “ragione”, lo so, ma comunque buona per perdere. Basti pensare a Judi Dench di Shakespeare in Love. Compariva per una manciata di fotogrammi, ma la premiarono a furor di popolo, un riconoscimento alla filmografia più che all’incisività del suo character. Un bel caratterino, Judi. Eh eh. Un’eccezione che (non) conferma la regola.
Però, dietro Il lato positivo, c’è il signor Harvey Weinstein, panzone pigliatutto e ottimo promoter, pressoché ineguagliabile. Quando un film, appunto, è targato Harvey, ex Miramax, l’Oscarino è quasi sempre suo. Spende montagne di soldi per arrivare da vincitore all’evento più atteso dell’anno. Appunto, Shakespeare in Love docet. Vedi?
Quindi, sta puntando molto sul suo cavallo di battaglia. Nelle altre categorie, ci sono anche i “suoi” Django e The Master ma pare che voglia investire maggiormente sul film di David O. Russell.
Se Bradley Cooper sarà sonoramente, eppur con onore, steso da Daniel Day.Lewis, pare che Jennifer Lawrence sia in pole position. E, se due più due (non) fa quattro, il furbo Harvey sa che vale puntare su De Niro.
Adottando la stessa tattica alla Meryl Streep.
A ben vedere, non è così improbabile che De Niro possa uscirne, dunque rientrare nei giochi, da vincitore della contesa finalissima.
Philip Seymour Hoffman e Christoph Waltz hanno vinto recentissimamente. Soprattutto, per quest’ultimo, la vittoria appare pressoché impossibile, nonostante il Golden e i plausi della Critica unanime.
Quindi, rimane da buttar giù l’osso duro Tommy Lee Jones, brutale di classe.
Ma Giovanni Manzoni di Malavita conosce che Tommy è tanto tosto da battere quanto De Niro è gran figlio di puttana che lo arrostirà. Furioso come Ludovico Ariosto!
Perciò, l’Oscar va al Bob. Non ci son Lee Jones che possan tenere.
Il Bob sa tutto ed è figo come me quando faccio l’ipocondriaco alla Val Kilmer che sa questa verità inespugnabile: dietro il mare, c’è una cascata di bionde per abbordare…, anche se ci sono i debiti per mantenerle.
Che poi non salgano a bordo e invece son sbottonate solo da bottane, non è fallo che mi riguarda.
Sono o non sono un falò? Io sono ben tenuto, mica come te, mantenuto e con le mani di pugnette!
Osservate, infatti, questo Falotico in azione criptica, come decifra il Mondo bevendo il caffè di prima mattina nel malto da orzo, orso e lupissimo di volpe. Egli è animale sapiente, Uomo spiccato e ingegnoso, scrittore prelibato nel suo aroma.
Ricordate: il Bob sa, il mio sale.
Ove, non so.
Salutami tua sorella.